Sorelle

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20:36 Kouki:
  [Magione Oboro] Una serata particolarmente grigia e priva di un qualche tipo di calore o emozione. La piccola Chunin si trova a casa sua, alla magione, quindi indossa abiti piuttosto casalinghi e ancora un poco leggeri nonostante il freddo che avanza, ma lei incurante del pericolo dell’influenza, gira ancora come se ci fosse un lieve autunno. Le esili gambe sono avvolte da un paio di pantaloncini neri ed attillati, anche se elasticizzati, che le arrivano fino a poco sopra le ginocchia. Per il resto non indossa nulla più in basso, né le calze e nemmeno pantofole. Gira coi piedini nudi insomma. Le cicatrici e le bruciature solcano la propria pelle laddove non viene coperta dagli indumenti, ogni centimetro è marchiato, fino alle piante dei piedi, completamente bruciate. Al di sopra dei pantaloncini indossa una maglietta a maniche corte, larga e morbida e dal colore azzurro. Non vi sono disegni e nemmeno simboli, una neutra e apatica maglietta. Le braccia, la pelle al livello della scollatura e il collo, sono tutte porzioni di corpo nude, sulle quali vi sono i segni che le deturpano il corpo. Cicatrici profonde e di diversa dimensioni, tra le più lunghe a quelle punti forme, mentre sul retro nella nuca vi è inciso crudelmente il nome di ‘E-001’. Il suo nome, quello che ha deciso di non pronunciare mai più. Il viso si salva da quello scempio, pallido e liscio, ancora infantile anche se si sta affacciando all’adolescenza, ma la propria statura gracile e piccola la fanno sembrare ancora una bambina. Capelli neri e sciolti, lisci, lunghi fino al sedere e le ricadono anche sulle spalle, in avanti, e davanti al viso. Occhi gialli, profondi e magnetici, intenti in un’espressione assorta, tra la distanza e la tristezza. Una marea di pensieri affollano la sua mente, soprattutto la preoccupazione per sua madre, che non vede da troppo tempo e che non è riuscita a vedere nemmeno andando a Konoha. Ha paura, teme ogni giorno di più che Otsuki le abbia fatto del male. L’animo si contorce e le viscere vengono logorate dai pensieri, mentre la mente scivola via sempre di più in un baratro. Vuole rifugiarsi nel suo mondo, senza provare dolore e preoccupazioni, senza pensare alla malattia che la trasformerà inesorabilmente, senza pensare al suo creatore che le sta col fiato sul collo. Da sola, seduta in sala su un divano, le gambe raccolte al petto e il mento appoggiato sulle ginocchia. Dorme meglio ora che lo fa insieme a suo padre, mangia un pochino di più ora che l’uomo passa più tempo con lei, ma nonostante tutto non sembra ancora che stia risalendo quello scoglio, anzi, si prodiga per farlo, ma le sue mani scivolano. Il chakra scorre nel suo corpo, ma senza donarle un effettivo sollievo, una forza che ora non può sfruttare, o meglio, non ci riesce. Non fa nulla di particolare se non stare in quella posizione e lasciarsi logorare dai pensieri e dalle paure, dietro a quella sua maschera fredda e distante. Ora è sola, Raido non c’è… c’è solo Mirako con lei, a sussurrarle parole dolci e velenose alle orecchie. Non sa che da lì a poco riceverà una visita. [Chakra On]

20:51 Shade:
  [Magione Oboro] Raido l’ha portata via da Konoha, per non lasciarla sola, per non farla soffrire ora che Hiashi è morto. Come potrebbe mai accettare la sua morte? Ha provato a negarla e l’odio ha iniziato a mangiarla viva, ma accettarla le sta spezzando il cuore. Come se non fosse abbastanza ha perso di vista l’uomo e ora si ritrova davanti alla porta della sua magione con un espressione persa, con il vuoto che le sta divorando l’animo insieme alla tristezza. Non sa come dovrebbe reagire all’idea di passare una nottata lontana da Konoha, sa solo che è felice di non essere con Fumiko, è felice che Fumiko non sia presente, almeno non dovrà preoccuparsi anche di lei per una volta. Allo stesso tempo ha paura di Kouki. Lei non ha visto i suoi occhi, che al momento risulterebbero gonfi, per via delle lacrime versate, e rossi. L’iride invece si mostrerebbe perla, come quella di ogni altro membro del suo clan. Sa che Kouki non la giudicherà per quegli occhi, spera che non le farà pesare troppo la cosa, perché lei, in questo momento li sta odiando. Uno Hyuga è appena morto, una persona per lei molto importante, colui che la stava aiutando a conoscere meglio quel potere e ad usarlo in maniera corretta. In questo momento, quel mondo grigio, non vuole vederlo e desidera non esser costretta a vederlo mai più, perché le farebbe male, perché le farebbe ricordare Hiashi. Il suo abbigliamento è lo stesso del pomeriggio. Una maglia a maniche lunghe, bianca, e un paio di pantaloni neri. Non ha armi, non ha intenzione di portarne con se, soprattutto non stasera. Ai piedi indossa i sandaletti ninja i capelli invece sono sciolti, lunghi quanto quelli di Kouki, forse anche un po’ di più, corvini e lisci, con qualche ciocca più corta delle altre. Se ne sta ferma, davanti alla porta, cercando il coraggio di bussare, per poi farlo con un espressione indecisa. Un paio di colpi con le nocche, nulla di più, forse spera di non esser sentita, o spera che Raido la raggiunga, sta di fatto che non si sente a suo agio in quel posto nuovo, da sola. [Chakra off]

