Kaori's Back.

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16:25 Sakura:
  [Spiazzo Erboso] Sì, i pazzi si incontrano dappertutto, specialmente quando in corso c'è una sorta di bollente rabbia. Chi la esterna in maniera poco plateale, tenendosela dentro di se come se fosse una sorta di scrigno da custodire ed alimentare col tempo; e poi ci sono persone come Sakura che non se ne stanno zitte neanche un secondo. Oh no, perché preferiscono esternare il proprio dolore e la propria rabbia. Certo, non si puà di certo dire che lo faccia per ricevere attenzioni;non è quel tipo di persona la ragazza. Ha sempre odiato chiunque cercasse un minimo di attenzioni o che comunque tentasse di rimanere sempre al centro dell'attenzione. Li ha sempe reputati privi di spina dorsale o di semplice autostima. Tornando a lei, non si può di certo non notarla ora come ora. Si trova nei boschetti a pochi passi di distanza dalla grande Cascata dell'Epilogo. E' in uno spiazzo erboso, non troppo esteso, con tanto di manichino di paglia fissato al terreno da un palo di legno. Lei veste della divisa da missione, composta da un abito corto bianco, fatto a fasce con una trama nera al centro di esse. E' un vestito con due piccole bretelline, sempre fatte con le fasce, dove sulla destra spunta fuori una lungamanica rossa. Al di sotto, invece, delle bende coprono le cosce fino a poco sopra le ginocchia. AI piedi, comodi stivali da combattimento ninja, neri. Il giubbotto da chunin indosso copre un po' sia la scollatua del vestito che la schiena. I lunghi capelli castani sono lasciati sciolti, fatta eccezione per due trecce che partono dai lati della testa, al di sopra delle orecchie, che vanno a chiudere la lunga chioma sulla sommità del lobo occipitale. Gli occhi sono fissi sul suo obiettivo,ossia il manichino. Non parla, se mai si esprime a versi urlanti. Sul petto del manichino c'è un foglio con su scritto in giapponese il nome di Raido Oboro ed una parrucca bianca finisce il tutto. Non ha alte fattezze, il presunto Oboro fantoccio. <AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA> Sì, oggi se la prende con lui. E volete sapere perché? Per il semplice fatto che non ha fatto nulla per Kaori. Né Tanto meno per Saisashi. Nulla. Sì, le ha dato le risposte che cercava, ma ora? Ora non ha praticamente nulla in mano, se non quella rabbia che è cresciuta subito dopo il loro incontro. <STUPIDO OBORO DEI MIEI STIVALI. > E via con un movimento, in avanti, in perfetto stile Juken. Il palmo destro che va a impattare contro lo sterno del fantoccio, andando a colpire la carta dove c'è scritto il nome. Un colpo semplice, apportato piegandosi leggermente in avanti e stendendo il braccio corrispettivo. < GIURO CHE TE LA FACCIO PAGARE. AAAAAAAAAAAAAAAAAA> Nemmeno con Saisashi ha avuto questo genere di reazione, quando ne combinava una delle sue. Che cosa le avrà mai fatto di male? Eh. Per saperlo, basta andare indietro nel tempo e vedere cosa ha combinato. [Ch: On]

16:46 Kaori:
 Quella notte Kaori non ha chiuso occhio. L'incontro della sera precedente con Raido ha spezzato il delicato equilibrio che aveva ritrovato con così tanta fatica nei mesi precedenti. Aveva lottato tanto duramente per tornare ad essere una persona sana e completa ed ora, dopo tutti gli sforzi fatti, eccola nuovamente al punto di partenza. Distrutta, privata di una parte fondamentale di sé, perduta apparentemente per sempre. Tuttavia, anche se ora la situazione le sembra disperata, non tutto è davvero tornato al punto di partenza. Kaori è più forte ora. Sebbene sia totalmente travolta dal dolore della rottura con l'Oboro, non è ancora caduta. Non si è isolata, non si è abbandonata al dolore impedendosi di andare avanti, ma è ancora in piedi. Malridotta, malconcia, ferita, ma in piedi. Quel viaggio ha portato i risultati che lei aveva tanto desiderato: l'hanno temprata. Rimanere da sola per mesi a combattere contro l'oscuro demone del dolore che aveva seppellito dentro di sé così a lungo, l'ha aiutata ad affrontare le insidie che la vita le mette davanti. L'ha aiutata a rafforzarsi, ad imparare ad accogliere dentro di sé la sofferenza di un dolore tanto grande da toglierle il respiro. Il processo per superare questa batosta, però, sarà piuttosto lungo e sarà costellato di notti insonni, cuscini inzuppati di lacrime e un umore scostante. Ren l'ha aiutata moltissimo la sera precedente. L'ha portata a casa sua e l'è rimasto accanto fino a quando non l'ha vista prendere sonno. L'ha abbracciata, l'ha confortata e ha messo davanti alle sue ferite fisiche e infette il dolore della gemella. L'ha aiutata a compiere quel primo difficilissimo passo che segue sempre una rovinosa caduta. Rimettersi in piedi. Adesso sta a lei riuscire a non cadere una seconda volta. Così ha deciso di uscire, di non chiudersi in casa a disperarsi, ma camminare. Fare qualcosa, stare all'aria aperta, passeggiare al fianco di Asia, la tigre del bengala rimasta sola dopo la morte di Kurako e di cui ha promesso di prendersi cura. Kaori indossa una canotta nera senza maniche che lascia spalle e braccia nude ed una cintura attorno ai fianchi cui è appesa una tasca porta oggetti. Le cosce son coperte da dei pantaloni di simil-pelle neri che non le limitano i movimenti ma che anzi risultano piuttosto comodi nonostante stringano dolcemente sulla carne. Alti stivali ninja coprono il suo corpo dalle ginocchia fino ai piedi mentre il coprifronte della Foglia è onnipresente legato attorno alla gola. I capelli scuri della kunoichi sono lasciati liberi di scivolare alle sue spalle, scostati appena dalla brezza estiva, ondeggiando ad ogni passo che porta la Hyuga sempre più vicina al luogo ove Sakura si sta sfogando. Alle orecchie della ragazza giunge distante la sua voce. Quel primo grido di sfogo che la porta ad aggrottare le sopracciglia. Avanza ancora, chakra pronto all'uso, chiedendosi cosa stia accadendo, prima di ritrovarsi davanti una scena piuttosto... insolita. Sakura si trova in uno spiazzo erboso assieme ad un manichino d'addestramento munito di fulgida parrucca albina. Sembra bisognosa di sfogarsi perchè il poveraccio si becca un perfetto movimento da Juken che, fosse stata una persona, avrebbe bloccato gran parte del chakra avversario. Tuttavia ciò che enormemente sorprende la Hyuga non è la presenza di Sakura lì, quanto più le sue parole. Oboro dei suoi stivali? Parrucca bianca? E poi quel foglio attaccato al manichino che non lascia adito a dubbi. Perchè tutta quella rabbia nei confronti di Raido? Possibile che sia successo qualcosa fra loro dopo la sua scomparsa? Che abbiano litigato? Spera vivamente di no: questa volta non avrebbe avuto il potere necessario a limitare la collera dell'albino. Al massimo, forse, solo quello di nutrirla. <Certo che gli Hyuga o lo odiano o lo amano, eh?> azzarderebbe quella mezza battuta, lei, fermandosi al limitare dello spiazzo con Asia al suo fianco. Si morde il labbro inferiore non osando dire o fare altro. Teme che Sakura possa reagire esattamente come l'ultima volta che Kaori era sparita, arrabbiandosi e sfogandosi con lei per esser stata lasciata sola. E questa volta, la Hyuga, non avrebbe potuto darle una giustificazione valida e inattaccabile come quella della scorsa volta. In quest'occasione, sparire, è stata una sua scelta. In quest'occasione è stato del tutto volontario ed ora deve pagarne le conseguenze, qualunque esse siano. [chakra: on]

