[Cure Hajime] La psicopatica rettile e Lo psycho ghiacciolo

Free

0
0

11:33 Hajime:
 Si è beccato una nuova ramanzina, anche grossa, per la propria scelta di andarsi ad allenare l'altra sera. Potete immaginarvi la reazione di Raion, anzi potete proprio leggervela, ma ugualmente il medico non s'è risparmiato. Anche perchè andare in giro scalzo gli ha fatto pure venire un po' il raffreddore ma vabbè, dettagli. Il giovane dopotutto è fatto così. Ha uno scopo, allenarsi per raggiungere il proprio obbiettivo, il resto non conta. Il dolore non conta. La stanza è molto semplice, una classica stanza da ospedale. Singola, una finestra, un piccolo tavolino di lato e una sedia, niente di speciale. Anche per questo se n'è andato, odia questo posto, odia la puzza di disinfettante e pulito, perchè si, puzza il pulito (?). Porta ovviamente un camice, quello classico che danno in ospedale e, come gli è stato fatto notare, non dovrebbe cambiarsi a piacimento (?!). è sdraiato sul letto che fissa il soffitto, non aveva molta fame questa mattina, in genere mangia poco (figuriamoci la sbobba che rifilano in posti del genere, neanche se la facesse uno chef si fiderebbe), quindi è quasi tutta appoggiata sul tavolino li di fianco. E non c'è molto altro da dire, che dovrebbe fare dopotutto? è sdraiato di lato, sul lato destro, così da non far pressione sul braccio sinistro dove sono le scottature.

11:42 Kouki:
  [Stanza] Ora che è a Kusa deve riprendere i suoi doveri, per questo stamattina si trova all’ospedale, pronta per iniziare il suo turno. Non porta armi con se, ne l’equipaggiamento, come la regola vuole, tuttavia il chakra risulterebbe impastato per scorrere veloce e potente lungo i canali all’interno del proprio corpo. In tutta la sua piccolezza e gracilità, la giovane Yakushi non sembrerebbe nemmeno credibile come praticamente medico, eppure indossa un camice bianco che le arriva a circa al livello del ginocchio. Ovviamente l’indumento è tenuto ben chiuso, allacciato sul davanti tramite dei comodi bottoni, così come l’igiene vuole. Non vuole certo sporcarsi i vestiti di sangue. Tali vestiti infatti non sono visibili, dato il camice, ma indosserebbe un semplice kimono corto smanicato, di un colore azzurro chiaro e con gli immancabili simboli del clan Yakushi sulla schiena e al livello del cuore. Stretto in vita da una fascia blu, sulla quale vi è la placca in metallo del copri fronte di Kusa, con relativo simbolo. Pantaloncini neri aderenti, ma elasticizzati e le calzature ninja ai piedi. Non indossa le sue solite fasciature per il semplice fatto che in questi giorni sente fin troppo caldo, ma non è un problema dato che col camice le sue cicatrici e le bruciature non dovrebbero vedersi se non sulle gambe e sul collo. I lunghi capelli neri raccolti in uno chignon, infatti, mettono in bella vista i segni che deturpano il suo corpo, compresa la scritta incisa a fuoco dietro la sua nuca che recita: ‘E-001’. Solo due ciocche nere sono state tenute libere, quelle ai lati del viso, che quindi le ricadono in avanti sulle spalle e che, insieme alla frangia, incorniciano quel suo viso estremamente pallido e segnato dall’insonnia. Lineamenti ancora infantili, ma duri per una ragazzina della sua età, mentre gli occhi dorati e magnetici sono fissi davanti a sé in un’espressione seria e concentrata, quasi professionale. Tutto quello che le resta da fare è chiedere se c’è bisogno di lei, un qualche tipo di aiuto o ferita che possa curare e che rientri nelle sue capacità, così un’infermiera la indirizzerebbe gentilmente verso una specifica stanza, dove a quanto pare un paziente attende da un po’ di essere curato. Si farebbe dare quindi una relativa cartella medica, se mai fosse possibile, e mentre si dirigerebbe verso la stanza indicata, inizierebbe a leggere quali ferite sono state riscontrate sul paziente. Che in questo caso è stato decisamente paziente per aspettare tutto questo tempo per essere curato. La ragazzina andrebbe quindi a bussare alla porta, due colpi secchi e decisi, e senza aspettare una risposta, perché va bene l’educazione, ma lei deve comunque entrare, ecco che dischiuderebbe l’uscio per fare il suo ingresso. E lì la ragazzina rimarrebbe non appena i suoi occhi si punterebbero sulla figura del ragazzo che riconoscerebbe all’istante. Quello basta per farle salire un moto di rabbia e violenza lungo lo stomaco, e la tentazione di uscire, richiudere la porta e lasciarlo alla sua sofferenza e davvero tanta… ma è un ninja medico, deve essere professionale e fare il suo lavoro. Quindi mette da parte tutto e si appresta a relazionarsi col paziente. Espressione neutra, fredda, non traspare nemmeno un briciolo di quella empatia che dovrebbe cercare di mostrare ai pazienti. <Buongiorno.> il tono è alto giusto il tanto per farsi sentire, professionale nonostante tutto, decisamente senza nessuna intonazione particolare nella voce se non quel sibilare così simile ad un serpente. <Sono Kouki Yakushi, la praticante che curerà le tue ferite, o almeno ci proverò, puoi dirmi il tuo nome, cognome e cosa è successo?> non dice altro, solo le solite domande di prassi. Chiuderebbe la porta e si assicura che sia chiusa… ed avanzerebbe lentamente verso il letto del ragazzo. Uno sguardo al cibo che non è stato mangiato, ma niente più. Vuole solo fare il suo lavoro e basta, nemmeno le passa per la mente che, invece, dovrebbe fargli alcune domande su quanto successo nelle fogne, se anche lui ha quei sintomi. [Chakra On]

11:57 Hajime:
 Zan zan zan. Sente il bussare e la porta aprirsi, ma quello che vede dopo è qualcosa di tremendamente... Pericoloso? Resta con gli occhi spalancati, fissando quella figura che inizialmente sembrerebbe ricambiare il proprio sguardo, ma poi va a presentarsi, tranquillamente, come se non l'avesse mai visto. Passano diversi secondi, nei quali si rende conto di essere stato fermo per troppo tempo e che ogni attimo perso potrebbe essere un attimo più vicino alla morte. Che fare? Si guarda intorno, cercando qualunque cosa che possa essere un arma. <Non sono sopravvissuto fino ad esso per essere ucciso da una psicopatica rettile...!> Esclama a bassa voce tra se e se, anche se l'altra probabilmente può tranquillamente sentirlo. E niente, l'unica cosa che gli sembra a portata è il piatto con il cibo, che si trova sulla sua sinistra. Sa del dolore che potrà causargli la cosa, sa che già gli fa male, ma l'istinto di sopravvivere è più forte, quindi andrebbe a scattare con il braccio ferito, provando ad afferrare il piatto per portarselo davanti, come se fosse un kunai o qualcosa del genere, anzi uno scudo per difendersi. Se ne frega se le cose li presenti possano cadere, al momento questo è il problema minore. Ricorda benissimo l'ultimo incontro che hanno avuto, nel quale lei ha cercato di distruggerlo psicologicamente e se non fosse stato per lo sfogo che dopo ha avuto e l'aiuto che Shinobu gli ha offerto, probabilmente ci sarebbe anche riuscita. Con il braccio destro cercherebbe di tirarsi indietro, portando il busto più indietro sul letto, sentendo che tutti i punti feriti iniziano a fargli male per l'improvviso sforzo. Andrebbe a mordersi un labbro mentre tende in avanti il braccio sinistro "armato", con la manica del vestito da ospedale che indossa che indubbiamente andrebbe a cascargli verso la spalla, rivelando un po' tutte le ustioni di terzo grado che ci sono sopra. <Sto bene... Non mi è successo niente e sicuramente non ti riguarda...> Dice rispondendo con tono freddo e gelido... Che poi... Hem... Haji... In realtà la riguarda benissimo... è solo un medico che deve curarti (?!). Ma vabbè, non tutti i pazienti sono facili, sicuramente l'albino è uno di questi. Dopo aver parlato ricomincerebbe a mordersi il labbro, osservando ogni movimento altrui, pronto per difendersi con il braccio sinistro e contrattaccare con il destro se necessario. Infatti quest'ultimo, anche se è appoggiato sulla punta del letto dove c'è una sbarra o qualcosa del genere che ha usato per aggrapparsi e tirarsi su, non tiene una presa salda ora, ma è pronto a scattare per qualunque cosa.

