Allenamenti e occhi pesti

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10:30 Kyokawa:
  [Esterno mura - Versante Nord] Passeggia lentamente il deshi, lungo il perimetro esterno delle mura del villaggio, poco distante dal portone di accesso del versante Nord. I capelli albini di media lunghezza sventolano alle folate di vento che ogni tanto spirano da est, in una giornata che non lascia intravedere il suo futuro climatico: sole o pioggia, si scoprirà soltanto nel corso delle ore. Gli occhi rubino osservano curiosi il fossato e, ogni tanto, vengono richiamati dal passaggio di un treno. Intorno all’occhio destro, un alone ecchimotico violaceo lascia intuire che qualcosa è andato storto nelle giornate precedenti: il ragazzo ha infatti ricevuto un calcio sul volto proprio la sera prima, durante un allenamento. Indosso delle vesti per una giornata tranquilla: dei calzari da passeggio, comodi, ma meno pratici su terreni impervi e non adatti al combattimento; pantaloni larghi color grigio spento; una maglia nera attillata, con un disegno nella parte anteriore raffigurante un fiocco di neve; alle mani i soliti guanti Ninja. Essendo quindi totalmente intenzionato a non intraprendere scontri o battaglie di sorta, l’attenzione è rivolta al non allontanarsi troppo dal portone; tuttavia, essendo comunque all’esterno del villaggio, con se porta l’equipaggiamento recentemente acquistato: alla gamba sinistra è infatti legato il piccolo accessorio per portare armi da lancio con dentro tre Kunai e tre Shuriken; al fianco sinistro, in bella mostra, il kunai a tre punte; appoggiati in testa porta gli occhiali monolente, tenuti ben saldi dall’elastico posteriore che si avvolge dietro la nuca. [Gamba sinistra: porta Kunai e Shuriken - 3 Kunai e 3 Shuriken / Fianco sinistro: Kunai a tre punte / Testa: occhiali monolente]

10:34 Haran:
 Finalmente sembra che il maltempo abbia deciso di abbandonare le terre dell'Erba. Un sole parzialmente coperto saluta quest'oggi il Villaggio di Kusagakure portando la giovane Akira a sentirsi pronta ad una nuova giornata di allenamenti e ronde. Approfittando del tempo più mite decide di uscire, di godersi un po' di sole invece che rimanere chiusa ai Quartieri Uchiha per nuovi allenamenti. Indossa una specie di aderente tunica rossa che dal collo discende la sua figura fino alle cosce aprendosi sui lati delle stesse in due spacchi ampi ma non molto lunghi. Una cerniera sottile percorre il busto della ragazza mentre le spalle e le braccia son lasciate prive di maniche. Tuttavia esse non si presentano scoperte in quanto Akira indossa un paio di manicotti neri che dai bicipiti scendono morbidi e stretti fino ai polsi lasciando visibili spalle e dita. Sotto la tunica porta un paio di shorts bianchi che arrivano a metà coscia mentre dalle ginocchia in giù è possibile notare la presenza di un paio di stivali da kunoichi privi di tacco. Comodi, silenziosi, sicuri. Una tasca porta oggetti è assicurata alla vita dove una cintura le circonda i fianchi mentre il coprifronte di Otogakure donatole da Katsumi è assicurato attorno alla coscia destra. Appare come una figura giovane, fresca, dall'età apparente non superiore ai diciotto anni. Un fisico snello, esile, in evoluzione. Gli allenamenti ne stanno forgiando la compattezza e la forma: la luce del sole ha reso meno pallida la sua pelle seppur essa sia ugualmente molto chiara e la corsa nelle missioni o nelle ronde ha portato quel fisico magro e smunto a divenir più sodo e resistente. I capelli neri arrivano all'altezza delle spalle e contrastano con la pelle d'avorio e le iridi bicromatiche mentre l'armonia del viso è interrotta dalla presenza di un paio di occhiali dalle lenti rettangolari e la montatura cremisi. Avanza tranquilla dirigendosi verso l'esterno del Villaggio, apprestandosi dunque ad impastare il proprio chakra in segno di un'abitudine ormai radicata nel tempo ogni qual volta si trova a lasciare i Quartieri. Le mani verrebbero portate all'altezza del plesso solare a comporre il sigillo della Capra. La mente verrebbe sgombrata da qualunque tipo di pensiero e lasciata libera di soffermarsi su due cose soltanto. La raccolta delle energie fisiche all'altezza del ventre e la raccolta di quelle psichiche all'altezza della mente. Tenterebbe di riunire ambo queste forze in due punti ben precisi del suo corpo cercando di dar vita come a due sfere concentrate di pura forza. L'una dominata dal potere della volontà, della disciplina, dell'allenamento, l'altra dalla potenza del corpo, dei muscoli, delle ossa. Una volta che fosse riuscita in questo esercizio sarebbe andata a tentare di far smuovere queste sfere in una traiettoria rettilinea ascendente e discendente che possa portarle entrambe al plesso solare. Qui tenterebbe di forzare il loro incontro facendole roteare in un unico vortice ove le due forze dovrebbero infine polimerizzarsi ed unirsi fino a divenire un'unica cosa. Se tutto fosse andato per il meglio, il chakra dovrebbe ora colmare il corpo della genin andando a donarle nuova forza e nuovi riflessi e le mani dovrebbero sciogliere il loro intreccio per ricadere dunque lungo i fianchi, come morte. Si ritrova a raggiungere le mura esterne del Villaggio, un luogo che le riporta alla memoria diversi ricordi. Non ha ricevuto notizie da parte di Kioshi, ormai è da molto che è partito e la sua assenza la porta a sentirsi sempre più tesa. Katsumi è tornato e lei non ha modo di dire al jonin che finalmente ha a disposizione l'unica persona ancora in vita capace di dirgli la verità su quanto accaduto all'interno del clan. Si ferma osservando il punto in cui tempo prima i due si erano incontrati in una notte piovosa e piuttosto triste. Sospira a mezza voce ferma a poca distanza dalla porta Nord che conduce all'esterno dell'Erba. Il pensiero vola al jonin, chiedendosi se sarebbe mai riuscita a rivederlo o se invece quella notte alla locanda non si fossero scambiati un addio. [Tentativo Impasto chakra] [1x fumogeno; x1 tonico chakra speciale; x1 tonico coagulante speciale] [x5 kunai; x5 shuriken; x3 carta bomba]