17:07 Sakura:
  [Spiazzo Erboso] E' giunto il momento di spiegare alcune cose. Cose che purtroppo per molti possono essere inafferrabili,attualmente. Sì la collera della ragazza è dovuta a Raidoe fin qui ci siamo. Più di una volta non ha esitato a mostrare una nota alquanto tirata, nei confronti dell'arrogante Oboro. Così come ha sempre lasciato intendere che tra lui e lei le cose non andavano secondo i piani. Perché? Perché la base di tutto sta in Saisashi. Tralasciando la coglionata che ha deciso di fare, Raido gli ha dato gli strumenti per riuscire ad ottenere quel potere. E la cosa le da troppo fastidio. Se si fosse limitato a mentire, a quest'ora la ricerca di Saisashi sarebbe stata incompleta e forse avrebbe smesso di pensare al Sigillo Maledetto. Dannato lui e quello che fa. Inoltre, ad aggiungere altro carbone al fuoco, c'è la questione di Kaori. Dopo la chiacchierata con Raido ha denunciato la scomparsa alle autorità. Non si è fermata di certo difronte a delle stupide parole. <Se fossi in carne ed ossa, ti spappolerei il cervello coglione che non sei altro.> Sì. La sua arma, i Genjusu, possono fare molto male. E c'è qualcuno che può testimoniarlo. Ma tralasciando questo fatto la mano le trema ancora, di rabbia; vuole sfogarla e portarla via dal suo corpo, reputandola qualcosa che non serve a nulla, se non ad offuscare la mente. Motivo per il quale, retrocede di un passo cominciando a prendere posizione per il secondo attacco al fantoccio. E lo avrebbe apportato, se la voce di qualcuno non l'avesse distratta. Serra i muscoli delle gambe e delle braccia, cercando nei suoi ricordi il tono, l'impostazione e le vibrazioni di quella voce. La conosce, sicuramente. L'ha sentita più e più volte. Di chi si tratta. E' terrorizzata e ansiosa allo stesso tempo; volge lentamente lo sguardo verso la zona da cui proviene la voce andando a focalizzare con gli occhi bianchi, la figura di Kaori. Ed una tigre. Ma fanculo la tigre, li c'è Kaori. <No...> Non ammborbidisce i muscoli di nessun corpo. No, non può essere lei. E' sparita da due mesi, santi numi. E' sparita e nessuno l'ha cercata, né si è premunito di denunciarne la scomparsa. Come se non importasse a nessuno. <No, è un'illusione, questa.> Non può essere Kaori. E' caduta inavvertitamente in un Genjutsu, senza rendersene conto. E' possibile? No. Le sue difese mentali sono aumentate considerevolmente. I blocchi che constantemente aumenta di intensità e spessore non hanno avuto modo di vibrare, né rompersi. E' costantemente attenta a questo fattore, il primo che un Genjutser deve tenere ben alto. Abbandona le braccia, andando a mettersi eretta in postura. < Kaori.> Il tono di voce è rotto, indubbiamente. La rabbia mista ad una sorta di sentimento contrastante, stanno prendendo possesso di lei. Non si muove, non ancora. <Ma mannaggia alle mutande sporche di Hashirama.. IO DENUNCIO LA TUA SCOMPARSA E DOPO NEANCHE DUE GIORNI FAI RITORNO? > Forse l'hanno riportata a casa, sana e salva. Forse è tornata lei, non lo sa. Ma sta di fatto che al momento, l'unica cosa importante è che sia li. A casa. < Avvicinati, voglio vedere se sei tutta intera.> Dichiara, attendendo che la ragazza si avvicini, aggiungengo. < Mi spiegherai dopo quello che è successo, voglio assicurarmi che non ti manchi nulla. > E per nulla intende le cose essenziali, tipo gli occhi, le mani, i piedi, le braccia, le gambe. Queste cosette qui. [Ch: On]

17:28 Kaori:
 Sakura si immobilizza. Si ferma di scatto bloccando quello che avrebbe potuto essere un colpo molto ben assestato. Si blocca e si volge lentamente in direzione della Hyuga andando a fissarla, infine, con fare basito ed interdetto. Incredula mormora una unica sillaba fissandola ad occhi sgranati. Kaori rimane nervosamente sul posto distendendo leggermente le labbra verso l'esterno in un sorrisetto teso e nervoso. Non riesce a capire cosa sta per accadere. Se di lì a pochi istanti avrebbe visto Sakura esplodere e riempirla di improperi e maledizioni o se invece l'avrebbe sentita sollevata e felice di saperla nuovamente al sicuro, nuovamente a casa. Non sa bene cosa aspettarsi, l'ultima volta che era sparita non c'era stato un bel ritorno ad attenderla. Tuttavia è passato molto tempo da quell'occasione e le due hanno avuto modo di chiarire e parlarsi. Il loro rapporto è migliorato e Sakura è cresciuta molto da quel periodo. Ogni incontro fra loro l'ha rivelata una persona più forte, più decisa. Più matura. Kaori la osserva con uno sguardo misto di curiosità e tensione e si ritrova ad inspirare quando l'altra pronuncia il suo nome. Ecco. Il momento è arrivato. Adesso avrebbe scoperto se l'altra sia sul procinto di prenderla a calci nel sedere oppure no. Asia al suo fianco rimane serena, la coda a muoversi fluida e sinuosa alle sue spalle, il naso a sentire gli odori della natura circostante. E' poco distante da lì che lei e Kaori si sono incontrate per la prima volta, a ben pensarci. Alla fine Sakura parla di nuovo e quello che dice porta Kaori a sgranare gli occhi e poi a sciogliersi in una espressione divertita ed intenerita insieme. Un fiotto di calore le pervade il petto e per la prima volta si rende conto di quanto le fosse mancato quel viso dai lineamenti gentili, quella voce forte, decisa, a volte un po' troppo sfrontata che però dice sempre quel che pensa e ciò in cui crede. Il sorriso della Hyuga si allarga, si addolcisce e quando lei le chiede di avvicinarsi Kaori rivolge uno sguardo ad Asia con fare sereno. Con un cenno del capo le indica di avanzare verso la chuunin e quindi inizia a muovere i suoi passi in tal direzione, portando adesso lo sguardo sulla figura della Maboroshi. Si fermerebbe a circa un metro scarso di distanza da Sakura, assieme alla tigre, permettendole di vederla ora più da vicino, nitidamente. Fisicamente sembra essere in forma. I capelli son cresciuti ancora e non ci sono tracce di ferite evidenti sul suo corpo. Non zoppica, non incespica, non trema. Tuttavia è facile notare il segno di quella notte insonne sul viso, quei cerchi lievemente marcati sotto gli occhi, le palpebre ben aperte con la sclera dell'occhio arrossata dalla mancanza di riposo. Ha il viso stanco eppure l'espressione... quella è la più grande rivelazione. Kaori aveva uno sguardo tutto nuovo. Non c'era traccia dell'ombra che vi aveva regnato da dopo la morte di suo padre. Non aveva più l'espressione di distaccata educazione che aveva messo su da allora. I suoi occhi erano puliti, erano leggeri, nuovamente più giovani. Un nuovo dolore è presente dentro di lei adesso. Uno straziante, lacerante dolore che le toglie il respiro, ma che non arriva a cambiarla nel profondo come era accaduto l'ultima volta. Adesso è più forte. Adesso è diversa. Adesso è di nuovo tutta intera. <Ho un pessimo tempismo pare. Se fossi tornata un po' prima avrei risparmiato molti fastidi a molta gente> ci ironizza su con un retrogusto amaro, stringendosi nelle spalle, mostrando un sorriso amaro che però vuole quasi apparire di scuse. <Mi dispiace> aggiunge, poco dopo, guardandola dritta negli occhi, sincera, più seria adesso. <Ma sto...> vorrebbe tranquillizzarla e dirle che è tutto okay, che sta bene. Ma questo sarebbe mentire perchè Kaori no, non sta bene. Come potrebbe? E' ancora molto scossa e probabilmente per molto tempo sarebbe stata indicibilmente triste. <...Non sono ferita> si corregge dopo la pausa di un secondo, sorridendole ancora, cercando di trovare le parole giuste per rispondere a quanto detto dall'altra. [chakra: on]

