La spilla perduta #1 [Quest grado D]

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Missione di Livello D

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19:30 Haran:
 Akira è stata informata di dover partecipare ad una missione di ricerca quest'oggi. Un suo superiore l'ha avvisata di incontrarsi davanti al chiosco Irachi nel terzo cerchio con un altro genin selezionato come suo compagno di squadra per quest'oggi. Il compito è di cercare una spilla che, a quanto pare, una robusta donnona ha perso camminando per strada per cui si prospetta un pomeriggio non particolarmente pesante. Indossa una specie di aderente tunica rossa che dal collo discende la sua figura fino alle cosce aprendosi sui lati delle stesse in due spacchi ampi ma non molto lunghi. Una cerniera sottile percorre il busto della ragazza mentre le spalle e le braccia son lasciate prive di maniche. Tuttavia esse non si presentano scoperte in quanto Akira indossa un paio di manicotti neri che dai bicipiti scendono morbidi e stretti fino ai polsi lasciando visibili spalle e dita. Sotto la tunica porta un paio di shorts bianchi che arrivano a metà coscia mentre dalle ginocchia in giù è possibile notare la presenza di un paio di stivali da kunoichi privi di tacco. Comodi, silenziosi, sicuri. Una tasca porta oggetti è assicurata alla vita dove una cintura le circonda i fianchi mentre il coprifronte di Otogakure donatole da Katsumi è assicurato attorno alla coscia destra. Appare come una figura giovane, fresca, dall'età apparente non superiore ai diciotto anni. Un fisico snello, esile, in evoluzione. Gli allenamenti ne stanno forgiando la compattezza e la forma: la luce del sole ha reso meno pallida la sua pelle seppur essa sia ugualmente molto chiara e la corsa nelle missioni o nelle ronde ha portato quel fisico magro e smunto a divenir più sodo e resistente. I capelli neri arrivano all'altezza delle spalle e contrastano con la pelle d'avorio e le iridi bicromatiche mentre l'armonia del viso è interrotta dalla presenza di un paio di occhiali dalle lenti rettangolari e la montatura cremisi.Avanza ormai prossima alla meta apprestandosi ad impastare il proprio chakra per essere pronta a qualsiasi cosa nonostante, alla fine, debbano solamente ricercare una semplice spilla. Le mani verrebbero portate all'altezza del plesso solare a comporre il sigillo della Capra. La mente verrebbe sgombrata da qualunque tipo di pensiero e lasciata libera di soffermarsi su due cose soltanto. La raccolta delle energie fisiche all'altezza del ventre e la raccolta di quelle psichiche all'altezza della mente. Tenterebbe di riunire ambo queste forze in due punti ben precisi del suo corpo cercando di dar vita come a due sfere concentrate di pura forza. L'una dominata dal potere della volontà, della disciplina, dell'allenamento, l'altra dalla potenza del corpo, dei muscoli, delle ossa. Una volta che fosse riuscita in questo esercizio sarebbe andata a tentare di far smuovere queste sfere in una traiettoria rettilinea ascendente e discendente che possa portarle entrambe al plesso solare. Qui tenterebbe di forzare il loro incontro facendole roteare in un unico vortice ove le due forze dovrebbero infine polimerizzarsi ed unirsi fino a divenire un'unica cosa. Se tutto fosse andato per il meglio, il chakra dovrebbe ora colmare il corpo della genin andando a donarle nuova forza e nuovi riflessi e le mani dovrebbero sciogliere il loro intreccio per ricadere dunque lungo i fianchi, come morte. Alla fine la giovane dovrebbe giungere dinnanzi l'ingresso del chiosco e si guarderebbe attorno, attenta, alla ricerca della figura di quello che sarebbe dovuto essere il suo compagno di team per questo giorno. Cerca quindi, innanzitutto, qualcuno munito di coprifronte e, in secondo luogo, qualcuno che abbia l'aria di star aspettando qualcuno esattamente come lei. [Tentativo Impasto Chakra]

19:45 Nanaa:
 Riabilitato recentemente al grado di ninja, sotto la propria personale richiesta, ha ricevuto da parte di un suo superiore la richiesta di raggiungere un preciso luogo del centro di Konoha con lo scopo di svolgere una missione richiesta a quanto pare da una vecchia donna. L'obiettivo in questione è ritrovare una spilla regalatole dal marito, se non erra, e..onestamente ci sarà bisogno di essere fortunati per portare il tutto a termine. Son parecchie le persone che abitano nel terzo cerchio, il luogo nel quale il vero e proprio villaggio di Kusa pare aver vita mostrando la sua imponenza e la sua tecnologia. Un luogo piacevole, ma anche demoralizzante per quanto riguarda l'argomento della missione. < Prima che cali la notte..> Le labbra si schiudono, inarcando il capo verso l'alto e sussurrando. Il cielo mostra ancora la presenza del sole, poche nuvole, sono ancora nella condizione ideale per trovare quell'oggetto, ma prima dovrà identificare la sua compagna di squadra. A vestire il corpo dello shinobi una abito aderente evidentemente elasticizzato. La giacca, nera, presenta precisi revers a lancia ed una rifinitura particolarmente sobria su tasche e bottoni. Ad abbinare una camicia bianca e per completare il look della parte superiore del corpo una cravatta nera per dare una maggior formalità al suo aspetto. Ad entrambe le orecchie un paio di orecchini che prendono la forma di sfere oscure, come quelle che ci si può immaginare vengano utilizzate da un veggente, ed infine, alla fronte, una fasciatura bianca sotto la quale si celano ricordi ed esperienze. Scendendo un pantalone che si distingue per avere la stessa identica sfumatura di nero della giacca, evidentemente comprati in coppia..o fatti su misura. Al braccio destro, appena sopra il gomito, il coprifronte del villaggio dell'erba per poter testimoniare la sua posizione, ed al fianco sinistro un fodero in legno che sembra voler racchiudere una shirasaya, nient'altro che la sua attuale arma. Infine, nello spazio tra giacca e pantaloni, seppur nascosti alla vista di tutti, dei coltelli in piccoli foderi di pelle. Giunto alla zona d'incontro, a pochi metri di distanza, andrebbe ad incrociare entrambe le mani all'altezza della bocca dello stomaco con lo scopo di far incrociare le dita per formare il più repentinamente possibile il sigillo della capra. Occhi a chiudersi nel cercare di raggiungere uno stato di concentrazione per permettergli di poter vedere come con un terzo occhio il suo corpo da un secondo punto di vista. E' lì, che tenterebbe di richiamare al ventre i due elementi caratteristici e principali del chakra: energia fisica, ed energia psichica. Entrambi portatori di ogni caratteristica ninja, in grado assieme di essere ben più che semplici valori. utilizzando il sigillo della capra andrebbe così a vincolare queste ultime alla propria volontà, tentando di farle avvicinare tra loro all'altezza del plesso solare per poi vorticare l'una affianco all'altra fino al fondersi. Rosso e blu che va a ripiegarsi su sè stesso più volte fino al generare, infine, un'ultima e più grande sfera: il chakra. Questo verrebbe rilasciato lungo i principali canali che regolano il flusso del chakra, irrorando repentinamente l'intero corpo di quella particolare ed unica energia, donando lui le caratteristiche che gli permettono d'esser denominato ninja. Giunge così davanti al chiosco prefissato come appuntamento, ed è lì che vede una persona che nel modo di fare somiglia a sè..alias la sua probabile compagna di squadra. < ..Akira? > Domanda, dubbioso della sua idea, muovendo qualche passo verso l'altra genin e soffermando appena lo sguardo sul coprifronte del villaggio del suono. [tentativo impasto chakra]

