Amiche

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11:10 Hanako Yui:
  [Scale -> Monte] E anche oggi ha deciso di andare a fare una passeggiata per quel monte - il quale ha scolpiti nella pietra i volti dei vari Hokage passati. Li osserva, ormai arrivata agli ultimi gradini di quella lunga ed enorme scalinata posizionata a ridosso della montagna. Il cuore le si stringe un po' nel sapere che tutta quella gente è morta in battaglia, e con onore. Scuote la testa, sospirando pesantemente, non le sembra la giusta giornata per fare pensieri tanto brutti. Con un sole come quello dovrebbe cercare di pensare un po' più in positivo; la mancina risale lungo il collo, in una piccola e lieve carezza, e con una mano va ad agguantare la ciocca nera finita davanti gli occhi, spostandola con la sua solita e tipica calma, come se niente potesse scalfire quel perenne sorriso che tiene giornalmente. Apre leggermente la bocca, uscendo la lingua per poi umettare leggermente il labbro inferiore. <...che caldo...> Porta la mano destra davanti agli occhi, come per ripararsi dal sole che batte sul suo viso dalla pelle diafana. Sempre a lamentarsi della stagione estiva, è ovvio che preferisca stagioni come l'inverno o l'autunno. I capelli sono legati in una coda alta, ad eccezione di qualche ciocca scura che sfugge all'acconciatura. Il viso è contratto in una smorfia: la fronte aggrottata, le labbra arricciate, leggermente ritirate verso l'interno, il viso dai tratti delicati e angelici è perennemente contratto. Gli occhi azzurri sono totalmente infastiditi da tutta quella luce, infatti non riesce ad aprirli del tutto. Fa così caldo che quel giorno si è vestita in maniera parecchio scollata, così da ovviare al problema. Porta un top verde acqua dalla scollatura a U, la scollatura non è vertiginosa, però è un capo parecchio attilato che delinea le formosità della ragazza. I glutei sodi e parte delle cosce sono fasciati da un paio di pantaloncini neri, con dei richiami in pizzo che li rendono particolarmente carini. Ai piedi un paio di tipici sandali neri, nessun tipo di scarpa particolarmente complessa o dettagliata. I polsi sono colmi di braccialetti colorati, alcuni tintinnano a causa di alcuni campanellini attaccati ad essi. Non sa bene cosa farà quel giorno - e questa non è una novità, però per ora farà una semplice passeggiata per il luogo così da rilassarsi un po' visto che quella mattina a causa di tutta quell'afa si è alzata davvero presto. Per fortuna nel posto regna una certa pace.

11:14 Hikari:
 Splende il sole sul villaggio della Foglia, sicuramente un ottimo inizio di giornata. Sembra così tranquillo qui, pensa Hikari, in confronto a Kusa. Non sa spiegarselo ma nell’aria avverte una specie di tranquillità innata del posto, e questo la potrebbe metterla a suo agio, se non fosse che questi luoghi hanno per lei un significato piuttosto lontano dal termine “tranquillo”. L’ultima volta che ha percorso le strade di Konoha era vittima di ansie, sensi di colpa, tormenti, camminava nervosamente su e giù per il villaggio, andando e tornando dall’ospedale in attesa che l’unica persona che poteva darle in qualche modo quella famosa calma guarisse e tornasse assieme a lei a casa, a Kusa. E’ una fantasia che aleggia costantemente nella mente della giovane Yoton da ormai un paio di mesi, se non di più. Non l’ha vista ancora realizzata purtroppo, neanche lontanamente, ed è proprio questo il motivo del suo ritorno qui, nel luogo in cui ha visto per l’ultima volta il suo amato prima che scomparisse nel nulla senza lasciare traccia. Le ipotesi sono infinite e si sono affollate nella testa di lei, rapide e scattanti come cavallette. Sarà vivo? Starà bene? La odia? Perché sì, potrebbe essere dato quello che è accaduto nel loro scontro durante il torneo dei villaggi. Eppure, le ha detto che andava tutto bene, che non le voleva male. Durante la propria passeggiata verso uno dei luoghi più noti del villaggio della Foglia, Hikari rabbrividisce al ricordo di ciò che ha combinato: le ferite riportate da Shitsui alle gambe sono state in gran parte le protagoniste dei suoi incubi. E’ stata lei a provocarle, e non potrà perdonarselo. Il fuoco, il suo amato fuoco, ha rovinato la persona che ama. E’ quindi in preda a questa marea di pensieri che la genin kusana sta dirigendosi sul Monte dei Volti di Pietra, un posto che può considerarsi forse “sacro” per gli abitanti del villaggio. Non c’è che dire, uno spettacolo a dir poco eccezionale, sia i volti dei Kage, che la vista su Konoha. Chissà se molta gente si reca là, alla fine è un posto tranquillo, almeno sembra, ottimo per riflettere. Con le mani sui fianchi, la Yoton è rivolta verso il villaggio, lasciando che un debole vento le accarezzi la pelle e le passi tra i capelli: una delle cose che più preferisce. Indossa un paio di shorts a vita alta e larghi sulle cosce, color beige, mentre una canotta bianca le fascia il busto; ai piedi delle semplicissime scarpe bianche. I capelli sono stretti in una coda di cavallo che raggiunge l’altezza delle scapole. Il copri-fronte riportante il simbolo del proprio villaggio, Kusa, è lasciato largo attorno al collo. Solitamente lo stringe in fronte, però maggiormente durante le missioni o quando è in tenuta da “combattimento”. Ha con sé solamente 3 kunai, come al solito, legati tramite l’apposito contenitore alla leva inferiore sinistra. Un tintinnio non troppo lontano raggiunge le orecchie della genin, che nota frasi sempre più vicino. Incontrerà qualcuno? [Portakunai: 3xkunai]

