Memoria e sentimenti

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15:59 Furaya:
  [-Prateria della Memoria-] Un bel Sole accoglie l'arrivo della Consigliera di Konoha nella Prateria della Memoria. Ha appena avuto modo di raggiungere il Monumento ai Caduti, laddove il nome di ogni morto in battaglia è stato inciso sulla pietra. Su un angolo dello stesso, nel punto in cui un nome è stato aggiunto da poco, vi sono già una moltitudine di fiori, in segno di riconoscimento per il valoroso Jonin caduto in missione. Anch'essa, presasi del tempo libero, ha avuto finalmente modo di raggiungere il loco in questione. Una moltitudine d'emozioni gironzola nel petto della giovane, in memoria di tutto quello che ha avuto modo di passare assieme al defunto. Non solo era un compagno, era anche il suo braccio destro nelle Forze Speciali del Villaggio. Era un validissimo membro, che avrebbe potuto facilmente prendere il posto della Nara nel momento in cui vi sarebbe stato bisogno. Ha dovuto ristabilire l'ordine, nella Base, dopo che qualcuno, chissà come, ha avuto modo di entrarvi. Nessuno si aspettava un attacco del genere, lo Hyuuga è poi morto in battaglie successive. C'è stato un po' di caos tra le fila che, tutt'ora, sta cercando di ristabilire. Dovrebbe davvero prendersi una pausa, come le disse Hitomu, mesi addietro. Tuttavia, non ha mai avuto il coraggio di lasciare tutto nelle mani di qualcun altro, troppo orgogliosa per farlo e per gettare la spugna. Le hanno insegnato che non si fa così, che bisogna sempre lottare per quello in cui si crede. Dunque, crede di avere le giusta possibilità e probabilità di vittoria anche innanzi a questa situazione. La Nara è ferma, quindi, innanzi al monumento, vestita con uno Yukata corto di colore nero, con dei fiori di ciliegio rosei disegnati lungo il fianco mancino. Le inferiori leve son coperte con un paio di calze trasparenti, in linea con l'abito stesso, e un paio di scarponcini per prevenire il freddo che si sta avvicinando, col passare dei giorni. Sulle spalle, inoltre, porta anche un lungo giaccone rosso scuro, pesante, ma le cui maniche svolazzano dietro la di lei schiena. Sul fianco mancino, tenute da una cinta attorno alla vita coi relativi foderi, porta con sé le Katane: la prima ha l'elsa bianca e nera; la seconda è rossa e nera, sfilacciata e rovinata, segno evidente di come non sia stata tenuta bene nell'ultimo periodo. Sì, esatto, deve ancora finire di riparare l'elsa, poiché la lama è quasi in ottimo stato, dopo averla sistemata di suo pugno. Attorno alla coscia destra, invece, v'è una Tasca Porta Kunai e Shuriken, assieme a quella Porta Oggetti tenuta altresì attaccata alla cintola e piena di Fuda contenenti altri oggetti. Sul petto, coperti, risultano esservi anche un numero non meglio preciso di Fuda Potenzianti, nel caso in cui debba utilizzarli in qualche battaglia. Coprifronte tra i capelli rosei, gli stessi la cui lunghezza sfiora la vita. Non li taglia da un bel po', non li preferisce più corti. Nessun tatuaggio e nessuna cicatrice sono ovviamente visibili per via dell'abito, eccezion fatta per quella sottile che percorre tutto il collo anteriormente. Tra le mani, un mazzo di fiori gialli. [Chk On - Equip On]

