Cosa significa veramente amare

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Giocata di Clan

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10:01 Haran:
 I giorni son trascorsi e il tempo passato solitario. Hitachi non è più tornato a casa e Katsumi non ha dato alcun segno di vita. Akira non ha più visto Kimi e, allo stesso modo, non ha più avuto modo d'incontrare Yukio. Più rimaneva sola più ha iniziato a non desiderare la compagnia di nessuno. Non è più andata all'Anteiku a cercare Koichi e l'unica persona con la quale abbia mantenuto qualche tipo di rapporto è Kioshi. Hanno una missione da portare a termine, una missione per lui molto importante e che per lei si rivela essere l'ultimo collegamento rimasto all'unica persona che abbia davvero pensato lei fosse speciale. E' stato l'unico che, nonostante l'avesse lasciata sola per giorni, alla fine tornava sempre da lei, la teneva stretta a sé attraverso quella cella nella quale l'aveva chiusa. Le piace credere che forse non voleva che lei gli sfuggisse via e che per questo l'aveva imprigionata in quella stanza. Le piace credere che in qualche modo Arima teneva a lei. L'unico. Per davvero. Più i giorni passano, più il cuore inizia a provare meno dolore e a discendere in un vortice di rassegnazione e apatia che rende il suo viso meno sorridente, meno curioso, ma più che altro atterrito. Le fantastiche meraviglie che il mondo aveva da rivelare ai suoi occhi appaiono ora meno splendide. Non le importa quasi più di viaggiare, di scoprire quello che la vita ha da offrirle semplicemente perchè ha capito che qualsiasi cosa farà nella vita dovrà affrontarla da sola. Non può fidarsi di nessuno. Non perchè nessuno sia meritevole di fiducia ma per una sua incapacità di riconoscere a chi poterla donare e a chi no. Nel dubbio, onde evitare di venir ferita ancora, preferisce non fidarsi di nessuno, rimanere compagna di se stessa. E questa decisione fa male. Fa male perchè nel profondo, lei, ha sempre desiderato poter avere qualcuno al suo fianco. L'assenza di Hitachi brucia l'anima, fa sanguinare il cuore. Le mancano i suoi abbracci caldi e protettivi, le mancano quei baci che le aveva donato in mezzo ad una cascata di petali di ciliegio. Le manca la sensazione di sentirsi davvero importante per qualcuno. Con un sospiro Akira si ritrova a varcare la soglia della stanza d'allenamento del Dojo Uchiha. Voleva trovare Shisui per chiedergli qualcosa su quanto accaduto quella notte alla Magione, ma la stanza si rivela essere deserta. Una grande camera in stile tradizionale ove potersi allenare, ove potersi confrontare, ove poter imparare tecniche. Una stanza che ora appare troppo grande per un corpicino così piccolo ed esile come il suo. Akira indossa un kimono nero che dal petto scivola fino alle cosce aprendosi in una gonna liscia e setosa. Due spacchi si aprono sui lati delle cosce lasciando intravvedere parte di quella pelle candida. Un obi rosso scarlatto le avvolge i fianchi, la vita, richiudendosi sulla schiena in un grande e morbido fiocco. Le maniche del kimono sono larghe, ampie e le gambe sono nude fino alle caviglie ove un paio di stivaletti scuri calzano ai piedi. Una trama floreale rossa risale i bordi della veste rendendola assai simile a quella di una bambola di finissima porcellana. I capelli neri sono cresciuti molto da quando è uscita per la prima volta dai laboratori. Non più corti e scompigliati, ma lunghi e scuri. Arrivano questi fino ai fianchi e ondeggiano ad ogni suo passo come una cascata d'ombra. Le iridi bicromatiche osservano e ripercorrono la stanza con una espressione vuota e distante mentre sulle labbra si disegna uno sbuffo deluso. <Non c'è nessuno...> mormora rassegnata abbassando di poco le piccole spalle.

