No eh, le nuvole no.

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20:18 Kouki:
  [Esterno Ospedale] Ancora una volta si trova a Konoha. Ora comincia a capire un po’ di più suo padre, costretto a fare avanti e indietro a seconda delle circostanze… comunque sia questa sera si trova in questo villaggio proprio perché è stata informata da suo padre di quanto è successo a Shade. Per una volta quindi è qui con il preciso scopo di incontrare la ragazza, dalla quale si è separata, l’ultima volta, in un modo che fatica a ricordare. I vuoti di memoria quindi sono tornati a perseguitarla e non sa se è per l’infezione o per Mirako. Già che dovrebbe andare in ospedale, ne potrebbe anche approfittare per cercare sua madre, magari. Indossa il suo solito kimono bianco e corto, smanicato e dai bordi blu, stesso colore richiamato dalla fascia che le chiude il vestito alla vita. Su tale fascia vi è la placca in metallo del copri fronte di Kusa, con il relativo simbolo. Le gambe sono avvolte da un paio di pantaloni neri ed aderenti, ma dal tessuto elasticizzato, lunghi fino a poco prima del ginocchio, mentre ai piedi porta le scarpe ninja. Guanti a mezze dita neri alle mani, con la placca in metallo sul dorso e il proprio equipaggiamento suddiviso nel porta kunai e shuriken alla coscia destra, e nel porta oggetti alla vita, dietro alla schiena. Ovviamente sul kimono è ben visibile il simbolo del suo clan Yakushi, cucito all’altezza del cuore e sulla schiena, a livello infra scapolare. I lunghi capelli neri e lisci sono tenuti sciolti questa sera, liberi di percorrere la propria schiena fino al sedere come una cascata di pece. Dolcemente alcune ciocche le ricadono in avanti sulle spalle, mentre è vistoso il contrasto che quel nero produce col proprio viso assolutamente pallido. Piccola, gracile e decisamente dimostra meno degli effettivi anni che ha… magra e pure tappa. Lentamente si avvierebbe verso l’ospedale di Konoha, pronta a lasciare il proprio equipaggiamento e, al momento, il chakra ancora attivo lungo i canali interni del proprio corpo. Espressione neutra, seria, non sembra emanare nessun tipo di sentimento al momento, concentrata solo sulla strada che le manca da percorrere, mentre i capelli ondeggiano ad ogni suo passo. La freddezza al di fuori si scontra con tutta una serie di emozioni contrastanti che sembrano danzare in un turbinio poco precisato, nutrendola di preoccupazione ed ansia che al momento riesce a mascherare alla perfezione. Ovviamente questa sera il proprio corpo è coperto dalle sue fasciature bianche, atto a nascondere le cicatrici e le bruciature che deturpano ogni centimetro della sua pelle. Una piccola mummia, avvolta dal collo ai piedi, fasciature quindi visibili laddove non ci sono i vestiti… collo, braccia, gambe e parte del petto. Dunque non dice nulla e non fa altro di particolare, se non camminare verso l’entrata dell’ospedale. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 shuriken – 6 kunai – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C]

20:25 Shade:
 In una serata, fredda e solitaria, la ragazzina sembra non riuscire a mettere piede dentro l’ospedale. E non è perché un sensei ha deciso di prenderla a schiaffi. Ha una caviglia gonfia, le fa male, la sente pulsare ma, anche se riesce a camminarci sopra, non vuole muoversi da lì per farsela curare. Chiodo schiaccia chiodo si dice, no? Magari quel sopportabile dolore potrebbe aiutarla a non pensare, potrebbe essere un’ottima soluzione a tutti i problemi. Sospira, continuando ad osservare il cielo, anche se coperto da qualche dispettosa nuvola carica di pioggia. Non ha avuto il tempo materia di tornare a casa per cambiarsi, quindi indossa quello che indossava il giorno prima anche se, per fortuna, le infermiere le hanno dato un letto su cui riposare mentre aspettava che Uta si risvegliasse. Il problema è che si è effettivamente svegliato mentre lei dormiva e le ha lasciato una lettera prima di rimettersi a riposare in maniera forzata per via del dolore. Sembra però sul punto di addormentarsi nuovamente, anche se fa freddo. Le infermiere, per gratitudine e gentilezza le hanno anche lasciato un paio di coperte che si è messa addosso per evitare di soffrire mentre se ne stava ferma ad osservare le stelle che nemmeno riesce a vedere bene. Ogni tanto la luna spunta in mezzo alle nuvole, lasciando alla sua luce la possibilità di irradiare il paesaggio sottostante. Sfortuna vuole che le luci della città la indeboliscono molto, perché in realtà è davvero un gran bello spettacolo da guardare anche quando si è fermi a terra. Indossa una maglia bianca con su il simbolo di Konoha, ancora sporca di sangue dalla sera prima e un pantalone nero lungo, anch’esso sporco anche se non lo si vede più di tanto. Sta sempre aspettando l’arrivo di Fumiko con il cambio, ora più di prima visto che preferisce non muoversi troppo su quella gamba zoppa. Però, quando sposta lo sguardo verso l’ingresso non è Fumiko quella che vede avanzare, ma la piccola Kouki. Sospira, rumorosamente, ovviamente non pronta a dover affrontare quella specie di follia che ha infettato Kouki la volta prima, ma di certo non può fingere di non averla vista, anche perché lei è illuminata e anche bene da un lampione, mentre se ne sta rannicchiata. <Buonasera> direbbe alzando una mano. Questa volta anche lei non sorride. [Chakra off]