12:20 Kouki:
  [Stanza] Lo osserva, dritto negli occhi fredda e tagliente, mentre la reazione dell’altro le pare un tantino esagerata… dopo tutto è vero che hanno discusso nell’ultima missione insieme, eppure non le sembrava di avergli fatto così tanta paura. E per quanto riguarda al loro primo incontro… be, per lei era solo un tentativo di scuoterlo, non di distruggerlo, ma ehi! Ognuno ha i suoi punti di vista, e i loro differenti li hanno portati a non comprendersi e scontrarsi. Impassibile, ferma, osserverebbe il ragazzo agitarsi e lo sentirebbe pronunciare quelle primissime ed esatte parole. E sono proprio quelle parole che fanno nascere in lei un sorrisetto che non promette nulla di buono. Un piccolo ghigno, mentre la parte più divertita di lei prende il sopravvento… può chiaramente sentire la Voce di Mirako ridere nella propria testa. Si sente quasi onorata di aver fatto quell’effetto, e tutta la rabbia che prova verso di lui viene accantonata da un sentimento più simile alla soddisfazione. Il viso pare rilassarsi, assumere quel lieve sorriso mellifluo e divertito che solitamente contraddistingue Mirako. L’Altra. <La psicopatica rettile qui presente è venuta per curare le tue ferite.> dovrebbe essere una sorta di frase per tranquillizzarlo, ma chissà come risulta più come una minaccia al momento. E niente, lei si avvicina con il suo fare calmo, proprio come un serpente che ha puntato la sua preda… preda che si arma con un piatto, facendo cadere tutto quanto per terra. Lei arriverebbe accanto al suo letto, scuotendo lentamente il capo con un cipiglio di disapprovazione, quasi come se lo stesse prendendo in giro. <Se ti agiti rischi di peggiorare le tue ferite, ed è l’ultima cosa che tu vuoi, giusto? Non vorresti uscire da qui il prima possibile?> nonostante quel suo comportamento, la ragazzina va a dire cose veritiere. Chi mai vorrebbe stare in un letto di ospedale? E di sicuramente rischia di peggiorare se si muove in quel modo. La fa ridere, perché è una situazione assurda e ridicola… un ragazzo molto più grande di lei che cerca di difendersi con un piatto. Ascolta le sue ultime parole e lei, in tutta tranquillità e la calma ritrovata di questo mondo, va ad addolcire i lineamenti del viso… si, forse le sta facendo tenerezza, ma non si può mai sapere, lei è di umore molto variabile. <Innanzitutto non stai bene, o non saresti qui con… > andrebbe a riportare lo sguardo sulla sua cartella clinica. < con una ferita da taglio nella zona addominale, una nella zona lombare della schiena e un braccio sinistro in pessime condizioni con bruciature da freddo.> è stato trattato prima da un altro medico, quindi alcune notizie sono riportate, o almeno dovrebbero. Torna a guardare il ragazzo negli occhi, con calma, con una pacatezza che non sembra quasi sua. <In secondo luogo sono affari miei, perché dovrei sapere cosa è successo per poterlo scrivere nei documenti sanitari. Non perché lo voglia sapere io.> sospira, andando a poggiare la cartella medica sul comodino, lontano dal cibo caduto, per poi riprendere la parola. <Ma se non vuoi dirmi niente potrò sempre scrivere che sei goffamente caduto dalle scale dopo che sei scivolato su una paperella gommosa ed esserti tirato dietro un set di coltelli e un secchio di ghiaccio.> qualcosa di inverosimile, fa dell’ironia lei, merito dell’influenza che Mirako le sta mandando, indubbiamente. Ma che spera sproni il ragazzo ad essere un po’ più collaborante. Un lungo attimo di silenzio prima di riprendere ancora una volta la parola. <Quindi che ne diresti di mettere via quel piatto e di distenderti lentamente a pancia in su? Inizierei con il curarti la ferita sull’addome. Poi ti farei mettere sul fianco destro per poter agire su quella presente sulla schiena… ed infine vediamo cosa posso fare per il braccio. Sei d’accordo?> il tono è alquanto accomodante, come se cercare l’effettiva collaborazione dell’altro. Frasi lente, non frettolose e un tono che pare non voglia imporre nulla. Assolutamente tranquilla dopo quello che ha visto... sempre che non lo stia prendendo in giro, si intende. [Chakra On]

12:39 Hajime:
 Una brutta situazione, soprattutto perchè lei sembra divertita da tutto questo, a differenza di lui che tutto è tranne che questo. Rimane in silenzio inizialmente, studiando i movimenti altrui senza rispondere, impegnato più nel pensare ad una strategia che ad altro. Potrebbe tirarle il piatto addosso, così da distrarla, poi rotolare sul fianco destro, almeno evita il dolore sull' altro lato, scattare verso la finestra e saltare di fuori. è abbastanza in alto, quindi poi dovrebbe impastare il chakra in volo, cercando di restare concentrato, provare ad aggrapparsi al muro e cercare di non cadere nel vuoto. è possibile fare una cosa del genere? Molto difficile, forse avrà si e no un 10-15% di possibilità. Rischia di rimanere ferito dai vetri, sempre se non sono infrangibili, rischia di essere distratto e forse può non avere abbastanza tempo per impastare il chakra e provare ad aggrapparsi al muro per non spiaccicarsi. Ma meglio un 10-15% che lo 0. Lei si avvicina e lui va a muovere il piatto tra il proprio viso e quello altrui, tirando un po' al petto le ginocchia così da poter caricare la muscolatura inferiore. Il braccio sinistro sempre teso, che mostra le ustioni di terzo grado, le più gravi, tanto che al dire altrui gli viene da rispondere in modo pieno di acido. <Perchè un secchio di ghiaccio può causare ustioni così profonde... E soprattutto si può cadere dalle scale senza farsi un livido o altro...> Commenterebbe quindi, mostrando la propria indole che fa molta fatica a capire l'ironia altrui. <Mh...> è l'unico commento che può fare alla strategia che lei propone. Purtroppo in precedenza ha detto una cosa giusta la ragazza, non è certamente sua intenzione avere voglia di restare in questo posto che francamente odia e gli puzza. Dovrebbe fidarsi? Può essere convinto che non voglia nuocergli? Lui dopotutto l'avrebbe già soffocata con il cuscino a parti invertite (hem...), giusto per farle un favore eh, abbreviare la vita alla gente è un atto caritatevole dopotutto, così si possono risparmiare inutili dolori futuri che sicuramente arriveranno, visto che ogni essere è marchiato dalla maledizione delle emozioni e sentimenti. <Purtroppo credo di non avere scelta... Se provassi a scappare probabilmente mi bloccheresti e... In questa situazione non posso combattere...> Deve fare anche i conti con questa piccola realtà, indipendentemente dai propri piani. Andrebbe quindi a slacciarsi il proprio camice che porta e che gli hanno dato, anche se gli avevano detto che i lacci sarebbero dovuti andare sulla schiena ma vabbè, perchè mai dovrebbe mettersi qualcosa che gli crea problema poi togliersi? Sotto porterebbe solo dei boxer bianchi, come i capelli. Sul corpo c'è qualche segno, più che altro piccole cicatrici di graffi e un segno più grande, una dentatura, o quanto meno qualcosa che sembra una cosa del genere. La porta sul fianco, esattamente dove quel mostro l'ha morso, un piccolo regalo che gli resta dall' esperienza delle fogne e che francamente non ha mai fatto vedere, ne ha avuto intenzione di farlo. La ferita che lei vuole curargli è particolarmente "lineare", visto che a fargliela è stata una lama, anche se di ghiaccio. <Non è stato comunque un coltello a farmela> Direbbe, pensando alle parole precedenti della ragazza.