20:02 Haran:
 Il sole sarebbe calato di lì a breve. L'estate rende le giornate più lunghe, dona maggiori ore di luce, ma la sera è ormai in arrivo e in breve tempo la notte sarebbe calata portando via con sé il chiarore del mattino. Non che sarebbe stato un gran problema, in ogni caso: con un minimo di illuminazione e l'ausilio dello Sharingan sarebbe stata ugualmente in grado di vedere come se fosse stato pieno giorno. La gente passeggia per strada ridacchiando, chiacchierando, con qualche bambino che corre qua e là reggendo per le mani chi una palla, chi un dolce, chi niente. La vita scorre serena per quelle vie mentre l'attesa si protrae lenta per pochi minuti. Akira si guarda attorno, silente, con espressione pacata e tranquilla fino a quando non si sente richiamare da qualcuno. Ruota il capo lentamente fino a individuare la figura di un giovane dall'aria serafica. Capelli color della notte, abiti eleganti, scuri e coprifronte dell'erba attorno al braccio. Il corpo della genin ruota a sua volta portandola dunque a donare all'altro tutta la sua attenzione, convinta di aver finalmente trovato il compagno di squadra senza volto. Annuisce alla di lui domanda sbattendo le ciglia una, due, tre volte prima di inclinare di pochi gradi il capo verso sinistra, osservandolo con espressione tranquilla. <Arata, giusto?> domanda lei per andare sul sicuro, sebbene sia piuttosto sicura di non poter sbagliare. <Dobbiamo trovare questa spilla> continuerebbe lei, quindi, una volta che l'altro avesse confermato i suoi "dubbi", estraendo dalla tasca porta oggetti una fotografia ricevuta dal suo superiore assieme all'incarico di ritrovarla e tendendola verso l'altro, mostrandogliela. L'immagine mostra la donna proprietaria dell'oggetto e la spilla in questione: piccola, delicata, a forma di piuma con una pietra azzurra in cima. <Non l'ha persa da molto, sicuramente solo oggi, per cui dovremmo ancora poterla trovare in giro> spiega lei le poche informazioni che ha strappato dalle labbra del suo superiore quel giorno. <Come suggerisci di agire?> domanda lei cercando quindi di collaborare con l'altro, richiedendo il suo parere. <Ci dividiamo e cerchiamo a zone o controlliamo insieme le stesse strade?> Personalmente preferirebbe la seconda opzione: controllare da soli una sola strada non è semplice, ci sono sempre particolari che sfuggono all'attenzione. In due, invece, ci si può dedicare a controllare ognuno il proprio lato con maggior concentrazione riducendo dunque il rischio di svolgere un lavoro frettoloso e approssimativo. Ma questo preferisce non dirlo: in onore di una sana collaborazione vuole ascoltare quanto l'altro ha da dire e cercare di trovare un piano che soddisfi entrambi. [chakra: on]

20:19 Nanaa:
 La missione è certamente stata affidata in un tempo relativamente stretto dalla sparizione della spilla, massimo 3 ore probabilmente per un minimo di tempo che potrebbe oscillare anche sotto l'ora. La ricerca può e può non essere facile nello stesso momento, o per essere più corretti, può riuscire o fallire. Chiunque potrebbe averla trovata per caso, se di caso si tratta, ma..chissà. Lo sguardo scivola soltanto adesso in direzione della genin apparentemente proveniente dal paese del suono. Sa che gli Uchiha si son trasferiti da pochi anni, ma lei non sembra proprio una di loro..aver incontrato Takei conferma le differenze. I doku, forse? Le probabilità porterebbero comunque a pensare che potrebbe non avere innata, com'è nel proprio caso. Si sofferma maggiormente lungo le iridi bicromatiche altrui, qualche istante di semplice assenza osservando quei colori così innaturali, sarà questo che gli ha fatto credere che possieda una qualche innata? In ogni caso..trova risposta nella persona che cercava, un cenno del capo quando il proprio nome viene pronunciato. < Arata Ueno, sono stato riabilitato soltanto ieri nei ranghi ninja...> E già si ritrova a cercare una spilla. Non ama questo genere di missioni, ma almeno lo mettono nella situazione di avere qualcuno con cui poter conversare. Osserva l'immagine posseduta da Akira riguardante la spilla, un cenno del capo in sua direzione, ha avuto modo di osservarla prima, ma rivederla genera quantomeno un'immagine vivida in lui. < Porre il ritrovamento di una spilla al livello di una missione per ninja..> inspira profondamente dalle narici, ma non si sofferma troppo a lamentarsi, è possibile che sia fatto semplicemente per dar loro un poco di esperienza nell'agire in modo indipendente. < Son d'accordo, esiste la possibilità di trovarla. Ma ha chiesto di farlo entro il culmine della sera..> arriccia le labbra, concentrando quelle poche informazioni che possiedono per elaborare qualcosa. < Grazie per la considerazione. > Un cenno del capo, semplice rispetto per quanto riguarda l'avergli chiesto suggerimenti. In base a chi ci si trova affianco l'iniziativa viene presa senza neanche fartelo sapere..quindi. < Ha detto di essersi mossa lungo questa strada, dunque abbiamo un paio di elementi da analizzare, e direi di farlo assieme..finchè pattugliamo se la spilla è qua in zona nessuno dovrebbe prenderla senza farsi notare. > Quindi se anche qualcuno la trovasse non farebbe che alleggerir loro il lavoro. < Iniziamo osservando il ciglio della strada, poi passiamo al chiedere a qualche persona in zona, preferibilmente senzatetto..ed infine, se le cose vanno davvero male..> Assottiglia lo sguardo, con una serietà disarmante e lasciando persino una pausa drammatica. < dovremmo controllare il condotto fognario..> sospira quasi triste all'idea, specie perchè ha un abito addosso. < Che ne pensi? > Si riprende così dopo qualche istante, accordare la strategia dall'inizio gli permetterà di non dover parlare delle loro mosse ulteriormente..non troppo almeno [chakra on]

20:47 Haran:
 Le sopracciglia di Akira si sollevano appena nell'udire quella notizia. Non aveva idea che l'altro avesse smesso di essere un ninja. ..Beh, in realtà non sapeva che si potesse semplicemente smettere e poi ricominciare, ma questi sono meri dettagli. Schiude appena le labbra rosee, morbide, palesando in maniera innocente la sorpresa sul proprio volto prima di andare a sistemarsi gli occhiali sul viso con una semplice spinta del polpastrello medio contro l'archetto centrale fra le lenti. <Oh. Capisco> commenta soltanto senza scomporsi, in definitiva, più di tanto. <Beh, piacere di conoscerti, allora> aggiunge poco dopo guardandolo, tranquilla. A quanto pare è buona educazione utilizzare questa formula a seguito di una presentazione, almeno questo le è parso di aver capito durante quei mesi di vita libera e quotidiana. In genere è quello che dicono tutti dopo che ci si rivela il proprio nome sebbene per lei sia bizzarra come formula. Come si fa a sapere se si è contenti di conoscere qualcuno solo dopo averne scoperto il nome? Ma, per il momento almeno, poco importa. Mostra al compagno di squadra la foto per rinfrescare a entrambi la memoria circa le fattezze dell'oggetto da ritrovare e si ritrova a notare l'altrui commento con un mezzo sorriso sulle labbra. <Non ti è andata male. L'altro giorno, insieme ad un'altra ragazza, ho dovuto recuperare delle pecore disperse.> spiega lei ricordando la missione recentemente affrontata con Kouki. <Almeno la spilla una volta trovata non dovrebbe essere facile recuperarla. Quella non può scappare via> si stringe nelle spalle con un mezzo sorriso, ricordando ciò che Kouki aveva dovuto fare per convincere le pecore a seguirla. Un segreto che le due non avrebbero rivelato ad anima viva. Arata, comunque, accoglie di buon grado l'occasione di dire la sua ed Akira si sente sollevata all'idea di quel compagno di squadra: sembra un ragazzo tranquillo, educato e piuttosto pragmatico. Non è eccessivamente chiacchierone ma nemmeno chiuso e riservato come lo era stata lei con Kouki. Ha un temperamento sereno e questo rende in qualche modo più facile la conversazione. Persino per lei che raramente sa di cosa poter parlare con chiunque. Annuisce quando l'altro propone di cercare la spilla assieme, contenta che condivida il suo punto di vista, ritrovandosi dunque a trattenere un brivido di disgusto all'udire quell'ultima possibilità. <Ew> Il verso esce strozzato dalle labbra mentre arriccia involontariamente naso e labbra in un'espressione molto poco allettata. <Penso che spero con tutta me stessa di non dover arrivare a tanto per trovare questa spilla.> commenta lei ancora disgustata prima di scuotere il capo e allontanare dalla mente quel poco piacevole scenario. <Comunque sono d'accordo con te. In due potremo controllare meglio la stessa strada e in meno tempo. E poi avremo una visuale più completa e totale dell'intera via> continua tornando seria osservando Arata in volto, umettandosi le labbra. <Bene. Direi allora che possiamo iniziare se non c'è altro> afferma dopo qualche istante ruotando il capo lungo la via, lasciando vagare le iridi per la strada attorno a loro. <Io osservo questo lato della strada> dice, indicando con un cenno del capo la propria destra, considerando che si trova su quel versante della via. E quindi, se Arata non avesse avuto altro da aggiungere o da obiettare, ecco che la giovane Uchiha avrebbe preso a smuovere le leve inferiori in un lento alternarsi di passi, col capo chino verso il suolo, ad osservare i dintorni con estrema attenzione. Guarderebbe ovviamente la strada dove sta mettendo i piedi e poi il bordo della via e lo spazio che suddivide i vari edifici disposti su quel lato della strada. Cercherebbe qualsiasi traccia di luccichio fra ciuffi d'erba, sacchetti dei rifiuti e piccoli vicoli improbabili nei quali la donnona sarebbe assai difficilmente stata in grado di passare. <Come ci si sente?> domanda d'un tratto Akira, con fare cauto, continuando tuttavia a far scivolare lo sguardo sul terreno attorno a sé. <A tornare ad essere un ninja?> specifica, subito dopo, con un tono cortese. Non vuole essere invadente, ovviamente, ma l'idea di agire in squadra in silenzio le sembra semplicemente un ossimoro. [chakra: on]