10:44 Kyokawa:
  [Esterno mura - Versante Nord] I piedi si susseguono a passo costante facendo compiere al deshi un percorso parallelo al fossato che circonda il villaggio, questa volta nuovamente in direzione della porta; l’idea è solo quella di prendere aria all’esterno delle mura, non quella di esplorare un territorio ignoto e spesso pericoloso, quindi vagabondare avanti e indietro intorno alla porta Nord sembra il modo migliore per farlo. La mano destra si porta lentamente all’occhio omolaterale, contuso da poco, allungando il dito indice che va delicatamente a massaggiare l’orbita, premendo sopra la palpebra; al contempo anche l’occhio sinistro si chiude, lasciando per qualche istante il ragazzo privo di riferimenti visivi, mentre compie circa cinque metri in linea retta. Riaperti gli stessi, dopo aver lasciato passare la vista sfocata dei primi attimi, non può non notare che un’altra figura si sta aggirando in quella zona; sembra una ragazza, carina, vestita da capo a piedi con abiti attillati rossi e neri, al limite tra eleganza e sensualità, almeno per quanto ne pensa il giovane Kyokawa, in prende agli ormoni primaverili, anche se è quasi autunno. Decide così di avvicinarsi, senza prendersi troppa fretta però, considerando che gli incontri degli ultimi due giorni non sono andati in modo proprio favorevole nei confronti dell’allievo; le braccia stese lungo i fianchi, il passo lento e costante, lo sguardo fisso nella di lei direzione; cosi si avvicina, piano piano. [Gamba sinistra: porta Kunai e Shuriken - 3 Kunai e 3 Shuriken / Fianco sinistro: Kunai a tre punte / Testa: occhiali monolente]

