Rivelazioni e confidenze

Free

0
0

10:00 Kaori:
 Il sole filtra dalla finestra della stanza andando a sfiorare teneramente la nivea pelle della kunoichi. Un volto candido, rilassato, pacifico nel momento del sonno. I suoi colleghi medici le hanno rifilato una certa dose di antidolorofici che l'hanno aiutata a dormire durante la notte. Il dolore ai piedi ustionati è indescrivibile e la sensazione delle fasciature attorno alla carne consumata è dolorosa. Ogni giorno passano a controllare le ferite, idratano la zona con pomate disinfettanti ed idratanti e ripuliscono la carne della pelle morta rimasta attaccata agli arti. E' una operazione dolorosa, difficile e lunga, che spesso e volentieri porta la kunoichi a gridare con tutta la sua voce. Non ha mai subito ferite così dolorose, né trattamenti così difficili e le sue giornate sono diventate estremamente complicate. Si sente sconfortata, preoccupata. Quell'uomo è sparito, Hitomu è ancora in pericolo e lei non può neppure stare in piedi per proteggerlo. Che quel mostro abbia minacciato di uccidere anche lei, poi, è totalmente irrilevante al momento. Ma, ora come ora, la giovane non pensa a niente di tutto ciò. Ora come ora Kaori è immersa in un sonno privo di sogni, indotto dai farmaci, piatto, monotono, sempre uguale. Vestita del camice ospedaliero bianco richiuso dietro la schiena, ha le lenzuola bianche a coprirla in un letto non troppo comodo, ma sufficiente a darle sollievo. Il capo è poggiato sul cuscino, il viso rivolto verso la finestra, l'espressione indifesa. L'effetto dei farmaci potrebbe svanire da un momento all'altro ormai e, poco per volta, quel nulla nel quale è sospesa va lentamente diradandosi lasciando spazio a sprazzi di colori, di pensieri, di immagini che la mente inizia a porle dinnanzi. Sprazzi di ricordi, di informazioni, di turbamenti che vengono lentamente a galla senza però ancora trovare reale consistenza in pensieri perfettamente formati.

10:18 Raido:
  [Stanza Kaori] Kaori ha affrontato una missione, ha combattuto alla magione dell'Hokage. Quando è tornata da Kusa gli ha accennato di questa missione di protezione, li per li è rimasto in silenzio, è una cosa da poco, sa quanto Kaori sia forte e sa benissimo che può cavarsela. La preoccupazione è minima ma adesso, adesso che la missione è finita è venuto a sapere di come sua moglie sia finita in ospedale dopo quel compito. L'allarmismo è giunto così come l'agitazione nel venire a sapere di una cosa tanto brutta. Non è andato a lavoro, ha mandato una lettera al palazzo del governo e non ha nemmeno aperto la sua fucina a Kusa ma si è diretto direttamente all'ospedale della foglia senza troppi indugi. Ha bisogno di vederla, ha bisogno di vedere sua moglie, sapere se sta bene o no, capire cosa l'è successo in quella maledetta magione. Ha ricevuto anche la notizia di un'esplosione e di come la stessa magione sia andata a fuoco. Cosa mai può essere successo li dentro? Non lo sa e nemmeno gli interessa, adesso vuole solo stare con lei. Indosso porta un semplice kimono bianco che giunge fino alle ginocchia; le punte basse del kimono sono rosse così come le maniche. Una cintura rossa legato e stretta alla vita per tenere chiuso il kimono mentre sotto di esso non vi è niente ed è possibile vedere e notare dei pezzi di metallo e una vestaglia un po' più pesante del normale, qualcosa di aderente al corpo ovvero un'armatura pesante per proteggerlo da possibili guai in arrivo. Pantaloni neri a ricoprire le gambe, pantaloni da ninja mentre ai piedi porta dei semplicissimi sandali neri, sempre ninjeschi. Sulla schiena ha posto la samehada, sua fedele arma in ogni situazione ed è anche la più potente di tutto l'armamentario mentre alla vita ha legato la sua katana, compagna di mille avventure che non lascia indietro. Corre per le strade di Konoha al massimo della propria velocità, corre come un forsennato senza sosta passando tra i cittadini, oltrepassa edifici, persone, non da retta a nessuno. Le leve inferiori si muovono troppo velocemente per essere controllate fino ad giungere nei pressi dell'ospedale e soffermandosi per qualche secondo davanti alla porta d'ingresso. Entra nell'edificio, lascia li la samehada e la katana <Non toccate lo spadone> intima alle guardie per poi dirigersi da un'infermiera per chiedere informazioni sulla stanza della Hyuga e, una volta ottenute, andrebbe a dirigersi con la stessa fretta verso la suddetta stanza. Corre per le scale come se non ci fosse un domani, sale i gradini 3 a 3 per fare prima fino ad arrivare davanti alla porta. Ha il fiatone, è stanco ma non gli interessa, la sua vita è dietro quella porta. Alza il braccio destro, la mano ben aperta va ad avvinghiarsi attorno alla maniglia aprendola e mostrando l'interno della stanza. Riesce a vederla, riesce a vedere la sua donna nel letto ancora addormentata <Amore mio> piano chiude la porta dietro di se cercando di fare il meno rumore possibile per poi avanzare in sua direzione. Passi lenti, tranquilli che lo portano al fianco del letto; gli occhi si posano sul di lei viso, la scrutano e un mezzo sorriso increspa le di lui labbra, un sorriso rilassato, sta bene, non ha niente che non vada, almeno in apparenza. La mano destra si muove, va ad appoggiarsi piano sul di lei capo carezzandolo per poi chinare il viso su di esso cercando di avvicinarsi alla guancia per darle un bacio, un piccolo bacio. Adesso è li, al suo fianco e nessuno può più farle del male. [Chk on]

