Giocata del 21/11/2017 dalle 19:06 alle 23:30 nella chat "Bosco"
A te la prima (mi dimentico sempre di scriverlo XD)
[Bosco] Ha fatto come le è stato detto, come in preda a una strana adrenalina è corsa fino a casa e ha cercato in ogni angolo della sua abitazione quel libro di fiabe accennato. Non ha idea se fidarsi o meno, o meglio, se considerare quanto accaduto come una mera illusione, ma lei non è intenzionata a lasciarsi sfuggire l’unica occasione per rivedere suo padre. Indossa una maglia lunga e pesante per difenderla dal freddo, di un colore blu e dalle maniche lunghe e morbide. Le cade morbidamente sui fianchi, andando a coprire le gambe fino a metà della coscia, e al di sotto, a fasciarle le gambe, indossa un paio di pantaloni neri e lunghi, aderenti ma elasticizzati. Essi finiscono all’interno delle calzature ninja nere. Legato in vita ha il copri fronte di Konoha, la placca in metallo cucita sopra a del tessuto che richiama il colore della maglia. Al collo il ciondolo lasciatole dal padre, mentre alla coscia destra indossa il porta kunai e shuriken, e in vita, ma dietro alla schiena, il porta oggetti. Ha con sé il proprio equipaggiamento e le proprie armi, ma non ha intenzione di usarle. Tra le braccia porta il libro di fiabe che dovrebbe essere riuscita a trovare in casa e per quel che ne sa sarebbe proprio quello giusto, è avvolto in un sacchetto di plastica per proteggerlo dalla pioggia che scende crudele dal cielo. Non dice nulla permanendo nel suo silenzio, i rossi capelli corti sono sempre ribelli, impossibili pettinarli, e gli occhi viola profondi ed espressivi sono puntati intorno a sé. Pura ansia sul suo viso, un nervosismo che si mischia all’emozione e a vari sentimenti contrastanti. Non sa se sta facendo un errore o meno, ma sa che vuole e deve rivedere suo padre, deve capire se davvero le mancano dei ricordi particolari. Ovviamente non protegge solo il libro dal temporale, ma anche se stessa, portando un ombrello aperto sopra la propria testa. Non sa esattamente dove andare, per questo cammina lungo qualche sentierino guardandosi intorno, fissando il proprio sguardo a ridosso degli alberi, dove magari si potrebbero nascondere. <Non stai facendo una sciocchezza, tranquilla Yona.> mormora tra sé e sé, preda del nervosismo e senza nemmeno nasconderlo con la propria rigidità muscolare e l’espressione del viso, forse fin troppo leggibile per gli altri. [Chakra: Off][Equipaggiamento: 6 kunai – 6 shuriken – 14 fukumibari – un set da 4 fumogeni – 1 hakiwari – 5 carta bomba mina – 3 fuda con ognuno un tronchetto sigillato – 1 sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – 5 tonico recupero chakra speciale – 5 tonico coagulante speciale – tonici verdi]La pioggia c’era durante l’attacco a Konoha e la pioggia sembra esserci anche stasera. Fitta, forte, bagna le foglie con violente raffiche spinte dal vento, anche sotto gli alberi non si è completamente al sicuro e tutti gli animali del bosco sembrano presi dalla foga di cercare un riparo dal freddo in questo uggioso inverso. Fra i presenti nel bosco, quest’oggi, abbiamo la nostra splendida Yona Akimichi, la quale sembra aver risposto alla chiamata della caccia. Una leggenda dice che, chi vede i cacciatori, o diviene uno di loro o scompare, anche se forse dovremmo aggiungere “o vuole tornare ad essere un cacciatore”. Il sentiero del bosco di Shukosato è libero a quest’ora del giorno. Non ci sono persone che vi si aggirano, soprattutto non con la pioggia, e questa potrebbe essere considerata una fortuna per quello che sta per succedere oggi. Non ci saranno prove da affrontare, nessuna rana pescatrice pronta a mangiarla, nessun nemico avvolto nell’oscurità, solo un semplice e puro incontro fra la ragazza e il suo passato che non aspetta molto a palesarsi. Camminando lungo il sentiero principale, la ragazza potrà notare come, fra un albero e un altro, vi sia una strana di leggera e bianca nebbiolina. La prima, quella più vicina a lei, sembra risplendere di un dolce calore. Più si avvicinerà alla prima nebbiolina più le sembrerà di vedere chiaramente anche le successive. La finestra di natura che intercorre fra ogni albero è un ricordo del suo passato. Un ricordo che ha perso, mostrato attraverso gli occhi di un’altra persona. Ogni ricordo la chiama, con dolcezza, come se si sentisse attratta da loro, come se fosse quasi difficile riuscire a dire di no, a quella serie di piccole nebbioline. Ma non è impossibile rinunciare a quel passato, può sempre tornare indietro, può sempre tornare a casa e fingere di non aver visto nulla. Sentirà una voce familiare, a cui difficilmente riuscirà a dare un volto nella sua mente, ma quella voce le scalderà il cuore profondamente. <Yona, sei ancora in tempo. Puoi tornare a Konoha. Non sei costretta a ricordare. Non è detto che sarà facile ricordare il tuo passato, potresti scoprire cose belle e cose brutte, potresti rischiare di rimanerne delusa. Hai la possibilità di avere una vita tua, nuova, felice, lontana dalla caccia. Ma la decisione è tua. Pensaci con la dovuta calma> o buttati a capofitto nei tuoi ricordi o lontana da questo bosco. [Ambient]
