{ Raido vs Raido } - Cadere e andare avanti

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Giocata di Corporazione

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09:53 Kaori:
 Il grande giorno è arrivato. Gli infermieri stanno portando Raido in sala operatoria, lo stanno sistemando sul lettino operatorio e stanno sistemando la stanza per renderla pronta all'operazione. Strumenti sterilizzati, farmaci preparati nelle apposite siringhe, luci dirette sul corpo dell'Oboro e monitor attaccati tramite tubi e sensori alla sua pelle. Kaori inspira, fuori dalla sala operatoria, a pieni polmoni. Indossa il camice da chirurgo di una sfumatura verdina composto da una maglietta con un leggero scollo a v, a maniche corte ed un paio di pantaloni del medesimo colore elasticizzati. Ciabatte da ospedale ai piedi e cuffietta a tenere i capelli lontani dal viso e dal campo operatorio mentre si lava e disinfetta le mani nel lavabo fuori dalla camera. Ripete mentalmente i passaggi dell'operazione che ha studiato fino alla nausea mentre il chakra dentro di sé ribolle pronto a quel compito. E' nervosa, è tesa, è spaventata. Ha paura di quanto sta per accadere, ha paura di sbagliare, ha paura di ferirlo, di peggiorare le cose. Ha paura di trovarsi davanti ad un nemico troppo difficile, ha paura di non poterlo salvare o di ucciderlo con le sue stesse mani. E' scombussolata e soverchiata da pensieri ed emozioni contrastanti e cerca di mettere da parte ogni sentimento positivo o negativo per lui per rimanere semplicemente lucida e concentrata. Inutile dire che non è semplice, che continua a non rendersi conto che sta per operare proprio Raido, ma almeno ci prova. Richiude il rubinetto e si asciuga le mani andando quindi ad infilarsi i guanti in lattice sterili e raggiungere dunque la camera con passo sicuro. Il cuore le martella in petto ma cerca di non dare a vedere alcun tipo di tensione: fra i due è sicuramente Raido quello più teso e preoccupato e non vuole addossargli sulle spalle anche il peso della propria preoccupazione. Kaori si avvicina dunque al tavolo operatorio e si pianta in faccia una espressione tranquilla ed un sorriso rassicurante. Gli infermieri presenti si alzano in piedi, pronti ad eseguire qualsiasi tipo di richiesta. Kaori li guarda ed annuisce lentamente col capo come in segno di saluto e ringraziamento per la loro presenza lì al suo fianco. Infine punta su Raido lo sguardo. <Stiamo per iniziare.> gli dice con voce ferma, calma, sentendo le tempie pulsare per via del sangue che scorrazza furioso nelle sue vene. <Hai qualche domanda? Qualcosa che vuoi sapere prima di cominciare?> chiede nel tentativo di fare il possibile per fargli affrontare quella procedura il più serenamente possibile. [chakra: on]

10:16 Raido:
  [Stanza] Il fatidico giorno è arrivato, oggi sta per essere operato da Kaori, sta per gettare via quello stupido tumore che lo ha colpito oramai da più di un mese. Deve sopravvivere all'operazione, deve vivere per continuare ciò che ha iniziato, deve vivere per chi ama, per sua figlia e per portare avanti la sua ideologia e provare ad ambire al titolo di Kage. Il cuore batte forte mentre è avvolto in quella vestaglia verde acqua, una vestaglia che non gli piace ma a cui si è abituato in tutti questi giorni di permanenza ospedaliera. Stanno sistemando la stanza, tutto viene preparato rigorosamente sotto indicazione di Kaori, tutto quanto viene aggiustato e la ragazza è li ad osservare il perfetto andazzo della situazione. La stanza sta cambiando drasticamente, non la riconosce più. Si sta agitando, non vede l'ora di finire, non vede l'ora che tutta questa storia finisca per poter tornare a casa. Viene posizionato sul lettino, gli occhi sono fissi su Kaori, l'unica che gli infonde una certa sicurezza, l'unica di cui si fida realmente in quella stanza. Il respiro è elevato, il petto si muove velocemente, l'agitazione raggiunge picchi fin troppo alti. Muove il capo da destra verso sinistra, la paura di morire è tanta, la paura di non farcela è fin troppo alta. Deglutisce a sentire quella parola, stanno per iniziare, stanno per salvarlo o per condannarlo e poi quelle parole. Cosa vuole sapere? Cosa vuole sapere? Domande? Ne ha tantissime ma si trattiene, non può prendere tutto il di lei tempo <Si, una sola> inizia a parlare rivolgendosi a lei con lo sguardo e con l'intero viso, la scruta con attenzione, senza mai distogliersi minimamente <Finito qui è vero che mi paghi il primo pranzo da sano?> come al solito non lascia mostrare debolezze, non si fa vedere impaurito ma tende ad avere l'atteggiamento spaccone per affrontare la situazione drastica. Rischia di non vedere più nessuno, rischia di non vedere più sua figlia e il pensiero lo uccide, lo distrugge lentamente da dentro e non ce la fa, non ce la fa più a pensare una cosa del genere, una cosa simile <Cominciamo e mettiamo la parola fine> sia nel bene che nel male, si è stufato di questa storia e vuole chiudere tutto completamente, una volta per tutte.