21:15 Nanaa:
 Non si perde particolarmente nel far domande su cosa è possibile o meno fare, nessuna teoria di troppo o alcun tipo di confidenza eccessiva. Prende fondamentalmente le libertà che gli vengono fornite e agisce di conseguenza, mantenendo sempre quanto più ordine nel suo fare. Arata è il tipo che mette davanti a sè un paio di maschere, per evitare di esporsi troppo, ma Akira invece? Dal modo in cui si comporta sembra star analizzando ciò che la circonda. Brevi pause nel suo dire, pochi movimenti e particolarmente precisi sommariamente. < Il piacere è mio. > Prosegue brevi istanti dopo le parole altrui. Lascia sempre una breve pausa prima di rispondere, anche qualora la risposta fosse già pronta. < Bene ma non benissimo, insomma..> replica abbozzando ad un distaccato sorriso in sua direzione. Inseguire pecore, cercare oggetti, non gli piace alcuna di queste cose in realtà..e se davvero saranno costretti ad andare in delle fogne preferirebbe decisamente inseguire le ultime. < Comunque è vero, se saremo fortunati basterà vederla e la missione sarà compiuta. > Nella speranza di dimenticare al più presto della tristezza di questa serata e l'apparente semplicità della missione stessa. Segue così la propria esposizione del piano d'azione nei confronti di Akira, la fronte, seppur sia appena visibile dalle fasciature e dall'arricciarsi del naso, va aggrottandosi in seguito a quel suo..verso di disgusto. L'ha fatto per istinto? <"Ew."> Ripete al meglio delle proprie corde vocali il dire altrui, facendovi seguire una mezza risata. Per il suo modo di parlare privo di suoni che arricchiscono il parlato è bizzarro il fare altrui. < Nel peggiore dei casi tiriamo una moneta e lo sfortunato scende nelle fogne, che ne pensi? > China appena il capo su un lato, osservando l'altra in quelle iridi tanto strane e ascoltandone contemporaneamente i pareri riguardo la propria proposta. E al termine, vada dunque per l'esplorazione graduale partendo dalle strade per poi scendere sempre più in profondità verso lo spiacevole. Segue un solo cenno del capo, andando a separarsi di pochi passi dalla sua figura per raggiungere il ciglio a lei opposto della strada. Il passo è lento, il capo chinato verso il basso, e lo sguardo a scivolare rapido da una parte all'altra con lo scopo di analizzare quanto possibile. Angoli angusti, il piccolo spazio tra strada e marciapiede, insomma, quanto gli è possibile. Sarebbe davvero comodo avere un byakugan in momenti come questo, chissà che si prova ad avere quel tipo di visione. < Distacco, devo ammettere. Come se io valessi un punto e le persone normali mezzo. Non è una cosa che dipende dal mio carattere, tanto quanto dal ruolo..forse può sembrare banale, ma..> lo sguardo si porta per un momento su Akira, ne squadra appena le forme prima di proseguire nel parlare. < Stiamo cercando oggetti smarriti ma in meno di una settimana potremmo probabilmente essere davanti a due criminali che tenteranno di ucciderci per sopravvivere. Nessuno ci ringrazia per questo sacrificio, può apparire normale, e la nostra risposta è isolarci. > E' forse per questo che un ninja si rispecchia tanto bene nel ruolo di ANBU, se dotato di abbastanza talento. Non fa altro che far quel che fa normalmente, però sotto un nome diverso. < Ma personalmente mi sento determinato per quanto riguarda i miei obiettivi-- Vieni da Otogakure? > Domanda, osservando il coprifronte altrui per un momento e tornando poi sulla strada. < E..hai obiettivi? > Non quali, non quanti, soltanto se ne ha. Ma ancora non vede nulla di utile. [chakra on]