[Bosco] La pioggia non le da tregua, ma con tutto quello che le frulla nella testa è il suo ultimo dei problemi. Cammina passo dopo passo, vorrebbe non avere fretta, vorrebbe fare della calma una sua virtù, ma al momento non le è possibile. Stringe il libro tra le braccia, sorregge l’ombrello con la mano destra, e i piedi si muovono veloci, così come lo sguardo. Ricerca freneticamente una qualche figura, quella del ragazzo che voleva ucciderla, ma soprattutto quella del padre. Eppure ai suoi occhi si palesa qualcosa di totalmente differente, ovvero una nebbiolina tra un albero e l’altro, una visione che la costringe ad arrestare il suo passo. Immobile volge lo sguardo verso quell’emanazione, se ne sente attratta dal dolce calore, come se quella nebbiolina, e le successive, la stessero chiamando. I primi passi vengono dunque mossi, senza se e senza ma, senza farsi domande. Il viso appare ora sereno, non sente la paura, ma non la sentiva nemmeno in quell’acqua scura. <Cosa sono queste nebbie?> sussurra con un tono di voce non troppo alto, non aspettandosi nessun tipo di risposta in realtà… forse dovrebbe richiamare il chakra? Si, ma al momento non ci pensa. La voce che però irrompe nei suoi pensieri non è la sua, ma familiare. Non riesce a collegarla a nessun volto purtroppo, ma la conosce, si sente tranquillizzata da quel suono, quelle parole. Si ferma abbassando il viso e puntando gli occhi verso il basso. Che fare? Tornare indietro o andare avanti? Si contorce dai dubbi, preda facile in quel momento delicato della sua vita. Il labbro inferiore viene morso, lo stomaco, ahimè, brontola. Ha fame sempre nei momenti meno opportuni. Si prende tutto il tempo per decidere, anche se si sa, lei sceglie di pancia e non di testa, quindi difficilmente pondera i pro e i contro, nonostante li conosca perfettamente. Tornare indietro sarebbe la scelta più giusta, soprattutto se le viene consigliato, soprattutto se le viene detto che può avere una vita sua, nuova, felice. Fa pensare che andando avanti potrebbe trovare solo limitazioni, dolore ed infelicità. Tutto farebbe pensare che la scelta più saggia sarebbe quella di tornare indietro, non mischiarsi con chi ha attaccato Konoha, non fare l’errore del padre, quell’errore che pesa sulle sue spalle. Non dare a chi sparla motivo di dire il vero dicendo che anche lei è una traditrice. Gli occhi vengono chiusi, stretti con forza. Sua madre è morta, la sua migliore amica e sorella è svanita nel nulla… e il padre? Unico membro della sua famiglia ancora in vita è ancora qui. Un traditore certo, ma è la sua famiglia e lo ama. Per non parlare di quei ricordi, così lontani eppure suoi. Ricordi che sente importanti, ricordi che ha dimenticato facendo soffrire quel ragazzo, suo padre, e chissà chi altri. No, lei deve sapere. Gli occhi viola vengono aperti e puntati verso la nebbiolina. <No, io devo e voglio ricordare. Voglio sapere cosa manca dalla mia memoria e perché… voglio vedere mio padre, voglio sapere che cosa è successo, voglio sapere che cos’è questa caccia.> il tono è un sussurro, ma è deciso, così come lo sguardo. <Quando riuscirò a ricordare… allora potrò valutare.> un ultimo sussurro, la decisione è presa, quindi riprenderebbe il cammino per raggiungere quelle nuvolette di nebbia. [Chakra: Off][Equipaggiamento: 6 kunai – 6 shuriken – 14 fukumibari – un set da 4 fumogeni – 1 hakiwari – 5 carta bomba mina – 3 fuda con ognuno un tronchetto sigillato – 1 sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – 5 tonico recupero chakra speciale – 5 tonico coagulante speciale – tonici verdi]La decisione è presa e la ragazza non sembra intenzionata a tornare indietro, anzi, avanza verso la prima nebbia, parlando con quella familiare voce che l’ha messa in guardia. La figura non si palesa, anzi, la lascia da sola dopo che ha preso la sua scelta e, nell’aria, Yona non percepirà altro che gioia. Quella nebbia bianca che ora ha di fronte a se, quella nebbia, emana molta goia. La ragazza potrà vedere come questa inizierà a muoversi, ad avvolgerla completamente, portandola indietro nel tempo a quando lei era piccola. Ma