21:03 Kouki:
  [Magione Oboro] Il suo gattino nero, Kuro, riposa acciambellato accanto a lei, sul divano, incurante dello stato d’animo della padrona, se la dorme che è una meraviglia. Alle volte vorrebbe davvero essere un gatto, senza preoccupazioni e poter dormire tutto il giorno e mangiare. Ma al momento non si vuole concentrare su quello. Non c’è suo padre, non vede Shade da giorni e nemmeno Fumiko. Per quel che ne sa potrebbero averla abbandonata tutti, oppure potrebbero essere finiti nella morsa di Otsuki. Dovrebbe lottare, ma al momento non ne ha voglia. Non vuole provare nulla, perché i sentimenti le farebbero provare del dolore fisico ed accelererebbero la sua malattia, l’infezione. Ogni volta che chiude gli occhi ne ha gli incubi… vede quei mostri, si vede tramutarsi in uno di quelli, perdere la ragione, morire. Le mani vengono strette, mentre la rabbia avanza. Può essere aiutata, ma il suo creatore non vuole farlo. Nel silenzio di quell’enorme casa è facile che quel lieve bussare arrivi alle orecchie della piccola. Un bussare indeciso, o forse debole, che non le da idea che possa trattarsi di suo padre, anche perché lui non busserebbe, ma semplicemente entrerebbe nella propria casa. Quindi chi è? Il cuore sale in gola, la paura di ritrovarsi da sola con un probabile Otsuki alla porta è tanta. Ma nemmeno lui busserebbe… o forse si? Attende e dopo un leggero sospiro e uno sprint coraggioso, i piedi nudi vengono messi sul pavimento freddo. La sua figura si alza dal divano, facendo perno con le braccia e le mani, faticosamente si regge sulle gambe ed avanza verso la porta. Passi lenti, stanchi, ma una volta raggiunta la porta ecco che l’aprirebbe lentamente. Prima uno spiraglio, per poter guardare fuori, ma non appena i suoi gialli occhi incontrano la figura di Shade, il sollievo le placa l’animo. La porta viene aperta e sul quel viso pallido e triste spunta un piccolo sorriso. <Ciao Shade, che fai qui? Entra.> non la vuole lasciare sulla porta, e si farebbe da parte per permetterle l’ingresso. Solo allora noterebbe l’espressione dell’altra, ma soprattutto i suoi occhi. Occhi diversi, ma che in un certo senso non la sorprendono… questo perché fu la ragazza stessa a metterle quella pulce nell’orecchio. Non dice nulla a riguardo però, non saprebbe che dire, mentre forse la ragazza ha già in mente qualche parola. <Come stai?> non le sembra stare bene, per niente, ma quella domanda è sincera, la pronuncia prima che lei stessa possa rendersene conto. La preoccupazione le stritola ancora una volta il cuore e lo stomaco. [Chakra On]

21:21 Shade:
 L’ansia la prende. Raido non l’avrebbe lasciata sulla porta di casa sua dopo quello che è successo se, dentro la magione, non ci fosse la piccola Kouki. Ma se la piccola avesse deciso di uscire all’ultimo secondo? Il problema sembra sparire velocemente e no, non perché Kouki apre la porta, ma perché si guarda intorno e decide che, se si mettesse seduta davanti alla porta, senza nessuno che la disturba, senza nessuno che le potrebbe dire qualcosa, forse, potrebbe trovare un po’ di quella pace che al momento le manca. Si, potrebbe passare anche tutta la notte fuori da quella porta, ad osservare la luce della luna che filtra fra le nubi e le stelle, qualora queste si di dovessero diradare, potrebbe osservare le stelle e piangere in loro compagnia. Ma quei sogni di perfetta gloria scompaiono velocemente quando la porta si apre in un piccolo spiraglio. Fra le mani Shade tiene stretto il suo zaino con qualche vestito dentro. Ha ancora il desiderio di andarsene da quella casa e andare a vivere da Hiashi, ma è meno irruente rispetto a prima. La osserva uscire dalla porta, salutarla e invitarla ad entrare. Ma lei non sa cosa dire, non sa cosa fare, e sposta lo sguardo verso il cielo, si pende nei suoi pensieri e nel suo dolore, ripensa all’odio e poi torna a guardare la piccola, senza proferire parola. Abbassa il capo e cerca di entrare quando questa si sposta. Non la saluta, ma non se ne rende nemmeno conto. L’unica cosa che riesce a fare è rispondere alla sua domanda, con una risposta che non centra nulla con la realtà, con una bugia buttata lì, per non darla preoccupare e per non pensarci. <Bene…> il tono è basso, la voce è debole e lascia trasparire la sua tristezza. Ha perso tanto, ma adesso è con qualcuno che vale tanto quanto ha perso. <Io…non voglio disturbarti…> sembra particolarmente spaventata in quella casa, non si sente a suo agio, principalmente perché ha paura di perdere ancora a questo punto. <Raido ha detto che posso stare qui qualche giorno…> le serve, le farebbe bene, e non sa come dirglielo, non sa cosa fare. Riesce solo a stringere la sua borsa con i vestiti e guardare verso il basso. {Chakra off]