11:35 Hanako Yui:
  [Monte] Sospira, tutto quel caldo non è esattamente una buona idea per una pelle chiara come quella della fanciulla, che al contatto con temperature tanto alte, il rischio di scottare la propria epidermide è davvero alto. Ma per ora, può semplicemente passarci su, con una vista grandiosa come quella, di certo scottarsi è l'ultimo dei suoi problemi, quasi nemmeno ci pensa. Le braccia sono trattenute dietro la schiena, le mani unite e le dita incrociate fra di loro. Inizia a canticchiare un motivetto davvero allegro; dannatamente rilassante, specie in un posto simile. Sbatte un paio di volte le lunghe ciglia, è indecisa sul da farsi: sedersi sulla calda pietra per ammirare dall'alto quella splendida vista oppure continuare a passeggiare magari in cerca di un luogo che la ripari da quel sole? Improvvisamente si illumina, una lampadina nella sua mente si accende. Se ben ricorda, nelle vicinanze c'è una quercia davvero grande, che sicuramente la proteggerà e allo stesso tempo potrà ammirare il tutto. Sulle spalle è appesa una sacca nera che contiene un album da disegno e una matita vecchia e consumata dal tempo - un oggetto a cui tiene in maniera particolare, nonostante possa presentarsi in maniera banale. Nonostante l'apparenza, non è esattamente rilassata, la mente è completamente offuscata da una miriade di pensieri, l'ansia sale di pari passo, quasi confondendola. Le mani si stringono in una morsa, arrossandole leggermente. Stringe i denti e il labbro superiore trema, ha bisogno di rilassarsi, deve assolutamente rilassarsi! Sta cercando con tutta se stessa di scacciare via tutti quei pensieri brutti quanto pessimisti, che non fanno per lei, che è una persona tanto gentile e comprensiva con tutti. Forse la verità è che sono tutti un po' bravi a portare una maschera, e Hanako questo lo sa bene, centinaia di persone che pur di apparire agli occhi degli altri, si scordano di loro stessi. Scuote ripetutamente la testa, rendendo l'acconciatura ancora più disordinata di quello che era prima. Per un attimo si ferma, si accorge che non è sola visto che nelle vicinanze può tranquillamente sentire un rumore di passi. Che sia Akaya o Fumiko? Sbatte gli occhi leggermente lucidi quanto inizia a guardarsi intorno, come in attesa che qualcuno sbuchi dal nulla. Ed ecco che improvvisamente nota qualcuno, una figura dai capelli lunghi e scuri si sta avvicinando nella sua direzione. E' palesemente una donna, ma non è per niente familiare, anzi, non l'ha mai vista. Inclina la testa, quasi interrogativa mentre si blocca, aspettando che l'altra arrivi di fronte a lei.

11:59 Hikari:
 Ferma a contemplare la vista che le si stende dinanzi, decide di trovare un posto un po’ più riparato. Siamo nelle ore centrali del giorno, le peggiori per star fuori in questo periodo. Il sole le ha scaldato a puntino il capo, che scotta sotto il tocco quasi timoroso della propria mano. Si volta dunque, alla ricerca di un loco per evitare quei forti raggi. Compie qualche passo prima di notare una figura a qualche metro da sé. E’ illuminata dalla luce solare, tanto quasi da rifletterla a causa di quella carnagione chiara. Non riconosce nessuno in lei, e come cosa è più che probabile, trovandosi in un luogo straniero. La guarda per qualche istante, convinta del fatto che la cosa sia reciproca e che l’altra attenda una qualche mossa da parte propria. Beh, a questo punto, perché no? Si avvicina dunque ulteriormente, portando una mano a riparare gli occhi dal sole, fino a raggiungere una distanza breve dalla ragazza. < Ciao. > esordirebbe, sfoderando un sorriso di circostanza, il solito sorriso di chi non sa chi ha davanti. < Quassù c’è un qualcosa per ripararsi? Un albero, un gazebo… qualcosa. > e sorriderebbe ulteriormente, sentendosi quasi sciocca a chiedere un’informazione simile. L’altra potrebbe pensare semplicemente: ma perché non si guarda attorno? Il fatto è che questa giovane sconosciuta sembrava piuttosto curiosa della figura di Hikari, tanto che le è stato spontaneo andare a parlarle. Non sarebbe male avere qualche conoscenza a Konoha, giusto? E chissà, magari ha qualche informazione su ciò che le interessa, quindi meglio approfondire la conversazione. Osserva la ragazza, ora che sono più vicine, notando i braccialetti che porta al polso. Era lei il tintinnio. Sembrerebbe essere più giovane di lei, ma non esageratamente. Diciassette o diciotto anni, forse. Non porta un coprifronte né armi, almeno all’apparenza.

12:11 Hanako Yui:
  [Monte] Inclina il capo verso sinistra, incuriosita dalla figura che si sta dirigendo verso di lei. Ecco, ci aveva esattamente azzeccato, si tratta di una donna, neanche tanto alta, per fortuna - ormai conosce solo persone molto alte rispetto a lei, in pratica. Ha dei lunghi capelli lisci e scuri, gli occhi invece sono castani. Ha una bella corporatura, e anche un bel viso. Sorride teneramente e abbassa il capo in un leggero inchino. <S-salve...> Ricambia il saluto in modo timido, le guance sono completamente arrossate a causa dell'imbarazzo. Gli occhi chiari la scrutano per bene e può affermare in maniera ufficiale che la ragazza non abita a Konoha, visto che porta intorno al collo il copri-fronte di Kusa. <O-oh non sei di Konoha...una visitatrice?> Afferma arricciando le labbra. Anche lei è qui per visitare la Golden Week o soltanto per vedere Konoha? Porta una mano sul capo bollente, ridacchiando per qualche secondo. <Un posto d-dove ripararti?> Anche lei stava cercando un posto simile, con la differenza che lo ha già trovato. Alza la mancina e con l'indice va ad indicare la quercia secolare, sicuramente un ottimo posto per ripararsi dalla luce solare. <Ecco, lì c'è un albero, lì potrai stare al fresco. Anche io stavo giusto andando lì per ripararmi da questo sole, non ho molta voglia di scottarmi... ad essere sincera...> Volge lo sguardo verso il pavimento ed inizia ad incamminarsi verso l'albero in questione, aspettando che l'altra la segui a ruota. <Anche tu per la Golden Week?> Una domanda che sorge in modo spontaneo visto che Konoha per ora è un semplice fracasso con tutta quelle gente e tutti quei visitatori, troppa gente non fa per lei, proprio no.