10:35 Kaori:
 Nulla, nero, vuoto. Intrappolata in un sonno artificiale che le annichilisce i sensi. Non s'avvede d'alcunché, non ha idea di cosa capiti fuori da quel letto, di cosa succeda attorno a lei. Non sa se è giorno o notte, se è a casa o in ospedale, se sia sola o con qualcuno. Non sa nulla, non sente niente, neppure riesce a pensare. La sua mente è intorpidita, rattrappata, fa fatica a riprendere le sue normali funzioni. I farmaci l'hanno come messa in stand-by ed ora che il loro effetto sta terminando allentano molto lentamente la presa sulla sua mente. Il nero è un po' meno nero, il sonno un po' meno denso, la pace un po' meno assoluta. Iniziano ad affiorare i primi segni di risveglio nel suo corpo. Ma non sono i pensieri i primi a far breccia in quel nulla del quale è avvolta, no. E' il dolore. Inizia a diradarsi dai piedi fino alla testa una sensazione spiacevole, dolorosa, strisciante, che risale il suo intero corpo come una scossa elettrica. <Nh> nell'incoscienza, nel tepore del sonno, stringe appena gli occhi, aggrotta le sopracciglia lasciando comparire fra esse una piccola ruga. Le labbra si stringono a loro volta, un mugolio basso esce dalle labbra. Un dolore sordo, lontano, che la colpisce in ondate irregolari e scostanti, ma continue. Fitte più o meno violente che si diradano dal basso, un pizzicore continuo e fastidioso che si riverbera per gli arti inferiori. <Mhn> la fronte s'abbassa appena, le palpebre si stringono, un nuovo gemito sommesso, soffocato. E man mano che il dolore si risveglia, così è per la mente, i ricordi, i pensieri. Un gong la cui eco si ripercuote per l'intero organismo andando a richiamare a ruota ogni più piccola parte di lei, svegliandola. Si ritrova ad avvertire la stanchezza del corpo, l'intontimento della mente, riprende coscienza. Non apre ancora gli occhi, troppo stanca, desiderosa di rimanere a riposo ancora un po'. Espira dalle narici, riordina i pensieri, ricordando d'improvviso come mai senta quel dolore salire dai piedi. L'incendio. L'esplosione. La Magione. Ricorda tutto, ricorda la missione non propriamente portata a termine. Hitomu è salvo, certo, ma non sono stati loro a difenderlo, anzi... se non fosse stato per lui probabilmente sarebbe rimasta intrappolata ed incenerita in quell'inferno di fuoco e fiamme. E' stato lui a proteggerla e non il contrario e questo è un problema. Ma ancor di più il problema è che il loro nemico è fuggito, si è salvato. Malconcio, ferito, malmesso, ma vivo. Ha giurato di tornare, ha giurato vendetta e questo per Kaori equivale ad aver fallito. Hitomu continua ad essere in pericolo e lei non ha saputo difenderlo. Si sente sconfortata, le viene da sbuffare fino a quando non avverte quel caldo gesto. Una carezza. Sul capo. Un moto gentile che le smuove i capelli, delicato, indice della presenza di qualcuno. La mano è grande, calda, premurosa. Avverte i calli sui polpastrelli, la pelle leggermente ruvida sul capo. Riconoscerebbe quel tocco fra mille e subito realizza che non è tempo di dormire. Apre faticosamente gli occhi, stordita dal sonno, dai farmaci, sentendo la luce arrivarle dritta agli occhi. Mugugna, li richiude, li stringe, ruota il capo da tutt'altra direzione per sfuggire a quella luce accecante. Riapre le palpebre, s'abitua alla luce del giorno, le sbatte più volte prima di tornare a mettere a fuoco il mondo. La gola brucia ancora per via del fumo inalato, seppur in minima parte rispetto al suo ricovero. Ha la gola arida, secca, la lingua schiocca sul palato. <Mhhhn..> cerca di deglutire, fa male, ma ci prova. E solo allora lo sguardo va cercando la figura dello spadaccino, mezzo addormentato, ancora alle prese con l'effetto narcotico degli antidolorifici. <Raido...?> azzarda, fiacca, stanca, abbozzando come possibile un piccolo sorriso rassicurante.