21:32 Kouki:
  [Magione Oboro] Dietro quegli stessi occhi gialli, anche Mirako la osserva, silenziosa e velenosa come la serpe che è, ma non sente ancora nessun motivo per emergere e dire la sua, lascia che la sua presenza venga affermata con una piccola risata che però solo la Yakushi può sentire nella propria testa. La ignora, come è giusto che sia in quel momento. Ma che sia successo qualcosa è innegabile e la ragazza nemmeno si prodiga per nasconderlo. La osserva, in silenzio, sentendo il proprio animo straziarsi più di quanto non avesse mai creduto nel guardarla. E più si sente male per Shade, più si rende conto di quanto quei sentimenti di affetto siano forti verso la ragazza. È strano per lei, non sa come gestirli e come conoscerli, ma semplicemente se ne lascia guidare. La fa entrare… le sembra di vedere se stessa la prima volta che andò a trovare sua madre e poi Fumiko. Il sentirsi fuori posto, il non sapere cosa dire o fare. Vede la tristezza, la sente e ne avverte il disagio, ma in più avverte la preoccupazione nel non sapere a cosa tutto quello sia dovuto. Ascolta quella prima parola, quella bugia che lascia intendere molte cose. Ma cosa dovrebbe fare? Cosa è più giusto fare? Insistere, per darle modo di sfogarsi, oppure lasciarla tranquilla, per non asfissiarla? Non sa come comportarsi, non sa niente di tutto quello. <Non disturbi, ero da sola e mi fa solo piacere vederti.> un’altra frase sincera, un’altra frase che non si sarebbe mai aspettata di dire, eppure lo ha fatto. Il viso riflette quella stessa tristezza che vede ed assimila dall’altra, non tenta più quel sorriso, anche se sa che dovrebbe fare qualcosa. Ma cosa? <Certo che puoi stare qui, ma perché? E’ successo qualcosa? Stai male? O forse è stata male Fumiko?> sono tutti probabili scenari che lei esprime, sperando di avere un qualche tipo di risposta. Ma la vede lì… agitata e stretta al suo zaino. <Vuoi uscire? Possiamo sdraiarci sull’erba qui intorno e guardare il cielo.> una proposta quasi ingenua, ma decisamente tenera detta da lei. Cerca di andarle incontro… se è a disagio lì dentro, forse fuori potrebbe stare meglio. <Oppure vuoi qualcosa da bere? Posso farti un thè.> parla, parla molto, ed è tutto frutta dell’agitazione che sente dentro di sé. E se qualcuno le ha fatto del male? Ancora non dice nulla riguardo agli occhi, ma nemmeno le fa pesare nulla, insomma, si comporta come se fosse una cosa normale, come se li avesse sempre avuti. Alla fine aveva ragione Shade? Fa parte del clan Hyuga? Forse quello che le ha scritto nel biglietto si è avverato… Fumiko e la sua avversione per quel clan. Si morde il labbro inferiore, lei deve sapere cosa è successo, vorrebbe, ma non può obbligare la ragazza, non può dimostrarsi invasiva, non con lei, se lo vieta. Attende dunque, lascia che sia l’altra a decidere quale strada quella serata prenderà… fuori, sotto le stelle, o dentro con un buon thè? [Chakra On]

21:47 Shade:
 Non sa cosa fare, non sa cosa dire né come rendersi apprezzabile da Kouki in quel momento, ma la sua compagnia quasi le serve, la necessita come null’altro al mondo. A quel punto inizierebbe a fermare la sua ricerca di un posto isolato in cui chiudersi, perché non ne ha bisogno, ha bisogno che qualcuno le stia vicino e le dispiace dover scaricare i suoi problemi su Kouki, per questo non gliene parla. Poi la sente, le parla e parla tanto rispetto al solito. Capisce che sta di nuovo sbagliando, sta sbagliando tanto, perché sta facendo preoccupare una bambina di 12 anni invece che esserle vicina o di confronto. <Ho…litigato con Fumiko. Non credo saremo più una famiglia…non come prima. Ma…> non riesce a parlare bene, è come se la tristezza le stese mangiando la forza di esprimersi a parole, soprattutto perché si avvicina a confessare il motivo del suo dolore. <…io voglio essere ancora…una sorella…per te> passa del tempo fra quelle piccole e semplici affermazioni. Poi il silenzio, il silenzio più totale, cercherebbe di farlo durare poco ma le viene quasi impossibile. Deglutisce, e gli occhi le iniziano a luccicare per via delle lacrime che però ancora una volta non bagnano il viso. <Hiashi è morto…> lo dice e nasconde la testa nello zaino, per