10:07 Keizo:
 Dopo le cure che ha ricevuto presso l’ospedale del villaggio, il giovane si trova più in forma che mai, quantomeno dal punto di vista fisico, mentre dal punto di vista morale non è ancora al cento per cento, a causa della missione che ha fallito qualche giorno addietro. Ripensando alle parole del dottore che si è occupato della sua ferita, il rosso cerca di prendere atto di questo fallimento e crescere come uomo e come ninja soprattutto, cercando di capire i propri errori e poterli evitare in una prossima missione. Fatto sta che questa mattina il rosso si trova presso il Dojo del proprio clan, vorrebbe allenarsi e rendere più forte il proprio corpo e di conseguenza il proprio spirito. Indossa un semplice paio di pantaloni neri, calza poi un comune paio di sandali da shinobi color blu scuro. Il petto è ben protetto da una maglia bianca a maniche corte al di sopra del quale si trova un giubbotto color nero. I capelli scarlatti, come sempre, sono portati scompigliati e l’unico oggetto che gli mantiene abbastanza in ordine è un semplice paio di cuffie color bianche usate come frontino. Altro oggetto che contraddistingue il viso del giovane è la presenza di un paio di occhiali monolente che proteggono i suoi occhi. Altri poi sono i dettagli che compongono la figura del genin: un portakunai posto sulla coscia sinistra, contenente kunai, dove ad alcune sono legate carte bomba, e shuriken. Sul fianco destro è ben posizionato un portaoggetti, contenente diversi oggetti, da bombe luce sino a tonici. Le mani poi sono protette da un paio di guanti ninja con placche di ferro e sulla sua fronte porta, ben orgoglioso, la placca di ferro recante il simbolo del villaggio di Kusa. Altri sono poi oggetti che, anche se presenti, non sono visibili agli occhi estranei: vambracci e schinieri. Ormai è sopraggiunto presso il luogo in cui desidera effettuare gli allenamenti, apre tranquillamente la porta e vi si immette all’interno. Le iridi cristalline osservano la figura di una fanciulla con indosso un kimono, non la riconosce inizialmente, e quindi, con tono garbato ed educato andrebbe semplicemente a dire <Buongiorno> rimane per un attimo silente andandosi a avvicinare verso la ragazza fino a riconoscerla, è Akira, l’aveva incontrata molto tempo prima nei prati fioriti mentre raccoglieva dei fiori <Ciao Akira> andrebbe poi a dire il giovane, una volta che l’ha riconosciuta <Tutto bene?> chiede, d’altronde è di famiglia, la sua prima famiglia, e si preoccupa per ogni suo membro. [Equip.: Guanti Ninja – Occhiali Monolente – Vambracci e Schinieri |PortaKunai: 4xKunai (1 con carta bombe legate), 4xShuriken | Portaoggetti: 3xFuuda (con tronchetti da sostituzione), 1xtonico coagulante, 1xtonico coagulante speciale, 1xtonico recupero chakra, 1xtonico recupero chakra speciale, 4xfumogeni, 3xcarta bomba, 3x bomba luce, 4x filo di nylon, 4x filo di nylon conduttore]

10:21 Haran:
 Shisui è un'altra persona della quale Akira per istinto vorrebbe fidarsi ma di cui ha paura di farlo, adesso. E' sempre stato abbastanza gentile con lei, nonostante i suoi duri modi di insegnare, e le ha rivelato di aver sofferto della sua scelta di andarsene dai quartieri per andare a vivere in un altro luogo. Akira al solo pensiero si sente una stupida per aver abbandonato il suo rifugio così rapidamente per seguire Hitachi. Un Hitachi che ora l'ha lasciata sola in casa propria senza più far ritorno. Un Hitachi che le ha promesso sole e stelle, che le ha promesso di non abbandonarla mai e che poi è svanito solo pochi giorni dopo. La cosa la fa arrabbiare, le stringe il cuore, le fa male. Si sente presa in giro. Perchè ha fatto quella promessa per poi infrangerla così ignobilmente?! Stringe i piccoli pugni distesi lungo il corpo, lungo i fianchi, sentendo il coprifronte di Otogakure farsi quasi più stretto attorno alla gola, toglierle il respiro. Odia.. odia questa sensazione. Stringe le labbra