11:07 Raido:
  [Stanza Kaori] Non ricorda quale sia l'ultima missione a cui ha partecipato Kaori, dopo gli eventi di cappuccio rosso non l'ha più vista veramente in azione e questo è un sollievo per lui, non deve preoccuparsi, non deve andare in ansia. Dopo quel piccolo inconveniente con Asia dove nuovamente Kaori gli ha ribadito di avere fiducia in lei, si ritrova a dovergliela dare in ogni caso e occasione. Gli costa grande fatica, non perchè non si fidi di lei ma bensì perchè ha paura che possa accaderle qualcosa di brutto, che possa ritrovarsi in un pericolo troppo grande da affrontare. Vaglia ogni singola ipotesi, ogni probabile cosa che possa succedere alla Hyuga e oggi tutto si è realizzato. Quella missione si è dimostrata fin troppo pericolosa per lei e le conseguenze sono la di lei permanenza in ospedale; non è quello il suo posto, lei deve stare a casa con lui, vivere con lui serenamente senza fastidi, senza problemi. Perchè le missioni devono essere così pericolose? Perchè lei deve trovarsi in questo tipo di missioni? Il cuore gli batte forte, rimbomba sempre di più nel petto nel vederla in quel letto di ospedale, non gli piace, non gli piace vederla li indifesa. D'istinto la mano sinistra va a chiudersi formano un pugno, è arrabbiato, vorrebbe uccidere chiunque abbia osato fare una cosa del genere alla sua ragazza e allo stesso tempo farlo soffrire talmente tanto da farlo pentire. Man mano che va avanti sta acquisendo una mente sempre più sadica verso coloro che minacciano l'incolumità della sua famiglia. Gli occhi permangono fissi sulla ragazza, nota come le smorfie vadano a crearsi sul di lei viso, piccole rughe che si formano sulla fronte, qualcosa non va. Forse sente dolore da qualche parte, forse sta facendo brutti sogni ma i versetti emessi sono di dolore, versetti che non presagiscono niente di buono. La bocca si apre, vorrebbe dire qualcosa, fare qualcosa ma si ritrova completamente disarmato, inutile ed inutile a conti fatti. Non può fare niente per alleviare il suo dolore, non può fare niente per renderle più bello questo momento e si odia per questa sua incapacità nel gestire una tale situazione tanto improvvisa. Resta fermo vicino al fianco del letto, non si muove, vuole rimanerle accanto il più possibile aspettando che si svegli dal di lei sonno. L'accarezza, le da un bacio per far sentire la sua presenza e qualcosa si smuove, la vede muoversi sotto le coperte. Finalmente è sveglia, spera che non sia colpa sua, spera di non averla privata del sonno con le sue mosse e poi ode il proprio nome venire pronunciato, gli occhi aprirsi dolcemente. Porta i propri a guardare in quelli di lei dall'alto in basso <Sono qui> è qui per lei, solo e soltanto per lei, niente di più conta al mondo in questo momento. Lei è al centro della sua stessa esistenza e merita ogni tipo di attenzione possibili e inimmaginabile <Come ti senti? Cosa è successo?> non riesce a trattenere le domande, vederla in questo stato lo rattrista, lo preoccupa e ogni sentimento è possibile vederlo nei suoi occhi. [Chk on]

11:26 Kaori:
 Si sente, scomoda, si sente stanca di quella posizione. Stesa da un paio di giorni, sempre in quella posa, senza potersi alzare, senza poter camminare. Lo odia. Odia questa condizione. Odia il dover dipendere dagli altri e odia il fatto di sentirsi così limitata. Soprattutto, più di ogni cosa, odia il dover far preoccupare le persone. Raido sarà stato sicuramente in pensiero per lei, così come sua madre e Kouki. E... Ren. Avrà ricevuto la notizia? Avrà saputo di quanto successo? Dovrebbe avvisarlo? Come? Iniziano a venire a galla i pensieri, le preoccupazioni, tutte le riflessioni che la coscienza porta con sé e che la fanno sentire già spossata. Espira piano, cercando di controllarsi, tentando di portare le mani a far perno sul materasso per issarsi un po' più su, per alzarsi appena e mettersi seduta, non più totalmente stesa, senza muovere i piedi. Naturalmente è impossibile riuscire a farlo senza smuoverli per niente e questo la porta a stringere forte i denti fra loro soffocando un gemito di dolore. <NGHHH> Stringe gli occhi, respira forte, a ritmo, tentando di ritrovar pace e calma e poi sente quella forte e acuta fitta calmarsi, ritirarsi, facendola sentire appena meglio. Ascolta le parole di Raido volgendo verso lui lo sguardo, cercando di risultare il più positiva e tranquilla possibile. Non vuole che la veda debole, che la veda ferita o sofferente. Vorrebbe potersi mostrare forte ai suoi occhi così da risparmiargli un simile dolore. <Sto bene, sto bene> tenta di rassicurarlo abbozzando un sorriso stanco, leggero, rimanendo seduta sul materasso con il busto dritto e le mani poggiate a palmo aperto sulle lenzuola, accanto ai fianchi. <Non è grave. Ho solo i piedi ustionati> cerca di minimizzare la cosa, ma una ferita che impedisce persino di stare in piedi forse non è così una bazzeccola come cerca di far credere. Per lo meno, comunque, non è in pericolo di vita e questo è assodato. <C'è stata una esplosione. Una parte della magione è andata a fuoco e siamo entrati dal balcone dell'ufficio di Hitomu per portarlo via> inizia a spiegare lei con la gola raschiata, in fiamme, dolorosamente graffiata. <Lui non era lì e così siamo andati a cercarlo per proteggerlo. Ci siamo divisi per trovarlo più in fretta e mi sono ritrovata in una stanza che andava a fuoco. Una trave in fiamme è caduta davanti alla porta, non potevo tornare indietro e davanti a me c'erano due degli attentatori> continua il racconto lei, prendendo di tanto in tanto una piccola pausa, la mente affaticata che cerca di far mente locale sugli avvenimenti di quel giorno. <Ne ho messo al tappeto uno ma l'altro... era troppo forte. O io troppo debole, non saprei... Il fumo non mi faceva ragionare lucidamente, la stanza bruciava, mi ha sciolto le scarpe. Avevo i piedi a diretto contatto con le fiamme> Ricorda la sensazione del bruciore, il non avere modo di scostarsi dal pavimento, l'odore di bruciato che le saliva alle narici. <Sono riuscita a ferirlo, piuttosto gravemente penso, ma è scappato... Ha controllato le fiamme così da aprirsi una via di fuga sul soffitto ed è fuggito via. Non potevo camminare, avevo i piedi distrutti, ero bloccata lì. Ma Hitomu è arrivato a salvarmi> conclude lei, rapidamente, umettandosi le labbra, deglutendo ancora per attenuare la sensazione di bruciore alla gola. <Poi non so altro. Sono svenuta, credo e mi sono svegliata qui> aggiunge con fare confuso, la destrorsa che sale a grattare nervosamente la fronte mentre il bruciore ai piedi si fa persistente. <Puoi... darmi dell'acqua?> domanda, poco dopo, voltandosi verso l'albino, indicando con lo sguardo il bicchiere e la bottiglietta posti sul comodino accanto al letto. <Ho ancora la gola in fiamme per via del fumo>