non mostrarsi debole, per tentare di non farle capire che quello è il vero e unico motivo per cui sta soffrendo. <…Fumiko…lei lo odiava. Sarà felice…ora…ma io…> lei poverina, lei lo amava come un fratello, come potrebbe prendere bene quella notizia? Ha superato la rabbia e l’odio, deve vivere con il compromesso e la depressione, con l’accettazione che, quella notizia, sembra più autentica che mai. Il suo maestro è morto. Ha perso un amico fidato, un guardino, una persona che l’amava. Ha perso il suo angelo custode in carne ed ossa. <Io non voglio pensare…fa male pensarci. Voglio stare con te…> cerca la forza per riprendere a parlare normalmente ed è interessante notare che sta soffrendo più ora di quanto non soffrisse il giorno in cui ha ricordato il suo passato. Kouki potrà ricordare che Shade non voleva versare una lacrima, anzi, voleva solo rimanere da sola. Adesso invece vuole stare con lei e a stento controlla le lacrime. [Chakra off]

22:06 Kouki:
  [Magione Oboro] Attende come se stesse aspettando una qualche tipo di sentenza. Cosa la sta facendo soffrire? Chi? Qualcuno le ha fatto del male? Non riesce a pensare in maniera logica, non riesce a trovare una spiegazione e non può che aspettare le parole di Shade come se fossero oro colato. Le prime frasi vengono dette, semplici parole che spiegano l’avvenuto litigio, forse talmente grande da farle dire di non essere più una famiglia. La osserva, cerca di capire, di trovare delle parole adatte. <Come mai avete litigato? Probabilmente siete arrabbiate l’una con l’altra, ma forse si risolverà con la calma e il tempo. Potrei cercare di essere più di aiuto se capissi.> e non è certo una scusa per farsi dire tutti i fatti della ragazza, anzi, c’è solo sincerità e voglia di esserle di aiuto. Basta, nient’altro. Ma sorride spontanea quando sente quel suo desiderio, delle parole che la fanno sentire amata e che sembrano tranquillizzarla almeno un poco. Annuisce, pacata, calma, mantenendo quel lieve sorriso, anche se l’altra non la sta guardando, ma si dovrebbe sentire dall’intonazione della voce. <Saremo sorelle fino a quando lo vorrai. Non sarò io a strappare questo legame.> non ora che lo ha trovato. Cerca in questo modo di darle una sorta di sicurezza… la piccola è lì per lei, pronta ad ascoltare, desiderosa di esserle di aiuto. Ed ecco però il momento della verità. Una notizia che le fa perdere il sorriso, gettandola in una maschera di serietà e tristezza. Quello stesso Hiashi che più e più volte è saltato fuori nei discorsi di suo padre e Fumiko, ora è morto. Quello stesso Hiashi del quale lei ha cercato di scoprire il più possibile. Famoso a Konoha, ed ha ascoltato entrambi i pareri di questo ragazzo da Raido e Fumiko. Si è fatta poi una sua idea, e tramite loro ha scoperto che Shade ne era affezionata. Quello stesso Hiashi così importante per sua sorella. Già. E così odiato da Fumiko e Raido. Ma lei come si dovrebbe comportare ora? Non ha mai affrontato un lutto, anche se forse un abbandono ci assomiglia molto… l’abbandono di sua madre, l’ennesimo. Ascolta quelle parole, vede quegli occhi lucidi prima che lei si nasconda dietro al suo zaino. Spaesata, confusa… non sa assolutamente cosa fare e cosa dire. <Mi dispiace. Io non posso sapere cosa si prova, perché non ho mai affrontato un lutto, ma posso provare ad immaginare, trovandomi in una situazione solo un poco simile.> i risultati di un’assenza sono gli stessi dopo tutto, anche se un lutto fa più male e ne è consapevole. <Vorrei sapere come sia meglio comportarmi, o cosa sia meglio dire… ma non lo so.> si ritrova a sentirsi inutile, e per questo Shade la odierà, non trovando in lei conforto alcuno. Triste il viso della piccola, sente il proprio cuore straziarsi della disperazione della ragazza. La sente come se fosse sua, ed è qualcosa che non ha mai provato. Una mano viene portata all’altezza del proprio petto, al cuore, e li va a stringere la maglietta, la stoffa. <Sentiti libera di dire o fare quello che più desideri. Se vuoi sfogarti, fallo pure. Sono qui. So che bisogna affrontare certe situazioni, e che non bisogna non pensarci.> ci prova, ci prova davvero. <Fa male, ma bisogna affrontare ed analizzare, fare nostro questo dolore per poi superarlo. Ma credo di capire che ognuno ha i suoi tempi e tu puoi prenderti il tuo, ma sappi che non potrai non pensarci in eterno. Ma se lo vorrai… insomma, sono qui.> lo ripete, perché nulla le sembra abbastanza, ogni parola le appare vuota ed inutile. <Non conoscevo bene Hiashi, se non di fama, e se non per sentito parlare da papà e Fumiko. Ma ho sempre avuto una mia idea su di lui, in contrasto con la loro. Non mi permetto di giudicare il tuo dolore, solo tu puoi conoscerlo a fondo. Io non posso che… essere uno strumento per te, per farti stare bene.> sono parole difficili, ma anche sincere. Corruga la fronte cercando di comprenderle appieno anche lei, sperando di essere riuscita ad esprimere le parole e i sentimenti giusti. [Chakra On]