cercando di respirare normalmente, cercando di immaginare un altro luogo ove poter trovare Shisui, ma proprio mentre sta per voltarsi ed andarsene una voce arriva diretta al suo orecchio. Una voce familiare, già sentita, che la porta a ruotare il capo fino a portarlo sul viso di Keizo. Keizo le si avvicina, le si fa accanto e la sua gentilezza giunge tranquilla all'udito della Uchiha. <Ciao, Keizo> saluta lei con tono monocorde, tranquillo, sfumato d'una vena bassa e amara. <Mhn. Potrebbe andare meglio> Non sa come rispondere diversamente alla sua domanda. Va tutto bene? No. Non va bene. Sta male, si sente sola, si sente triste ed arrabbiata. Ma al tempo stesso le cose non vanno così male. <E peggio> aggiunge quindi, poco dopo, pensando a quanto, alla fine, le cose avrebbero potuto rivelarsi ancora peggiori. Ha pur sempre una cosa, è in salute, ha del cibo e un po' di soldi guadagnati con le missioni fatte. Ha dei vestiti, dell'acqua con cui lavarsi, ha un clan che bene o male può aiutarla e una missione in atto con Kioshi. Anche se dentro lei sta male, riesce ugualmente a vedere come potrebbe andare peggio di così. <Tu come stai?> domanderebbe, a sua volta, puntando le iridi bicromatiche in quelle azzurre brillanti di lui. E' uno dei pochi Uchiha con cui si sia trovata bene a parlare dopo la sparizione di Katsumi. E' uno dei pochi che abbia sentito somigliarle. Che venerava 0-21 come lei... Questo pensiero la porta a schiudere appena le labbra schioccando la lingua sul palato per poi muovere poche altre parole poco dopo. <Posso farti una domanda?> domanderebbe fissando ora le iridi, con fare diretto e deciso, in quelle del clone, azzardandosi a continuare solo se l'altro le avesse concesso di proseguire. <Sai... dove sia Katsumi?>

10:36 Keizo:
 Si è portato vicino alla ragazza, le iridi azzurre la scrutano attentamente cercando di poter capire le sensazioni che stesse provando, ma difficile saperle osservando semplicemente il suo viso. Quel che percepisce, invece, dalle sue parole è tutt’altro, sembra che la ragazza non stia passando un momento roseo e dunque, di getto, il rosso andrebbe a prendere la parola, cercando di capire bene cosa le stia succedendo e, se nelle propri capacità, aiutarla in qualche modo <Che mi racconti?> comincerebbe a dire il giovane cercando di poter capire meglio la situazione della fanciulla <C’è qualcosa che ti turba?> continua a chiedere abbozzando un sorriso cosi da poter addolcire la situazione e far si che Akira possa fidarsi di lui, come già detto, Keizo tiene molto alla sua famiglia, sia quella adottiva che quella originale e Akira rientra nel suo cerchio della famiglia e cercherebbe di far tutto pur di portare sollievo ai membri di questo cerchio <Potrebbe andare meglio sinceramente> dice il giovane pensando alla missione fallita e d’istinto andrebbe a portare la mano destra sul suo petto, proprio nel punto in cui è stato colpito, dove in questo momento percepisce nuovamente quel dolore che ha provato quando il cristallo lo ha colpito <Ma tutto sommato, a conti fatti, sono ancora qui> sorride il giovane andando a riportare la mano lungo il fianco, di fatti è un bene che sia ancora vivo. Ascolta il quesito ultimo della ragazza e andrebbe a rispondergli <Certo dimmi pure, se posso risponderti lo faccio con piacere> sorride il giovane sino a quando non ode la domanda effettiva della ragazza che riguarda Katsumi, il loro nuovo capoclan <Beh, ad essere sincero> comincia a rispondere <Non lo vedo da un po’, l’ultima volta che l’ho visto è stato quando abbiamo attaccato il palazzo di Arima assieme a Kimi, da quel giorno non ho più avuto modo di vederlo> ed ecco che adesso rimane silente, attende una reazione da parte della fanciulla. [Equip.: Guanti Ninja – Occhiali Monolente – Vambracci e Schinieri |PortaKunai: 4xKunai (1 con carta bombe legate), 4xShuriken | Portaoggetti: 3xFuuda (con tronchetti da sostituzione), 1xtonico coagulante, 1xtonico coagulante speciale, 1xtonico recupero chakra, 1xtonico recupero chakra speciale, 4xfumogeni, 3xcarta bomba, 3x bomba luce, 4x filo di nylon, 4x filo di nylon conduttore]