11:46 Raido:
 Forse sarebbe dovuto venire con Kouki e la madre di Kaori, avrebbe fatto meglio a presentarsi con la famiglia al completo ma la voglia di sapere se stesse bene, la voglia di vederla sana e salva sono troppo forti. Non appena ha aperto gli occhi quella mattina si è vestito di corsa, ha preso un paio di cose e si è diretto verso l'ospedale in fretta e furia non potendo aspettare un minuto di più, anzi, ogni minuto passato senza poterla vedere è come un colpo al cuore che viene ripetuto all'infinito. Una preoccupazione che aumenta senza potersene liberare. Dall'esterno sembra stia bene, la faccia è limpida, pulita, non presenta alcun segno ma non ha idea di come effettivamente stia messo il corpo, non ha idea di cosa questo abbia subito durante lo svolgersi di tutta la missione è la paura più grande è quella di un danno irreparabile. Resta a guardarla mentre apre gli occhi, lascia che i loro sguardi si incrocino andando a sorriderle, farla sentire protetta adesso che è li con lei, farla sentire al sicuro da ogni pericolo che la minaccia. Non ha più niente da temere, nessuno può farle alcun male ma anzi, chiunque osi venire da lei deve vedersela con lui, deve passare sul suo cadavere e non è un avversario facile da battere, non lo è per niente. Osserva il di lei viso, i denti vengono digrignati mentre soffoca un gemito di dolore <Kaori> si muove di scatto portandosi vicino al di lei busto. Le afferra le spalle e piano piano l'aiuta a sollevarsi e a mettersi seduta. Sta soffrendo tanto, sta soffrendo troppo e non può tollerarlo, non può permettere che lei sia vittima di una simile sofferenza e non può permettere che colui che l'ha ridotta in questo stato la passi liscia, sempre ammesso che non ci abbia pensato prima lei a farla finita. Non sta bene, non sta bene per niente nonostante cerchi di dare a vedere il contrario. Non è scemo, lo capisce, capisce quanto al momento stia soffrendo e lo vede con i suoi occhi. Ode quell'affermazione sui suoi piedi..ustionati? Prende un profondo respiro per poi dirigersi verso il limitare del letto, cerca di sollevare la coperta di poco, giusto per riuscire a vedere le sue condizioni. Se ci fosse riuscito e se lei gliela avesse permesso, dovrebbe riuscire a vedere in quali condizioni vertono i suoi piedi. Nota le bolle, sono rossi, completamente bruciati e con qualche residuo di pomata. Probabilmente non può nemmeno camminare e non si sorprende se prova tanto dolore. Gli occhi divengono piccoli, quasi invisibili alla vista di tale problema; è senza parole, non riesce a parlare come se qualcuno gli avesse rubato la lingua togliendogli la facoltà di esprimere il proprio pensiero. Riabbassa la coperta, copre nuovamente i di lei arti ancora senza dire niente. Muove le leve inferiori per la stanza andando a prendere la sedia posta davanti alla scrivania, la solleva con entrambe le braccia portandola al fianco del letto per poi sedersi su di essa. Gambe aperta, schiena piegata in avanti, gomiti poggiati sulle ginocchia e sguardo fisso sula ragazza la quale comincia il suo racconto della missione. Agghiacciante, è un attentato vero e proprio, un attentato alla vita di tutti i presenti nella magione compreso il Kage stesso. E' fuggito, è andato via anche se ferito ma è andato via e questo vuol dire che è ancora vivo e vegeto, in grado di combinare ancora danni. Le mani si uniscono, le dita vengono intrecciate tra loro cercando di pensare lucidamente senza agire d'istinto; è difficile farlo, vorrebbe cominciare le ricerche, partire per capire chi sia costui e come trovarlo per poi, infine, ucciderlo. Si volta verso il comodino, prende la bottiglia e il bicchiere, apre la bottiglia versando l'acqua all'interno del bicchiere e porgendolo, infine, alla ragazza <Controllava il fuoco...> un potere non proprio comune, nemmeno tra i ninja <Non sapete di chi si tratti?> magari sanno qualcosa ma non glielo vuole dire. [Chk on]

