Giocata dal 22/09/2017 21:51 al 23/09/2017 01:54 nella chat "Ospedale [Konoha]"
shade?
Prima o poi riuscirà ad entrare in quella stanza quando è sveglio, ma non sa come comportarsi. Passa la maggior parte del suo tempo in quell’ospedale, ma non ha il coraggio di entrare in una singola camera. Le luci, la posizione dei letti, tutto le ricorda un passato che non riesce ancora ad accettare. No, non è quello il problema. Se fosse quello il problema potrebbe risolverlo, ma l’odio che prova verso le camere dell’ospedale è qualcosa che non ha nulla a che vedere con l’accettare o meno i ricordi. Eppure le è capitato che, quando Uta era ancora privo di coscienza, di entrare in quella stanza e rimanere al suo fianco, anche per lunghi periodi di tempo. Ora le sembra che la situazione sia più complicata e ha letteralmente paura di entrare. Se ne sta lì, una saletta di attesa poco lontana dalla stanza del ragazzo. In quella saletta ormai ci ha fatto casa, o dorme lì o sonnecchia fuori, al freddo, con addosso un paio di coperte. Qualche volta si risveglia dentro una stanza e fugge, altre volte si risveglia a casa, colpa di quelle stupide infermiere che sanno dove abita. <A volte mi manca quell’auricolare…> per sapere quando può entrare senza disturbarlo, per non sentirsi sola come lo è stata nell’ultimo periodo, ed è proprio a quello che andrebbe a pensare, lasciandosi cadere in una scomoda posizione su una delle sedie, alzando lo sguardo al soffitto. <Non riesco a muovermi da questo stupido ospedale e pensi che ti avrei lasciato lì quel giorno. Quanto puoi essere stupido Uta?> Si riferisce all’ultimo messaggio che ha ricevuto da lui. Si sente in colpa per fissare da lontano la porta di quella stanza senza potervici entrare, e forse proprio per questo inizia ad agitarsi. Un agitazione controllata, che la porta a muoversi per il corridoio della sala d’attesa, camminando avanti e indietro come un padre che aspetta la nascita del figlio ma ha paura del sangue e non potrebbe assistere al parto della moglie. Indossa un pigiama. Si, lei se ne sta in ospedale con il pigiama a maniche lunghe e le ciabattine di lana. Classiche, nulla di vergognoso, tutto sui suoi toni chiari e freddi, che in qualche modo erano l’opposto del suo carattere. In altre parole è tutto bianco e azzurro. Indossa il coprifronte, legato al collo dal laccetto nero, sperando che sia sufficiente quello a non farla più cacciare fuori dalle infermiere [Chakra off]L'orario delle visite sta passando, le persone vengono invitate ad andarsene via e se ne vanno lontane verso casa. In quel momento una delle infermiere si avvicina verso la ragazza sospirando amaramente <...non dovresti rimanere qui, lo sai, almeno vai dentro a salutarlo no? non puoi fare delle toccate e delle fughe> afferma lei preoccupata, incrociando le braccia mentre la osserva. <ti do due ore, poi passo per chiederti di andare a casa> e con quello l'infermiera se ne va via lasciandola da sola, ma prima con un avvertimento <comunque, il signor Uta si è appena svegliato, è ancora fermo sul letto e ci deve rimanere, hum? chiaro?> sorride lasciandola sul serio questa volta andando a fare altre cose più importanti. In quel preciso momento. Un'ombra si muoverebbe vicino alla porta. Flebo e supporto con se, braccia completamente bendate, Gamba sinistra ingessata e stampella...generalmente è uno schifo, ma almeno sta meglio rispetto a prima, sicuramente. <ciao....ho appena disobbedito alla infermiera> afferma con un mezzo sorriso soddisfatto. <...ah...eh sempre in pigiama la sera> azzarda una risatina bassa per poi sibilare dolorante per via del troppo dolore che sente in quel momento. <ah....che dolore> [ambient]