17:41 Sakura:
  [Spiazzo Erboso] Ok. Calma e sangue freddo. Bisogna essere logici al momento, non troppo trasportati dalle emozioni. All'avanzare della Hyuga, lo sguardo si fa più attento. Non sembrano esserci movimenti incespicati né problemi motori. Tutto nella norma. Quando si trova a poca distanza dalla ragazza, nota solamente uno sguardo stanco. Solo quello. Per il resto, tutto sembra essere nella norma. Il che è un bene se consideriamo quello che aveva pensato. Insomma, dopo le vicende di Cappuccio Rosso, tutto poteva succedere. Non è escluso che di li a poco, si potebbero trovare diversi Hyuga ancora fermamente convinti delle idee di Cappuccio Rosso. Almeno per come sa lei le cose. < Pessimo è dire poco. Santo cielo..>Già. Cioè, tutto succede per una ragione. <Presumo dunque che non sei stata rapita o torturata o altro.> Questo in merito a quello che ha appena detto e riconducibile alle parole di Raido. Ha sul serio abbandonato tutto e tutti. No, non lo ritiene possibile. C'è qualcosa, sotto sotto, che ha sempre nascosto. Magari era in missione segreta,motivo per il quale tutti hanno deciso di chiudere un occhio. E per tutti si intende la polizia, i servizi segreti e l'Hokage. <L'importante è che non sei ferita.> Già. Questa è la base. Ora bisogna capire perché la donna abbia deciso di andarsene. UNa mezza idea già ce l'ha, ma non sa fino a che punto possa essere veritiera. < Vedi, ho smosso un po' le acque perché quel coglione di tuo futuro marito mi ha detto " Se ne è andata buhu.. Mi ha lasciato, buhu. Ha abbandonato una figlia buhu." > Gli fa il verso, esattamente come una bimba di cinque anni. Ma per ora è la massima espressione dello schifo che dalla gola cerca di uscire. < Aveva perso le speranze. E dato che è un coglione, ha fatto anche altre cazzate di cui non posso parlarti. Niente che riguardi il sesso o altro.> E' pur sempre il suo futuro marito. Non vuole indurre Kaori a pensare che abbia fatto zozzerie con lei. Che poi con Mr Pony proprio no. Ha creato quel bellissimo manichino appositamente per allenarsi e scaricare la rabbia che reprime da giorni. < In tutto questo,a parte la tigre... Ciao puzzolentoneeeee> Occhietti a cuoricino per la tigre. E' pur sempre un felino. < Mi spieghi cos'è successo? Lascia perdere Raido Oboro> Le ultime due parole le prununcia con tono di voce più basso e sbiascicato < E poi dovremmo andare ai servizi Segreti e alla polizia. Ho smosso le acque e non vorrei ritrovarmi con una bella denuncia per falso allarmismo.> Poveri noi. Ci manca solo questa. [Ch: On]

18:13 Kaori:
 Sakura ha una reazione piuttosto pacata. Misurata, controllata, almeno per ora. Eppure forse è solamente per via della sorpresa del momento, forse dipende tutto solamente dal fatto che non ha ancora realmente realizzato ciò che è accaduto. Kaori è lì. E' tornata. Ed ora che si è assicurata che non è ferita né in pericolo è libera di sbraitarle addosso per via della sua sparizione. Insomma, avrebbe senso. Kaori si aspetta l'esplosione da un momento all'altro, dietro l'angolo, esattamente com'è arrivata per Raido la sera prima. La teme e al tempo stesso sa che è giusto che arrivi. <No. Non questa volta> scuote appena il capo la Hyuga espirando piano, umettandosi le labbra, tornando a guardare Sakura in viso con un mezzo sorriso ad incresparle le labbra quando l'altra pronuncia le successive parole. Si sente in qualche modo ben accolta, molto meglio di quanto avrebbe pensato e la cosa la aiuta enormemente. <Grazie.> le dice con tutta la sincerità di cui è capace guardandola sollevata negli occhi. Si sente commossa dalla calma che lei sta esternando, felice di aver trovato un minimo di comprensione per quanto ancora ci sia tutto da spiegare. Come ad esempio il fatto che Raido non sarebbe più stato suo marito. La ragazza trattiene il fiato, impallidisce appena nel sentire le parole della Hyuga e sente un ferro incandescente andare a trafiggerle le viscere con forza al pensiero che le cose erano cambiate in maniera così netta e radicale. <A-ah io... ti ringrazio per aver cercato di parlarci. Per esserti preoccupata per me, davvero> Kaori deglutisce, ritrovando la voce dopo alcuni istanti di gelo. <Ma... credo di non aver più nulla a che fare con lui, ormai. E'... finita> le dice con un sorriso tiratissimo e finto come una banconota disegnata coi pastelli, l'espressione che cerca di rimanere controllata sebbene dentro di sè si senta andare il cuore in pezzi. <Voglio dire, ovviamente mi importa ancora di lui, provo ancora le stesse cose che provavo prima ma... non ho più il diritto di sapere cosa gli succeda o cosa faccia, credo.> continua non sapendo bene come spiegare le cose. Per quanto non stia facendo nulla di male, sente come se rivelarle che lui l'ha lasciata sarebbe suonato come una sorta di tentativo di gettargli fango addosso, come se potesse solo peggiorare la considerazione già evidentemente bassa che Sakura ha di lui. <A meno che non riguardi Kouki. Lei è ancora la mia bambina> aggiunge poco dopo sperando che sia effettivamente ancora così. <...credo> sente di dover aggiungere mordendosi il labbro inferiore. Fino a quando Kouki stessa non le dirà che è così, lei non potrà sentirsi effettivamente in diritto di considerarsi ancora la sua mamma. <Ma... spero che qualunque cosa abbia fatto non sia successo nulla di grave. In qualche modo potrebbe essere colpa mia, potrei provare a sistemare le cose> aggiunge non avendo idea di cosa effettivamente sia successo. Non immagina neppure ciò cui Sakura si sta riferendo. Lascia modo alla ragazza di salutare Asia -le sembra strano, in effetti, che non l'abbia fatto prima considerando la sua enorme passione per i felini- e nota l'espressione della tigre farsi interrogativa. Asia arriccia il muso guardando Sakura, inclina la grande testa, muovendo la coda. Un basso gorgoglio risale la gola per un istante, quasi volesse dire qualcosa. <Sakura, lei è Asia. Asia, lei è Sakura> le presenta, quindi, passando una mano sul capo della felina, carezzando il pelo striato in mezzo alle orecchie. Le domande, comunque, ovviamente arrivano e Kaori si ritrova a sospirare dovendo fare i conti con quelle spiegazioni che -già sa- avrebbe dovuto ripetere a molta gente. <Ho dovuto affrontare un viaggio, Sakura. Ho dovuto farlo per me> principia così, ogni cosa, continuando a carezzare il capo della tigre con un gesto pigro della mano. <In questi ultimi mesi sono successe molte cose. Dopo la storia con Cappuccio Rosso mi sono buttata a capofitto nella mia vita. Mi sono impegnata per il matrimonio, nelle missioni, nel torneo, è arrivata Kouki, mio fratello> ovviamente dimentichiamoci anche che Kaori non ha mai detto a Sakura di Ren e andiamo oltre <e gli allenamenti. Mi sono tuffata in ogni nuova esperienza lasciandomi assorbire totalmente da qualsiasi cosa così da non dovermi fermare neppure per un attimo a pensare.> spiega lei umettandosi le labbra, guardando la ragazza negli occhi con tono serio ma fermo. <Pensavo che così mi sarei ripresa, che prendendo il controllo di ciò che non avevo perduto mi avrebbe permesso di rimettere insieme i pezzi e vivere la mia vita al meglio. Ma mi sbagliavo> continua lei fermando le carezze sul capo di Asia e sospirando. <Il trauma era ancora lì. Non è mai andato via, l'avevo solo nascosto sotto tutte le altre cose che avevo a portata di mano. Appena Raido andava via tornava tutto a galla e non riuscivo neppure a dormire. Appena mi trovavo un attimo da sola, senza nulla da fare, tornavo a sprofondare nel lutto. Non riuscivo ad andare avanti da sola e questo era un grosso problema. Sono un ninja, Sakura. Cosa sarebbe potuto succedere se mi fossi trovata preda della paura in missione?> domanda la ragazza fissando l'altra negli occhi, le iridi gemelle a fissarsi se la chuunin non avesse distolto lo sguardo. <Ho capito che dovevo affrontare il mio demone. Dovevo imparare a gestirlo da sola, senza nascondermi dietro la presenza rassicurante di Raido o di Kouki o di chiunque altro. Così sono partita.> spiega lei espirando piano, un alito di brezza a scompigliare le loro chiome. <Non ho avvisato nessuno e ora me ne pento. Sapevo che se Raido l'avesse saputo sarebbe venuto a cercarmi, che non mi avrebbe lasciata andare da sola in giro per il mondo, soprattutto in quelle condizioni. Ma io dovevo farlo. Era necessario. E non ho corso il rischio di fidarmi del fatto che avrebbe potuto capire e lasciarmi andare ugualmente> Richiude gli occhi, esausta, pensando a come le cose sarebbero potute andare meglio se solo avesse lasciato un misero biglietto. Solo un biglietto... <Ho lavorato su me stessa. Ho messo insieme i pezzi. Ho scacciato quel demone che incombeva giorno dopo giorno sulla mia testa e sono tornata> continua allora riaprendo gli occhi e fissandola con fare stanco. <Ma ad un caro prezzo> sorride alla fine, amaramente, rivolgendo una occhiata all'anello che ancora porta alla mano sinistra. Avrebbe dovuto restituirlo... Non aveva più senso indossarlo, non si sarebbero più sposati. Era tutto finito. Era finita. Per sempre. [chakra: on]