12:33 Hikari:
 La figura minuta appena incontrata è chiaramente in imbarazzo da quell’incontro. Strano, eppure sembrava avere intenzione di dialogare, o almeno è ciò che è parso alla genin. Non sembra minacciosa, ma gentile e anche tranquilla. Quel balbettio le dà un’aria piuttosto tenera e indifesa. Konoha è proprio diversa da Kusa anche in questo: le persone che si incontrano. Finora nel villaggio dell’Erba non ha mai incontrato qualcuno che avesse attorno a sé un’aria tranquilla e, azzarderebbe, pura. E’ anche vero che non conosce la ragazza che ha davanti, ma questa è la prima impressione che ha avuto su di lei. < Sì, sono di Kusa. > annuisce, portando entrambe le mani sui fianchi. < Un po’ lontano da qui. > una breve risata riecheggia nell’aria calda che le circonda. L’altra risponde poi alla domanda, allungando il dito indice verso un albero piuttosto imponente non troppo lontano da loro. Già, Hikari avrebbe proprio potuto guardarsi un po’ attorno invece di disturbare una povera ragazza, magari lì per fatti suoi. < Oh… non lo avevo visto. > un’aria un po’ svampita le vela il viso. Chissà come mai riesce sempre a fare la figura della sciocca con tutti. Osservando quella grande quercia, le torna in mente il ciliegio posto al centro del Bosco dei Ciliegi, vicino Kusa, e con esso anche chi al di sotto di esso ha espresso il proprio dolore, gridando. Altri ricordi fanno capolino nella mente della giovane, ricordi di dolore non per lei, ma bensì per un’altra persona. < Oh, bene. > dice, cercando di far tornare in secondo piano quelle immagini. Segue la ragazza a circa mezzo metro di distanza, in attesa di raggiungere finalmente la tanto agognata ombra. Un volta al di sotto delle fronde dell’albero, un sospiro abbandona le labbra della genin, che chiude gli occhi e cerca di assaporare quel momento di temporanea tranquillità. < Golden Week? > domanda, volgendo subito il capo verso di lei. Non ne ha mai sentito parlare, che sia un evento o qualcosa di simile? < Cosa sarebbe? > le piacerebbe avere una qualche informazione in più prima di aggiungere: < Sono qui per cercare una persona. > molto vaga come delucidazione, ma che potrebbe diventare più dettagliata nel procedere della conversazione.

12:54 Hanako Yui:
  [Monte] Sbatte le lunghe ciglia un paio di volte, non può fare a meno di fissarla visto che è proprio una bella ragazza, anche se, fissarla la porta solo in un imbarazzo ancora più grande. <Non sono mai stata a Kusa...> Rivela, però in passato ha abitato a Kiri per circa una decina di anni, da sola e senza genitori per giunta - morti a causa di una grave malattia, la tubercolosi. <Si, effettivamente è un po' l-lontano da qui...> Alza lo sguardo al cielo completamente azzurro e sereno. <H-hai fatto tanta strada per venire qui?> Chiede in maniera impacciata, forse si sta facendo un po' troppo i fatti altrui, una cosa sbagliata. Porta la mano davanti al viso, nascondendo il rossore. <S-scusami...> Non vuole sembrare sgarbata o altro nei confronti dell'altra. <Sono timida... e forse ti sto facendo troppe domande...> Perché mai si sta scusando per qualcosa che fa parte del suo carattere? Forse perché magari, di solito le persone timide risultano fredde anche se non è così? Inizia ad abbassarsi, piegando sempre di più le gambe, fino a far toccare il sedere con il terreno, così da potersi sedere in tutta tranquillità. La schiena si poggia al fusto della grande quercia. <Puoi sederti qui...> Gli angoli della bocca si sollevano in un leggero sorriso che dura qualche secondo. Porta un'altra ciocca dietro l'orecchio mentre un venticello caldo non fa altro che scompigliarle l'acconciatura. <C'è una bella vista qui, non trovi?> In qualche modo, grazie alla sua empatia, sembra che l'altra sembra un po' tesa, o forse è solo una sua impressione? <Va tutto bene?> Chiede, con un tono preoccupato, le sopracciglia aggrottate. <...mi sembri preoccupata...> Storce il naso. Ah, quindi esiste qualcuno che ancora non sa cosa sia la Golden Week; un bene, in pratica. <Si tratta di una festività settimanale dal signore feudale e da Hitomu... una sorta di festività in cui si stringono alleanze, ci sono tanti eventi e roba varia...> Alza le spalle, contraendole. Forse non è particolarmente interessata a quella festività per motivi sconosciuti anche a lei stessa. <Ho visto molta gente aggirarsi soltanto per questo evento...> Sospira, lasciando la bocca leggermente aperta. <P-per cercare una persona?> Strabuzza gli occhi. <Vuoi una mano? Magari so chi è!> La sua espressione cambia in fretta lasciando spazio ad un dolcissimo sorriso a trentadue denti.

13:21 Hikari:
 Nonostante non sia del tutto voltata verso la sua nuova compagna, riesce a notare con la coda dell’occhio che questa la sta osservando con una certa insistenza, ma non dice nulla onde evitare di provocarle altro imbarazzo. Un po’ ne è lusingata, deve ammetterlo, magari la trova carina. < Beh, Kusa è un po’… particolare. > azzarda, non trovando altro modo per descrivere quel villaggio. E’ un bel posto, a Hikari piace molto, ma le persona che la abitano, insomma, non sembrano essere del tutto a posto, perlomeno quelle che ha conosciuto lei. Una ragazza come Hanako, di cui tuttavia la Yoton ancora non conosce il nome, che emana tanta bontà quanta gentilezza, non si troverebbe a suo agio in un posto simile. Ma queste sono solo supposizioni. < Con il treno è stato veloce. > comincia, incrociando le braccia al petto, conserte < L’ultima volta è stata più lunga. > e ride, ripensando al lungo viaggio affrontato assieme a Shitsui, appena guarito da una forte febbre. Posa ora lo sguardo sulla ragazza, e si sorprende nel vederla coprirsi il viso e scusarsi, completamente in preda all’imbarazzo. < Non devi scusarti. > le dice con un sorriso, cercando di tranquillizzarla. Anzi, le fa piacere parlare con qualcuno che sembra avere la testa a posto. Non le è ben chiaro il motivo di quella reazione, forse è davvero molto timida. Asseconda il suo invito, sedendosi accanto a lei a gambe incrociate, imitandola nell’appoggiarsi al tronco dell’albero. Si sta davvero bene quassù. < Sì, è molto bello. > la voce ora è molto più rilassata, preda della tranquillità del luogo, che sotto l’ombra risulta essere ancora meglio. Voce che però assume un velo di preoccupazione a seguito della domanda dell’altra. < In realtà sì, lo sono parecchio. > sguardo basso, rivolto verso le proprie mani. Abbandona per il momento il discorso, decisa a tornarci dopo aver concluso quello sulla Golden Week. < Sembra una cosa grossa, ma non ne ho mai sentito parlare. > forse le voci non sono arrivate fino a Kusa, chissà. Ora la mente della genin è completamente presa dalla domanda che la ragazza le ha posto prima. “Va tutto bene?” < La mia preoccupazione è legata proprio a questa persona. > comincia, umettando appena le labbra con la punta della lingua. < E’ da parecchio che manca e… sono venuta a cercarla. > sorride mentre parla, ma l’altra potrà notare un sorriso spento, vuoto. < Davvero vuoi aiutarmi? > una proposta quella altrui che la rianima subito. Forse potrebbe davvero sapere chi è! < Ecco… si chiama Shitsui, è uno shinobi del mio villaggio. > si volta immediatamente verso di lei, avida di informazioni. < Ha partecipato al torneo dei villaggi qui, insieme a me. > rimane poi in trepidante attesa di una parola da parte d’ella.