16:10 Hirashin:
  [Prateria della memoria - Tomba madre] Un pomeriggio soleggiato quello di oggi, abbastanza caldo per una giornata invernale, ma il freddo che gli fa da compagno purtroppo non lo abbandona mai. Dopo quello che è successo ieri all’inferno il ragazzo, forte dei rinnovati sentimenti, ha deciso di prestare una visita alla tomba della madre scomparsa ormai da più di due anni. Lo spettacolo che gli si è presentato davanti in quella dimensione alternativa è stato terribile: il corpo di sua madre avvolto da una pozza di sangue e di fronte a lui il suo assassino, un episodio talmente forte da riuscire a risvegliare in lui i sentimenti persi e rinnovare la propria determinazione. Cammina lentamente il sedicenne, alternando i propri passi per le vie che portano alla prateria della memoria, dove è situata la tomba meta del suo pellegrinaggio. Per l’occasione non porta armi con sé, solo un kimono bianco che avvolge per intero il corpo del genin, tenuto su da una cintura del medesimo colore, simbolo della purezza e della nobiltà d’animo. AI piedi un paio di zoccoli di legno che fanno echeggiare il suo camminare passo dopo passo. L’unica tratto distintivo di un ninja è il copri fronte legato da un tessuto bianco sulla fronte, fin dietro la nuca, confondendosi coi capelli sbarazzini. La mano destra regge un mazzo di rose bianche, simbolo di un amore indissolubile per i propri cari, belli come il volto che il destino ha dovuto portargli via troppo presto. Ricorda perfettamente ogni istante e non può credere di aver perso la propria anima così facilmente, allontanandolo per tempo da motore che animava ogni sua azione. Il legno inizia a toccare l’erba, segno del suo arriva alla prateria, lo sguardo spazia le tombe di fronte a sé finché non individua quella che stava cercando. Una tomba in marmo bianco abbastanza grande, non è stata una spesa su cui la sua famiglia si è trattenuta, una candela è tenuta accesa dal custode del luogo, mentre un’immagine del volto di sua madre domina il centro del monumento: dei capelli lunghi color neve giungono fin sotto le spalle e un sorriso gentile si nota sotto i suoi occhi azzurri. <Ciao mamma> direbbe chinando il volto e osservando l’immagine con molta tristezza. Come diamine ha fatto quell’individuo a infiltrarsi nella sua testa a sapere che cosa cercare per provocarlo? La cosa gli suscita una rabbia incontenibile, ma quel sentimento non è adatto ad un posto come la prateria, dunque si limiterebbe ad appoggiare i fiori sulla lastra di marmo e rimarrebbe in silenzio di fronte ad essa. [Ch off]

16:25 Furaya:
 Posato il primo mazzo sul Monumento ai Caduti, ha ben impresso il tragitto da compiere prima di abbandonare il luogo in questione. Oltre ad Hiashi e alla miriade di persone conosciute, tra cui suo fratello Haruma (scomparso in battaglia, del cui corpo non si sa più niente), Kurako (ucciso, ma ormai fuori dal Villaggio), Daiko (ucciso anch'egli e ivi sepolto, suo ex marito), ivi riposano in pace -si spera- sua madre Kaneko Uzumaki e il Traditore del Villaggio, fautore dell'ultima Guerra Ninja che ha compreso tutte e cinque le Nazioni, nonché sfortunatamente suo padre, Ryota Nara. E' ovviamente stato buttato in una fossa nella zona più recondita del vecchio Cimitero. Non meritava più nulla, neppure una degna sepoltura e su questo la Consigliera è stata più che d'accordo. Una fossa, una lapide con un nome e un buco nel terreno dove, per anni, ci lasciò la Katana con la quale lo uccise e che ora si porta dietro, distrutta ed erosa dal tempo. Ordunque, donando un ultimo cenno e saluto allo Hyuuga, si dirige verso la zona delle lapidi bianche ed immacolate, laddove anche un Genin della Foglia fa visita ai suoi cari. Mai visto, mai sentito nominare, per il momento appare agli occhi della giovane come un normale ragazzo, un adolescente, che è andato a far visita ai suoi cari. Un po' come lei. Immancabile, almeno una volta a settimana, deve passare a salutare sua madre, morta per troppe sofferenze, abbandonando il mondo terreno per colpa di un uomo senza spina dorsale. Il disprezzo alberga ancora in lei, pur avendo compreso come, continuare a rimuginare su Ryota, sia errato. Ha passato anni interi in situazioni catastrofiche, dove il suicidio era la sua condanna e una delle Katane l'arma definitiva. Coi fiori tra le braccia, lo spolverino che ondeggia dietro le di lei spalle assieme alla matassa rosea di capelli lunghi e fini, ancheggia lieve verso le tombe. <Buon pomeriggio.> Saluta soltanto Hirashin per mera educazione, passandogli di fianco e proseguendo nella direzione specifica. Profumo di rose al passaggio, l'unico suo vizio e peccato, per così dire. Come se ammazzare nemici e inventare nuove torture da usare per gli interrogatori, non fossero al contempo peccati sui quali rimuginare. [Chk On - Equip On]