di quel ricordo lei non è protagonista, quanto spettatrice. Si trova in una radura, il sole è alto nel cielo e la luce filtra attraverso le fronde degl’alberi che la circondano. Ci sono diverse figure davanti a lei, figure con cui non potrà interagire in alcun modo, che se proverà a toccare semplicemente vi passerà attraverso mentre il fumo che le compone si disperde per qualche secondo e si ricondensa a formare la stessa identica immagine, come prima che la toccasse. Eppure sembrano tutte figure reali, tutte persone in carne ed ossa e, soprattutto, tridimensionali. Davanti a lei, gli unici veramente chiari, potrà vedere se stessa. A giudicare dall’altezza e dall’aspetto sembra avere si e no 5 anni, forse qualcosina in più e soprattutto è nascosta dietro le gambe dell’uomo che riconoscerà come suo padre. Li vede, è alle loro spalle, e, esattamente di fronte al padre, vi è la figura di una donna con i capelli biondi, affiancata da due cacciatori. <Amelia, sei impazzita? Quella bambina non è cresciuta con noi, non crescerà mai veramente con noi, come pensi possa diventare un membro della caccia?> è la voce di uno dei due cacciatori quella che la nostra Yona sentirà, seguita a ruota da quella del padre che, aprendo le braccia, sembra voler fare ancora più da scudo alla figlia che copre già interamente. <Amelia, ti prego. Con tutto quello che sta accadendo a Konoha, come pensi che possa permettermi di lasciare MIA FIGLIA in balia di quel mondo?> Yona potrà vedere come la donna va a piegarsi per raggiungere la stessa altezza della bambina, la osserva e le sorride, dolcemente, alzando poi lo sguardo verso la vera Yona, quella che sta vivendo il ricordo, solo per un secondo la guarda con dolcezza e l’Akimichi potrà sentirsi come rincuorata da quello sguardo. <Shiro, lo sai che se mi porti un bambino non potrò mai dirti di no. Ma strapparla alla madre e a Konoha, è un gesto feroce, senza nemmeno considerare che inizierebbero ad avere sospetti su di te.> dalla borsa la donna sembra tirare fuori un libro di fiabe, porgendolo alla bambina. <Prendi> la sua voce è talmente dolce, bonaria, che per Yona sarà difficile non iniziare sentire il cuore riscaldarsi. Lei conosce quel nome, conosce quella donna, conosce quella figura. <Insegnale i principi della caccia Shiro, puoi portarla al nostro villaggio quando vuoi, anche solo per farla giocare con gli altri bambini> vedrà il padre inchinarsi davanti alla figura di Amelia e iniziare a piangere, lacrime di gioia, ringraziando la donna di cuore. La discussione va avanti, ma sarà difficile per lei riuscire a seguirla, mentre al suo fianco fa la sua comparsa una figura composta totalmente dalla nebbia. "Questa è stata la prima volta che sei entrata in contatto con la caccia. Tutti hanno creduto che Amelia fosse stata troppo buona…hai delle domande da farmi?" dei dubbi, delle perplessità su questo primo ricordo? [Ambient – sei libera di scegliere se descrivere o meno il modo in cui anche la piccola Yona si comporta]
[Bosco] Sta per fare un errore? Ma cosa ci potrebbe essere di male nel voler ricordare quello che una volta le apparteneva? Si stringe il libro, si stringe l’ombrello, e quindi farebbe il suo ingresso in quella prima nebbiolina. E’ calda, avvolgente, ma soprattutto felice… una felicità che non sentiva da tempo e che le riempie il cuore e lo spirito. Accenna un sorriso mentre di fronte a lei si crea uno scenario per il momento non familiare, ma così reale, vivo. Non osa fare un passo in più però, non osa allungare nemmeno un dito per toccare quelle figure tridimensionali. Il fiato viene trattenuto così forte da farle gonfiare le guance. Vede suo padre, lo riconosce anche di schiena, e vede se stessa molto piccola. Non ha nessun ricordo di questo momento, come non ricorda la donna di nome Amelia, eppure sa di conoscerla. Accanto a lei altri due uomini e ne sente le prime parole. Corruga la fronte, si muove per cercare di avere una visuale migliore di sé stessa e del padre, passi lenti, cauti. La piccola Yona in quel ricordo se ne sta dietro alle gambe del padre, stretta a lui, a quelle vesti, nascondendo il viso quando viene additata da uno di quei due uomini. Impaurita, ma rassicurata dalla presenza del padre che prende le sue difese. Ne ascolta le parole, il cuore le si stringe in gola… Konoha non era un posto sicuro? No… ricorda come il susseguirsi di Hokage inadatti ha buttato suo padre nello sconforto. Ma non ricorda quel preciso momento. La donna si avvicina, si accuccia e sorride, ma sorride anche verso lei che è solo una spettatrice… sussulta leggermente, teme di essere stata vista ma è solo un attimo, perché lo sguardo di quella donna la rincuora, le scalda il cuore. E sono stessi sentimenti che avvolgono anche la piccola Akimichi, stretta alla gamba del padre. La bambina risponde al sorriso della donna, donandole uno enorme, uno di quei suoi sorrisi splendenti e felici, dolci e teneri, di chi non ha paura di niente e nessuno per via della propria ingenuità infantile. Un sorriso dolce ed affettuoso che si delinea anche sul viso della Yona spettatrice, un ricordo bello e quel libro che le viene donato, lo stesso che ora lei stringe contro il petto. <*Grazie signora!