10:57 Haran:
 Le labbra sottili dell'Uchiha vanno a schiudersi liberando un piccolo sospiro stanco. La sua vita sembra star trovando una specie di stabilità per il momento, un delicato equilibrio che potrebbe crollare in qualsiasi momento e che vuole godersi il più possibile. Ormai ha imparato a vivere da sé, da sola in quel folle folle mondo che conosce così a malapena. Sta imparando a camminare da sola, ad ambientarsi in una società che non riesce davvero a comprendere, cercando di tenere stretti i rapporti per lei più importanti. Beh, in realtà si tratta di un unico rapporto, ormai. Katsumi è tornato e questa volta sembra intenzionato a voler rimanere per tenere fede alla promessa fatta ad Arima e, successivamente, anche alla stessa Akira. La ragazzina ha sofferto tanto la sua assenza e spera che, questa volta, egli rimarrà davvero al suo fianco. Nel mentre tuttavia ci sono anche altre persone con le quali ha finito col stringere un rapporto che non riesce bene a definire ed identificare. Kioshi e Arata le sono stati vicino e, in qualche modo, hanno stretto con lei una sorta di bizzarro accordo. L'uno le ha chiesto aiuto per indagare e capire cosa realmente sia accaduto all'interno del clan Uchiha, l'altro le ha proposto di creare insieme un team per potersi costantemente spronare a migliorare e divenire più forti. L'idea le piace, Arata le sembra un ragazzo in gamba, portato per tutte quelle arti che per lei costituiscono invece un gran mistero. Inoltre l'ha aiutata a potenziarsi, seppur di poco; grazie ai suoi consigli ed alle sue lezioni, ha iniziato a capire come poter utilizzare le sue armi. Ha migliorato la sua mira, imparato quanto meno ad impugnare e lanciare dei kunai e degli shuriken e tutte quelle piccole armi basilari che gli altri shinobi hanno imparato a maneggiare in Accademia. Tutti questi pensieri affollano la sua mente mentre il capo è leggermente reclinato all'indietro e lo sguardo a puntarsi verso il cielo azzurro e soleggiato. Pensa alle persone che le sono state accanto, alle persone che le hanno promesso qualcosa, a cui tiene. Pensa a tutti coloro i quali non la fanno sentire sola e cerca di aver fiducia nel futuro. Umettandosi le labbra abbassa lo sguardo notando ora la presenza di un giovane in avvicinamento. Non lo conosce, non l'ha mai visto e l'assenza di coprifronte le lascia intendere che non sia un ninja del Villaggio. Il suo occhio nero, invece, la porta a supporre che sia stato aggredito. Ruota il capo in sua direzione rimanendo tuttavia composta, con l'espressione pacata e rilassata di sempre sul viso, la somiglianza impressionante con il celebre Katsumi smorzata solo un po' dalla presenza di quegli occhiali rossi sul viso. Lo fissa immobile, in silenzio, non molto portata alle interazioni sociali per via del suo passato solitario e piuttosto singolare. Introversa, riservata, si limita ad osservare tutto ciò che la circonda con i suoi grandi occhi bicolori, limitandosi ad attendere una qualsiasi evoluzione degli eventi. [chakra: on] [1x fumogeno; x1 tonico chakra speciale; x1 tonico coagulante speciale] [x5 kunai; x5 shuriken; x3 carta bomba]

11:12 Kyokawa:
  [Esterno mura - Versante Nord] Ormai la distanza tra i due è irrisoria, una manciata di metri, forse dieci, nulla di più. I lineamenti della ragazza iniziano ad essere nitidi agli occhi del deshi, la vista ancora indebolita dal colpo ricevuto sul tetto dell’Accademia: non è stato proprio un calcio, in quanto la sua faccia è stata usata proprio come un trampolino di lancio dalla copia di ghiaccio di un giovane sconosciuto; i tessuti quindi sono stati danneggiati solo superficialmente, senza ricevere lesioni in profondità della cute, come sarebbe successo se il colpo fosse stato mirato a far male; questo tipo di lesione però ha permesso il dilagarsi dell’infiammazione nella zona periorbitaria, accumulando liquidi e lasciando edematosa, oltre che livida, l’area intorno all’occhio destro. Ed è proprio questo rigonfiamento che risulta particolarmente fastidioso al deshi, il quale strizza l’occhio ogni dieci secondi, sembrando quasi in preda a dei tic nervosi. Lo sguardo si concentra quindi sulla figura della donna: tralasciando i vestiti, ormai notati ed apprezzati anche da lontano, il ragazzo osserva er qualche istante i contorni di lei, che lasciano intuire un fisico tonico e addestrato; inoltre, i pantaloncini bianchi indossati creano una maggior sinuosità del profilo. Infine lo sguardo di Kyokawa si posa sul viso: capelli corvini che fanno da cornice ad un viso fine, dalla carnagione pallida; i lineamenti sottili sono spezzati dagli occhiali rettangolari che porta poggiati al naso. <Ciao!> esordisce, lanciandole un mezzo sorriso mentre arresta il suo incedere a pochi passi da lei <Spero tu non voglia picchiarmi …> borbotta subito, portando la mano destra a carezzarsi la nuca in modo frenetico, subito sotto l’elastico che tiene fissati i suoi occhiali monolente. <… ultimamente sembra il passatempo preferito dalla gente che trovo in strada!> prosegue, dando una spiegazione della sua frase poco sensata; nel mentre anche la mano sinistra si alza e l’indice della stessa viene portato sotto l’occhio destro, ad indicare l’ecchimosi; toccando quindi la palpebra inferiore, tumefatta, una fitta acuta di dolore lo coglie impreparato <Ahi!>. [Gamba sinistra: porta Kunai e Shuriken - 3 Kunai e 3 Shuriken / Fianco sinistro: Kunai a tre punte / Testa: occhiali monolente]