22:30 Shade:
 Prende un profondo respiro e ascolta la richiesta dell’altra sulla liti fra lei e Fumiko. Ne ha parlato con Raido sulla strada per arrivare lì, gli ha detto cosa veramente pesa dell’altra e si ritrova a dover fare lo stesso discorso alla bambina. Ancora una volta quel sentimento compare nel suo animo, un sentimento che Kouki non ci aveva mai visto. Fino ad ora, Shade, non aveva mai assaporato l’odio, eppure quando parla di Fumiko i suoi occhi si spengono. Perdono la loro luce amorevole per tingersi del colore del sangue dei suoi nemici, un desiderio di distruzione che non sa come controllare e che finisce per reprimere nei più profondi meandri del suo animo. Ma se si parla di Fumiko, beh, quell’odio risale a galla facendo pressione sui sentimenti positivi. <Non si può ragionare con una psicopatica.> quella singola frase è carica di tutto il suo rancore <Vuole controllarmi in ogni momento. Vuole sapere tutto.> improvvisamente parla di nuovo bene, come se nulla fosse successo. <Ho passato una notte a casa di Hiashi. Una sola. E Fumiko ha iniziato a dire che non avrei mai dovuto farlo, mai più, ma con nessun uomo, perché potrebbero violentarmi in qualunque momento> non sembra arrabbiata, è arrabbiata. <Non si fida di Hiashi, mi va bene, ma non si fida nemmeno di me. Le ho chiesto, più e più volte, di rivalutarlo, ma per lei era solo un mostro. Hiashi era un cannibale che mangiava il cuore dei morti, ma non uccideva per mangiarli.> nel senso che non cacciava per mangiare, ma mangiava occasionalmente. <Era una brava persona…aveva un problema che, se messo a confronto con la follia di Fumiko, era nulla. Però, lei che non lo conosceva, che lo criticava e lo evitava, era un mostro che aspettava solo di violentarmi. Passavo più tempo con lui che con Fumiko, non ha mai alzato un dito contro di me, non mi ha mai aggredita nemmeno verbalmente, mi trattava come…> si blocca, alzando il capo, rendendosi conto che quel discorso, espresso con foga e odio, stava prendendo il sopravvento su di lei. Inizia a respirare male, ha paura di se stessa in quel momento e lo sente. <una sorella…una allieva…un amica> deglutisce si calma, mettendosi a sedere sul pavimento, stringendo con forza lo zainetto. Poi ancora una volta sono le parole di lei a richiamare la sua attenzione. Sorride, per qualche secondo, ma con amore e dolcezza. <Resterò al tuo fianco finchè mi vorrai, quando avrai bisogno di me io sarò qui, per te> la dolcezza delle sue parole è il totale opposto dell’odio di prima, e si sente, si capisce quanto quel sentimento sia difficile da controllare per chi non l’ha mai provato. Non sta cercando di crogiolarsi nell’odio, si sta facendo direttamente controllare da questo. Ci pensa e ci ripensa, prima di sospirare e ascoltare il resto del discorso della ragazzina, sorridendo semplicemente dispiaciuta di averla messa in quella situazione. Certo, parlare di Fumiko riesce bene per distrarla dal suo dolore. <Non sei uno strumento> direbbe, dopo averla ascoltata, trovando quella parola davvero orrenda per riferirsi ad una bambina bella come Kouki. <Sei mia sorella> quella è una affermazione. E poi ancora la tristezza, perché ha ripreso a pensare a Hiashi <Io non volevo perderlo> nessuno vorrebbe perdere le persone che ama. Le fa segno con la mano di mettersi accanto a lei, se vuole. Di certo non la obbligherà a mettersi sul pavimento [Chakr off]

22:49 Kouki:
  [Magione Oboro] Dovrebbe toccarla? Abbracciarla? O forse sarebbe solo visto come un gesto invasivo dalla Hyuga? Forse dovrebbe solo fare quello che si sente e basta, senza lasciarsi prendere dai pensieri e dalla logica. Ma rimane in silenzio ed immobile mentre ascolta quello sfogo su Fumiko. Imperturbabile, corruga solo la fronte non appena scopre dei pensieri di Fumiko, dei pensieri che già la piccola non condivideva. Le fa piacere invece che Shade la pensasse diversamente e ancora lo pensa. Prende un profondo respiro, espira, sospira, ma non è stanca, non lo fa perché è stufa di ascoltarla, ma perché quella situazione si sta facendo complessa. <Non sono brava a capire le persone, quindi cerco sempre di scoprire il più possibile su di loro per conoscerle. E quindi esprimo sempre un mio giudizio solo riguardo a quello che so.> decisamente obiettiva e seria mentre inizia questo discorso. <Hiashi era un cannibale, vero, ma a quanto ho capito, e secondo quello che mi stai dicendo, mangiava cuori di persone morte.