10:37 Kaori:
 Raido ha una domanda da fare. Kaori lo guarda con sguardo serio, attento, pronta a chiarire qualsiasi dubbio egli possa avere. Potrebbe chiederle qualunque cosa e lei vuole essere pronta a poter chiarire qualsiasi dubbio lui abbia. La domanda che però le vien rivolta la lascia quanto mai basita e perplessa portandola a schiudere le labbra e rimanere interdetta per un lungo istante prima di ridere divertita smorzando la tensione che sentiva addosso. Scuote il capo e lo guarda con un sorriso calmo, le fossette a far capolino ai lati del volto mentre una ondata di tenerezza la travolge da capo a piedi. <Vedremo. Anche se dovresti essere tu a offrirmi qualcosa visto che ti sto salvando la vita qui> scherza a sua volta, senza la minima traccia di dubbio su come sarebbe finita quella giornata. Avrebbe vissuto. L'avrebbe salvato. Non sarebbe morto, non lo avrebbe lasciato morire. Non è una possibilità contemplabile. Alla fine quel momento di leggerezza s'attenua e Raido le dà il permesso di iniziare. Kaori lo guarda in silenzio negli per alcuni istanti e rivede in quelle iridi gialle tutto il loro passato. I loro ricordi attraversano il suo sguardo come un film e lei rivede in lui una parte fondamentale del suo passato. Ma non del suo futuro. Lo accetta, lo capisce. Non importa in questo momento. Inspira a fondo e quindi annuisce andando allora a voltarsi verso i suoi assistenti e collaboratori. <Bene. Iniziamo.> annuncia con tono deciso andando a muovere qualche passo indietro. <Iniziate a sedarlo e abbassate il camice sul petto. Mi serve la spalla libera> avvisa gli infermieri che, immediatamente vanno a raggiungere la parte del tavolo ove son posti la testa ed il torace di Raido. Alcuni vanno a slacciare il camice così da abbassarlo fino a ripiegarlo sul ventre, sfilandogli le braccia dalle maniche corte, mentre altri gli tengono la testa reclinata sul tavolo, col viso esposto verso l'alto. Una mascherina trasparente collegata ad un macchinario viene posta sul suo volto. "Respiri profondamente e conti alla rovescia da dieci" gli dice l'infermiere con tono pacato, tranquillo. A circa metà del conteggio il ragazzo dovrebbe ritrovarsi privo di sensi e totalmente addormentato, insensibile. Kaori, dal canto suo, nel mentre si appresta a legarsi attorno al viso una mascherina di carta che si lega dietro la nuca, tenendo coperti naso e bocca. Attende che Raido cada nel sonno dell'anestesia prima di iniziare realmente l'operazione. [chakra: on]

10:56 Raido:
 Ha smorzato quella tensione che si è creata, una tensione che avrebbe potuto mandare tutto quanto in malora. E' meglio così, non deve farsi vedere debole, non deve farsi vedere pronto alla morte, vuole combattere fino alla fine e rendere le cose a Kaori le più belle possibili, le migliori, un modo migliore per lavorare. La sente ridere di gusto per quella domanda inaspettata, gli piace il suo sorriso, gli è sempre piaciuto e non lo nega nemmeno ora che ha un'altra, non lo nega adesso che è a un passo dalla morte. Sorride anche lui ma non si sbilancia, non si lascia andare a troppe risate per evitare di complicare la posizione e tutto quanto. Sta rischiando, sta rischiando tanto e gli serve massima concentrazione <Anche tu hai ragione> ride leggermente prima di sistemarsi sul letto. Non crede a quello che sta succedendo, tra loro è finita eppure non vuole che altri lo operino, non vuole che altri mettano mani sul suo corpo se non lei. E' rilassato, si sta rilassando minuto dopo minuto e non vede l'ora che tutto questo finisca al più presto, non vede che il momento passi definitivamente <Finalmente> commenta quelle parole mentre la mascherina gli viene messa sul viso e il corpo inizia a essere scoperto. Nella mente comincia a contare all'indietro partendo da dieci e, arrivato a 5, comincia a sentirsi intontito, assonnato, voglioso di dormire. Gli occhi vengono chiusi, lascia che il capo diventi rilassato e il buio lo avvolge completamente. Si ritrova in un baratro, in un luogo che conosce fin troppo bene, un luogo in cui è solo e dove solo lui può comandare. Si ritrova spoglio, senza vestiti con una figura, una figura fatta interamente di oscurità, è il se stesso con il sigillo attivo. Capelli neri, occhi rossi, mezza armatura da rinoceronte, qualcosa di spaventoso <Non vincerai questa battaglia> commenta il Jonin all'oscuro fissandolo negli occhi, non distoglie lo sguardo da quel nemico che deve battere e affrontare con tutto se stesso "Vedremo, vedremo, l'operazione è appena iniziata e la tua vita è appesa a un filo, letteralmente" si sfidano, si stuzzicano continuamente secondo dopo secondo in attesa che tutto cominci e che l'operazione proceda verso la luce o verso il buio.

11:12 Kaori:
 Gli occhi di Kaori non si allontanano dal volto di Raido neppure per un istante. Lo vede respirare a fondo l'anestetico fino a quando i di lui occhi non iniziano a muoversi. Le palpebre si fanno pesanti, s'abbassano e si rialzano con un movimento pigro fino a quando la stanchezza non diviene troppa e le sue forze scivolano via, lasciando che esse scendano definitivamente sulle sue iridi fino a coprirle. Respira a fondo adesso, del respiro pesante che caratterizza il sonno e l'infermiere va quindi a distaccare la mascherina dal suo volto per risistemarla a posto, controllando ora i dati che il macchinario segna sul suo schermo. E' tutto pronto per iniziare. Kaori è in ansia, sente il cuore battere impazzito, l'adrenalina scorrerle a fiotti nelle vene mentre si appresta ad affrontare la sfida più difficile della sua vita. Deglutisce mentre torna ad avvicinarsi al lettino e pone lo sguardo sulla spalla di lui. Il sigillo è lì, come sempre, a screziare con il suo colore ombroso e scuro la pelle altresì bianca del ragazzo. E' colpa sua, colpa di quel maledettissimo affare se ora si trovano lì, in quella situazione. Lo ha sempre odiato e ora ancora di più. Lo odia, lo odia, lo odia. Ed ora ha la sua occasione per dimostrarglielo, per sbeffeggiare quel potere sconfiggendone gli effetti. Kaori inspira a fondo e va a concentrarsi sul chakra che scorre nel suo corpo. Andrebbe a focalizzare la propria attenzione sulla propria energia andando a studiarla fino a poter sentire dentro di sé la mescolanza di energia fisica e psichica agitarsi nelle vene. Andrebbe a scindere parte di quel legame per far risalire alle mani la sola energia fisica, quella che va ad influenzare organi, tessuti, muscoli ed energie per poi farla fluire all'esterno dei palmi attraverso gli tsubo. Il chakra medico apparirebbe attorno al palmo destro come un alone verdastro e verrebbe fatto fluire fino ad avvolgere le dita poste le une attaccate alle altre come se la mano fosse una sorta di paletta. Il chakra ne avvolgerebbe i contorni e andrebbe a venir definito, verso la punta delle dita, in modo tale da formare una sorta di sottile lama. Kaori osserva il volto di Raido, lo vede rilassato ed indifeso e sente dentro di sé l'impellente bisogno di salvarlo, di proteggerlo. Inspira a fondo e dunque si sente pronta ad iniziare. Pone la mano sinistra sul pettorale di lui, come per darsi equilibrio, mentre la destra andrebbe ad avvicinarsi alla sua spalla con fare attento e cauto. La punta della lama di chakra andrebbe a venir posta attentamente sulla carne andando a tagliare e lacerare pelle, tessuti e carne come fosse burro. Esegue un lungo taglio orizzontale che ripercorre l'intera spalla, così da poter aver modo di avere abbastanza spazio per poter operare. <Divaricatore> dice la ragazza con voce ora ferma, seria e decisa. Il bisturi vien fatto svanire non appena il taglio viene eseguito e subito un collaboratore va a porre all'interno della ferita appena causata uno strumento metallico atto ad allargare i bordi del taglio. La ferita viene allargata, un buco piuttosto ampio aperto sulla spalla di lui a mostrare la carne ed i tessuti sottostanti. E' un insieme di sangue, vene e nervi e Kaori osserva con occhi attenti tutto ciò che si cela sotto la spalla di Raido. Infila le mani all'interno del taglio e inizia a scostare cautamente carne e muscoli per riuscire alla fine a individuare ciò che sta cercando. Una massa nera, pulsante e ramificata, che assorbe dal di lui corpo sangue, forze ed energie. <Eccolo> mormora lei studiandone la forma e le dimensioni, attenta, tesa, andando a far scivolare le mani sulla massa per sentirne la consistenza sotto le dita. Cerca di individuare ogni ramificazione, ogni collegamento al suo corpo, ogni forma di quel male per stabilire quindi il giusto approccio per la rimozione sicura di quella cosa. [Competenze mediche B] [Bisturi di chakra B] [chakra: 90/100]