21:44 Haran:
 Akira ricambia d'istinto il sorriso accennato dall'altro. Un gesto cortese, abbozzando, non particolarmente esteso. Le ricorda per un certo senso i sorrisi espressi da Katsumi. Mai pieni, mai ampi, mai larghi. Piccole incurvature delle labbra che tendono a distendersi di ben poco verso l'esterno, un movimento effimero ma sufficiente a segnare una grande differenza nella sua espressione. Anche questo ragazzo, dopotutto, par essere una persona piuttosto composta, una di quelle che difficilmente si lascia andare a grandi manifestazioni dei propri pensieri. Ha un portamento contenuto e cauto, un modo di fare serafico che lei definirebbe rilassante. Discutono brevemente su quanto sia poco estasiante l'idea di cercare una semplice spilla e Akira si ritrova a pensare che fino a quel momento ha affrontato missioni relativamente noiose e semplici. Cercare erbe mediche, pulire un giardino, cercare pecore, ritrovare una spilla... L'unica volta in cui si sia sentita effettivamente viva e percorsa dall'adrenalina in missione è stato con Hitachi durante il sopralluogo al Tanzaku Gai. In quell'occasione i suoi genjutsu hanno reso possibile un buon attacco che ha salvato la vita di un povero disgraziato. Si è sentita realmente utile in quel frangente, realmente capace di fare la differenza. Inoltre ha sentito di poter realmente ottenere il controllo della situazione, dei propri avversari. Ha provato l'inebriante sensazione del potere. Scuote il capo cercando di non pensarci mentre l'altro ripete quasi divertito il suo versetto disgustato. L'Uchiha l'osserva e arrossendo appena sbatte rapidamente le ciglia, cercando di risistemarsi gli occhiali sul naso nervosamente. <C-che c'è? Perchè ridi ora?> domanda sentendo le guance colorarsi, farsi calde, e le labbra tremare appena per quel vado senso d'imbarazzo. Non si sente offesa, non è infastidita da quella reazione, ma è come se sentisse di aver appena commesso un passo falso, l'ennesima strana figura che succede le sue reazioni. Ma è quello che dice Arata poco dopo che porta la sua espressione a farsi interrogativa, mentre l'osserva stranita e confusa, estraendo da una tasca una monetina e tenendola porta verso l'altro sul palmo della sua mano. <Una moneta?> domanda confusamente, fissandolo ora con uno sguardo sinceramente ottuso. <Perchè dovremmo gettarla via?> L'osserva come se avesse detto qualcosa di assurdo, aggrottando le sopracciglia, non avendo mai avuto modo di scoprire cosa l'altro intenda dire nei suoi giorni di vita vera. Tuttavia i due non sono soli solo per far conoscenza, bensì per lavorare. Perciò ecco che i loro passi vanno a portarli lungo la via, leggermente distanziati, mentre i loro sguardi si soffermano sul terreno circostante. Ascolta le parole di Arata mentre per un istante la sua attenzione viene catturata da un baluginio fra due sacchetti dell'immondizia abbandonati ai lati di una strada. Si avvicina chinandosi sui talloni, andando a guardare più da vicino, per poi rendersi conto che si tratta semplicemente di una lattina di alluminio uscita fuori da un buco nella busta. Una lattina che riflette i raggi di un sole morente. Sospira amareggiata, rialzandosi, tornando dov'era e proseguendo lungo la strada, senza tuttavia smettere di ascoltare la voce del genin. Ruota verso lui lo sguardo quanto questo le dice come nessuno è solito ringraziare un ninja. Non dice nulla, non lo interrompe, lascia solo ch'egli prosegua nel suo dire e quando quella domanda le viene rivolta si ritrova semplicemente a boccheggiare presa in contropiede, in evidente difficoltà. <N-- Cioè, s--> si ferma, si blocca, cerca una risposta soddisfacente ma si rende conto di non essere certa di sapere da dove venga. Non ha mai visto Oto se non in qualche terribile illusione eppure Kioshi e Hitachi le hanno detto che è da lì che vengono i cloni Uchiha, nonostante la sede del Clan sia attualmente a Kusa, unico posto che abbia mai davvero conosciuto. <E' complicato.> sospira alla fine scuotendo leggermente il capo, riprendendo fiato. <Diciamo che per quanto ne so non mi sono mai spostata da Kusa. Ma gli Uchiha vengono da Oto, è lì che sono nati prima di spostarsi qui, quindi forse dovrei dire che vengo da lì. Ma non ne sono certa. Non credo di esserci mai stata> cerca di spiegare il tutto nel modo più onesto e chiaro possibile, limitandosi ad omettere la sua provenienza da un laboratorio per cloni sotterraneo. <Questo è un regalo> aggiunge poi indicando il coprifronte attorno alla sua coscia, l'oggetto più prezioso e importante della sua vita. Lo dice con un sorriso caldo, dolce, che esprime un affetto sincero mentre quasi carezza con le dita la placca metallica ove è incisa la nota di Oto. Continua a guardarsi attorno, si ferma per guardare più da vicino in mezzo ad una piccola aiuola fiorita, chinandosi sui talloni e scostando ciuffi d'erba e fiori con le dita, cautamente. <Obiettivi...> ripete poi, fra sé e sé, quando Arata le pone quella domanda. <Vivere una vita normale è un obiettivo?> chiede ruotando il capo verso di lui, sbattendo le ciglia, con disarmante franchezza. <Se lo è, allora sì.> dice stringendosi nelle spalle, tornando a studiare la sua aiuola. <Sono stata allenata per essere un ninja, quindi faccio il ninja. Mi hanno insegnato a onorare il clan, quindi mi alleno per difenderlo. E mi hanno dato la libertà, per cui cerco di sopravvivere per farne tesoro.> riassume quello che la spinge a vivere, quello che la porta a svegliarsi ogni mattina. Quella che per lei è una vita normale. Fare ciò che le è stato insegnato, farlo meglio di chiunque altro. <E tu? Hai obiettivi?> domanda, a sua volta, rialzandosi da terra senza aver trovato alcun chè. [chakra: on]

22:18 Nanaa:
 Ha incontrato appena quest ragazza, e la prima impressione è di star parlando con una creatura aliena con abitudini totalmente differenti e sconosciute rispetto a quelle di qualsiasi entità umana. Ma in ogni caso, è soddisfatto che quanto meno stiano facendo entrambi la loro parte per guadagnarsi una paga che a dire il vero non è neanche realmente utile al suo sostentamento. Ma la verità si cela nel fatto che è stato a tutti gli effetti richiamato tra tanti per fare accoppiata con l'altra e per cercare questa spilla. Preferirebbe fare qualche missione grado C, preferirebbe trascorrere il suo tempo ad allenare un po' il suo corpo nella direzione che lui vuole adesso intraprendere..ma prima deve trovare una spilla. Forze militari in azione, yey. < Era un verso così poco spontaneo e così serio da parte tua che mi ha spiazzato..> ammette, osservando il suo modo di fare nervoso e confuso. Come avere gli occhi puntati addosso da tutti senza capirne il perchè. Di tanto in tanto va a piegar le ginocchia e scendere con il corpo verso il terreno per scostare qualche oggetto di piccole dimensioni e qualche ciuffo d'erba, alla ricerca di qualcosa. Ma si ferma, all'improvviso. Dal nulla il suo corpo sembra esser stato scosso da un'intensità elettrica imponente, le pupille vanno sgranando e le labbra permangono schiuse, senza tuttavia proferire parola. " Perchè dovremmo gettarla via?" Quelle parole espresse con tanta innocenza e nonchalance gli bloccano il cuore come soltanto un taijutser con le porte del chakra potrebbe fare. Ancora chinato, il pugno va a chiudersi e battere più volte sul terreno, il capo si china verso lo stesso punto trattenendosi. < Io, Ueno Arata, non mi sono mai sentito così in difficoltà. > Come se fosse davanti al suo più grande nemico, con tono solenne. E poi..cede, ride, sghignazza per diversi secondi, riprendendosi soltanto a causa di un paio di colpi di tosse. < S-sul serio!? > Sguardo verso di lei. < Non intendevo gettarla! In pratica..quando si è indecisi su qualcosa si lancia una moneta, nel senso che la fai andare in aria...> la destra a mimare il movimento effettuato per lanciare in aria una monetina, alzando semplicemente il braccio di scatto con il palmo aperto. < Quando cade si copre la moneta con la mano libera, e si sceglie tra testa o croce, relativamente una o l'altra faccia della medaglia. Se il risultato è testa chi ha detto testa ha vinto, quindi deciderà. Nel caso delle fogne il perdente andrà nelle fogne, per esempio..> ma sta davvero spiegando cosa voglia dire lanciare una moneta? Per un attimo se lo chiede, ed infatti si blocca, osservando al cielo che va pian piano scurendosi. Ma presto quel momento sfuma in un dialogo più serio, le idee di Arata che vengono espresse ad Akira, la sua visione normale del ninja medio, spinto da tutto ad isolarsi. < Una Uchiha? Lo sapevo che facevi parte di un clan! > E' pieno di Uchiha in giro ultimamente..da camerieri a ragazze che non sanno nulla del mondo. < Hai degli occhi particolari, comunque. Sei in grado di usare lo..> l'indice sinistro indica i propri occhi, ma si riferisce a conti fatti al potere dello sharingan. < sharingan? > Quasi ansioso in quella domanda, come se potesse esser importante la risposta. < Una vita normale...sembra difficile come obiettivo...e invidiabile > Ma quantomeno nobile rispetto alla media. Molto meglio di chi fa il ninja per noia, e di certo ne esistono. Gli viene conseguentemente posta la domanda riguardo i propri, di obiettivi. Il capo va mostrando un paio di cenni. < Un paio, non proprio nobili come onorare e difendere la propria famiglia..> cosa purtroppo impossibile. < Mio padre un giorno mi diede la libertà, ossia ia possibilità di uscire dalla mia ristretta abitazione per seguire i miei obiettivi e quelli soltanto..> a modo suo, Akira potrebbe capire questo elemento molto bene. < Mi disse di trovare il mio inno. Costruire castelli più alti di qualsiasi montagna, ponti tra ogni oceano. Diventare più duro dell'acciaio e più veloce della luce, più forte del sole...più grande della vita. Rispettare il suo desiderio è la cosa più semplice che posso fare, per ora. > L'oscurità che si agita in tutti i corpi in lui sembra essere assente, per quanto grande potrebbe essere, per quanto contorta e ripiegata su sè stessa fino al sembrare tutt'altro. Ma la verità, è che su quel corpo son presenti ovunque i segni di qualcosa di indimenticabile. E prima di correre verso i suoi principali obiettivi, deve trovare sè stesso. Qualche secondo passa, prima del suo proseguimento di parlato. < Non mi sembra ci sia stato nulla lungo le strade. Chiediamo a qualche senzatetto nei vicoli vicini e poi proviamo l'ultima possibilità..> termina così, mantenendo un tono semi interrogativo per chiedere a lei la conferma. [chakra on]

