Vendetta per una pace

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14:01 Hikari:
 Nuovo giorno a Kusagakure. Quanto tempo è passato da quella volta nel Bosco dei Ciliegi? Dal giorno in cui Hikari, genin del villaggio, ha avuto modo di assistere ad uno spettacolo a dir poco unico, ma allo stesso tempo straziante. L’urlo di dolore di quel ragazzo le riecheggia continuamente nelle orecchie, salendo lento e inesorabile fino al cervello, dove ha deciso di piazzare le tende. Non può dimenticarlo, non ci riesce. Quella notte, o meglio, quella mattina, dopo aver passato le ore di buio al di sotto del maestoso ciliegio che fa da sovrano in quel parco, è tornata a casa quasi tremante. Non ha chiuso occhio in quel lasso di tempo, è rimasta ad occhi socchiusi in ascolto del cuore del Chuunin, che batteva di dolore. Un battito, un grido. Quando ha rimesso piede in casa si è gettata sul letto in cerca di una pace astratta che avrebbe potuto placare il tormento che il ragazzo ha voluto condividere con lei. Il viso era ancora imbrattato del suo sangue, nonostante la pioggia, e prima di lavarlo via ha esitato diversi minuti dinanzi allo specchio. “ Ti maledico.” Parole che non l’abbandonano mai. Il peso della maledizione grava su lei minuto dopo minuto, ora dopo ora. Eppure, non dovrebbe avere un’intenzione positiva? Sì, una positività tradotta in protezione che tuttavia stona con la sua definizione. “Maledizione.” Sarà vera? O sarà stata tutta una scena del Chuunin per intimorirla? Quel Chikage… non lo capisce. Anzi, non capisce né lui, né Koichi. Sono un’enorme rebus, all’apparenza impossibile da risolvere. Nonostante tutto, ha comunque trovato la forza, e il coraggio, di mettere il naso fuori di casa. Un enorme sole splende sul villaggio, creando in lei una certa sorpresa. E’ sempre così piovoso, lì. Prima la gamba destra, poi la sinistra, ed eccola in strada. Passo dopo passo si immerge in quel bagno di luce che quasi le infastidisce gli occhi. Avanza nella vietta, diretta verso la strada principale di quel ramo di Kusa. Cammina senza meta, come molte volte fa, indossando abiti piuttosto estivi: pantaloncini in cotone neri e una canotta bianca. Le mani sono nascoste nelle tasche e avvolte dai guanti ninja. Ai piedi, gli anfibi bordeaux che ormai a sostituito a quelli neri. I capelli, mossi, sono legati in un’alta coda di cavallo, atta a proteggere in qualche modo la nuca da quel caldo. Passeggia, o meglio, cammina per le strade, fino a giungere dinanzi al locale in cui si è recata qualche giorno prima. < Kukoku. > legge sull’insegna. Sembra uno scioglilingua. Sa bene a chi appartiene quel posto, ed è per questo motivo che non vi entra, ma si limita a guardare dall’esterno. Anche perché non è ancora orario di apertura.

14:24 Zashiki:
 Giorno mondo, questo sarebbe un inizio perfetto, il modo migliore per iniziare una giornata. Ma siamo sinceri, quante volte capita di potersi svegliare e gridare fuori dalla finestra: buongiorno mondo. Poche, molto poche. I ritmi di una società sempre più evoluta, forse, e sempre più veloce, certamente, ti impediscono di goderti quella che è la bellezza sovrannaturale di un mondo che sempre meno viene apprezzato. Sono in molti ad avere questo problema, vivere una perenne situazione di conflitto tra quelle che sono le necessità e quelli che sono i desideri. Tra questi c'è anche Zashiki, l'antieroe per eccellenza. Colui che si è dovuto adattare alla società moderna, perchè si sa, sopravvive solo chi riesce ad adattarsi e lui deve sopravvivere. Eppure in cuor suo aleggia un solo desiderio, poter vivere una vita tranquilla, con una piccola casetta sulla spiaggia di un qualche mare, di un qualche villaggio. Senza dover pensare ai soldi, al lavoro o a sopravvivere. Vuole solamente godersi quel piacevole fruscio provocato dal vento che si scontra con le verdi foglie delle palme. Vuole poter odorare il sapore di mare, saggiarlo giorno dopo giorno. Fissare il moto del mare e guardare all'orizzonte con occhi vuoti, privo di pensieri ma con pace interiore. Vorrebbe farlo e magari un giorno potrà farlo, ma quel giorno non è di certo oggi. Non è oggi semplicemente perchè, come fa tutti i giorni, percorre la strada che lo porterà al locale di sua proprietà. Un locale che ad ora sarebbe chiuso, ma va sistemato, va fatto l'inventario e un altro milione di cose. Lavoro, lavoro e ancora lavoro. Non ha avuto tregua da quando è tornato <Come se non bastasse il locale, ora devo pure pensare alla recluta> borbotta il ragazzo. Tanti pensieri, tante cose da fare e poco tempo per potersi rilassare, godersi la natura, la vita. Vorrebbe solo quello. Il Doku quest'oggi indossa degli abiti comodi, estivi. Una maglietta a maniche corte nere viene parzialmente coperta da una camicia a maniche corte, bianca e sbottonata, con delle ananas nere a decorarla. Per quanto riguarda le leve inferiori ha un paio di jeans corti e delle scarpe nere, comode ma sempre raffinate. I capelli corvini sono parzialmente coperti da un cappellino di paio nero e gli occhi, con tanto di occhiaie vengono nascosti da un paio di occhiali da sole. Sulla bocca una bella sigaretta fumante e nella mente la speranza di vivere una giornata tranquilla. Pochi passi e sarà davanti al locale, un sospiro, profondo che può essere udito da chiunque preannuncia la sua entrata in scena.