10:53 Haran:
 Le domande di Keizo portano Akira a prendersi qualche secondo per rispondere. Non sa bene cosa potrebbe dirgli, come potrebbe spiegare i propri sentimenti, come si sente ed al tempo stesso non vuole essere scortese verso una persona che fino a quel momento è sempre stata gentile con lei. Non dimentica che il ragazzo l'ha aiutata a gestire il proprio potere oculare, non dimentica che è stato l'unico Uchiha ad aiutarla a comprendere il potere dello Sharingan, a mantenerlo sempre attivo. <Mhn> un verso vibrato esce dalle labbra in un primo momento prima di veder succedersi altre parole. <Sono riuscita a controllare lo Sharingan. Adesso non si disattiva più da solo> gli dà la novità per aggiornarlo su quell'unico evento che l'altro aveva condiviso con lei durante il loro primo ed unico precedente incontro. <E... sì. Ci sono molte, molte cose che mi turbano. Ma è qualcosa per la quale nessuno può far nulla quindi... non so neppure se sarebbe utile parlarne ormai> sospira alla fine abbassando il capo, alzando la mancina per far scivolare una ciocca corvina dal lato del viso fin dietro il relativo orecchio. Non vuole essere scortese con lui, ma davvero non vede come qualcuno possa aiutarla a lenire il dolore dovuto all'abbandono di tutte quelle figure alle quali aveva donato affetto e fiducia. Ascolta dunque la risposta di Keizo circa il suo stesso stato d'animo e, guardandolo, va a notare il modo la sua mano si porta al petto per un istante. Non sa della sua missione, non sa che l'altro è rimasto ferito poco tempo prima, per cui non può comprendere la ragione dietro quel gesto della mano. <A volte mi chiedo se non è solo questo ciò a cui siamo destinati, sai?> mormora Akira ruotando ora lo sguardo dalla figura di Keizo fino alla parete opposta della sala, quella di fronte a sé. Lo sguardo fermo dinnanzi a lei, puntato senza vedere su un punto imprecisato dello spazio. <Sopravvivere, accontentarci di non essere morti> Una visione fin troppo pessimistica della vita, forse, ma che tutti quei tristi e recenti eventi l'hanno portata a considerare. Tutti quegli abbandoni, quella sensazione di non avere un posto in quel mondo, l'hanno portata a sentirsi confusa, persa e inadeguata. Non ha trovato molti motivi per essere più propositiva, se non le parole gentili di poche persone che ancora non sono svanite nel nulla. Keizo le concede di porre la sua domanda e, quando lei la pone, l'altro le risponde con sincerità. Quello che le dice, tuttavia, la porta a sgranare gli occhi, a sentire la pupilla restringersi, contrarsi, mentre le labbra si schiudono sorprese. Il respiro si ferma per un istante mentre scopre qualcosa che la lascia di sasso. <Cosa...?> la voce esce in un soffio strozzato, basso, mentre le ciglia battono una, due, tre volte sugli occhi. Lui, Katsumi e Kimi...? Perchè? Credeva che quella notte Katsumi fosse arrivato alla Magione e che per qualche motivo fosse finito a scontrarsi con Arima. Dal modo in cui ne sembrava pentito e ferito non aveva mai pensato potesse essere un atto premeditato! Ma... non era solo. Non era stato un succedersi di cause ed effetto... era stato tutto voluto. Deciso a priori. <Cos'è successo quella notte?> domanderebbe lei estremamente confusa rivolgendo al ragazzo la sua intera e totale attenzione. <Io... ero rinchiusa nella Magione, in una stanza nascosta. Non ho visto nulla, non so niente... so solo che Arima è morto. Che mi è stato portato via...> rivela lei con tono basso, cupo, mesto, portando la mancina d'istinto al petto, in mezzo ai seni gentili, lì ove si troverebbe il cuore, stringendo le dita attorno al tessuto buio della sua veste. <...Perchè? Perchè è dovuto morire...?> Perchè hanno dovuto privarla del suo creatore...?