13:43 Hanako Yui:
  [Monte] Sospira e ritira le gambe così da avvolgerle con le braccia. La osserva per un altro po', sorridente. <Sei molto bella...> Ammette. Almeno l'altra adesso capirà perché la fanciulla dai capelli corvini la sta fissando con tanta insistenza. Porta l'indice proprio sotto il labbro inferiore, così da assumere una sorta di posa pensante che in realtà con quelle labbra arricciate la rende solo più buffa del solito. <Oh con il treno!> Anche Hanako vorrà viaggiare un giorno, magari verso Kusa, perché no? <Su, raccontami! E' un bel posto, c'è tanta gente simpatica?> Una miriade di domande che non finiscono più, se continua così rischia davvero di confondere la povera ragazza ora seduta accanto a lei a gambe incrociate. <Si, si, è una cosa davvero grande; un sacco di eventi e giochi, ma soprattutto venditori ambulanti che cercano di guadagnare qualcosa.> Ridacchia amabilmente, quei signori non fanno altro che urlare dalla mattina alla sera mentre cercano di accaparare qualche monetina; ovviamente sta omettendo lo spiacevole evento che è accaduto durante l'apertura della festività. Per fortuna la tranquilizza, quindi la sua ansia sparisce in breve tempo lasciando spazio solo ad un gran tempore. <Mi dispiace che tu sia così preoccupata... io...> Si volta verso l'altra, con uno scatto e tenterebbe di afferrarle le mani per poi stringerle nelle sue così piccoline, un po' come per confortarla, per farla sentire un po' più al sicuro. <...voglio aiutarti...> Lo sguardo è un vero e proprio turbinio di emozioni che vanno dall'ansia - appena tornata, e una grande preoccupazione. <Ad una persona?> Beh sicuramente a Konoha conosce moltissima gente, quindi magari conosce anche questo tale che sta cercando, strano però che si trovi qui e non a Kusa. Sorride quasi a disagio, esalando un respiro. <Che sorriso triste, quasi vuoto. Stai cercando di nascondere come ti senti?> Scuote la testa, proprio come farebbe una vecchia nonnina. <Puoi sfogarti, non hai bisogno di nasconderti...> Mordicchia il labbro inferiore. <Non ti mangio.> Le lascia le mani, rimanendo comunque rivolta verso di lei. <Shitsui?> Sbatte velocemente gli occhi, tanto da rendere la vista sfocata per qualche millesimo di secondo. <N-non l'ho mai sentito a dire la verità...> Proprio mai, non lo ha mai sentito nominare nemmeno da Furaya. <Ah, era un partecipante al torneo dei villaggi...> Ora si spiega tutto, sicuramente si sarà svolta qui la competizione. <Non dovrebbe già essere tornato a Kusa?> Si rabbuia per qualche secondo. Come mai ha deciso di rimanere a Konoha?

14:05 Hikari:
 E’ sorpresa da quel complimento, conferma dei sospetti della genin. La trova sul serio bella! Il complimento la lusinga, è forse la prima volta che qualcuno glielo dice così apertamente. Porta una mano dietro il capo, grattandosi la nuca, un po’ imbarazzata ma piacevolmente colpita dalle sue parole. < Grazie. > un lieve sorriso compare sul volto di lei. Solleva le iridi castane verso la ragazza, incuriosita da tutta quella sua sete di conoscenza verso il villaggio dell’Erba. < Ecco… > balbetta, sbattendo diverse volte le palpebre. Sembra così affascinata dall’idea di Kusa che le dispiacerebbe raccontare il vero volto del villaggio. < E’ un bel posto, sì, è grande. > comincia, passando mentalmente in rassegna i vari Cerchi, alcuni dei quali non possono essere proprio definiti “piacevoli”. < Le persone, insomma, sono particolari. > psicopatici, sadici, come definire al meglio le persone che lei ha conosciuto in modo da non farle apparire troppo… terribili? < Dovresti venire di persona per capire di cosa parlo. > forse in questo modo non crollerà il mito che l’altra giovane ha del villaggio di Kusa. Poi, chiaramente, non sono proprio tutti cattive persone. Diciamo che Hikari ha avuto a che fare con personalità piuttosto discutibili. Si concentra poi sul racconto a proposito della Golden Week, un evento che in modo un po’ vago le ricorda il carnevale di Kusa. < Sembra carino. > Hanako sembra ora essere più sicura di sé, evidentemente è riuscita a tranquillizzarla e a farle capire che non è affatto stata invadente. Ecco un altro gesto che la lascia completamente senza parole. Le prende le mani, scattante. E’ un po’ interdetta la Yoton, e l’altra potrà facilmente leggere la sorpresa nei suoi occhi. Conosce davvero poche ragazze, forse tre, ed è la prima volta che qualcuno le si presenta con tanta bontà. Per un attimo ha l’illusione che, in un’altra vita, possano essere state amiche. < Sfogarmi? > domanda, sentendo un leggero pizzicare alla gola, che diventa sempre più intenso. Gli occhi si velano, mentre le labbra vengono strette in una linea sottile. < Io… > è sull’orlo del pianto, chiaramente. Le basta la parola “sfogati” per poter scoppiare, è sempre stato così. < Io non so più che cosa fare. > dice, o meglio, singhiozza, mentre le lacrime le rigano il viso. Non è ancora diventata una fontana, si limita semplicemente a piangere guardando l’altra negli occhi, e notando in essi una certa ansia. Purtroppo, Hanako non ha idea di chi Shitsui sia, ed è comprensibile, però sembra essere al corrente del torneo dei villaggi. < Sì, avrebbe dovuto. > la voce spezzata mentre ritorna con la mente a quel giorno in ospedale. < Sono venuta qui perché l’ultima volta che l’ho visto è stato proprio a Konoha, prima della finale. > finale a cui lei ha partecipato ma lui non ha assistito. < Dopo di questa, sono stata trattenuta in ospedale per diverso tempo, ma lui non si è presentato. > raccontarlo le fa affiorare il forte dolore dell’abbandono, le fa ricordare quanto avesse sperato che entrasse dalla porta della stanza in cui era ricoverata. < Quando sono tornata a Kusa, lui non c’era. Sono due mesi che manca, forse di più. > un singhiozzo più forte, seguito da altri. Le lacrime escono imperterrite, fuori controllo. Vorrebbe tanto che piovesse.