*> la piccola Yona afferra con le piccole manine il libro che le viene donato, andando a ringraziare in maniera educata, raggiante. Una piccola vocina accompagnata da quella del padre, il quale addirittura piange dalla gioia per la concessione che gli è stata fatta. Sorride felice a quel ricordo, ma la fronte si corruga pregna di dubbio mentre una figura di nebbia si forma accanto a sé. Si volta, la osserva a quella domanda. <Perché non ricordo niente di tutto questo? E mio padre… come ha conosciuto queste persone? E perché voleva farmi stare con loro? Pensava che sarei stata al sicuro… dal mondo?> ecco le prime domande che le frullano in mente e che pone senza problemi. <La caccia… in cosa consiste?> non lo ricorda, anche se la sua memoria si stia via via aprendo a ciò che vede al momento. <E questo libro… perché?> abbassa lo sguardo, osserva il tomo non capendo. [Chakra: Off][Equipaggiamento: 6 kunai – 6 shuriken – 14 fukumibari – un set da 4 fumogeni – 1 hakiwari – 5 carta bomba mina – 3 fuda con ognuno un tronchetto sigillato – 1 sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – 5 tonico recupero chakra speciale – 5 tonico coagulante speciale – tonici verdi]La figura fluttua intorno a Yona leggiadra, fermandosi solo per ascoltare la serie di domande che le vengono posto. Il fumo ha delle difficoltà a parlare. Le sue parole sono dette con un tono decisamente molto basso, troppo, per essere sentito da qualcuno al di fuori di Yona stessa. Una specie di cautela della nebbia, che non vuole che certe cose siano udite anche solo per sbaglio. <Crediamo che la tua memoria sia stata alterata, Yona> lo crede la nebbia, lo crede suo padre e lo credono anche altri membri della caccia. <Ho pensato che le cose che sono legate al tuo passato potrebbero aiutarti a ricordare, a sbloccare quella serie di informazioni chiude dietro una porta. La combinazione della serratura la conosci anche tu, ne sono certo> una voce maschile dunque, anche se dal tono sembra piuttosto neutrale. La nebbia inizia a ruotare, vorticosamente, cancellando sia le figure che la radura, andandosi a ricompattare in un nuovo scenario. Konoha, durante la carestia, la gente affamata, instabile e profondamente scossa che soffriva sotto una guida incompetente. <Shiro era disposto a separarsi da te pur di non farti vivere questo periodo. Ma Amelia era contraria.> ammette mostrando un segno di felicità, facendo prendere al fumo l’aspetto di un bellissimo fiore affiancato da una faccina felice stilizzata. <Tuo padre è cresciuto con noi> ancora una volta il fumo muta il ricordo, mostrandole il padre da giovane, vestito come un cacciatore che girava in mezzo ad un villaggio che Yona riconoscerà, ma a cui non riuscirà a dare nome. <Lui è sempre stato parte della caccia. Quando raggiungi una certa età, che solitamente si aggira intorno ai 16 anni, puoi decidere di lasciare il nostro villaggio e andare a vivere in un villaggio ninja. Tuo padre è un Akimichi, quindi non ha fatto altro che tornare a Konoha insieme alla sua famiglia, ha iniziato a lavorare per diventare un bravo shinobi e il suo impegno è stato ripagato a pieno. Solo che il ricordo della caccia vive in te in eterno e, quando le cose hanno iniziato a mettersi male, i suoi rapporti al generale della caccia hanno destato una certa preoccupazione nel nostro villaggio. Uscire stava diventando pericoloso…> per i cacciatori. <Noi non seguiamo le regole del mondo che conosci. Noi abbiamo una nostra filosofia di vita che mette il chakra al centro di tutto> la nebbia muta ancora e per l’ultima volta, andandole a mostrare un secondo ricordo in cui è presente lei. Piccola si, ma ormai di 7 anni passati, che corre libera nella foresta, inseguendo un gruppo di ragazzini della sua stessa età, circa. Si capisce che stanno scappando da qualcosa, così come si capisce che stanno giocando. Le risate, tanto di Yona, quanto del resto del gruppetto, sono quelle che ci si aspetterebbe di sentire andando al parco nel bel mezzo di una festa. Dietro di loro, in lontananza, riuscirà a scorgere