11:36 Haran:
 Il ragazzo si avvicina e osservando la direzione presa dai suoi passi è quasi ovvio che, in qualche modo, il suo obiettivo sia proprio la giovane Uchiha. Akira rimane ferma, a disposizione, nel qual caso il ragazzo sia un semplice civile bisognoso dell'aiuto di uno degli shinobi del Villaggio, chiedendosi cosa mai avrebbe potuto volere da lei. Non è infastidita né disturbata, semplicemente incuriosita da ciò che sarebbe potuto accadere di lì a breve. Il giovane, infine, arresta il proprio incedere e quello che dice porta la ragazza a ruotare anche il corpo in direzione di lui, inclinando appena il capo con fare confuso quando quelle prime parole la raggiungono. <Uh?> aggrotta appena le sopracciglia senza capire perchè mai lei dovrebbe volerlo picchiare. Oltretutto, ironicamente, ha scelto la persona meno capace di tutti -in quel Villaggio- di poter ferire chicchessia. Le sue capacità sono abbastanza acerbe da impedirle di creare reali danni con i suoi miseri e deboli colpi. Ma non ha tempo di chiedergli chiarimenti che, subito, questi arrivano, portando la giovane a schiudere le labbra in una sorta di verso di comprensione. <Oh> annuisce leggermente, notando il livido che ricopre parte del viso altrui ed il gonfiore incentrato attorno ad uno dei due occhi del ragazzo. <No, non credo di aver voglia di picchiare nessuno> risponde lei, alla fine, con un mezzo sorriso ad increspare le labbra morbide, rosate. <Puoi star tranquillo> aggiunge, poco dopo, con tono pacato, notando solo a quel punto il fare del deshi. La sua mano che s'alza ad indicare e sfiorare la parte del viso tumefatta, e quel verso di dolore che sfugge alle sue labbra. <Ho sentito dire che il ghiaccio aiuti con il dolore> dice lei, allora, muovendo qualche passo per accorciare la distanza fra loro di un altro paio di metri, i suoi passi a succedersi cadenzati e lenti, misurati. <Qui non ho del ghiaccio ma... forse posso fare qualcosa.> La distanza diminuisce ancora fra loro e, una volta giunta ad un semplice passo dall'altro -se lui non l'avesse voluto evitare- sarebbe andata a sollevare una mano per poggiare le dita lungo la gota sottostante il livido sul viso altrui. Avrebbe richiamato verso il braccio una certa quantità di chakra illusorio andando a convogliarlo ed incanalarlo lungo l'arto e giù fino al polso per poi raggiungere la mano sul viso altrui. Qui sarebbe andata a lasciar fluire il chakra verso le dita e dunque oltre di esse, lasciandolo fuoriuscire dagli tsubo ivi posti, per immetterlo lungo il volto del ragazzo. Il chakra verrebbe indirizzato verso il cervello di Kyokawa, fatto scorrere lungo la sua mente fino a raggiungere la parte del cerebro che coordina e controlla i suoi sensi. Qui andrebbe a far filtrare la propria energia illusoria verso la parte che stimola il senso del tatto, andando così a cercare di controllare le percezioni dell'altro relative al dolore, al fine di far cessare di punto in bianco il senso di pesantezza e sofferenza che dovrebbe andare a pulsargli per tutto il volto. <Meglio?> domanderebbe, con voce morbida, accennando un sorriso cortese, gentile, inclinando appena il capo con fare rilassato. [chakra: 27/34] [Illusione di due sensi - Sconvolgimento tattile] [1x fumogeno; x1 tonico chakra speciale; x1 tonico coagulante speciale] [x5 kunai; x5 shuriken; x3 carta bomba]

11:54 Kyokawa:
  [Esterno mura - Versante Nord] Come prevedibile la reazione della ragazza è al limite della perplessità: in effetti chi andrebbe in giro chiedendo di non essere picchiato alla gente che incontra lungo il suo cammino? Forse qualcuno che è stato malmenato da poco, questo è possibile. <Oh, meglio così!> afferma deciso, riportando entrambe le mani al loro posto, nelle ampie tasche dei pantaloni grigi. <Io sono Kyokawa, un deshi del villaggio!> rasserenato dalla dichiarazione di pace della sua interlocutrice, decide quindi di presentarsi, accennandole un sorriso sincero; in fondo, a Kyokawa è sempre piaciuto aver a che fare con la gente, anche se non ha mai avuto l’occasione di stringere grandi amicizie o relazioni importanti da quando è fuggito dal suo villaggio, in giovane età. <No no no!> risponde alla prima proposta della presente, scuotendo con vigore il capo in segno di diniego <Ne ho già avuto abbastanza del ghiaccio!> la citazione non può essere di alcun aiuto alla ragazza, in quanto non era presente al combattimento della sera prima e non può aver visto il clone ghiacciato prendersi gioco dell’allievo alle prime armi. Subito però lei avanza nella sua direzione, arrivando a mezzo metro di distanza e sollevando una mano. Che voglia tirargli un pugno? Difficile. Ha promesso di non farlo. E poi il suo bel viso sembra esprimere gentilezza. <Uh?> riesce solo a dire il giovane, rimanendo immobile, come pietrificato, di fronte ai gesti dell’altra, che ora ha raggiunto con le dita la sua guancia destra; lentamente il dolore all’occhio si attenua, fino a scomparire quasi del tutto. Se non fosse per il vivido ricordo della botta ricevuta al volto, il deshi potrebbe addirittura pensare di non aver subito nessun colpo sull’orbita. <Grandioso!> esclama, esterrefatto, rimanendo sempre fermo; la testa non accenna il minimo movimento, cercando di prolungare il più a lungo possibile quel tocco speciale, lasciando che le dita di lei possano rimanere poggiate sulla sua pelle, delicate. <Come … > inizia a domandare, parlando lentamente, quasi come se fosse sotto l’effetto di qualche stupefacente <… come hai fatto?> conclude, accorgendosi anche di non sentire più la necessità di strizzare le palpebre in continuazione come un ossesso. L’ennesimo sorriso si viene a formare sul suo volto, guardando la ragazza che ha di fronte e apprezzando la dolce espressione che questa sta formando. [Gamba sinistra: porta Kunai e Shuriken - 3 Kunai e 3 Shuriken / Fianco sinistro: Kunai a tre punte / Testa: occhiali monolente]