11:39 Raido:
 L'operazione sta cominciando, Kaori si mette all'opera, lacera le carni fino a scoprirle totalmente. Non sente dolore, non sente male alcuno per via dell'anestesia e può solo immaginare come si sente Kaori nel vedere il proprio ex fidanzato aperto sotto i suoi occhi. Tutto quanto è scoperto, è possibile vedere la massa tumorale che cresce e avanza nel corpo del Jonin, una massa nera e mostruosa che porta lo schifo in chiunque. Nella mente dell'albino avviene ancora lo scontro tra luce e oscurità, scontro tra se stesso e se stesso con il sigillo attivo. Si guardano, si scrutano a non finire penetrandosi con lo sguardo, vogliono combattere, vogliono scontrarsi ma non possono, non possono farlo. Ognuno deve combattere i propri demoni eppure lui non sente che quella parte di se sia un demone, è lui, è se stesso e tale rimane. Deve soltanto accettarlo come ha fatto in passato "Sei proprio come tuo cugino, non sei diverso da lui" parla l'oscuro con un sorriso stampato in viso, un sorriso sadico che mira a scomporlo, a farlo tentennare ma senza successo "Ti ricordi le parole di Yukio, vero? Cosa ci disse quel giorno" ricorda tutto quanto alla perfezione, non può dimenticare ciò che gli ha raccontato su Kurako "Tu sei uguale a lui, solo che lui era un mostro libero, tu controllato" parole forti, parole che vanno a colpire l'animo del Jonin ma costui non vuole smuoversi, non vuole evitare quelle parole bensì affrontarle <Mi stai dicendo che devo lasciarmi andare? Sfogare tutto il tuo potere in ogni momento senza contenermi? E' questo che mi stai chiedendo di fare?> domande su domande vengono rivolte a quella creatura che si trova difronte. Non si sarebbe mai aspettato di avere una conversazione del genere proprio con se stesso, con quella parte di se che usa nei momenti più critici. La situazione non vuole che degeneri ma di questo passo potrebbe davvero finire male "Certo, voglio uscire, voglio vedere anche io il mondo come lo vedi tu, voglio essere libero di sfogare la mia ira" le parole di un folle e la cosa strana è che è lui stesso che pronuncia inconsapevolmente queste parole senza rendersene conto <Non accadrà mai, ci hai provato ma stai fallendo miseramente> Kaori lo sta per salvare e tutto tornerà alla normalità.

12:01 Kaori:
 E' una situazione incredibile. Raido è sul suo tavolo operatorio e lei ha le mani infilate in un buco nella sua spalla, ricoperte del suo sangue. Può sentire sotto le dita i suoi muscoli, la sua carne, le sue ossa. Sta letteralmente vagando dentro il suo corpo e detiene nelle sue mani la sua vita o la sua morte. Sente un peso enorme sulle spalle ma è proprio quel peso che le dà la forza necessaria ad andare avanti e a convincerla che questa operazione non può in alcun modo andare storta. Osserva con tutta l'attenzione di cui è capace il tumore dell'altro. Ne studia la forma, le dimensioni, palpa quella massa con fare esperto e attento ritrovandosi ad inspirare a fondo e annuire. Non ha senso continuare a temporeggiare in questo modo. Tanto vale iniziare. Fissare quella cosa non la farà regredire, non la farà svanire, è solo tempo perso nella speranza di rimandare un peso troppo grande. Così Kaori va ad umettarsi le labbra al di sotto della mascherina e quindi estrae le mani dalla spalla di Raido per tenderle verso il carrello al suo fianco dove un infermiere è in attesa di ordini. <Bisturi e cauterio> richiede con voce ferma, sicura, sentendo in pochi secondi il familiare contatto con le impugnature degli oggetti sul palmo delle mani, attraverso i guanti. Afferra saldamente gli attrezzi e quindi va a portarli all'interno della spalla di Raido, osservando ora i vari canali che collegano la massa al corpo. Individua un vaso sanguigno piuttosto libero da ostacoli e decide di partire da quello. Avvicina la lama alla base dello stesso e lo recide con un gesto rapido e preciso, lasciando decadere il collegamento fra massa e corpo in quel punto. Il sangue schizza, scivola via copioso e subito la ragazza prosegue: <Aspirazione>. Le mani di un infermiere volano ad inserire una specie di tubicino di plastica trasparente nella ferita andando a risucchiare in un suono rauco e rantolante il sangue che sta uscendo dal taglio appena eseguito. Non appena il campo operatorio viene pulito dai fiotti cremisi, la ragazza porta il cauterio alla base del vaso appena reciso e inizia a bruciare lentamente la zona per richiudere la ferita ed impedire al sangue di continuare ad uscire. Non appena il fumo inizia ad uscire dallo strumento, l'infermiere allontana il tubicino di plastica ormai rossa e lascia modo alla ragazza di terminare quel suo primo fare. <Ed uno è andato> mormora a denti stretti come per volersi far forza. [Competenze mediche B] [chakra: 90/100]