la presenza di un gruppo lupo nero che accorcia le distanze velocemente per riuscire ad acchiapparli. <Crediamo che il chakra, se usato dalla tenera età, permetterà ai bambini di crescere forti, liberi e consapevoli dei rischi che corrono affrontandosi a vicenda, oltre che capaci di difendersi da soli. Ma non fraintendermi, i bambini non combattono fra di loro> il lupo salta, un salto lungo che lo porta ad atterrare su un bambino che si trovava poco dietro di Yona. Il piccolo ruzzola a terra e inizia a piangere. La ragazza vedrà come la bestia è evidentemente dispiaciuta dell’errore, così come vedrà il gruppo fermarsi e tornare indietro, andando a posare le mani sulla ferita dell’amico, per curarla tutti insieme. <anzi, si aiutano, crescono con l’idea di dover esser sempre presenti gli uni per gli altri, sempre pronti ad aiutarsi in qualunque momento> [decidi tu dove posizionare Yona bambina, come sempre] <La caccia è…uno stile di vita, nobile e puro, rispettoso della morte ma ancora di più della vita.> Ai bambini si unisce nuovamente la donna con i capelli biondi, quella del precedente ricordo. <Con Amelia abbiamo vissuto in pace e felicità per molto tempo> ammette con un tono quasi malinconico. [Ambient]
[Bosco] Le risposte da parte di quella figura di nebbia non si fanno attendere, basse e precise, vanno a dirle quale sospetto aleggia più di tutti. Qualcuno le ha alterato i ricordi. Potrebbe mai essere vero? E chi e per quale motivo? Corruga la fronte stringendosi il libro al petto, per poi dischiudere le labbra. <Chi lo avrebbe fatto? E perché? Voi… non ne sapevate nulla.> si guarda intorno, cerca e vuole vedere ancora. <Dici che conosco la combinazione? Eppure mi sembra tutto quasi un sogno. Ma so che sono lì da qualche parte i ricordi… riconosco le persone, i luoghi, ma non so dare loro un nome.> sospira affranta, sentendosi addosso un peso che non tarda ad arrivare. Lo scenario cambia e la carestia che mostra se la ricorda bene, fu un periodo difficile, dove mangiare era la più importante preoccupazione. Quel periodo in cui condivideva il cibo con la sua migliore amica. Ed ecco un cambio di scenario, un villaggio che riconosce ma di cui non ricorda il nome, vede suo padre, sa che è lui e comprende quanto le viene detto. Ha sempre fatto parte di questa caccia, per poi decidere di andare a Konoha. Ma ecco che una domanda le martella la testolina. <Ma… il migliore amico di mio padre, Arashi Hatake, erano come fratelli, migliori amici… lui era uno zio per me, e sua figlia la mia migliore amica. Arashi faceva parte anche lui della caccia dato che erano tanto uniti? Oppure si sono conosciuti dopo?> ricorda quel loro legame così stretto, tanto da far crescere le due bambine molto unite. Ma quando suo padre lasciò Konoha ricorda bene che Arashi cercò di seguirlo per riportarlo indietro, e nel farlo morì. Tutti dissero che suo padre lo avesse ucciso, ma se non fosse così? <Devo fare a mio padre un sacco di domande, devo vederlo, per favore.> una supplica verso quella nebbia. <Uscire pericoloso? Perché?> altre domande, troppe. <Il chakra al centro di tutto…> e ancora una volta un altro ricordo viene creato di fronte a lei. La corsa della piccola Yona insieme ad altri bambini, una corsa in cui ci si diverte e che porta la quindicenne a sorridere addolcita da quel ricordo, nonostante il grosso lupo nero che insegue il gruppo di bambini. Eppure non prova paura, certo tensione quando osserva il lupo balzare ed atterrare uno dei bambini, ferendolo, ma la piccola Yona, insieme agli altri, si ferma andando a soccorrerlo. Tutti insieme portano soccorso, e in sottofondo quelle bellissime parole che vanno a spiegarle più o meno come funziona in quel loro mondo. <Sembrano proprio… dei bellissimi ideali.> pare rapita da quelle parole, mentre osserva la se stessa del passato collaborare insieme a quegli altri bambini dei quali ha perso ogni ricordo. Le si stringe il cuore. <Mi fa male non riuscire a ricordare tutto questo, quei bambini, i loro nomi…> sincera in quel suo dire, ma non può non accennare un sorriso alla vista di quella donna. <Ma se la caccia è tutto questo… perché ora state attaccando Konoha?> questa è una domanda che avrebbe posto prima o poi. [Chakra: Off][Equipaggiamento: 6 kunai – 6 shuriken – 14 fukumibari – un set da 4 fumogeni – 1 hakiwari – 5 carta bomba mina – 3 fuda con ognuno un tronchetto sigillato – 1 sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – 5 tonico recupero chakra speciale – 5 tonico coagulante speciale – tonici verdi]Uno sbuffo di fumo fuoriesce dal punto in cui di dovrebbe trovare la bocca della figura che la sta accompagnando in questo viaggio pieno di ricordi che non riesce a far suoi. <Questa è una domanda a cui difficilmente riuscirò a rispondere, piccola Yona> ammette il fumino, andando a rappresentare una faccina triste stilizzata accanto a se, utilizzando il suo stesso elemento. <Ma potrebbe essere una sorta di precauzione, per difendere la caccia…messa in atto da qualcuno che di te non sembrava fidarsi molto.