[Cure] - I gemelli Hyuga

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Giocata di Corporazione

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Nuova role

21:22 Renold:
  [Prateria] Completamente scarico, completamente giù dopo la missione di livello C messa a segno per pura fortuna, non può esser stato visto nei giorni seguenti da nessuna parte che sia casa sua o con Namika. Non si è recato nemmeno in ospedale e le ferite al fianco e al costato sono state nascoste e non medicate. Ciò con cui è vestito sono un paio di jeans occidentali dal tono blu chiaro, scoloriti sulle cosce e una maglia a maniche corte di colore bianco. Niente coprifronte, niente equipaggiamento, niente guanti, niente di niente. Sul bicipite è visibile il tatoo del falco stilizzato, proprio a destra. Un metro e ottanta e rotti di ragazzo, per un fisico asciutto, slanciato e muscoloso, sebbene non roccioso. Occhi perlacei alla Hyuga e capelli neri con riflessi blu e viola. La fotocopia esatta e sputata di Kaori e del padre. E’ possibile notare anche ad occhio nudo come la maglia sia imbrattata di sangue all’altezza del fianco e del bicipite, dove ci sono le ferite nascoste in maniera pietosa, peraltro e non cicatrizzate a causa di una probabile infezione, a questo punto. E’ infatti possibile vedere come del sudore imperla il volto dello Hyuga, segni evidenti di qualche linea di febbre. Il respiro è lento e i movimenti sono leggermente più lenti del normale. Movimenti che lo conducono alla prateria della memoria. Il chakra non è attivo. Il passo è lento e le ferite bruciano come il fuoco, sebbene sul volto non appaia lo sputo di un’emozione che non sia tensione e malinconia e anche queste sono solo delle leggere ombre non meglio distinguibili.

21:33 Kaori:
 Quanto tempo è passato da quando Raido è andato via? Da quando Raido l'ha lasciata? Un'ora? Due? Tre? Il cielo s'è fatto buio, la notte è calata e la luna brilla parzialmente coperta da alcune soffici nubi bianche. La brezza è ora più fredda, la temperatura glaciale. O forse è solamente Kaori ad essere gelida? Effettivamente, a toccarla, la sua pelle sarebbe freddissima, il battito lento nel petto, così lento da essere quasi impossibile da individuare se non lo si cerca nei giusti punti. I capelli di lei si muovono nella brezza, liberi e ribelli, le lacrime salate si sono asciugate sul suo volto mentre le labbra rimangono schiuse su parole che non avrebbe mai più pronunciato. Il coprifronte della Foglia è come sempre legato attorno alla gola, il busto è coperto da una canotta nera infilata in dei pantaloni di pelle del medesimo colore. Stivali al ginocchio ed una cintura scura attorno ai fianchi completano il suo abbigliamento assieme ad una tasca porta oggetti legata alla cintura. Inginocchiata in terra esattamente come Raido l'ha lasciata, con le braccia sollevate a mezz'aria lì dove fino a diverse ore prima aveva retto il suo viso. Le fa male tutto. Le braccia, le spalle, le ginocchia, le caviglie. Il cuore. Ogni cosa duole e sanguina e brucia mentre la notte avanza e l'unica fonte di calore accanto a sé è Asia. La tigre del bengala che la avvolge col suo manto, che è rannicchiata a terra accanto a lei quasi a volerle far da guardia. Ed è proprio Asia a rendersi conto che qualcuno si sta avvicinando. Kaori è in shock, è ancora incapace di pensare lucidamente o di capire qualsiasi cosa. E' ancora incapace di accettare quanto sia appena accaduto ed è persa nella nebbia che confonde la sua mente. La tigre però è ben vigile e attenta e veglia sulla salute della sua compagna come Kaori ha fatto con lei in quei mesi precedenti. Asia si alza a quattro zampe, elegante, letale e bellissima come solo una tigre sa essere e si mette davanti alla Hyuga in posizione d'attacco. Le zampe distese in avanti, il corpo pronto a scattare e le fauci leggermente aperte. Ringhia all'indirizzo di Ren come a volerlo minacciare di non avvicinarsi alla sua amica. Amica che, dal canto suo, praticamente non s'avvede di nulla, non realizza cosa stia succedendo. [chakra: on]

21:43 Renold:
  [Prateria] Avanza per quelle praterie praticamente mai esplorate, alla ricerca di una pace e di una solitudine che a casa non può trovare a causa del caldo, che fa bruciare le ferite e la fronte di febbre da infezione. Si addentra e cammina piano. Il fisico sta risentendo delle mancate cure e della pessima cura di sé stesso dello Hyuga ed infatti i movimenti sono lenti impacciati e lo portano a pendere sul piede sinistro maggiormente per non muovere la parte destra del corpo. Digrigna i denti, soffocando le emozioni, relegandole in quell’angolino nel tentativo di non farsene sopraffare, di assumere quella lucidità che l’ha sempre contraddistinto. Eppure qualcosa sfugge: un accesso di rabbia che viene sfiatato dalle narici. La casualità vuole che lo sguardo sia puntato proprio verso Asia, la tigre del bengala, in quel momento. Ma lo è in maniera del tutto fortuita, sebbene possa effettivamente a chiunque sembrare il contrario. La vede alzarsi e mettersi in posizione d’attacco e quindi ringhiare. Quello che va ad osservare, decisamente poco distante, è una figura girata di spalle, dai capelli troppo violetti per non riconoscerli. Ed infatti gli occhi vengono spalancati di sorpresa e quasi gli prende un infarto. Tanto che ci vogliono parecchi secondi e la testa gira a causa della febbre. Il petto è forzatamente gonfio e così anche il costato, cosa che lo porta a digrignare i denti in un <..mph..> che è un ringhio di dolore sommesso e quasi inesistente. Avanza e va incontro alla tigre. Ad Asia. Apparentemente senza paura alcuna, tanto che va anche a fissarla negli occhi. <Fatti da parte> è un imperativo, tono deciso e diretto, freddo, mentre l’attenzione sembra in realtà rivolgersi a Kaori. <… Kaori…?> la chiama, avvicinandosi. <… Sorella?> la chiama ancora una seconda volta, il cuore in gola che batte all’impazzata, le ferite che pizzicano.