16:42 Hirashin:
  [Prateria della memoria] Non è di certo l’unico ad aver perso molto durante la sua, seppur breve, vita. La prateria è immensa e si potrebbe passare la giornata intera a contarne le lapidi, inoltre gli è giunta all’orecchio la notizia della morte di un ninja del clan Hyuga non troppo tempo fa, qualcuno di rinomato che ha potuto vedere solamente di sfuggito una volta. Hiashi Hyuga era il suo nome. Non ha partecipato al suo funerale ma doveva essere un personaggio importante per tutta Konoha. Lo sguardo del genin rimane fisso sul volto che vorrebbe tanto riabbracciare <Diventerò forte mamma, te lo prometto> un tono lieve per non essere udito dagli altri, gli occhi son lucidi ma trattengono le lacrime di dolore <Non permetterò più a nessuno di far del male ai miei cari. Sono un ninja adesso!> indicando con il pollice il coprifronte come se ella potesse vederlo e magari esserne felice per lui. Vuole credere che sia così, ma il mondo materiale è così crudele e se fosse nato qualche anno prima probabilmente avrebbe avuto un passato ben più intriso di sangue, soprattutto per le guerre a cui avrebbe dovuto prendere parte. Anche una delle figure più importanti di tutta Konoha si trova lì in quella giornata così pacifica, ma non ci fa troppo caso finché questa non gli passerebbe di fianco per salutarlo <Buon pomeriggio gentile signora> replicherebbe alla Nara dai capelli rosei andando a captare con il naso il dolce profumo della donzella che probabilmente celerebbe sensazioni ben più atroci in quanto a capo di una squadra segreta. Ma questo lui non può saperlo e si lascerebbe semplicemente andare <Sono i fiori migliori> aggiungerebbe, riferendosi alle rose che anch’egli ha posato poco prima e di cui lei si porta appresso l’odore. La mano destra si porterebbe al volto per asciugare quel poco di acqua accumulatasi sugli occhi trattenuta solo grazie alle tensioni superficiale del bulbo oculare. Non aggiungerebbe altro, ma le rose sono i suoi fiori preferiti e lo erano anche di sua madre. [Ch off]

17:02 Furaya:
  [-Prateria della Memoria-] Battiti regolari, assoluta tranquillità. Avanza con la schiena ben diritta, forse troppo rigida per una 'signora'. La tomba di Kaneko, vuoi per il caso, non è eccessivamente distante da quella della genitrice di Hirashin. Arrestatasi, dunque, a non molta distanza, in religioso silenzio per non disturbare il saluto del giovane, si volta quand'egli risponde in modo così educato alla Nara. Non ascolta quanto Hirashin pronuncia alla volta della madre né vuole saperlo; non è qualcosa che le compete o la riguardi. Si volta, però, a guardarlo, specialmente quando la chiama signora. <Sembro davvero così vecchia?> Lo dice con un velo d'ironia nella voce, sperando si noti che stia scherzando, che l'abbia preso a gioco e non come un'offesa, come altresì potrebbe sembrare. La mandritta vien sollevata, condotta alla guancia. Sfiora la pelle con la punta dei polpastrelli, dallo zigomo in giù, alla base della guancia. Una carezza velata, atta a far credere che stia cercando delle rughe. Tuttavia, l'appellativo non è neppure tanto errato, se consideriamo che è stata sposata e che, dunque, è divorziata, vedova o che dir si voglia. Quel che basta sapere è che è single (...). Quindi, probabilmente, il termine azzeccato sarebbe zitella, ma non siamo qui a pettinare il pelo di Fenrir. <Spero di non star disturbando.> S'assicura, troppo gentile, pur sapendo che è un luogo pubblico al quale hanno accesso tutti quanti. Ergo, anch'essa non dovrebbe farsi proprio nessun problema al riguardo. <Oh, intendi questi?> I fiori che la donna porta con sé. Non comprende, difatti, ignorando si riferisca al profumo che ha addosso. Lo usa talmente tanto spesso che, per lei, è quasi l'odore naturale della di lei pelle, nient'altro. Fortunatamente, ha il buonsenso che, in missione o in veste di Gekido, riesce a farne a meno. Cordiale, ad ogni modo, non cambia mai questo atteggiamento. Deposita, infine, con delicatezza, i fiori gialli sulla tomba di Kaneko, con un debole sorrisetto sul volto, probabilmente ancora addolorata nonostante siano passati anni dalla morte altrui. Soltanto pochi anni prima ha saputo come sia potuto succedere, d'altronde. [Chk On - Equip On]