L’orario delle visite per lei non è mai esistito. Se volevo restare in quell’ospedale ci restava a costo di mettersi a dormire esattamente fuori dalla porta d’ingresso aspettando il giorno dopo. Non si è mai veramente allontanata senza un buon motivo, perché voleva essere sicura di essere presente sempre, anche se non era fisicamente con lui. Eccola, la sua nemica naturale che le si avvicina, l’infermiera di turno che ormai è così abituata a vederla piazzata lì in pigiama che se non la chiama per nome è solo un miracolo. Sospira, non potrebbe non darle ragione, dovrebbe davvero entrare in quella stanza e avvicinarsi al suo letto, ma non quando dorme, quando ha la possibilità di risponderle. <Chiaro> il tono risulta ben poco amichevole, sbuffa anche, osservando quella sua nemica naturale allontanarsi e sbuffandole dietro per poi tornare spostare lo sguardo verso la porta della camera di Uta. Un ombra inizia a muoversi e le si stringe il cuore quando lo vede in piedi contro ogni indicazione del medico. Non potrebbe rimanere ferma ad osservarlo, soprattutto dopo che si lamenta del dolore, gli corre incontro e cercherebbe di aiutarlo a tenersi in piedi, facendo molta attenzione dove lo tocca. <Cosa ci fai fuori dal letto?!> la preoccupazione è evidente, nel suo volto, nel suo tono e nel respiro, spezzato, come se le mancasse l’aria a vederlo in quello stato. Quasi le viene da piangere per averlo costretto ad alzarsi. <Forza torniamo indietro, di corsa> torniamo perché non potrebbe non accompagnarlo, anche perché immagina che non se ne tornerebbe a letto se non ce lo portasse lei con la forza. Vorrebbe aiutarlo a fare dietro front, ma la cosa che più di ogni altra vorrebbe fare è abbracciarlo, per la felicità di vederlo in quel momento. <Scusa se non sono entrata prima in camera..> cercherebbe a questo punto di fargli da appoggio e da guida per riportarlo a letto [Chakra off]<ho sentito l'infermiera lamentarsi con te...credo che lo abbia fatto a posta dato che voleva che sapessi che stava parlando con te> Sospira allargando un sorriso imbarazzato sollevando le spalle. <insomma...mi ha raccontato delle tue visite, era a metà tra il essere sfinita e trovare tutto...adorabile a detta sua> sospira il giovane mentre questa si avvicina per aiutarlo. in quel momento ne approfitterebbe e allungando il braccio attaccato alla flebo cerca di abbracciare la ragazza lamentandosi per il dolore che questo provoca, ma sembra non cedere. <non posso correre, ci torneremo zompettando...con calma> sospira alla fine facendosi guidare verso l'interno della camera alla fine fino al letto dove si mette a sedere da solo. <va tutto bene, davvero> afferma lui rimanendo seduto mentre appoggia il supporto di lato al letto. <...c'eravamo concentrati così tanto su di te che alla fine ci ha preso di mira...ero quasi riuscito a prevalere su quel medico, ma il genjutser mi è arrivato alle spalle...non sapevo neppure come liberarmi ed ho provato l'unica mossa estrema> osserva la mano con le dita praticamente legate di nuovo con i punti ancora non riesce a muoverle. <avrei preferito che ti portassero al sicuro eri praticamente circondata, il fatto che ti abbiano diviso da loro...e poi quel tizio che si muoveva alle spalle del genjutser...tu come stai?> domanda Uta aspettando la sua risposta. [ambient]
L’abbraccio la rende felice come non mai. Vorrebbe ricambiare, ma sente i lamenti per il dolore e si limita ad appoggiare per qualche secondo le mani sulla schiena di lui, senza stringere, per poi lasciarlo andare e rispondere alle parole sull’infermiera. <Quella donna mi odia. Non le ho chiesto tanto, mi bastava una piccola tendina da campeggio qui, vicino alla porta della tua camera, e non avrebbe avuto problemi con me. Sono arrivata a contrattare fino al sacco a pelo, era la mia ultima offerta, ma alla fine mi buttavano sempre fuori…> non sempre, ma diciamo la maggior parte delle volte. <E comunque mi sono allontanata. Ho sostenuto allenamenti, esami, incontri con l’hokage…uno…oggi> in realtà si è