> alza leggermente le spalle, decidendo di essere sincera con l’altra. <Per me non è mai stato un problema, perché per me quando una persona è morta… è morta. È solo carne… che venga mangiata o meno non mi interessa, perché comunque non ritornerebbe in vita. L’importante era che Hiashi non uccidesse per questo, che rimanesse fedele al suo villaggio e non fosse un pazzo criminale, ma un buon ninja.> questo è il succo, insomma. <E lo era, a quanto so. Ma il mio giudizio si ferma qui, non sapendo e non conoscendo cosa lo spingesse a tanto. Ognuno ha le proprie motivazioni, i propri traumi, prima di parlare bisogna quindi conoscerli.> si ferma, respira, con calma, il tono pacato, cercando di contrastare la rabbia e l’odio della ragazza. <Tu hai agito bene con lui. Personalmente ritengo che Fumiko abbia sviluppato un odio fin troppo esagerato per Hiashi. Alla fine ci sono persone ben peggiori, Hiashi non ne rientrava secondo me.> scuote la testa, appena, per riordinare i propri pensieri. <Tu sei libera di fare quello che più ti senti. Ricorda bene, niente e nessuno potrà mai costringerti, nel momento in cui una persona lo fa, allora non va bene. Ma…> c’è un ma, che non può evitare. <Non posso giudicare Fumiko, non so se sia psicopatica o meno, non so cosa le passi per la testa. O perché si comporti così, esageratamente. Io sono anche l’ultima che potrebbe giudicare, psicolabile come sono.> Mirako ride, si sta divertendo. <Chiudi gli occhi, prenditi tutto il tuo tempo, pensa bene in profondità… c’è forse un modo per poterti chiarire con Fumiko? Perché possiate parlare e comprendervi? Nessuna deve far cambiare idea all’altra, ma almeno comprendervi, questo si.> abbassa il viso, non sa nemmeno lei se sia giusto o meno. <Da quel che so… lei ti vuole bene, forse state passando entrambe un pessimo periodo, e bisogna solo aiutarvi a venirvi incontro, che ne pensi?> non è tanto sicura, dopo tutto, non ci sa fare con queste cose… ma lei stessa ha pensato di lasciare suo padre quando lui ha lasciato sua madre, ma si sono parlati e compresi. Forse non è troppo tardi anche per loro due. <Conserva il ricordo di Hiashi dentro di te.> non chiede come sia morto, immagina l’unica cosa immaginabile per lei, ovvero in missione. Questo non può che fargli onore. Sorride a quella sua gentilezza, quel suo chiamarla sorella… non è uno strumento, anche se abituata a sentirsi trattare così da Otsuki. Si siede, sente quelle ultime parole e decide di agire col cuore. Non solo quindi la ragazzina si siederebbe al fianco della giovane, ma si allungherebbe verso di lei e tenterebbe di abbracciarla. Cerca di stringerla in quel suo abbraccio, piccolo, ma carico di amore e sincerità. L’abbraccerebbe come vorrebbe anche per se stessa, la stringerebbe come a voler risucchiare via la tristezza dal suo cuore. <E’ giusto il tuo pensiero. Nessuno vorrebbe perdere qualcuno di importante. Tutto quello che senti è giusto. Dolore, rabbia, odio… sono emozioni attraverso le quali dovrai passare, ma ne dovrai anche uscire. Ma non da sola, da me avrai tutto l’aiuto di cui avrai bisogno. Te lo prometto.> non sa che altro dire se non stringersi a lei… ha paura di perderla, ha paura che vederla affievolirsi e non reagire, ha paura che non torni più come prima. [Chakra On]

23:19 Shade:
 Qualcosa di incredibile succede in quel momento. Qualcosa che la porta a sgranare gli occhi in direzione della bambina, soprattutto quando inizia a sentire le sue parole riferite ad Hiashi. Qualcuno, finalmente, le sta dando ragione. Qualcuno, finalmente, capisce che quella persona non era pericolosa, ma soprattutto, comprende una cosa che era alla base del suo comportamento positivo con Hiashi: un essere umano, tolta la vita, è un pezzo di carne che non ha alcun valore reale. Se lo avessero allora non bisognerebbe donare gli organi, invece è una pratica anche abbastanza normale. <Hiashi non uccideva per divertimento, se lo faceva c’era un motivo dietro. Aveva una grande coscienza e…> si ferma, non perché non vuole proseguire quel discorso, ma perché ha qualcosa di più interessante e giusto da dire. <Non riesco a crede che ci sia arrivata tu…e non Fumiko. Hai 12 anni, dici di non capire le persone, ma sei riuscita a dare un giudizio imparziale su Hiashi…credimi, era una brava persona, ti sarebbe piaciuto molto> ora però ha lasciato i suoi animali indietro e qualcuno dovrà anche prendersi cura di loro, ma quello è un dettaglio che al momento non ha senso dire. <Kouki io ho 16 anni e ormai sono 6 anni che posso dire che vivo da sola. Amo Fumiko, la amo per davvero, ma amo quella parte di lei che ha deciso di abbandonare. Fumiko sta cambiando perché vuole cambiare, non perché è costretta a farlo dagli eventi. Le ho chiesto sincerità e mi ha detto di decidere se rimanere al suo fianco o di andare a vivere con i membri del mio clan. Mi ha detto che mi dava una possibilità di scelta> sorride, sarcastica <con un espressione di puro gelo nei miei confronti e perché? Perché ho alzato la voce?