[Partenza per Konoha] Preparati al peggio

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12:58 Hikari:
  [Binario] Sono passati diversi giorni da quando Hikari si è recata –nuovamente- al locale del suo, per così dire, acerrimo nemico. C’è da dire che tra i due non è mai corso buon sangue, anzi, dispetti e minacce sono sempre stati protagonisti delle loro conversazioni. Eppure, nell’ultimo arco di tempo, hanno trovato qualcosa in comune, qualcosa di cui entrambi hanno bisogno: ritrovare una persona. E con “persona” non si intende una qualsiasi, bensì una in particolare, colui che ha promesso di proteggere la sua ragazza sempre e comunque, nonché colui che ha deciso di stringere un patto con il diavolo. Shitsui, ecco di chi si parla, è sparito dalla circolazione da un paio di mesi, se non di più. L’ultima volta che la Yoton ha avuto modo di parlarci è stato proprio dopo aver combattuto con lui, durante il torneo dei villaggi. Si erano ritrovati in ospedale in compagnia del loro amico Ikkino. Da quel momento, buio. Quando è stato il turno di Hikari di passare diverso tempo ricoverata, nessuno dei due si è presentato. Questo le ha fatto sorgere diverse domande, o meglio, tormenti, che l’hanno accompagnata per troppo tempo. E’ buffo come ora si ritrovi a dover partire proprio per Konoha assieme a colui che è forse il fautore della sventura del proprio amato: Zashiki. Si può dire che per il momento tra i due vige una tregua, che ha il solo fine di ritrovare Shitsui. Ecco perché in questo momento si trovano insieme sul binario della stazione di Kusa, in attesa del treno che li condurrà al villaggio della Foglia. Finalmente le linee ferroviarie sono agibili, grazie agli sforzi di diversi shinobi. Anche lei ha partecipato alla costruzione di alcune linee assieme ai suoi compagni, missioni faticose, ma non terribili. Deve ammettere di non essere al settimo cielo di essere in compagnia del Doku, anzi, in realtà la fa stare costantemente sull’attenti. < Prima e ultima volta. > dice, guardando l’estremo più lontano delle rotaie, in direzione da cui dovrebbe provenire il treno. Ha in spalla un borsone a tracolla contenente qualche cambio e un paio di scarpe e tutto ciò che può servirle nella quotidianità, ovviamente senza farsi mancare le armi. I capelli sono legati in una lunga coda di cavallo, mentre il corpo è avvolto da un vestitino nero, che dalla vita in giù termina in pieghe. Ai piedi, un paio di scarpe bianche, basse e comode. Spera tanto che il treno arrivi presto, non vede l’ora di raggiungere Konoha e mettersi sulle tracce dell’amato.