13:07 Kouki:
  [Stanza] Ma si, come le ha detto suo padre, perché dovrebbe farsi il sangue marcio per un ragazzo? Sono solo discussioni che accadono in tutto il mondo fra un sacco di ragazzi, nulla di irrimediabile. Dopo tutto ha già abbastanza pensieri per potersi preoccupare anche di questo… certo starà a lui, perché alla prima parola sbagliata che le verrà rivolta, allora la rabbia, la violenza e la vendetta faranno in un attimo ad assillarla. Per il momento la situazione l’ha talmente colta di sorpresa che il suo obiettivo sembra essere diventato quello di prenderlo in giro. Come se avesse lei il potere in mano fra i due ora… dopo tutto è un attimo, e potrebbe scivolarle inavvertitamente il bisturi di chakra. Continuerebbe ad osservarlo, in quel suo tentativo di rimanere vigile e scattante che non può che provocargli solo dolori e complicazioni. L’altro non sembra comprendere l’ironia dell’altra, ma la cosa non sembra toccarla in un qualche modo particolare, la urterebbe solo quel suo tono così acido. <Ironia portami via. Non la sai proprio cogliere.> risponde lei a tono, mostrandosi invero un po’ innervosita ora. Mamma mia, quanto labile il suo stato emotivo. Comunque sia il piccolo ghigno tornerebbe sulle sue labbra nel vederlo ancora titubante, un ghigno che si rafforzerebbe pian piano, assumendo un tono delicato. <Se volessi farti del male, credimi… lo avrei già fatto.> dopo tutto ha molta rabbia da sfogare, ma è abbastanza logica ed intelligente da non farlo. Non vuole certo andare nei guai per colpa sua. Quindi lascia perdere il discorso, agitando la manina davanti al viso. <Hai paura di una ragazzina molto più piccola di te? Non mi meraviglia che qualcuno ti abbia conciato per le feste.> commenta in un sospiro, per poi aggiungere subito dell’altro. <Scriverò che ti sei fatto male in missione.> la cosa più sensata che le è venuta in mente. Quindi quel discorso cade e lo ascolta mentre finalmente si è arreso alle sue amorevoli cure. Ascolta il suo dire e nel mentre lo osserva slacciarsi il camice dell’ospedale che ha indossato al contrario, ma non commenta. Osserva il suo corpo, e non perché è una maniaca, ma perché vuole captare ogni segno, cicatrice e ferita. Nota le cicatrici più piccole e nota quel morso. Il sangue le si gela nelle vene mentre istintivamente la mente la riporta al morso che ha invece subito lei al braccio. Ma c’è un qualcosa di positivo… per lo meno si è ricordata di quello di cui vorrebbe parlare con lui. Intanto gli occhi dorati si posano sulla medicazione che copre la ferita sull’addome. <Ti fermerebbe anche tutto il personale su questo piano.> commenta semplicemente, seria, con un filo di voce sibilante, perché la mente è già andata a brutti ricordi. Andrebbe quindi a togliere la medicazione. Con la mano sinistra appoggiata delicatamente alla pelle intorno al cerottone, la terrebbe tirata lievemente, mentre con la destra cercherebbe di tirargli via il cerotto medicale, sotto il quale dovrebbe ora vedersi la ferita. Movimenti così delicati che non ci si aspetterebbe da una come lei. <Mh.> commenta al suo ultimo dire… il sapere cosa glie l’abbia procurata non le importa, potrebbe essere stata una lama di qualsiasi arma per quel che ne sa. Quindi si concentrerebbe sul proprio chakra, cercando di individuarlo nel proprio corpo e si concentrerebbe affinchè possa distinguere le due energie che lo compongono, ovvero quello fisica e quella psichica. Per poter richiamare il chakra medico, la ragazzina avrebbe bisogno di individuare solo l’energia fisica e di separarla da quella psichica. Così tenterebbe di farlo, cercando di richiamare lungo le proprie braccia la sola energia fisica, la quale dovrebbe scorrere lungo gli arti, fino a dover raggiungere entrambe le manine della Yakushi. Se ci fosse riuscita esse si dovrebbero ricopre di un alone verde e rassicurante, ovvero il chakra medico. <Ora inizio.> avvisa il ragazzo, con una voce piatta, quasi esterna, e andrebbe ad unire le mani a coppa, ma con i palmi rivolti verso la pelle del ragazzo. Starebbe a qualche centimetro di distanza dalla ferita, così da cercare di smuovere il chakra medico attraverso i propri punti di fuga presenti sulle mani. L’alone verde dovrebbe quindi estendersi verso la pelle del ragazzo, andando ad accogliere quella ferita in un abbraccio risanatore. <Dovresti sentire qualcosa di simile a un pizzicare molto forte, che però andrà via via diminuendo.> forse doveva avvisarlo prima, ma comunque almeno lo avvisa. Quindi cercherebbe di stimolare le cellule per indurle all’autoguarigione attraverso quel suo aiuto energetico. C’è solo assoluta serietà e concentrazione sul suo viso, e rimarrebbe in silenzio qualche attimo prima di riprendere la parola. <Senti, dovrei chiederti una cosa, ma dovremmo parlare senza schernirci a vicenda, insomma, stando seri e collaborativi l’uno con l’altra almeno per un attimo.> cerca di iniziare così quel discorso, sperando che l’altro coglia l’importanza di quello starà per andare a dirgli. [Tentativo mani terapeutiche C – consumo 7 pc + 0.5 pc ad ogni turno][Chakra: 68/75][Bonus ps: 5 a turno][Pf taglio addome: 5/10][Ps Hajime: 65 + 5 = 70/100]

13:29 Hajime:
 La risposta altrui non si fa attendere mentre lui lascia perdere il piatto, riappoggiandolo sul tavolino. <L'ironia è solo una perdita di tempo... Serve alla gente per far finta di non essere offensivi... Quando lo scopo è proprio quello di far notare qualcosa di sbagliato ad un altro> Andrebbe a dire, esprimendo il proprio pensiero. Per questo è sempre serio, perchè è il modo migliore per sopravvivere. Riguardo a fargli del male, bhè, non c'è molto da rispondere. <Non so tu come la pensi... Ma io sinceramente non curerei qualcuno che... Bhè... Mi piacerebbe non saperlo vivo> Dice ancora con un tono molto piatto. Magari è una cosa stupida da dire, probabilmente è il momento più sbagliato per farlo vista la situazione, ma se non vuole fargli del male, allora merita di sapere la verità dal ragazzo. <E non avere paura di qualcuno che sa impastare il chakra è una stupidità che forse compiresti tu... Sinceramente l'unica cosa di cui non si deve aver paura è di qualcosa che è morto> Se devono fare un discorso di questo genere, allora il carattere del ragazzo può tranquillamente uscire fuori. Non lo dice con tono offensivo ora, ne con tono saccente, è piatta la propria voce. Semplicemente dice con naturalezza il proprio punto di vista. <Non scrivere in missione... Non so chi potrebbe leggere quel rapporto... Ma francamente se lo facesse qualcuno che non dovrebbe... Bhè... Non sarebbe una buona cosa... La verità è che mi sono scontrato con il capoclan dei Kori e ci siamo scambiati l'affetto familiare> Che poi è veramente quello che è successo. Inoltre dal punto di vista del ragazzo, se i criminali con i quali si è trovato costretto a stringere un patto dovessero leggere il rapporto, ci crederebbero tranquillamente a questa cosa, senza cercare di informarsi su quale pseudo missione avesse potuto fare. Le cose vanno avanti, fin quando non inizia la cura vera e propria. Non ha intenzione di mostrare alcuna debolezza o cedimento. Onestamente la lancia di ghiaccio che gli ha fatto quella ferità è stata molto più dolorosa di quel plurito. <Il dolore è una sensazione ed emozione... Ci si deve allenare per sopprimerle... Questo risolve molti problemi> Commenta, dicendo ancora quello che pensa senza troppi problemi. Dopotutto, anche se stesse infastidendo l'altra, sono strafatti suoi. Se vuole curarlo non può mica impedirgli di parlare, a meno che non lo metta k.o.. Arriva l'ultima frase altrui e si trova un po' spiazzato. In parte adesso è curioso di sentire quello che ha da dire, ma non capisce bene il perchè di questa affermazione. <Schernirti? Non lo faccio per sport... Se ti offendi è perchè penso esattamente quelle parole... Immagino che un attimo non basti di collaborazione... Quindi non posso assicurarti che avrò voglia di risponderti a tutto... Ma non posso neanche evitare di ascoltarti... Direi che è reciproca la cosa...> Commenta facendo un piccolo sorriso, il primo della giornata.