21:57 Kaori:
 Asia è guardinga. Non attacca, non si muove, rimane semplicemente a difesa di Kaori con la luce della luna a infrangersi per un istante sulla targhetta dorata legata attorno alla sua gola, in mezzo alla pelliccia pulita e chiazzata. La Hyuga rimane bloccata sul posto, ancora in shock, mentre Ren si avvicina zoppicando e traballando fino a distare ben poco da lei. La sua voce va a intimare alla tigre di spostarsi ma lei non accenna minimamente a farlo, anzi. Un ringhio ben più grave e possente si libra dal petto mentre la ragazza viene come travolta dal suono della voce del fratello. Avverte le sue parole in maniera confusa e disturbata, non ne sente il senso, ma riconosce quel suono. Nel caos di pensieri che annebbiano la sua mente ed il suo giudizio, quel suono familiare va a straziare ogni cosa portandola come a sbloccarsi. Le mani tremano, adesso, il cuore batte forte nel petto, un brivido di freddo le risale la schiena. Tremando muove appena il capo verso la fonte della voce, con lo sguardo che trema e le ciglia che vibrano tese ed impaurite sulle palpebre. Lo sguardo si sofferma sulla figura di Ren. Non recepisce le sue parole, è come se nelle orecchie sentisse un ronzio continuo e fastidioso che distorce le sue parole, ma sa solo che conosce quella voce. E conosce lui. Quei lineamenti, quel viso. Quegli occhi. Le labbra si schiudono ancor di più, nuove lacrime sgorgano dagli occhi precipitando lungo le gote e poi verso il terreno. <Re--n> un sussurro roco, spezzato, flebile al punto che un soffio di vento avrebbe potuto coprirne totalmente l'origine. Suo fratello. Il gemello appena trovato e subito distanziato per via di quella missione che doveva compiere per sé. Il gemello che aveva lasciato e che non vedeva l'ora di ritrovare. Il gemello che voleva poter abbracciare con le sue mani. Il gemello che Asia stava per addentare. <Asia... va bene. Va tutto...> cerca di calmare la tigre ma la sua voce s'incrina e si spezza lasciandola incapace di concludere il pensiero. La tigre tuttavia ruota verso di lei il capo e fissandola arresta il suo ringhiare minaccioso, sedendosi al suo fianco. Le lecca la spalla destra, strofina il pelo sul suo braccio con dolcezza e cerca di darle sostegno. Kaori ne è grata, ne è riconoscente, ma in quel momento ogni cosa sembra semplicemente priva di significato. Raido se n'è andato. Non la vuole più con sé. Non lo rivedrà più. Ruota il capo verso Ren e cerca di respirare, cerca di tornare in sé senza però riuscirci. Sconvolta, devastata, riesce solo a fare piccoli gesti. <Sei... arrabbiato?> la domanda esce spontanea dalle sue labbra mentre, spaventata e timorosa, solleva su di lui lo sguardo, nei suoi occhi. La odia per essere sparita? La odia per essersene andata? Le avrebbe dato una possibilità per rimanere al suo fianco? O come Raido avrebbe giudicato troppo orribile il suo gesto per meritare un briciolo di perdono? Mentre l'osserva la ragazza nota, infine, il sudore sul viso, l'espressione affaticata, la maglia macchiata. <Ren. Sanguini...> mormorerebbe, allora, tirando su col naso, cercando di placare il pianto. [chakra: on]

22:13 Renold:
  [Prateria] E che non nutra alcun timore della tigre del bengala è palese, specie se questa si pone da schermo tra lui e la persona che più ama in questo mondo. Digrigna i denti. E sente anche il ringhio più grave della tigre, cosa che lo costringe a dirottare ancora su di lei la propria attenzione. <Non ho intenzione di far male alla mia sorella gemella…> la guarda intensamente, gli occhi che sembrano voler inviare saette. <… fatti-da-parte> scandisce lettera per lettera molto chiaramente, gli occhi che si riempiono in un moto di collera che sfugge, inevitabilmente. Sbuffa copiosamente, perché poi va sulla sorella. Se la guarda attentamente e l’espressione si scioglie quando la nota. La sente pronunciare il proprio nome e basta solamente questo per capire che qualcosa decisamente non va. Affretta il passo, che tuttavia è un po’ strascicato, in quanto fianco e costato fanno decisamente male. Digrigna i denti, ringhia e fessurizza gli occhi, ma azzera la distanza con Kaori. La osserva bene e il solo vederla così sconvolta, con gli occhi gonfi di pianto provoca un rapido giramento di stomaco e di testa. Tutte cose che, complice la febbre, hanno bisogno di un paio di secondi per essere controllate. Va a passare una mano sulla fronte imperlata di sudore, mentre si studia la sorella. <.. Che è successo, Kaori?> domanda per prima cosa, decisamente allarmato. E si, perché la seconda cosa, sarebbe quella di tentare di azzerare le distanze, allargando le braccia e tentando di abbracciarla. E sia che riuscisse, sia in caso contrario, le ferite dovrebbero ancora tornare a far male, stavolta in maniera più copiosa, cosa che lo costringerebbe comunque ad affondare gli incisivi sul labbro inferiore e ad una lieve irregolarità del respiro, come un piccolo sussulto, che potrà essere visto o udito. Sente dunque la frase della ragazza e andrebbe a staccarsi dal contatto. <… No, Kaori. Non sono arrabbiato> scandisce. Il tono è comunque sicuro, non sembra risentire della scarsa condizione fisica, all’apparenza, sebbene stia sudando copiosamente. <… Ero preoccupato. Non hai risposto alle mie lettere. A casa di mamma non c’eri. Ho temuto di averti perduto per sempre> spiega, basso, cercandone gli occhi. E poi arriva quell’ultima frase che suona come una sberla in faccia. <… Merda> scandisce, sbuffando e digrignando i denti. Il dolore c’è ed è sicuramente maggiore rispetto a quando le ferite erano fresche. <… Non è niente, non preoccuparti> scandisce, ostentando volutamente una certa noncuranza.