> ma la faccina di fumo, da triste, sembra prendere un aspetto più rilassato e felice, per poi andare a far comparire un punto interrogativo al suo fianco, guardandolo confuso. <Forse. La mente è la tua, se qualcuno ci ha messo mano per alterare i ricordi allora puoi uscirne anche da sola> La scena si fa nera, la nebbia scompare quando l’ultima domanda di Yona arriva alle orecchie della nostra povera nuvoletta. Yona si ritroverà nuovamente nella via del bosco, sotto la pioggia e con il suo ombrello in mano, solo che non è più sola. Poco lontana da lei, sulla strada principale, un uomo la osserva allegro, con le braccia aperte, pronto ad accoglierla. <Yona!> la chiama per nome, con la voce rotta dalla gioia che solo un padre può provare per una bambina che non vede da anni. <Vieni qui figlia mia> potrebbe sembrare un illusione, ma è tutto reale. Alcune domande sembra che possono attendere ancora un po’ prima di trovare la loro risposta. Ambient- è arrivata la pizza **]
[Bosco] Non ha risposta la nuvoletta di fumo tanto simpatica, e la ragazza se ne dispiace, ma di certo non glie ne fa una colpa. Scuote appena la testa. <Non ti preoccupare, mi dispiace solo che qualcuno sia arrivato a questo. Mi dispiace di non aver la fiducia di quel qualcuno…> sussurro lieve e leggera, per poi tornare a guardare quella figura di fumo e le faccine stilizzate che crea con quello stesso elemento. Non dice altro, perché altre domande non trovano risposta, ma non si offende per questo, perché probabilmente solo il padre può rispondere a quello. <Ma tu chi saresti?> domanda solo ora verso quell’omino di fumo, perplessa e scendendo dal pero come suo solito, sbadata come pochi. lo osserva con un’espressione quasi svampita, ma il tutto scompare quando la scena si fa nera e la ragazza non vede più nulla. Attimi di panico, si guarda intorno, ma non vede nulla fino a quando non si rende conto di essere nuovamente sul sentiero che taglia il bosco. Sotto la pioggia, con quel libro fra le braccia e l’ombrello a coprirle la testa dalla pioggia. Però c’è qualcuno lì con lei, poco più avanti, una persona ben conosciuta che l’attende a braccia aperte. Si blocca, teme che sia un’altra illusione, teme di vederlo sparire da un momento all’altro… ma suo padre è proprio lì e la chiama. La gioia più profonda le inonda il cuore, esplode dentro al suo petto ed ad ogni battito viene pompata nel resto del proprio corpo. Una felicità così grande che lascia cadere l’ombrello e si limiterebbe a correre verso l’uomo. <Papà!> non lo ha mai odiato per il tradimento verso il villaggio, non lo ha mai odiato quando tutti le andavano contro denigrandola per quel tradimento del genitore, non lo ha mai odiato nemmeno quando sua madre è morta dal dolore. Semplicemente lo abbraccerebbe se riuscisse a raggiungerlo, stringendosi contro il suo petto, afferrando con forza quelle sue vesti. Lacrime di gioia solcano il suo viso mentre si lascerebbe andare totalmente a lui. Non le importa se sia un traditore, non le importa se in quel momento sta mancando i suoi doveri di ninja… suo padre è lì, lo ha ritrovato e vuole solo abbracciarlo e sentirsi accolta. <Cosa è successo papà…? Dove sei andato? Mi sei mancato così tanto!> non riesce a dire altro, soffocando quelle parole contro il petto del padre, se mai fosse riuscita ad abbracciarlo si intende, si terrebbe ancora stretta a lui. [Chakra: Off][Equipaggiamento: 6 kunai – 6 shuriken – 14 fukumibari – un set da 4 fumogeni – 1 hakiwari – 5 carta bomba mina – 3 fuda con ognuno un tronchetto sigillato – 1 sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – 5 tonico recupero chakra speciale – 5 tonico coagulante speciale – tonici verdi]Un momento padre figlia è quello che tutti noi andremo ora ad osservare con somma gioia. Yona riesce ad arrivare dal padre, lo abbraccia, stringendosi contro il suo petto e afferrando con forza quelle vesti, inizia a piangere e il padre con lei. Troppo emotivi questi Akimichi, dobbiamo fare qualcosa per farli piangere un po’ meno. Ma fermare la felicità è difficile, contenerla è quasi nocivo ed è con le lacrime agl’occhi e il naso che cola che l’uomo va a rispondere alle domande della figlia, stringendola con forza a se. <Anche tu