18:34 Sakura:
  [Spiazzo Erboso] Dunque...Momento,momento, momento. Raido l'ha lasciata? <Ferma.> La blocca con la mano, andando ad alzarla in sua direzione mentre gli occhi si spalancano andando ad assumere una posizione in un misto tralo stupito, lo shockato e soprattutto l'incazzato. Ghetto girl, signori. < Ti ha lasciata? > Domanda, incredula, portando l'indice destro a muoversi verso il basso. Sì, in questi ultimi tempi è diventata più grezza del solito. Colpa di Raido. E' sempre colpa sua. <Io lo ammazzo. Giuro che lo faccio fuori.> Sarebbe anche ora che qualcuno lo prendesse a calci nel culo. Troppo arrogante,troppo sicuro di se e della sua potenza. Ma ancora non ha avuto modo di confrontarsi con Sakura. Sarà pure una schiappa e non troppo potente, ma la mente e la strategia vincono sempre contro la tattica. E Raido è uno che va solo di tattica. Lo ha dimostrato al torneo. <No no, non sistemare nulla. E' una questione che riguarda me e lui.> Volutamente tiene nascosta la cosa di Saisashi. E perché questo? Perché èuna donna di parola, la ragazza. Se dice una cosa, la mantiene. < Ho già messo in chiaro alcune faccende, l'ultima volta che l'ho visto. Ma sembra che non abbia minimamente afferrato ciò che volevo dirgli.> Per quanto riguarda Kaori.Invece di festeggiare e gioire per il suo ritorno, sela prende sul personale e la molla. Invece di parlarne e di comprendere i motivi per cui ha lasciato il villaggio, ha sbarrato la porta senza permettere a nessuno di entrare. Stupido uomo. Per quanto riguarda il felino, semplicemente inarca un sopracciglio andando a schioccare la lingua dopo averlo sentito "ringhiare" <Dolcezza, ho un leone maschio a casa.> E' una minaccia? Non esplicita, ma ci sta. Ichiru se ne sta buono nel suo giardino, amangiare, allenarsi e fare tanta cacca. Almeno per oggi. Per quanto concerne il discorso di Kaori, semplicemente ascolta in un religioso silenzio, interrotto giusto dagli uccellini che passano e dal rumore della cascata. Tutto quello che la donna sta dicendo, è una semplice spiegazione al suo atteggiamento. Aveva notato dei drastici cambiamenti in Kaori, che l'avevano portata a diventare una donna completamente diversa da prima. Ora come ora, invece, tutto ha più senso. Tutto sembrerebbe essere arrivato ad un finale completo. E' il dolore, la causa principale di tutti i mali del mondo. Il dolore della perdita, della lesione che ci lascia nel cuore. Il dolore di affrontare ogni giorno, un lutto che ci occlude la mente. Sospira, andando a dire. <Sai che sono una Genjutser e che sono brava in ciò che faccio.> Pure troppo, talvolta. Arrivare a stimolare la prostata di Hiashi, per ottenere una sorta di reazione visiva è da pazzi. < Potevi farti aiutare da e da uno psicoterapeuta. Con il gnjutsu ti avrei aiutato a trovare una soluzione più velocemente, senza lasciare il villaggio.> E' verissimo. I Genjutsu sono sempre utilizzati per chi ha avuto traumi, proprio perché possono aiutare la vittima a superarli oltre che aiutare lo stesso terapeuta nel capire cosa non va. Lo ha già fatto in passato, con il piccolo paziente del reparto pediatrico. <E nonostante questo, potevi lasciare un messaggio. Almeno per avvisare del tuo viaggio. Quando torniamo al villaggio, passi con me alle stazioni così risolviamo la cosa. > E detto questo, sorride lievemente la ragazza. Perché non si è arrabbiata? In fin dei conti, comprende un po' il dolore della ragazza. Capisce i motivi che l'hanno spinta ad una solitudine forzata, ad un viaggio catartico. Ciò non toglie che abbia sbagliato nel suo atteggiamento e che le conseguenze si faranno vive. Alcune hanno già iniziato il loro percorso. Aggiungere lo sclero da parte della giovane Kuchiki non servirebbe a nulla, se non ad aggravare il suo senso di pesantezza. E magari aumentare il disagio nel vivere al villaggio di Konoha. < Poi.. Hai un fratello? Da quanto?> Non sapeva di questo fratello, ma dopo i trascorsi di Cappuccio Rosso, si aspetta che spunti fuori anche per lei un parente più prossimo. < E come si chiama? Ha il Byakugan anche lui?> Domande chiare e dirette. Le interessa relativamente della cosa, ma meglio vertere su argomenti un po' più leggeri. [Ch: On]