20:37 Kouki:
  [Esterno Ospedale] Man mano che si avvicina il suo sguardo riuscirebbe a catturare diverse figure, tra le persone che vanno e vengono dall’ospedale e i vari addetti sanitari che si danno il cambio turno o sono in pausa. Ma fra quelle figure, piuttosto isolata dall’ingresso, potrebbe riuscire ad identificare quella di Shade. Gli occhi gialli si assottiglierebbero per poter carpirne i particolari e i dettagli, facendosi aiutare dalla illuminazione esterna della struttura. Tagliente come una lama, quel suo sguardo si poserebbe sulla ragazza non appena ricevuto la sicurezza che si tratti di lei… la osserva, la analizza, senza smettere di camminare e quindi avvicinandosi sempre di più, riuscendo così a captare dettagli sempre più significanti. La ragazza se ne sta seduta per terra, con una coperta addosso, e proprio per colpa di essa non riuscirebbe a vedere bene i vestiti al di sotto che indossa. Una serata come tante altre, piuttosto piatta e fredda, che non le lascia nulla di che, persino troppo nuvolosa per poter osservar le stelle. Dunque arriverebbe a pochi passi dalla ragazza, fermandosi a una distanza giusta per la ragazzina, come se avesse paura di invadere lo spazio altrui. La osserverebbe in volto, non sorride ed è decisamente diversa dal solito, ma nemmeno la piccola Yakushi si mostra espansiva e sorridente, quindi sembra che al momento non ci sia uno scambio di emozioni o parole importanti. <Buonasera.> risponde al saluto con cortesia, anche se in quel saluto vi è tutto di sbagliato. <Anche se non sembrerebbe una buona serata a dir la verità.> come al solito dice quello che pensa senza farsi troppi problemi, cercando di captare col solo sguardo se ella abbia ferite addosso, ma difficile che non glie le abbiano già curate. Solo ora si rende conto che non sa cosa dire, ne come comportarsi in quella situazione, quindi perché non essere sinceri e basta. <Sono venuta per sapere come stavi, se andava tutto bene. So solo a livello molto generale quello che è successo, che alla fine quel nemico ti ha trovata.> si, quello che la stava inseguendo. Non sa altro, non sa dettagli, ne cosa sia successo, solo quello. Sa solo che è successo e che lei è finita in ospedale in seguito. Si guarda intorno, forse cercando la figura di Fumiko o di qualche adulto che possa stare con lei. <Sei ferita?> alla fin fine quella domanda non può trattenerla ancora a lungo, dopo tutto è anche un ninja medico, se può esserle utile anche solo guarendole qualche graffio, ben venga. Tuttavia la ragazzina appare fin troppo fredda, distaccata, si rende conto in quel momento che è tutto dato dal suo non sapere come affrontare quella situazione. È solo tensione, quindi proverebbe ad emettere un profondo respiro, rilassando i muscoli del corpo e del viso, trovando quindi un’espressione più calda, meno tesa. <Non voglio sapere tutto quello che è successo, ovviamente, solo sapere come stavi.> se vorrà raccontarle qualcosa, starà a lei la decisione. Ancora permane in piedi davanti a lei, non osando sedersi al suo fianco, non ancora. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 shuriken – 6 kunai – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C]

20:55 Shade:
 In effetti la serata non ha nulla di bello. Il cielo è coperto, un suo amico è ferito e Fumiko non cammina nemmeno poi tanto bene per via delle ferite riportate in uno scontro. I suoi ricordi sono tornati e lei vorrebbe trovare la forza di far scendere qualche lacrima su quel volto ma sono evidentemente esaurite. Non ha motivo di piangere in fin dei conti. Ripensando al passato non c’è nulla che non rifarebbe…però la infastidisce la sua impossibilità a dimenticare di nuovo. <Vorrei poter dire che c’è sempre qualcosa che rende bella questa serata…> si ferma sospira e torna a guardarla. <…ma stasera non riesco a trovare molto> forse solo quella bambina in persona potrebbe essere un fascio di luce che la illumina dall’alto, ma dopo la minaccia dell’ultima volta non sa sinceramente come affrontarla e non ha molta voglia di affrontarla ora. La distanza fra loro, quella che ha sempre cercato ridurre con la forza, è improvvisamente aumentata e un po' le dispiace. <Vuoi venire sotto le coperte con me? Sono grandi> non che si fidi di lei ora come ora, ma ha paura che fuori dalle mura dell’ospedale possa prendersi una febbre se non si mette sotto le coperte. Andrebbe dunque ad aprire la specie di fagottino in cui è rinchiusa, mostrando la maglietta sporca di sangue ormai secco che andrebbe ad osservare per poi dire <Tranquilla non è mio> rimarrebbe in quella posizione prima di iniziare a raccontare la sua storia, ancora una volta per sommi capi. <Non mi ha trovata, mi ha attirata qui prendendo in ostaggio una persona cara.> ostaggio poi, lo ha letteralmente sfruttato per contattarla. <Non voleva uccidermi, voleva riconsegnarmi ad un mostro, è stato pagato per farlo.> Nulla di più nulla di meno, non sa se ha molta voglia di raccontare a quella bambina la sua storia che, tutto sommato, se paragonata a quella di Kouki potrebbe quasi essere considerata nulla. <Non sono ferita grazie a Fumiko. Quella ragazza mi ha salvata e ha salvato il mio amico…> e le ha permesso di vendicarsi di quel medico psicopatico. Quell’assassino ha pagato per le sue colpe con la vita e la cosa la porta inesorabilmente a sorridere, sollevata. A quel punto della conversazione, con i suoi dubbi, non può che chiedersi come mai sia lì per lei. Ricorda una Kouki che le ha detto che non vedrebbe l’ora di sporcarsi le mani con il suo sangue solo per divertimento, per nulla diversa dal medico che la sera prima voleva riportarla “a casa”. <E la parte di te che ha voglia di uccidermi?> si mostra leggermente fredda, quasi rattristata da quella frase, infatti non sorride e non la guarda, chiudendo gli occhi forse per vergogna di quello che le ha chiesto. [Chakra off]