mossa poco e nulla, e se avesse potuto far venire l’hokage in ospedale o svolgere tutte le prove sul tetto di quel posto non le sarebbe dispiaciuto più di tanto eh. Lo sta stalkerando peggio di quanto lui non facesse con lei. <Non me la sentivo di lasciarti qui…> andrebbe ad affermare, bloccandosi a metà della stanza, poco prima di finire di accompagnarlo al letto, e cercare di posizionarsi vicino ad una finestra, come se le servisse dell’aria per poter continuare a rimanere in quel luogo. <Non va tutto bene…saresti dovuto scappare. Guarda come sei ridotto per colpa mia…> se non si fosse preso la briga di proteggerla ora starebbe decisamente molto meglio. Cercherebbe di avvicinarsi a lui, per sedersi sul letto, lontano da lui, ma abbastanza vicina da poterlo toccare. <Mi dispiace per tuo padre…> da per scontato che quella notizia gli sia già pervenuta. <Io sto…bene…> non sembra, considerando che non riesce a rimanere tranquilla in quella stanza, e va a rialzarsi, muovendosi avanti e indietro fra il letto e la finestra, agitata dalla solo presenza di tutti gli accessori di quel posto. <Meglio di quel che sembra> andrebbe a specificare poco dopo, senza sorridere, anzi, mangiandosi le unghie. [Chakra off]L'idea del campeggio all'ospedale lo fa sorridere <huhu un po' ma immagina di dover gestire una campeggiatrice all'ospedale e poi hai cose più importanti da fare che seguire un moribondo> continua a sorridere arrivando a ridere di gusto mentre ci ripensa <sacco a pelo..ahahah> chiude gli occhi e stringe i denti cercando di trattenersi per poi sospirare e riprendersi dalla risata <hai fatto bene ad allontanarti....alla fine sei anche diventata genin, hai parlato con l'hokage, non avresti fatto tutto questo se t'accampavi qui all'ospedale> porta la mano libera dietro i capelli rimettendoli indietro e prendendo un lungo respiro ritorna a parlare con Shade. <anche volendo non potevo, stavo cercando di tenere in salvo anche i medici insieme a mio padre...> abbassa lo sguardo <ha avuto una buona morte..> scuote il capo ripensandoci per poi guarda Shade <non ti devi dispiacere, anzi gli hanno fatto un piacere> Piega il capo di lato mentre la ascolta dire quel "bene" iniziando ad agitarsi come una tigre in gabbia. Lui si mette sdraiato senza aggiungere nulla e guarda la ragazza <Shade...scusami> assottiglia le palpebre facendogli cenno di avvicinarsi <non voglio ripetermi ma...mi dispiace che tu sia venuta all'ospedale, dovevo proteggerti io invece...tutto il contrario> Gonfia il petto e allunga la mano libera dall'ago della flebo <...se hai fame ci sono i budini alla fragola della mensa dell'ospedale..non un granché....non un granché> se non li ha ancora mangiati c'è un valido motivo <ma non cannibalizzarti le unghie, vieni qui> [ambient]
Perché ride del suo sacco a pelo? Non lo capisce, ma la cosa sembra rilassarla e arriva a sorridere in sua presenza. Si sente come se tutto quello non fosse accaduto, come se non ci fosse stato nulla a renderla ansiosa in quel modo. Ma lui si è definito un moribondo e la cosa non le piace. Preferisce non farglielo notare al momento e ne ascolta il dire con attenzione, prima di riprendere a parlare. Le viene chiesto vi avvicinarsi e lo fa. Sente l’ansia, la paura crescere. Allunga una mano verso di lui, per toccarlo, convinta che non ci sarebbe riuscita per quelle stupide cinghie nei suoi ricordi. In quella stanza, in quel momento, è come se sentisse ancora il rumore delle catene che la tenevano legata. Però quando riesce ad avvicinarsi abbastanza da accarezzargli il viso, gesto che viene compiuto quasi inconsciamente, si tranquillizza. Il problema è che poco dopo si rende conto di quello che ha fatto, del fatto che sta ancora sorridendo dolce, e arrossisce come un peperone, cercando di nascondere la cosa con i discorsi di prima. <Sei un eroe probabilmente più di me. Io