> sospira, la guarda e si ripete. <Fumiko sta perdendo il senno. Fumiko non è più se stessa, si sta perdendo, si sta facendo del male e rischia di farlo a chi ha intorno. Non lo capisce anche le parli, non lo accetta se glielo fai notare. Non si mette in discussione, da per corrette le sue idee e spesso solo le sue> in altre parole non rimane molto della ragazza che ha conosciuto, di quella dolce e amorevole ragazza che voleva salvarla. <C’è comunque una differenza abissale fra te e lei. Mirako è più simpatica della Fumiko che ho incontrato questi ultimi giorni> almeno con lei ti diverti mentre fuggi per non essere uccisa in piena tortura. Fuggi con il sangue che esce a fiume da una parte casuale del corpo che ha deciso di incidere, ma almeno ti diverti mentre lo fai! Ed eccola, la piccola che prova ad abbracciarla, come se sapesse che l’unica cosa che davvero funziona con Shade è il contatto fisico. Un contatto che ama e apprezza, soprattutto se spontaneo e espresso in maniera dolce come quello di Kouki. Lascerebbe andare il suo zainetto, andando a ricambiare la stretta dell’altra, con le lacrime che iniziano a scorrere lungo il viso, lacrime che tratteneva da un po’ ormai. <Grazie> si sente compresa, si sente amata e sente di non esser da sola.

23:42 Kouki:
  [Magione Oboro] Ascolta con attenzione quelle parole, vuole essere lì per Shade, vuole darle tutta l’attenzione di cui ha bisogno. Ancora una volta viene detto che Hiashi non uccideva per divertimento, e a lei questo basta. Perché esistono persone davvero ben peggiori, come per esempio chi le ha riempito la pelle di cicatrici e bruciature. Chi si diverte a giocare con la vita altrui, o ancora chi si permette di abusare di una bambina. Ecco chi sono i veri mostri. Scuote appena la testa, continuando il discorso. <Non le capisco, ma cerco di parlarne in modo oggettivo, e se ci riesco è solo perché sono brava ad analizzare con logica.> non è una vera e propria empatia… o forse si e ancora non lo sa? <Chissà… mi sarebbe piaciuto conoscerlo per poterlo comprendere meglio con i miei occhi e le mie orecchie, quello si.> non per sentito dire. <So cosa si prova ad essere odiati pur non avendo colpa, o finendo in un odio esagerato.> e si riferisce ad una sola ed unica persona, ovvero Hajime, con il quale non riesce proprio a farsi comprendere. Ma non lo vede e sente da un bel po’, quindi sbologna il discorso con un’alzata di spalle. In silenzio ascolta quella descrizione di Fumiko, ma davvero, ci sarebbero molte cose da comprendere. <E’ successo qualcosa di molto particolare e profondo allora, che l’abbia portata a cambiare così radicalmente.> se la ricorda come l’ha conosciuta, si ricorda di com’era e quasi stenta a credere a quello che sente da Shade. <Qualcosa che l’ha sconvolta nel profondo.> scuote la testa. <Mi rifiuto di credere che sia arrivata al punto da giudicare qualcuno solo per il proprio clan di appartenenza. O per le scelte libere che ognuno ha il diritto di prendere, senza degnarsi di comprendere e mettersi nei panni degli altri.> non può credere che quella donna che le è stata accanto per giorni mentre era svenuta… sia così radicalmente cambiata. <Dobbiamo allora aiutarla a ritrovare almeno un poco di quel senno che dici che ha perduto. Senza arrabbiarsi, senza alzare la voce… anche se è difficile.> cerca di elaborare un piano, un percorso migliore per arrivare a una riconciliazione. <Come tu volevi aiutare Hiashi, bisogna che aiutiamo Fumiko a non farsi del male, e a non farne a chi ha intorno. Con calma e pazienza.> sospira, facile a dirsi… <So che è difficile, e so che per il momento magari non ti interessa. Ma forse ha reagito così per paura, una paura infondata, ma pur sempre paura, non cattiveria nei tuoi confronti.> cerca di trovare qualcosa, una ragione, qualsiasi cosa che possa rispondere a quelle domande. <Mirako… Mirako al momento è così arrabbiata e triste, che temo che possa fare del male a qualcuno… Mirako è qualcuno di cui non mi fido, ma della quale non posso fare a meno. Ma di sicuro Mirako è decisamente un mostro rispetto a Hiashi.> pacata nel parlare, sembra quasi affranta, ormai non ha motivo di definirla in maniera diversa, per quanto non potrebbe esistere senza di lei. Chiude gli occhi, si lascia andare a quell’abbraccio, la stringe a sé e lei stessa si stringe, cercando di darle conforto in quell’abbraccio che non scioglierà tanto facilmente, a meno che non sia l’altra a farlo. Piange, la sente, e lei continua a tenerla stretta, cercherebbe di accarezzarle la schiena con una mano e i capelli con l’altra, lascia che si sfoga e che si senta amata, senza bisogno di aggiungere altro al momento. [Chakra On]