13:10 Zashiki:
 Il grande giorno è giunto, finalmente. Il tempo di viaggiare, di uscire da quella che per troppo tempo è stata l'unica casa, la sua casa. E' il tempo di agire, ha due obiettivi fondamentali, da compiere durante questo primo viaggio a Konoha. Cercare il piccioncino scomparso, perché si sa, non può scappare con i soldi del giovane ma soprattutto è giunto il momento di espandere il male, la corruzione, il crimine. Il principe del male, il diavolo, Narciso, chiamatelo come volete ha un compito fondamentale. Portare nella pura e sacra Konoha il seme del male e farlo sbocciare. Deve ampliare quelli che sono i territori della Yakuza e non può che sentirsi onorato di essere mandato per primo, come contatto. Sa cosa deve fare, sa come deve farlo, ma riuscirà? Chissà. Ma questo ora non è importante. La faccia del giovane è rilassata e priva di un emozione particolare. Le labbra tengono dolcemente una sigaretta accesa mentre lo sguardo fissa il vuoto, non è così interessato alla ragazza, non per ora. Se lei è così intimorita dalla losca figura della Salamandra, di certo non si può dire lo stesso per il giovane Doku. Ormai, dopo la torta in faccia, la giovane ha ripagato il proprio debito. Unica cosa, evitare che la ragazzina ficchi il naso in affari che non la riguardano <Forse per te> risponde alla ragazza. Alludendo ad un possibile avanti e indietro tra Kusa e Konoha. Potrebbe capitare più spesso di quello che si pensi. Ha promesso di aiutare la ragazza, è vero, ma se pensa che sarà il suo unico scopo, beh, si sbaglia. Anzi, diciamo che il tutto è una sorta di copertura. Vede lungo l'infimo Doku, molto lungo. Ma per ora, tregua, dunque così sia <Odio il ritardo> inizia a borbottare senza mostrare però alcun tono variato o altro <Una volta arrivata a Konoha cosa farai?> domanda pur sapendo quale sarà la risposta. Ma in questi casi le domande di circostanza sono da fare, lo dice l'etichetta sociale, purtroppo. Sta di fatto che il genin quest'oggi indossa un paio di pantaloni lunghi, neri, delle scarpe nere, eleganti. Sopra ha una camicia bianca, di lino infilata dentro il pantalone e delle bretelle nere a completare il tutto. Le mani sono nelle tasche dei pantaloni mentre il capello, la sua classica fedora nera se ne sta appoggiata sulla testa del ragazzo. Al suo fianco un paio di valige contenenti anche il proprio equipaggiamento.

13:44 Hikari:
  [Binario] L’attesa sembra eterna, o forse effettivamente lo è. Ormai è un po’ che aspettano, e il treno ha già dieci minuti di ritardo. Potrebbe esserci stato qualche problema alla stazione precedente, pensa lei. < Intendo insieme a te. > probabilmente neanche per lei sarà l’ultima volta a Konoha, soprattutto se questi pochi giorni di permesso non danno i loro frutti. I cielo è nuvoloso e il venti si infila tra i binari soffiando su tutti coloro che sono in attesa. La gente che ha deciso di viaggiare quest’oggi non è poca, ma per fortuna i due genin hanno i posti prenotati. < Anche io. > sospira senza distogliere lo sguardo dal punto in cui le rotaie sembrano sparire. Lo volta solamente quando ascolta la domanda dell’altro, spostando le iridi su di lui. < Credo che per prima cosa andrò all’ospedale. > ovviamente dopo aver lasciato bagagli e tutto nell’ostello che li ospiterà. < E’ lì che ci siamo visti l’ultima volta, forse i medici e le infermiere sanno qualcosa. > potrebbe aver detto a qualcuno dove si sarebbe diretto dopo il termine della convalescenza, o magari lo hanno visto parlare con qualcuno dei pressi della struttura. Le possibilità possono essere diverse. Non riesce a credere ancora di trovarsi in una situazione simile. E’ la prima volta che fa qualcosa di così grande per qualcuno. Da quando ha lasciato la propria abitazione questa mattina, ha un continuo peso sul petto e migliaia di domande che le frullano in testa. In pratica, è agitata. < Non verrai con me? > un dubbio che le è sorto a seguito della domanda rivoltale da Zashiki. Chiaramente la giovane è completamente all’oscuro del reale motivo che ha spinto il Doku a partire, e attualmente ha l’idea che tutte le operazioni di ricerca, per così chiamarle, verranno fatte assieme. Nel frattempo, il treno si sta fermando sul binario, finalmente.