ho provato a salvarti e ti ho solo fatto stare peggio > nella sua mente lei lo ha fatto stare peggio quel giorno. <A me, non mi dispiace. Ho avuto la possibilità di mettere fine a questa storia una volta per tutte, Uta. E poi non ti avrei mai abbandonato, non dopo tutto quello che hai fatto per me…anche fuori dal tuo semplice dovermi seguire… n…non potevo lasciare indietroilragazzochemipiace> ancora una volta porta le mani alla bocca, ma non si mangia le unghie, si ferma poco prima di farlo. Le parole pronunciare sono dette con un tono basso e molto veloce, quasi come se non volesse farsi capire. <Tu hai protetto tanta gente e … hai salvato Fumiko che, per la cronaca, ti ringrazia e dice che vorrebbe venirti a trovare insieme a me qualche volta. Oltre a volerti mandare le condoglianze per tuo padre…> non sa cosa fare, quindi fa per muoversi, rimanendo comunque vicina a lui. <Odio le stanze di ospedale. Fra tutti quelli a cui potevano regalarmi…proprio un medico…> parla fra se e se, a voce troppo alta però, rendendosi udibile da Uta senza problemi. [Chakra off]Non dice nulla la lascia parlare rimettendosi a sedere in modo da sollevare la schiena e muoversi meglio, piega la testa di lato mentre lei sembra non riuscire la gestione senza diventare un peperone rosso <eroe...> ripete tra se e se sospirando. <la mia caccia non è ancora conclusa...> abbassa lo sguardo verso le mani di Shade facendo intendere che appena starà meglio dovrà partire. <...ho solo fatto quello che andava fatto per la ragazza che mi piace> solleva gli occhi al cielo imbarazzato a sua volta <cioè...è un po' da maniaco... io ho qualche anno in più, però si mi piaci> afferma con più calma guardandola fissa senza neppure battere ciglio ad un certo punto. <n-non in modo platonico, intendo...quel modo> mugugna sentendo la sua situazione peggiorare sempre di più <...non dovrei dire queste cose prima di partire..anche se ci vorrà tempo, ma, mi sono ripromesso che lo avrei dovuto dire quando mi hai dato quel tonico, anche se, insomma quello non era proprio una respirazione bocca a bocca> Sorriderebbe sempre più imbarazzato guardando altrove mentre un sorriso gli compare sul volto. <ah... la signorina Fumiko ringrazia?> domanda serio guardando di nuovo la ragazza. Rimane in silenzio per un po' e sbuffa divertito <ne sono felice...ma credo che tornerà ad arrabbiarsi con me per quello che sto per fare> Solleva un sopracciglio sentendo quella frase con uno sguardo che diventa sempre più preoccupato <regalata, ad un medico?> [ambient]
Come potrebbe non rimanere di sasso sentendo quella affermazione. Si blocca, sul posto. Le braccia le cadono lungo i fianchi e lei…lei non sa come rispondere. Le piace una persona a cui lei piace. Quella semplice affermazione è sufficiente a rimuovere ogni traccia di nebbia dalla sua mente. Tutto torna come prima, anche la sua ingenuità, la spensieratezza, per un secondo tutto torna come prima. Le sembra di tornare a rivedere il mondo a colori, e poi ecco che arriva la batosta. Lo schiaffo in testa, potremmo definirlo, quello che la fa quasi arrabbiare. <No.> una singola parola e poi si riavvicina a lui, cercando di prendergli la mano. <Resta. Non serve che tu lo insegua, non devi per forza cacciarlo. Per una volta non fare il ninja e rimane fermo dove sei. Riprenditi completamente e ti pregherei di ripensarci> proprio ora che aveva trovato un briciolo di felicità, proprio ora, le ricade di nuovo tutto addosso. Il mondo le sembra più grigio di prima. Anche quando viene preso in considerazione il suo bianco, non sembra provare poi tante emozioni, anzi, è solo una scarica di dolore quella che le attraversa il corpo. Lo sa che non verrà ascoltata, ne è certa. E poi le dice che Fumiko tornerà ad arrabbiarsi con lui per quello che sta per fare. <Cosa vuoi fare che rischi l’odio di Fumiko ancora una volta?