19:00 Kaori:
 Kaori tace quando Sakura le dice di fermarsi. Le labbra a mezz'aria si richiudono e la voce si ritrae fino a svanire nei recessi della sua gola. Kaori vede la sorpresa, lo sbigottimento farsi strada sulla faccia di Sakura fino a sconvolgerla e portarla a porre quella ovvia e quasi retorica domanda. Kaori abbozza un sorriso amaro e rassegnato, uno di quei sorrisi che la gente mostra quando vuole evitare di piangere, quando vuole cercare di trattenere un dolore troppo grande. E' strano vero...? Sembrava tutto perfetto, fra loro. Qualunque cosa fosse accaduta, qualunque tragedia affrontata, loro sarebbero stati sempre una certezza. L'un l'altra e anche agli occhi di chiunque altro li avesse conosciuti. Ed ora invece era tutto finito. <Sì> risponde semplicemente lei non avendo forza per aggiungere altro. Ma quando Sakura aggiunge quelle altre parole, la Hyuga si ritrova spinta a scuotere le mani dinnanzi a sé in un moto urgente e nervoso, agitato, mentre l'espressione si fa subito preoccupata e nervosa. <No, no Sakura, per favore> le dice con voce supplicante guardandola dritto negli occhi, preoccupata. <E' colpa mia. Non dico che mi aspettassi che succedesse, sinceramente non credevo sarebbe arrivato a tanto ma...> espira ed inspira cercando di rimanere calma per evitare di lasciarsi andare al pianto una volta ancora. <...posso capire che non si fidi più di me. Che non voglia più saperne. Ci eravamo promessi sincerità e non gli ho detto nulla di quello che ho deciso di fare. Ha... tutte le ragioni per avercela con me> dice la ragazza deglutendo, guardando l'altra negli occhi con lo sguardo straziato dal dolore di quelle parole. <E' una sua scelta. E va...> il fiato si spezza per un istante soltanto prima di tornare a parlare con la voce un po' più forte. <...va bene così> cerca di sorridere ancora, di mostrarsi più forte. Non si spezza, non cede, non crolla. E' diventata davvero più forte, sì, ma questo dolore è ugualmente insopportabile all'altezza del cuore e del ventre. Le toglie il respiro. Sakura parla di vicende personali fra loro e la Hyuga si ritrova ad ascoltare silente quanto lei ha da dire. <E' un po' testardo... e a volte ci mette un po' a vedere le cose da una prospettiva diversa dalla sua. Ma se si ha la pazienza di spiegargli le cose avrà sempre un orecchio pronto ad ascoltare> le dice cercando di dare una mano, come può, per aiutare i loro rapporti apparentemente molto tesi. Se solo sapesse cosa è successo probabilmente si sarebbe infuriata anche lei. Al sentire le parole di Sakura Asia si ritrova a fissarla ancora con i suoi grandi occhi gialli apparentemente indifferente. Capendo che non si sarebbero mosse di lì per un po' va ad accucciarsi al suolo al fianco dei piedi di Kaori, incrociando le zampe anteriori sotto il muso e sbadigliando vistosamente, mostrando le fauci e la lingua rosa fra di esse. Kaori a quel punto racconta. Racconta tutto, ogni cosa e quando termina il suo resoconto Sakura risponde con calma ed una disponibilità che rasserena la Hyuga. Anche Sakura sa che ha sbagliato, ma non l'aggredisce. Le offre una soluzione alternativa al suo fare ma in qualche modo la comprende. L'ascolta. E Kaori se ne sente grata. <Lo so. Ma... non so spiegartelo. Ho sentito di doverlo fare. Ho sentito di doverlo fare da sola, senza scappatoie. Senza scorciatoie. Era qualcosa che dovevo raggiungere con le mie forze. Anche per Asia> spiega la ragazza guardando ora la tigre che sonnecchia ai loro piedi. <Ha dovuto superare la stessa prova. Anche lei ha perso una persona cara.> il tono s'ammorbidisce, si fa dolce mentre dice queste ultime frasi, sfumando poi in un nuovo sospiro. <Ma sì, ho sbagliato. Avrei dovuto avvisare> ammette colpevole abbassando sfinita le spalle, per poi abbozzare un sorriso all'indirizzo della ragazza. <Sì. Ti do una mano a ritirare tutte le denunce> sorride dolce sentendosi appena più leggera. <Grazie. Per avermi capita. Per non aver dato di matto> aggiunge, sinceramente, con voce più bassa ma sinceramente convinta. Le domande che poi ode arrivare sono più che legittime e la portano ad annuire e umettarsi le labbra con rinnovata calma. <Sì, un gemello.> spiega lei con le mani a giocherellare nervosamente dinnanzi al ventre. <L'ho scoperto pochi giorni prima di partire. Alla nostra nascita i nostri genitori erano spaventati all'idea che il loro figlio potesse esser preso di mira da Cappuccio Rosso. Avevano pensato di dare il bambino in adozione nascondendo le sue origini Hyuga così da proteggerlo. Ma quando hanno scoperto che eravamo due, alla nostra nascita, non ce l'hanno fatta a darci via entrambi e così hanno tenuto un bambino soltanto, dando via l'altro per proteggerlo> riassume rapidamente la storia con voce amara. <Non se lo sono mai perdonato. Ma in qualche modo l'hanno davvero salvato.> aggiunge sospirando per poi tornare a sorridere appena. <Si chiama Ren e sì, anche lui ha risvegliato il Byakugan. Al momento è un genin di Konoha> conclude fiera sorridendo con un po' più di convinzione. <Magari te lo presento un giorno.> le offre tranquilla snudando i denti bianchi in un sorriso, prima di inclinare il capo e smuovere le labbra una volta ancora. <E tu? A te cos'è successo in questi ultimi tempi? Aggiornami!> [chakra: on]

14:35 Sakura:
 Ultimamente Raido ha deciso di dare alla ragazza tutti i sacrosanti motivi a questo mondo, per odiarlo. O per cercare una sorta di vendetta? No, ancora non siamo arrivati a quell'epilogo. Sicuramente però, non lo vede più sotto quell'occhio rispettoso di prima. Sarà pure un jonin famoso in tutto il mondo Ninja, con capacità che possono essere paragonate solo a chi porta il nome di Oni, ma c'è una netta differenza traciò che è celebre e ciò che riguarda la sfera umana. L'arroganza di quel nome e la potenza della sua fama, devono avergli messo la testa altrove. Mannaggia a lui. <No, Kaori.> Risponde, andando ad incalzare sul no. Lo sguardo si fa decisamente più serio, molto più inquietante. Non è la classica Sakura che guarda tutto con una dolcezza profonda. No. Questa volta è spinta dalla sfera sentimentale, dal suo essere umana e dai suoi legami con il mondo. <Qui si tratta di una completa e totale mancanza di rispetto verso la figura dell'uomo e della donna, del loro essere umani.> dietro a tutte queste parole, c'è un fondo di verità molto più intenso di tanti altri. Un fondo che ha come centro l'essere umani. La storia insegna che chi prende troppo potere, acquisisce maggiore arroganza. E l'arroganza porta con se gravi conseguenze. Conseguenze che lo stesso Raido non sarà in grado di affrontare, perché di grane glie ne pianterà, se tutto quello che si sono detti dovesse venire realtà. Se solo prova a fare cose, o a indurre lo stesso Saisashi a fare stupidaggini, si ritroverà contro tutta una lunghissima serie di disgraziati eventi. E, ovviamente, la furia di Sakura. < Il perdono è un'arma potente. E lui dovrebbe dare ascolto alle parole dentro di se. Ma non lo fa. Che cacchio, vi dovevate sposare. Un sentimento tanto forte come l'amore, non può essere surclassato da uno infantili come l'ostinazione.> Eh già. <Pazienza.. Pf.> Scosta la testa verso sinistra, mordendosi il labbro. < Vedi, per convincerlo di qualcosa, bisogna semplicemente ribatterlo con un'arma molto più potente: la dialettica. Gli ho fatto un discorsetto incoraggiante al quale non ha saputo tenere testa. Farsi battere da una Chunin di Konoha.. Ironico, vero?> Ci gira attorno, ma il succo della questione l'ha già messo dinanzi a Kaori. In modo contorto, ma l'ha fatto. Ora come ora, l'unica cosa che deve tenere segreta sono quelle informazioni che gli ha rivelato sul Marchio che tiene sulla spalla. <Comunque no, non è disposto ad ascoltare. E se non è disposto, l'unica soluzione è convincerlo con qualcosa di diverso.> Chi è abituato, come lui, a tenere tutto il potere e la fama per se, diventa cieco ed impossibilitato ad affrontare la realtà dei fatti. Ritornando al discorso della sua partenza, la ragazza riporta lo sguardo sul volto di Kaori, andando ad ammorbidire la mascella, resa più dura dal discorso su Raido. <Ecco, appunto. Ci sarà un bel lavoro da fare, Kaori.> Sospira, andando a scuotere il capo, abbassandolo nuovamente. La prenderanno per pazza, poco ma sicuro. Insomma, dopo due mesi di sparizione, va a fare la denuncia ed il giorno dopo ricompare. Sana e salva. C'è qualcosa che non va. Sarebbe quasi del tutto legittimo pensare che abbia perso il senno della ragione o,se vogliamo prenderla alla larga, incolparla della scomparsa di Kaori. Ma quest'ultima opzione è quasi del tutto svanita. <Non do mai di matto, a meno che non stia in uno stato alterato. > Alias, Kaori sa quando non ci vede più. Quando tutto non le torna come dovrebbe; quando ogni singolo pezzo del tassello non è al suo posto. O quando, in casi molto sporadici, i sentimenti che non riesce a gestire, emergono e non ha armi con cui poterli tenere sotto controllo. < Genin di Konoha, cresciuto in un orfanotrofio per colpa del potere. Una storia molto comune, purtroppo.> A molti è successa la stessa cosa. A lei, fortunatamente, no. Ringraziamo papà Kayen e mamma Yuri. < Vedremo. Ora come ora, sono sommersa dallo studio e dalle missioni. Essere Chunin è stancante.> Pure troppo stancante.Missioni difficili, toste e soprattutto incredibilmente difficili da portare avanti. Sono quelle missioni che ti logorano dentro, a volte. < Sono successe troppe cose. A parte la promozione, del quale vado fiera, devo dire che mi sto impegnando a migliorare diverse arti Ninja, a cominciare dal Taijutsu. Come hai visto, d'altronde. > Un colpo Juken degno di nota, mancante di potenza tuttavia. Ma si sa che quell'arte marziale, non è adatta a chi ha la forza fisica, quanto più l'agilità. <Per poi passare anche al Ninjutsu ed infine al Genjutsu. Mi sono fatta una buona reputazione, come Genjutser. Difatti le ultime missioni mi hanno messo a capo.> Per carità, erano missione piccole, di livello C. Ma pur sempre missioni in cui tutti i doveri di un Chunin dovevano essere rispettati. <Credo che vogliano vedere fino a che punto riesca a gestire uno schema di attacco, difesa e come posso muovere tutta la squadra.> Lavori duri, non è vero? <Per il resto, sto portando avanti degli studi particolari.> E non aggiunge altro, non ora. [CH_ On]