14:25 Hanako Yui:
  [Monte] Sorride gentilmente mentre decide di sciogliere l'acconciatura, sfilando l'elastico dai capelli, così da farli ricadere sciolti e lunghi sulle spalle. <Di niente, ho detto semplicemente la verità.> Per quanto timida possa essere, non ha peli sulla lingua, dice a tutti ciò che pensa realmente di loro senza troppi problemi. Alza le spalle, dubbiosa. <Le persone sono p-particolari?> Che sia gente strana e psicopatica come quella di Kiri? Ricorda bene quando lavorava nei bar di quella cittadina e la gente di certo non era esattamente simpatica, anzi, maleducata come pochi. <Gente maleducata, oppure molesta come quella che conoscevo a Kiri?> Ah già, non ha detto che in precedenza abitava lì. <Ah sì, per un paio di anni ho abitato lì...> Sospira. <A dir poco terribile...ma lasciamo perdere.> Ecco, magari per ora è il momento di pensare ad altre cose ben più importanti del suo passato. <Si si, hai capito bene, s-f-o-g-a-r-t-i...> Dice in maniera buffa per farla divertire un po' visto che l'indice seguiva perfettamente il ritmo della sua parole. Sbatte gli occhi, inizialmente intimorita quando vede l'altra che sta per iniziare a piangere da un momento all'altro; è molto empatica e sensibile, quindi capisce bene come si sente l'altra, può quasi sentire una parte del suo dolore. Il petto le stringe in una morsa e gli occhi si fanno altrettanto lucidi. <O-o-h...> Si sente quasi molto simile a lei, la fanciulla non ha visto l'amato per almeno dieci anni, quindi può capire parte del suo dolore. La donna incomincia a piangere, facendole salire una certa tristezza - che in un modo o nell'altro sta cercando di trattenere. Alza la mano e proverebbe a farla una carezza sul viso destro per poi raccattare la sacca - buttata nelle vicinanze, e dall'interno prende un fazzoletto di cotone, iniziando a tamponare parte delle lacrime dell'altra. <Su su, sfogati pure, urla, dì tutto quello che ti tieni dentro.> Assomiglia vagamente a una sorellina, non può fare a meno di trovare Hikari tremendamente tenera. Poggia il fazzoletto bagnato sulle proprie gambe e poi spalanca le braccia, come ad invitare l'altra ad unirsi in un caldo abbraccio.

14:47 Hikari:
 Alla descrizione degli abitanti del villaggio dell’Erba, l’idea apparentemente utopica che Hanako sembra avere scompare. Difatti torna ad essere presente quel balbettio caratteristico di chi ha timore nel ricevere una risposta scomoda. Sta per rispondere, quando l’altra nomina qualcosa di piuttosto interessante per la Yoton. < Kiri, hai detto? > un’improvvisa nostalgia la travolge, passando però veloce come un temporale estivo. < Sono nata e cresciuta lì. > risponde, contenta di aver incontrato qualcuno che abbia visitato la propria patria, ma allo stesso tempo perplessa a causa del racconto altrui sul villaggio. Non sembra essersela passata bene laggiù, e in effetti, come biasimarla? < Diciamo di sì, ecco. > tornando al discorso sui kusani < Ho incontrato persone un po’ strane. > e pensare che si è recata a Konoha proprio con una di quelle, la sua nemesi, il suo opposto: Zashiki. Non vorrebbe indugiare ancora su Kiri, poiché ha ben notato che per la ragazza può essere un tasto piuttosto dolente. D’altra parte, anche lei vorrebbe evitare di pensare ad alcuni fatti accaduti nella propria terra natia. Al momento, poi, è troppo presa dalla storia di Shitsui, non riesce a pensare ad altro. E’ una continua ossessione, anche giustificata, aggiungerebbe. < Io… ho paura che si sia allontanato perché l’ho rovinato. > il solo pensiero delle cicatrici da ustioni presenti sulle gambe dell’amato la lacerano. < Ho bruciato le sue gambe, capisci?! > non lo ha mai detto così apertamente, non ha pronunciato una frase simile prima d’ora. E farlo rende tutto più reale, più doloroso. Il pianto diventa sempre più intenso, quasi impossibile da frenare. < E’ stata colpa mia, è sicuramente così. > povera Hikari, ancora preda dei sensi di colpa che aveva finalmente messo da parte. Eppure, sa bene che le opzioni possono essere molteplici. Infatti ha scoperto che era invischiato in un qualche affare con Zashiki, e ha giurato di ucciderlo se mai la causa fosse questa. Infinite idee si sono accalcate giorno dopo giorno nella sua testa, impedendole di ragionare lucidamente, ragion per cui è giunta a questa conclusione. Dentro di sé, sa che la probabilità che lui abbia voluto lasciarla per questo motivo è minima, eppure non riesce a convincersene. Insomma, se fosse stato così, le avrebbe almeno lasciato un messaggio! Affonda tra le braccia di Hanako, preda del forte dolore che le grava sul petto, impedendole quasi di respirare. < Non avrei mai dovuto… >