13:58 Zashiki:
 La sigaretta, fumante, viva lascia una piccola nuvoletta di fumo nell'aria. Non smette di bruciare, lentamente ma in maniera inesorabile. Un po' come la vita. Le sta a fianco si, ma per ora non la guarda, preferisce il vuoto <Beh, quello è poco ma sicuro> gelido come sempre, ah arriverà prima o poi qualcuno capace di un miracolo? Qualcuno in grado di sciogliere il freddo cuore del giovane? Chissà, questo sta al fato deciderlo. E' spazientito, se fosse stato nel suo locale o con i membri minori della Yakuza a quest'ora forse si sentirebbero grida e si vedrebbe del sangue. Odia il ritardo più di qualunque cosa e questo è un po' buffo considerando la flemma del giovane. Percepisce l'ansia, se così la vogliamo definire della ragazza <Umh, non riuscirai a calmarti vero? A stare rilassata?> beh, logicamente per i due sono situazioni diversi. Per la Yoton è una questione di cuore, mentre per il Doku, beh, una questione di soldi. Vivono la situazione in maniera diametralmente opposta <Beh, in ospedale dovrei andarci anche io> deve farsi sistemare un po' <Però come paziente, magari andiamo insieme> quell'insieme, ogni volta che lo pronuncia gli sembra di avvertire una coltellata al cuore. Finalmente il treno pare arrivare e non vede l'ora di sedersi, di poggiare le sue belle chiappette d'oro sui dolci sedili del treno. Solo ora gira appena il collo verso la femminile figura <Si, verrò con te, l'ho promesso> e le promesse il giovane le mantiene sempre <Ma dovrò anche svolgere alcune commissioni> mette in chiaro le cose <Ma ti aiuterò, del resto il tuo ragazzo ha qualcosa che mi appartiene> la mano destra esce dalla tasca e inforca rapida la sigaretta. La lancia via, lontana rilasciando poi una densa nuvoletta di fumo, l'ultima prima del viaggio <Su, saliamo> termina così il giovane, pronto a salire su quel treno che lo ha tenuto impegnato per qualche missione.

14:13 Hikari:
  [Binario] E’ talmente agitata che il suo accompagnatore ha subito capito il suo stato d’animo, eppure non pensava di darlo molto a vedere. Sembra così calmo lui, da un lato lo invidia. Non avrebbe mai voluto che una situazione simile si presentasse, ormai è chiaro, cristallino, che qualcosa è andato storto nella vita di Shitsui, e vorrebbe che non fosse mai successo, vorrebbe non aver mai partecipato a quel torneo e vorrebbe non aver dovuto combattere proprio contro di lui. Il solo ricordo le lacera lo stomaco. Scuote appena la testa, come se fosse utile a scacciare tutti i pensieri. Che illusa. < Come posso rilassarmi? > risponde, cercando di non alzare la voce. < Potrebbe essergli successo qualsiasi cosa. > si porta una mano sul viso, chiudendo entrambi gli occhi. Un’espressione chiaramente sull’orlo di una crisi, sta cercando in tutti i modi di rimanere composta. < Potrebbe addirittura essere… > non completa la frase, non vuole dire quella parola. Non lo sopporterebbe, non ce la farebbe, non riuscirebbe mai ad affrontarlo. Lei non conosce la morte, non l’ha mai conosciuta, e non vuole che accada proprio in questo modo. < Va bene, andremo insieme. > nonostante la compagnia non sia delle migliori, da un lato è contenta di non essere da sola, perché se dovesse davvero scoprire il più terribile dei finali, beh, avere qualcuno vicino la aiuterà di certo a non perdere completamente il senno. Non conosce il motivo per cui il Doku debba curarsi, e al momento non ha neanche un minimo spazio nella mente per porvi i suoi problemi. Però forse da un lato parlare di altro potrebbe aiutarla a distrarsi, eppure nonostante ciò non chiede ulteriori informazioni. < Non ti terrò legato a me, avrai tutto il tempo per fare le tue commissioni. > riapre gli occhi, puntandoli verso il treno che ormai è fermo davanti a loro. Si parte, finalmente. < Spero solo che quel qualcosa che ti appartiene non lo abbia fatto finire nei guai. > lapidaria e gelida la Yoton, che ha già messo in chiaro con il ragazzo quello che potrebbe accadere in caso lui c’entrasse in tutta questa faccenda. Poi, al suo incitamento, sale sul treno, seguendolo fino a raggiungere i loro posti. Passerà in fretta il viaggio?