12:39 Raido:
 Il male non lo sente, non lui ma quella parte oscura di se riesce a percepire qualcosa, un qualcosa che accade all'esterno. Strizza gli occhi, digrigna i denti e sorride, sorride nel sentire quella sofferenza, una sofferenza che lo porta alla sconfitta "Sto fallendo? Ne sei sicuro?" nella stanza il corpo del Jonin è fermo, immobile, occhi chiusi. Tutto è nella norma, nemmeno il suo chakra è attivo, lo tiene disattivato, lo tiene controllato eppure un fenomeno al quanto strano va a verificarsi, un fenomeno che ha dell'incredibile. Il sigillo posto sul lato destro del collo inizia a brillare leggermente di quella luce violacea che lo contraddistingue, una luce che aumenta d'intensità illuminando la stanza. Sta perdendo il controllo, il potere sta uscendo per proteggerlo da quello che gli stanno facendo, impedire al corpo di soffrire ulteriormente e di avere la massima protezione. Le tre tomoe girano leggermente, piano mentre piccoli tatuaggi cominciano a mostrarsi sul collo, piccolo e innocenti. Kaori conosce bene quel potere, sa cosa sta succedendo e deve affrettarsi se non lo vuole vedere scatenarsi. La mente del Jonin è nuovamente tetra, si ritrova ad osservare il se stesso oscuro stringendo le mani, formando un pugno, si sta lentamente arrabbiando <Non farlo, non farlo attivare> chiede a quella figura con quasi un tono di supplica. Non attivarlo, non attivare quel potere. E' senza chakra e questo potrebbe addirittura ucciderlo per il troppo sforzo <Non liberarti> vuole tenerlo a bada eppure non ci riesce. L'altro ride, ride di gusto in tutta quella sofferenza, ride come se non ci fosse un domani sapendo che sta per portare morte e distruzione in questo mondo, una distruzione che non può essere fermata, non da coloro presenti in quella stanza almeno "Credi di riuscire a convincermi con quelle suppliche? Credi di farmi cambiare idea?" l'Oboro digrigna i denti, inizia a tremare per l'ira <Io..>..."Tu cosa? Senza le tue armi non vali niente, non sai fare niente. Lo sappiamo entrambi e sappiamo che moriresti in uno scontro con me" la dura realtà gli viene sbattuta in faccia senza ritegno, gli viene detto ciò che non è in grado di fare, ovvero combattere senza le sue armi. Ha provato ad avere maggiore abilità nel ninjutsu ma è difficile, molto difficile e senza armi non vale davvero niente. Gli occhi vengono aperti, spalancati letteralmente davanti a quella rivelazione tanto ovvio quanto crudele. Lo ha messo davanti a una cruda realtà e adesso? Adesso come può pensare anche solo di reagire?.

13:43 Kaori:
 Le mani di Kaori si muovono agili, veloci, mentre prosegue nel suo fare con meticolosa attenzione. Gira e rigira la massa attentamente per cercare un'altra via d'accesso fino a quando non scorge un altro paio di vasi sanguigni ben liberi e facilmente raggiungibili. Annuisce appena, come a volersi dar forza, e quindi pone nuovamente il bisturi alla base di uno dei due vasi. Lo recide con un gesto secco, deciso, senza esitazione. Il sangue fluisce una volta ancora in caldi fiotti e l'infermiera -senza esser richiesto questa volta- va a risucchiare il sangue per pulire il campo e permettere alla Hyuga di proseguire. <Grazie> dice lei sinceramente andando a portare il cauterio alla base del vaso tagliato. Il fumo sale in sottili volute grigiastre, l'odore di carne bruciata dà alla testa e il pensiero che si tratti della carne di Raido la fa sentire con le gambe molli, ma cerca di scacciar via il pensiero. Il sanguinamento si ferma, il buco viene richiuso col calore e Kaori espira sentendosi un filo più leggera. Ancora un'altro. Si sposta e agisce sull'altro vaso andando a recidere anche questo iniziando a separare la massa da tutte le vie di sopravvivenza che ha. Lo scollega poco a poco dal resto della macchina che lo sta tenendo in vita e che è Raido stesso. Nuovamente altro sangue viene risucchiato e un nuovo taglio cauterizzato. Poco per volta, lentamente, avrebbe tagliato tutte le vie di sostentamento di quella cosa fino a strapparla via dal suo corpo ed epurarlo dalla sua presenza. Richiude anche questo vaso sanguigno andando a vedere ora qualcosa che le fa salire un brivido fino alla nuca. Un lucore violaceo che le è estremamente familiare e che va a brillare sul collo di Raido. Kaori l'osserva sgranando gli occhi, il cuore a mancare un battito. <No. No, no, no.> ripete e mormora lei nel panico, bloccandosi. Non può attivarsi ora, non può sopportare un simile stress. <Aspettate. Non muovetevi, fermi. Preparate una maggiore dose di anestetico e siate pronti a sottoporgliela se ve lo dico io> avvisa tutti andando a ritrarre le mani dalla sua spalla per poggiare gli strumenti sul carrello. Si abbassa la mascherina e avvicina il volto a quello di Raido. I guanti sporchi del suo stesso sangue vengono sfilati via rapidamente mentre le dita ora scoperte verrebbero poggiate ai lati del suo volto. <Raido? Raido, ti prego ascoltami> gli ripete con voce bassa, decisa, tesa. <So che non puoi rispondermi ma so che puoi sentirmi> Almeno ci spera. <Combatti. Mi senti? Combatti. Non lasciar vincere quella cosa, non farla risvegliare. Ho bisogno che tu la fermi. Ricordi? Siamo stati una squadra un tempo. Abbiamo combattuto bene insieme. Dobbiamo farlo ancora una volta> gli dice ad un soffio dal suo viso, la fronte a poggiarsi contro quella di lui. <Non so se la mia voce può ancora raggiungerti, ma se la mia voce non può allora forse Kouki può farcela. Il suo nome ti raggiungerà sempre, no? Ho bisogno che tu lotti per lei, Raido. Ho bisogno che pensi a lei. Ridurresti il mondo in cenere a mani nude per non farla piangere e ho bisogno che ora tu lo faccia. Fermati. Ferma il tuo demone e aiutami. Aiutami a salvarti Raido, ti prego> continua lei con voce ferma, morbida, decisa, spostando ora lo sguardo sul sigillo, su quelle tomoe in movimento, su quel lucore inquietante irradiato da esso. Attende di vedere una reazione, di vederlo fermarsi o peggiorare prima di agire, prima di fare qualunque cosa: non può osare fare un passo falso, e forse proseguire quella operazione durante l'attivazione di quel potere potrebbe semplicemente portare al fallimento peggiore di tutti. [chakra: 90/100]