15:15 Hanako Yui:
  [Monte] Strabuzza gli occhi mentre l'altra continua a parlare e a singhiozzare allo stesso tempo. La stringe forte contro sé, facendo appoggiare la testa su parte del suo petto, e con la mano destra andrebbe ad accarezzargli la schiena, e invece la sinistra si concentra di più sui lunghi capelli scuri, toccandoli, cercando di confortarla con il suo piccolo tocco - le mani della fanciulla non sono particolarmente grandi, quindi non riesce a coprire grandi porzioni di pelle. Un moto di tenerezza cresce dentro di lei mentre continua a confortare la ragazza, non può fare a meno di provarla, visto che dal suo racconto sembra a ciò che ha vissuto anche lei, sulla sua stessa pelle. Volge lo sguardo al cielo senza mai smettere di muovere le mani in lente carezze. <Sai... anche io per anni mi sono colpevolizzata per lo stesso motivo... il mio fidanzato...> Un breve pensiero che va ad Hayato. <Ha la schiena completamente rovinata...> Un sospiro mentre un magone inizia a farsi strada, pizzicandole la gola. <A causa mia...> Ecco, una ragazza proprio come lei, che non ha mai accettato davvero cose come queste... e che vive di sensi di colpa...anche se si è trattato di un incidente. Ormai sono anni che non fa che colpevolizzarsi senza mai venirne a capo, anche se sa che l'altro la ama così tanto da dimenticare un evento simile. Con lo sguardo ancora rivolto verso il cielo, dall'occhio sinistro esce una lacrima, che continua a scendere fino a raggiungere il mento; poi inizia lentamente ad abbassarsi con il capo, fino a raggiungere l'orecchio dell'altra con le sue labbra. <T-tu non hai voluto fargli davvero del male, vero?> Sente che potrebbe incominciare a piangere anche lei. <S-sono sicura che sia stato un incidente... sei troppo bella e g-gentile...> Un singhiozzo. <...per fare una cosa simile... di tua spontanea volontà...> Cerca di trattenersi. Le sue labbra rosate sono quasi a contatto con l'orecchio dell'altra. <La verità è che siamo umani, e spesso, questo è un aspetto di noi che non riusciamo ad accettare...> Delle calde lacrime iniziano a bagnare il suo viso mentre continua a tenersi stretta l'altra, così vicine ed entrambe piangenti. <Sbagliamo tutti, facciamo degli errori, tutti li f-facciamo... ma è proprio questo che ci rende tali, nelle nostre fragilità, nei nostri pregi e nei nostri difetti... e se lui ti ama così ti tanto, fidati che... anche senza una lettera o un messaggio magari lui è lì, da qualche parte, che ti aspetta a braccia aperte pronto ad amarti e ricominciare un p-percorso con te, non trovi?> Finalmente scoppia a piangere anche lei, con dei veri e propri singhiozzi al seguito. <Non importa q-quanti impegni lui in questo momento abbia.> Un forte singhiozzo. <Se lui ti ama, n-n-n...> Deglutisce. <Non ti abbandonerà mai...> Stacca la mano dal capo dell'altra per poi avvolgerle il busto in un abbraccio ancora più intimo. E' così strano mettersi a nudo con una persona che non ha mai incontrato, lo sta facendo proprio lei che dona sorrisi di circostanza a chiunque dimenticandosi di se stessa. E' una cosa bella, affascinante quanto misteriosa... il potere che possono avere alcune persone su altre è davvero formidabile.

15:42 Hikari:
 Le lacrime scorrono veloci, come se non vedessero l’ora di scappare e abbandonare quegli occhi ormai spenti da mesi. Forse anche loro si erano stancate della situazione, tanto da gettarsi in una via di fuga alla prima occasione. Lo sguardo di Hikari non è più lo stesso da quando sia lei che Shitsui sono stati portati via dal campo di battaglia su una barella, assieme. I giorni a seguire sono stati i peggiori, senza alcuna notizia, alcuna parola. Quando finalmente lo ha rivisto si era tranquillizzata, o meglio, lui l’aveva tranquillizzata. Le manca così tanto. Da quella volta è stato tutto uno scivolare, una continua serie di eventi che l’hanno fatta scendere lentamente e inesorabilmente in un baratro da cui ha più volte cercato di rialzarsi, invano. < Dici… dici davvero? > è difficile parlare tra i singhiozzi, ma l’altra sta cercando di condividere con lei una situazione simile di cui è stata spettatrice passiva, ma allo stesso tempo attiva. Forse nessuno in questo momento può capirla meglio di Hanako. Anche lei, tuttavia, sembra essere scossa, e non poco. La voce le si fa flebile, debole, si sforza quasi a parlare per poterla consolare, un gesto che colpisce davvero molto la Yoton. < Non avrei voluto, mai... > tutto d’un fiato, temendo che le parole possano venir spezzate. < Ma le circostanze mi hanno costretto. > stavano combattendo, erano rimasti solamente loro due di fronte a tantissime persone. Shitsui era già ferito, e in qualche modo doveva finire. Nessuno dei due voleva fare male all’altro, e il peggio è accaduto dopo che lui ha tentato di accecarla. Per difendersi dall’attacco, Hikari ha soffiato una palla di fuoco che purtroppo il ragazzo è riuscito ad evitare solo in parte, infierendogli dunque quella ferita. La situazione quindi era lasciarsi attaccare o difendersi, e ha scelto la difesa. Le parole della konohana continuano a fluirle nell’orecchio. Le fanno bene, sono di conforto, sono positive. Offrono una realtà che Hikari vorrebbe tanto si realizzasse. Ma se davvero lui è là fuori, ad aspettarla, perché non torna da lei? Che cosa lo spinge ad essere lontano? < Sì, è stato l’errore più grande che potessi fare. > e se ne pente, diamine se se ne pente. Anche l’altra scoppia in lacrime, un pianto che si unisce a quello della genin. Entrambe avevano bisogno di questo, di qualcuno che potesse condividere e comprendere il dolore che alberga dentro di loro. La stringe forte, ricambiando il suo gesto. Ha finalmente capito cos’era quel barlume d’ansia che aveva scorto poco prima negli occhi azzurri di Hanako, forse anche lei, come Hikari, aveva necessità di far fluire tutto all’esterno. < Ti ringrazio per le tue parole… > cerca di calmarsi, ma è veramente difficile. Come ha fatto l’altra poco prima, ora è lei ad accarezzarle i capelli. Come se i ruoli si fossero invertiti, vorrebbe si sfogasse, che gettasse tutto il dolore, l’amarezza, i sensi di colpa all’esterno. Che la abbandonino attraverso quelle piccole lacrime che le rigano il volto pallido. Vuole essere per Hanako un aiuto, proprio come lo è stata per lei. E’ sicuramente una ragazza molto empatica, è riuscita a intuire che il legame tra Hikari e Shitsui non è una semplice amicizia. Sicuramente ha trovato una rara perla, quest’oggi.