14:27 Zashiki:
 Finalmente, dopo aver sistemato i bagagli si può sedere. Un movimento fluido, elegante che rispecchierebbe l'indole del ragazzo. Una volta seduto accavallerebbe le gambe, la destra sopra la sinistra e le mani verrebbero poggiate sulla coscia destra, formando così una posa quasi statuaria. La lingua schiocca rapida sul palato del giovane <Ci sono tanti modi per calmarsi, basta poco> molto poco, anche un solo tocca da parte del giovane ragazzo, ma questi sono particolari. Ascolta tutto quello che ha da dire e solo la fine si permette di parlare, restando disinvolto e parlando in maniera dannatamente lenta <Morto> sibila come un serpente <Potrebbe essere morto e tu non avresti potuto fare niente per salvarlo> la sta preparando a tutto. In effetti al giovane non importerebbe nulla della morte del ragazzo, ma alla compagna di viaggio si, forse troppo <Sappi che sono i Kami a scrivere la nostra storia, la nostra vita e se loro hanno scritto la parola fine a quella del giovane Shitsui, beh, ne io, ne tu ne abbiamo colpa o di certo avremmo potuto fare qualcosa> parla, parla, parla. Una cantilena quasi ipnotizzante, ma del resto è una sua peculiarità, no? Annuisce nel sentire quelle parole, ci sperava <Bene, sono contento tu possa capire> si riferisce alle proprie commissioni. Peccato che la ragazzina sia ignara di che tipo di commissioni si tratta. Portare la Yakuza a Konoha, questo è il suo compito, senza dubbio. La lingua bagna appena le pallide labbra del Kusano prima di rispondere un ultima volta alla ragazza <Oh, non penso, altrimenti ti avrei detto con certezza che era morto> già lui non transige, di solito usa il pugno di ferro <Quindi, a meno che qualche persona che conosco ha deciso di farmi qualche brutto scherzo, posso assicurati che non ci sono dietro io> ed è così. Per una volta che dice la verità. Un ultima pausa prima di cedere la parola alla ragazza <Devi preparati a tutto, ma se vedo che potresti diventare dannosa per me, ma soprattutto per te, non esiterò a farti fare la nanna, ti avverto> non vuole rischiare di rovinarsi il soggiorno a Konoha. Non se lo può permettere e ora la ragazza è avvisata <In sostanza, niente cazzate> conclude il giovane principe del male, fissando fuori dal finestrino.

14:45 Hikari:
  [Binario] Si accomoda di fianco al ragazzo, che ha occupato il posto vicino al finestrino, quello che avrebbe voluto lei, ma sarebbe infantile mettersi a discutere per una scemenza del genere. Ha cose ben più importanti a cui pensare, anche se non vorrebbe farlo. Ha la sensazione che il cervello stia per collassare, si sente davvero sull’orlo del baratro. Un nuovo baratro, precisamente. La parola che lei non ha voluto pronunciare, quella che la spedirebbe dritta verso la perdita della ragione, riecheggia tranquilla nelle proprie orecchie, pronunciata dal Doku che le siede accanto. Un senso di vuoto la invade, lasciando che gli occhi si spalanchino e si immobilizzino per un breve istante, prima di voltarsi e puntare con prepotenza il fautore di quell’affermazione. < Cazzo, Zashiki. > secca e alterata allo stesso tempo. Perché diamine ha voluto dirlo? Se fosse stato necessario, e non lo era, lo avrebbe fatto lei. < Era davvero il caso di precisarlo? > ha ragione però, lui, lei non avrebbe potuto far nulla. Però come avrebbe potuto? In nessun modo, per la miseria. Quel cretino è scomparso senza dirle nulla, cosa avrebbe dovuto fare lei? Cercarlo, sì, lo sta facendo adesso, dopo aver parlato con Ikkino e Zashiki, gli ultimi che hanno avuto un qualche contatto con lui. Ma come poteva sapere lei se fosse in un guaio o se avesse solamente deciso di non volerla vedere più, di non tornare più a Kusa? Vorrebbe prenderlo a pugni e allo stesso tempo stringerlo talmente forte da impedirgli di sparire ancora. Che pene le sta facendo passare, e chissà quali sta passando lui. < I Kami… non so se crederci. > e torna a guardare dinanzi a sé, affondando poi nel sedile, scivolando lentamente verso il basso. Il tempo passa e il paesaggio scorre sotto i loro occhi. Purtroppo il Doku non ha fatto altro che peggiorare la situazione, facendola agitare ancora di più. Dorme poco la notte, in preda all’ansia e vittima dei propri incubi. Probabilmente lui vuole solamente prepararla al peggio, ma avrebbe preferito che evitasse. < Lo spero. > è certo l’altro della vita di Shitsui, e se così fosse, avrebbe una paranoia in meno. < Nessuna cazzata, non me lo sogno nemmeno. > sospira, portandosi le mani sul ventre. < Voglio solo ritrovarlo. >