14:01 Raido:
 E' una sorpresa per tutti quanti, vedere il sigillo attivarsi proprio in un momento come questo. Non l'avrebbe mai pensato, nemmeno la stessa Kaori l'avrebbe pensato. Tutto rischia di andare letteralmente in malore solo perchè quel potere decide di attivarsi di sua spontanea volontà, solo perchè decide di voler proteggere il corpo da qualunque mano. Lo scontro nella mente non è cruento, tutt'altro, non sgorga sangue, non vi sono botte bensì il Jonin che pian piano viene risucchiato dal potere del sigillo. Le parole dell'altro lo hanno colpito nel profondo, lo hanno fatto arrivare ad avere una consapevolezza che prima non avrebbe mai potuto raggiungere. Senza armi è praticamente inutile, senza armi non può fare niente, non può combattere, non può difendersi e non può difendere nemmeno i suoi cari. Ha le mani legate, letteralmente. E' inerme difronte a se stesso, inerme difronte a quel potere che lo sta risucchiando "Ricordi cosa disse lo scienziato? In pochi sopravvivono a tutto questo e tu, stupido spaccone che non sei altro, ti sei convinto di essere riuscito a vincere la morte solo perchè mi attivi a tuo piacimento. Quanto mi fai ridere, mi fai piangere dal ridere" lo sfotte, lo attacca, lo attacca ancora di più rendendogli la vita un vero inferno "Non ti sei fermato nemmeno un attimo a pensare che forse non è il controllo la parte difficile ma la sopportazione?" ride nel dire quelle parole, ride di gusto con un'espressione a dir poco maligna "Non sei andato a studiare la storia della mia creazione? Coloro che mi hanno provato per primi?" ovviamente parla di qualcosa di ben specifico "Sei un folle se pensi di vincere contro di me, sei un folle se pensi anche solo lontanamente di essere più forte" e quelle parole sono vere, sono dannatamente vere. Non può batterlo, anche con tutta la forza di questo mondo non potrebbe mai riuscire a sconfiggerlo totalmente. Piano piano quelle ombre oscuro lo avvolgono. Gli occhi sono aperti, senza vita, senza speranza e con la morte al loro interno ma una luce, una piccola luce si manifesta all'interno di quel baratro. Il viso di Kaori va a farsi vedere, si mostra dinanzi a loro ed è li che ricorda il passato, di come lei sia in grado di soggiogare quel potere solo parlando. Ode le di lei parole, volta lentamente il capo a guardarla. Combattere, devono combattere ancora una volta insieme. Lo deve fare per Kouki, per sua figlia ma anche Fumiko e per Kaori stessa "Stupida, non servirà a niente" e sono proprio queste parole dell'altro a farlo muovere. Il sigillo interrompe improvvisamente la sua corsa, si ferma senza ritirarsi, resta immobile <Zitto> una sola e unica parola, una parola sussurrata e il sigillo comincia a ritirarsi. I tatuaggi tornano nelle tomoe, queste si smettono di muoversi e l'illuminazione cessa mentre dentro la mente l'oscurità si dirada completamente <Zitto> ripete ancora una volta stanca e distrutto dalla fatica <Tu sei mio e io ti controllo> stringe le mani, alza il braccio portandoselo al collo e li va a poggiare lentamente il pugno <Vedrai> ancora sussurri, parole disconnesse a quanto pare o forse no.