14:39 Hikari:
 Osserva distrattamente il locale. Forse dovrebbe farci un salto e parlare, suo malgrado, con il proprietario, ovvero l’ultima persona che vorrebbe vedere sulla faccia della terra: Zashiki. Proprio quest’ultimo, durante un loro incontro proprio in quel locale, ha rivelato importanti informazioni che potrebbero essere fondamentali alla genin per poter ritrovare il suo amato Shitsui. Esatto, il Doku sa, e ha esteso la propria conoscenza anche a lei. La giovane non conosce ancora i dettagli dell’accordo stipulato tra i due, ma sicuramente non è sulla di buono, se lo sente. Lo sa. L’ennesimo motivo si aggiunge alla lista che decreta Zashiki Mado come nemesi ultima della Yoton. Sin dal primo giorno di permanenza nel villaggio dell’Erba, è stato per lei una persecuzione. Ma chissà se questo desiderio comunque di mettersi sulle tracce del ragazzo scomparso riuscirà a creare un ponte, piccolo che sia, tra i due. Potrebbero concedersi una tregua per qualche tempo, al fine di raggiungere l’obiettivo comune. Certo che il solo pensiero che Shitsui sia potuto scendere a patti con un tale elemento la disgusta. Se solo avesse saputo, già, se solo lei avesse avuto il tempo di parlargli di che tipo è Zashiki… probabilmente non avrebbe voluto neanche lontanamente conoscerlo. Ma è inutile piangere sul latte versato. Un sospiro attira l’attenzione della ragazza, che immediatamente di volta nella direzione di provenienza. Parli del diavolo, pensa. Eccolo qui, il re del locale. C’è qualcosa di diverso in lui, tuttavia. Non indossa abiti raffinati quest’oggi, bensì un semplice abbigliamento estivo, proprio come lei. Sembra quasi un tipo normale. < Avrei dovuto immaginare di trovarti nei paraggi. > un tono piatto, che non trapela né allegria, né delusione. Si potrebbe dire il tono di voce più classico che esista. Sembra stanco, il ragazzo, stanco e forse anche affranto. Chissà quello che fa nella vita, se lo è sempre chiesto. Ha avuto modo di incontrarlo solo nella quotidianità, e da poco ha scoperto essere proprietario di un locale. Quello che le ha fatto capire che nella vita di questo misterioso ragazzo c’è dell’altro, è stato l’accennare di lui a quel famoso patto con il compagno della ragazza. Lo guarda avvicinarsi senza neanche salutarlo, né chiedergli come sta, né se ha bisogno di aiuto. Ma alla fine, perché dovrebbe?