22:56 Haran:
 <Certo che ero seria!> esclama Akira rimettendo su la sua espressione schifata, quasi allarmata alla sola idea di poter seriamente dover prendere in considerazione l'idea di cercare per le fognature. <Non ci voglio andare là sotto se proprio posso evitarlo. Lì è pieno di... di...> l'idea di nominare i propri bisogni la imbarazza piuttosto violentemente portandola ad avvampare in viso e balbettare timidamente indicando con un dito il terreno, come a voler indicare qualcosa ancora sotto il suolo stesso. <...rifiuti!> alla fine utilizza la prima parola sommariamente utile che le sovviene alla mente per descrivere il concetto, reprimendo a fatica un brivido di disgusto. Il sole sta iniziando a calare infuocando il cielo di sfumature dorate mentre i due proseguono la loro ricerca con fare attento e leggermente annoiato. Un incarico che par essere quasi imbarazzante per gente che è stata addestrata ad uccidere e catturare altri individui, ma che per lo meno concede loro di lavorare in totale sicurezza. Ma è proprio mentre i due cercano e controllano qua e là che qualcosa di bizzarro accade. Arata non comprende come sia possibile che Akira non riesca a capire le sue parole e dopo una leggera risatina divertita la fronteggia con fare esterrefatto, portando Akira a sentirsi -una volta ancora- completamente a disagio, inadeguata e imbarazzata. E' ovvio, dall'espressione attonita del genin, che dovrebbe essere ovvio ciò che lui intendesse dire, ma lei di ovvio non ci trova proprio nulla e ascolta con le orecchie in fiamme quella spiegazione che la porta, alla fine, e schiudere le labbra. <Oh> mormora a mezza bocca andando quindi a lanciare la moneta. Questa sale verso l'alto e poi ricade giù, rapidamente, venendo afferrata al volo e poggiata alla cieca sul dorso dell'altra mano. Akira scopre l'oggetto e vede scintillare su quella facciata un volto inciso. Testa. <Capisco...> mormora lei aggrottando appena le sopracciglia, ora. <Quindi è come una scommessa. Chi indovina quale faccia della moneta sarà visibile allora deciderà per tutti e due> riassume osservando il ragazzo per essere sicura di aver ben capito tutto quanto. Ripone la moneta in tasca e torna al proprio compito iniziando a guardare per strada e vicino i bordi degli edifici che sta sorpassando man mano. Il sole tramonta, il sole è quasi svanito e le luci aranciate del tramonto illuminano la sua figura ed i suoi occhi. Akira ode la reazione altrui e quando Arata le chiede del suo Sharingan lei si ritrova a guardarlo a sua volta basita. <Ehi, sei il primo che non l'aveva capito, sai?> dice ridacchiando e questa volta è lei quella che sente di star rimarcando l'ovvio. E' felice. Sinceramente, profondamente felice per una volta di non essere stata riconosciuta come la copia di Katsumi. Arata non l'ha identificata in quanto tale, per lui è solo Akira e lei ne è contenta. Annuisce con espressione fiera e orgogliosa alla domanda altrui e, sentendosi improvvisamente travolta da viva fierezza, ecco che andrebbe a richiamare a sé una piccola quantità del proprio chakra. La dividerebbe a metà in due piccole sfere che verrebbero successivamente fatte convogliare verso la testa, in direzione degli occhi dove tenterebbe di andare a cercare il gene Uchiha insito nelle sue iridi. Andrebbe a nutrirlo del proprio chakra fino a quando l'iride bianca non dovesse divenir scarlatta e quella già rossa ancor più luminosa. Attorno alle pupille prenderebbero a ruotare due piccole virgolette nere che, alla fine, andrebbero a fermarsi a lato della pupilla mentre la sua vista dovrebbe ora essere perfetta ed estremamente nitida. Fissa Arata con i suoi nuovi, rarissimi occhi, scoprendosi sconvolta della misera quantità di chakra presente nel corpo altrui. Ma... sarà davvero un ninja? E come combatte? Non si stanca subito? mille domande che le si riverberano per la testa ma che non trovano via d'uscita. Ha quasi la sensazione che chiederlo ad alta voce sarebbe potuto suonare sgarbato... Lascia che Arata le parli dei propri obiettivi e ascolta attenta mentre continua ad osservare la strada con rinnovata attenzione. Grazie allo Sharingan è molto più semplice riuscire a vedere nitidamente dettagli e particolari che poco prima non avrebbe notato con altrettanta chiarezza. Ruota il capo verso Arata quando questi pronuncia quel dire e si ritrova a schiudere le labbra con fare semplicemente basito. <Ma... Arata> mormora lei confusa, stranita, sbattendo le ciglia rapidamente. <Come può essere semplice?> gli domanda con voce sinceramente incuriosita, lievemente preoccupata. <Ti ha chiesto di diventare un Dio. Nessuno può essere capace di tanto.> commenta lei con spontanea naturalezza, fissandolo in volto con espressione colpita. Neppure Katsumi, probabilmente, potrebbe esserlo e lui -agli occhi di Akira- è il più forte ninja del mondo. Insomma, è pur sempre il suo eroe. Il suo papà. E loro sono semplici genin costretti a cercare gioielli dispersi per vivere e fare pratica, ritrovandosi a sospirare stancamente quando anche l'ennesimo isolato li porta ad ottenere un nulla di fatto. La ragazza espira e si ritrova ad annuire quando Arata pronuncia quei pensieri ad alta voce. <Buona idea> annuisce lei poco fiduciosa, quasi arresa all'idea di dover alla fine raggiungere le fogne. Così, proseguendo, andrebbe a scorgere la figura poco distante di un paio di barboni intenti a conversare fra loro ai margini della strada, all'ingresso di un vicoletto angusto e piuttosto buio, illuminati dalla luce di una lanterna di carta appena accesa all'esterno di un chiosco. <Buonasera signori> saluterebbe dunque Akira fermandosi dinnanzi a loro, -che Arata l'abbia seguita o meno- puntando lo Sharingan dritto negli occhi di uno dei due. <Sto cercando una spilla persa qualche ora fa per strada, per caso l'avete vista?> domanderebbe con il suo tono pacato e tranquillo. Un tono che non vuole essere in alcun modo minaccioso ma che alla luce di quello sguardo da brivido dovuto alla natura stessa dello sharingan la fa quasi apparire sinistra. Estrae la foto dalla tasca e la porge verso i due senza però lasciar andare la presa sul foglio. <E' questa qui> aggiunge indicando con un altro dito la spilla nell'immagine. [Sharingan I] [Se chakra: 33/34]