13:53 Kouki:
  [Stanza] Ascolta le parole del ragazzo, e ci ragiona anche su per davvero ad essere sinceri. Corruga la fronte, inclina la testolina leggermente di lato cercando di comprendere meglio quell’affermazione. <Dipende anche il perché fai dell’ironia, insomma, io l’ho fatta per farti capire che sarebbe meglio darmi le informazioni giuste che richiedo. Se no potrei scrivere qualsiasi sciocchezza che non potrebbe farti piacere.> il tono è tranquillo mentre va a spiegargli la sua motivazione per aver usato l’ironia. Insomma, sta prendendo sul serio quel discorso e gli sta pure rispondendo senza avere la voglia di saltargli con le mani al collo. Mentre invece le successive parole si che la fanno imbestialire. Ingrato. <Hai ragione, non credere.> il viso si fa freddo, così come l’occhiata che va a dargli. <In un’altra circostanza non mi sarei messa a curarti. Ma qui siamo in ospedale e io sto facendo il mio lavoro. E se devo fare il mio lavoro cerco di essere il più professionale possibile, senza lasciarmi sopraffare dai sentimenti come una bambina.> tutto qui, spera di essere stata chiara, perché non vuole perdere tempo a bisticciare con lui manco fossero due bambini. <E ti assicuro che io non sottovaluto mai nessuno. La tua mi è sembrata solo una reazione esagerata, tutto qui. Del resto non ti ho fatto nulla di male, ne ho tentato di ucciderti, ne mi sembra di aver fatto qualsiasi cosa da scaturire in te una reazione così esagerata.> ecco tutto. Se vogliamo essere sinceri, quella è la sincerità. Le è difficile mantenere un certo controllo, che non si pensi il contrario… lo stomaco le si contorce ad ogni parola che l’altro le espone, ma ahimè, lei deve pensare solo a curarlo. Ma dovrebbe stare attento, perché nel momento in cui Mirako decidesse di prendere il totale controllo, non sa quanto fedele al suo lavoro potrà rimanere. Prende dei respiri profondi, molto profondi… quindi annuisce. <Ho capito, scriverò quanto mi hai detto.> non fa domanda, non chiede nulla, del resto non le compete, non sono affari suoi e l’altro non le risponderebbe. Quindi andrebbe solo avanti con la sua cura, cercando di far infiltrare quell’alone verde attraverso la pelle del ragazzo, così da cercare di arrivare alla profondità della ferita e continuare a risanare quella pelle. Lentamente le cellule dovrebbero rigenerarsi, scalzando via quelle vecchie. Il tessuto tornare a connettersi tramite le cellule e partendo dal fondo la ferita dovrebbe rimarginarsi lentamente. Dovrebbe quindi rimanere una linea di nuova pelle più chiara, che si distinguerebbe da quelle sana intorno. <Hai ragione. Hai perfettamente ragione. Il dolore deve essere soppresso per aumentare la nostra resistenza.> e lei ne sa molto a riguardo, il suo corpo ne è una prova. <Lo stesso vale per i sentimenti. Il mondo sarebbe più semplice senza di essi. Io la penso come te, ma sai cosa mi hanno risposto?> ha deciso di intrattenere quella discussione con lui, si. Deve essere ammattita. <Mi hanno detto che vale la pena provare emozioni, per poter sentire la felicità e la gioia delle belle cose.> sembra una frase fatta, ma è proprio quello che si è sentita rispondere. <Tu cosa ne pensi?> vuole sapere il suo parere, senza fargli capire cosa ne pensa lei invece al riguardo. Infine si arriva al momento cruciale… il momento in cui le deve raccogliere tutte le sue energie per poter parlare di quello con lui. Ma un sorriso piuttosto amaro le apparirebbe invece sul viso, al ricordo di quel loro primo incontro. <Per caso accusi degli strani sintomi e dolori, da quando…> è brutto, tremendamente brutto ricordare quella esperienza. Ma deve. <Dalle fogne.> sospira, il cuore a mille. <Ti senti in un qualche modo strano da allora? Dolori alla testa, problemi alla vista, problemi di memoria… rabbia.> non che abbia la rabbia, ma inteso come sentimento. Dopo aver detto ciò, la ragazzina allontanerebbe le sue mani dalla ferita all’addome, che dovrebbe essere stata curata. Quindi si rivolgerebbe al ragazzo. <Per favore, mettiti sul fianco destro, così posso passare alla ferita sulla schiena.> detto ciò attenderebbe prima di passare anche a quella seconda lesione. [Mani terapeutiche C – consumo 7 pc + 0.5 pc ad ogni turno][Chakra: 67.5/75][Bonus ps: 5 a turno][Pf taglio addome: 10/10][Ps Hajime: 70 + 5 = 75/100]

14:30 Hajime:
 Sente la risposta dell' altra e, per quanto può sembrare strano, anche lui la prende molto seriamente, tanto che andrebbe a dire la prima cosa che gli viene in mente, in tutta onestà. <Non cercare di essere dolce o qualcosa del genere... é... Fastidiosa come cosa... Quello che stai provando a dire è un modo gentile per dire... Non me ne frega un cazzo di come ti sei fatto male, vorrei solo fare il mio lavoro quindi dimmelo...> Ehm, non è molto fine o educato, però nei propri occhi vede questa come realtà, e forse una delle due parti della ragazza gli darebbe anche ragione. Quello che succede dopo invece gli fa tornare il sorriso sul volto, perchè finalmente esce quella ragazza di cui si è fatto un immagine nei loro incontri. <Io non potrei mai fare il medico... Anche se sapessi le tecniche... Meriti i complimenti per questo... Anche se... Probabilmente... Se dovessimo trovarci contro in qualche situazione punterei subito alla tua gola come primo bersaglio> non lo dice con cattiveria ovviamente, tiene il tono basso e pacato, semplicemente fa notare come lei possa essere un primo bersaglio da eliminare, proprio per le sue capacità. Quello che dice dopo però lo lascia un attimo in silenzio, tanto che distoglierebbe lo sguardo da lei fissando il soffitto. <Onestamente... Ti associo ad un evento negativo... Ti odio perchè mi hai inferto una ferita grave in un momento di debolezza... Una ferita che da solo non avrei curato... In missione non siamo andati per niente d'accordo... Ma per fortuna per noi ho ottenuto più cose di te e dell' altro incapace...> Fa un attimo una pausa, cercando altro nella mente, ma non gli viene nulla in mente se non che una cosa sola. <In fondo è vero... Non è poi così tanto per odiarti... Semplicemente quando non sai come eliminare un' emozione perchè non riesci a sopraffarla... Allora credo che il metodo migliore sia rimuovere ogni legame con essa, finchè non resta un semplice punto isolato> è un ragionamento complesso, ma non può farci nulla, è quello che gli dice la testa. Il fatto che poi lei gli dia ragione non lo lascia ne stupito ne perplesso. Infatti è dell' idea che ogni persona oggettiva alla fine deve per forza arrivare a quella conclusione. <Anche io ho sentito questa barzelletta più volte... Sai cosa ho ottenuto? Più dolore... Perchè prima o poi arriva sempre un dolore più grande della gioia che hai provato... Semplicemente perdendo quella gioia...> E in tutto ciò pensa solamente a Shinobu che, ormai, è soltanto un passato triste. <Come la penso...? A dire la verità me lo sono chiesto tantissimo... Vagavo per la palude vicino a Kiri chiedendomelo... E alla fine mi son trovato una risposta... Siamo condannati a sopravvivere... Quale sarebbe il regalo più bello? Non dover più avere questa fatica... Ma sono abbastanza vigliacco da non poter rinunciare a ciò...> Prende una piccola pausa. <Quindi... Credo che la gioia e la felicità nelle cose stia proprio nel trovare questo obbiettivo... Togliere questo problema agli altri... Eliminare la gente... Partendo da quelli che ovviamente se lo meritano... Almeno dal mio punto di vista...> è abbastanza un discorso da psyco, ma a lui sembra totalmente lineare e logico. A dire la verità lei è la prima persona con cui può parlarne con così tanta tranquillità. Forse lo fa semplicemente perchè gli ha dato ragione in precedenza. <Sento tutti questi sintomi... Ci sono dei giorni in cui se non impasto il chakra non ho neanche l'energia per alzarmi dal letto... Però... Riguardo alla rabbia... Non so... In genere la sfogo rompendo cose o disegnando le cose che odio e prendendole a pugnalate... è rabbia?> Hem... Si Haji... Ma vabbè, dettagli. La ferita di cui parla la ragazza è sul lato destro e non è proprio sulla schiena. Si volterebbe di lato quindi, spostandosi sul fianco di questo lato e mettendosi un po' più con la pancia in sotto. <Non è proprio sulla schiena...> Direbbe con un briciolo di imbarazzo. Non è che si possa cancellare totalmente l'imbarazzo a riguardo.