14:56 Zashiki:
 Il moto del giovane pare non volersi fermare, lento e inesorabile. Una piccola nuvoletta di fumo lo segue, fumo che produce lui stesso. Una volta essere giunto nei paraggi del locale potrebbe notare la figura di Hikari. Si arresta. Per un attimo, come una cometa, gli passa per la testa di andare via, cambiare strada, non vuole altre seccature, non vuole una ficcanaso come Hikari tra le scatole, non oggi. Però poi ode le di lei parole, un altro sospiro, rassegnazione questa volta. E' stato riconosciuto, onestamente come non si fa a non riconoscere un bel ragazzo come lui. Un respiro profondo, il collo si piega leggermente all'indietro e lo sguardo punta l'azzurro cielo e una discreta dose di fumo accompagna la scena. Quindi tornerebbe a muovere qualche passo verso la ragazza <Cosa avrò fatto di male?> borbotta a voce bassa ma ben udibile <Ci mancavi solo tu, che i Kami mi stiano punendo?> è possibile, anzi è l'unica spiegazione plausibile a questo periodo. Si arresta a pochi metri dalla ragazza e la fissa. Non con il solito sguardo freddo, da serpente, ma ben si con uno sguardo normale, di chi è stanco di tutto. Piccola pausa, ultimo tiro di sigaretta e poi la farebbe cadere al suolo prima di schiacciarla delicatamente e spegnerla <Cosa ci fai qua?> è curioso, che senta la mancanza del giovane Yakuza? Possibile anche se improbabile. Non accenna a muoversi, attende della risposte ora dalla ragazza. Hikari potrebbe anche notare che quest'oggi il volto del ragazzo non è coperta dalla quasi onnipresente maschera di ghiaccio. Oggi si è sciolta alla luce del sole, oggi, per la prima volta, forse, Zashiki è semplicemente Zashiki. Senza trucco o inganno. E' stanco, anzi forse è proprio stufo.

15:08 Hikari:
 Si ferma a qualche metro da lei, visibilmente deluso di averla incontrata. E per di più davanti al suo locale. Per come son messe ora le cose, potrebbe pensare che si sia palesata lì in cerca di qualcosa, magari per estorcergli ciò che non è riuscita a sapere la volta scorsa. Ma in realtà, è lì semplicemente per caso. Scruta il giovane Doku, aspettandosi da lui una qualche occhiataccia o frecciatina, ma nulla. E’ diverso oggi, e non solo nel vestire. C’è qualcosa nel suo atteggiamento che non lo definisce più come “lo psicopatico Zashiki”. Che i monaci di cui ha parlato lo abbiano davvero curato? Le piace ciò che vede, la fa sentire più a suo agio, ma ciò non significa che abbasserà le difese in sua presenza. < Hey. > dice, quasi minacciosa. < Sono sicuramente io quella non contenta di vederti, qui. > come se ormai fosse un ruolo per lei essere scettica nei confronti del ragazzo. Sì, si potrebbe dire che ormai ci ha fatto l’abitudine, e può essere un bene come può non esserlo. Forse dovrebbe dargli un’altra occasione, per dimostrarle di essere effettivamente diverso. Ci penserà quando tutta questa storia di Shitsui sarà terminata. Al momento ha bisogno di lui per poter avere delle risposte, non è il caso di allontanarlo. < Uhm, sei strano. > porta entrambe le mani sui fianchi, assottigliando gli occhi. < Intendo, più strano del solito. > completa, risultando divertente a lei stessa. Un altro motivo per cui, al cospetto di colui che detesta, si sente meglio: la protezione lontana che Chikage le ha imposto. Se ciò che ha detto è vero, nessuno ha il potere di farle alcun male. O meglio, se dovesse accadere, sa che costui verrebbe punito. Sente aleggiare sopra di sé una nuvola immaginaria, piccola e viola, come le macchie lasciatele sulla pelle dal Goryo, che simboleggia per lei quella protezione maledetta, letteralmente, impostale. < Ero di passaggio, ma ora che ci sei, vorrei parlarti. >