14:29 Kaori:
 Non succede nulla. Non accade nulla. Tutto permane immobile nella stanza con il sigillo che brilla sulla pelle di Raido. Infermieri e assistenti sono tesi, guardano la scena sconvolti, stupiti, allarmati. Kaori è rigida, china sul corpo del ragazzo, con le mani sul suo viso e la fronte poggiata sulla sua. Osserva il sigillo, osserva la ferita aperta da cui fuoriesce un po' di sangue. Il cuore le martella in petto, il battito si riverbera per tutto il corpo mentre inizia ad avvertire un velo di sudore freddo avvolgerla da capo a piedi. "Ti prego, ti prego, ti prego" ripete nella sua mente sull'orlo di un collasso nervoso. "Combatti Raido, combatti" prega nervosamente prima di vedere qualcosa. Le tomoe si fermano. Brillano, non regrediscono, ma si immobilizzano. Kaori trattiene il fiato, il respiro, mentre tutto sembra calamitare verso quel simbolo. Il tempo stesso si congela fino a quando il marchio si ritira andando a regredire e tornare alla sua solita forma. Il tempo torna a scorrere rapido, la sala si calma, il lucore svanisce e la Hyuga butta fuori un pesante sospiro di sollievo accasciandosi per un attimo soltanto sul corpo dell'Oboro. Chiude gli occhi con il respiro affannoso, le gambe molli, fino a quando non si calma. Deglutisce tornando in piedi e quindi respira a fondo, travolta da una ondata di paura e sollievo. <Okay, emergenza rientrata, va tutto bene> dice ai suoi compagni con voce nuovamente ferma, annuendo. <Torniamo al lavoro.> continua rialzandosi la mascherina e riallacciandola dietro la nuca, una infermiera di sala a correre a prendere un nuovo paio di guanti. Kaori torna al suo posto e tende le mani così che la ragazza possa infilarle i nuovi guanti in lattice. La special si sgranchisce le ossa del collo, inspira a fondo e quindi infila le mani nel foro per tornare una volta ancora ad agire sulla massa nel corpo di Raido. Questa pulsa, è come un secondo cuore che batte nel suo corpo, il sangue entra ed esce da questa dai pochi altri vasi rimasti. Vasi che, tuttavia, sono più sottili e attorcigliati attorno a nervi e arterie. Questa volta c'è la parte difficile da affrontare e la Hyuga si ritrova a farsi forza inspirando a fondo. <Un passo per volta> mormora a denti stretti concentrandosi sull'operazione. Ed eccola quindi andare a far scivolare le dita sui muscoli e le carni interne di lui per tentare di riconoscere e dividere i vasi da tagliare da quelli sani risalendo lungo la loro lunghezza per tracciarne il percorso. Lentamente, piano, dovendo ricominciare più volte ogni volta che finisce con lo sbagliare strada. Il tempo vola, passa e lei non se ne accorge neppure. E' in piedi da chissà quanto tagliando e cauterizzando ed ora si ritrova a distinguere vene da vasi da recidere. Alla fine riesce a capire quale strada prendere e, quindi, tenendo il vaso con una mano allontana la destra per uscirla all'esterno e tenderla verso il carrello. <Bisturi. Pronti a cauterizzare e aspirare al mio segnale> dice senza distogliere neppure lo sguardo, concentrata, afferrando saldamente la lama e tornando ad infilar la mano -cautamente- nella spalla. Quindi va a portare la punta del bisturi alla base del vaso sanguigno e, con un gesto deciso, ne trancia la base liberando il solito fiotto di sangue cremisi che le sporca guanti e visuale. <Aspirare!> dice, vedendo immediatamente comparire il familiare tubicino rantoloso sotto i suoi occhi. Il sangue vien risucchiato via e subito un cauterizzatore infilato nella spalla. L'infermiera si muove cautamente, piano, con estrema lentezza onde evitare di sbagliare punto.Alla fine trova il vaso da richiudere e agisce su questo, facendo però perdere troppo sangue al paziente. I valori sul monitor si rivelano essere in calo. Kaori solleva lo sguardo, osserva e quindi deglutisce. Un rivolo di sudore le scivola lungo la fronte mentre sente la stanchezza irrigidirle le dita. <Okay, va bene. Preparate una sacca di sangue e iniziate la trasfusione. Ha solo perso un po' di sangue> Ed il suo tono lascia chiaramente intendere che è qualcosa che sta ricordando più a se stessa che ai presenti in sala. Gli assistenti si muovono e recuperano da una sorta di armadio una sacca scarlatta già precedentemente preparata. La fissano ad un apposito sostegno al di sopra del lettino e quindi procedono con l'inserire una flebo al braccio dello spadaccino, collegando dunque la sacca. Il sangue vien fatto scorrere all'interno del suo corpo, un flusso caldo di energia che circola rinnovato nelle sue vene. In pochi minuti i valori del monitor tornano alla normalità e Kaori può tirare un nuovo sospiro di sollievo. [chakra: on]

14:53 Raido:
 E' riuscito a impedire al potere del sigillo di liberarsi totalmente all'esterno, riesce a tenerlo a bada per il tempo necessario. Sente Kaori sopra di se, sente il di lei corpo sopra il proprio, sente il suo respiro ma non può parlare, non può comunicare con lei, non può dirle niente, nemmeno un semplice grazie per quello che sta facendo. La cosa lo disturba parecchio eppure è solo grazie a lei se è riuscito a tenerlo a bada. Il cuore batte piano, è debole per quello che sta subendo, debole ma vivo e l'anestesia funziona, riesce a tenerlo addormentato a sufficienza, farlo restare fermo e calmo. E' un peso in questo momento, un peso per tutti coloro a cui vuole bene, specialmente per la Hyuga che è costretta, dallo stesso Oboro, a curarlo. In qualche modo sente la sua pressione, sente il suo nervosismo come fosse proprio, percepisce ogni cosa che percepisce lei anche se in maniera molto minore ovviamente. Tutto sembra bene, tutto sembra andare nel migliore dei modi, la procedura sta funzionando e piano piano il tumore smette di essere alimentato dal sangue del giovane, smette di ricevere energia <Non posso fare niente senza le armi, non posso combattere senza di loro, è vero, hai perfettamente ragione> cammina, nudo, dentro la propria mente avvicinandosi all'altro, quella parte oscura che lo sta tentando, lo sta tenendo sotto scacco da quando è andato sotto i ferri, da quando l'anestesia ha fatto effetto <Ma ciò non m'impedisce di combattere ancora e poi, siamo nella mia mente o sbaglio? Il mio corpo, la mia essenza> parla ancora, è lui che parla adesso e l'altro non può fare niente per impedirlo, non può fare niente per zittirlo <Comando io fino a prova contraria, no? Allora smettila> parla con una certa leggerezza, parla con molta tranquillità, come se si stesse rivolgendo a un vecchio amico. E' sicuro di se stesso, sicuro più che mai adesso che ah ripreso il controllo del sigillo e del proprio corpo, sicuro di ogni cosa e specialmente della propria guarigione <Hai ragione, ho pensato male, credevo di averti battuto in passato ma non è così e la cosa mi da tremendamente fastidio ma ho imparato, ho capito come mi devo comportare d'ora in poi> la mano sinistra va a poggiarsi sul sigillo, avvolge la parte del collo con il palmo coprendolo totalmente <Eviterò di usarti, sarai sigillato a tua volta una volta che tutta questa storia sarà conclusa perchè...non mi servi più> ma è vero? Forse e bisogna vedere se è deciso fino in fondo a fare una cosa del genere <Cosa ne dici?> domanda da sbruffone con un mezzo sorriso formatosi sul viso.