15:04 Kouki:
  [Stanza] Dolce? Quella parola, quella frase, la fa ridere. E si, scoppia in una piccola risata proprio in faccia al ragazzo. Quel tipo ha la capacità di farla passare da uno stato emotivo all’altro, nel giro di un secondo. Dalla rabbia, al divertimento. È assurdo. <Dolce? No, no. Io voglio solo fare il mio lavoro e pongo le domande nel modo in cui devono essere poste. È la prassi. Semmai, piuttosto che dolce, ripeto le stesse domande come una macchina.> dolce, gentile… con lui? Questa è buona. <Però se preferisci l’assoluta sincerità, lo farò. Da adesso in avanti.> lo ha voluto lui. Quindi rimane in silenzio mentre lui racconta… le racconta cose che lei non riesce sinceramente a spiegarsi. L’ha ferito? Quando? Come? Non ne ha il minimo ricordo e se lo ha fatto forse non l’ha reputata una ferita. Ma dobbiamo essere sinceri, e allora siamo sinceri. <In che modo ti avrei ferito? Non penso proprio di averlo fatto. Magari sei tu che hai travisato completamente, dato che eri sconvolto. E in missione non siamo andati d’accordo perché tu mi hai accusata di cose non vere.> ed anche quella è la pura e semplice verità. <Parliamo delle fogne. Eravamo nei guai entrambi… e io ho cercato di seguire la tua strategia che per altro ho ritenuto giusta.> continua e continua, mentre quel ricordo la fa rabbrividire, la fa disgustare da quei mostri, ma deve farlo. <Non può essere colpa mia. Perché non ti ho costretto a seguirmi là dentro, e non ho sguinzagliato io quelle disgustose creature che dovrebbero solo morire tutte.> sta parlando con un tono pacato, atono, e sicuramente sincero. Vuole mettere in chiaro quella faccenda e lo vuole fare parlando civilmente. <E sai che ti dico? Che capisco perfettamente cosa tu voglia dire. Preferisci eliminare chi associ ad un brutto evento, nella speranza di eliminare l’evento stesso. Lo comprendo… e io la penso come te. L’unica differenza è che tu eri completamente abbattuto, mentre io reagisco in maniera differente. Ma non per questo deve essere colpa mia o colpa tua.> vuole parlare il più apertamente possibile con lui, il che le fa spuntare un piccolo sorriso sarcastico. <Io agisco come te, ma in un modo diverso. Io per eliminare la situazione che non riesco o non voglio affrontare, mando avanti qualcun alto che possa farlo al posto mio.> sono così simili, perché buttare via tutto quello? Perché incredibilmente si odiano, e mentre lei cerca di chiarire la faccenda, l’altro non ci prova neppure. <Quel qualcuno sta dentro di me. Si chiama Mirako. È una grande amica, ma se dovesse prendere il controllo del mio corpo, non so quanto ti piacerebbe.> così, come se stesse presentando una propria parente, in tutto e per tutto le presenta la sua doppia personalità. Ma si, che vuoi che sia. E ancora una volta annuisce a quelle parole, sempre più convinta, sempre più vicina a sentire Mirako nella sua testa che preme, che spinge… oh, quanto gli piace quel ragazzo. Quello che sente fa riaffiorare violentemente Mirako, sgomita, fa a pugni per guadagnarsi quello spazio, per poter dire la sua sopprimendo la volontà di Kouki. Un sorriso quindi nascerebbe in risposta a quella frase… un sorriso più divertito, arrogante… di quell’arrogante che potrebbe solo macchiare il viso di Mirako. Quel ragazzo, la diverte. <Dovresti farlo.> lo spinge, come se non ne avesse bisogno quel ragazzo. <Eliminare chi secondo te merita la morte. È una cosa giusta, un pensiero più che allettante.> sorride, la lingua saetterebbe fuori dalla bocca per umettarsi le labbra. Come se stesse pregustando il sangue di una qualche vittima. <I sentimenti sono solo un peso. I sentimenti non ti faranno diventare più potente, ne ti daranno la gioia. Quel tipo di gioia che potresti provare nel spezzare la vita altrui… te l’assicuro. È quella la vera bellezza della vita.> uccidere. Brava Mirako, ottimi insegnamenti, ma è stato lui a stuzzicarla, con quei discorsi. <Il vero potere è la chiave per poter diventare più forti... lo vorresti?> avvicinerebbe il viso al suo, piegandosi lievemente. <Vorresti farti cullare dall’abbraccio di un potere così grande che possa permetterti di abbattere ogni tuo nemico?> lo osserverebbe, cercando di cogliere in lui qualcosa che desti nuovamente il suo interesse. <Perché i sentimenti non sono altro che una farsa. Mio padre, quello vero, Orochimaru… lui si che lo aveva capito.> quindi lo lascia rispondere, parlare, lo osserva muoversi e cambiare posizione. <Secondo quale metodo decideresti chi eliminare o no? Chi c’è nella tua probabile lista? E ricorda… ci sono persone che forse è meglio avere dalla propria parte. Non credi?> mormora verso di lui, il sorriso mellifluo, mentre andrebbe a scoprire la zona lombare della schiena, abbassando un poco l’elastico dei suoi boxer. Be, deve vederlo il gluteo. Una volta individuata la ferita e tolto il cerotto medico, porterebbe le proprie mani ad una distanza di sicurezza dalla lesione e inizierebbe a smuovere l’alone verde verso di essa. Il chakra medico entrerebbe in contatto con quella ferita, e inizierebbe così a stimolare le cellule nella loro guarigione e crescita. Un processo non troppo lento, in effetti, ma ci vuole comunque il suo tempo. <Quei sintomi li proviamo anche noi.> lei e Kouki, le due personalità insomma. <A quanto pare è iniziato tutto da lì, allora. Qualcosa ci ha fatti ammalare e l’unica cosa che abbia potuto entrare in contatto nel nostro organismo, è stato quando ci hanno attaccati e morsi. Oppure sono stati i fumi maleodoranti, anche.> due soluzioni diverse, ma comunque un buon punto di partenza. <E si, quella è proprio rabbia. Quella che ti sale dallo stomaco e ti fa vibrare il corpo. E non la sfoghi fino a quando o non rompi qualcosa, o non fai del male a qualcuno.> si prodiga per spiegargli che cosa si provi durante quel sentimento. E nulla, tace, continuerebbe quella cura, Mirako, dopo tutto… perché lasciare ferito, o uccidere, un giocattolo così interessante? [Mani terapeutiche C – consumo 7 pc + 0.5 pc ad ogni turno][Chakra: 67/75][Bonus ps: 5 a turno][Pf taglio schiena: 5/10][Ps Hajime: 75 + 5 = 80/100]