12:14 Kaori:
 Le dispiace, le dispiace da morire mostrare a Raido la sua debolezza. Non per una mera questione di orgoglio personale quanto più di preoccupazione nei di lui confronti. Immagina quanto debba essere frustrante e doloroso per lui vederla bloccata in un letto d'ospedale, quanto debba essere penoso il non esserci stato, non aver potuto vedere cosa effettivamente sia successo. Lo capisce perchè a situazioni inverse avrebbe provato esattamente la medesima cosa. L'ha provata quando è accaduto in passato e la proverebbe ancora se succedesse nuovamente. Cerca per questo di ostentare forza, di nascondere il dolore, sebbene non abbia timore di mostrarsi vulnerabile dinnanzi all'altro. Sa che con lui può essere debole senza paura di venir sopraffatta, sa che non ne avrebbe mai approfittato. Legge nei suoi occhi la preoccupazione e, quando lui va a controllare l'entità del danno, Kaori si ritrova ad irrigidirsi appena. Lui solleva la coperta, vede quei piedi orridamente sfigurati e Kaori stringe le labbra, distogliendo lo sguardo, proseguendo il suo racconto. Non vuole che lui veda come sia stata sfregiata, che veda quell'orribile spettacolo. Non vuole che si preoccupi né che provi disgusto per quel che può vedere. Ma non si ritrae, non ce la fa, non ne avrebbe comunque le forze. Lascia che lui ricopra i suoi piedi, che si sieda, e quando l'acqua le viene passata la beve avidamente con una foga tale da apparire quasi una assetata appena uscita dal deserto. Una gocciolina scivola dalle labbra lungo il mento, la gola, cadendo sulle lenzuola, portandola poi ad ansimare a bicchiere finito per la bevuta improvvisa e tutta d'un fiato. <Wah, ci voleva> replica leccandosi le labbra, passandosi il dorso della mano su di esse per asciugarle. La gola sembra stare appena meglio, ma è un sollievo momentaneo che si ritrae nell'immediato. Ascolta le parole di Raido e verso lui volge il proprio sguardo rigirandosi il bicchiere di plastica fra le dita. <Non ne ho idea. Ma erano tanti. Io ne avevo contro due e Hiashi altre tre. Due le ha messe al tappeto ma una è scappata> spiega lei con lo sguardo basso ad osservare il bicchiere vuoto, i capelli scuri a scivolare ai lati del volto. <Appena potrò parlare con Hitomu vedremo se lui ha idea di chi possano essere. Adesso che li abbiamo visti almeno possiamo provare a capire chi sono anche se... beh, francamente non credo di poter dire di sapere di cosa sono capaci. Uno usava due spade corte, l'altro manipolava il fuoco, ma immagino che fossero solo una piccola parte dei loro...> Stringe gli occhi, i denti, bloccandosi per via di una improvvisa fitta che sale dai piedi. <Ngh> Resiste, respira a fondo, espirando altrettanto rapidamente e poi il dolore si attenua così com'è venuto, come una ondata che si ritrae prima di tornare a sbattere contro la scogliera. <...poteri> ansima quell'ultima parola con un accenno di fatica, schiarendosi la gola. Sa che Raido si allarmerà per questa dimostrazione di debolezza e per questo decide di correre immediatamente ai ripari distraendolo subito con qualcosa di altrettanto importante di cui ha bisogno di parlargli da un po'. <Ma... non parliamo della missione. Sicuramente Hitomu sarà già all'opera per prevenire ulteriori attacchi. Piuttosto c'è una cosa di cui devo parlarti, che ho scoperto quando la mia copia si è dissolta prima di venire qui a Konoha> dice subito senza però arrivare al sodo, al punto, preferendo lasciare un po' di suspance per catturare la sua attenzione e, al tempo stesso, scegliere come selezionare le parole da riferire.

12:37 Raido:
 La vista delle ustioni non gli provoca disgusto, non potrebbe mai disgustare la donna che ama, no, non prova questo bensì rabbia. Vedere una parte del suo corpo in quelle condizioni lo porta a provare un moto di rabbia ben più grande di qualsiasi altro sentimento provato. Un ninja deve essere pronto a correre tanti rischi, deve essere pronto a sacrificare la propria vita per il proprio paese a qualunque costo, anche per salvare il Kage ma in questo momento prova rabbia persino verso di lui che le ha concesso di partecipare a una cosa del genere ma allo stesso tempo prova gratitudine per averla salvata portandola via da quell'inferno. Non è in grado di proteggersi da solo? E' famoso in tutto il mondo per essere il contenitore della volpe a nove code, famoso per la sua potenza in combattimento e ha bisogno di una special jonin per sentirsi al sicuro? No, non va bene, non può pretendere che sua moglie sacrifichi la vita per lui, non può farlo ma...è conscio di non avere il potere per imporre una cosa del genere. Non è nessuno a Konoha, non è un Kage, non è niente se non un semplice Jonin che tiene alla sua famiglia, tiene alla propria donna e non vuole vederla in pericolo in modo alcuno. E' brutto essere impotenti, brutto essere privi di potere decisionale ma è la sua condizione attualmente e anche se si imponesse, si mettere solamente contro Hitomu e Kaori stessa e adesso serve solo a farla soffrire, niente di più. Ascolta le sue parole una dopo l'altra mentre le passa il bicchiere pieno d'acqua. Immagina quanta sete possa avere dopo aver passato tanto tempo in mezzo alle fiamme. Deve avere il corpo completamente prosciugato o quasi, non osa nemmeno immaginare come si senta in questo momento ma avrebbe voluto essere con lei, magari tutto questo non sarebbe successo e forse sarebbe tornata a casa sana e salva e senza particolari problemi, forse qualche escoriazione ma niente di più. Vivere questa vita diventa più difficile, dovrebbe essere un ninja di Konoha e non di Kusa, in questo modo avrebbe potuto partecipare anche lui e proteggerla meglio ma non può abbandonare Kusa per dedicarsi a Konoha, Yukio non glielo permetterebbe in alcun modo e ne è consapevole. Sorride nel vederla dissetarsi e poi il discorso ricomincia vertendo ancora una volta sulla missione alla magione. Ascolta ciò che dice sui loro poteri e sul numero di nemici, 5 in totale. Un numero piccolo ma se hanno fatto tutto quel macello, non sono poi così sprovveduti, anzi, sono in possesso di una grande forza ma non sapere bene in cosa consistono i loro poteri lo rende irrequieto, non si può affrontare un nemico andando alla cieca, sarebbe un suicidio e di certo non può adottare la stessa tattica adottata con cappuccio rosso, Kaori non glielo perdonerebbe mai. Nota un altro gemito strozzato, trattiene il dolore e non può far altro che incavolarsi sempre più <Bisogna trovarli. Parlerò anche io con Hitomu> ha bisogno di discutere con l'Hokage, ha bisogno di parlare con lui per aiutarlo a sgominarli. Improvvisamente la ragazza cambia discorso, sovverte tutto quanto portandolo ad alzare il suo livello di curiosità <Cos'hai scoperto?> è scuro in viso, sta ancora pensando a tutta quanta la faccenda, non sa come reagire o come comportarsi e si, oggi è di poche parole. [Chk on]