14:58 Zashiki:
 Continua a non guardarla, ancora per poco. Ne riesce a percepire le emozioni, si, può farlo. In fondo il giovane Doku non è mai stato un grande combattente, forse non è portato, ma le persone, diavolo se le capisce le persone. Un oratore esperto, un predicatore, il diavolo. C'è un motivo se alle volte lo chiamano così. Non appena sente le prime parole della ragazza gira di scatto il collo e con quegli occhi blu, gelidi la fissa. Cerca di penetrare la vista altrui <Perché?> risponde alla domanda con una domanda <Perché devi essere pronta> secco il ragazzo, solo ora il tono di voce del ragazzo si altera leggermente, del resto lui la morte l'ha conosciuta più e più volte, l'ha guardata in faccia e la conosce <Tu devi imparare ad affrontare la morte> spiega il ragazzo <Sei un ninja e come tale arriverà il momento in cui dovrai strapparla> piccola pausa <Sei un essere umano e come tale arriverà il momento in cui i Kami verranno a strappartela> un discorso macabro, senz'altro, ma un discorso fatto con il cuore, un discorso sincero, un discorso vero. E si sa, nulla fa più male della verità <E' inutile agitarsi anzi, può persino essere deleterio, quindi, finchè la cosa riguarda anche a me, smetti di farlo> ci tiene, ama i lavori puliti, odia che qualcosa vada storto. Lo sguardo ora torna fuori dal finestrino, fissa il paesaggio che scorre e nel mentre parla alla ragazza <Per quanto riguarda i Kami, non posso dirti di crederci o meno, ma con il tempo ho imparato a farlo> spiega <Loro sono sopra di noi, ci seguono, alle volte ci danno contro ma alle volte ci aiutano e io devo ringraziarli per avermi aiutato> anche qui riporta semplicemente la verità. Deve molto ai Kami e ai monaci che lo hanno aiutato a debellare quella che era la sua schizofrenia. Pochi istanti e decide di alzarsi, fa qualche passo sino ad arrivare nel corridoio <Siediti li se vuoi, mi sono rotto il cazzo di stare seduto> già? Ma come? Qui qualcuno odia i viaggi? A quanto pare si. Sta di fatto che l'ultima dichiarazione lo porta a sospirare <Ed è proprio questo che mi preoccupa> conclude scuotendo un poco la testa.