15:30 Hajime:
 La risposta altrui arriva subito e sincera, ma questa non può portare che un semplice commento dal ragazzo. <Bhè... Parleresti con qualcuno che ti dice la verità... O con qualcuno che fa l'ipocrita e ti da della bella e brava solo per farti contenta?> Domanda, ma in realtà sa già la risposta. Poi esce fuori la discussione di come l'abbia ferito e allora non può far altro che rispondere alla domanda. <Come...? Non so tu... Ma io non ho ne voglio o vorrò mai una famiglia... E quando siamo sopravvissuti semplicemente per capriccio del destino... Bhè... Per giorni mi son chiesto la logica... E poi se ne esce una bambina psicopatica con le sue teorie sul combattere... Andare avanti... Insultare... Provo vergogna per me stesso semplicemente perchè non ti ho accoltellato o provato a prenderti a pugni in quella situazione...> Poi esce fuori un discorso più profondo, tanto che lei confessa la propria natura. <Non posso mandare avanti altri per i miei problemi... è ipocrita come cosa... Se non riesco a superarli allora vuol dire che non sono abbastanza forte e devo allenarmi di più> Non dice altro, ne gli da della psicopatica, anche se ovviamente è la prima cosa che pensa. Dopotutto che altro dovrebbe pensare? Una che dice tranquillamente "ah, ho una persona che vive dentro di me, ma non ti piacerebbe conoscerla". La guarda, un po' dubbioso. E poi lei cambia leggermente tono e comportamento, andando a dargli molta più corda rispetto a prima, quasi incalzandolo a continuare <No... Accettare il potere da altre fonti è come... Accettare di essere debole... E io non voglio mai più essere debole> dice con tono fermo della voce. Se ne frega della sofferenza, di tutto. Se ne frega se davanti ha quello che si presenta come capoclan, basta accettare e non voler vincere. Che poi, solo la vittoria conta. <Certo... Ogni mezzo per raggiungerla è lecito... Ma il mezzo che utilizzo lo scelgo con le mie energie... Perchè le forze che non sono mie... Allora non posso certo comandarle>. Non gli piace dipendere da qualcosa che sa di non poter comandare. Ed una misteriosa forza magica sicuramente fa parte di queste cose. <Tuo padre?> Chiederebbe, storcendo gli occhi e il naso a quel nome che ha certamente sentito. <Comunque la priorità andrebbe a tutto il mio clan... O almeno alla maggior parte... Poi non ci sarebbe bisogno di una lista... Ti imbatti in una cosa sbagliata... Allora la elimini e la estirpi... Ti imbatti in qualcuno che merita una fine veloce... Allora gliela dai...> Ma esistono veramente degli alleati a questo mondo? <Non esistono amici... Le persone dalla propria parte fanno comodo... Ma le persone furbe mritano di sapere che appena quella mutua utilità finisce... Bhè...> Guardatevi le spalle, lo lascia sotto inteso, ma nessuno deve fidarsi degli altri (insomma, Kiri style, dopotutto è un Kori?!). <Noi? Ah si... Tu e le tue identità...> Commenta a quel noi perchè si, gli sembra del tutto ridicolo. <Sei tu il medico... Se non sai tu come curarlo... Che vuoi che ci faccia io? Vuoi un bacetto che faccia passare il dolore?> Non vuole essere antipatico, ma semplicemente trova troppo stupida questa situazione. Che può farci lui? Nulla.

15:50 Kouki:
  [Stanza] Non dice nulla a riguardo della prima frase, se non un’alzata di spalle. Lei parlerebbe con tutti, poi in cuor suo sa a chi dare importanza e chi no, semplice e lineare. Ma non lo dice, non ha più voglia di parlare di quelle cose superficiali. Ma continua ad ascoltare e semplicemente ancora non capisce come possa averlo ferito, davvero, lo sguardo con un’espressione allucinata, alzando le sopracciglia. <Io ho detto un mio parere. Tu non puoi odiare le persone solo perché la pensano diversamente da te. Cioè, puoi, per carità, decidi tu che fare. Ma sarebbe altamente sciocco e ti bruci un sacco di possibilità. Non sarebbe logico ne produttivo per te stesso. Non ti farà stare meglio, ne ti farà diventare più forte.> se davvero lui ce l’ha con solo per divergenze di idee… allora, caro mio, hai dei gravi problemi di priorità. <Sono una bambina, potevi semplicemente ignorarmi e lasciar correre.> giusto, perché non lo ha fatto dunque? Perché ha così tanta rabbia verso di lei per questa sciocchezza? <Infatti ora non la mando più al mio posto, quando posso. Ora cooperiamo, anche se spero che non faccia nulla di male di sua iniziativa. E ti assicuro che mi sono allenata e sto continuando a farlo, e sono migliorata, sono diventata più forte. Ma come tu preferisci accanirsi su chi non centra per evitare di affrontare la realtà, io faccio allo stesso. E se critichi me per questo, allora l’ipocrita sei tu, non ti pare?> calma mentre espone i suoi fatti, perché l’altro sembra solo voglia trovare ogni espediente e ogni scusa per avercela con lei. Il discorso poi cambia, verte sul potere, sulla forza, e lui dice delle cose esatte ancora una volta, che non possono che far sorridere Mirako. Un piccolo ghigno che man mano si accentua. <Ragioni bene, ma non serve che te lo dica io, lo sai benissimo anche da te.> è vero, non esistono amici, e questo pone il ragazzo ad un livello più alto nella mente della serpe. <Non ci sono amici. Solo persona che sfruttano altre persone convinte di non essere sfruttate a loro volta.> afferma mentre continuerebbe a tenere le mani a distanza dalla pelle e farebbe confluire il chakra medico lungo la ferita, fino alla sua profondità, mentre le cellule cercherebbero di guarirsi e i tessuti di riallacciarsi fra loro. <A questo punto è meglio fare le cose da soli e rischiare di non farcela… o accettare il rischio e mettersi insieme a chi ha obiettivi in comune, o semplicemente la stessa indole?> lei parla, senza un vero scopo, solo e semplicemente perché ha voglia di porre domande delle quali sa già la risposta. Sa già come risponderà l’altro infatti e già sorride divertita. Lui è uno che preferisce stare solo. <Quindi deduco che tu non abbia amici, e che sfrutti le persone solo per diventare più forte o per i tuoi tornaconti.> be, dopo tutto è quello che lui fa trapelare da quei discorsi. La ferita anch’essa dovrebbe rimarginarsi, ricreare la pelle nuova più chiara rispetto a quella che le fa da contorno, e ancora una volta allontanerebbe le mani. <Girati a pancia in su, ora vedo che cosa posso fare per il braccio.> ordinerebbe al ragazzo senza gentilezza alcuna, ma permane quel suo ghigno divertito da tutta quella situazione. Perché Kouki lo odia tanto? Per Mirako è un ragazzo così divertente! <Io sono una praticante, non un medico. E in ogni caso non posso avere la soluzione fulminea a qualcosa di sconosciuto, o avere le abilità necessarie. Ci sto indagando e sto facendo ipotesi ad alta voce. Se non hai nulla di intelligente da dire per aiutarmi, allora fai meglio a stare zitto.> concluderebbe con un sorrisino velenoso ed arrogante. <Chiaro?> non ha altro da aggiungere, quindi attenderebbe che il ragazzo torni alla posizione richiesta e le porga il braccio sinistro. [Mani terapeutiche C – consumo 7 pc + 0.5 pc ad ogni turno][Chakra: 66.5/75][Bonus ps: 5 a turno][Pf taglio schiena: 10/10][Ps Hajime: 80 + 5 = 85/100]