12:08 Haran:
 Il ragazzo si presenta, si rilassa visibilmente quando Akira lo rassicura circa le sue intenzioni di pace e la giovane si segna mentalmente il nome del ragazzo andando ad annuire appena col capo. <Akira Uchiha, genin di Kusa> si presenta, a sua volta, sebbene non sia propriamente certa di aver dato la miglior descrizione di sé. Può davvero considerarsi una genin di Kusa quando il suo coprifronte reca con sé ben altra indicazione? Dovrebbe forse definirsi come una kunoichi del Suono? Eppure lei Oto non l'ha mai visitata: non sa che odore abbia l'aria in quelle terre, né dove portino le sue vie. Conosce solamente la piazza centrale distrutta e devastata per via di una illusione subita molto tempo prima. Tuttavia decide di accantonare i suoi dubbi in un angolino remoto della sua mente concentrandosi solo sul presente. E' una genin e vive a Kusa, servendo l'Hasukage: in qualche modo definirsi ninja dell'Erba non è una bugia se anche non dovesse neppure essere l'assoluta verità. La reazione del ragazzo alla sua proposta circa il ghiaccio, tuttavia, la porta a rimanere piuttosto sorpresa. <O-oh, va bene. Era solo un consiglio> balbetta sorpresa lei, presa decisamente in contropiede, sbattendo le ciglia. Cerca comunque di aiutarlo, però, quando nota la sua espressione sofferente e lo fa nell'unico modo che conosce: attraverso una illusione. Va a far fluire nel di lui corpo una ondata continua di chakra che, dalla sua mano, si propaga verso la mente altrui, andando dunque a permetterle di controllare i suoi recettori del dolore. Ci vuole un istante prima che il dolore sparisca portando il giovane a mostrare un immediato sollievo. Akira sorride compiaciuta, felice di aver potuto aiutare qualcuno con quel suo potere solitamente portatore di sconforto e timore. <Non è una soluzione definitiva, è solo temporanea. In questo momento il mio chakra sta controllando la parte del tuo cervello che controlla i tuoi recettori nervosi del dolore.> spiega la clone con tono tranquillo, rilassato, ritraendo ora la mano senza però smettere di far fluire il proprio chakra verso la mente altrui in un flusso continuo ed invisibile che collega i loro corpi. <Appena ci separeremo il dolore tornerà a pulsare, ma almeno per un po' posso darti sollievo> spiega lei stringendosi leggermente nelle spalle, intrecciando ora ambo le mani dietro la schiena in una posa serena. <Cosa ti è successo? Ti stavi allenando?> [chakra: 26/34] [Illusione di due sensi - Sconvolgimento tattile] [1x fumogeno; x1 tonico chakra speciale; x1 tonico coagulante speciale] [x5 kunai; x5 shuriken; x3 carta bomba]