23:43 Nanaa:
 La serietà altrui è un catalizzatore per lo stato attuale del genin, un misto di ilarità e confusione che vanno perfettamente ad unirsi come energia psichica e fisica fanno per il chakra. Ma a parte questo, ascolta con attenzione quanto eli ha da dire, nonchè il suo disagio nei confronti delle fogne. < ..mai una gioia..> Lo sguardo scivola rassegnato su un tombino, a seguito del dire altrui, ma mentre ci si gode quasi tranquillamente questa serata di ricerca sta provvedendo in tempo reale a ragionare su un piano. Ci son cose che potranno essere messe in pratica, ma intanto è meglio proseguire con il piano. E lei va conseguentemente in fiamme quando giunge il momento della monetina, come biasimarla e come biasimare lui al tempo stesso. Son uno davanti all'altra in uno stato circa imbarazzante, per i più svariati motivi. < Eri davvero seria! > E' sonoramente stupido e la cosa migliore è che questa scena sta avvenendo in mezzo ad una strada che si affaccia praticamente lungo il centro del villaggio dell'erba, cosa che porta effettivamente sguardi confusi a rivolgersi verso un uomo d'affari ed una lolita che fa cosplay da Katsumi. Cosa c'è di peggio? Poco, pochissimo. < Beh, sì, è una scommessa..o nel peggiore dei casi si scende entrambi con infinita tristezza al seguito. > La cosa più giusta da fare ma anche la più dolorosa per tutti, considerando la probabilità di non sporcarsi neanche un po'. Si passa conseguentemente a quanto riguarda le origini di Akira, Arata..basandosi su quelle che sono le sue conoscenze, non avrebbe mai pensato fosse effettivamente una Uchiha. Non che sia all'oscuro dei ninja famosi dei vari villaggi, ma a livello d'aspetto non ha avuto l'occasione di vedere il 'padre' di Akira e tantomeno di pensar su troppo ai recenti risvolti. < Sono abituato a occhi neri che diventano rossi, tu invece..> uno sguardo che dice fondamentalmente che è particolare, se non unica. Difatti quando ha incontrato Takei non ha esitato a pensare fosse un Uchiha, a partire dall'aspetto per giungere al suo carattere freddo e schivo. Akira invece.. < E ti comporti fuori dallo stereotipo dell'Uchiha. Vi immagino più del tipo 'Oh, io sono Uchiha nomeacaso, vi odio tutti e non amo nulla in particolare' > Fa la voce alla sua idea di Uchiha, andando persino a modificare il tono per farlo suonare più rauco e basso. Persino lo sguardo va assottigliandosi appena. Ma andando avanti, si giunge alle affermazioni di Akira verso di lui. Diventare un Dio..chi può essere capace di tanto? < So di poterlo fare. ho un'idea! Tu sei genin, io sono genin, noi siamo genin. Tu vuoi diventare forte per difendere il tuo clan e io voglio diventare dio, fino a qui tutto ok? Ottimo. > Da per scontato che lo sia. < Io..sto cercando un team, e tu sei la persona ideale! > Una Uchiha, e se è una genjutser questa è una combo definitiva! Ma non si lamenterebbe particolarmente in nessun caso. < Non è facile farsi strada da soli per la gerarchia ninja, ma se ti allenerai in mia compagnia, ti prometto che nel momento stesso in cui saremo chuunin diventeremo imbattibili. > Non è pura follia la sua, quelle parole hanno fondo, serie come se già stesse toccando con mano quel potere che sembra impossibile, specie per un individuo con poco chakra quale sembra essere lui. La segue conseguentemente nel vicolo, non si è curato troppo dei suoi occhi, dal suo punto di vista sono affascinanti, ma i senza-tetto.. beh loro iniziano un po' a sudare dalla fronte. Ed è qua che interverrebbe arata, mancina a sollevarsi per coprire lo sguardo ad Akira, bloccare qualsiasi contatto visivo per poi tentare quasi rudemente - ma anche in maniera piuttosto commediana - di trascinarla fuori dal vicolo - < Non puoi andare da dei senzatetto con lo sharingan attivo! Vuoi ucciderli!? Dobbiamo diventare chuunin non mukenin..> un paio di colpi di tosse. < aspetta qua..un momento. > questo è l'inizio di una lunga serie di problemi, forse. Un paio di passi nuovamente verso i senzatetto. < Era uno scherzo, aveva lo sharingan attivato per sbaglio non voleva ledere alla vostra persona! > uno di quei barboni ad alzarsi, scuotendo la testa "No io non ci sto dentro, questi son folli" Con tono allarmato - giustamente - e..beh. < Ok, aspetta! Sentite, c'è questo oggetto di una signora molto importante, se lo trovate..e lo riportate facendo il nome di Arata o di Akira, vi daranno un compenso pari al suo valore. Soldi, donne, abiti puliti! > Akira ha già mostrato l'immagine, ma andrebbe anche Arata a prendere da un taschino della giacca a prendere un'immagine accartocciata e passarla ad uno di loro, prima di allontanarsi. Se troveranno qualcosa dovrebbero riportarla molto presto.. ed infine, di nuovo da Akira. < Ultima cosa da fare, prima di aver provato tutto, Akira. Un cenno del capo verso la fine della strada che stanno esplorando, fattispecie verso un tombino. < Mettiamo un filo di nylon ripiegato su sè stesso lungo le pareti dove scivolano..i rifiuti, se ci passerà il nostro obiettivo rimarrà incastrato per la sua dimensione. > Ma..chi scende!? [chakra on]