15:17 Kaori:
 Tutto torna stabile ed alla normalità. La trasfusione rimette a posto i valori che mantengono l'Oboro in vita e metà del tumore è già stato reciso dal suo corpo. Solo altri tre vasi mantengono la massa collegata al resto del corpo e sono i più difficili possibili da sezionare e recidere. Sono posizionati in punti complessi, uno dei quali si trova praticamente nella parte inferiore della massa. Sarà il vaso che sistemerà per ultimo mentre per ora soltanto si occupa di sistemare i due più esterni, sostanzialmente attorcigliati e annodati attorno a capillari e vene sane. Kaori si umetta le labbra secche al di sotto della mascherina e prende un profondo respiro. Segue nuovamente il corso del vaso con la mano libera andando a risalire la sua lunghezza fino a raggiungere la massa. Ha individuato il vaso afferente in una manciata di minuti ed ora lo tiene separato dal resto con la mano libera mentre la gemella va ad avvicinare la punta del bisturi alla base del canale. Un taglio pulito e preciso e il collegamento al tumore salta liberando nuovi fiotti di sangue cremisi. Il tubicino arriva immediatamente a risucchiare il sangue mentre il cauterio viene immesso nella spalla per andare a cauterizzare e richiudere la ferita. Kaori annuisce ai suoi validi assistenti notando come anche loro siano tesi, concentrati e nervosi. <Bene così ragazzi. Stiamo andando bene. Continuiamo così> li rassicura cercando di dar loro forza, ritrovandosi a vederli annuire e allontanare dal foro i propri strumenti. <Ancora due...> mormora a se stessa a mezza voce, andando quindi a concentrarsi sul secondo vaso esterno. Con le dita segue ancora una volta il percorso del vaso sanguigno che dal tumore ridiscende fino a giungere alla sua origine di base. Si confonde e collega a diverse altre vene e arterie ed è estremamente difficile riuscire a segnare per bene la strada. Kaori si morde il labbro inferiore, è tesa e ripete l'esercizio numerose volte prima di ritrovarsi col riuscire a sbrogliare la situazione grazie ad un paio di piccole pinze. Individua la base del vaso connettore e quindi, tenendolo a portata con le dita della mancina, porta la destrorsa vicino ad esso di modo tale da permettere alla lama del bisturi di incidere e recidere il vaso dalla sua base. Il sangue cola, schizza, esce copioso e una volta ancora gli assistenti vanno a ripulire e richiudere la ferita lasciando alla fine il tumore collegato al corpo da un solo complicatissimo canale. Kaori sente il corpo rigido, pesante, con la schiena ricurva e dolorante e il collo dolente. Da quanto tempo sono lì? Quanto tempo è passato da quando l'operazione ha avuto inizio? Fino a questo momento ha reciso e tagliato una buona quantità di vasi sanguigni, ha ordinato una trasfusione e calmato una pericolosa crisi. Sente il peso di quell'operazione farsi sempre più gravoso sul suo petto e sulle sue spalle mentre ora non rimane che mettere fine a quel processo. Ancora un vaso, solo uno, e poi tutto sarebbe finito. Nel bene o nel male. [chakra: on]

15:46 Raido:
 Manca poco, pochissimo e tutto sarebbe finito, pochi attimi di tensione ancora ma il peso dell'operazione si fa sentire ancora. Kaori è rigida come non mai e la fatica si impadronisce di lei, una fatica che il Jonin non sente niente, ne il dolore, ne i segni dell'operazione. La sua battaglia è si contro il tumore ma è anche interiore, contro se stesso e contro tutto quello che lo sta distruggendo. Sta combattendo con tutte le sue energie, con tutte le sue forze. Sta vincendo ma deve resistere ancora un po', deve continuare a combattere fino alla fine. La pressione del sangue si fa elevata, si sente ancora più debole ora che ha perso altro sangue, si sente distrutto letteralmente, si sente morto dentro ma non può vacillare ora. Respira, respira lentamente e con una strana calma "Non ti servo più?" domanda ridendo, sorridendo a quell'affermazione fin troppo stupida per lui, un'affermazione che non ha senso di esistere, almeno per lui "Io ti servirò sempre, cosa farai quando incontrerai un nemico troppo potente? Cosa farai quando combatterai contro qualcuno che ti è superiore? Morirai oppure userai tutto te stesso?" domanda con estrema curiosità cercando di sentire la risposta del Jonin, una risposta che attende con ansia estrema. Raido sta fermo, lo guarda, pensa a cosa dire, a come ribattere a quelle parole che dimostrano di avere una ragione assoluta. Se si dovesse trovare in pericolo il sigillo è l'unica cosa che può salvarlo e riportarlo a casa dalla sua famiglia, da Kouki, specialmente da Kouki <Può darsi che tu abbia ragione ma fino a quando non troverò un modo per soggiogarti completamente, non verrai più usato, non verrai più alla luce e io non mi farò guidare più da te e dall'ira> molta della sua impulsività deriva dall'uso del sigillo, da quel potere che lo fa letteralmente impazzire ogni volta che lo attiva e lo lascia attivo per troppo tempo, più del necessario alla fine <Perciò, adesso, sparisci> allunga il braccio destro in sua direzione, apre la mano, le dita rivolte verso l'alto <Via da qui> richiude la mano e l'altro se stesso scompare nel nulla. Le parole sono calme, tranquille, non eccede alla rabbia, non urla, non dice niente di niente. Solo la pura calma, quella che ha ritrovato grazie a Kaori e alle sue parole. Deve tanto a lei, le deve tantissimo, lo sta salvando.