15:22 Zashiki:
 Scuote la testa vistosamente <Si, eri di passaggio> borbotta di nuovo <Dillo che non mi vuoi dare tregua> parla lento, come sempre. Tra il caldo e la stanchezza è veramente cotto. Rimane fermo, non si muove neanche di un centimetro <Sei davanti al mio locale, o ci abiti o non puoi dirmi che non mi vorresti vedere qui, sai ci lavoro, idiota> continua con quella cantilena <Lascia perdere, non ho voglia di incazzarmi oggi> già, non ha proprio voglia. Sarà un bene o meno? Chissà. Di certo l'umore del giovane Doku non è di buon auspicio, però mai dire mai nella vita. Pochi istanti e il giovane si arma di sarcasmo <Oh, pure te vuoi parlarmi, chi diavolo sono diventato una cabina telefonica? Maledizione> continua a borbottare <Devo fare un biglietto da visita, se hai bisogno di qualcosa chiedi a Zashiki, tanto non ha mai un cazzo da fare> e non intende fermarsi, anche se il corpo lo obbliga, deve prendere fiato. E lo fa, deve farlo se non vuole morire soffocato anche se ad ora morire non sarebbe una brutta cosa. Alza nuovamente lo sguardo al cielo, come a ricercare una calma superiore, deve calmarsi, assolutamente. Fa alcuni respiri profondi, cerca di rilassarsi, per quanto gli sia possibile <Strano, avete sentito, mi vede più strano del solito> sarcasmo, sarcasmo e ancora sarcasmo. Vorrebbe calmarsi, veramente, ma non gli pare possibile al momento. Proprio no <Sai come è, quando lavori tutti i giorni senza tregua, è normale essere> e mima il gesto delle virgolette <Strani> altra piccola pausa <Ma tu forse non lo sai visto che non lavori, ti vorrei vedere anche solo a fare la cameriera nel mio locale, poi vediamo chi è strano> è una richiesta di lavoro, assolutamente no, è solamente un esempio. Ma verrà captato così dalla ragazza? Chissà, quella è tutta strana. Un ultimo profondo respiro prima di placarsi definitivamente <Ormai ci siamo> fa spallucce <Di cosa mi devi parlare?> termina il ragazzo.

15:33 Hikari:
 < Sì, Mr. Simpatia, ero di passaggio. > sbotta lei, incrociando le braccia al petto. Avrà anche un’aria più “normale”, ma è più pesante del solito. Quale grande errore ha commesso fermandosi davanti al suo locale, che grande errore rivolgergli solo la parola. Certo che non impara mai, la ragazza. E’ chiaro che l’altro sia agitato per un qualche motivo a lei ignoto, e forse è meglio così. Non vuole immischiarsi nelle sue cose, ma solo in ciò che riguarda anche lei. Il problema ora è che lui, con questo atteggiamento, ha completamente cambiato le carte in tavola. Che palle, pensa la genin, già stufa e pentita di questo incontro. < Senti, se hai le mestruazioni non è mica colpa mia. > incalza, lasciando che nella propria voce possa notarsi un minimo sempre crescente di alterazione. Come ha solo potuto pensare di poter dare un’occasione a questo qui? Forse, è addirittura cambiato in peggio. < O tanto meno se hai deciso di gestire un locale. > facile scaricare la propria frustrazione verso qualcuno, vero Zashiki? E’ visibilmente agitato, e pare anche volersi calmare, ma invano. Scuote il capo la ragazza, che ora non vorrebbe altro che girare i tacchi e andarsene. < Non lavorerei mai per te. > risponde immediatamente, voltando lo sguardo, con atteggiamento che potrebbe definirsi offeso. < Mi dispiace anzi per chi ti aiuta. > non vuole dargli un attimo di tregua, proprio come lui sta facendo con lei. Lo avesse saputo, non sarebbe uscita neanche oggi. < Lascia perdere, mi hai fatto passare la voglia. > e gli darebbe le spalle, lanciandogli quella provocazione che potrebbe anche non ricevere risposta. E’ la verità, però, non le va più di chiedergli ciò che voleva, almeno per adesso. Forse in futuro, se il signorino si mostrerà più calmo.

14:02 Zashiki:
 Scuote la testa <Si, scusa> Zashiki che chiede scusa? E che strano evento è? <Sono stati giorni duri, stressanti> sospira di nuovo <Voglio una cazzo di vacanza, voglio andarmene al mare> si, lui è fedele al suo nuovo ideale, la tropical life. Una vita tranquilla, vissuta tra mare, spiaggia, alcol, musica e feste lungo mare. Ah, quanto gli piacerebbe, ma di certo non è per ora. <Non ho le mestruazioni> incalza il giovane cercando di restare calmo, non vuole e non deve alterarsi, potrebbe succedere un casino <E' che una mia cameriera si è prese le ferie ed è un casino> mente, in parte, ma mente. Il motivo è un altro, ha molte cose in ballo con la Yakuza e quello del gestire il locale è minore dei problemi. Ma lei non lo deve sapere <Hai ragione, però ha i suoi benefici gestire un locale> stress, tanto stress ma anche una bella dose di informazioni, tante tante. Del resto si sa, in vino veritas. Avrebbe minimo venti motivi diversi ora per uccidere Hikari con le proprie mani ma lo ha promesso ai monaci e a se stesso. Niente più combattimenti, o meglio cercare di limitarli il più possibile, gli fa male, molto male alla sua già fragile psiche <E comunque per la precisione sono un gran capo e datore di lavoro> modestia a parte è la verità, un bravo capo è colui che si circonda di validissimi aiutanti e giorno dopo giorno sta crescendo questa sua schiera di pedine. Si calma dunque il ragazzo <Vuoi qualcosa da bere?> afferma muovendo qualche passo verso il locale <E se vuoi mi dici quello che mi volevi dire> conclude. Ma perchè con lei si comporta così? E' strano, tanto strano. Dunque andrebbe ad aprire la porta che come al solito è socchiusa e non chiusa completamente lasciandola aperta alla ragazza. Educato e galante, ci tiene alla sua immagine, alla sua raffinatezza anche se molto spesso può sembrare il contrario. Una volta entrato si avvierebbe al bancone <Prendi uno sgabello e siediti se vuoi> il tutto detto con una tonalità vuota, priva di un particolare accento, lenta ma presente, la sua voce si nota sempre. Carismatica, decisa, abbindolante.