13:50 Kaori:
 Ecco. Sì. Questa è una notizia che un po' la preoccupa. Conoscendo Raido la sua conversazione con Hitomu potrebbe finire non propriamente benissimo. Potrebbe perfettamente iniziare a stendere piani e progetti per sgominare quei due rimasi e dichiarar vendetta per aver ferito la Hyuga. Qualcosa verso cui Hitomu probabilmente sarebbe in disaccordo considerando il suo animo più pacato e propenso alla pace. Non vuole ripagare la morte con la morte quando non necessario, bensì capire prima la situazione e poi scegliere fra una meritata punizione o la pena capitale. Insomma, potrebbero scoccar scintille e Kaori teme profondamente questa possibilità. <Ahm... magari possiamo andarci insieme appena sarò uscita di qui> azzarda lei sperando di poterlo quanto meno accompagnare in quel colloquio di modo tale da poter eventualmente intervenire e placare gli animi in caso di bisogno. Un tentativo disperato per non impedirgli di trovar sollievo nel cercare di partecipare alla cosa ed al tempo stesso per impedirgli di agire in modo sconsiderato. Tuttavia il discorso cade in pochi istanti quando la Hyuga cambia totalmente argomento cercando di attrarre l'attenzione dell'Oboro verso ben altri lidi. L'espressione di Raido è sicuramente incuriosita tuttavia non accenna a schiarirsi neppure un po'; scuro in volto, rabbuiato, teso, la guarda ma la sua mente è sicuramente altrove. Starà certamente pensando alla missione a quanto successo e così avrebbe fatto fino a quando non gli fosse stato dato qualcos'altro su cui concentrarsi. Ed ecco che entra allora in gioco Kaori che, umettandosi le labbra, deglutisce un piccolo grumo di saliva andando quindi a schioccar la lingua sul palato. <Ho un gemello> dice di getto, senza mezzi termini lanciando la bomba così, esattamente come le è arrivata addosso quella sera parlando con sua madre. O meglio, no. Come le è arrivata addosso quando la sua copia s'è dissolta e le ha trasmesso tutte le informazioni raccolte durante il periodo della sua esistenza. <Quando siamo nati i miei erano preoccupati per tutta la faccenda di Cappuccio Rosso, sai... le voci che giravano sugli Hyuga rapiti e tutto il resto. Non erano certi di poter difenderci entrambi, avere dei figli è una preoccupazione incredibile e apre un bel buco nella difesa di qualcuno. Avrebbero voluto darci in adozione così che non si sapesse che eravamo Hyuga e proteggerci quindi da queste mire... ma non sono stati capaci di dar via ben due figli> spiega e riassume la giovane con una certa difficoltà, ancora piuttosto stranita all'idea di questa situazione, ancora a combattere con se stessa per accettare questa nuova condizione. <Perciò ci hanno divisi. Io sono rimasta con loro mentre mio fratello è finito in orfanotrofio> Queste parole pesano come un macigno nel suo petto, dolgono quasi più delle ustioni ai piedi. La portano ad oscurarsi leggermente in volto, fissando la parete della stanza di fronte a sé con fare vuoto, distante. <Mia madre ha raccontato tutto alla mia copia qualche sera fa. Lei l'ha trovato, l'ha conosciuto. Si chiama Ren.> continua poi espirando, sentendo il cuore battere forte, agitato, ricordando ogni cosa dei loro incontri ma sentendoli estranei. Non è stata davvero lei a conoscerlo, non lo ha mai abbracciato, mai visto. In parte è ancora un estraneo per lei. <Siamo davvero uguali, sai? Ci somigliamo molto. Sono così curiosa di incontrarlo ora che sono qui... anche se non vorrei che mi vedesse in queste condizioni. Penso che si preoccuperebbe> abbozza un sorriso nervoso passando la destrorsa fra i capelli, dietro la nuca, nervosamente.

14:39 Raido:
 Ha intenzione di fare casino da Hitomu? No ma ha intenzione di capire cosa il Kage vuole fare in merito a tutto questo. Lo conosce e sa quanto sia un pacifista ma come può rimanere fermo davanti a un attacco del genere? Come può voler ancora la pace dopo che hanno attaccato la sua casa e dato fuoco a ogni cosa mettendo a rischio non solo lui ma tutti coloro che lavorano in quel posto? Sono pensieri che vengono naturali, nessuno resterebbe fermo con le mani in mano, nemmeno Yukio percorrerebbe la via della pace e se ha capito almeno un po' come è fatto il Kokketsu, sarebbe guerra istantanea ma non è di lui che si sta parlando. In quell'incontro vuole portare Hitomu dalla sua parte, farlo ragionare come ragiona lui almeno in questo caso perchè sa di aver ragione, sa che è la cosa più giusta da fare per mettere in sicurezza l'intero villaggio e tutti coloro che ci vivono. Non solo, deve anche impedire che questi tornino a combattere Kaori, non vuole vederla in questo stato nuovamente, vuole saperla al sicuro, sana e salva come è giusto che sia. Deve essere convincente, deve usare le parole e, soprattutto, il tono giusto per portare la forza portante dalla sua parte in modo definitivo. Muovere vendetta? No, questa non è una vendetta, può trasformarsi in una guerra vera e propria, una guerra che potrebbe portare a un conflitto quasi mondiale se sfruttasse tutti quanti i suoi contatti in merito <Per me va bene> non ha problemi ad averla li con lui quel giorno, non gli da fastidio averla intorno durante certi discorsi, non è la prima volta che li fa e certamente non basa la sua presenza a fargli cambiare pensiero, anzi, lo aiuta ad acquisire ancora più sicurezza con le parole. Non vede l'ora di poterci andare ma prima vuole vedere Kaori rimettersi a nuovo completamente, vuole vederla tornare a casa, vuole vederla con il sorriso, felice e tranquilla, al sicuro tra le mura domestiche. Non può lasciarla ancora sola. Il discorso va cambiando e per quanto sia incuriosito non ci mette chissà quanta attenzione però le parole riescono a sgomberargli la mente con solo quella parola "Gemello". Lo sguardo si alza ulteriormente, va a fissarla con maggiore intensità, sorpreso da tale affermazione, stupito da quelle parole <Cosa?> non ha capito bene forse, lei ha un gemello? Un fratello gemello? E' qualcosa di assurdo ma è la storia che viene raccontata a confermare ogni singola cosa e a portare nuovamente alla luce il sentimento della rabbia. Ancora una volta si trova davanti a dei genitori che abbandonano un figlio, vero, lo hanno fatto per il suo bene, lo hanno fatto per lui ma ciò non toglie che lo hanno abbandonato lasciandolo da solo in uno stupido orfanotrofio senza le cure di una madre e di un padre <Ren> pronunzia quel nome andando a stringere la mano destra. Le persone credono che abbandonare i propri figli sia la cosa migliore da fare ma non sanno che hanno torto, un torto immenso e lui stesso non sopporterebbe l'idea di abbandonare la progenie <Abbandonarlo non era la scelta più giusta per lui...adesso dove vive? Cosa fa?> cerca di controllare il moto di rabbia improvvisa ma è in quel momento che accade qualcosa. La sua mente comincia a recepire pensieri, immagini di una ragazza, immagini di Yukino. Spalanca completamente gli occhi, spaesato va ad appoggiare la schiena contro lo schienale della sedia. La copia è tornata da Kiri. [Chk on]