14:56 Kaori:
 Kaori vorrebbe lasciarsi andare all'istinto ed iniziare a frignare come una bambina sbattendo i pugni e calciando il terreno con fare dispettoso. Vorrebbe piangere, gridare, insultare Raido per aver abbandonato ogni cosa per una sua singola mancanza -grande, certamente, ma unica nella loro lunga relazione- e farsi consolare come un bambino fa quando torna dai genitori a seguito di una brutta esperienza. Ma non lo fa. Trattiene il dolore, la delusione e la solitudine lasciandosi confortare però dalle parole di Sakura. Lei è dalla sua. La ragazza sa che Kaori ha sbagliato ma non per questo concepisce come Raido possa non riuscire a fare lo stesso. Capire. Perdonare. Lui che, in teoria, avrebbe dovuto tenere alla Hyuga molto più della ragazza. Si sente scaldata dall'affetto dell'altra, dal fatto di esser compresa da lei, e si limita ad aggrapparsi a questo per non crollare. E' qualcosa. Più di quanto si sarebbe aspettata, in verità. <Quel che sia ormai è fatta. Raido non cambia idea...> si stringe lei nelle spalle con un sorriso amaro, guardando Sakura in volto, con espressione mesta. <Anche se era turbato era irremovibile, ieri. Non c'è possibilità che torni indietro per quanto possa desiderarlo> ammette con sconforto, sospirando, chiudendo gli occhi per un istante soltanto. Sotto le palpebre le par di poter vedere nuovamente la figura del Jonin la sera precedente. L'espressione sconvolta, adirata, ferita. La freddezza e la distanza fra loro, il gelo nelle sue parole. Il pianto. Una scena troppo dolorosa che la porta a riaprir rapidamente gli occhi, sbattendoli un paio di volte per mettere ogni cosa a fuoco. Quello che dice Sakura è giusto: il perdono è qualcosa di potente, ma Raido non è capace di perdonare. Una cosa della quale non si era mai resa conto prima d'ora. Una cosa che le va stringere lo stomaco al punto da farle provare per la prima volta una punta di fastidio. <Non so più cosa pensare. Sapevo che non fosse un tipo incline al perdono, ma che non ne fosse affatto capace... questo mi sorprende.> ammette Kaori abbassando ora lo sguardo, assottigliandolo appena. <E mi delude.> mormora con tono serio e basso prima di abbandonare l'argomento. Lascia che sia l'altra a parlare e quel che dice la fa sorridere. Non avrebbe mai pensato che avrebbe potuto vincere uno scontro verbale con lui. Dev'essere stato rischioso, ma alla fine sembra essere andato tutto bene. <Beh a sua discolpa sento di poter dire che ben poche persone a questo mondo potrebbero vincere una conversazione con te> sorride Kaori sentendosi ora leggermente più leggera, cercando di lasciar andare il dolore ed il risentimento in favore di qualcosa di più leggero e piacevole. La familiarità. <Cerca solo di fare attenzione. Se prima poteva tollerare gli Hyuga per me, adesso non so cosa potrebbe succedere se dovesse sentirsi provocato o infastidito da qualcosa. Lui non è paziente ed è molto impulsivo. E non credo di poterlo più contenere o controllare> le sorride tristemente come per volerle dire di non tirare troppo la corda con lui d'ora in avanti. Se un tempo lei avrebbe potuto in qualche modo impedire che la furia di Raido si rivolgesse contro la gente che lei ama, adesso non è affatto sicura di poter avere qualche minimo potere su di lui o sul suo umore. Dev'essere successo davvero qualcosa di serio, fra loro. Sakura sembra essere decisa più che mai a far giustizia in qualche modo e Kaori sente di non poter chiedere di più. L'altra non ha voluto spiegarle e lei non desidera insistere. Si fida di lei e delle sue capacità di giudizio. <Se dovessi aver bisogno di aiuto, io sono pronta ad ascoltarti> le dice, semplicemente, offrendole la propria disponibilità in caso di bisogno. Solo questo. I secondi scorrono, la giornata avanza ed Asia è ormai ben comoda al suolo a dormicchiare pigramente. Sakura commenta la storia del fratello di Kaori portandola a sorridere tristemente, concorde, mentre i discorsi si susseguono e procedono lentamente. <Ero certa che saresti diventata chuunin. Non ho mai dubitato> le rivela sorridendole con affetto, ammirata, distendendo le labbra verso l'esterno. <Mi fa piacere sentire che ti sia allenata così duramente. Non vedo l'ora di capitare in squadra con te così potrò rendermene conto di persona> aggiunge, con maggior entusiasmo, prima di inclinare il capo e guardarla con fare interrogativo. <...studi particolari?> le chiede con tono allusivo, alla ricerca di spiegazioni. [chakra: on]