16:13 Hanako Yui:
  [Monte] Nonostante le lacrime cerca comunque in una maniera o nell'altra di sorridere, proprio perchè non vuole rendere l'altra ragazza ancora più triste di quello che sia già, anzi, deve cercare di consolarla e di tirarla su. <Me lo sentivo che tu non avresti mai fatto una cosa simile di t-tua spontanea volontà, insomma...sob...> Un attimo di pausa. <E-eri costretta... non è colpa tua, davvero, puoi credermi...> Le accarezza nuovamente i capelli, con più calma rispetto a prima, stavolta lo fa per farla rilassare visto che l'altra sembra tremendamente scossa. Può tranquillamente percepire tutte le emozioni negative provenienti dall'altra. <Su su, sbagliamo tutti...ti assicuro che sicuramente lui ha già dimenticato tutto, visto i sentimenti che provate entrambi. Se ti ama non si farà di certo problemi, e poi, sei stata in ospedale anche tu o sbaglio?> Quindi di conseguenza, è stata male anche la ragazza... non ha bisogno di addossarsi tutte queste colpe - tipico, lo fa anche lei del resto. <R-ringraziarmi?> Arrossisce, con le gote ancora rigate di lacrime. <N-non ne hai bisogno... l-lo faccio volentieri, anzi, puoi chiedermi tutto quello che vuoi...> Balbetta imbarazzata dopo il precedente pianto. L'altra la sta anche accarezzando teneramente quindi non può fare a meno di arrossire come poche cose sulla terra, ha un tocco così delicato... improvvisamente si illumina, come se la lampadina del suo cervello si fosse improvvisamente accesa. Ha un modo per tirarla ancora più su: se non si sbaglia, quella mattina ha preparato un gustoso bento che poi ha deciso di portare con sé. Possono tranquillamente dividerlo! Dopo uno sfogo così, mangiare e riempirsi la pancia non fa mai male. <Ti assicuro che...> Mugugna qualcosa di estremamente incomprensibile. <Ti puoi fidare di me... anzi, puoi sfogarti con me tutte le volte che vuoi, se hai bisogno di una spalla su cui piangere...> Un piccolo sorrisetto sbuca mentre continua a tenerla stretta. <Oppure s-semplicemente di un'amica con cui parlare... n-non importa se sei di Kusa, quando verrai qui e mi cercherai sentiti pure a casa, non ti tratterò mai male o altro...> Ammette sincera, strofinando un po' il viso sulla pelle dell'altra, annusando un buon odore. Sbatte gli occhi e continua a sussurrare, cercando di non rompere quella barriera così intima che le due hanno instaurato in così poco tempo. <T-ti asciugo le lacrime, okay? Sei così bella e queste goccioline bagnate non stanno bene sul tuo viso!> Quindi va ad afferrare nuovamente il fazzolettino di cotone. <S-se ti fa sentire meglio, puoi anche raccontarmi altro...> Propone lanciando uno sguardo alla sua sacca.

16:34 Hikari:
 < Sì… > un flebile sussurro che si disperda nell’aria, come un’eco invisibile. Ogni tanto ha bisogno di qualcuno che la faccia tornare con i piedi per terra, che la faccia ragionare. Nonostante le ansie che affliggono Hanako, questa si è voluta mettere da parte e concentrarsi su di lei. Non tutti lo avrebbero fatto. < Spero che sia così, davvero. > è quello che lui le ha detto, alla fine, il loro rapporto non sarebbe cambiato di una virgola dopo quell’evento. Purtroppo non hanno ancora avuto modo di appurarlo. < Sì, sono stata in ospedale, ma non era stato lui a mettermi ko. > bensì l’altro finalista, Saisashi. In più, lei non ha cicatrici che le possono ricordare costantemente quel combattimento. La sua pelle è immacolata grazie alle cure dei medici che l’hanno assistita, in particolare Koichi, l’unico che si è preso cura di lei. < Come no… ringraziarti è il minimo, davvero. > sorride, finalmente, dopo che i singhiozzi si sono placati. < Sei la prima persona che mi consola in questo modo, e non so nemmeno come ti chiami. > una breve risata, prima di socchiudere gli occhi, ora molto più calma. Ascolta le sue parole, la sua proposta di sfogarsi assieme, di contare su di lei. E’ chiaro che questa ragazza ha un grande cuore, che forse in passato è stato anche ferito, ed è pronta ad offrirlo agli altri affinché ritrovino una serenità perduta. < E poi non dovrei ringraziarti? > ormai è di buon umore la genin, ed è tutto grazie ad Hanako. < Sei una persona speciale. > la stringerebbe ulteriormente, nascondendo in quell’abbraccio un tacito “grazie”. E’ un vero peccato che abiti parecchio lontano da lei, però, se volessero continuare a sentirsi, potrebbero comunque scambiarsi delle missive. Che Hikari abbia finalmente trovato un’amica? Ne sarebbe così felice. Quando si allontana appena per lasciarsi asciugare le lacrime, volge finalmente le iridi castane in quelle azzurre d’ella. Gli occhi di entrambe sono arrossati, così come gran parte del viso. Poi, dopo che l’altra termini l’operazione, prenderebbe quello stesso fazzoletto e lo avvicinerebbe al viso di lei. < Devo ricambiare il favore. > sussurrerebbe, tamponandolo sulle guance altrui, e notando i suoi occhi viaggiare veloci verso la sacca che ha portato con sé. Lo stesso tragitto fanno quelli di Hikari, tornando poi nuovamente su di lei, con aria interrogativa. < Devi prendere qualcosa? >