21:10 Kouki:
  [Esterno Ospedale] Ascolta le parole di Shade, constatando come questa sera pecchi di ottimismo. La prima volta che l’ha vista era anche fin troppo fiduciosa del prossimo, contenta di poter morire anche solo per aver visto le stelle almeno un’ultima volta… e ora? Ora è diversa e qualcosa deve essere successo, qualcosa che la ragazzina non riesce ad immaginare. Come potrebbe? Quindi rimane immobile, ad analizzare quel suo modo di fare. Certo aveva pensato che quella sua troppa fiducia l’avrebbe portata a farsi male, ma ora che la vede più fredda e meno ottimista del solito… prova una sorta di dispiacere. Rivorrebbe la Shade di prima, ma non sa ancora come dimostrare quei sentimenti e quel desiderio, è tutto ancora troppo acerbo in lei, solo un germoglio di pensiero. <Sei viva e stai bene fisicamente. Fumiko sta bene.> pronuncia di punto in bianco, ritrovandosi a fare qualcosa che mai si sarebbe sognata di fare. La parte dell’ottimista. <Sono già tre cose che potrebbero rendere almeno sopportabile questa serata.> una breve pausa, prima di continuare scuotendo appena la testa. <Ma non so cosa sia successo, non so cosa frulla nella tua testa e come sei ridotta emotivamente, quindi non posso dire se effettivamente ci sia qualcosa che possa rasserenarti.> si ritrova ad essere leggermente impacciata, quel ruolo non le compete, eppure quel dire le è apparso spontaneo. Si sente stupida, una sciocca infantile e per questo il viso arrossisce lievemente. Non dice altro, semplicemente osserva quelle vesti sporche di sangue mentre le offre la protezione di una coperta, ma la ragazza si affretta a dire che non è il suo sangue. <E di chi è?> domanda del tutto normale e logica, che si lascia sfuggire senza remore. Rimane immobile ad ascoltare quel breve resoconto, sempre qualcosa in più di quello che veramente sapeva… e di nuovo non sa come replicare. <Mi dispiace. Il tuo amico sta bene? La questione si è definitivamente risolta?> quelle sono le domande che più le premono, e nonostante tutto il tono è caldo e sincero, domande spinte dalla curiosità e dalla preoccupazione per quella ragazza. Ma mentre sta per muoversi verso di lei per accettare quell’invito, l’ultima frase è una pugnalata al cuore. Non saprebbe nemmeno come definire quelle sensazioni… come se una lama fredda e tagliente le si fosse conficcata lentamente nel petto, spingendo nella carne. La blocca sul posto, il viso si irrigidisce e lei diviene una statua bianca. Non ha ricordo di quello che sia successo, non ha ricordo di come si sono lasciate l’ultima volta… ma ora una cosa è certa, non è colpa dell’infezione ma di Mirako. Mirako le ha detto qualcosa e quel qualcosa ha portato Shade a farle quella domanda. Lo stomaco di contorce, le viscere si stringono e il fiato le manca, come se una morsa gelida le stia stritolando i polmoni. Per la prima volta da quando ha ricordo qualcuno le rinfaccia qualcosa che ha fatto l’Altra. La fa cadere in un turbinio di sensi di colpa, paura, terrore, impotenza. Deve quindi stare davvero alla larga da Shade? <Mi dispiace, non ho alcun ricordo di come ci siamo lasciate l’ultima volta, e non ricordo quindi di averti detto nulla di simile. Ma se l’ho fatto… mi dispiace. E se vuoi starò alla larga da te.> sente un groppo alla gola stringersi e strozzarle la voce, mentre gli occhi pizzicano per via di lacrime che ancora non si sono palesate, ma sono in dirittura di arrivo. <Volevo solo sapere come stai, nulla di più.> mormora appena, come a tranquillizzare lei e se stessa, che ora appare ancor più piccola che mai. Non sarebbe dovuta venire, non avrebbe dovuto fare niente del genere. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 shuriken – 6 kunai – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C]

21:30 Shade:
 Che cosa ha fatto. Se la è davvero presa con una bambina per sfogare il rancore che si porta dentro? Finalmente le lacrime fanno la loro comparsa sui suoi occhi quando la piccola Kouki si blocca sul posto e inizia a parlare. Tutto quello che ha detto prima non sembra importarle per nulla. Si alza in piedi, con tranquillità, muovendo il primo doloroso passo da quando è uscita fuori dall’ospedale. Una fitta di dolore alla gamba destra che, durante la lezione con la sensei si è presa una bella botta, la porta a emettere un esclamazione di dolore. Si era abituata a stare bene da ferma, il dolore le sembrava sopportabile al freddo, ma ora a camminarci sopra ne sente le fitte. Cercherebbe di non metterci troppo peso su, avanzando verso Kouki, a braccia aperte, tanto i vestiti sono asciutti dopo così tanto tempo. <Mi dispiace. Mi dispiace tantissimo Kouki. Io sono stata stupida, ok?> voleva seguire il suo consiglio, smettere di fidarsi ciecamente della gente, smetterla di dare completa fiducia a qualcuno, ma partire da lei forse è stato troppo. <Se ti avessi incontrata ieri…forse sarebbe stato tutto diverso. Io davvero voglio esserti amica, io davvero voglio restare al tuo fianco, va bene? Non ti abbandonerò anche se quando mi sentirò di nuovo minacciata. Ho sopportato tanto e se è per te sopporterò ancora> ma non ce la fa più, si vede che non riesce a tenersi tutto dentro, si vede che le fa male aver ricordato. Lo si vede dal suo comportamento, si sente davvero molto stanca, sembra esausta e più cerca di dimenticare più si fa presente in lei quella stanchezza. Non sa con chi parlarne e non vorrebbe ammorbare quella bambina con i suoi ricordi, ma vorrebbe farle capire il motivo per cui si trova in quella situazione. <Quando avevo 10 anni io e mia madre siamo state rapite, da qui, da Konoha, e portate chissà dove fuori dalle mura di questa città. Ci hanno “regalate” ad un uomo che si divertiva a testare le due abilità da medico sulla nostra pelle. Con me ci è sempre andato leggero, ma mia madre…> Inizia a tremare, se la bambina si fosse fatta abbracciare, la sentirebbe tremare fra le sue braccia. <Lei ha sopportato tanto per me. Ma quel tanto era troppo…quel troppo l’ha portata alla pazzia e…alla fine non faceva altro che gridare. Mia madre non è sopravvissuta molto dopo quello…e quell’uomo aveva iniziato a prendere di mira anche me.> cercherebbe di soffocare la paura e l’ansia che quelle parole le generano, sempre per non ammorbare quella piccola. <Quando l’ho rivisto ieri ho ricordato tutto…avevo dimenticato un anno della mia vita per un buon motivo e ora vorrei solo dimenticarlo di nuovo.> come se fosse una cosa semplice. <Ma non per questo devo prendermela con te> sarebbe disposta a sopportare per lei, anche le torture. A quel punto cercherebbe di lasciarla, indietreggiare leggermente se possibile e mettersi in ginocchio, per non caricare di peso la gamba sana e finire per il renderle difficile l’utilizzo anche di quella. <Mi dispiace. Solo che, vorrei sapere qualcosa su quella parte di te…per sapere anche come comportarmi in sua presenza. Non ti abbandonerò, Kouki.> un qualcosa della vecchia lei è rimasta [Chakra off]

21:53 Kouki:
  [Esterno Ospedale] La ragazza si alza, e l’unica cosa che salta all’occhio e alle orecchie della ragazzina è quell’esclamazione di dolore unita a quel zoppicare. Ha un problema alla gamba o alla caviglia, comunque all’arto che le fa male. La preoccupazione spingerebbe la ragazzina a mettere tutto quanto in secondo piano in favore della salute dell’altra. <La gamba, cos’hai?> Cavolo se è cambiata dai primi tempi. O forse è qualcosa che succede solo con Shade? <Non sei stupida, non capisco.> non comprende davvero quella sua affermazione, ma non si allontana da lei, lascia che si avvicini allargando le braccia… e senza capire alcunchè di quello che le sta succedendo, si lascia cingere fra le braccia della ragazza. Non si muove, le braccia rimangono lungo i fianchi mentre Shade invece la stringe a sé. <Mi dispiace se ti ho minaccia.> riesce a pronunciare solo questo… se l’altra si è sentita minacciata vuol dire che le ha fatto paura, che Mirako ha fatto qualcosa. Ha sopportato tanto… ma cosa? Lei non sa niente di quella ragazza, e se avesse peggiorato qualcosa? Mille dubbi e domande che però hanno risposta non appena la ragazza le racconta quello stralcio del suo passato. Un altro pessimo passato dopo quello di Fumiko. Ancora una volta si rivede in qualcun altro, ancora una volta si rivede persino in quella madre che è impazzita al seguito delle torture. La madre ha sopportato tanto per la figlia, come Mirako ha sopportato tanto per lei. Sente quel corpo tremare e solo allora solleverebbe le braccia per abbracciare anche lei quella ragazza. Un contatto molto intimo, che per il momento la piccola riservava solo per i suoi genitori e nessun altro. Ma si lascia abbracciare e ora ricambierebbe anche. La mano destra passerebbe sulla schiena dell’altra, gli occhi aperti, sbarrati, ma nascosti a Shade data la differenza di altezza, ad osservare quindi il suo petto probabilmente o poco più in basso. La mano destra inizierebbe ad accarezzarle la schiena, piano, dolcemente, mentre lei si ritrova a fare qualcosa che esula dalla sua natura. Confortare. <Sfogati Shade. Sfoga tutto quanto… urla, piangi. Fai quello che può farti sentire bene. Parlare fa sentire meglio, così come anche vendicarsi. Ma per il momento lascia andare tutto quello che senti.> ripete a Shade quello che suo padre in passato aveva ripetuto a lei… tralasciando la parte della vendetta. Parlare con qualcuno fa stare meglio, sfogarsi emotivamente pure. Questo ha imparato e questo ribadisce alla ragazza. Se ne prende cura, soffocando il magone, mentre gli occhi si riempiono di lacrime e persino lei vorrebbe urlare tutta la frustrazione che sente. La testa fa male, gira e scoppia e non capisce più se la sua vista sia offuscata per le lacrime o per il male che l’affligge il sangue. Un lungo silenzio, prima di rispondere a quella sua ultima affermazione. <Quella che ti ha minacciata era Mirako. Si è voluta chiamare così, ma originariamente si faceva chiamare E-001.