14:16 Hikari:
  [Locale Kukoku] Un momento, non crede di aver capito bene. Una parola particolare è volata diritta verso la ragazza che, a dir poco sorpresa, la sta ripetendo più volte dentro di sé per capire se sia stata una propria invenzione oppure l’altro l’abbia pronunciata realmente. Lei era lì, pronta sulla difensiva e ad urlargli contro l’ennesima cosa, ma non ci riesce. Sì è scusato. Lui, Zashiki Mado, acerrimo nemico della genin, le ha chiesto scusa. Certo, non che sia successo il finimondo e che quelle scuse siano la soluzione di qualcosa, ma… sono delle scuse. Delle vere scuse. Al ché, lo osserva con occhi curiosi, sbattendo le palpebre più volte. Come aveva già fatto trasparire prima, sembra avere dei problemi sul piano lavorativo, e non sembrano essere leggeri. < Perché non chiudi il locale per un po’? > in effetti, perché non prendersi una vacanza anche lui, come la sua cameriera. D’altronde, se è un periodo così duro, potrebbe affievolirlo spassandosela un po’. Ma il punto è che la ragazza non è al corrente di tutti i loschi affari che girano attorno al Doku e alla sua attività. E’ la seconda volta che si presenta nei dintorni nel bel mezzo del pomeriggio, ed è la seconda volta che lui decide di accoglierla e offrirle da bere. Ora che ci pensa, la volta precedente non l’ha pagato. < Ma non è chiuso? > domanda, spostando lo sguardo sulla porta d’entrata, notando solo ora essere socchiusa. In ogni caso, decide di seguirlo, vedendo con piacere che la situazione sembra essersi calmata, e in più il ragazzo pare essere tutto orecchi per quello che Hikari vuole dirgli. Probabilmente già se lo aspetta, poiché i due hanno un solo argomento in comune: Shitsui. < Ti ringrazio. > ah, com’è dura pronunciare queste parole verso di lui, ma diciamocelo, se le merita. Si dirige poi verso uno sgabello, come appena proposto dal padrone di casa, e lo avvicina al bancone. < Hai un succo? O qualcosa del genere? > che richiesta minimalista e scontata, ma non ha la minima intenzione di provare qualcosa che somigli al celebre “Nettare degli Dei”. Poi, se fosse stata servita, esiterebbe qualche istante prima di domandargli: < Hai notizie? > non specificherebbe di che tipologia, poiché è certa che l’altro possa comprendere. < So che mi avresti cercata tu ma… non riesco ad aspettare. >