22:36 Kaori:
 Asia sembra capire le parole dell'altro, in qualche modo. Non vuole farle del male, pare. Eppure non lo conosce, non si fida del tutto. Non sembra voglia attaccare Kaori eppure ogni cosa può essere un pericolo adesso che la sua padroncina è in quelle pessime condizioni. La Hyuga rimane stordita e confusa per molti minuti prima di trovare la forza di alzare lo sguardo e riconoscere suo fratello. Ha pensato molto anche a lui durante la sua assenza. Ha pensato che avrebbe voluto poterlo incontrare dal vivo, per una volta. Solamente la sua copia lo aveva conosciuto e non lei direttamente. Voleva incontrarlo di persona, voleva poterlo abbracciare per davvero, col suo corpo, non solo col chakra. Voleva scusarsi per non avergli lasciato notizie, scusarsi per avergli fatto credere di averlo abbandonato ora che si erano ritrovati. Asia lascia che lui si avvicini alla ragazza, lascia che s'inginocchi dinnanzi a lei e la ragazza lo fissa persa, con lo sguardo distante e lontano. <Se n'è andato> replica semplicemente con un soffio di voce, riuscendo a pensare solamente a quel piccolo, enorme particolare. <Raido se n'è andato. Avanti.> ripete le parole dette dall'altro con le lacrime che le inondano il viso, le labbra che tremano. <Mi ha lasciata> gli argini si rompono e la paralisi termina. Kaori si scuote tutta, piange di un pianto disperato mentre lui va ad abbracciarla. Non si ribella, non si scosta, anzi; accoglie l'abbraccio di Ren con riconoscenza, con gratitudine, perdendosi in quel contatto che per un istante soltanto la fa sentire al sicuro. Le braccia di suo fratello sono forti, sono lunghe, l'avvolgono e sono straordinariamente calde. In un primo momento pensa che dipenda dal fatto che lei, al contrario, è fredda come un cadavere. Ma si rende conto ben presto che la pelle di lui brucia come se stesse andando a fuoco: non un buon segno. Singhiozza sul suo petto sentendolo irrigidirsi appena prima di dirle che non è arrabbiato. Lei ascolta, si scosta, lo guarda con il viso umido di lacrime e gli occhi scintillanti di gocce salate. Fa male. Fa tutto così dannatamente male. <Io... dovevo> singhiozza lei sentendo il fiato spezzarsi, la fatica in quel tentativo di parlare e spiegarsi. <Non... non volevo ab-abbandonarvi> continua mentre l'aria pare sfuggire dai suoi polmoni. <Dovevo.. guarire> sospira stanca ripetendo quelle parole per l'ennesima volta quest'oggi. Ma quando persino Ren non riesce ad ignorare il dolore al suo costato, la ragazza ritrova un briciolo di lucidità. Suo fratello sta male, è ferito e ha bisogno di lei. Deglutisce e respira a fondo portando le mani al viso per asciugarlo delle lacrime presenti. Strofina gli occhi, le gote, si scosta i capelli appiccicati alla pelle. Ha il volto umido, gli occhi gonfi e arrossati e il naso chiuso. E' tenera a guardarla, con il viso devastato dal pianto. Ma cerca di controllarsi, si fa forza ricorrendo ai frutti del duro lavoro svolto in quegli ultimi mesi di solitudine. <Non...> espira, cercando di isolare per un attimo il dolore e tornare lucida. <Non è vero> continua con voce un po' più sicura, ma tremante. <Sei ferito. Hai la febbre. Devi essere curato> gli dice tirando su col naso, deglutendo un grumo di saliva rimasto bloccato in gola. Le sue mani andrebbero a venir sollevate, il chakra verrebbe canalizzato in esse per essere poi analizzato attentamente da lei. Andrebbe a ricercare da quell'energia azzurrina dei filamenti di forza fisica districandoli dal delicato intreccio che li unisce a quella psichica. Andrebbe a richiamare verso i palmi la sola energia del corpo facendola defluire dagli tsubo ritrovandosi dunque a quel punto con le mani avvolte da un alone verdognolo noto ai più come chakra medico. <Togliti la maglia. Fammi vedere> gli dice Kaori ancora scossa, scombussolata, cercando di rendersi utile nonostante l'evidente stato di shock in cui versa. La calma fredda e innaturale portata dal terrore e dal dolore. Quella calma apparente, fragile abbastanza da poter essere mandata in frantumi da un tocco appena più deciso. [Richiamo chakra medico] [chakra: on]

22:51 Renold:
 E se Asia decide saggiamente di far la cuccia, lui la abbraccia e la cinge in quel contatto stretto ed intimo. Che fisicamente fa male. Maledettamente male. Ma che stringe ancora di più lungo tutta la sua durata. Sente Kaori parlare e poi scoppiare a piangere di nuovo. <.. Ehi, ehi, ehi.. è tutto a posto, shh..> va a tentare di tranquillizzarla, la voce che vuol farsi meno rotta possibile dall’emozione. Lascia trasparire una preoccupazione ed una premura che fanno comunque fatica a non essere soffocate e represse in mezzo a tutto quel marasma di emozioni. Eppure alza ancora le mani e va a carezzarle il volto e a stringerla a sé. <.. Ce la faremo, Kaori. Ce la faremo, intesi?> domanda pure staccandosi. Va quindi ad inclinare il capo, mentre la destra tenterebbe di andare a cingerle il mento e a guardarla dall’alto in basso prima e a tentare di toglierle i lacrimoni dal volto, poi. <… Sorellina: piano. Un passo alla volta. Con calma> tenta di instillare una sicurezza che è nei propri occhi perlacei, nella propria lucidità. <Ascoltami. Non ti lascio andare da mamma in questo stato. Lei sta bene, mi sono occupato di lei mentre non c’eri né tu, né la tua copia. A nome tuo, ovviamente, senza che sapesse che ero io> scandisce, annuendo. Il parlare è comunque lento e sicuro, senza che la voce sia rotta da un dolore che ora è lancinante. <… Stasera tu e…> guarda la tigre. <… la tua amica, presumo, verrete da me. Dormirete da me, intesi? Domani vedremo il da farsi> ed è anche questo una sicurezza, un imperativo mascherato, che tuttavia non lascia molta scelta. E poi arriva il momento della lucidità. Lei comanda di spogliarsi, ma può vedere chiaramente come Ren sia restio e prenda appena un passo di distanza. Le guarda le mani e l’ombra della paura si dipinge sul volto. Si ritrae come un lupo quando fiuta il pericolo e la paura la fa da padrone. Guarda la sorella. <…> non si avvicina, ma sembra pensarci attentamente. <… Ho paura dei medici> rimane a distanza e non esegue e la tensione continua a scorrergli nel corpo, così come la paura.

