Regali fatti con odio

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con Mekura

18:40 Mekura:
 Una giornata uggiosa, terribilmente brutta, vuota, un'altra giornata schifosa per lei e per i suoi bambini. Non dovevano permettersi, non dovevano. Un conto era attaccare lei, un conto era parlare di lei alle spalle ed un conto era far vedere questa scena a lei ed ai suoi figli. La stanza era piena di rose azzurre, con tanto di messaggio attaccato sopra in ognuna di esse. Lei non sente nulla, non sente niente, nessuna sofferenza o rabbia, c'è abituata a questo tipo di dolore e questo era solo uno spauracchio da parte di un gruppo di codardi e nulla facenti. Ma, grazie a questa splendida iniziativa che hanno preso, hanno fatto piangere Ken, lo hanno fatto soffrire e disperare. Impotente osserva come suo figlio sia ancora dietro a piangere con le lacrime che gli rigano il volto in silenzio con la testa bassa nascosta tra le ginocchia mentre Ai lo tiene accanto a se cercando di confortarlo. La Hyuga non dice nulla, vorrebbe abbracciarlo a se, ma al momento non può fisicamente farlo, non nelle sue condizioni...il che è anche peggio perché lo hanno fatto sapendo che non poteva muoversi da li, reagire o controbattere. Prende un lungo respiro mentre, freddamente guarda il vuoto, pensando a cosa fare. Non c'è soluzione: devono pagare. <Ai....> la chiama girandosi verso questa la quale la osserva senza dire nulla <...c'è un fazzoletto sul comodino, usalo, lava la faccia a Ken> annuisce e si allontana un secondo in modo che lei potesse guardare suo figlio memorizzando BENE quello che quei bastardi le avevano fatto alla sua famiglia. Toccare lei è un conto, ma loro no. <Ken, Ken, vieni qui da me tesoro> chiede cercando la sua attenzione mentre questo guardando la mamma si avvicinerebbe al letto stringendo le mani sul bordo per poi lasciarsi andare in uno sfogo silenzioso cercando di gesticolare e parlarle <shhh amore, lo so, lo so...non importa, andrà tutto bene tesoro...> ma questo arriva a farlo gesticolare di più sfiancato da questa situazione continuando a piangere in una espressione che la Hyuga non avrebbe mai voluto vedere nel suo volto <io so...che non è vero e so che tu credi in me, tutto il resto non conta, se non te> sussulta e continua a piangere ma per lo meno si ferma mentre salirebbe sul letto e poggia la sua testa contro la spalla cercando di abbracciarla. La Hyuga lo lascerebbe fare sopportando il dolore in modo che si liberi di tutta la frustrazione della situazione. [ch off]

18:52 Mekura:
 Rimarrebbe li, Ai accanto a lei poggiando la testa vicino al suo corpo, in silenzio come tutta la famiglia. <....> le cose vanno avanti per diversi minuti prima che si ritorni ad una situazione "normale". Ai e Ken sarebbero dietro intenti a fare dei compiti, anche da malferma Mekura continuerebbe a supervisionare sul loro operato. Ci vorrebbe del tempo, forse una oretta prima che una infermiera/e entrasse all'interno della stanza. La Hyuga la fermerebbe un secondo. <mi scusi> domanda guardando fissa o fisso l'infermiera/e prima di fare una domanda <...è possibile sapere chi ha messo i fiori nella stanza? e chi li ha mandati?> domanda la Hyuga aspettando una risposta cercando di mettersi a sedere meglio se il fisico glielo permette. <la prego, non si sono firmati nei loro 127 biglietti, tanti quanto le rose> continuerebbe lei continuando a guardarla fissa nella attesa di una risposta buttando li un numero vicino alla quantità delle rose presenti nella stanza, tanto per vedere se conosce i dettagli. Non mostrerebbe nessuna vera emozione, racchiude tutta l'ira che le sta salendo ed il disgusto all'interno di se senza riuscire a scacciare l'idea che le infermiere o sapevano qualcosa, o avevano aiutato a portare avanti quella bravata, dipende da quanto questo/a avesse sviato nel discorso. [ch off]

19:09 Mekura:
 Intanto, mentalmente cercherebbe di far entrare in funzione il cervello: cosa fargli se li trova...ma sopratutto come trovarli. Ci sono dei negozi di fiori al villaggio, non sono troppi e le rose non sono fiori che si trovano per tutti, così come il colorante azzurro per farli. Potrebbe essere una specialità di un fiorista, così come un lavoro fatto a casa, ma non cambia il fatto che sono grosse quantità rintracciabili, tanto i fiori quanto il colorante, non ci vuole nulla per questo...niente è abbastanza per raggiungere quei maledetti che hanno fatto questo a suo figlio NIENTE. Se l'infermiere/a continuerebbe a non rispondere, o a rispondere male, la donna insisterebbe <ascolti, non mi importa nulla di me, vogliono riempirmi di insulti, lo facciano, non mi interessa> Ken la fissa e così anche Ai con i suoi limiti <ma hanno fatto assistere ad uno spettacolo osceno i miei figli, li hanno messi in mezzo, volenti o meno, li hanno fatti soffrire e questo non è tollerabile, neppure per quello che sono, o per la considerazione che hanno di me> sospira <non voglio fare nulla, non posso fare nulla, ma per favore...per favore, se qualcuno sa qualcosa, me lo dica> [ch off]