12:22 Kyokawa:
  [Esterno mura - Versante Nord] Per più di un minuto il deshi si abbandona alla piacevole sensazione di sollievo che la ragazza gli sta concedendo tramite la sua tecnica speciale, ascoltando però le parole di lei, immagazzinandole una ad una in un angolo del cervello, pronte ad essere rievocate dopo poco. Goduti gli istanti di pace, decide così di riprendersi e replicare; le mani fuoriescono nuovamente dalla tasche e si poggiano sui fianchi. <Akira! Che nome incantevole> commenta, senza accorgersi della discordanza tra quanto detto dalla Uchiha e il copri fronte legato alla sua gamba destra; forse distratto dal dolore e dalle abilità della donna nel farlo sparire, o forse solamente poco accorto come spesso gli accade, ma proprio non ci fa caso. <Anche se temporaneo, è un sollievo molto piacevole … ti ringrazio di cuore!> ammette sincero, osservandola, con un pizzico di tristezza, mentre allontana la mano dal suo volto e la porta insieme alla gemella dietro la schiena. Il dolore tarda ancora ad arrivare e, per ora, nessuna nuova fitta si fa strada sul suo viso. <In realtà è stato un allenamento improvvisato …> inizia quindi a raccontare, essendo particolarmente avvezzo a dilungarsi nelle storie <… ieri stavo passeggiando per l’Accademia, alla ricerca di qualche lezione interessante; l’ho girata in lungo e in largo, fino ad arrivare sul tetto! Ed è proprio li che è successo …> lascia qualche secondo di pausa, volendo creare un po’ di mistero nel suo racconto <… uno shinobi, forse un genin, si stava allenando con delle copie fatte interamente di ghiaccio … erano tangibili!> esclama, ancora stupito per la particolarità di quella tecnica vista il giorno prima <Ad un tratto ha deciso di aizzare una di queste copie verso di me, per allenamento credo> la storia, ovviamente, non era proprio andata in questo modo, ma il deshi vorrebbe renderla più accattivante <E così abbiamo iniziato a combattere!> sospira, come per sottolineare la difficoltà dell’incontro <Risultato: io ho un bel livido in faccia, ma al fantoccio ghiacciato è andata peggio!> [Gamba sinistra: porta Kunai e Shuriken - 3 Kunai e 3 Shuriken / Fianco sinistro: Kunai a tre punte / Testa: occhiali monolente]

13:30 Haran:
 Le prole di Kyokawa portano la genin a rimanere per qualche attimo sorpresa, colpita da quel suo dire. Non ha mai saputo capire se il suo nome fosse propriamente bello oppure no: non sa cosa renda un nome piacevole o meno, sa solo che il suo è speciale per lei, importantissimo. E' stato il primo dono della sua vita, il primo legame con Katsumi. <Lo pensi davvero?> domanda aprendosi in un ampio sorriso radioso, l'espressione ad addolcirsi d'improvviso, rendendo lo sguardo luminoso e scintillante. <Sono felice che ti piaccia. E' molto importante per me. Me l'ha dato una persona speciale> rivela lei con la voce che va scaldandosi, accarezzando quasi quelle parole come per farne tesoro. Il giorno in cui Katsumi le ha dato quel nome è gelosamente custodito fra i suoi ricordi, assieme a ben altri avvenimenti più amari e distanti, come la memoria di quell'unico bacio scambiato con Hitachi e delle promesse da lui infrante subito dopo averle pronunciate. <Di nulla. Dovere> risponde, semplicemente, al ringraziamento altrui, andando come a liquidare con umile modestia il suo dire. A quel punto ascolta il racconto del giovane su come si sia fatto quell'occhio nero e si ritrova ad inarcare appena le sopracciglia quando apprende di come fosse stato un ninja a ridurlo in quello stato. <Allenamento o meno è stata una mossa sleale da parte sua. Sei ancora un allievo dell'Accademia, è naturale che fossi svantaggiato rispetto a lui.> osserva la ragazza con espressione seria, leggermente risentita dall'apprendimento di tale informazione. <Mi dispiace per come sia andata. La copia avrà anche avuto la peggio, ma è solo una copia, non ha provato reale dolore. Tu stai soffrendo invece> aggiunge, lei, stringendo leggermente le labbra in una linea sottile prima di espirare e liberare un piccolo sospiro. <Tuttavia è anche vero che è così che si impara. A furia di occhi lividi e cicatrici> continua l'Uchiha ricordando il modo in cui Shisui l'aveva addestrata all'arte del genjutsu, tempo addietro. Attraverso terribili e dolorose visioni, attraverso prove pratiche ed esperienze dirette. <Spero che una volta superato l'esame tu possa sfidarlo di nuovo e batterlo> sorride allora la ragazza con tono semplice, speranzoso, incurvando i lati delle labbra verso l'alto. <Sarebbe un bel modo di iniziare la tua carriera ninja> [chakra: 25/34] [Illusione di due sensi - Sconvolgimento tattile] [1x fumogeno; x1 tonico chakra speciale; x1 tonico coagulante speciale] [x5 kunai; x5 shuriken; x3 carta bomba]