23:13 Kaori:
 Le braccia di Ren sono forti nonostante il dolore, nonostante la debolezza. La cingono con sicurezza, non la lasciano andare e la tengono stretta al suo petto andando a infonderle un po' di forza. Kaori se ne sente avvolta: non riceve un abbraccio, una carezza, un semplice contatto umano da mesi. Lui la coccola, cerca di calmarla, le parla con dolcezza nel tentativo di rasserenarla. Ed è come se lo facesse da sempre, come se non fosse la prima volta che si ritrova ad avere a che fare col corpo della gemella sconvolto dai singhiozzi e dal dolore. Come se lo facesse da tutta la vita. Kaori si sente toccata nel profondo da quella preoccupazione, da quell'affetto, e sente il vuoto tipico del post-pianto farsi pian piano spazio dentro di lei. Una calma triste, piatta, va scendendo in lei molto lentamente man mano che i minuti scorrono e che Ren si occupa di lei. Si distacca dall'abbraccio sollevando il suo viso, ripulendolo dalle lacrime, asciugandolo appena. Kaori lo guarda negli occhi attraverso il velo nebbioso del pianto e abbozza un lieve movimento del capo, un annuire tremante e poco fluido mentre tenta di tirar su col naso. La sua voce è calma, è ferma, cerca di prendere il controllo della situazione e Kaori è lieta che lui lo faccia perchè lei al momento non è in grado di controllare alcun ché. Sta precipitando. Il suo mondo ha perso di significato ora che le colonne portanti della sua vita se ne sono andate e l'unico motivo che le impedisce di crollare è Kouki. La sua bambina. La figlia che ha pianto l'assenza della sua mamma e della quale vuole ancora prendersi cura. Gliel'ha promesso. Ha bisogno di lei. Hitomu, Sakura, Mekura, Ren, loro tengono a Kaori, sono persone care alla ragazza, senza dubbio: ma nessuno di loro ritroverebbe il proprio mondo sottosopra per la sua assenza. Non ne sarebbero distrutti come la piccola Kouki. Troppo giovane, troppo inesperta, appena iniziata alla vita normale. Ren, forse, più degli altri, avrebbe potuto risentire della sua scomparsa, ma dopotutto non hanno ancora avuto modo di conoscersi davvero. Non avrebbe potuto ferirlo così a fondo... Ad ogni modo il ragazzo cerca di occuparsi di lei e quello che dice porta la giovane a sentirsi vagamente più sollevata. Non le mette fretta, non la riempie di domande, non è arrabbiato. E' paziente. E' preoccupato. Lui le vuole ancora bene nonostante tutto. <Mi... dispiace.> le prime parole che le vengono alle labbra, le prime parole che sente di dover dire. <Mi dispiace di averti lasciato così. Di averti lasciato ad occuparti di mamma...> richiude gli occhi stanca, sospira, sentendosi travolta dalla spossatezza che succede un grande pianto. <E grazie...> aggiunge, poco dopo, riaprendo gli occhi, puntando lo sguardo liquido su di lui, la voce bassa e malferma. <Non voglio rimanere sola questa notte> mormora ancora temendo semplicemente l'idea di chiudere gli occhi. Sa che vedrebbe Raido davanti a sé, sa che rivedrebbe il suo viso, i suoi occhi, la sua schiena che si allontana da lei. Non ce la fa. Non vuole pensarci e così si concentra sulle ferite del gemello. Tuttavia quando va richiamando il proprio chakra medico alle mani, l'altro sembra non gradire la cosa perchè, tremante, fa un passo indietro rimanendo a distanza da lei. Quello che dice la porta ad abbassare le mani lentamente come per mostrargli che non vuole fargli alcun male. Anche volendo non avrebbe potuto: quel chakra, al massimo gli avrebbe dato un piacevole senso di tepore e benessere. <Ren..> sussurra lei chiamandolo, guardandolo dritto negli occhi con la voce leggermente nasale dovuta al pianto. <...Credi che potrei mai farti del male?> gli domanda con voce morbida, lenta, cercando di mostrargli la sincerità dietro i suoi grandi occhioni liquidi. <La febbre ed il sudore successivi ad una ferita sanguinante non sono un buon segno. Potrebbe esserci un'infezione in corso e potrebbe essere pericoloso se raggiungesse gli organi.> cerca di spiegare lei con fare istruito e pratico mostrandogli i rischi che potrebbe correre se non accettasse il di lei aiuto. <Voglio aiutarti. Solo aiutarti> aggiunge, poco dopo, osservandolo negli occhi con fare incalzante e dimesso. [Chakra medico: on]