19:27 Mekura:
 Potrebbe non aiutarla...potrebbe, potrebbe essere insensibile al fatto che suo figlio ha ancora la faccia gonfia e rigata di lacrime, potrebbe far finta di non aver visto nulla ovvero che uno o più individui siano entrati dentro la sua stanza riempiendola di fiori ed insulti, magari se la rideva pure, magari ha lasciato perdere per uno solo momento i suoi obblighi verso i pazienti chiunque essi siano, magari, come quegli altri o quell'altro è scesa ad un livello tale che il termine Miserabile non è abbastanza per descriverli. Se così fosse....bella gente per la quale è morto Hiashi, bella gente per la quale lei si è assunta le responsabilità del fallimento della missione. Bella gente davvero, delle serpi in seno. Ma questo fa parte del suo percorso di...rinascita se così si può dire...e qualche negazione non la può fermare. No...no ha sofferto così tanto dalla vita, che arrivando a toccare il fondo più volte, in molti più modi, nulla o quasi la disturba o la fa reagire di violenza. Si dice che le fiamme della santità più concreta sono quelle che si creano dal sangue e dalla cenere, dalla sofferenza e dalla fatica. Lei ha sofferto incredibilmente ma, ad osservare tanta bassezza, non riesce a non nascondere un sorriso e nell'attesa, con cordialità se ancora non avesse risposto sorriderebbe, come se la stesse perdonando,
perché è inevitabile che anche se involontariamente hanno sbagliato. Sapevano della sua condizione,
sapevano che c'erano delle critiche verso di lei,
e sembra che non abbiano fatto nulla per evitare che tutto questo succedesse, la prossima volta cosa avrebbero fatto? si sarebbero messi a ridere mentre qualcuno gli tirava dell'acido in faccia?<Capisco, grazie per la vostra cortesia, è sentita> Chiude gli occhi mentre lascerebbe che l'infermiera cambiasse la flebo in completo silenzio, senza aggiungere nulla, per ora. [ch off]

20:52 Mekura:
 Finita l'ispezione, l'infermiera/e, pronta ad andarsene si ritroverebbe di nuovo ad ascoltare la voce di Mekura all'improvviso <posso chiedere un'altra cosa? > domanda a questo/a aspettando che si giri, o che la ascolti <per piacere, le rose sono bellissime, ma immagino che siano troppe per una sola persona, perché non le regalate agli altri pazienti? un tocco di colore potrebbe fargli piacere> continua a sorridere mentre vuole vedere la sua reazione, vuole vedere se è in imbarazzo, o sprezzante, o qualsiasi altra cosa, ma lei rimarrebbe calma, sorridente e paziente. <ah si...le lettere mi sembrano uno spreco di carta, come per una rosa penso mi terrò anche una lettera, per il resto se potete riciclarle per farne qualcosa di più utile, carta da parati, cartocci per il pane o qualsiasi cosa pensi che si possa usare della carta, lo farei personalmente ma come vede non posso> continua a mantenere il sorriso <Ken, Ai, bambini, andate a casa, dovete andare a mangiare va bene?> afferma guardando entrambi ed in particolare il suo Ken il quale si avvicinerebbe con gli occhi rossi, lo sguardo turbato, osservando malamente l'infermiera per un solo attimo. <dammi un abbraccio cucciolo e fammi un sorriso va bene?> afferma lei mentre questo si avvicina per abbracciarle il torso facendo attenzione a non farle del male e lei mimerebbe un bacio. <Ai, vieni anche tu tesoro> Anche la ragazza più grande si avvicinerebbe, stoicamente cercandola e tastando con la mano per cercarla <ti voglio bene amore mio...mi dispiace non esserti vicina adesso ad aiutarti a casa, resisti ancora un po' va bene? prenditi cura di tuo fratello e di Andoss, sarò a casa presto, stai attenta per strada, va bene?> si assicura che anche lei stesse bene, per come poteva stare adesso e prendendo un lungo sospiro aggiunge <e portami un vaso, un bel fiore ha sempre bisogno di un bel vaso> [ch off]

21:00 Mekura:
 Lascia finalmente andare via i suoi figli e l'infermiera/e rimanendo da sola con quelle rose e con tutti quei messaggi messi li davanti a lei, come facce nella notte che la scherniscono per dirle quanto poco vale e quanto poco dimostra di essere. Ma è stata abbandonata dal suo stesso sangue, ha visto soffrire se stessa e la sua famiglia, ha combattuto guerre che non sono mai state raccontate, ha salvato persone che non l'hanno mai ripagata, ha vissuto più vite di quanto quelle facce nel nulla possono vivere. La missione è stata un fallimento, Hiashi è morto e ovviamente questo pesa nella sua anima. Rimanendo in silenzio, chiudendo gli occhi, la donna si mette a mugugnare una canzone, una canzone che non riprendeva da molto tempo, un motivetto allegro e folle, il trillo di Kefka. Lo fa lentamente con il sorriso sul volto, trovando quel suono confortante. Un tempo pensava che quella canzone se cantata l'avrebbe trascinata nella follia...invece, adesso è così confortante per quanto le ricordi quanto effettivamente sia riuscita a rimanere sana dopo tutto quello che le è capitato, dopo tutto quello che è subito. Doveva davvero toccare il fondo per capire che non era una debole? no, non era necessario, ma infondo alla fine, è un passaggio che prima o poi era costretta a percorrere, come se non lo avesse già fatto. Continua a canticchiare, con un leggero sorriso sulle labbra trovando che effettivamente, quelle rose sono bellissime. [end]

Mekura chiede informazioni riguardo a chi ha messo quelle rose dentro la sua stanza ed infine chiede all'infermiera di farne quello che vogliono togliendole dalla sua stanza, tranne per un fiore ed una lettera che vuole conservare.