> una piccola pausa, la voce trema da un leggero pianto. <E-001 sarebbe il mio nome, il mio codice. Ma mi sono ritrovata a Kusa circa un anno fa, senza ricordi e dei mercanti mi hanno chiamata Kouki.> sospira, cerca di rilassarsi, di trovare un modo per raccontare tutto quello. <Ho ricordato in seguito. Lo scienziato che mi ha creata in laboratorio, cresciuta come cavia a suon di esperimenti, torture e punizioni. Sfruttata e testata in ogni modo.> lei non trema, è solo stanca. <Io… sono come tua madre. Sono impazzita, non ho retto tutto quello che mi veniva fatto e la mia mente si è spaccata. È nata Mirako per proteggermi… ma è cattiva. Condividiamo lo stesso corpo, ma abbiamo menti diverse. In sua presenza… devi fare molta attenzione a non voltarle mai le spalle. Non mostrarti spaventata o debole, lei è sadica ed adora queste cose.> la mette in guardia insomma, le da piccole perle per tenere testa all’Altra. <Molto spesso quando lei emerge io non ho controllo e non ricordo. Per questo non ho idea di che cosa ti abbia detto, e me ne dispiace.> conclude il suo dire, in quelle confessioni che le due si fanno. <Ma voglio che ora ti concentri solo su di te. Su di te soltanto e che tu ti senta libera di dirmi o non dirmi tutto quello che vuoi. Chiaro? Sediamoci… parliamone con calma, hai appena ricordato tutto ed è bene che tu ora metabolizzi. E se vuoi starò al tuo fianco.> ci mette il cuore in quelle parole, così strane per lei, così lontane dal suo essere. Ma è quello l’effetto che Shade le fa. Lei quando ha ricordato gran parte delle cose era sola, ha passato notti insonni costellate da incubi, ha passato periodi bui, non vuole quindi che la ragazza stia sola, non ora. Non adesso. Continuerebbe ad abbracciarla, a tenerle la mano sulla schiena, con quel fare dolce che forse appartiene solo alla vera Kouki. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 shuriken – 6 kunai – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C]

22:32 Shade:
 La sente, sente la preoccupazione di quella piccola bambina e ne rimane affascinata. Ma non è il momento di discutere di quello che le è successo alla gamba, è il momento di prestarle attenzione, di farle capire che, qualunque cosa accada lei stasera ha sbagliato, perché sa che non succederà mai più una cosa simile. Aveva paura dell’unica persona di cui non si sarebbe mai dovuta preoccupare. <Tranquilla, in accademia una sensei è riuscita a prendermi a calci prima di andare in missione> colpa sua che è stata lenta nei movimenti. Il cambiamento era inevitabile, quei ricordi sono troppo dolorosi, troppo vivi nei suoi ricordi che permetterle di salvare quel cuore ingenuo e puro. Lei, d’altro canto, sta facendo di tutto per tenerlo al sicuro, nascondendolo alla vista del mondo per non lasciarsi corrompere dall’odio che il mondo le sta porgendo su un piatto d’argento. Quando trema si sente ricambiata nell’abbraccio e, lentamente, smette di sembrare un cellulare con la vibrazione attivata che riceve trecento chiamate al minuto. Quello che la bambina si ritrova a fare per lei, il cercare di consolarla, di confortarla e il chiedere di tirare tutto fuori. Come potrebbe davanti ad una ragazzina così piccola? Raccontarle l’odio che le sta nascendo dentro, non per il mostro che l’ha consegnata al medico e non per il medico stessa, ma per se stessa, potrebbe essere il modo migliore di liberarsi di quel peso e tornare, seppur in minima parte, come prima. Ma poi Kouki le racconta la sua storia. La bambina ha avuto un passato molto simile al suo, no, non simile, di gran lunga peggiore. Quel mostro che, giusto il giorno prima, lei ha ucciso non ha mai avuto la possibilità di sfruttarla fino in fondo per i suoi giochetti. Si divertiva con la madre, invece Kouki ha sopportato tutto. Capisce la necessità di far nascere una parte di lei più forte, più resistente che è riuscita a prendersi cura della bambina che ora ha di fronte, capire il motivo per cui Mirako è così. <Kouki.> accetterebbe con estrema felicità l’idea di mettersi seduta, per evitare di sforzare quella gamba ancora e ancora. <Io mi sarei spezzata a mia volta se non fossi riuscita a fuggire> cercherebbe di avvicinarsi al muro, con passo incerto, per potersi nuovamente accasciare a terra, quasi come se avesse un pugnale in quella caviglia che non le permette di muoversi. Se la ragazzina l’avesse accompagnata le avrebbe indicato il posto accanto a lei per poterla avere vicino. <Non sento il bisogno di raccontare la mia situazione in quel posto. Era freddo, buio e sporco continuamente di sangue e escrementi…> non vivevano bene lì. <Mia madre era bloccata a letto…poco lontano dal letto c’era un tavolo operatorio perennemente illuminato e lui continuava a prendersela con lei e io ero costretta a vedere tutto.