23:30 Renold:
 Rilascia dunque quel contatto, trovando una Kaori decisamente fragile, ma un po’ più calma nel complesso e meno in fase di shock. La guarda, l’affetto palese, il legame tra gemelli, quello che nessuno può capire, qualcosa di inscindibile, qualcosa di bellissimo, unico, quasi. Scuote la testa quando lei parla. <Lei è mia madre, dopotutto. Ed ha due figli, non solo una. Le manchi, a proposito. L’ho sorpresa un paio di volte a piangere mentre parlava da sola e farfugliava qualcosa facendo il tuo nome e..> abbassa lo sguardo, d’un tratto. <… quello di papà> completa. Ed è un vuoto che si dipinge dentro, nonostante tutto. Un vuoto che si sforza di essere represso e cancellato, per quanto possibile, almeno a livello momentaneo. <… Non sei sola. Hai me, hai mamma, hai.. Kouki> scandisce, annuendo, sicuro, mettendo l’accento sulla nipotina non ancora conosciuta. <.. Piangi, sfogati, alleniamoci, qualsiasi cosa. Ma la troverai la forza di reagire, te lo prometto> scandisce ancora. Un sorriso sicuro e limpido si dipinge sul volto. Un sorriso rotto però da un velo di malinconia, che si porta sempre appresso e che non riesce comunque mai ad essere spazzato via. Un turbamento perenne e fastidioso. E poi fa un passo all’indietro, la paura che gli si dipinge in volto. Un atteggiamento insolito ed inusuale per qualcuno di molto contenuto come lui. Sente il discorso di Kaori e solamente dopo va a farsi coraggio. Chiude gli occhi e sbuffa. Digrigna i denti, mentre va a tirare fuori con agilità il braccio sinistro dalla maglia. Altra storia è per quello destro, che impiega tempo e molto, molto, MOLTO dolore per essere estratto. Digrigna i denti in una smorfia di dolore appena accennata. Le ferite sono infiammate ed infette, vecchie, sicuramente, ma non ancora cicatrizzate, da taglio e più precisamente, ad un occhio esperto, da Kunai. Avanza verso di lei e siede. <… Facciamolo> scandisce, chiudendo gli occhi e preparandosi mentalmente ad affrontare quella paura quasi ingiustificata, quasi fobica. <… farà male?> domanda, quindi, serio, ora. I ricordi della missione sull’albero dei Senjuu esplodono nella mente, gli occhi si fanno comunque più vacui e spenti. Stringe i pugni in un nervosismo palese, che lo porta a sospirare, gonfiando il costato che, per tutta reazione, duole. <AH..> ringhia arrabbiato.

23:58 Kaori:
 Quello che Ren le racconta la porta a sentirsi colpevole per aver abbandonato la donna in quel modo. Sembra che sia comunque riuscita a tenere duro, dopotutto è una fiera e forte Hyuga della Foglia, tuttavia dopo il recente dolore per la perdita del marito, forse far perdere le tracce anche di sé non è stata una idea brillante. Chissà poi come deve aver preso la partenza di Raido e di Kouki... Deglutisce, stringe i denti. No. Non può pensarci per ora. Pensare alla famiglia che ha distrutto fa solamente male. <Vi... racconterò tutto. Vi presenterò come si deve e... vi racconterò tutto. Te lo prometto fratellino> mormora lei cercando di essere forte, di non lasciarsi andare al desiderio di vuoto e apatia che si sta facendo largo nel suo animo. Ren la sta aiutando, la sta salvando da un dolore che dovrà imparare a gestire daccapo e le dà abbastanza forza per non cadere nel baratro della solitudine e dell'arrendevolezza. Le dà dei motivi per andare avanti, dell'affetto sufficiente a farla sentire meno sola. <Non... so se lei mi vorrà ancora> ammette lei stringendo le labbra, abbassando appena lo sguardo. <Sono imperdonabile...> Non ne è convinta davvero. Lei crede di aver fatto la cosa giusta andandosene via, ma di averla fatta nel modo sbagliato. Se avesse lasciato un semplice messaggio forse tutto quello non sarebbe successo. Se solo non avesse lasciato che la credessero scomparsa sarebbe andato tutto diversamente. Ma non poteva correre il rischio che la cercassero, che la trovassero: non sarebbe servito a nulla il suo viaggio se fosse tornata a farsi circondare dall'affetto della gente che ama. Doveva fare quel viaggio da sola. Eppure a giudicare dalla reazione di Raido ha sbagliato. Ha compiuto qualcosa di atroce e terribile che non avrebbe mai potuto esser perdonato. E inizia a temere che forse abbia ragione. Ma per ora basta piangersi addosso. Preferisce concentrarsi su di lui e sulle ferite che bagnano di sangue i suoi abiti. Il chakra medico le avvolge le mani mentre il ragazzo cerca di farsi forza e affrontare la paura che ha dei medici. Kaori cerca di essere il più cauta possibile nel suo tentativo d'aiutarlo. Lo vede convincersi, spogliarsi, rimanendo a petto nudo dinnanzi a lei. Le ferite sono vecchie, decisamente infette e gonfie. <Mhn> Stringe le labbra mentre lascia che l'esperienza da medico la trasmuti in una Kaori completamente diversa di colpo. Diviene ora attenta, seria e concentrata mentre lui si siede dinnanzi a sé con le ferite in bella mostra. <Eh sì, si sono infettate> mormora dopo aver analizzato i bordi frastagliati e gonfi delle ferite, il rossore che si spande attorno ad esse, il sangue che ne scaturisce brillante. Sente la sua domanda e cerca il modo migliore d'esser sincera senza spaventarlo. <Potrebbe. Dipende da quanto è estesa l'infezione> ammette umettandosi le labbra. <Ma sarà solo una specie di pressione che sentirai nel corpo. Durerà solo pochi istanti, giusto il tempo di far ritrarre i batteri. Dopodiché sentirai solamente un calore piacevole> gli spiega man mano i vari passaggi che avrebbe provato sulla sua pelle prima di avvicinare le mani al suo petto senza però toccarlo. Una manciata di centimetri di distanza, il chakra medico che verrebbe ora fatto fluire dalle mani di lei fino alla prima ferita, penetrandola. Un flusso di energia verde e tiepida andrebbe ad infiltrarsi lungo canali e vasi sanguigni iniziando a rigenerare e guarire la zona offesa del ragazzo. Una sensazione strana, fastidiosa, ma non propriamente dolorosa che sembra pungere sotto pelle, pizzicare i muscoli presenti. <Tieni gli occhi chiusi finché non diventerà piacevole. Allora potrai vedere che non c'è nulla di cui aver paura> gli sussurra, poco dopo, tentando di fargli forza. <Ti fidi di me?> gli sussurrerebbe, allora, poco dopo, con voce ferma, più sicura. <Perchè sarò pronta a guarire ogni tua ferita ogni volta che ne avrai bisogno. Farò sempre il possibile per alleviare il tuo dolore, fratellino...> [Mani terapeutiche B: + 7 PS] [chakra: 90/100]