14:31 Zashiki:
 La fissa ora negli occhi quando lei li sgrana, quasi stupita <Guarda che se sbaglio chiedo scusa> piccola pausa <Non sempre, ma so come si fa> borbotta con quella voce neutrale che non fa mai capire se è arrabbiato, felice o altro <Perchè a questi livelli, se chiudi anche per un paio di giorni rischi di perdere la clientela> e poi chi pensa allo spaccio? Ah già, quest'ultima frase la omette, del resto ci sono cose che si possono dire e altre che vanno evitate, tenute nascoste. Dunque andrebbe a scomparire sotto il bancone dove vi è un piccolo frigorifero <Che gusto?> domanda verso la ragazza, solo dopo una sua risposta emergerebbe con una piccola bottiglietta in vetro del gusto scelto dalla ragazza. Quindi prenderebbe un bicchiere di vetro e ci verserebbe all'interno il succo. Fatto ciò ci verserebbe un paio di cubetti di ghiaccio, presi da una piccola ghiaccia situata vicino al bancone e farebbe dolcemente scivolare il vitreo contenitore verso la ragazza <A te> e solo successivamente andrebbe a prendersi la sua bevanda preferita, il Bourbon, quel nettare degli dei, unica medicina alla sua stanchezza, al suo male di vivere. Estrarrebbe un altro bicchiere di vetro dalla credenza e lo riempirebbe per metà, dunque aggiungerebbe del ghiaccio e lo lascerebbe li, sul bancone. Pochi istanti prima che la destra lo inforchi e lo porti alla bocca. Un movimento rapido, ma delicato, elegante come al suo solito. Un assaggio di quella infinita bontà. Lo poggerebbe nuovamente sul bancone e tornerebbe a guardare la ragazza <No, non è mai chiuso completamente> ha un'assicurazione particolare, nessuno dovrebbe aver il coraggio di entrare nel suo locale senza permesso. Dunque perchè preoccuparsi? Ma di certo questo la ragazza non lo può sapere. Un sospiro prima di entrare in quello che pare essere l'argomento caldo <Sapevo che non eri capitata qua per una passeggiata> la lingua schiocca fortemente sul palato producendo un rumore secco <Del resto se puoi cerchi di stare alla larga da me, no?> la verità, nient'altro che la verità. Ma a lui frega decisamente poco, anzi, meno la vede e meglio è, in teoria <No, ancora niente, sto cercando di adoperarmi ma ho bisogno di informazioni aggiuntive> piccola pausa <Ad esempio quando lo hai visto l'ultima volta, dove eravate, se ha parenti in qualche villaggio o cose simili, più sai dirmi e più potrò essere preciso> un altro piccolo sorso di quel pregiato liquore e concluderebbe il discorso <Però la prossima volta vedi di seguire quello che ti dico, sarei passato da te più tardi> quasi un rimprovero, o forse è più un avvertimento, chissà.

14:48 Hikari:
  [Locale Kukoku] < Pesca > risponde alla domanda altrui a proposito del succo, rivelando così il suo gusto preferito. Le piacciono un po’ tutti in realtà, ma predilige quello che ha appena scelto. Afferra subito il bicchiere, non appena raggiunge una minima distanza dalle proprie mani dopo aver lasciato quelle del Doku. Ha caldo, e un succo fresco può aiutarla. Lo osserva per qualche istante, chiedendosi per quale motivo ora si trovi lì. Che ironia che proprio lui abbia informazioni sull’amato scomparso… proprio lui. Che sia una sorta di sfida lanciatale da una qualche entità trascendente? E’ forse un segno, o un’esortazione a stringere un qualche legame con questo ragazzo? Sposta quindi gli occhi su di lui, assorta. Li assottiglia poi, guardandolo con aria interrogativa. L’altro potrebbe trovarla alquanto buffa, forse, e allo stesso tempo inquietante. < In realtà, stavo davvero passeggiando. > dice, dopo aver bevuto un sorso di succo. Già, le serviva proprio. < Però vedendo il tuo locale ho pensato di poter avere qualche informazione. > semplice semplice, questo è stato il corso degli eventi. Ma non lo biasima per aver pensato che sarebbe stato strano recarsi lì di spontanea volontà. Però, purtroppo, Zashiki sembra essere punto e a capo, proprio come lei. Chissà se riuscirà davvero a trovare qualcosa, se riuscirà a smuovere anche un pelo le acque. La situazione potrebbe definirsi stagnante. < Oh… > delusa nell’apprendere che non ci sono stati sviluppi. Ma alla fine doveva aspettarselo, visto che non era stata convocata da lui. < Saresti passato pur non avendo notizie? > domanda, curiosa. < Non è che ti manco? > ironia, pura ironia. Anzi, verrebbe totalmente spiazzata in caso di affermazione. Ma sa che non accadrà. < Comunque… posso rispondere alla tua domanda. > e posa il bicchiere sul bancone, facendolo muovere appena verso destra e verso sinistra, continuamente. < L’ultima volta che ci siamo visti è stato a Konoha, qualche giorno dopo il nostro scontro. > che strano rivivere questi ricordi, è da parecchio tempo che non li affronta, soprattutto perché è stata presa da altro, o meglio, da situazioni piuttosto inusuali a causa di un certo Chuunin. < C’era anche Ikkino insieme a noi. > purtroppo, non può dare molte informazioni perché purtroppo non le ha, e vorrebbe tanto che le piovessero ora, dal cielo. < Lui… non ha nessuno. > non starà a raccontare la storia di Shitsui, poiché è molto intima e soprattutto dolorosa. Sono cose private. Forse, le uniche persone che gli sono state vicino nell’ultimo periodo sono Hikari e Ikkino. < Non so cosa possa essergli capitato. > sbuffa, amareggiata e triste. Ma come è possibile? Scomparire così all’improvviso, diamine. < Ho paura che possa essere stata colpa mia. > un vilo di voce abbandona le labbra di lei. < Non so se hai visto lo scontro, ma l’ho rovinato. >