15:00 Kaori:
 Sapere di poter ascoltare con le sue orecchie il discorso fra Raido e Hitomu la solleva e tranquillizza. Non che trovi l'Oboro uno sconsiderato, ha grande fede nelle sue capacità mentali e nella sua esperienza da ninja, ma sa che quando si tratta di lei tende a offuscare un po' i confini fra giusto e sbagliato, consentito e vietato. Prudente e istintivo. Non gliene fa una colpa, trova la cosa naturale, anche lei in situazioni di estremo pericolo per il marito finirebbe con l'agire altrettanto istintivamente, tuttavia preferisce potergli rimanere vicino e sapere cosa sta pensando piuttosto che lasciarlo agire da solo. Non dice altro sulla cosa limitandosi a sorridere sollevata. Ha caldo, le coperte le danno fastidio. I piedi vanno costantemente a fuoco, sono quasi carbonizzati ed ora che è sveglia inizia a sentire il fastidio di quella temperatura sbagliata agli arti inferiori. Sente caldo, troppo, inizia a sentire la pelle umida, sudata, mentre va scoprendosi delle lenzuola lasciandole semplicemente ripiegate verso i piedi, per nasconderli alla vista dell'albino. Si passa l'avambraccio lungo la fronte, si umetta le labbra riarse, volgendosi nuovamente verso di lui. <Mi passi la bottiglia?> chiederebbe, timidamente, tendendo la mano verso l'altro. A questo punto tanto vale tenerla con sé e bere ogni volta che le va invece che scomodarlo ogni cinque minuti per un nuovo sorso. Ad ogni modo la ragazza va raccontando allo spadaccino quanto accaduto e scoperto con Ren e quando vede il ragazzo rabbuiarsi crede di intuire il motivo della sua espressione. Ricorda quanto duramente aveva punito Mekura per il solo pensare di lasciare i suoi figli. Ricorda il pianto disperato che ne era scaturito, il dolore, il rimprovero. E in parte sente di non poterlo condannare. Ma solo in parte. <Ha trovato casa qualche tempo fa quando è dovuto uscire dall'orfanotrofio. Ha superato l'esame genin qualche giorno fa> risponde alle sue domande guardandolo, cercandone lo sguardo, stringendo appena le labbra. <Pensavo di portarlo a casa per presentarlo alla mamma e poi a te e Kouki. Ma volevo prima che mamma fosse davvero pronta... ho paura che stia perdendo la ragione da quando papà se n'è andato. Mi preoccupa un po'> continua stringendosi leggermente nelle spalle. <Senti so che non puoi accett--> vorrebbe dirgli che capisce il suo esser contrario, che sicuramente quella situazione non metterà in buona luce la di lei famiglia ai suoi occhi, ma proprio mentre sta per continuare qualcosa di strano attraversa il viso di Raido. Il ragazzo sgrana gli occhi, impallidisce appena un po' e si abbandona contro la sua sedia come fosse improvvisamente stremato. <Raido?> domanderebbe lei improvvisamente seria, preoccupata, cercando di tendersi appena verso di lui, finendo col strofinare i talloni ustionati contro il materasso con fare istintivo, strappandosi un piccolo grido di dolore. <AAAHHH--..ngghhh..> stringe i denti, gli occhi i pugni, respirando in modo accelerato, violento, sudando ora copiosamente dal viso a causa dello sforzo, dell'improvvisa fitta di dolore. Si umetta le labbra, più volte, ritrovando contegno, riportando lo sguardo ora lucido sulla figura del kiriano. <Che succede?> borbotterebbe, in difficoltà, deglutendo.