> costretta perché non aveva modo per nascondersi alcune volte, non poteva nemmeno portare le mani sopra gli occhi. <Ma nell’ultimo periodo a mia madre era stato tolto tutto. Non poteva più camminare, non vedeva e l’unica cosa che le era rimasta era la voce. Una sera il mio carceriere è tornato a casa ubriaco. Voleva uccidermi per poi cercare di riportarmi in vita, ma l’ho spinto via, ha battuto la testa ed è svenuto. Io ero finalmente libera, libera di scappare e lasciarmi alle spalle tutto. Mia madre però ha iniziato a supplicarmi di ucciderla. Diceva che se l’avessi lasciata lì sarei tornata a salvarla e sarei stata ricatturata. Lo ha gridato così forte, così tante volte, che è riuscita a convincermi…mi sono sentita costretta a farlo. Così l’ho pugnalata con il Kunai che, poco prima, pendeva sul mio cuore e sono scappata.> a quel punto si volterebbe verso la ragazzina, allungando una mano verso il volto di lei, per accarezzarlo e magari asciugare eventuali residui di lacrime con il pollice. <Il problema è che, tutt’ora credo che lo rifarei. Perché fra lasciarla nelle mani di quell’essere e ucciderla, la morte mi sembrava una punizione meno dolorosa. E mi odio per questa, mi sto odiando veramente> lei che ripudiava la morte, che amava la madre, la ucciderebbe di nuovo. <Tornando a te> ed è giusto che lei lo dica. <Io ti voglio bene, così come sei. Non mi interessa il tuo passato e non mi interessa cosa farai in futuro. Ma se Mirako può sentirmi, vorrei che sapesse che la ringrazio. Mi ha permesso di conoscere una bambina bellissima, e ha sopportato molto dolore al posto tuo. Un giorno glielo dirò di persona, ma per ora, grazie> che la senta o meno, si sente in dovere di ringraziarla. <Grazie di essere così come sei.> compre Kouki questa volta. [Chakra off]

23:02 Kouki:
  [Esterno Ospedale] Si sente così tranquilla con Shade, che non credeva che quella ragazza potesse tirarle fuori lati di quel suo carattere ancora sconosciuto. Che dire? Cosa fare? Lei le spiega solo in maniera generale il perché di quel dolore alla gamba, e la ragazzina semplicemente la osserverebbe per cercare di capire solo con lo sguardo cosa potrebbe fare per lei. Ma se si tratta solo di una botta, forse il riposo e qualche pomata potrebbero fare al caso suo. Purtroppo è ancora una praticamente e non saprebbe bene cosa dire senza una visita… ma comunque Shade non si vuole focalizzare sulla sua gamba, e nemmeno la Yakushi. Per quanto possa sembra poco professionale, al momento le interessa solo che quella ragazza si sfoghi, le parli, le confidi tutte le sue paure. Ci tiene perché non vuole che rimanga sola con i suoi dubbi come è successo a lei tempo addietro. Ha bisogno di sedersi e fortunatamente la ragazza accetta quell’invito e pian piano si avvicinerebbero al muro di prima, dove era seduta Shade. Piano, lentamente, mentre la giovane inizia a parlare. Si siede accanto a lei, vicina, senza lasciare la sua solita distanza di sicurezza. Il viso voltato verso di lei, lo sguardo attento e le orecchie pronte ad ascoltare quella terribile storia. Terribile quanto quella di Fumiko, che ha subito la violenza peggiore che si possa avere in età infantile. Costretta a guardare mentre la madre veniva torturata ancora e ancora, mentre veniva privata di tutto, anche della speranza e della sanità mentale. La Yakushi si rivede in tutte loro, così come forse anche loro si potrebbero rivedere in lei. Passati simili, ma ognuna delle tre ha reagito in modo diverso. Legata ed impotente a subire… come lei, come Shade e come Fumiko. Cosa deve essere passato per la mente di Shade in quei momenti, nella mente di una bambina… così diversa da lei e nella situazione, nel vedere una persona tanto amata torturata. Ascolta quella storia, e una domanda le sorge spontanea, forse troppo. <Perché non hai ucciso lui che era svenuto?> ma poi chiude gli occhi. Inopportuna, ecco come potrebbe sembrare ora. Così come lo è stata per Fumiko. Stare con Shade le fa capire quanto ha sbagliato con la donna, eppure si era sentita così colpita dalla storia di Fumiko, da doverne distaccare. <Hai fatto quello che ritenevi giusto e che ti stava chiedendo tua madre. Come sarebbe sopravvissuta senza più niente? Quali orrori avrebbe continuato a vivere? Sarebbe durata?> scuote appena la testa, cercando di dire la sua. <Eri piccola, da sola, impotente. Spaventata a morte per te stessa e tua madre dopo aver sentito più e più volte le sue urla nella testa.> Shade le accarezza il viso, ma lo farebbe anche la ragazzina. Allungherebbe le sue piccole mani fredde per poter cercare di prendere il viso dell’altra fra di esse. Guardarla dritta negli occhi con sicurezza e consapevolezza. <Non ti devi odiare per questo. Le hai risparmiato molte sofferenze. Capito?> è così che la pensa lei, e lo penserà sempre. Se qualcuno l’avesse uccisa tutte quelle volte che ha provato quel dolore così intenso da farle desiderare la morte stessa… probabilmente lo avrebbe ringraziato. Ma poi la ragazza va a dire qualcosa di particolare… qualcosa che la tocca nel profondo e che va a scuotere persino Mirako, nel suo profondo. Ringrazia. Sente qualcosa muoversi dentro di sé, sente Mirako che spinge per tornare a galla, la sente con un animo diverso. Sente la sua confusione, il suo essere così spaesata, come se non avesse sentito bene. La ragazzina corruga la fronte, ma non può fare a meno di sorridere. Un piccolo sorriso. <Grazie a Mirako… per avermi protetta.> anche lei vuole fare i suoi ringraziamenti. <Le ho già chiesto scusa molte volte per essermi nascosta dietro di lei… era così arrabbiata con me. Ma ora che l’ho accettata e che c’è una sorta di equilibrio, io scopro ogni giorno qualcosa di me.