Prime tecniche Suiton

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19:26 Kyokawa:
  [Accademia - (Scale -> Tetto)] Il giovane Genin si aggira irrequieto tra i corridoi dell’Accademia, diretto verso il campo d’allenamento, che in questo edificio è rappresentato dal tetto; solo ieri ha scoperto una interessante novità riguardo se stesso, cioè la natura del suo chakra, e oggi vorrebbe mettersi alla prova. Anche suo padre era in grado di effettuare tecniche di tipo Suiton e, fino a quando era bambino, non faceva altro che fargli vedere alcune tra queste, dicendo che era necessario memorizzarne i passaggi e le movenze, in modo che in futuro sarebbe stato più facile impararne l’esecuzione; a lui la cosa sembrava strana e spesso non seguiva gli insegnamenti, ma a furia di sentirsi ripetere le stesse cose alcune nozioni erano rimaste impresse nella sua mente. Indosso non porta armi o altro equipaggiamento, vuole solo provare ad allenarsi con le tecniche che ricorda meglio, sperando in un buon esito delle stesse; ai piedi porta dei calzari blu che lasciano le dita scoperte, alle mani i comodi guanti ninja; i pantaloni sono comodi e larghi, adatti all’esercizio fisico; al torso la solita maglia grigia attillata con disegnato un fiocco di neve stilizzato color ghiaccio; sulla fronte è legato il simbolo della sua effettiva appartenenza al mondo degli shinobi: il coprifronte di Kusa. Gli ultimi passi che lo separano dalla zona d’allenamento vengono coperti velocemente e, in men che non si dica, Kyokawa si ritrova sul tetto in mezzo a diversi giovani intenti a fare pratica; ormai il sole è nascosto all’orizzonte, mentre il tempo poco clemente degli ultimi giorni è stato sostituito da sprazzi di nuvole poco cariche di pioggia; la lieve brezza che spira da sud fa sì che la serata sia fredda abbastanza da lasciar intuire il cambio di stagione.

19:37 Kyokawa:
  [Accademia - Tetto] Ormai il percorso accademico è terminato, ma alcune cose non cambieranno mai: la prima cosa da fare in un allenamento è attivare il chakra. Con qualche energico balzo si porta quindi in uno spazio del tetto in cui nessuno sta facendo esercizi, in modo da avere campo libero per le sue tecniche; poco distante, a circa cinque metri, si trova uno dei fantocci da allenamento che aveva usato in precedenza per migliorare la sua abilità con le armi da lancio. Il richiamo del chakra è diventato più semplice dopo essere migliorato e aver acquisito esperienza, ma rimane una tappa fondamentale e richiede un certo lasso di tempo. Rimanendo nel posto raggiunto con le falcate precedenti, Kyokawa si posiziona con gambe allargate e ginocchia lievemente piegate, mentre la mano destra sale verso il petto, andando a comporre mezzo sigillo della CAPRA: solo indice e medio sono alzati, distesi verso l’alto, le altre dita sono tutte flesse. Gli occhi si chiudono per richiamare la concentrazione ed ecco poi apparire la sua immagine fittizia, divisa da una linea immaginaria che la separa a metà precisa; successivamente, il genin si concentra sulla formazione delle due sfere di energia: una, di colore blu, a livello della testa, la quale rappresenterebbe la sua energia psichica; mentre l’altra, di colore rosso, all’altezza dell’addome, rappresentando l’energia fisica. Una volta generate le due sfere dovrebbero iniziare a roteare su se stesse in senso orario, utilizzando un asse immaginario come punto centrale e poi inizierebbero a muoversi, dirigendosi l’una verso l’altra, cercando di raggiungere un punto di incontro a livello del torace. Se tutto questo fosse riuscito, le due energie si dovrebbero fondere, unendo ogni singola fibra della loro materia a formare la terza energia; questa, dovrebbe iniziare a diffondersi attraverso il sistema circolatorio, impregnando tutti i tessuti del ragazzo e donandogli rinnovata forza. [Tentativo attivazione chakra] [Chakra: 20/20]