17:26 Hirashin:
  [Prateria] La giornata di oggi sarebbe dovuta essere di riposo per la missione lunga di ieri notte e rappresentava l’occasione perfetta per riflettere sui propri sentimenti e per farlo la prateria risulta il luogo più adatto per rinnovare la memoria e la forza motivazionale alla base del suo credo ninja. Ma qualcosa sembrerebbe essere frainteso, un “signora” di troppo è in grado di far storcere il naso anche alla più giovane e arzilla pulzella e difatti Furaya si arresta e sembrerebbe darci peso, scherza ovviamente, ma la cosa imbarazza il bianco che in affanno replicherebbe <Ah, eh, ecco io non volevo saltare a conclusioni affrettate…> aveva solo risposto in maniera gentile ad un passante come da buona educazione, ma a quanto pare ha ecceduto con l’età. Comincerebbe a grattarsi la nuca freneticamente dall’imbarazzo e senza volerlo andrebbe ad allentare la presa del coprifronte, ma non ci farebbe troppo caso finché questo non piomberebbe ai suoi piedi tra l’erba della prateria. Velocemente cercherebbe di flettere le ginocchia per andare a raccoglierlo proseguendo a parlare con il capo ancora rivolto verso il basso <Mi scusi non volevo> si rialzerebbe con la placchetta di metallo in mano <Non mi sembra affatto vecchia e no, non disturba>. Osserverebbe bene il volto di lei, una figura giovane e carina per una ragazza della sua età, sicuramente non qualcuno con le rughe. Ma quando questa sembrerebbe rivolgergli il quesito dei fiori d’un tratto il suo viso si farebbe più luminoso <Ovviamente intendo le rose!> accennerebbe un piccolo sorriso, mentre l’indice della mano destra andrebbe ad indicare il proprio naso <Il profumo di rosa è inconfondibile, saprei riconoscerlo in un campo di fiori intero!> non è vero, ma esagera come fa sempre. <Sono Hirashin, genin della foglia> farebbe un piccolo inchino come da usanza per quando ci si presenta, almeno la sua famiglia di origini nobili gli ha insegnato a far così .[Ch off]

17:43 Furaya:
 Ride, non eccessivamente forte, poiché bisogna sempre e comunque rispettare le vite sotterrate lì attorno. Tuttavia, le sfugge facilmente dalle labbra, quando Hirashin appare imbarazzato a seguito del rimbecco della Nara, fatto comunque senza rabbia alcuna. Delle volte, bisogna saper prendere quel che si ha e riderci su, scherzarci. Solitamente, molti anni prima, avrebbe preso tutto con molta serietà, senza godersi niente di quel che poteva invece far ridere. La mandritta, conseguenzialmente, viene diretta verso la foto sulla lapide, rappresentante la madre scomparsa molto tempo prima. Anche il volto, le iridi color del cielo, tutto il corpo viene rivolto verso la tomba, come se fosse una calamita; come se tutto il corpo dovesse assistere a quel saluto settimanale e doveroso nei confronti della Uzumaki. <Ciao, mamma.> Saluta, rispettosa, prima d'abbassar la mano e sistemare alla bell'e meglio il mazzo di fiori in un portafiori grigio scuro accanto alla lapide. Non c'è chissà quant'acqua, ma potrà tornarci in un secondo momento a mettercela. E' l'unico elemento che non può e non sa controllare, quindi non può neppure produrlo dal corpo. Per il momento, si preoccupa del mazzo, di come rendere ben evidenti i fiori colorati. <Ci vuole sempre un po' di colore qui dentro; altrimenti, sembra tutto così spoglio e abbandonato.> Si lascia andare ad un pensiero semplice, stringendosi nelle spalle e parlando indirettamente ad Hirashin, pur rivolgendo la sua più completa attenzione alle proprie mani. <Stai tranquillo! Non me la sono presa. Ci sono abituata ad essere chiamata signora.> Specifica, dunque, come effettivamente stesse scherzando. Fa spallucce, inginocchiata innanzi alla lapide, col giubbotto che striscia al suolo. Pare incurante del fatto che potrebbe sporcarsi il bordo dello stesso o dell'abito. <Oh, dici davvero? A me piace molto questo di rose..> Capendo ch'egli ce l'abbia col profumo della Nara. <..o quello dei fiori di ciliegio. Pensa che ho un albero maestoso nel mio giardino!> Sì, è il suo vanto, quello. Era un alberello innocente quando se lo fece piantare. Esatto, non lo piantò da sola. E' parecchio incapace e non possiede pollice verde. Con le proprie capacità "yotoniche" potrebbe bruciare tutto il giardino, anziché renderlo rigoglioso. <Io, invece, sono Furaya Nara, Jonin della Foglia.> E tende la dritta, poiché, dalla posizione in cui si trova, le risulta un po' difficile inchinarsi. [Chk On - Equip On]