00:21 Haran:
 Akira gonfia leggermente le guance andando a portare le mani sui fianchi mentre Arata realizza finalmente che la giovane non è ironica. Lo osserva con le guance rosse rosse e lo sguardo imbarazzato, gli occhiali a scivolare leggermente sul naso mentre la gente per strada passa in mezzo a loro fissandoli leggermente spaesati. Perchè non solo i due sono una coppia quanto mai bizzarra, ma in più si continuano a parlare ai due lati opposti della strada. Non che la strada sia poi chissà quanto larga, non ci sono che un paio di metri scarsi a dividerli, ma comunque la scena non è esattamente delle più comuni. O delle più normali. <Ti sembra che abbia detto una barzelletta?!> e beh... Akira non sa che, effettivamente, l'idea è esattamente quella. <Beh, speriamo di non doverlo fare. Magari siamo fortunati e la troviamo qui in giro per strada...> E tu ci credi? Noi no. Manco un po'. Ma va beh. Le ricerche procedono infruttuose e la notte avanza. L'oscurità cala e la luna splende accerchiata da stelle scintillanti e lontane. Arata le spiega come mai non abbia immediatamente capito che lei è un'Uchiha e quello che dice porta la giovane ad annuire leggermente col capo. In effetti i suoi occhi sono una bella novità! Gli Uchiha sono per lo più cloni o figli di cloni di Sasuke e per questo sono tutti dotati di capelli scuri e occhi del medesimo colore. Lei tuttavia è una eccezione assai rara essendo nata dal sangue di qualcuno che con Sasuke non ha alcun legame di sangue diretto ed ha ereditato gli occhi da tutt'altra persona. Egualmente famosa in questa loro società moderna, ma unica. Abbastanza unica da non rendere immediatamente collegabile quella sua unicità al resto dei suoi simili. <Oh... hai ragione, in effetti. Questi occhi sono speciali. Solo per pochi> ridacchia lei fra sé e sé portando una mano a salire fino a sfiorare la montatura degli occhiali, il sorriso soddisfatto e fiero a stamparsi sul viso mentre si sente riempire di gioia. Quegli occhi sono il suo legame innegabile ed indissolubile con Katsumi, sono la prova che lei è nata dal suo sangue, che lui è parte di lei e lei parte di lui. E' una prova che, ovunque possa essere, ovunque possa trovarsi, loro sono uniti. E poi sente il resto del suo discorso, quelle parole che semplicemente la portano a bloccarsi e fissarlo con gli occhi grandi di sorpresa e le labbra schiuse in una piccola 'o'. Rimane interdetta per pochi secondi prima di ritrovarsi a coprire la bocca con una mano e ridere spensieratamente di quella buffa imitazione. Ride di cuore, sinceramente, senza alcuno sforzo, senza alcuna malizia, con la spontaneità di una bambina. <Che buffo che sei!> esclama ridacchiando, snudando i denti, prima di calmare il riso e abbassar la mano, scuotendo il capo con fare divertito. <Beh.. diciamo che gli Uchiha hanno tante responsabilità ecco perchè sono tutti così seri. Siamo una famiglia complicata, sai...> cerca di spiegare lei stringendosi poi nelle spalle, andando a guardare a terra alla ricerca della spilla perduta. Si sofferma ad osservare alcuni oggetti scintillanti nei pressi di un bidone dell'immondizia ma, quando s'avvicina, si rende conto che si tratta solamente di alcuni frammenti di vetro. Sospira delusa tornando sui propri passi, voltandosi quindi verso Arata con fare sereno. <Ma le cose stanno per cambiare. Vedrai> aggiunge poi fiduciosa, convinta, credendo fermamente che questa volta Katsumi non si sarebbe tirato indietro dai propri progetti. Ed ecco allora che la missione continua così come la conversazione. Spensierata, naturale, disinvolta, fluisce via andando a riempire gli altresì densi silenzi fra loro portando la genin a osservare il ragazzo con sguardo interessato e incuriosito. <Un team...> ripete soppesando la parola, l'idea di far parte di una squadra a solleticarle la mente. <Sarebbe ottimo! Lavorare sempre con la stessa persona è più facile che cambiare ogni volta compagno di missione! Se impariamo a lavorare bene insieme potremmo riuscire a fronteggiare qualunque avversario!> esclama lei improvvisamente entusiasmata da quella proposta. Non si era mai resa conto -fino a quel momento- di quanto ardentemente desiderasse poter sentirsi parte di un gruppo. Di una vera squadra. Parte di un team, di qualcosa. Non più una pedina dispersa, non più un pezzo di cui Katsumi soltanto possa curarsi, ma anche un elemento utile per qualcun altro. Magari a differenza di Kioshi Arata non sarebbe scomparso una volta raggiunto il loro obiettivo. Magari lui sarebbe rimasto! <E comunque, ehi, sicuro di riuscire a tenermi testa? Sono piuttosto forte, sai?> lo provoca, d'un tratto, incrociando le braccia sul petto, sorridendo con un pizzico di fiera malizia sul viso. Non una malizia... fisica, ovviamente, quanto più una sorta di provocazione orgogliosa atta a stuzzicare l'altrui orgoglio. Orgoglio che, in breve tempo, Akira riscopre venir coperto di ridicolo quando Arata la trascina via dal vicolo con una mano a coprirle la vista, facendola indietreggiare goffamente e con aria spaesata e perplessa. <E-ehi, cosa fai?!> si lamenta allontanandosi, fissando sgomenta Arata quando la sua mano vien scostata dal suo sguardo. Solo a quel punto lui le spiega che stava terrorizzando i barboni e Akira si ritrova a boccheggiare a disagio nel rendersi conto di aver dimenticato la vastità del suo potere. <O-oh...> mormora mordendosi il labbro inferiore, lo Sharingan a venir disattivato in un istante, interrompendo il flusso di chakra. <Ops> chiosa con voce piccola piccola iniziando a calcare con la punta del piede il terreno, impacciata, abbassando lo sguardo. Arata le chiede di attenderlo lì fuori e, sospirando, Akira acconsente. Il ragazzo torna dai due senzatetto e in poco tempo fa il suo ritorno senza la spilla per le mani. <Non l'hanno vista?> chiede lei speranzosa, ben sapendo cosa avrebbe voluto dire una risposta negativa. E difatti Arata la informa della loro prossima mossa proponendo un piano che, tuttavia, risulta quanto mai ottimo. Invece di dover cercare in lungo e in largo per quei canali di scolo basta attendere che l'oggetto rimanga incastrato nella loro trappola. <Mi sembra un'ottima idea, Arata!> esclama lei annuendo, andando dunque ad avvicinarsi al ragazzo guardandolo in viso. <Direi di farlo insieme. In onore dello... ehm... spirito di squadra> propone immediatamente lei schiarendosi la voce. <E anche perchè io da sola là sotto non ci scendo.> aggiunge, subito dopo, con un sorrisetto di scuse, mettendo su una espressione infantile e supplichevole che par quasi voler ricordare quella di un cucciolo scodinzolante. <Andiamo?> chiede, allora, speranzosa, pronta a seguire i passi del compagno lungo la loro meta finale in caso egli si fosse dimostrato infine pronto. [chakra: 33/34]

00:58 Nanaa:
 Chissà cosa li porterà a trovare quella dannatissima spilla, che sia la loro ricerca per le strade, il loro prendere per i fondelli i barboni o trappole degne di una missione livello S nelle fogne di Kusa. Ma tutto questo è normale? Ma..era tutto iniziato così bene, come sono finiti in questa situazione? Ad ogni modo, adesso segue lui il suo parlato, stando attento a non perdersi nessuna delle sue 'stranezze' che a conti fatti vanno bene combinandosi alle proprie. < Ehy, i miei occhi non si inzuppano nel chakra diventando rossi ma sono per pochi. > Incrocia le braccia al petto annuendo con fare particolarmente convinto. < Sì sì. > prosegue poco oltre per autoconvincersi che effettivamente sia così. Non che il suo blu cadetto sia comune in fin dei conti, ma può essere confuso per un grigiastro se non per un nero sotto l'oscurità che ormai sta pervadendo le strade. Cercare non ha più senso, invece devono rientrare al più presto con delle notizie utili, per cui..si prosegue nei loro affari e nel cazzeggio quasi totale. < Io me li immagino davvero tutti così! > Gesticola appena con le mani, per poi portare il pollice della mano destra al centro della fronte, nello spazio che separa le sopracciglia, per farvi un po' di pressione verso il basso e creare così delle rughe d'espressione che fanno tanto persona incazzato. <' Affrontiamo tutti le responsabilità in maniera gravosa facendoci odiare dal mondo.' Perchè non ti comporti anche tu così? Sarebbe più semplice la vita da ninja lasciandosi indietro le proprie emozioni senza trascurare però un po' di odio. > Parole che rappresentano la croce di un clan che tuttavia vengono espresse con una leggerezza disarmante. Gli Uchiha son straordinari, poco da dire, la maggior parte di loro è capace di spiccare tra la gente comune, ma non saranno mai in gado di godere a pieno di ciò, non saranno mai facilmente capaci di lasciarsi alle spalle l'odio. Eppure Akira si comporta in maniera ben differente, non sembra afflitta da nulla, se non da un po' di ingenuità e da determinazione. Lei vuole bene a quella massa di individui piena di problemi, e la cosa gli fa sinceramente piacere, sotto sotto, l'unico segnale mostrato al riguardo è un sorrisetto sincero che va scemando poco dopo. < Mi piacerebbe vedere gli Uchiha cambiare, perchè non gli fai qualche corso di ingenuità? Tipo come reagire quando qualcuno propone di lanciare una moneta, come parlare a dei senzatetto con lo sharingan attivo..cose così. > Sembra tutto molto allettante, speriamo non vengano prese sul serio le sue parole però. < La mia lontananza dalla vita di ninja mi ha reso non necessario l'utilizzo del chakra, al punto che non l'ho sviluppato in maniera alcuna, anzi..credo sia pure diminuita la mia riserva, è praticamente inutilizzabile. Ma in compenso ho parecchio altro da poter sviluppare. Saremo il top> Forse un caso abbastanza unico, un ninja che non utilizza le arti ninja. Bene ma non benissimo, nuovamente. < Avremo occasione di allenarci assieme e di combattere contro interi eserciti per constatare chi è più forte. > Un paio di cenni del capo, immaginando già qualche scenario post-apocalittico nel quale affrontano orde di nemici. Niente male come prospettiva, ma forse priva di qualcuno che possa dargli i dovuti meriti per le loro gesta. Segue anche il momento barboni, e rapidamente si allontanano da quel gruppo dopo una scena degna di..degna di nulla- < Ci faranno sapere a breve, abbiamo il tempo di far ciò che va fatto. > Un paio di passi verso il fondo della strada, per raggiungere il tombino più vicino. Va così a chinarsi, allungando le braccia per rimuovere il coperchio che lascia la via lungo delle scale che scendono per poco, così da arrivare alle fogne. < Prima le signore? > la osserva, brevi istanti, ma forse non è il caso di fare i gentiluomini ora. < Ok ok..andrò prima io, se noti qualcosa dimmelo..> Attento nel scendere, e anche un po' schifato a dire il vero. < Per tutti i kami..> si sentono profondi odori di vita..ma la cosa peggiore è la sensazione di viscido che ha sotto i piedi. Attenderebbe così Akira. Come immaginato vi è un piccolo canale centrale dove scorre qualsiasi cosa, ed ai lati due stradine, in una delle quali si trovano loro. < Ci basterà far così..> Un coltello ad esser estratto da sotto la giacca, un filo di nylon ad esser invece afferrato dall'altra mano direttamente da un taschino del pantalone, e l'estremità del filo ad essere annodata appena al coltello, così farebbe con un secondo coltello e con l'estremità opposta del filo. < Dovrebbe bastare incastrare i coltelli..ed aspettare un po'. > Tenterebbe di seguire il suo stesso pensiero, quindi prendendo a turno ognuno dei coltelli ed incastrandolo con l'applicazione di parte della sua forza nella pietra che compone il canale, stando sempre maniacalmente attento a non toccare nulla ed a mantenere il filo teso e piegato su sè stesso. < Tutto questo non vale il chuunin > ed ha ragione. [chakra on] [filo di nylon x1 e 2 coltelli]