00:16 Renold:
 <Quando sarai pronta> scandisce per tutta risposta al suo primo dire, annuendo pure, sicuro. E’ un tono che, nonostante sia fermo,diretto e autorevole, non pecca di affetto, che c’è sempre, permane, in qualche modo. Resta ad ascoltarla ancora una volta pazientemente, la vede buttarsi giù e scuote leggermente la testa. <Lei ha bisogno di te. Vuoi forse abbandonarla due volte?> domanda quindi, il tono che si fa leggermente più duro, gli occhi perlacei che si condiscono di un’autorevolezza e di un rimprovero che diventano volutamente palesi. E’ il mutuo tentativo di stimolare una reazione a livello psicologico. E poi quel chakra medico che spaventa lo conduce ad affidarsi a lei. <… Sai, ora padroneggio il Byakugan in maniera totale. E.. ho imparato a padroneggiare perfettamente il vento e il fuoco. Sto delicatamente migliorando, sorellina, ma…> scandisce, abbassando lo sguardo. E’ un rospo in gola che avanza e che di rimando lo costringe a digrignare i denti, nervoso. <… Non è stato sufficiente. L’altro giorno eravamo di servizio io e Namika all’albero Senjuu per supervisionare la festa. Ne sono successe di tutti i colori, ultimamente alla foglia. Col Byakugan sono riuscito a notare due tizi pieni di carte bomba. C’erano nobili, ninja ed esponenti di vari clan in ogni dove. Uno dei ninja aveva almeno cento carte bomba addosso. Così.. ho pensato che la cosa più giusta fosse eliminarlo, ma…> sbuffa copiosamente, ponendo l’occhio a terra. <… beh, si è quasi fatto esplodere. Gli ho dovuto tagliare la gola. Ho..> respira a pieni polmoni, digrignando i denti per il dolore. <… dovuto ucciderlo. E… ho avuto fortuna. Stava per far esplodere tutto, nonosante gli avessi tagliato la gola. Ho.. solo avuto fortuna> scandisce, in tono colpevole. Un tono mai visto sulla sua bocca. <… La missione è riuscita, eppure io mi sento uno sconfitto. Non è stato merito mio e di Namika. E’.. stata solo fortuna> scandisce, colpevole. Ma poi lei va a rassicurarlo in merito alle ferite e l’attenzione viene presa in altre cose. Si volta solo quando lei pone la domanda finale. Se la guarda per l’ultima volta. <… Ciecamente> scandisce solamente, guardandola di rimando. Ed è per questo che va a chiudere gli occhi. Sente il chakra medico entrare nelle ferite. Digrigna i denti perché il dolore provato, il bruciore, è proporzionale all’infezione, vale a dire tanto. Digrigna i denti per tutta risposta, la paura si fa strada e l’istinto di fuggire con lei, ma viene tutto contrastato, le mani affondano nelle unghie, chiudendosi a pugno e i pugni stessi vanno a cozzare con forza sulla terra coperta dall’erba, il respiro irregolare. <.. continua> scandisce a fatica.

00:38 Kaori:
 <No, certo che no!> la reazione è istantanea e istintiva. Kaori scatta con la voce nel cercare di rispondere immediatamente alle parole del fratello. <Non ho mai voluto abbandonarla, lo giuro!> esclama subito, quasi impanicata, con urgenza. <Non voglio altro che stringerla forte, devi credermi fratellino...> sospira alla fine con sincerità, umettandosi le labbra mentre la notte avanza ed Asia continua a seguire la scena da brava guardiana. <E' solo che non voglio neppure imporle la mia presenza se non dovesse volermi più. Preferirei soffrire la sua mancanza e proteggerla da lontano che farla star male> rivela lei non senza una certa fatica. Non può immaginare la sua vita senza Kouki, senza la sua bambina. Non più. Non dopo tutta la fatica fatta per accettare i sentimenti che prova per lei! Ren, comunque, decide di distrarla. L'aggiorna su quanto si è persa in questa sua assenza e le racconta dei suoi progressi, del suo percorso. Kaori ascolta in silenzio, si lascia guidare e trascinare da lui evitando di pensare a quella terribile giornata. L'ascolta incuriosita, interessata, attenta e quando avverte la tensione nella sua voce si fa più seria. Può comprendere i suoi sentimenti, quel che ha provato. Capisce cosa intenda dire e ringrazia i Kami per aver protetto il suo fratellino mentre lei non c'era. <A volte succede, Ren. A volte durante le missioni arriviamo così vicini dal mandare tutto all'aria che quando capita che invece va tutto bene non ne sentiamo il merito> spiega lei ricordando quando alcune missioni le abbiano procurato lo stesso senso di inadeguatezza o sconfitta. <E' la paura. La paura di aver visto la morte vicino, di aver visto la possibilità di ferire molte persone per un errore che ci pesa sulla coscienza.> spiega la ragazza guardandolo dritto negli occhi. <Ma non è un male, Ren. Sei vivo. Sono tutti vivi. E la prossima volta non si ripeterà la stessa situazione. La prossima volta saprai come agire per evitare che questo accada. E' così che s'impara e si migliora. Dagli errori e dai quasi errori> cerca di rassicurarlo e confortarlo lei abbozzando un sorriso stanco ma colmo di affetto. <Andremo in missione insieme, un giorno. E mi mostrerai i tuoi progressi. Va bene?> gli chiede, allora, con dolcezza, prima di prepararsi a passare alla parte difficile della conversazione. Apprezza il fatto che Ren si fidi abbastanza di lei da affrontare la sua paura e cerca di essere meritevole della sua fiducia andando ad impegnarsi al meglio in quella pratica. La cura è inizialmente spiacevole, fastidiosa e bruciante. Tuttavia è un dolore che dura solamente una manciata di secondi: man mano che il chakra medico continuerebbe a fluire all'interno della ferita, infatti, essa andrebbe rapidamente a migliorare. Il sangue andrebbe a rigenerarsi e ripulirsi, le tossine verrebbero eliminate e l'infezione debellata da quel primo taglio. La carne andrebbe a rigenerarsi, la ferita a richiudersi e così quel primo taglio non diverrebbe altro che un piccolo segno traslucido e rosato di pelle nuovissima e intatta. <Cosa senti, ora?> tenterebbe di dirgli speranzosa. In teoria avrebbe dovuto sentire una sensazione di sollievo adesso che una delle due ferite era stata guarita e rimarginata. Un senso di tepore e leggerezza che andava ad alleviare in parte il dolore della ferita sottostante. [Mani terapeutiche B: + 7 PS] [PS Ren: 72 + 14 = 86] [chakra: 89.5/100]