18:08 Hirashin:
  [Prateria] Il ragazzo era partito da casa con un’aria cupa ma ora la tensione è decisamente diminuita e le sue preoccupazioni sembrerebbero venir portate via dalla risata della ragazza <mmm?> non capisce più se anche il suo scusarsi non fosse stato esagerato, ma meglio prenderla sul ridere, dunque sorride diventando un poco rosso al livello delle guance. Un colore in netto contrasto con la pelle bianchissima e in generale i suoi colori, ma chi si sarebbe potuto aspettare che qualcuno come la Nara potesse dargli un tono più caldo. Osserverebbe la ragazza adempire alle sue solite pratiche, non vuole disturbarla e quando questa gli comunicherebbe di non essersela presa farebbe un respiro di sollievo, chiudendo per un istante gli occhi. L’immagine della ragazza è famosa in tutta Konoha e la sua fama leggendaria, ma con l’associazione di immagini lui fa proprio schifo. Dunque non riuscirebbe a riconoscere la jonin per ora e continuerebbe la sua conversazione normalmente <Ah davvero?> domanderebbe sorpreso. In gioventù gli è sempre piaciuto passeggiare per i grandi giardini della sua casata <Anche io ho molti alberi! Ho vari ciliegi con i loro fiori rosei bellissimi, una magnolia e un acero e vediamo…> si sta facendo prendere dalla discussione. In effetti casa sua è molto grande e la sua famiglia molto abbiente, non ha fatto nulla per meritarsi tutto ciò ma non gliene si può fare una colpa. Ovviamente ha anche un campo di rose che fioriscono in tarda primavera, riempiendo di profumo i dintorni della casa. Non ha mai provato però a coltivare nulla, probabilmente farebbe un disastro, non lo dice e il suo pensiero continuo finché la ragazza dagli occhi chiari non si presenterebbe <Furaya Nara?> rimarrebbe un poco scosso, quel nome non è la prima volta che lo sente, anzi, tra i libri di storia più recenti probabilmente si potrebbe già leggere il suo nome. Rimarrebbe immobile nella sua posizione, lei gli tende la mano ma non sa se afferrarla o meno. Proverebbe a sollevare la destra ancora incredulo per tendere al dilei invito, senza però effettivamente raggiungere la sua presa, la leggendaria capo clan Nara, figlia di Ryota Nara si trova proprio di fronte a lui in questo momento e non sa come reagire. [Ch off]

15:01 Furaya:
 Salutata Kaneko, sistemati i fiori, resta accovacciata innanzi alla lapide in attesa che passi il tempo necessario ai saluti. E' più una sorta di rituale, laddove lei osserva la foto della madre, spera di poter sapere qualcosa in più sulla di lei vita passata o di aver capito male quando Ryota le ha detto di essere stato lui ad ucciderla.. Tuttavia, questo non succede mai. Si stringe nelle spalle, quasi sperandoci ogni volta che va ad incontrare -per così dire- la defunta sopracitata. <Dove vivi? Mi piacerebbe davvero tanto vederli.> Sorride, compiaciuta dal fatto che entrambi, appena conosciuti, sembrino andare d'accordo su qualcosa in comune. Amore per la natura, per così dire. Inoltre, il modo in cui le si rivolge conseguenzialmente, non appena sente il di lei nome durante la presentazione, le fa sollevare il sopracciglio destro verso l'alto, in segno di profondo dubbio. <T-ti sei incantato?> Chiede, dal momento ch'egli non riesce ad arrivare alla di lei mano per stringergliela, o comunque sembra avere profonde difficoltà a farlo. Gliela stringe, avvicinando ulteriormente la propria ed afferrandogliela. <Non era così difficile. C'è qualcosa che non va?> Perché, giustamente, è talmente innocente e gnorri che non si rende conto che quella altrui sia più o meno emozione, per così dire. Attende, dunque, che Hirashin possa dire, fare qualcosa, qualsiasi cosa. Lei se ne sta lì calma e tranquilla, accanto alla lapide della Uzumaki. [Chk On - Equip On]