15:20 Raido:
 Si comporta così ogni qual volta una persona che ama è in pericolo, non può farci niente, tende ad essere troppo protettivo e se ne rende conto ma l'istinto è qualcosa che prende il sopravvento su di lui, prende il sopravvento sul proprio essere. Il più delle volte deve calmarsi, deve trovare una specie di calma che gli consenta di non partire in quinta e di impulso soprattutto. Ogni giorno cerca di capire come controllare la propria ira, il proprio essere e ogni giorno, puntualmente, fallisce miseramente. Si volta nuovamente verso il comodino prendendo la bottiglia d'acqua, va a togliere il tappo per poi passarla alla ragazza. Quella sete la sta logorando, riesce a vederlo, riesce a sentire quanto lei stia soffrendo. Vorrebbe avere il potere di alleviare le sue sofferenze...magari diventare un medico per poter essere di maggiore aiuto in futuro <Ho cominciato ad allenarmi nel ninjutsu, presto proverò a diventare un tirocinante, magari ti sarò più di aiuto> un medico, vuole provare a fare la carriera da medico. E' qualcosa di duro, difficile ma deve, non può vederla soffrire ancora in questo modo, non può ritrovarsi inutile davanti alle sofferenze di sua moglie. Lo fa per lei e per lei soltanto, è il suo unico obiettivo attualmente ma ha ancora tantissima strada da fare e non è facile giungere ad alti livelli nell'uso delle arti magiche, specialmente per lui che ha pochissima esperienza in quel campo, non nulla ma non è nemmeno abbastanza da potersi considerare un maestro in tale arte. Gli occhi sono ancora concentrati su di lei, sulla sua spiegazione riguardante il ragazzo, ha una casa ed è anche genin, quindi un ninja di Konoha. La cosa va bene, molto bene, non devono agire di corsa e quello che dice Kaori è giusto, presentarlo <Kouki sarebbe contenta di avere uno zio ma prima di farlo avvicinare a lei, voglio conoscerlo> anche Kouki fa parte della sua famiglia, è sua figlia e se corre dei rischi allora deve prevenirli e impedire che corra pericoli inutili. Quei pensieri giungono alla sua mente con una forza impressionante, si ritrova mille mila immagini nella stessa riguardanti Yukino, vede la sua figura, vede la donna che ha amato, ricorda ogni momento passato con lei su quella scogliera, i loro discorsi e il modo in cui se n'è andato. Ricorda tutto e per quell'attimo la sua attenzione viene distolta da Kaori, attenzione recuperata quando la sente gridare. Immediatamente si alza dalla sedia avvicinandosi a lei, porta le mani sulle di lei spalle cercando di farla stendere sul materasso <Non sforzarti> non vuole vederla soffrire ulteriormente ma quella domanda...come rispondere a quella domanda? Non ne ha idea e di certo non può affrontare un discorso del genere adesso <Ne riparleremo quando sarai tornata a casa, adesso pensa a rimetterti. Vado a cerca un dottore per curarti le ustioni> direbbe infine voltandole le spalle, cammina verso la porta cercando di aprirla e di cominciare la ricerca di questo medico. [END]

15:47 Kaori:
 La bottiglia arriva come un magnifico dono alle mani di Kaori che, afferrandola, va bevendo un lungo sorso dalla stessa. Sente immediato sollievo nell'istante in cui la bevanda scivola lungo la gola e richiude gli occhi per bearsi di quella sensazione, quasi a voler meglio intrappolare quelle sensazioni piacevoli con quel gesto. Tuttavia li riapre poco dopo distaccando le labbra dalla bottiglia, richiudendola, ruotando il capo in direzione di Raido. Rimane semplicemente sorpresa da quelle parole e, tuttavia, assolutamente felice di sentirle. <Davvero?> domanda meravigliata, felice, illuminandosi appena in viso, affaticata. <Ma è meraviglioso! Potrei darti una mano a studiare in quel caso> si offrirebbe, subito, con dolcezza. <Oppure potrei lasciare che ti insegni Kouki.> sorride pensando a quella possibilità, prima di andare a distendere le labbra e quindi sospirare appena, stanca. <Purtroppo in questo momento i jutsu medici non potrebbero fare molto. Prima di iniziare col processo di rigenerazione c'è bisogno di pulire e disinfettare per bene la carne esposta e bruciata, strappare via i tessuti carbonizzati e necrotici e ristabilire la sensibilità dei nervi intaccati> spiega la kunoichi con un verso soffocato di dolore al solo pensiero di quello che anche quel giorno le sarebbe spettato. <E' un processo doloroso, si può solo sopportare meglio con i giusti farmaci. Ma va affrontato prima dell'effettiva cura medica> sospira cosciente di quella pessima situazione per poi abbandonarsi ad un argomento ben più felice ma comunque delicato. Annuisce alle parole di Raido andando a guardarlo, abbozzando un piccolo sorriso. <E lui sarebbe contento di avere una nipotina.> conferma pensando a quanto, davvero, Ren avrebbe voluto poter conoscere la famiglia, sentire di farne parte, poterla proteggere. <Ma sì, prima sarà meglio che conosca la mamma e te. Un passo per volta> concorda annuendo, dando ragione al marito. Sarà già un gran bel passo conoscere Mariko, non sa come reagirà a quel momento. Non vuole rischiare di accelerare troppo i tempi, vuole che le cose vadano per il meglio. Un nuovo familiare per volta. Tuttavia i suoi pensieri vengono rapiti quando Raido si comporta in quel modo così strano. Par quasi improvvisamente folgorato da qualcosa, da un pensiero, una illuminazione e si aliena da tutto con espressione distante e sconvolta. Kaori aggrotta le sopracciglia, è preoccupata e persino si dimentica delle sue ferite tanta è l'urgenza di capire cos'abbia il ragazzo. Lui però non l'accontenta, non le spiega alcunché. L'aiuta a distendersi, le dice qualche breve parola e poi sparisce. Va a cercare un medico quasi fuggendo da quella stanza nel giro di un istante. Kaori l'osserva sbalordita, sconvolta, perplessa, sentendosi d'un tratto preoccupata: conosce bene le reazioni dell'Oboro e sa che quell'improvvisa fretta non porta con sé niente di buono. [END]

Raido va a trovare Kaori in ospedale a seguito dell'attacco alla Magione dell'Hokage.
I due hanno modo di parlare di quanto successo e dell'esistenza di Ren nella vita di Kaori