11:15 Keizo:
 Osserva la ragazza, un sorriso gli appare in volto quando sente che è riuscita a padroneggiare il potere dei suoi occhi <Bravissima, sapevo che ci saresti riuscita senza problemi>. Ben presto però, le parole della ragazza cominciano a celare tristezza e malinconia al loro interno. Il rosso cerca di essere il più positivo possibile, cercando di poter tirar su la ragazza in qualche modo <Beh anche se non posso aiutarti in questi problemi che ti affliggono posso almeno farti distrarre no??> in un modo o in un altro può aiutarla a superare questa sua malinconia e deve trovare un modo per riuscire nell’impresa, anche se risulta essere molto difficile. Keizo pensava che una missione fallita fosse il dilemma più grave che potesse colpirlo, ma non veramente cosa può riservare la vita. <Beh> comincia a rispondere alle parole della ragazza <Penso che ognuno di noi è destinato a qualcosa, non solo al pensiero si sopravvivere. Bisogna scoprire questo qualcosa lungo la vita, cercare di comprendere cosa siamo destinati a fare> lieve sorriso appare sul volto del giovane <Io ad esempio ho capito che la mia vita è destinata a proteggere tutti coloro che mi stanno a cuore. Il villaggio e in particolar modo la mia famiglia e unque anche te> continua a sorridere il giovane cercando di poter tirar su il morale di Akira in qualche modo. Ma ben presto il loro discorso cambia, come se fosse stato scosso da un fulmine a ciel sereno. La questione dell’attacco a Arima di quella notte sembra aver scosso la ragazza. Keizo non sa come poter reagire a tutto questo, non sa, effettivamente, cosa potrebbe celarsi dietro Akira e Katsumi <Come eri richiusa?> domanda a primo impatto il giovane <Chi era Arima per te?> continua a domanda il giovane rosso cercando di poter comporre il puzzle della situazione <Cerca di stare calma e rilassata cosi cerco di darti le informazioni di cui sono a conoscenza, ma sappi che sono effimere, non so molto> ed ecco che rimane silente, aspettando che la ragazza si calmi. [Equip.: Guanti Ninja – Occhiali Monolente – Vambracci e Schinieri |PortaKunai: 4xKunai (1 con carta bombe legate), 4xShuriken | Portaoggetti: 3xFuuda (con tronchetti da sostituzione), 1xtonico coagulante, 1xtonico coagulante speciale, 1xtonico recupero chakra, 1xtonico recupero chakra speciale, 4xfumogeni, 3xcarta bomba, 3x bomba luce, 4x filo di nylon, 4x filo di nylon conduttore]

11:31 Haran:
 Le parole di Keizo sono gentili, sono positive ed in qualche modo sembra tenerci davvero a poterla confortare, a poterla far sentire meglio. Akira non sa cosa pensare, cosa dovrebbe provare in proposito. Ogni gentilezza che le viene rivolta finisce col farla sentire peggio di quanto invece non dovrebbe sentirsi meglio. E' come se temesse di lasciarsi andare al sollievo di una bella notizia nel timore di vederla svanire da un momento all'altro e quindi soffrire per la sua scomparsa. Keizo adesso è gentile con lei, è premuroso, ma quanto ci sarebbe rimasta male se, credendo ora alle sue parole, poi avesse visto svanire anche lui da sotto i suoi occhi? No... non può farlo, non può crederci. Abbozza un sorriso tirato, stretto, esposto per mera cortesia senza però replicare alcun ché prima di udire quel suo successivo dire. Un discorso ricco e colmo di speranza verso il futuro, di dolcezza, che porta Akira a chiedersi come possa l'Uchiha essere ancora così propositivo nei riguardi di una vita che sa essere così crudele. <Trovi conforto nell'immolarti per gli altri, dunque?