mi sei mancata piccola mia. Mi dispiace, mi dispiace di essere andato via e aver lasciato tutto sulle tue spalle…se solo avessi saputo, ti avrei portata via con me> si prende qualche attimo, di totale silenzio, in cui anche la pioggia sembra quasi smettere di battere sulle loro teste e perde completamente importanza. <Sono dovuto tornare al villaggio della caccia, per aiutarli in un momento difficile…ma mi era stato ordinato di attaccare il villaggio e…per fortuna stai bene piccola mia> un bacio dolce sulla fronte è l’ultima cosa che riesce a fare, troppo emozionato per potersi esprimere al meglio. Ma i momenti dolci sono fatti per esser rovinati e a rovinare questo è una seconda persona, un ragazzo, giovane, capelli azzurri, occhi gialli e espressione disperate. <Perché non ti ricordi mai di me…> il suo tono è ironico, ma sta piangendo sul serio, o è solo pioggia? <Shiiiiiroooo tua figlia continua a dimenticarsi di me!> ci sarebbe da prenderlo a schiaffi per aver rovinato quel dolce momento fra loro. <Yonaa sono io, Jun!> ricordi, quello che ti ha chiuso nell’illusione a Konoha. A proposito di quello, se ne ricorda e inizia a fare il finto torto, guardandosi intorno per non ricordare di averla fatta mangiare da una rana pescatrice gigante. <Allora, vediamo di finire di rispondere alle tue domande> riprende a parlare il ragazzo, facendo comparire di nuovo la nebbia dell’illusione che nasconde i suoi ricordi. Il paesaggio intorno a loro muta, non sono più nella foresta, e sono tornati a quel villaggio presente in un’altra illusione, quello di cui Yona non ricorda il nome. Vanno avanti veloce, la zona cambia nelle abili mani di Jun che, finalmente, li porta ad un momento cruciale della caccia, il momento in cui è diventata selvaggia. Nella scena sono presenti Amelia e le due guardie del primo ricordo, ma una delle due è morta, pugnalata dalla seconda. Amelia è a terra, che tiene fra le braccia il cadavere di quella guardia, baciandolo con dolcezza e piangendo amare lacrime per la sua perdita. Yona riuscirà ad intuire il forte legame che univa quelle due persone e, a rompere il silenzio, è proprio la voce di Amelia. <Perché? Perché lo hai fatto?> l’alto, incappucciato, non risponde subito, si limita a tirarla per i capelli, parlando con la voce distorta dalla maschera a teschio che indossa. <Ora, Amelia, tu mi darai la caccia, o continuerò a farti soffrire fino al momento in cui del tuo cervello non sarà rimasto nulla e obbedirai ciecamente ai miei ordini. A quel punto, la caccia sarà mia. Senza mio fratello e senza te fra i piedi…> ecco spiegato il motivo per cui la caccia ora non è più sotto controllo, anche se provvista di ottimi ideali. Riprende a parlare Jun, evidentemente amareggiato. <Il nostro nuovo generale ha ordinato l’attacco…Amelia è diventata una bestia…come ha predetto lui non riesce a fare altro se non obbedire ai suoi ordini e noi…non possiamo ribellarci…> troppo forte. Se Amelia non ha potuto fare nulla, vuol dire che è troppo forte per esser affrontato da loro. Dopo quella illusione, a prender la parola, è di nuovo il padre di Yona. <Piccola mia, il nostro tempo sta per scadere. Io devo tornare dalla caccia e tu devi tornare a Konoha. Hai altro da chiedermi?> vorrebbe avere più tempo per stare al suo fianco, ma qualcuno potrebbe iniziare a sospettare qualcosa per la sua assenza [Ambient][Jun = https://i.pinimg.com/originals/3d/19/ed/3d19edfb72f18771d4c8a93558f4c0b4.jpg]
[Bosco] Lo sente, suo padre è proprio lì con lei, è fatto di carne ed ossa e riesce a stringersi a lui, a risentire quel calore e quella sicurezza che solo le sue braccia potevano dargli. Sente quelle sue prime parole e l’idea di scappare insieme a lui, a quel tempo, non le sembra malvagia… si sarebbe risparmiata parecchio dolo, ma probabilmente non lo avrebbe fatto per non lasciare sua madre da sola. Ascolta, si lascia dare quel bacio sulla guancia. <Cosa è successo papà? Perché attaccare il villaggio? Dicono che hai ucciso Arashi, il tuo migliore amico… ti chiamano traditore e accostano anche me a questo insulto. È stato tutto così difficile da quando te ne sei andato… e questo ciondolo?> avrà qualche significato? Vorrebbe sommergerlo di domande, ma non riesce per il semplice fatto che una seconda figura va ad unirsi a loro. Un ragazzo dai capelli azzurri e occhi gialli. Lo osserva e purtroppo non se lo ricorda e si sente anche in colpa nel sentire le sue prime parole, nonostante il tono ironico. Si distaccherebbe dal padre per compiere un inchino di scuse verso il ragazzo. <Mi dispiace davvero tanto non riuscire a ricordarti.