15:11 Hikari:
  [Binario] Veloce lo scatto con cui l’altro si volta verso di lei, con quel suo sguardo gelido, fermo. < Ho capito che vuoi prepararmi al peggio… > comincia, con voce apertamente preoccupata < Ma in questo momento non ce la faccio a reggere un’ipotesi simile. > dice, portando poi la mano destra tra i capelli che le ricadono sulla fronte. < Se vuoi che riesca a concentrarmi in questi giorni, non farmi impazzire, ti prego. > quasi una supplica quella di lei, che non vuole peggiorare la situazione ulteriormente. Più avrà la mente libera, più riuscirà a portare avanti le ricerche in modo pulito e senza fare troppi casini. < E’ che… una sua ipotetica morte sarebbe diversa da quella di un nemico. > sospira, abbassando lo sguardo < Capisci? > non che per lei sarebbe facile uccidere qualcuno, tutto il contrario, però l’idea della completa scomparsa della persona che ama… la annienta completamente. Un pensiero egoista ma del tutto normale, no? < Io lo amo, Zashiki. > chiude gli occhi, umettando appena le labbra con la punta della lingua < E se non dovesse tornare più, io… > e le serrerebbe ora, stringendo forte le palpebre. I peggiori scenari le si parano davanti, ma non vuole vederli, non vuole viverli. Un lungo sospiro prima di riaprire gli occhi, giusto in tempo per vedere l’altro alzarsi e dirigersi verso il corridoio del vagone. < Beh, è un bene che ti abbiano aiutato. > asseconda poi il suo invito, non sapendo se l’abbia fatto per gentilezza oppure perché davvero è già stanco di stare seduto. E’ seduta quindi ora vicino al finestrino, cui appoggia subito il capo, rivolto però verso Zashiki. < Perché ti preoccupa? >

15:24 Zashiki:
 Le mani si infilerebbero nelle tasche e lentamente accarezzerebbero il pacchetto di sigarette <Dannazione, voglio fumare> sibila con un tono di voce basso ma comunque percepibile. La guarda ora, senza staccare da lei lo sguardo <E' questo il problema, se non riesci a reggere adesso quell'ipotesi, se tante volte diventasse realtà, come pensi di reagire? Come pensi di poter controllare un tale peso emotivo?> schiocca la lingua sul palato, di nuovo. Guarda ora al di fuori del finestrino, in lontananza <Non è diversa, è sempre morte> afferma <Che sia del tuo migliore amico, di tua madre, del tuo fidanzato o del nemico, è sempre morte> deciso il ragazzo a farla ragionare <Ecco, il male del male, l'amore> borbotta. Odia quella parola, lui non crede nell'amore. A cosa serve quello sciocco sentimento? A farti perdere la testa? A mostrare le tue debolezze <Che cosa stupida l'amore> continua il giovane, ora leggermente adirato. Tasto dolente? A quanto pare <L'amore causa morte, decisioni stupide, debolezza, noi ninja non possiamo provare amore> la vede così la giovane salamandra. Del resto lui non ha mai ricevuto amore, anzi, per colpa di quel dannato amore ha perso la possibilità di vivere una vita normale <Tu non sarai in grado di ragionare, sappilo> la prima volta spaventa a tutti la morte, ma quando ci fai l'abitudine, beh, ci fai l'abitudine. La lingua si muove ancora sulle pallide labbra del ragazzo <Cosa faresti? Suicidio? Depressione? Butteresti la vita per questo?> vuole testarla? No, questa volta no. Sta solo cercando di farla ragionare e nel mentre cerca di continuare il proprio lavoro di mental coach <Il non pensare di fare cazzate è in se una cazzata, devi considerarle se vuoi evitarle> continua la spiegazione. Fatto ciò ruoterebbe il busto per fissare il fondo del corridoio e alzando la voce chiosa <Tra quanto cazzo ci fermiamo, devo fumare> non ama restare fermo, fare nulla, non fa proprio per lui <Maledizione> impreca leggermente, è stanco di star fermo e osservare.