> domanderebbe lei inclinando appena il capo, osservandolo con espressione sinceramente confusa, incuriosita. Cerca di capire, di comprendere le sue parole. <Vorrei poter essere destinata a qualcosa di più semplice> sospira lei leggermente espirando una boccata d'aria per poi andare a toccare l'argomento che, dal profondo, le importa davvero. Chiede al ragazzo informazioni su quanto accaduto quella notte, gli chiede di spiegarle cosa sia successo, perchè avessero attaccato Arima, ma l'altro non le offre alcuna risposta, non subito. Le pone qualche domanda, cerca di calmarla, ma la verità e che la giovane è già serena. Non s'è scomposta, non si è agitata. E' solo turbata. Sente solo il cuore far male, sente una lontana tristezza riversarsi dentro di lei. <Arima mi teneva in una stanza dentro la Magione. Non potevo uscire da lì, quindi non so cosa succedesse fuori da quella cella> spiega lei per rispondere alla prima domanda del ragazzo. Il tono è tranquillo, basso, malinconico. Parla con fare relativamente pacato di quella verità che per altri avrebbe potuto perfettamente rivelarsi atroce e terribile. Per lei è semplice normalità. <Lui è stato un padre per me. Lui mi ha creata... mi ha insegnato a risvegliare il mio chakra, mi ha insegnato cos'è un Uchiha, dove trova radici il nostro clan... Mi ha raccontato tante storie, mi ha insegnato tante cose. Lui diceva che sono speciale...> Le labbra si stringono appena al terminare di quel dire, il cuore si contrae dolorosamente e con fatica deglutisce un grumo di saliva. Non riesce a dire altro in merito alla figura del clone di Sasuke. Non riesce ad aggiungere nulla, sente di non avere altro da dire. Arima era questo per lei e tanto basta per rispondere alla domanda posta dall'Uchiha. Rilascia la presa fra le labbra, espira ed inspira piano, a fondo, scacciando il dolore provocato da quei ricordi e poi si specchia nuovamente nello sguardo di Keizo. <Sono calma. Sto bene> risponde annuendo appena col capo, ruotando l'intero corpo in sua direzione, ponendosi dinnanzi a lui. <Non uscirò di testa. Niente di quello che potrai dirmi sarà peggio di aver veduto il suo corpo ricoperto di sangue> continua calma, ferma, con quella bassa voce cristallina. <Ma impazzirò se continuerò a non sapere perchè sia dovuto morire, se continuerò a non sapere cos'è successo quella sera. A Katsumi non ho potuto chiederlo...> la sua voce è sicura, convinta, sincera e sfumata di una decisione incrollabile. <Per favore Keizo... aiutami a capire> E, a quel dire, andrebbe semplicemente a far calare le palpebre sui propri occhi come in una supplica muta. Ha bisogno di trovar pace da tutte le domande che continua a farsi da giorni sui reali eventi di quella sera. Da tutte quelle domande che Kioshi stesso ha aumentato in numero.