> chiederebbe, curiosa, si, ma nemmeno più di tanto. In questo momento è solo molto demotivata a fare tutto. Cercherebbe un posticino sul letto, un punto in cui può appoggiarsi senza toccare il corpo del giovane moribondo. <Uta è una lunga storia, e non è nemmeno bella. Però posso dire che è finita. Quel medico non mi farà più del male, non ne farà a nessuno e io ho ricordato un passato che preferirei non mi appartenesse. Non è importante in questo momento però, visto che la persona che mi piace vuole andarsene dal villaggio ad inseguire un assassino che già una volta gli ha fatto perdere due dita> e non ha tutti i torti, non ha senso inseguirlo ora [Chakra off]<non dico subito Shade. avevo intenzione di rimanere a Konoha per un po'> mugugna abbassando lo sguardo ma sembra che non sia intenzionato troppo a mentirgli. <ma quando verranno fuori nuove informazioni su quel uomo io dovrò cercarlo...lui era al servizio di quelle persone che hanno indirettamente ucciso mio padre e tolto praticamente tutto...e potrebbe fare lo stesso anche con altri, devo farlo, a tempo debito> assottiglia le labbra e guarda altrove ancora una volta verso il basso. <le mie ferite non guariranno presto, la sensibilità alle mani, le gambe, mi ci vorrà tempo per uscire da questa convalescenza..ma non voglio mentirti e partire all'improvviso> gli fa spazio in modo che possa sedersi ma è quell'altro che non si allontana troppo da questa avvicinando il viso al suo. <potrebbero volerci mesi, anni fino a quando non riceverò una nuova notizia su dove sia andato e se non ti dicessi questo non sarei onesto con te, vedermi partire all'improvviso nascondendoti che sono ancora in caccia...perdonami se puoi> sospira <ma lo devo anche a mio padre> La lunga storia viene accorciata in questo modo brusco dalla ragazza il quale continua a ribadire la sua ostilità nella scelta del ragazzo il quale alla fine cerca di arrivare ad un compromesso con lei <...se ricevessi delle notizie non partirò fino a quando non guarirò completamente...e se per caso le mie dita non guarissero mai più come dovrebbero, io abbandonerò questa idea di inseguire quel uomo, per sempre, rimarrò a Konoha e vivrò una vita qui, ti va come accordo?> domanda verso Shade aspettando una risposta ma, prima, è necessario rispondere alla domanda incuriosita della ragazza <è tardi per chiederlo, ma potrebbe odiarmi se io adesso ti rubassi un bacio?> [Ambient]
La situazione è più strana di quello che potrebbe sembrare, le parole di lui sono sufficienti a calmarla, ma averlo così vicino la porta a sentirsi solo più attratta da lui. La cosa la imbarazza, molto, troppo e non sa come riuscire a nascondere quelle sensazioni. Sorride, nulla di più, al solo e semplice rimanergli accanto sorride. A quel punto lui dice che quell’uomo gli ha tolto tutto e lei, ironicamente, inizia a fissarlo. Sembra cercare di trasmettere rabbia, ma non ci riesce poi tanto bene. <Grazie per la considerazione! Io sono ancora viva> ammetterebbe, facendogli forse capire che non è ancora arrivata la sua ora e potrebbe essere presa in considerazione. <Alla prossima pista, che possano volerci mesi o anni, prima di partire mi dovrai avvisare. Perché io non ti voglio fermare se la metti così. Capisco il tuo punto di vista, sotto un certo aspetto sei molto più simile a Fumiko di quanto non immagini, ma, come ho detto anche lei lo dico a te: Se cerchi vedetta lascia almeno che io ti segua> così non dovrà vederlo andare via senza nemmeno sapere se tornerà. Rimanere con l’ansia per fin troppo tempo e forse non ricevere mai sue notizie. Non lo permetterebbe ad un amico, figuriamoci al ragazzo che le piace. I loro visi sono vicini, più di quanto non si sarebbe aspettata <Accetto l’accordo…> ammetterebbe, rendendosi conto che quella strana sensazione, quella irresistibile attrazione ormai non deve più