16:11 Hajime:
 Non riesce proprio a capire la logia altrui, anche se prova a ripetersela in testa più e più volte. <Perchè sarebbe sciocco o ipocrita o falso odiare qualcuno semplicemente perchè la pensa in un certo modo? Forse l'odio è l'unica emozione buona... E se stai odiando qualcuno per come si comporta... Per quello che dice... Bhè... Sicuramente per prima cosa l'ha pensata quell' azione... E odiare fa star sicuramente meglio...> Almeno si possono incanalare i problemi su qualcosa. <Se è quello che vuoi sentire allora non ti odio personalmente... Non me ne frega un fottuto niente di te... Dei tuoi gusti... Di quello che ti piace... DI quante volte vai in bagno al giorno... Semplicenente odio la situazione che c'è stata e tutto quello che è collegato con essa... E tu ne fai parte... Non c'è assolutamente nulla di personale in questo... ok?> Poi arrivano al discorso in cui si trovano d'accordo, ma forse questa volta lei può restare sorpresa. Lui la guarda pensandoci su, cercando di prendere una decisione a riguardo. <La vita è tutto un rischio... Quando si ha il trenta per cento di possibilità di indovinare... Magari rischiare non è male...> Insomma, tutto può succedere, magari anche sfruttare altri ed essere sfruttati. <Certo... Se avesse la mia stessa indole non mi fiderei proprio...>. Vero, non ha amici, ne persone di cui si fida, se non che una. <Ho solo una persona... Il mio sensei... Non ho mai capito perchè tiene a me... Gli ho già detto che sono uno stronzo egoista... Ma mi piace averlo vicino... Certamente non gli impedirò di continuare a starmi vicino se è questo che vuole> Forse anche questa affermazione può sorprendere l'altra, ma a compromessi tutti devono scendere, e Raion è sicuramente il migliore compromesso che può avere. Si gira, fa quello che lei vuole, senza troppi problemi. Si sente già molto meglio, abbastanza da potersi ritenere soddisfatto. E poi lei se ne esce a tono alle proprie frasi un po' "spinose", quel chiaro alla fine poi è qualcosa che, per il giovane albino, suona come fantastica, tanto da farlo scoppiare a ridere. Ma non dice niente, si volterebbe solo di lato, con il viso, guardando quella ragazza con forse una luce diversa rispetto a prima. <Non sono un genio... Ma immagino che potremmo fare dei test... Se qualcosa in noi dovesse combaciare... Allora magari potrebbe essere quello che non va... No?> Chiederebbe, fissandola dritto negli occhi con i propri occhi blu.

16:36 Kouki:
  [Stanza] Le fa strano come quella persona in realtà sia molto più simile a lei di quanto non voglia ammettere, di come i suoi pensieri siano semplicemente logici e lineari e le piacciono. Strano come la situazione si stia capovolgendo, almeno per lei, che inizierebbe a guardare quel ragazzo sotto una diversa luce. <L’odio, eh?> mormora appena, ragionandoci per davvero sull’affermazione dell’altro. <Io direi che anche la rabbia sia una bella emozione, ma soprattutto lo sfogo. Perché tu puoi odiare, ma non starai mai bene fino a quando non sfogherai quello che senti.> lo ascolta, lui continua, e quello che dice semplicemente ne prende atto, annuisce e passa oltre, trovandosi in accordo. <Sicuro, nemmeno a me frega nulla di te. Almeno fino a quando non diventi un ostacolo per me.> ci tiene a precisare, senza lasciare quel sorriso che ha sempre un che di pericoloso, preoccupante. Come un lupo travestito da agnello, o una serpe pronta all’attacco, sarebbe meglio. Le pare un pensiero un po’ infantile il suo, ma non se ne preoccupa, chi è lei per giudicare? Nessuno. <Sei libero di fare come ti pare. Non ti disturberò più, ma vorrei che anche tu, prima di parlarmi, se mai ci sarà un’altra occasione si intende, ragionassi su cosa dirmi. Sii sincero se ci tieni, ma non dire bugie sul mio conto.> come addossarle tutta la colpa… perché c’è differenza fra parlare essendo sinceri, e parlare sparando accuse insensate. <E io farò lo stesso. Sarò più schietta e sincera.> sta forse, in ogni caso, cercando di buttare le basi per un equilibrio stabile per entrambi. Che l’altro lo accetto o meno non le importa, lei ci prova… anzi, è sicura che non le importerà un fico secco e che quindi non avrà risposta. Ma ecco che effettivamente il ragazzo va a stupirla con quella scelta… accetterebbe il rischio e ciò incuriosisce ancor di più Mirako, che va a sorridergli con quel fare mellifluo, mentre il delicato ghigno si tende, si accentua. <E’ vero. Ci sarebbe da guardarsi le spalle in ogni momento. Sia per te, che per l’altra persona. Ma secondo me sarebbe… intrigante.> i gusti di una psicopatica non sono poi da discutere dopo tutto. E poi ecco un’altra rivelazione, ha un sensei, e gli piace averlo intorno. Questo caratterizza in maniera diversa il ragazzo, e lei inclinerebbe la testolina leggermente di lato. <Ti piace, eh? Ah, ma conosco appieno la situazione.> eccome se la conosce! Raido ha iniziato come suo sensei e lei, Mirako si intende, lo ha sempre odiato, ma se lo tiene vicino per poter migliorare. Diversamente da Kouki, che invece lo ama come un padre. Ma anche lui ha deciso di starle affianco ben sapendo della natura spigolosa della ragazza. Non aggiunge altro, del resto quel ragazzo ha appena detto di non voler sapere nulla di lei, no? Osserverebbe il braccio e il viso si farebbe più serio mentre andrebbe a posare le mani sopra di esso, a distanza di sicurezza ovviamente. Cercherebbe di far smuovere il chakra medico dalle sue mani, fino all’arto, nel tentativo di irrorare quei tessuti morti con quel suo alone verde e curativo. Ma non le piace… quell’ustione è troppo grave, troppo profonda per le capacità della ragazzina e lei stessa non sa quanto potrà fare, ma comunque ci prova. <Ti rimarrà una bella cicatrice. Ma io amo le cicatrici.> eh, si, lei ne ha il corpo pieno e Mirako le adora. Si umetta le labbra, con quella lingua da serpe velenosa, e quindi cercherebbe di tentare comunque di spronare quelle cellule ferite all’autoguarigione. Inondare i tessuti, cercare di ripararli, provare a raggiungere la loro profondità. Annuisce al suo dire. <Si, potremo fare degli esami del sangue, tanto per iniziare. Sarà una buona base dalla quale partire.> in effetti, già che ci sono e si trovano in ospedale, potrebbe anche fargli un prelievo, ma forse non rientra nelle sue competenze, ma soprattutto non vuole che questa storia sia di dominio pubblico, vorrebbe tenere tutto in gran segreto per il momento. [Mani terapeutiche C – consumo 7 pc + 0.5 pc ad ogni turno][Chakra: 66/75][Bonus ps: 5 a turno][Pf ustioni da freddo braccio sinistro: 5/15][Ps Hajime: 85 + 5 = 90/100]