15:21 Hirashin:
  [Prateria della memoria] Una visita abbastanza triste si sta trasformando in una piacevole conversazione, al genin va bene così, il suo dovere lo ha fatto ormai. Quando la donna chiederebbe di vedere gli alberi e i fiori di cui le parlava, il bianco sorriderebbe un poco per poi replicare <Vivo nella zona Sud-Ovest del villaggio, vicino al ruscello che passa all’interno del villaggio> d’altronde serve una buona fonte d’acqua per far crescere tutte quelle piante <Vicino al dojo del clan Hyuga> fa una breve pausa <Chiedi di Hirashin del clan Fuuma, ti mostrerò i giardini io stesso> ne sarebbe felice. Quando il ragazzo però cercherebbe di stringere la mano alla Jonin, rimarrebbe incantato come un sasso. Non può credere di aver appena incontrato qualcuno di così importante senza essersene accorto prima, quindi resta lì tentennante come un imbecille con uno sguardo perso nel vuoto che lo farebbe sembrare un completo idiota. Per fortuna la Nara afferirebbe lei stessa la mano del pezzo di marmo, riportandolo alla realtà. Scuoterebbe di colpo la testa come per darsi una svegliata e frettolosamente cercherebbe di replicare di nuovo imbarazzato <Piacere di fare la sua conoscenza, signora Furaya Nara> e nella confusione lo ha detto ancora <Cioè volevo dire, giovane Furaya Nara> si corregge ma è peggio che andar di notte, combina un guaio dopo l’altro <Non mi aspettavo che qualcuno del suo calibro scambiasse qualche chiacchera con me, le sue gesta son molto famose e io non son nessuno> finalmente riesce ad esprimere i propri pensieri, ma ormai ha fatto una figuraccia e lo sguardo si porterebbe verso il passo e fissare il terreno per la vergogna. [Ch off]

15:41 Furaya:
 Le indicazioni dettate dal Fuuma sono abbastanza note alla donna, poiché nel Quartiere Hyuuga ci ha bazzicato più di qualche volta, quand'era sposata. Quindi, sa come arrivarci se lo volesse. <Clan Fuuma?> Chiede, poiché il nome non è abbastanza conosciuto dalla donna per affermare di saperne qualcosa. Inoltre, è comunque un buon modo per continuare la discussione, senza interromperla poiché privi di particolari interessanti dei quali disquisire. <Mi farebbe davvero molto piacere.> Ammette, accettando dunque quello che sembra essere esattamente un appuntamento -per così dire- per scoprire nuovi luoghi inesplorati, nei quali non ha mai potuto/voluto mettere piede sino a questo momento. La vita, però, deve capire, riserva ancora un sacco di cose da scoprire, nonostante abbia vissuto già troppo, in così poco tempo. <Chiamami Furaya e basta.> Ribatte, ridacchiando appena, per non sembrare tipo di persona che prendere in giro altri soltanto per il modo in cui si comportano o qualcosa di assurdamente simile. Non so se ho ben reso l'idea del carattere della Nara, ma è qualcuno a cui dispiace molto se altri si sentono in imbarazzo per qualcosa che dice lei. Ma, al contempo, può diventare molto rancorosa se determinati argomenti non le vanno a genio. <Non dire così. Sei un Genin, no? Ed è giunti a questo grado che si inizia a diventare qualcuno. Forse, non lo sarai adesso, non ti conosco così tanto da poter dire qualcosa di più sul tuo conto..> E' costretta ad ammettere, facendo spallucce. <..ma potrai sempre diventarlo. Potresti anche superare tutti tramite le tue gesta future, cosa ne sai? Io non immaginavo neppure di raggiungere il grado che ho ora.. Eheheh.> E noi non credevamo che potessi essere così tonta, però questo è ovviamente un altro dettaglio e cede la parola ad Hirashin. Ancora per poco, poiché, dandosi un'occhiata attorno, sembra stia giungendo il momento dei saluti. [Chk ON - Equip ON]