00:51 Renold:
 La reazione che tanto sperava da Kaori, alla fine, arriva. Una reazione gli fa slargare gli angoli delle labbra verso l’alto in un sorriso. <Oh, io ti credo, sorellina> scandisce, annuendo e scambiando con lei un cenno d’intesa. <… Ma devi dirlo a lei> precisa ancora una volta, guardandola dritta negli occhi, tanto che va ad avvicinarsi al suo volto. <… riprenditi-ciò-che-è-tuo> scandisce solamente tra i denti. Eppure non c’è rabbia. Sillaba tutto, ma è un sillabare sicuro e privo di ogni nervosismo. E poi è il suo turno di oscurarsi. Affonda gli incisivi nel labbro inferiore per tutta risposta, sentendo quelle risposte che fanno decisamente molto molto male. <… Gli ho tagliato la gola usando le armi di vuoto, ma.. stava per dare il comando perché le carte bomba esplodessero> scandisce ancora una volta, basso e cupo, senza guardarla. <… il sangue gli zampillava dalla gola eppure era determinato a far esplodere tutto. Stava per dare il comando per far esplodere le carte bomba> scandisce ancora una volta. C’è una vaga sofferenza nel parlare. <… Mi sono buttato su di lui. Avevo… deciso di sacrificarmi per tentare di salvare anche solo una vita. Sarei morto volentieri per salvare anche solo una di quelle vite> scandisce. E nel frattempo la cura va molto meglio, perché la sensazione di fastidio muta in una di calore che fa distendere il ragazzo. <..ah.. molto meglio. E’… calore, come se il mio corpo si stesse rigenerando> scandisce, annuendo. <... Sarai l'unico ninja medico a mettere le mani sul mio corpo> scandisce, dunque, sicuro

01:05 Kaori:
 <Sì...> sospira Kaori annuendo, stancamente. <Lo so> abbozza un sorriso mesto, tirato, quando Ren le dice che quelle parole dovrà ripeterle a Kouki. E vuole farlo, lo farà di certo. Teme solo che l'altra possa non desiderarle, possa pensare che sia troppo tardi per lei per tornare nella sua vita. Quando lui la incoraggia a riprendersi ciò che le appartiene Kaori si ritrova a deglutire pesantemente abbassando lo sguardo. Per quello non può fare più nulla, ormai. Raido è perduto per sempre... non vuole più saperne di lei, non ha intenzione di tornare indietro, di avvicinarsi a lei. Non c'è modo che possa riprenderlo. La sconfitta più grande della sua vita. Ren racconta a Kaori quello che ha dovuto fare per salvare la missione e Kaori rabbrividisce quando sente che avrebbe potuto perdere il gemello in quella missione. D'istinto tenterebbe di andare a prendere il suo viso fra le mani per puntare lo sguardo fisso nel suo. Perle nelle perle, quelle iridi identiche a specchiarsi le une nelle altre. <Non pensare di aver perso. Tu sei un eroe, Ren> gli dice seria guardandolo negli occhi. <Saresti morto per loro, anche solo per una vita soltanto risparmiata. Avresti donato la tua vita a degli estranei quando molti ninja più esperti non avrebbero mai pensato di farlo. Sei un vero shinobi, Ren. Sei proprio come papà> gli dice con un sorriso malinconico e sicuro, prima di lasciare il suo viso e sospirare. <La prima morte è quella che ci porteremo per sempre addosso. Il primo sangue versato macchierà sempre le nostre mani.> deglutisce lei pesantemente. <Hai ucciso una minaccia che avrebbe compiuto una strage. Hai fatto quello che dovevi per quanto orribile e nauseante. Io ho ucciso un uomo praticamente inerme per puro desiderio di farlo. Per vendetta. E farò in modo che mai ti macchierai di questo tipo di sangue in tutta la tua vita> gli dice ricordando il giorno in cui ha freddato Cappuccio Rosso in quella caverna. Il sangue che le aveva imbrattato le mani, i vestiti, il suolo. E il vecchio inerme, sbrindellato, che giaceva come un involucro vuoto nel suo bizzarro macchinario. Scaccia via quel pensiero andando a completare le cure per il gemello. Si sente meglio apparentemente e la cosa fa sorridere Kaori di sollievo. <Te l'avevo promesso che sarebbe andata così, no?> direbbe cercando di confortarlo. <Mi prenderò io cura di te, Ren. Che si tratti di un graffio o un osso rotto, o anche solo un po' di tristezza. Lascia a me il tuo dolore...> gli dice con dolcezza, cercando di tornare al suo posto al fianco del fratello. Richiusa la prima ferita Kaori andrebbe a scostare di poco le mani di modo tale da andare a sovrapporle al di sopra del secondo taglio. Lascerebbe fluire il chakra medico esattamente come fatto in precedenza così da filtrare attraverso il taglio. L'energia benefica andrebbe ad insidiarsi nel corpo altrui e andrebbe ad arrestare al suo passaggio ogni genere di batterio presente. Arresterebbe l'avanzare ed il progredire dell'infezione rigenerando sangue e tessuti sani così da abbassare al contempo, poco a poco, anche la temperatura del corpo di Ren. Un processo che finalmente dovrebbe iniziare a offrire un reale sollievo al giovane che, di lì a poco, sarebbe stato nuovamente in forma. [Mani terapeutiche B: + 7 PS] [PS Ren: 86 + 7 = 93] [chakra: 89/100]