nasconderla. <No> risponderebbe dolce all’ultima domanda, trattenendo una piccola risata, forse per l’inaspettata piega che quella serata ha preso per lei. Non ha mai veramente baciato un ragazzo, se non per quella specie di respirazione bocca a bocca mal riuscita che si è ritrovata a fare su Uta stesso, quindi ora si trova particolarmente in difficoltà davanti a quella proposta e si vede che vorrebbe prendere l’iniziativa, forse per farlo sentire meno in colpa, ma le emozioni sono tante e non sa come sfogarle. Maledetta Fumiko che non le insegna ad affrontare queste situazioni in maniera normale! [Chakra off] Avvicina il volto a quello della ragazza toccandone la fronte prendendosi il suo tempo guardandola a pochi centimetri dal volto <bene> dice solo in risposta all'accordo e ancora una volta più sussurrato gli risponde con un <bene> di nuovo mentre avvicina le labbra alle sue andando a chiudere gli occhi nell'atto mentre arrivano a sfiorarsi ed a premersi. Un bacio gentile, casto eppure caldo a contatto con le labbra e questo che viene donato a Shade come se chiedesse permesso per ogni passaggio, per ogni centimetro di pelle, come se in quel bacio si stesse trattenendo nel tentativo di ascoltare la reazione e osare di più infine se permesso mantenendo il contatto per un lungo tempo. Quando, dopo quel lungo momento si distacca, rimarrebbe li, vicino tanto che il fiato può carezzare le labbra della ragazza e guardarla in viso ancora una volta con uno strano fuoco predatorio nel giovane Ma tale fuoco viene dissipato, perché nel tempo che questo si piega per chiedere ancora un bacio, IN QUEL MOMENTO IL NEMICO, L'ASSOLUTO NEMICO, si palesa nella stanza. Era la capo reparto delle infermiere, una vecchia Schaza (laida vecchia) che fa la sua comparsa all'interno della stanza con un tono di voce alto abbastanza da far sbiancare Uta che la guarda con occhi sgranati mentre entrambi sono stati colti sul fatto <AH! SIAMO QUI CHE GIOCHIAMO ALLA MERLA VERO?> [ambient]
Vederlo passare da un discorso lungo e articolato a due sussurri, niente di più, la fanno ritrovare stupita. Ma quello che la sorprende di più è averlo così vicino. Non sa se toccarlo né come farlo, ed è solo in quel momento che andrebbe ad arrossire. Il ragazzo si avvicina a lei sempre di più, finchè le loro labbra non entrano in contatto. Quello con cui ha a che fare è un bacio casto, eppure è sufficiente a non farle capire cosa sta succedendo veramente. Desidera che quel bacio diventi più passionale, senza però sfociare nell’insulso o nel volgare, e glielo fa capire, inclina leggermente la testa e porta una mano al collo di lui accarezzandogli leggermente la pelle, come a chiedergli, a questo punto, insegnarle qualcosa di nuovo, di puntare a qualcosa di più. Ma quel contatto finisce, rimangono fermi, a guardarsi, pronti a riprendere da dove si erano lasciati qualche secondo prima e TAC, arriva la vecchia del cavolo a rovinarle la serata. Lui sbianca, lei pure, ma la sua sorpresa e il suo imbarazzo si trasforma velocemente in una sorta di ironica rabbia, nata sono per nascondere la vergogna di esser stata beccata. <TU! Vecchia> appellativo migliore non esiste per quella donna, visto che è capace solo di rovinare i momenti migliori. <Dillo che mi odi. Non vedevi l’ora di metter lo zampino in un momento simile. Sei tu quella che mi fa sempre cacciare dall’ospedale> e andrebbe ad incrociare le braccia in maniera ironica, osservandola piuttosto che voltarsi verso Uta, giusto perché al momento è rossa come un peperone. <Lo sai che non entro mai in questa stanza, lasciaci solo altri dieci minuti> esagerata <Poi giusto che la smetto di accamparmi nell’atrio o fuori dall’ospedale.