16:06 Kaori:
 Rimane da recidere un solo unico collegamento. La massa è stata praticamente del tutto isolata, è quasi pronta per venir asportata. Il tempo corre, il sangue scorre e Kaori sente il corpo teso come una corda di violino. Il viso è sudato, la concentrazione massima e il cuore batte con una strana forza nel suo petto. Si sente esausta. E' l'operazione più complessa e complicata della sua vita e non solo per la difficoltà chirurgica dell'operazione stessa ma per il forte stress emotivo che questa le sta causando. Si tratta di Raido, non di un paziente qualunque e questo rende tutto enormemente più complesso e difficile. Al tempo stesso però le dà la forza necessaria a combattere con tutta se stessa per la riuscita di quel processo ed è solo per il disperato bisogno di saperlo ancora vivo che Kaori non si ferma. Nessuna pausa, nessun attimo di riposo, nessuna distrazione. E' una battaglia serrata fra lei e quel maledetto tumore che par quasi stia ridendo di lei. Kaori espira e dunque annuisce appena a se stessa. E' ora di andare avanti. <Va bene, ascoltatemi ora> dice alzando lo sguardo verso i suoi colleghi. <L'ultimo vaso sanguigno è collegato posteriormente al tumore per cui non posso raggiungerlo da qui. Ho bisogno che uno di voi lo sollevi, che mi renda accessibile la parte> spiega guardando infermieri e assistenti al suo fianco. <Non potete muoverlo troppo, tuttavia, né stringerlo, né graffiarlo. Dovrete maneggiarlo con la massima cura e a mani ferme. Basta un solo spasmo, un movimento involontario e lo uccido.> La sua voce è glaciale, schietta, non indora la pillola mentre osserva coi suoi occhi perlacei la gente attorno a sé. <Chi ha le mani più ferme mi dia una mano. Gli altri si tengano pronti ad aspirare e cauterizzare> continua seria, severa. <Siamo alla fine, un ultimo sforzo> aggiunge come per voler rinfrancare i suoi collaboratori. A quel punto uno degli infermieri di sala si fa avanti e guarda Kaori dritto negli occhi. Solleva le mani tenendole a mezz'aria mostrando come esse siano totalmente immobili. La Hyuga l'osserva per qualche interminabile secondo prima di annuire e lasciargli modo di procedere. Il ragazzo infila i guanti e quindi inserisce le mani nel foro nella spalla dell'Oboro. Afferra la massa con ambo le mani in modo attento, saldo, senza però tirare o stringere. La sposta stando ben attento a non tirare vene, nervi o altri vasi e rigira lentamente la cosa grazie all'assenza di ulteriori vasi a bloccarne il movimento. <Okay, perfetto, fermo> gli dice la ragazza quando il vaso viene finalmente a palesarsi in una posizione ideale per l'operazione. <Non muoverti.> lo avverte seria, autoritaria, andando a ripercorrere il percorso del vaso sanguigno con le dita. Scivola nel sangue il guanto, si confonde con gli innumerevoli altri vasi intrecciati al principale e Kaori si ritrova a dover ricominciare da capo una, due, tre, innumerevoli volte fino a quando non segue il percorso giusto fino a trovare la radice del vaso. Assottiglia lo sguardo e stringe la mascella mentre la man destra va ad inserirsi nella spalla di Raido fino a raggiungere la gemella mano. Un istante, un cauto e deciso movimento di bisturi, ed il vaso cede andando ad eliminare anche l'ultimo collegamento fra tumore e spalla. <Aspirate, cauterizzate> esclama subito rivolta al resto della sala, lo sguardo ora ad alzarsi immediato verso il monitor che segna i valori vitali di Raido. Il cuore batte forte, la pressione è ottima, la saturazione anche. L'infermiere va estraendo cautamente, lentamente, la massa che aveva fra le mani fino a posarla in una bacinella di metallo che si macchia nell'immediato del sangue dello spadaccino. Il tumore è stato asportato, Raido è vivo e i valori stabili. Kaori rimane con le mani a mezz'aria a fissare lo schermo mentre quasi sembra non rendersi conto che è finita. Lui è vivo, lei l'ha salvato e ha mantenuto la promessa fatta a Kouki. Si sente cadere, sente le gambe non reggerla più ma una voce la richiama all'ordine. "Abbiamo chiuso il vaso sanguinante. E' tempo di richiudere?" domanda uno degli assistenti, quello col cauterio ancora in mano. Kaori lo osserva e poi guarda la spalla di Raido. Lascia andare il bisturi nel carrello e quindi si sfila i guanti con uno schiocco sordo del lattice. <E' tempo di richiudere> annuisce sollevata. Subito la sala si mobilita: chi scosta il carrello con lo strumentario, chi ripulisce gli attrezzi, chi va togliendo il divaricatore dalla spalla per lasciar modo a Kaori di tornare ad avere spazio libero per la conclusione. Il chakra medico verrebbe nuovamente richiamato all'ordine. Andrebbe ad individuare le energie fisiche presenti nel suo chakra per prelevarle ed indirizzarle verso ambo i palmi. Qui andrebbe a sospingere tale energia all'esterno per avvolgere le mani di chakra verdastro. A questo punto ecco che porterebbe i palmi a sovrapporsi a croce l'un sull'altro ad un'altezza di circa 10 cm dalla spalla dell'Oboro. Il chakra verdastro andrebbe a venir fatto fluire verso la ferita ed il chakra medico andrebbe quindi ad accelerare il processo di riproduzione e rigenerazione cellulare che quindi porterebbe all'unione dei due lembi di pelle e carne tagliati in precedenza dal bisturi di chakra. La ferita si rinsalderebbe richiudendosi, i due lembi tornerebbero ad essere uno solo e l'unico ricordo di quella operazione è una cicatrice sottile e rossastra che si delinea per tutta la lunghezza della spalla. L'intervento è finito e Kaori si sente vuota e leggera come se stesse volando. Le sue mani ricadrebbero alla fine lungo i fianchi mentre la voce uscirebbe stanca dalle sue labbra. <Ottimo lavoro, ragazzi. Portatelo in camera> dice, stanca, osservando ora il viso dell'Oboro durante il tragitto che il letto fa dalla sala operatoria fino all'esterno, sul corridoio. Si sente svuotata di ogni cosa e la tensione scivola via dal suo corpo lasciandola incredula ed esausta alle prese con la consapevolezza di aver vinto. Raido è salvo. [END] [Mani terapeutiche B] [chakra: 80/100]

Raido si sottopone all'operazione per permettere a Kaori di estirpare il tumore dal suo corpo.

Niente, essenzialmente è questo (?)