01:31 Haran:
 <No no, non mi riferivo allo Sharingan!> si affretta a dire Akira ridacchiando, divertita, al dire di Arata, ritrovandosi ora a fissare per la prima volta le iridi altrui. Non ci aveva fatto molto caso prima, non si era persa ad osservare con attenzione i lineamenti da lui, ma scorge ora nei suoi occhi delle sfumature vivaci. Un azzurro mutevole capace di risultare chiaro abbastanza da confondersi col grigio o scuro come il colore di un cielo notturno senza stelle. <Ma anche i tuoi sono belli> aggiunge dopo poco, lei, sorridendo, adesso più seria, inclinando leggermente il capo verso la spalla sinistra, prima di lasciar modo ad Arata di sfottere gli Uchiha ancora un po'. Troverebbe la cosa davvero esilarante se non fosse che quelle ultime parole la portano a pensare a Katsumi, agli enormi pesi che realmente gravano sulle sue spalle e che nonostante tutto non gli hanno ancor tolto realmente di bocca il sorriso. <Non hanno lasciato alle spalle le loro emozioni. Direi proprio il contrario. Gli Uchiha muoiono perchè ne provano troppe...> commenta lei a mezza voce, abbassando ora lo sguardo con fare serio. Si morde il labbro inferiore, nervosamente, pensando a quanto intensamente gli Uchiha amano o odiano. A quanto proprio le loro emozioni siano capaci di portarli verso la fine. Appaiono freddi e distaccati eppure sono proprio le troppe emozioni a guidare i loro passi. Sorride mesta all'amichevole dire di Arata e si ritrova a fissarlo con un nuovo sorriso stampato sulle labbra e le mani a poggiarsi sui fianchi con un finto fare esasperato. <Non la smetterai mai di rinfacciarmelo, vero?> ridacchia lei divertita, non più imbarazzata. Arata non la giudica, non sembra trattarla come una stupida. E' sorpreso, sì, dalle sue stranezze, ma par quasi divertito da esse, come se le trovasse affascinanti, uno strano episodio da studiare e capire. Per riderci su, ovviamente. <Quindi... immagino che tu sia più adatto al combattimento armato. O marziale, se non puoi usare il chakra> evince lei mettendo su una espressione pensosa prima di ritrovarsi col rifletterci su per pochi istanti. <Direi che è perfetto> sentenzia, alla fine, alzando sull'altro lo sguardo, sorridente. <Io sono allenata nelle arti illusorie e me la cavo col ninjutsu. Siamo complementari nelle nostre conoscenze> sorride lei snudando i denti, sorridendo apertamente, senza veli, mentre la missione giunge verso il termine. I senza tetto si stanno confrontando per dare qualche informazione ai due genin mentre loro spetta il compito di cercare per le fogne. Arata per fortuna accetta di accompagnare Akira in quel tunnel sotterraneo e porta la giovane clone a tirare un sospiro di sollievo. <Senti che puzza...> mormora lei arricciando il naso, portandosi una mano a tappare le narici, l'espressione disgustata. <No. No, non è possibile> commenta scendendo la scaletta di ferro, schifata al solo pensiero di trovarsi in quel luogo, sentendosi prossima ad un collasso. Cerca di non respirare, di non assaporare il puzzo nell'aria e di toccare quanto meno possibile in giro. Ignora il viscidume sotto le scarpe e il gocciolio che risuona attorno a loro. Osserva Arata sentendosi a disagio, inerme, senza idea di cosa fare. L'altro intanto lega un filo a due coltelli che poi va sistemando ai lati di un canale di scolo dal colore poco rassicurante. <Meno male che ci sei tu. Io non sarei mai riuscita a legare il filo a quel modo: non sono per niente capace di usare strumenti o armi> ammette lei con sconforto cercando di distrarsi dall'olezzo nauseante attorno a loro. Il tempo passa, il loro sguardo è fisso sul filo e su ciò che ci passa contro, fino a quando delle voci non richiamano la loro attenzione. Dalla superficie giunge il borbottare distratto di alcuni uomini che portano la genin a sollevare lo sguardo. Uno di questi è uno dei due uomini nel vicolo. <Arata! Forse siamo salvi!> esclama lei impaziente di abbandonare quel posto. E, senza attendere oltre, eccola precipitarsi verso la scaletta, salendo di fretta i gradini fino a tornare all'aria aperta. Non le è mai sembrato più buono l'odore di un barbone. Arata la segue poco dopo mentre un trio di uomini li osserva straniti. "Ecco. E' questa" dice uno dei tre estraendo da una tasca la famosa spilla della foto, porgendola ai due genin. "L'abbiamo trovata oggi vicino al negozio di cappelli. Quella grassa signora nella foto era uscita dal negozio circondata da alcuni uomini e quando se ne è andata quelli sono rimasti lì a parlottare per un po'" spiega uno dei senza tetto stringendosi nella sua giacca. "Quando se ne sono andati a terra era rimasta questa" confessa schiarendosi la gola. Akira a quel punto si illuminerebbe di gioia andando così ad afferrare l'oggetto con mani quasi tremanti, impaziente all'idea di fuggire il più lontano possibile da quel tombino. <Oh, grazie!> esclama lei, entusiasta, rivolgendo poi lo sguardo e l'oggetto al compagno di squadra, un enorme sorriso radioso a brillarle in viso. <Siete stati davvero utili alla nostra missione. Come ricompensa riceverete un po' di soldi e dei vestiti puliti, ve lo prometto!> esclama lei ben felice di spendere parte del suo stipendio per ripagare quegli uomini: l'hanno appena salvata da ore di attesa e ricognizione nelle fogne, potendo avrebbe regalato loro un sacco di monete d'oro. E' stata davvero una giornata soddisfacente. Katsumi quel giorno era ancora ai Quartieri, Arata si è rivelato un buon compagno ed una piacevole compagnia e la missione è andata per il meglio. Tutto sembra quasi andare per il verso giusto o almeno questo è quello che l'Uchiha pensa durante il tragitto che porta i due ragazzi verso la Magione dell'Hasukage, lì dove avrebbero restituito la spilla recuperata per porre definitivamente termine alla missione. [END]

Un uomo d'affari e una lolita in cosplay da Katsumi cercano una spilla. Nessuna moneta è stata maltrattata e gettata durante lo svolgersi di questa giocata, i barboni hanno perdonato Akira per i suoi modi rudi(forse).