> qualcosa di nuovo. Con i suoi genitori ha potuto notare i primi cambiamenti, ma è con Shade che sta vivendo qualcosa di totalmente nuovo. <Shade… io non lo so il perché, ma tu mi fai essere in un modo che non avrei mai pensato. Sono sempre stata convinta di essere un mostro, un’assassina, incapace di provare nulla. Ma con i miei genitori ho iniziato a capire che ero diversa, e con te… non so. Sei così strana.> potrebbe sembrare quasi un insulto, ma si affretta a correggersi. <In positivo ovviamente.> sa essere un’infida bastarda, certo, ma in questo preciso istante si sente totalmente diversa. <Mi sento bene, e vorrei che sia lo stesso anche per te.> anche se lei forse non è proprio la più adatta a dare consigli. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 shuriken – 6 kunai – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C]

23:28 Shade:
 Il cielo va a schiarirsi lentamente, ma le stelle non si mostrano, si nascono all’ombra della luce della luna, bellissima e prepotente, la luna piena comanda il cielo di notte come fa il sole durante il giorno. Per un secondo volge lo sguardo verso l’altro e sospira. Con l’aria cercherebbe di lasciare andare anche una preghiera ai Kami, una preghiera che le chiede di non far permettere alla maledizione che l’accompagna di colpire anche la piccola Kouki. Perché se non ha ancora iniziato a farsi chiamare in quel modo è anche grazie a lei. Poi torna sulla piccola Kouki alla quale ricomincia a sorridere. L’innocenza del suo sorriso è scomparsa, lasciando spazio alla malinconia, ma trasmette sempre lo stesso messaggio: è felice di essere lì con lei. Anzi, a dir la verità, è probabilmente più felice di avere con se Kouki piuttosto che Fumiko. Non sa come prenderebbe la giovane donna quella storia, ma ha paura che cerchi di consolarla troppo o di fare altro e lei ha solo bisogno di avere qualcuno accanto al momento. Una persona silenziosa magari, una persona che non si permette di giudicare, o se lo fa non lo dice ad alta voce, e Kouki rientra perfettamente in quella descrizione. <Perché avevo paura di lui> ammetterebbe con non poca tristezza. <Avevo paura che si svegliasse da un momento all’altro e mi uccise. Lui era forte e io avevo 10 anni. Lui non si è limitato a torturare fisicamente e mentalmente mia madre. L’ha umiliata, l’ha violentata…lui l’ha uccisa prima che lo facessi io.> ma ha paura che la bambina potrebbe non capire quel passaggio e si corregge. <Il suo animo, la sua allegria, la sua forza, l’hanno abbandonata in poco tempo> e quello che si era lasciata dietro era un guscio vuoto che continuava a gridare, giorno dopo giorno, nelle sue orecchie a qualunque ora. Poi si sente consolata sulla questione della madre. Si, era sola ed impotente, era anche abbastanza piccola, ma se fosse stata un ninja, o se fosse stata più forte, si sarebbe dovuta ribellare a quella distruzione, a quell’uomo. Ha pensato più e più volte di morire, sarebbe stato decisamente molto più semplice, meno doloroso, ma non sapeva come fare e non aveva comunque il coraggio di farsi del male da sola. L’istinto di autoconservazione a volte sa essere abbastanza bastardo. E poi si torna su di lei, ne ascolta il dire e si concentra su quel ringraziamento che va ad effettuare la bambina verso la parte più oscura della sua personalità spezzata. <In alcuni momenti bisognerebbe dire solo grazie. Sentirsi sempre chiedere perdono a volte è fastidioso> ne sa qualcosa, la madre glielo ripeteva di continuo. <E si, grazie per essere riuscita ad affrontare tutto quello e per essere entrata nella mia vita. Grazie Mirako, grazie Kouki> però le vecchie abitudini non cambiano mai <e scusami per averti detto quelle cose prima> appunto, lei se non si scusa inizia ad andare in panico, in depressione direttamente. Poi si torna a parlare di lei, anzi di loro, di come sono quando sono insieme. <Essere fuori dagli schemi a volte è divertente, ti permette di osservare il mondo da una prospettiva che gli altri ignorano> per poco, per davvero molto poco, solo per la durata di quella frase, torna a sorridere con la dolcezza e la spensieratezza della prima volta che si sono incontrate. Anche Kouki ha un ottimo effetto su di lei. <Io sto bene, quando sono con te. Per Mirako cercheremo un punto d’incontro se vorrà.> le lascia la possibilità di scegliere. Potrebbero anche essere amiche, se vorrà. [Chakra puff]

23:46 Kouki:
  [Esterno Ospedale] Anche lei è una ragazzina ora. Poco più che una bambina ed era ancora più piccola quando sono iniziate ad apparire quelle cicatrici… potrebbe anche dire di averle da quando è nata, soprattutto quelle create dagli aghi. Dopo tutto gli esperimenti su di lei sono iniziati da quando era poco più che un embrione, manipolata e creata come quello scienziato voleva. Non ha ricordi del suo passato che non siano dolorosi, quelli belli, quelli che vale la pena tenere a mente, sono iniziati quando si è ritrovata a Kusa, quando ha incontrato suo padre. Poi ha creato bei momenti con sua madre, con Nahira, Hiroki, per quanto entrambi siano poi spariti… con Shade sta iniziando ora e anche con Fumiko. La sua vita sta cambiando in meglio ora, ma le sue idee, il suo cervello, è ormai plasmato da tempo. Ascolta la spiegazione di Shade, di quanto lei fosse piccola ed impaurita, invece quell’uomo era forte e psicopatico. Annuisce, non può dire altro, se non rabbrividire nuovamente al suo di quella parola, al suono della violenza carnale. Solo i Kami sanno quanto la odia. E comprende, sa cosa voglia dire la ragazza, sa quanto si può morire solo con quella. <Ho compreso, tranquilla. Capisco cosa voglia dire.> essere morti anche se il cuore batte ancora. Lo ha provato anche lei… e come riesce a comprendere Fumiko, riesce anche a comprendere Shade. <Ora sei qui. Per quanto quei ricordi sono dolorosi, appartengono al passato e tu ti devi concentrare sul presente e sul tuo futuro. Senza lasciarti condizionare.> qualcosa di simile lo aveva detto anche Fumiko, forse. O forse sta solo mescolando parole che si è sentita dire dai suoi genitori e anche dalla donna. Sta facendo sue quelle parole per poterle passare a Shade… perché per quanto lei sa quanto sia difficile vivere con quei ricordi, sa di logica che quelle sono le parole più adatte. <Io… sembro la classica persona che forse predica bene, ma poi non segue le sue stesse parole. So quanto sia difficile convivere con dei ricordi che si erano dimenticati. Tornano come incubi ed è per questo che io non dormo e non mangio bene.> si riallaccia al discorso dell’altro giorno, accennando un sorriso malinconico ma quasi divertito. <Ma con le persone giuste affianco, pian piano tutto migliora. E lo posso confermare, anche se a fatica… se dormo nel letto con papà, mi sento meglio per adesso. Per questo non vorrei che tu rimanessi sola, non in questo momento.> si premura nel dirglielo, ma lei non sa se può trattenersi a Konoha, ha delle faccende da sistemare, deve vendicarsi del suo creatore. <Stai vicino a Fumiko, potreste aiutarvi a vicenda, magari per stanotte potrei rimanere anche io con te.> solo per una notte, solo per una… se non ci fosse la questione di Otsuki si fermerebbe anche di più. <Dovrei portare qualcosa a Fumiko. Non mi sono comportata bene con lei l’ultima volta, e stando con te, adesso, me lo fa capire.> troppo distaccata forse, avrebbe dovuto mostrare più sentimento. Una mano viene portata alla propria testa, mentre un sorriso divertito ed incredulo affiorerebbe. <Mamma mia… come sto diventando?> non sa effettivamente se schifarsi da sola oppure no, una cosa è certa, a Mirako sta venendo il diabete. <Non ti devi scusare, figurati.> non se l’è presa, non si sente offesa ne altro. annuisce a quelle sue ultime parole, non sapendo bene come effettivamente Mirako potrebbe prenderla. <Si potrebbe provare, si. Con le giuste precauzioni.> non le piace comunque il fatto che l’abbia minacciata, proprio no. Comunque sia, se lei vorrà, rimarrà insieme a lei per quella notte, ovviamente facendo in modo che suo padre lo venga a sapere… e per il momento resterebbe accanto a quella ragazza, capace di farla comportare in maniera così fuori dagli schemi. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 shuriken – 6 kunai – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C][END]

00:10 Shade:
 I momenti dolci possono durate in eterno quado si ha Shade appresso. E probabilmente quella ragazzina il diabete lo ha dalla nascita. A questo punto non hanno più molto da dirsi. Si sono capite, più di quanto si aspettarsi e questo le fa male, perché inizia a considerare questo mondo ingiusto e vorrebbe, con tutta se stessa, donare a Kouki quel cuore innocente che fino a poco tempo fa la caratterizzava. Solo che rimanere sola, per quanto la spaventi, crede che la aiuterà, proprio per questo troverà il modo di scappare da quella casa per qualche giorno. <Tranquilla, non credo che io smetterò di mangiare> si guarda il corpo, chiedendosi se non sia effettivamente il caso di smetterla perché a breve inizierà ad ingrassare visibilmente. <Nella casa nuova abbiamo già rifatto i letti, che ne dici se andiamo a dormire lì? Ci dovrebbe essere un letto a una piazza e mezzo e una matrimoniale entrambi liberi, tanto Fumiko come minimo è ancora nella vecchia> insieme alla copia di Raido o all’originale, non si sa mai. Ma non hanno un posto lì per mettersi a dormire le due ragazzine. <Tranquilla, Fumiko ti vuole bene anche se avete discusso> e le fa male ammettere che è proprio lei la persona di cui meno si fida in questo momento di crisi. Ma non sa cosa le sta nascondendo e ha paura ad affrontarlo. Non si smentisce, prova a cambiare la gente e ha una brutta influenza anche con Kouki, ma non sembra dispiacerle poi più di tanto. <Però mi fa piacere che ti sei aperta a me, mi rende felice> non è facile raccontare il proprio passato ad una persona che si conosce da un paio di giorni. <Andiamo dai!> cerca di alzarsi, ma la fitta al piede la blocca e inizia a zoppicare verso casa con una forza di volontà che fa impressione. Alla mattina successiva se ne andrebbe presto cercando di non svegliare la bambina lasciandole un messaggio in cucina insieme alla colazione. L’unica che veramente non vuole far preoccupare a questo mondo. [END]

Per la serie del "A noi piace la pioggia" avere a che fare con un cielo nuvoloso porta le ragazze a rattristarsi e raccontarsi i segreti. A noi piace o la pioggia o le stelle, le nuvole da sole no.