15:13 Zashiki:
 Ci avrebbe scommesso <Pesca> si, la ragazza è proprio il tipo di chi ama la pesca. Ma che ragionamento è? Boh, lasciate correre. Ascolta con attenzione le parole della ragazza, strano a dirsi ma sono importanti. Eppure ne percepisce una variazione del volto, una faccia strana e un espressione buffa <Che hai, ti sembro un tipo buffo?> domanda assottigliando a sua volta lo sguardo verso la ragazza, la fissa negli occhi come a scrutarla. Attenta alla prossima risposta che dai ragazza, potrebbe esserti fatale <Tsk> scuote la testa <Mi manchi? Quello che mi manca ora è una spiaggia e il rumore del mare, punto> ma forse forse, piano piano, inizia a trovarla di piacevole compagnia. Come si dice l'equilibrio perfetto sta nel bilanciare lo yin e lo yang. Che i due ragazzi siano parte di quell'equilibrio? Chissà, solo il tempo lo potrà dire. Nel mentre la cosa importante e trovare Shitsui <Capisco, allora cercherò meglio> una piccola pausa per bere un sorso di del dorato liquore per poi proseguire <Però a questo punto mi è venuta in mente un idea migliore> si fa leggermente pensieroso abbandonando per qualche istante la sua espressione completamente glaciale <Perchè non ci facciamo una vacanza a Konoha, sicuramente li potremmo trovare qualcosa di utile a riguardo> e così posso anche sondare il terreno per l'espansione della Yakuza. Già, c'è sempre un secondo fine in quel che fa Zash, per lo meno questa volta cerca di aiutare la ragazza. Ma si fiderà di fare un viaggio con quello che è la sua più grande nemesi? Sta a lei decidere, dipenderà da quanto desiderio ha di ritrovare il suo amato Shitsui <Ah, giusto, prima che mi dimentico ho un regalo per te> un regalo? Ma siamo matti? Che sta succedendo qua? Si china leggermente sotto il bancone e apre quello che è un piccolo frigo, dove vi sono lattine, bottiglie e una torta <L'ho fatta fare apposta per te> una torta ben decorata. Ha delle decorazioni verdi e al centro c'è disegnata con della glassa una salamandra <Almeno possiamo ricominciare da capo> una volta presa in mano cercherebbe di spingerla contro la faccia della ragazza. Non con troppa forza, il giusto per fargli saggiare la sua cremosa consistenza <Ora siamo pari> afferma con un sorriso enorme, falso? No, questa volta pare essere sincero. Del resto la odiava solo per quello, perchè aveva leso alla sua figura, aveva danneggiato il suo prestigio agli occhi degli altri. Bastava così poco per riappacificarsi? A quanto pare. Ma come reagirà ora la ragazza?