20:08 Kyokawa:
  [Accademia - Tetto] La tecnica che vuole eseguire non è semplice e richiede particolare concentrazione, necessita di parecchio impegno e utilizza molto chakra; almeno questo è quello che ripeteva suo padre a raffica. Nonostante la difficoltà di quello che vuole eseguire, ha scelto proprio questa tecnica perché era una di quelle più volte eseguite durante le sue “lezioni” da bambino e nella sua memoria è abbastanza vivida la spiegazione. Rimanendo quindi immobile nella posizione assunta in precedenza, Kyokawa inizia a sfruttare la sua massima concentrazione per percepire il chakra che scorre all’interno del suo corpo, identificandone la sua alterazione affine all’acqua e iniziando a convogliarlo verso gli arti superiori; nel frattempo la mano destra si dirige in avanti, totalmente distesa e perfettamente parallela al terreno, con il pugno chiuso in una stretta morsa; la sinistra invece avanza decisa verso il polso della gemella e lo afferra saldamente poco prima della mano. Il chakra Suiton viene quindi incanalato attraverso le braccia, percorrendo i canali del sistema circolatorio attraverso i vari tessuti del braccio e dell’avambraccio, fino ad arrivare ai polsi; la maggior quantità di energia è convogliata nell’arto destro e inizia ad accumularsi alla sua estremità, mentre una quota minore passa attraverso la mano sinistra, avvolta attorno all’articolazione della dritta, contribuendo al rifornimento di chakra necessario per manipolarne la struttura. Il braccio destro inizierebbe quindi ad arricchirsi in energia del tipo Suiton, accumulandone sempre di più e dovrebbe gonfiarsi a dismisura, assumendo un colore biancastro e delineando il suo profilo come in una specie di cannone, fremente di vibrazioni e pronto a fare fuoco; riversando il chakra all’imboccatura della nuova “arma”, che dovrebbe essersi appena generata, si dovrebbe quindi formare una sfera, la quale rappresenterebbe il proiettile che verrà scagliato in avanti, andando a creare il getto d’acqua. Il braccio cannone viene indirizzato verso il fantoccio poco più avanti, senza mirare un punto preciso dello stesso, ma volendo solamente direzionare il getto. Successivamente il chakra verrebbe quindi rilasciato con forza e spinto verso l’avanti, in modo da permettere al cannone di fare fuoco e lanciare in avanti il proiettile d’acqua appena caricato; senza farci caso, in modo del tutto spontaneo, poco prima di lanciare il colpo, Kyokawa si trova a pronunciare ad alta voce il nome della tecnica che vorrebbe eseguire <Suiton Teppou!> così come il padre gli aveva insegnato. [Tentativo cannone d’acqua] [Chakra: 9/20]

20:19 Kyokawa:
  [Accademia - Tetto] In modo del tutto inaspettato il colpo riesce, ma non proprio come da manuale: il getto d’acqua, della dimensione di circa un metro, sfreccia velocemente in avanti senza però raggiungere il fantoccio; il proiettile è infatti meno potente rispetto a quanto sperato e finisce per cadere a circa quattro metri in avanti rispetto al Genin, lasciando un buon passo di distanza tra il punto del terreno colpito e il manichino da allenamento. Il consumo di chakra si fa subito sentire; più della metà delle energie a disposizione di Kyokawa sono state utilizzate per generare quella tecnica e la perdita di una percentuale così grande di “rifornimento” non è una sensazione piacevole. Senza potersi opporre il ragazzo si sente cedere le gambe e si ritrova in un istante con le ginocchia a terra <Maledizione!> borbotta ansimando, comunque felice per essere riuscito nella prova, nonostante non abbia raggiunto il bersaglio designato. L’iniziale sconforto dell’obiettivo mancato, associato alla stanchezza, non sono sufficienti a demoralizzare l’agguerrito genin che in pochi secondi si rimette in piedi; il suo allenamento non è finito qui, deve ancora provare una seconda tecnica e vuole riuscirci. Gli insegnamenti del padre erano corretti e, probabilmente, assillarlo fino all’esaurimento per ficcargli in testa quelle nozioni è davvero stato utile; se anche il secondo tentativo terminerà in modo positivo, il giovane potrà ritenersi soddisfatto e tornerà alla sua abitazione con il sorriso sul volto. [Chakra: 9/20]