15:24 Sakura:
 Desiderare. Un potente stato emotivo, psicologico, mentale e fisico che siriversa su tutti, senza esclusi. Il desiderioè un'arma potente, un combattente che spinge l'uomo a fare cose delle quali non era capace, che siano belle o butte. <Desiderare è la cosa che ci rende più umani a questo mondo. Ancor più dell'amore, perchè è la chiave per essere felici.> Lo è sempre stata. <Se la tua felicità dipende da lui, sebbene non sia d'accordo su questo, combatti. Reagisci. Non mollare al primo colpo, non atterrare al primo affondo dichiarandoti sconfitta.> No, questo mai e poi mai. L'arrendersi è una delle poche cose che non si possono fare, nel mondo ninja. Non tanto per il disonore che potrebbe ricadere, ma perché si va a ledere l'integrità della persona. La sua moralità; il suo essere vivo. <Lotta sempre per ciò in cui credi, come fanno tutti. Non mollare, vai avanti. Non leccarti le ferite, celebrale sempre come segno di chi non si è arreso.> Una piccola metafora che calza a pennello, specialmente perché proviene dal mondo animale. E li ci sono due Kunoichi che hanno stretto un legame con due felini, di rinomata potenza e soprattutto capacità combattiva. Un leone ed una tigre, idue sovrani di luoghi diversi ma particolarmente pericolosi. E loro sono l'impersonificazione degli spiriti dei felini sovrani. Loro non si leccano le ferite. Loro le celebrano. E così dovranno fare. Sono delle Hyuga, potenti quanto letali Kunoichi che non tengono in mano il loro destino, ma lo gestiscono e lo manipolano secondo quello che vogliono fare. <Uno accecato dal suo ego, non perdona mai qualcosa. Specie se lui, per primo, non ha mai ricevuto un perdono.> Almeno così la pensa lei. Come per tutte le cose di questo mondo, c'è un processo di apprendimento che parte da quando si è piccoli. Si impara a camminare, a mangiare, a parlare, a lottare. Ma si imparano anche i sentimenti, a gestirli e capirli, oltre che a usarli in battaglia. E lui.. Secondo la sua opinione, Raido Oboro non ha mai appreso questo genere di cose. < Ha già fatto ricordo alle sue minacce, ma non hanno funzionato.> Momento. Non diciamo balle. Hanno funzionato alla grande, specialmente perché sentiva la paura scorrerle dentro le vene. Hanno funzionato molto bene. <E non credo che sia così stupido ed ingenuo da portare avanti un omicidio che potrebbe far scaturire una guerra tra Kusa e Konoha.> Si reputa così importante? <Mi spiego meglio.. Se dovesse uccidermi, Saisashi cercherebbe vendetta. I miei genitori cercherebbero vendetta. Hiashi e Mekura, sebbene non sia sicura al cento per cento. Shizuma che per quato non abbia un rapporto con lui, cercherebbe vendetta.>E' pur sempre suo nonno biologico. E' pur sempre un suo famigliare e lei è l'unica sua erede. <La morte porta solo altra morte. Mettersi contro il clan Hyuga? Pessima idea. Mettersi contro mio padre e mia madre? Pessima idea. Si creerebbe un ciclo di morte, solo perché mi ha messo le mani addosso. E questo non capiterà.> No. Non lo reputa tanto stupido. E se solo ci provasse, dovrebbe solamente scappare. Fuggire il più lontano possibile. <Oltretutto, non avrebbe possibilità contro di me. Sono una Kunoichi che agisce sulla mente. E la mente di una persona ottenebrata dalla fama, è più facile da penetrare. Scalfire. Sconvolgere.> E messo in chiaro questo fatto, ciao ciao Raido. Va a sorridere a Kaori, cordiale e sincera, per poi dire. <Non ti preoccupare per me. Lui non costituisce una minaccia imminente. Ma se dovesse fare qualcosa contro di me o contro qualcuno che amo profondamente...> Stringe i pugni, serrando la mascella. <...Sorpasserò al fatto che stavate insieme e che provi qualcosa per lui. > Vendetta. Che dolce, quanto spietato sentimento. <Ah beh, chiediamolo a Hitomu. Ci sono un paio di missioni che dovrebbero fare al caso nostro. Come squadra di ricerca, gli Hyuga sono indispensabili. Potrai vedermi in azione. Non che sia uno spettacolo degno di nota, ma... Spero di sorpenderti.> Ci sono cose che solamente in missione si possono fare. Sconvolgere la mente a tal punto da non riuscire a capire che cosa sta succedendo... Ah. Potere mentale, il migliore su cui poter lavorare. < Sì.. Voglio capire meglio la natura di alcuni sigilli. Oltre a questo, sto portando avanti delle ricerche per una trasposizione dei miei Genjutsu alla realtà, con l'ausilio di alcuni veleni. Rendere l'illusione più efficace, in modo tale da portare la vittima ad uno stato più quiescente.> In altre parole, in uno stato comatoso che si può studiare e tenere sotto controllo.[Ch_On]

15:48 Kaori:
 Un mezzo sorriso compare sulle labbra della Hyuga quando Sakura cerca di convincerla a non arrendersi. E' tutto così complicato. In circostanze normali le avrebbe dato ragione, probabilmente a parti inverse lei stessa avrebbe fatto lo stesso identico discorso. Ma ora le pare tutto assolutamente unico e singolare. Lo sa, è certa che Raido non avrebbe cambiato idea neppure se lei avesse rischiato di non riprendersi più. Ha potuto vederlo nei suoi occhi, nelle sue parole. Il risentimento che lui prova, che le ha rovesciato addosso, sono qualcosa di definitivo ed amaro che lei non aveva mai conosciuto prima, provenire da lui. <C'è un confine molto sottile a cui far attenzione in questi casi. Capire quando vale la pena combattere e quando invece sono solo energie sprecate> dice la ragazza sospirando, passando una mano accanto alla chioma per sistemare una ciocca dietro l'orecchio. <Conosco Raido da più di un anno. Abbiamo vissuto cose impensabili, esperienze incredibili, siamo quasi morti diverse volte. Credo di essere una delle poche persone al mondo a poter dire di conoscerlo e devi credermi se ti dico che è una battaglia persa> dice la ragazza con un tono amaro, triste, ma deciso. Non piange, non si abbatte, non vacilla. Rimane ferma, sicura delle sue parole e ormai rassegnata a quella nuova condizione. <Non voglio sprecare energie utili per cercare di riportarlo indietro. Sarebbe troppo doloroso convincermi di poterci riuscire e poi sbattere ancora contro un muro. Stavamo per sposarci, Sakura. Abbiamo una figlia. E non ha esitato un attimo a dirmi che è andato avanti> dice la Hyuga stringendo le labbra, osservandola ora più seriamente in viso. <Non ha voluto dar ascolto alle mie spiegazioni, non ha pensato neanche per un istante che meritassi quanto meno ascolto. Non ha avuto fiducia nelle mie motivazioni fin dall'inizio. Merito di stare accanto a qualcuno del genere?> domanda lei ritrovandosi ora, per la prima volta, a chiedersi se forse -in qualche modo- quell'inaspettata fila di eventi non si sarebbe rivelata in futuro la cosa migliore per lei. Avrebbe continuato ad amarlo, lo ama ancora, ma a volte si finisce con l'amare i propri mali, con l'aver bisogno di qualcosa che è per noi nocivo e tossico. E forse... forse questo è uno di quei casi. <Dovrei rincorrere qualcuno che non ha affatto pensato che io potessi meritare una occasione per spiegarmi? Per rimediare ad un solo errore?> quelle parole bruciano lungo la gola, sulla lingua, mentre il capo vien scosso con fare di rifiuto. <L'ho perdonato tante volte. Ha fatto tanti errori, sbagliato tante volte. Non gli ho mai voltato le spalle anche se i suoi errori potevano avermi ferita. Ed io invece non ho la possibilità di ricevere altrettanta comprensione.> Kaori si umetta le labbra, inspira a fondo e guarda Sakura dritto negli occhi, con convinzione. <Lo amo. Lo amerò per sempre, probabilmente. Ma... non ha senso cercare di convincerlo quando ha già fatto la sua scelta. Ed è la cosa migliore per me... forse> deglutisce annuendo, cercando di convincere se stessa prima di Sakura. Sarebbe stata bene. Col tempo, forse, sarebbe stata bene. Avrebbe relegato quel suo amore nel fondo del cuore e avrebbe donato tutta se stessa al lavoro, alla famiglia. A nessun altro uomo, però. Raido, in qualche modo, sarebbe rimasto l'unico per lei. Il discorso prosegue, continua, evolve, e quando Sakura inizia a parlare circa i pericoli del suo parlare con l'Oboro, Kaori si ritrova ad agitare le mani convulsamente con fare nervoso. <No no no! Non penso mica che potrebbe ucciderti! Ho detto che è impulsivo, mica stupido> sorride lei snudando timidamente i denti, prima di annuire al successivo dire dell'altra. <Aaaaah, dovrò parlare anche con lui> sospira poggiando una mano sulla fronte, il capo reclinato all'indietro col viso rivolto verso l'alto. <Spero che Hitomu non dia di matto o altro. Non dovrebbe... cioè, non mi sembra il tipo. Penso capirà. Ma... ooooooh, che strazio ricominciare> sospira stancamente abbassando le spalle, il capo, e la mano che aveva portato sul volto. Alla fine ascolta quanto Sakura le rivela e si ritrova a mostrare un'espressione a dir poco impressionata e colpita. Le sopracciglia si inarcano, le labbra si incurvano appena verso il basso in una posa colpita e le iridi non si scostano un istante dalla figura della giovane chuunin. <Un progetto decisamente ambizioso> commenta alla fine la Hyuga con fare ammirato, sincero, guardandola con orgoglio. <Potrebbe essere una grande svolta nel campo dell'arte di cui sei maestra. Sicuramente sarebbe una carta estremamente pericolosa da giocare> aggiunge, poco dopo, più seria. <E' una bella cosa che tu abbia un simile progetto su cui studiare. E' indice di continua crescita> le sorride, morbidamente, fiera. [chakra: on]