16:56 Hanako Yui:
  [Monte] Scuote la testa, non vuole avere ringraziamenti per aver aiutato l'altra, no di certo, non aiuta di certo per farsi ricambiare. <O-oh non è stato lui, ora capisco meglio...> Tira su con il naso, concentrandosi su di lei. <Non hai bisogno di ringraziare, su, l'ho già detto prima; siamo amiche, okay?> Preferisce un'amica ad un semplice ringraziamento, in questo caso. Sbatte gli occhi mentre le guance guance iniziano ad arrossarsi; abbassa leggermente il capo in segno di scusa. <O-oh, già... non sai il mio nome!> Si dà un leggero colpo sulla fronte, così da sembrare buffa e far ridere l'altra. <Sono Hanako Yui! Yui è il mio secondo nome, ma puoi chiamarmi Hana se vuoi... o per meglio dire, puoi chiamarmi cosa preferisci...> Arriccia leggermente le labbra mentre la sua mano si appoggerebbe sulla spalla sinistra altrui, accarezzandola un po'. Ricambia il seguente abbraccio, Hanako - ad eccezione di Hayato, non ha mai ricevuto così pochi abbraccci in un arco di tempo tanto breve; sarà perché in passato i suoi amici erano pari a zero, e a causa del suo passato non è mai riuscita a crearsi delle vere amicizie se non di convenienza, persone che la cercavano soltanto quando avevano bisogno del suo aiuto, tutto qui. I suoi occhi vengono tamponati, e quasi ritornano di nuovo lucidi; non ha mai conosciuto una ragazza tanto dolce e affettuosa quanto l'altra, è quasi emozionata. <Grazie...> Sussurra regalandole un dolcissimo sorriso a trentadue denti. Sbatte le lunghe ciglia. <O-oh, sì... in quella sacca, a dir la verità, c'è un bento che ho tutta l'intenzione di regalarti, dopo uno sfogo simile hai sicuramente bisogno di riprenderti, giusto?> E per fortuna lei è sempre stata un'ottima cuoca, quindi di certo non le farà mangiare cose strane o dal sapore orribile. Si stacca momentaneamente dall'abbraccio, acciuffando la sacca in maniera veloce, aprendola per poi tirare da lì un bento - un vassoio contenitore dotato di divisori, atti a separare i cibi differenti; il suo bento, quel giorno, è diviso in tre sezioni diverse, si tratta di un sanshoku bento: la prima sezione contiene pollo e riso, la seconda sushi su riso e la terza con vari ingredienti come verdure grigliate, polpette di carne e gamberi. Un vero e proprio insieme parecchio colorato che spera piaccia all'altra ragazza. Glielo porge con una certa gentilezza, insieme ad un paio di bacchette di colore arancione.

17:21 Hikari:
 La situazione sembra essersi calmata. Le due ragazze hanno ritrovato una remota pace, almeno per ora. Non è più caldo come prima, nonostante il sole sia ancora presente. E poi, all’ombra si sta veramente bene. Hikari si sente cullata dalla caratteristica tranquillità che aleggia nell’aria dopo una forte tempesta. < A-Amiche? > un termine che prima d’ora, o almeno dalla sua dipartita da Kiri, non aveva mai utilizzato. Gli occhi si illuminano, brillano di una nuova fiamma. Si sta rinvigorendo, finalmente. < Dici davvero? > è forse una situazione a cui non è molto abituata, insomma, da quando è arrivata a Kusa ha avuto modo di stringere legami solo con persone di sesso maschile. Le rivolge dunque un enorme sorriso, sincero e affettuoso. < Io invece sono Hikari. > dice, guardando poi la mano dell’altra sulla propria spalla. Un altro abbraccio tra le due, che ormai hanno stretto un solido legame, si potrebbe dire. E’ davvero contenta di avere conosciuto una persona come lei, così altruista e davvero interessata nel farla stare meglio. Le persone così sono rare, rarissime. Ora che anche l’altra ha il viso asciutto, il fazzoletto viene abbandonato e riposto nella tasca dei pantaloni, ci penserà più tardi a buttarlo via. < Un bento? > domanda sorpresa. < Per.. per me? > solleva il dito indice, puntandoselo contro il naso ancora arrossato. Questa ragazza sembra non voler smettere di sorprenderla. < Ma… lo hai preparato per te, avrai fame. > dice, abbassando poi lo sguardo sulle prelibatezze che Hanako le sta offrendo. Ha proprio ragione, ci vorrebbe una bella mangiata ora come ora. Al che, le viene un’idea. Solleva le iridi, scrutando quelle dell’altra. < Dividiamolo, come fanno le amiche, che ne dici? > accompagna quelle parole con un sorriso. D’altronde, anche lei si è sfogata, ha pianto, non è rimasta lì a guardare. Di sicuro una giornata proficua questa nel villaggio della Foglia. I giorni passati sono stati vuoti, ma finalmente uno si è riempito. Le lacrime versate oggi, nonostante non siano spesso un segno positivo, sono state un toccasana, e soprattutto la presenza di Hanako. [End.]

17:42 Hanako Yui:
  [Monte] Vede gli occhi dell'altra illuminarsi, come se avesse nuovamente riconquistato un minimo di tranquillità; particolare che non può fare a meno di renderla felice. Adesso l'altra sta sicuramente meglio, infatti le sorride teneramente. <Piacere Hikari! Anche se credo proprio che ti chiamerò Hika-chan, se la cosa non ti dispiace ovviamente...> Si stringe nelle minute spalle mentre contraccambia l'affettuoso sorriso. <M-mi raccomando, quando hai bisogno, vieni pure a cercarmi!> Strabuzza gli occhi quando vede l'altra che decide di dividere il bento con lei, per fortuna, con sé porta sempre un paio di bacchette di scorta, quindi possono tranquillamente dividerlo anche se in origine glielo aveva regalato. <V-va bene... allora dividiamo, spero ti piaccia, ci sono stata un bel po' a prepararlo questa mattina...> Annuisce energicamente portando la mano chiusa a pugno e con il pollice rivolto verso l'alto. <Si come amiche!> Spera proprio che l'altra passi un bel soggiorno a Konoha visto che non sembra gli stiano molto simpatici i suoi concittadini, a quanto pare; già, chissà come è la gente di Kusa, probabilmente lo scoprirà più in là, fra un paio di mesi o magari anche in un arco di tempo più breve di questo. <M-mi raccomando, visita Konoha, per quanto possa essere un po' caotica e rumorosa ti assicuro che ci sono molte cose da vedere, e in più di certo non ti puoi perdere questa nuova festività.> Ridacchia. <Mi raccomando, cerca di divertirti e di non stressare troppo quel bel visino. Nel mentre io chiederò in giro il nome del ragazzo che stai cercando, magari qualcuno lo conosce.> Un occhiolino che vale come una sorta di promessa. E' stata una giornata parecchio significativa per la fanciulla, ha trovato un'amica davvero speciale, le quali condividono esperienze molto simili ma soprattutto si sono comprese particolarmente subito, un bene, in pratica. Spera proprio di incontrarla nuovamente prima che parti nuovamente a Kusa. [END]

Un pomeriggio piuttosto intenso sia per Hikari che per Hanako. Un incontro che ha piantato il seme di un solido rapporto e che ha liberato le due giovani dai grandi pesi che portavano sul cuore.