13:44 Kyokawa:
  [Esterno mura - Versante Nord] Il deshi rimane un attimo stupito della reazione di Akira ad un semplice complimento, sorridendole di ricambio. <Certo che lo penso! Ti si addice anche, bello e gentile come te> aggiunge, ormai devoto a quella ragazza per il dono che gli ha fatto: un po’ di sollievo dal dolore può essere un regalo magnifico a volte. <Chiunque sia questa persona speciale … ha proprio capito tutto!> commenta, davvero convinto delle sue parole, ascoltando poi la veloce risposta della donna al suo ringraziamento. Dovere? Nessuno fa le cose per dovere, se non ne ha davvero voglia. Ma non è questo il momento di ribattere, specialmente non sarebbe cortese andare contro a una persona che gli ha appena fatto un favore. <A dire la verità, è andata meglio di quanto sperassi. Era il mio primo combattimento ufficiale … almeno non sono morto!> emette quindi una breve risata, al limite tra un sorriso divertito e un ghigno beffardo; ne è sicuro però: essere sopravvissuto è un buon punto di partenza per il suo primo incontro. <Hai ragione … non è stato proprio gentile, ma almeno così ho imparato una lezione: mai sfidare qualcuno visibilmente più abile di te> osserva, annuendo con il capo per dar ragione alle proprie parole. Al successivo incitamento della ragazza, il deshi risponde in modo orgoglioso, portando la mano destra, chiusa a pugno, al petto e appoggiandola proprio sopra il cuore. <Te lo prometto Akira. Lo batterò!> afferma, con tono deciso. <A proposito …> il momento di serietà finisce rapidamente e il suo modo di dialogare torna colloquiale <Questo pomeriggio sarà il caso di fare una bella lezione all’Accademia!> ricorda a se stesso, rendendo partecipe anche lei, mentre con lo sguardo cerca il sole, in modo da capire, più o meno, che ora si è fatta. <Tu cosa fai di bello?> domanda infine, in modo amichevole. [Gamba sinistra: porta Kunai e Shuriken - 3 Kunai e 3 Shuriken / Fianco sinistro: Kunai a tre punte / Testa: occhiali monolente]

14:01 Haran:
 Un vago rossore va impadronendosi delle gote pallide della kunoichi quando il deshi pronuncia quelle prime parole. Non sa bene come reagire ai complimenti, è qualcosa che non ha ancora imparato a fare e che, ogni volta, la coglie impreparata. Schiude le labbra, sente il viso divenire caldo, il viso infiammarsi. Sono parole gentili, piacevoli, che tuttavia non sa bene come accogliere. <A-ah... g-grazie> mormora timidamente, balbettando, abbassando lo sguardo d'istinto, incapace di sostenere oltre quello altrui. <Sei gentile> mormora rialzando poco dopo lo sguardo, cercando di tornare ad uno stato di calma, lasciando scorrer via quel lieve attimo di tenero imbarazzo per poi proseguire con la conversazione. Mantiene costante il flusso di chakra illusorio così che il dolore al viso del giovane rimanga sopito e ascolta quanto egli le dice circa il suo scontro d'allenamento sul tetto dell'Accademia. <Imparerai anche a fronteggiare avversari più forti in futuro, vedrai. Essere un ninja vuol dire imparare a pensare in fretta a strategie utili in casi sfavorevoli. Per esempio uno scontro da affrontare in minoranza numerica> spiega Akira annuendo, ripensando a quando, durante il Torneo dei Villaggi, era riuscita ad orchestrare da sola il suo scontro rimanendo illesa, con sole le riserve di chakra praticamente esaurite. Una sconfitta che le brucia ancora adesso in fondo al cuore considerando che se non fosse stato per le assurde regole necessarie alla vittoria, sarebbe stata lei a vincere lo scontro. Akira sorride; è la prima volta che qualcuno si rivolge a lei come fosse qualcuna da cui poter imparare o apprendere qualcosa. E' la prima volta che sente di avere qualcosa da offrire e non solo da richiedere al prossimo. La prima volta che sente di essere alla pari con un'altra persona. E' una sensazione piacevole e la porta ad annuire contenta quando Kyokawa le fa quella promessa. <Cerca solo di non strafare> si raccomanda lei con dolcezza distendendo le labbra verso l'esterno quando lui le dice che quel giorno sarebbe andato in Accademia per una nuova lezione. <Io credo che mi allenerò. Ho deciso di voler imparare a usare al meglio le armi e perciò penso proprio che mi eserciterò un po' ad usarle.> rivela lei tranquilla, pacata, respirando piano. <Stavo uscendo dal Villaggio proprio per cercare un posto isolato dove allenarmi senza rischiare di ferire nessuno> aggiunge indicando con un cenno del capo la porta Nord dalla quale era uscita. [chakra: 24/34] [Illusione di due sensi - Sconvolgimento tattile] [1x fumogeno; x1 tonico chakra speciale; x1 tonico coagulante speciale] [x5 kunai; x5 shuriken; x3 carta bomba]