16:12 Sakura:
 Eccola li, la rassegnazione. Il discorso di Kaori è giusto, in tutto. Ma quanto può essere giusto, se paragonato alla possibilità di poter vincere? La speranza quel misero sentimento che ci aggrappaa convinzioni e storie futili, ha un potere che supera perfino quello ell'amore. Ma ora, come potrebbe superare quello che è successo? Al termine del suo discorso, annuisce andando a dire. <Allora dimenticalo. Se pensi che sia la cosa giusta, dimenticalo.> Diretta, schietta. A modo suo, la ragazza sta dando dei consigli alla giovane Hyuga. Perché rimanere aggappati a qualcosa di effimero come un ragazzo? Seguendo il discorso di Kaori, questa è la soluzione migliore. Tutto quello che sta dicendo è forse contraddittorio? Può darsi. Ma in un modo alquanto bizzarro, è riuscita a tirare fuori un lato del carattere della ragazza che non aveva mai visto sul suo volto: la determinazione. Da un lato si èvisto comela ragazza non sopporti Raido, per poi continuare a difenderlo? Naaah. Difende i sentimenti, non la persona. <Detto tra noi, quell'uomo mi è sempre stato sulle chopezas.> Chiappe. Culo. Come vogliamo chiamarlo, è pur sempre una persona scomoda a tutti. < L'impulsività è segno di stupidità. O di arroganza. O di impazienza.> Come la rigiri, è pur sempre un atto stupido. <AH-HA!> Indica con l'indica la faccia di Kaori, andando a sorridere. <Dura eh? Adesso ti becchi la ramanzina anche da lui. E pure io, mi sa..> Momento di gioia che porta ad uno sconforto profondo. Molto profondo. < Pure troppo Kaori. A prescindere da tutti, dovrei trovare la soluzione al problema della compatibilità tra chakra e allucinogeni. Mi manca giusto quello, e poi posso passare alla sperimentazione.> uN passo che richiede uno studio metodico delle procedure infettive dele droghe, come attaccano i neurorecettori e come può il ninja riuscire ad impimere ciò che vuol far vedere provare o sentire. Una sorta di collegamento, di collante tra una cosa materiale e solida con una immateriale, per lamaggior parte del tempo. <Comunque, andiamo. Prima arriviamo agli uffici e meglio sarà. Dovranno farti delle domande e penso che ci metteremo un po'. > E detto questo attende che la ragazza risponda, per poi continuare il discorso strada facendo. Questo perché? Perché è un medico e se ne intende di droghe. Vero?[END]

16:26 Kaori:
 Fosse facile. Non pensa che sarà mai in grado di dimenticarlo. Di dimenticare i suoi sentimenti o quanto importante sia stato per lei nella sua vita. Oltretutto lui rimane il padre di sua figlia e lei la madre se Kouki avesse deciso di perdonare quella sua improvvisa fuga. Avrebbero continuato a far parte l'uno della vita dell'altra sebbene, probabilmente, in un modo solo marginale e indiretto, tramite il benessere ed i bisogni della Yakushi. Dimenticare è semplicemente fuori questione, ma adattarsi, accettare e rassegnarsi a quelle che sarebbero state le cose d'ora in avanti... beh, questo può farlo. Con un po' di tempo, con molto duro lavoro e determinazione può farcela. Dopotutto non è esattamente quello che ha imparato a fare durante quei due mesi? Accettare un dolore così profondo da farla sentire una persona rotta e incasinata? Sorride alle parole di Sakura andando ad annuire. E' un discorso troppo delicato e complesso da essere affrontato in questo momento. E' felice che Sakura sia dalla sua parte e che le abbia dato ascolto, si fida di lei e del suo silenzio. Ma ora come ora non vuole addossarle troppi fastidi o problemi. Si sono appena ritrovate e lei è ancora scossa dall'idea di aver perduto la persona più importante della sua vita, del suo futuro. Ha bisogno di acclimatarsi prima di riuscire a discuterne con calma e razionalità. Una risata scoppia sincera e cristallina dalle labbra della Hyuga come quelle che era solita offrire un tempo prima della morte di suo padre. Una risata davvero sentita, rilassata, senza l'ombra della perdita e del lutto a gravare su di essa. <In realtà penso che tu non sia l'unica. Anche Hiashi ha un rapporto difficile con lui. E Mekura> ammette e rivela lei calmando la risata, scuotendo leggermente il capo. <Inizio a credere che lui e gli Hyuga siano leggermente incompatibili> sorride snudando i denti, stancamente. Lei era stata l'eccezione per molto tempo, ma adesso anche lei rientra nel numero di Hyuga con i quali l'altro ha un rapporto piuttosto teso e controverso. Sakura alleggerisce la tensione, la aiuta a sentirsi lentamente a casa, bentornata, andando a dirle semplicemente la verità. Non nasconde o sminuisce l'importanza dell'errore compiuto dalla special jonin ma, al tempo stesso, non la condanna per questo. Comprende e tenta in qualche modo di aiutarla a riparare al suo errore. <Sakura?> Kaori si sente scaldata e avvolta dalle premure dell'altra e, rasserenandosi improvvisamente in volto, le dona un grande e caloroso sorriso. <Grazie> le dice col cuore in mano, sinceramente, rimanendo in silenzio per pochi secondi prima di lasciarle modo di proseguire con le sue parole circa il suo ambizioso e grandioso progetto di ricerca. Kaori ascolta attentamente, annuisce e si ritrova a pensare freneticamente a tutto ciò che sa sui veleni allucinogeni, tutto ciò che ha imparato in ospedale al riguardo. <Beh, se vuoi un giorno posso dirti tutto ciò che sono in grado di sapere sui veleni allucinogeni. Magari conoscere meglio quel tipo di strumento può aiutarti nelle tue ricerche. Ma penso che mi terrò ben lontana dalla lista di cavie per la tua sperimentazione> sorride, ironicamente, quando pronuncia quelle ultime parole, andando dunque ad annuire quando l'altra le propone la ritirata. Sì, forse è meglio andare. Ha molte spiegazioni da dare a un sacco di gente. Segue dunque i passi della compagna continuando quella importante e piacevole conversazione che, in qualche modo, le sta riportando verso quella che è tornata ad essere la sua casa. [END]

Kaori torna.
Sakura felice.
Raido morirà male.

Si vede che non ho voglia di scrivere il resoconto. vero?
Vabbe le due parlano esi confrontano.