16:06 Hirashin:
  [Prateria della memoria] Dunque è concordato, rivedrà la Nara per una visita presso i giardini della sua magione <Passa quando vuoi!> direbbe contento di aver raggiunto un accordo. Va molto fiero delle sue piante e sebbene a volte sia distaccato, il suo orgoglio passa sempre in primo piano. Hirashin è uno di quei tipi che vuole raggiungere il massimo in ogni cosa e con ciò viene anche un ego immenso. Le parole successive della ragazza farebbero calmare il giovane per un attimo, consentendogli di riprendere uno stato di maggiore consapevolezza <Va bene…Furaya> ma andrà davvero bene chiamarla solamente così? Fa un respiro profondo rimanendo a sentire quello che la Jonin ha da dirgli ed in fondo lei ha ragione, è soltanto all’inizio del suo percorso. Ma ecco che il suo smisurato orgoglio tornerebbe prepotentemente a farsi sentire <Te lo dico io qualcosa di più sul mio conto!> esclamerebbe dimenticandosi completamente del suo imbarazzo precedente, ma va bene così <Io sono Hirashin Fuuma, il più forte dei genin del villaggio della foglia. Diventerò chunin in men che non si dica!> ok l’ha sparato grossa, sulla luna diciamo. Anzi direttamente alle stelle. Ma è fatto così e non ci può fare nulla <Spero di avere occasione di potertelo dimostrare> chissà in missione o in un semplice allenamento. È ormai lì da parecchio tempo e sarebbe ora di rientrare <Furaya> fa ancora un po’ fatica a dirlo <La aspetto per una visita alla mia magione, ora però devo dileguarmi> ecco è di nuovo passato dall’essere squillante e pieno di sé, all’essere formale, rivolgendosi a lei nella terza persona. Probabilmente è il mix tra una rigida educazione e la deformazione professionale del ninja. Fa un piccolo inchino nella direzione della kunoichi dai capelli rosa e si congederebbe <Alla prossima> accenna un lieve sorriso e si volterebbe, perdendosi tra le strade del villaggio della foglia in direzione della propria abitazione. [Ch off][End]

16:13 Furaya:
 Va bene aiutare i Genin o i Deshi a credersi migliori già da quel grado; va anche bene aiutarli a crescere e migliorarsi, seppur soltanto a parole; ma sembra che con Hirashin la Nara abbia avuto un effetto eccessivo e non totalmente ben sperato. Tuttavia, sembra altresì avere grinta da vendere se spera e crede di diventare Chunin in così poco tempo. Ovviamente, non vuole smorzare quell'entusiasmo, facendogli comprendere la burocrazia che c'è dietro quel determinato grado o quello che deve affrontare per riuscire a diventarlo un giorno, si spera, non troppo lontano da quest'oggi. Quantomeno, dimostra di saperci fare con le parole, ma coi fatti? <Però.. Sei grintoso!> Replica, mentre è costretta ad alzarsi, poiché anch'essa ha decisamente altre cose da fare, e deve tornare al Villaggio. Raddrizza le inferiori leve, così da riportarsi in posizione eretta, sistemandosi il vestito che s'è un po' sollevato per via della posizione tenuta finora. <Vado anch'io, verrò quanto prima a farti visita!> Annuncia, salutandolo con un cenno della dritta e prendendo tutt'altra direzione. Probabilmente.. Vuol far visita ad un altro membro della famiglia, prima di andarsene, ma deve farlo da sola. [END]

Forte dei rinnovati sentimenti e degli episodi accaduti in quel di wonderland, Hirashin decide di andare a trovare la madre deceduta, alla prateria della memoria. Qui incontra Furaya che è anch'ella impegnata a porgere i propri saluti ai defunti a cui è legata. Nasce una discussione che si conclude con un invito a casa del giovane per mostrarle i giardini della sua magione.