01:21 Renold:
 La vede annuire e liquida il discorso con un semplice sorriso, soddisfatto della reazione avuta da Kaori, di quel sorrisetto che, seppur malinconico, è già qualcosa. E poi si vede prendere il viso nelle mani e la lascia fare. Se la guarda, occhi negli occhi e quelle parole colpiscono nello stomaco come un pugno. Rimane lì, a bocca aperta, gli occhi sbarrati che guardano quelli della gemella. <… come papà…> ripete dopo di lei, andando ad abbandonarsi per qualche istante al pensiero di papà Naru, un papà Naru dipinto solamente nella mente, di cui altro non conosce se non dalle testimonianze di Kaori. <… Eppure io sento di aver fatto solo quello che dovevo fare. Era… mio dovere, noi dovevamo evitare casini. Non… dirlo a Namika. Lei non lo sa ed.. è la mia ragazza, quindi… acqua in bocca> scandisce, quindi ancora una volta, degludendo. <… Kaori…> la chiama, dunque, ancora una volta. <… somiglio a papà così tanto?> domanda, curioso, finendo quella frase. Mera curiosità. Una curiosità di chi il padre non l’ha mai conosciuto e non ne avrà mai nemmeno il ricordo. Ma la sente andare avanti e scuote la testa sentendone parlare. <… Se dovesse servire a salvarti, ucciderò fino all’ultimo uomo che sarà necessario uccidere. Se sarò costretto a proteggerti, ucciderò fino all’ultimo uomo senza avere pietà alcuna> scandisce, sicuro. E’ imperativo ora nel parlare, non lascia spazio a repliche, l’orgoglio di un vero Hyuga. E poi il chakra medico fa il suo effetto. Una “A” di puro dolore gli si dipinge sul volto. Una smorfia che non trova suono, composto, sebbene il dolore all’inizio sia lancinante. <… Hai già il tuo dolore, sorellina. Ed è più che abbastanza. Non sei sola, Kaori. Posso conoscere meno cose rispetto a te, ma combatterò sempre al tuo fianco, non dietro di te, sappi solo questo> la guarda, nonostante il dolore. <… Io sono uno Hyuga> scandisce con fierezza. <… Io sono tuo fratello> completa. C’è orgoglio e sicurezza. Un Ren più maturo dopo stasera. Starà lì fino a che Kaori non deciderà di curarlo, poi lui, Asia e la Hyuga andranno a casa di Ren per la notte. <exit>

01:31 Kaori:
 Un sorriso intenerito si dipinge sulle labbra di Kaori. Non sapeva che Ren avesse una ragazza ma è felice di sapere che almeno lui non sia rimasto solo. <Sarà il nostro segreto> gli garantisce annuendo, piano, ritrovandosi poi a sentire quella domanda che la fa tacere per qualche istante. L'osserva muta, pensosa, prima di espirare ed annuire col capo, la brezza della notte a scompigliarle la folta chioma. <Sì... O almeno... io lo rivedo tanto in te. Nel tuo viso o nel modo in cui fai quello che è giusto senza ripensamenti. Sai cosa va fatto e lo fai senza paura.> rivela lei con tono dolce, serio, osservandolo con affetto. <I miei eroi> mormorerebbe delicatamente prima di sentire il resto del discorso di Ren. Si sente toccata nel profondo da quelle parole, rassicurata dal suo affetto. Ren non la stava lasciando. Non le volta le spalle. Lui resta. E questo potrebbe salvarla o offrirle l'aiuto di cui ha bisogno per imparare a vivere nuovamente una vita senza Raido. <Allora sono felice di cavarmela nell'autodifesa. Non voglio che le tue mani si macchino di più sangue di quanto meritino> dice lei altrettanto decisa, ma riconoscente dell'affetto dimostrato da lui. <Lo so... ci guarderemo le spalle a vicenda. Ci proteggeremo a vicenda. Insieme possiamo fare qualunque cosa, mh?> ci prova. Ci prova ad essere speranzosa, forte e propositiva. Al momento tutto le sembra nero e senza vie d'uscita, ma forse affidarsi a Ren l'avrebbe portata a risalire da quel baratro nel quale è caduta solo poche ore prima. Una volta fermata l'infezione tutto ciò che resta da fare al chakra medico è ripristinare la quantità di sangue perduto e i tessuti tagliati e feriti. Essi andrebbero a venir rigenerati e riprodotti ad estrema velocità andando quindi a richiudere la ferita poco per volta, gradualmente, fino a non lasciare altro che un piccolo segno traslucido sulla pelle nivea dello Hyuga. La cura è ultimata e Kaori può ritrarre le mani dal suo corpo e bloccare l'afflusso di chakra medico ai palmi. Sorride appena guardandolo, stanca. <Finito. Tutto a posto> gli direbbe mentre Asia andrebbe a sbadigliare vistosamente accanto a loro. <Sembra che anche lei sia esausta> noterebbe lei con una risatina leggera, frizzante, tornando a guardare Ren. <La febbre ci metterà un po' a passare del tutto, il tuo corpo era affaticato dall'infezione. Hai bisogno di riposo> gli comunica lei rialzandosi ora in piedi, le gambe molli, incerte, per via della posizione accucciata tenuta praticamente tutto il giorno. <Ma ti rimetterai perfettamente domani> garantisce lei sospirando, stanca, prima di seguire i passi del fratello fin verso la sua abitazione. [Mani terapeutiche B: + 7 PS] [PS Ren: 93 + 7 = 100] [chakra: 88.5/100] [END]

Kaori e Ren si rincontrano dopo la lunga assenza di Kaori.
Il fratello cerca di sostenere e confortare la sorella palesemente in shock dopo la rottura con Raido e si ritrova ad aiutarla a risvegliarsi dal suo senso di torpore quando lei s'avvede delle sue ferite.

La ragazza allora, dopo esser stata confortata e aiutata dal fratello, va a curare il suo male grazie all'ausilio dei suoi jutsu medici.


Uppata salute a Ren al 100% ~