14:18 Kyokawa:
  [Esterno mura - Versante Nord] La ragazza ha un modo tutto suo di reagire ai commenti; sembra molto introversa e poco abituata a ricevere complimenti, anche se, con un aspetto di questo tipo, sembra strano che nessuno le abbia mai detto quanto è carina. <Prego Akira!> continua a ripetere il suo nome: come un giorno gli era stato consigliato da un sensei, in questo modo si riuscirebbe a creare un legame più forte con le persone. Ed è questo il suo intento. A giudicare poi dal fatto che non si è ritrovato con un altro occhio gonfio, ma invece lei lo sta aiutando a soffrire meno, sembrerebbe funzionare. <Sei strana sai? … mi piaci!> commenta subito dopo, ridacchiando e guardandola per qualche istante dritto negli occhi, attraverso gli occhiali che lei sta portando. <Imparerò tutto quello che c’è da imparare, vedrai! Mi allenerò senza sosta per diventare un genin formidabile.> aggiunge, fiero della propria determinazione, in risposta alla breve spiegazione data dalla ragazza che ha di fronte. <Sei gentile a preoccuparti; cercherò di stare tranquillo …> si corregge quasi subito, ascoltando la raccomandazione di lei, detta con tono quasi materno. Sentire una persona che si preoccupa in questo modo lo riporta indietro a quando era un bambino, a quando i suoi genitori erano ancora con lui e sua madre gli impediva di fare una buona parte delle stupidaggini che aveva in mente da mattino a sera; ma ormai il passato è passato, e non si può tornare indietro. <Giustappunto; come dicevo … ora vado di corsa all’Accademia: ho proprio voglia di imparare una nuova tecnica!> inizia così a congedarsi, esibendosi in un mezzo inchino rivolto ad Akira. <Sono contento di averti conosciuta … e spero di rivederti presto!> confessa infine, incamminandosi allegro, a grandi balzi, verso la porta Nord. Dopo aver percorso una decina di metri, però, si volta un’ultima volta verso la ragazza appena conosciuta e, a gran voce, scandisce: <Allenati mia cara … che prima o poi ti farò vedere quanto ho imparato!> promette, lasciando intendere ad ella che in futuro vorrà sfidarla, non tanto per dimostrare la propria superiorità, quanto per far vedere a una persona cara i suoi progressi, sperando che un giorno possa essere fiera di lui; nonostante l’abbia appena conosciuta, i suoi modi e le sue preoccupazioni, han fatto si che Kyokawa sia già legato a lei, più di quanto possa immaginare. E così prosegue la sua fuga verso il centro del villaggio, tornando a massaggiarsi l’occhio destro che, lentamente, sta tornando a pulsare di dolore. [END]

14:28 Haran:
 Nonostante i tentativi di cercare di rimanere calma e rilassata per proseguire la conversazione in maniera tranquilla, qualcosa va storto; la gentilezza schietta di Kyokawa va ad impattare nuovamente contro la timida riservatezza dell'Uchiha che non sa davvero come reagire alla sincerità disarmante dell'altro. Non ha la minima idea che lei stessa tende, spesso, a far sentire allo stesso modo gli altri quando parla con quella sua bizzarra ingenuità, assai tipica dei bambini. <A-ah... io...> mormora timida, il viso a farsi ancor più rosso, le orecchie a bruciare quasi stessero andando a fuoco. <g-grazie> balbetta giocherellando nervosamente con un lembo della sua veste, il capo basso e le guance che bruciano e pizzicano per via dell'imbarazzo violento. Per fortuna però il ragazzo non continua sulla strada dei complimenti ma va parlando del suo futuro, dei suoi allenamenti, ritrovandosi ad allentare pian piano la tensione che aveva preso ad avvolgere la genin. Si sente più tranquilla, rilassata, andando a far tornare il viso candido e pallido come sempre. <Sono sicura che ce la farai. Mi sembri molto deciso> annuisce lei pacatamente, le labbra incurvate agli estremi verso l'alto mentre un alito di brezza soffia gentile da est. La giornata è piacevole, il sole caldo e qualche nube bianca passa di tanto in tanto a fornir loro un momentaneo cono d'ombra. <Ha fatto piacere anche a me> replica Akira, timidamente, quando il giovane le rivela di esser stato contento di quell'incontro. La saluta allegramente, galvanizzato, allontanandosi di gran carriera verso l'ingresso al Villaggio, seguito dallo sguardo di Akira. La giovane lo segue con gli occhi, il flusso di chakra ad allungarsi fin dove la sua concentrazione le permette di farlo arrivare. Sorride all'entusiasmo di lui, quando si volta verso di lei, e solleva una mano per salutarlo con fare cordiale, sentendo infine l'ondata di chakra illusorio sciogliersi dopo circa ventitré metri di distanza dall'altro. [END]

Akira e Kyokawa s'incontrano per caso alle mura esterne del Villaggio.
I due discutono brevemente del percorso ninja del ragazzo mentre Akira sfrutta la sua maestria nel genjutsu per aiutare l'altro a sopportare il dolore di un occhio pesto.
La chiacchierata prosegue mite per un po', fino a quando i due non si salutano dirigendosi ognuno ai propri allenamenti quotidiani.