15:35 Hikari:
  [Locale Kukoku] < Non sei buffo, sei brutto. > conclude, gustando un altro sorso della bevanda, soddisfatta. Le piace prenderlo in giro, anche se non ha molte occasioni in cui farlo. Continua a bere, lanciando alternate occhiate di disgusto verso il Bourbon che l’altro sta così beatamente sorseggiando. Se solo ripensa al terribile sapore che ha, le viene il voltastomaco. Un’idea? Vediamo un po’ che proposta sfornerà adesso la mente malata di questo ragazzo. Eppure, sorprendentemente, è qualcosa di buono, coerente, e a cui lei non aveva ancora pensato. Che sciocca, che sciocca! Posa il bicchiere, guardando il Doku con occhi colmi di approvazione. < E’ l’ultimo posto in cui è stato, come ho fatto a non pensarci? > esclama, portando una mano alla fronte e scuotendo il capo. Per quanto ancora ti rimprovererai, Hikari? < Però ti prego, non chiamiamola vacanza. > già, altrimenti potrebbe sembrare una gita tra amici o, peggio, tra amanti. E’ più un viaggio di ricerca. Un’altra domanda soggiunge alla mente della giovane, che mette in contrasto la proposta appena espressa dal ragazzo e la sua volontà a guidare il locale. < Ma non hai detto di dover stare dietro al locale? > forse aspetterò che torni la cameriera in ferie per partire, d’altronde non hanno ancora deciso nulla. Ma prima è meglio è, il solo pensiero di poter arrivare troppo tardi la agita. < Che? > un regalo per lei? Da parte sua? Cavolo, non sarà sicuramente nulla di buono. Lo guarda chinarsi e riemergere poi dal bacone con in mano una torta. Su di essa, una salamandra. Hikari non riesce a collegare, non conoscendo il clan di provenienza altrui. < Per me? > domanda, quasi compiaciuta. Al momento non riesce a cogliere l’ironia, e la vendetta, che si cela in quel gesto. Infatti, in meno di quanto possa immaginare, quel dolce è istantaneamente contro il proprio viso. Una vendetta dolce, come si suole dire. Immobile la ragazza, il cui respiro si fa sempre più profondo. Non riesce a crederci, non vuole crederci. Si porta le mani sul viso al fine di scoprire naso e occhi, de certo l’altro si starà godendo lo spettacolo. < Io ti ammazzo. > e di lancerebbe sul bancone, dandosi la spinta grazie allo sgabello, e, se ci riuscisse, afferrerebbe con le mani imbrattate di panna il colletto del Doku. Avvicinerebbe il viso e spalmerebbe il resto della torta rimanente sui capelli altrui. E bravo Zashiki, ti sei vendicato. Scatterebbe poi all’indietro, sullo sgabello, per aiutarsi a raggiungere il pavimento. Meglio andarsene, ora. < Fammi sapere per il viaggio. > direbbe, prima di uscire in strada, sotto gli occhi critici di tutti i passanti. [End.]

15:55 Zashiki:
 Un ghigno compare sul volto del Doku <Brutto, io?> una piccola risata molto sarcastica <Oddio, temo tu debba rivalutare i tuoi canoni estetici allora, mia cara> mia cara? Ma dai, seriamente? Bah, stanno cambiando troppe cose, troppo velocemente ma pare che vada tutto per il verso giusto. Finirebbe dunque il tanto amato liquore prima di rispondere ad Hikari con un aria quasi saccente <Perchè non sei intelligente quanto me> e l'indice destro picchietta dolcemente sulla tempia destra dello Yakuza. Si sta divertendo, può prenderla un po' in giro e di certo ciò non gli dispiace <Vacanza, per non far capire quale è il nostro intento> sbuffa dunque <Ma conosci le basi dello spionaggio?> chiede alla Yoton. Probabilmente no, però chissà, magari potrebbe smentirlo in futuro <Oh, non ti preoccupare, so a chi affidare il compito> si, ha diverse persone in mente, però ci penserà poi, non è questo il momento adatto. Ma ora, come suole dire, dulcis in fundo, la scena che da troppo tempo ha aspettato di vedere. Quella reazione, si aspettava solo quella <AHAHAHAHAH> scoppia in una impetuosa risata, sincera, spontanea. MIRACOLO. Allora sa ridere, sa divertirsi. Si ogni tanto lo fa, ma non abituatevi, succederà molto poco e non così spesso. Eppure, passano solo pochi istanti prima che la ragazza vulcano si butti contro Zashiki. Sporca il bancone, gli mette le mani addosso e poi gli svernicia i capelli con quella dolce crema. Eppure il ragazzo non smette di ridere, perchè? Ma proprio su questa dolce scena finisce la conversazione tra i due <Si, ti faccio sapere> poi la saluta con un sorriso <Goditi il ritorno a casa> e niente. Finalmente si è preso la vendetta che ha tanto premeditato. Ora? Ora deve fare le pulizie visto il macello che hanno combinato, poi? Deve parlare con una certa persona. [End]

Continuano le ricerche di Hikari a proposito di Shitsui. Purtroppo, il suo "compare" non ha nuove informazioni, ma ha bensì un'idea: recarsi assieme a Konoha, ovvero l'ultimo posto in cui il Seiun è stato visto. Sarà una buona idea? Nel frattempo, Zashiki si prende la sua vendetta.