16:56 Hajime:
 Quelle emozioni che lei suggerisce le ha pensate anche lui, ma ne ha visti pregi e difetti, stabilendo che forse non ne vale la candela. <La rabbia e lo sfogo sono belle sensazioni... Certo... Ma la prima ti porta ad agire senza pensare... La seconda ad abbassare la concentrazione... Ergo... Mi tengo il mio odio e basta> Ecco fatto tutto il proprio ragionamento. Poi la discussione si evolve, andando a parlare su un campo che non è troppo lontano da questo, ma che in parte adesso affronta in maniera forse leggermente diversa. <Bugie sul tuo conto...? Ti ha dato così tanto fastidio la mia reazione? Non ti chiederò scusa per questo... Quello che ho detto è stato perchè lo credevo... Se devo chiederti scusa non certo per quello... Casomai perchè sono stato un codardo e non ho minato le fogne... Magari se le avessimo fatte esplodere... Saremmo morti... Ma ne sarebbe valsa la pena...> Non parla ulteriormente del parlare ancora o meno, anche perchè a dire la verità è una delle poche persone con cui sta parlando senza peli sulla lingua, senza fingere o altro, semplicemente parla a cuore aperto. Quello che dicono dopo non lo commenta ulteriormente. Anche perchè sono pienamente d'accordo. Sia su un aspetto che sull' altro. E riguardo il sensei... Bhè... Allora sono due persone pessime, sia lui che lei, perchè è proprio un comportamento pessimo. Ma la cosa più bella di tutto ciò è che a lui piace la cosa, e molto. Fanculo a tutto il resto, perchè dovrebbe allontanare una figura che può farlo migliorare a vista d'occhio? La cosa non ha senso. Quando inizia a curargli il braccio, il dolore arriva forte ed inesorabile. Non c'è molto che può fare. Sbarra ancora di più gli occhi mentre continua a fissare i lineamenti altrui. E non la guarda con odio, ne cercando pietà o altro. La guarda semplicemente perchè in questo momento è l'unica cosa che meriti la sua attenzione. Ogni minima cellula morta che è sottoposta alla cura gli provoca una fitta ondata di dolore, tanto che andrebbe a mordersi il labbro inferiore. Se deve imparare a sostenere il dolore, allora questa sarà una vera e propria sfida. Allungherebbe il braccio buono verso l'altra, cercando di afferrarle uno dei due arti superiori ad altezza del gomito. <Non mi interessa della cicatrice... Puoi anche farlo diventare blu per quel che mi riguarda... Ma devo poter tornare ad usarlo... Un ninja senza un braccio... Allora se volessi essere onesta... Dovresti ammazzarmi subito...> Il dolore continua a crescere, ma non vuole fare versi, non vuole esprimerlo. Anche se poi non può bloccare qualche prima piccola lacrima che gli si forma agli angoli degli occhi. <Si potrebbe fare... In fondo non sei così tanto antipatica... Magari si potrebbe riparlare... Tenendo un kunai in una mano...> è forse un tentativo di ironia? O magari è serio? Forse una via di mezzo.

17:17 Kouki:
  [Stanza] Annuisce piuttosto sorpresa, piacevolmente sorpresa deve ammetterlo. È una cosa che apprezza, la logica. <E’ vero, ma se capisci come controllarla, allora potrai sentirti veramente bene. Il segreto sta nel bilanciarle senza farsi sopraffare.> è difficile certo, ma non impossibile. Alle sue successive parole, un nuovo sorriso divertito affiora, lasciandosi sfuggire un’altra risata. Non vuole delle scuse, no, vuole solo che non si ripeta mai più. <Tranquillo, non voglio scuse. Cosa me ne potrei mai fare? Ormai è passato, quello che è stato detto, è stato detto. Preferirei solo che non si ripeta. Minare le fogne non è male, non è un’idea malvagia. Farli esplodere tutti quei mostri, chi se ne frega se ci sarebbero ripercussioni sul villaggio.> ah, si molto patriottica Mirako, ma la verità è che lei non si sente legata a Kusa, non le importa. Ma si lascia andare a quel commento non richiesto, lasciandosi sfuggire un’altra piccola risata. Sta scherzando magari, chi lo sa. <Ma non prima di aver indagato a fondo su quanto ci sta succedendo.> ecco, ora si che è seria, meglio non fare nulla di avventato se poi i loro campioni o le loro prove vanno a farsi benedire. Ottimo sarebbe prendere uno di quegli abomini vivi, ma… chi mai potrebbe farcela? Inizierebbe a tentare di curare quel braccio, e si, fa male, molto male, perché le ustioni sono profonde e gravi. Troppo per lei. Il suo fare verrebbe interrotto dalla mano di lui che va ad afferrare il camice di lei all’altezza di un gomito. Nulla, lei sposta freddamente gli occhi su di lui, osservandolo. Della serie, che fai? Tocchi? Ed ascolta le sue parole, facendole nascere un altro sorrisino divertito. <Se dovessi essere onesta, a dire il vero, ti lascerei con un braccio inutilizzato e starei a vedere che combini per poter sopravvivere.> una pausa, lo fissa negli occhi e il sorriso si allarga, un dolce e velenoso sorriso divertito. L’ha voluta lui la sincerità dopo tutto. Le mani si staccano dal braccio, interrompendo quella cura, senza andare avanti… sembra che lo stia facendo apposta, ma non è così. <E dovrai davvero aspettare, perché queste ustioni sono troppo complicate per le mie abilità. Ed è un dato di fatto.> il chakra medico cercherebbe di esser ritirato, cercherebbe di raccogliere nuovamente all’interno del proprio corpo l’energia fisica per farla ricongiungere a quella psichica, per farla tornare al suo posto originario. In quel modo l’alone verde e curativo intorno alle mani dovrebbe cessare. <Niente di personale.> gli rigirerebbe le stesse parole che ha utilizzato lui nel spiegarle il suo odio per lei… e si diverte nel farlo. <Riparlare, certo. Nemmeno tu non sei tanto male alla fine, abbiamo più punti di vista in comune di quanto non sembri. Uno o due kunai sarebbero utili.> sibila verso di lui, umettandosi nuovamente le labbra ed osservandolo come se volesse mangiarselo da un momento all'altro. <Starai ancora qui. Farò presente che servirà qualcun altro pe curarti definitivamente quel braccio.> sarà una bella lagna per il ragazzo, ma lei non può farci niente. <E dato che abbiamo deciso di non fare più dell’ironia, me ne vado per continuare il mio giro.> e si avvicinerebbe al suo volto con il suo, per poterlo guardare dritto negli occhi a una distanza più che ravvicinata, come se volesse cercare di leggerci qualcosa o di trovare qualcosa. <Squisito.> sogghigna, non aggiunge altro, quindi riprenderebbe la propria cartella medica, osservandola e ridacchiando di tanto in tanto, mentre senza dire un’altra parola, se ne andrebbe dalla stanza. [Chakra: 66/75][END]

17:29 Hajime:
 Il dolore è forte, tanto, perchè quelle cellule sono sicuramente molto più danneggiate delle precedenti. Non riesce a trattenere qualche lacrima infatti, anche se si risparmia qualsiasi gemito perchè no, non fanno per lui. <Mh... Magari potrei cercare di amputartene uno anche a te... Così potremmo farci due risate insieme...> Commenta al suo dire, ancora una volta forse per metà sta scherzando... Ma ho grossi dubbi a riguardo. Quando lei gli da quella notizia, non la prende come una presa in giro, ma come la vera e propria realtà, perchè ha inquadrato in quel modo la ragazza, ha capito che se non avesse voluto curarlo allora glielo avrebbe detto direttamente, senza stare a far quei giri di parole. Ascolta tutto il suo discorso, che ovviamente non fa una piega perchè dice semplicemente delle cose oggettive. Ma poi, inaspettatamente, lei decide di avvicinarsi facendo quel commento inaspettato. La guarda, un po' perplesso e un po' dubbioso sull' altrui mentalità. <Lo so... Ma tu invece lo sei?> Proverebbe a provocarla, anche se non crede reagirà. è una sfida mentale più che altro, quasi fosse una partita a scacchi. Quando esce, poi, si metterebbe a fissare il soffitto, stando a pensare ancora un po' sull' accaduto. <Maledetta bambina...> Direbbe tra se e se, ancora relegato su questo maledetto letto. [end]

Kouki cura Hajime. I due parlano, prima si odiano e poi rivalutano un po' le cose dichiarandosi meno antipatici del previsto. Alcuni punti in comune e future strategie per il male che li affligge.
Conclusioni: se non si odiassero sarebbe perfetto u.u

Cure mediche: il braccio di Hajime aveva dei danni da ustione di terzo grado, i quali non potevano essere curati del tutto dato che le mie competenze si fermano a ustioni di media entità. Quindi dopo aver parlato con la cc Kaori e il cv Raido, ho lasciato 10 pv che dovranno essere curati da qualcun altro. xD

Pv curati: 30 su 35