20:35 Kyokawa:
  [Accademia - Tetto] Il fantoccio è ancora li davanti, che lo osserva con fare spavaldo; non si aspetta di certo un secondo attacco, ma è proprio quello che il genin sta per fare. La tecnica che vuole eseguire è sempre stata descritta come più semplice e meno dispendiosa rispetto alla precedente, ma di certo necessita di una grande concentrazione e di una invidiabile praticità nel gestire le proprie capacità. <Suitonhamizu Tori!> Nuovamente il ragazzo si prodiga nell’enunciare la tecnica che vuole eseguire, ricordando gli insegnamenti del genitore. Dopo aver percepito con attenzione il chakra Suiton all’interno del suo corpo, questo viene incanalato verso le diramazioni centrali del sistema circolatorio, in modo da fluire verso lo stomaco; accumulandosi nelle pareti di quell’organo cavo, l’energia dal tipico colore azzurrino, in questo caso ricca in componente acquosa, inizierebbe a riversarsi all’interno della struttura. Una volta raggiunta la quantità sufficiente per formare la tecnica, il chakra dovrebbe risalire dal corpo gastrico verso il fondo, scivolando attraverso l’area cardiale per superare lo sfintere esofageo inferiore; acquisendo velocità percorrerebbe tutto l’esofago per portarsi verso la bocca dopo aver oltrepassato la faringe. Questa massa informe di acqua viene quindi mantenuta nella cavità orale per qualche istante, in modo da avere il tempo per plasmarla in piccoli globi perfettamente circolari e, subito dopo, queste piccole sfere acquose verrebbero espulse all’esterno con un soffio pacato. I globi costituiti interamente di chakra Suiton dovrebbero poi cambiare la propria forma, trasformandosi in piccoli uccellini dalla proboscide allungata e appuntita; i piccoli colibrì, infine, inizierebbero a dirigersi nella direzione del bersaglio a tutta velocità, pronti ad impattare contro l’obiettivo designato. In questo caso l’intenzione di Kyokawa è quella di generare due uccellini, derivati ovviamente da due sfere espulse dalla bocca, e dirigerli in avanti, in modo da farli esplodere una volta colpito il fantoccio. [Tentativo colibrì] [Chakra: 5/20]

20:41 Kyokawa:
  [Accademia - (Tetto -> Scale)] I due piccoli colibrì si librano nell’aria felici e, volando in picchiata verso il manichino, impattano con decisione a livello del suo torace, finendo per liquefarsi ed esplodere come una palla d’acqua, senza tangere però minimamente il bersaglio, troppo resistente per la loro consistenza acquosa. <Evvai!> esclama il genin soddisfatto: un'altra tecnica andata a quasi buon fine. La stanchezza però inizia a farsi sentire pesantemente e le membra sono flaccide, esauste dopo aver utilizzato tutta quella energia in poco tempo; le tecniche Suiton sono una vera forza, ma richiedono tantissimo chakra e non è facile rimanere grintosi dopo averne eseguite due di fila, soprattutto alla prima volta. Avendo concluso il suo addestramento serale con buoni risultati, Kyokawa decide quindi che è ora di abbandonare quel tetto; dopo un rapido inchino verso il fantoccio, che ormai è una tra le sue vittime preferite, si dirige verso le scale. I passi sono corti e il ragazzo quasi si trascina verso il limitare del campo da combattimento; molti altri shinobi stanno camminando nella sua stessa direzione, avendo finito l’allenamento anche loro. Così, con il passo da bradipo, il genin inizia la lunga strada verso casa, distrutto dagli esercizi effettuati, ma esaltato per esserci riuscito. [END]

Il giovane Genin, dopo aver scoperto di avere un'affinità per l'elemento Suiton, mette in pratica alcuni insegnamenti del padre, esercitandosi nelle sue prime tecniche di questa particolare tipologia.