> e dirlo così non sta facendo altro che aumentare la sua vergogna, al punto che, quando finalmente si volta verso Uta, sembrerebbe cercarne di nascondere la faccia abbassandola. <credo proprio che non mi lascerà restare> quello è poco più di un sussurro solo per il ragazzo, e se la sente la vecchia vuol dire che ha alzato l’apparecchio acustico al massimo solo per lei [Chakra off] E nulla, l'entrata in scena della vecchia a rovinato il momento idilliaco e le provocazioni di Shade non fanno che aumentare il grado di sfida di quel nemico. Uta la osserva attonito mentre questa ride di gusto. <ah! non è una questione di odiare signorina! SI TRATTA DI NON MOLESTARE I PAZIENTI> a quel punto sarebbe Uta a mettersi in mezzo <...ma a dire il vero la stavo molestando io..> ma neppure il tempo di finire la frase e questa si intromette di nuovo <si, direi che si faceva molestare con molto piacere, ora vi siete scambiati abbastanza fluidi corporei per questa sera: tu devi riposare e tu signorina a meno che non ti rompi un braccio ora puoi andare a casa avrete tempo per queste cose e non sarà all'interno di questo ospedale> Lo stesso Uta sbuffa e guarda per terra rosso, imbarazzato a morte perché sta cercando di trattenere una risata da tutta quella assurda situazione <baba Yaga è intransigente, probabilmente utilizza le flebo dei pazienti per fustigarli se non stanno alle regole, inizio a preoccuparmi> sospira affranto appoggiando la testa contro la sua <avremmo più tempo appena sarò guarito> detto ciò la bacerebbe prima sulla guancia e poi ancora una volta ne cerca le labbra donandogli un bacio più intenso seppure breve. <ora va e riposa un po', forse domani mi danno una giornata di libertà forse dieci minuti di giardino> ne parla come se fosse una sorta di prigione. <ci vediamo li, che dici?> guarda di sfuggita la vecchia e poi sussurrerebbe a Shade <e ti prego...portami del riso non scotto e che non abbia un odore strano di morte> cerca di fare pianissimo, ironicamente sembra più spaventato da lei che dal genjutser che ha inseguito fin ora. Fatto sta che la vecchia rimane li braccia incrociate e una presenza di troppo <avanti su su, siete giovani in dieci minuti non riuscireste mai a fare quello che avete in mente di fare e poi ragazza mia aspetta che almeno sia tutto intero e non ingessato, buona notte signorina è ora di andare> e così si concluderebbe la serata, in modo strano, affascinante magari ma carico di nuove prospettive. Uta saluterebbe con la mano "buona" con l'espressione di un disgraziato in prigionia mentre Shade viene accompagnata alla porta [end obbligatoria]
Quella non è una donna, è un demone. La bestia a dieci code esiste ed è dentro l’ospedale. Maledetta vecchiaccia. <Ma io….> non riesce a rispondere in tempo che ecco un imbarazzantissimo battibecco fra Uta e l’infermiera la bloccano sul posto. A questo punto possiamo dire che si ride per non piangere. Per fortuna è troppo stanca per mettersi a litigare con quella vecchiaccia, quindi la lascia parlare in sottofondo, come il rumore di un disco rotto che può essere ignorato e si concentra solo su Uta. <Va bene. Riposa> direbbe poco prima di esser baciata, seppur in modo breve. Ci rimane male e fissa la vecchia con un espressione alquanto inconfutabile, quella è una promessa di vendetta. Quasi quasi inizia a studiare medicina solo per il non esser cacciata. <Torno domani, tranquillo.> e con tono più basso andrebbe a sussurrare <Porto anche qualcosa di buono, tranquillo> quasi come se stessero decidendo si iniziare a spacciare insieme cibo commestibile all’interno dell’ospedale. Però l’ultima affermazione della vecchia la prende in contropiede. Ci mette un po’ per arrivarci e quando ci arrica rimane a bocca aperta. <Ma cosa?! No. Io….> poi si volta verso Uta. <Giuro che non intendevo quello…stai male se ridi…> si sta scavando la fossa da sola di nuovo. <Ho capito me ne vado.> e mentre Uta la saluta come un disgraziato in prigione lei viene trascinata fuori con la forza…che bello l’ospedale di konoha! [END}