00:16 Shade:
 Logica o empatia, non le interessa. Kouki è bravissima ad analizzare la gente e questo è importante, il modo in cui lo fa è decisamente molto meno interessante. Shade, che basa i suoi giudizi e le sue opinioni sui sentimenti e sulle percezioni, spesso riesce ad arrivare a delle conclusioni o a dei giudizi sulle persone che si stanno rivelando sempre più veritieri. Quelle delle due abilità sia più fastidiosa probabilmente non si sa. <Vorrei poterti dire che lo conoscerai…ma…> lui era un grande ninja. <tuo padre potrebbe dirti il contrario. Non gli piaceva più di tanto, ma sapeva che non era uno stupido.> però lo credeva un pazzo, sempre perché mangiava i cuori della gente. Poi si torna a parlare di Fumiko. Lei è impazzita a seguito di un evento particolare? No, stava impazzendo già prima del marchio, lei stava impazzendo da prima, lei stava impazzendo per Hiashi, perché voleva passare del tempo con lui, perché voleva dimostrarle che era una brava persona. Ma ora Hiashi è morto…e Fumiko non la vuole più. La vita sa essere abbastanza ingiusta. <Aiuta Fumiko per me, sorellina. Salvala dalla sua solitudine, riportala sulla retta via e falla stare bene. Io non riesco ad avvicinarmi ora….lei odiava una persona importante per me e quella persona ora è morta. Non sarà facile starle vicino…se mi vuole provocare ha diversi modi per farlo e rischia di ottenere un risveglio del mio odio…> e quel sentimento è Shade è incontrollabile, praticamente la renderebbe la Mirako della situazione. Ha già provato il desiderio di voler uccidere Fumiko, solo pensandoci, figuriamoci ad averla di fronte a se. <Voglio ancora che Fumiko sia felice, ma forse, starà meglio senza di me. D’ora in avanti ti darò un nuovo indirizzo a cui trovarmi, non mi troverai più a casa di Fumiko. Ti prenderai cura di lei, per me?> solo il fatto che si stia preoccupando significa molto, ma non lo capisce. <Mirako un giorno...vorrei poterla conoscere di persona> sorride, ma a questo punto non riesce a reggersi in piedi. <Andiamo a dormire? Ho bisogno di riposare> era venuta per non pensare, il sonno è un buon modo per farlo e non dormire da sola lo è ancora di più [END]

00:26 Kouki:
  [Magione Oboro] Quale sia il metodo migliore è difficile dirlo, tuttavia giungono comunque agli stessi risultati. La Yakushi non si sarebbe mai aspettata di essere in questo modo, completamente diversa da prima… è cambiata, ma in maniera inversa rispetto a Fumiko. Ascolta Shade, scuote la testa alzando leggermente le spalle. <So che non gli piaceva, ma sono libera di pensare come voglio. Di poter decidere e giudicare da me. Solo gli stolti crederebbero di conoscere una persona solo per sentito dire.> uhm, be, forse sta dando dello stolto al padre? Chi lo sa, al momento non le interessa, vuole solo stare con Shade e farla sentire bene. Quel momento viene interrotto da quella richiesta… un enorme peso viene messo sulle sue gracili spalle, lei che non sa mai come comportarsi, dovrebbe tentare di salvare Fumiko da sola. Si, perché se la donna è arrivata a questi livelli pur stando con suo padre, vuol dire che l’uomo non sa aiutarla a dovere. Lei non sa se esserne in grado o meno, non lo sa e ne ha paura. E se fallisse? <Farò del mio meglio. Cercherò di fare del mio meglio, davvero, ci metterò l’anima e il corpo. Ma se… se non dovessi riuscirci… spero che mi odierai.> una supplica, una specie di sicurezza che vuole avere. <Cercheremo di risolverla, okay? Tu le vuoi bene, e si capisce o non parleresti così. Cercheremo di risolverla.> sospira, la stringe e la tiene abbracciata, come a volerle farle sentire tutto il suo affetto, tutto quello che non sapeva di avere. <Vorrei che rimanessi con me… ma va bene, se vuoi andare da un’altra parte, okay. Conserverò il tuo indirizzo.> e non lo darà a nessuno se la ragazza non vuole. Come per il biglietto, un segreto. Sorride appena a quel suo desiderio di conoscere Mirako, non glie lo consiglia, ma non dice nulla al momento. <Vedremo.> solo quello, non un secco rifiuto, ma almeno una speranza la lascia aperta. Annuisce al suo dire, quindi si stringerebbe a lei un’ultima volta. <Va bene, sorella.> per la prima volta lo sussurra, solo per lei, solo per Shade. Quindi si alzerebbe e insieme andrebbero a dormire nel suo letto, se lei lo vorrà, tanto è abbastanza grande da contenerle entrambe. [Chakra On][END]

Kouki e Shade, alla magione Oboro. Kouki cerca di essere di aiuto a una Shade a pezzi e triste per la morte di Hiashi, e quindi ormai si considerano sorelle e si impegneranno per risolvere tutto.