15:40 Hikari:
 < Credo che se anche mi preparassi mentalmente, se tutto questo dovesse diventare realtà, tutta la preparazione andrebbe comunque in fumo. > è ferma su questa decisione, d’altronde non si può sapere come si reagirà a qualcosa finché quella cosa non accade. E’ facile parlare, sempre, ma quando poi i fatti si presentano è tutta un’altra cosa. Poi ecco che si lancia in un monologo sull’amore. Ammette che da lui si sarebbe aspettata un discorso simile, non la sorprende più di tanto. < L’uomo è debole anche senza l’amore, perché se non è amore ci sarà comunque qualcos’altro a distrarlo, a confonderlo. > non ha mai fumato, ma in questo momento vorrebbe anche lei una sigaretta. Più per tenersi occupata, forse. Lo stress le sta facendo venire i capelli bianchi. < E’ per questo che ci sei tu con me. > una risposta all’insinuazione di lui. E’ vero, sicuramente non riuscirà a ragionare, perciò è un bene che non sia sola. Ha bisogno di qualcuno con il punto di vista come il suo per tenerla con i piedi per terra. < Ma quale suicidio… > sbotta a denti stretti. < Non butto via la mia vita, ma non so come potrei riprendermi. > ammette, a sguardo basso. Non vuole incontrare quelli dell’altro, almeno non per il momento. Non ha neanche la forza di pronunciare la parola “morte”, come potrebbe sostenere ora lo sguardo di qualcuno che sta provando a fargliela affrontare? < Tu dici? Forse hai ragione. > è vero, forse dovrebbe pensare a tutte le cavolate che potrebbe evitare di fare, quanto meno per riconoscerle quando le si pareranno davanti. Eppure, a volte quando non si vuole fare qualcosa, si è più spinti a farlo. Ed è un fottuto controsenso. < Credo che la prossima stazione non disti molto. > [End.]

15:53 Zashiki:
 Scuote le spalle il giovane <Si forse hai ragione> effettivamente ogni volta che ha visto la morte, lui non era preparato, non le prime volte. Sbuffa nel sentire come la ragazza si improvvisi paladina dell'amore <Oh si, come no> e nonostante tutto ha ragione. Perché se non c'è l'amore, beh, c'è l'odio e forse l'odio è veramente più pericoloso dell'amore. Però questi sono i contrasti che dipingono la bianca tela della vita umana e di certo non sta a noi misere figure di quello che è un gran dipinto comprendere le scelte del pittore. Ci sei tu con me. Oddio, perché lo hai detto, ora si attiverà <Lo so, ed è proprio una fortuna per te avere me al tuo fianco> piccola pausa <Sono bello, affascinante e persino un bravo combattente> mente, mente spudoratamente <Quindi si, sei fortunata> la sua vena Narcisistica. Sospira <Meglio così dai> il suicidio è brutta cosa a meno che non sia una persona come Zashiki a provocarlo e questo non sarebbe proprio il caso <Comunque hai ragione non ci pensare> cerca di sviare il discorso ora. Infondo nulla è certo <Dai pensa positivo, magari è da qualche parte che si gode la vita con un'altra ragazza anche più carina e simpatica di te> un piccolo sorrisetto. Cerca di tranquillizzarla ora? Forse. Oppure la prepara a quella che potrebbe essere una situazione ben peggiore, tradimento. In quei casi la gente impazzisce veramente. Ma ora non importa, hanno davanti un lungo viaggio, persino troppo lungo e il giovane lo sa <Fanculo> odia aspettare, lo odia veramente <Cazzo era ora, levatevi dalle palle, sarò io il primo a scendere> mamma mia, qualcuno gli dia una camomilla <Io mi agito eh, lo faccio, non scherzo> conclude borbottando avviandosi verso la porta, appena il treno sarà fermo fumerà e lo farà per ogni stazione. [End]

Hikari e Zashiki partono per Konoha, entrambi sulle tracce di Shitsui. La genin non conosce il vero motivo per cui il Doku sta partendo con lei, e probabilmente mai lo saprà: portare la Yakuza nel villaggio della Foglia.