> dolce e sincera, ma non nasconde di sentirsi anche un po’ divertita da quel suo comportamento buffo. Ma ecco che il nome viene detto. <Ah, Jun!> ah, si, lo ricorda, ed ecco che la giovane Akimichi assumerebbe un’espressione imbronciata, ma ironica anch’ella. <Quello che ha tentato di uccidermi prima con un mostro e poi con una lama al collo.> sembra quasi seria ed assottiglia lo sguardo nel fissarlo, dura pochi secondi, perché poi torna a sorridergli dolcemente accennando una lieve risalta cristallina. Insomma, sono pari, lei non si ricorda di lui, ma lui ha tentato di ucciderla. Ma ecco che si ritorna alle domande e alle risposte, la scena viene modificata ancora, nota Amelia sorreggere fra le braccia uno dei due uomini in un lago di sangue. Pugnalato, ucciso. Le mani della ragazza vengono strette al cuore, e di conseguenza quel libro si stringe contro il suo petto. Ansia, paura, dolore, istintivamente muoverebbe un paio di passi nella scena, salvo poi fermarsi nel ricordarsi che lei è solo una spettatrice. Le tocca assistere al dolore e alle lacrime della donna, e come la caccia sia finita forse nelle mani sbagliate. Alle parole di Jun, la ragazza si volta verso di lui, occhi colmi di preoccupazione e lacrime. <Perché un attacco contro Konoha? Cosa significa che Amelia è diventata una bestia?> il cuore batte fin troppo veloce nel petto, come se effettivamente avessero fatto del male a delle persone alle quali era legata. <Amelia può essere liberata? Un modo per evitare che accada tutto questo…> non sa che pesci prendere, effettivamente ora la situazione è davvero pessima. Ma le parole di suo padre le danno nuove ansie. <No!> si avvicinerebbe a lui, vorrebbe trattenerlo, impedirgli di andarsene, ma che potrebbe fare lei? <Cosa vuole la caccia? Perché quell’uomo sta attaccando? E cosa dovrei fare io adesso? Ditemelo per favore! Così entrambe le parti subiranno delle perdite, non voglio…> già… cosa dovrebbe fare lei adesso? Si sta forse ritrovando a trovarsi in mezzo a quei due fuochi? <Sono rimasta sola papà, la mamma è… cosa dovrei fare?> abbassa lo sguardo, si trova sperduta fra due mondi. [Chakra: Off][Equipaggiamento: 6 kunai – 6 shuriken – 14 fukumibari – un set da 4 fumogeni – 1 hakiwari – 5 carta bomba mina – 3 fuda con ognuno un tronchetto sigillato – 1 sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – 5 tonico recupero chakra speciale – 5 tonico coagulante speciale – tonici verdi]La scena scompare e tutto torna alla normalità, compresa la pioggia che ricomincia a cadere sulle loro teste. <Il nostro generale ha pensato di ordinarci di eliminare ogni peso morto abbandonato nelle città. Vuole essere sicuro che nessuno parli della caccia, della sua posizione, per evitare di essere attaccati. Questa è la risposta ufficiale…> sembra contrariato nel tono l’uomo, che stringe ancora a se sua figlia. <Ma la realtà è che sta cercando di capire quanto è potente l’armata che ha ereditato per forza di cose…> sospira visibilmente ed è il ragazzo a riprendere la parola. <Zetsubo ha reso Amelia un mostro…ormai non è rimasto molto di umano in lei. Passa la maggior parte del suo tempo trasformata in una bestia che prende ordini solo dal generale…ha fatto…esperimenti credo…cose che non abbiamo potuto vede e non abbiamo voluto…> la domanda del liberare Amelia zittisce improvvisamente entrambi. Il loro è un silenzio molto triste, una sorta di accettazione di un inevitabile destino. <Non abbiamo attaccato solo Konoha, ma anche Kusa…abbiamo portato via molti bambini abbandonati a loro stessi…> ma Yona interviene, non vuole separarsi dal padre quando lo sente affermare che non hanno troppo tempo da passare insieme. <Yona> le accarezza il colpo, spostandole una di quelle ciocche di capelli dal volto. <Devi rimanere a Konoha. So che sei sola, so che è difficile e so che hai ancora molte domande da farmi e che ci sono domande a cui non ho risposto. Nei prossimi giorni sarai raggiunta da un mio messaggero, un gufo. Porterà con se una lettera che conterrà tutte le rispose. Se vuoi contattarmi rispediscilo da me. Per un po’ potremo solo contattarci così, ma ci rivedremo prima di quanto non immagini. Devi sforzarti e ricordare, scoprire cosa significa la caccia per te. Yona, devi farlo per me, per noi. Non farti scoprire. Due cacciatori sono già nelle mani degl’anbu di Konoha, non voglio che mia figlia sia la terza.> le lacrime ricominciano a scorrere lungo il volto dell’uomo mentre dona un secondo bacio alla ragazza, sulla fronte. <Ciao piccola mia, ora devo andare> e con quelle parole e l’aiuto di un illusione di Jun, quella figura scompare, lasciandosi dietro molte domande ancora aperte. [END]