11:49 Keizo:
 Le iridi azzurre osservano attentamente la figura della ragazza e ascolta le sue parole <Beh oltre al conforto trovo anche qualcos’altro> comincia a dire <Provo anche un senso di pace, un senso di gioia perché, grazie a quello che faccio, penso alla vita degli abitanti del villaggio, dei bambini, di mia madre, che può continuare tranquillamente senza che possa essere attaccata da ombre> lieve sorriso appare sul volto del giovane sperando di poter continuare ad effettuare tutto ciò che gli è possibili fare per salvaguardare il villaggio e la propria famiglia. Successivamente ascolta le parole della ragazza inerente ad Arima e di come lo considerasse un padre, grazie a li ha scoperto il chakra e tutto ciò che riguarda il clan Uchiha <Perché doveva tenerti rinchiusa dentro una cella??> domanda <Non è un comportamento che un padre farebbe nei confronti della propria figlia> ed ecco che ripensa a suo padre e di come, differentemente dalla ragazza, ha avuto un affetto famigliare completamente differente <Lo consideravi come un padre, ma sappi che un padre non farebbe quello che ti è capitato>. Il discorso sembra essere lungo, quindi il rosso andrebbe a piegare le proprie gambe per poi portare il fondoschiena a terra e sedersi con le gambe incrociate <Siediti> andrebbe a dire con un sorriso. La ragazza sembra essere più che calma, forse è solo leggermente turbata. Ascolta le sue parole e, una volta che ha terminato nel parlare, immediatamente il rosso prende la parola <Come ben sai noi siamo dei cloni diretti di Sasuke Uchiha, siamo delle cavie di laboratorio, degli esperimenti> il solo parlare di tutto questo comincia a fargli male, non ha mai concepito una cosa del genere <Quando Arima è diventato capoclan si è pensato che gli esperimenti fossero terminati e che gli uchiha potessero proliferare in maniera umana, come tutte le persone normali di questo mondo> rimane un attimo silente per poi continuare <Si pensava che Arima avesse finalmente bloccato tutto questo ma purtroppo non è stato cosi, di nascosto continuava gli esperimenti sugli Uchiha e Katsumi sembra aver scoperto il tutto e dunque si è giunti alla conclusione di cui ben sai> rimane un attimo silente <Non so cosa sia successo tra arima e Katsumi, non so come sia andato il loro scontro, se hanno parlato inizialmente e poi la situazione è degenerata, su questo purtroppo non so dirti, fatto sta che Arima ha continuato gli esperimenti su di noi e, per quel che so, ci sono ancora dei laboratori che continuano questi esperimenti e spero vivamente che Katsumi faccia qualcosa> non può immaginare la vita dentro una provetta. Quello che ha semplicemente omesso il rosso è che lui farà parte della squadra di ricerca dei laboratori assieme Katsumi e terminare tutto il processo, forse il loro nuovo capoclan è assente proprio perché sta cercando l’ubicazione dei diversi laboratori e poi poter agire senza problemi. [Equip.: Guanti Ninja – Occhiali Monolente – Vambracci e Schinieri |PortaKunai: 4xKunai (1 con carta bombe legate), 4xShuriken | Portaoggetti: 3xFuuda (con tronchetti da sostituzione), 1xtonico coagulante, 1xtonico coagulante speciale, 1xtonico recupero chakra, 1xtonico recupero chakra speciale, 4xfumogeni, 3xcarta bomba, 3x bomba luce, 4x filo di nylon, 4x filo di nylon conduttore]

12:14 Haran:
 Non può capire e comprendere il desiderio di Keizo di proteggere le persone che ama fino a questo punto. Non comprende il suo senso di pace all'idea di votare la propria vita ed esistenza a questo scopo, semplicemente perchè non ha dentro di lei persone che ami fino a questo punto. Tutte quelle per cui ha provato qualcosa l'hanno abbandonata, l'hanno lasciata sola e lei non ha potuto neppure godersi davvero il poco tempo vissuto assieme a loro. Tutti i suoi sentimenti sono stati come improvvisi incendi che scoppiano e ardono forte in un istante e poi si consumano nel tempo perchè privati di cure e ossigeno. Akira vive di emozioni intense ed improvvise ma destinate a svanire in un soffio, così come sono iniziate. Abbassa lo sguardo non sapendo come replicare alle sue parole, a quelle sue sensazioni, ritrovandosi poi a guardarlo solo quando il ragazzo va commentando il suo rapporto con Arima. La ragazza stringe appena le labbra, assottiglia lo sguardo, sentendosi ferita nell'udire quel dire. Non sa cosa sia davvero un padre, non ne ha mai avuto uno, e non è mai cresciuta con qualcuno che le abbia chiaramente detto di volersi prendere cura di lei come una figlia. Non sa cosa faccia un padre normale, sa solo che Arima le ha donato la vita. <Non so cosa farebbe un padre per sua figlia. Ma so che se non fosse stato per Arima non sarei mai nata, non sarei qui adesso. So che a lui devo la mia esistenza> spiega la ragazza con una sfumatura dura nella voce, come se voglia a tutti i costi proteggere il suo rapporto con il clone di Sasuke, come se volesse allontanare con la forza della sua voce le parole di Keizo. <Mi teneva in cella, mi dava da mangiare, mi istruiva. Non ho detto che fosse bello, che non volessi uscire, ma almeno si prendeva cura di me. Ero al sicuro, lì> dice lei continuando quel dire, stringendo ora i pugni lungo i fianchi. <Katsumi mi ha liberata e mi ha lasciata sola in un mondo che non conosco. Aveva promesso di insegnarmi, di aiutarmi, di non lasciarmi e invece è sparito appena mi ha tirato fuori. Ha rotto la promessa che mi aveva fatto. In che modo sarebbe migliore di Arima?> Ricorda come Keizo veneri il clone puro, come lo ritenga una persona importante, perchè quando gliel'ha rivelato anche lei pensava le stesse cose. Ma adesso... adesso tutto ciò che ha a che fare con Katsumi non fa che portarle nel cuore un profondo senso di risentimento e rabbia. Inspira col naso, rapidamente, agitata, cercando di calmarsi così da permettere all'altro di continuare. Ci vuole poco per tornare serena, per respirare nuovamente tranquilla, e concedere all'altro di proseguire. Il ragazzo le consiglia di sedersi ma Akira non vuole, non vuole fermarsi. Vuole rimanere in piedi, accanto a lui, vuole sapere cosa sta accadendo. E Keizo l'accontenta. Inizia il suo racconto portando la ragazza ad ascoltare attentamente, a memorizzare ogni cosa, ogni informazione fino a quando non si ritrova ad aggrottare le sopracciglia e fissare il clone con aria confusa, basita, a labbra schiuse. <Tu... voi... l'avete ucciso perchè creava cloni?> la sua domanda giunge sbalordita, incredula, pronunciata con voce stranita. <Lo avete ucciso perchè ci ha dato la vita!> esclama lei, ora furiosa, stringendo le labbra e fissandolo con le iridi a brillare di pura ira. <NOI NON SAREMMO MAI ESISTITI SE NON CI AVESSE CREATI!> grida lei col respiro che si mozza, col cuore che le esplode in petto, la rabbia a fuoriuscire violenta dallo sguardo, dalla voce, dalle mani che si stringono in quei piccoli ed inoffensivi pugni lungo i fianchi. <GLI DOBBIAMO LA VITA! Lui ce l'ha regalata! Hai detto di essere grato a Katsumi per averti rivelato di essere un Uchiha, per averti fatto scoprire la verità, ma è stato ARIMA A DARTI LA VITA> vibra di rabbia, trema, è incredula. <E Kimi cosa c'entra?! Lei non è nemmeno una Uchiha! Io... non ci credo> Indietreggia di alcuni passi, osserva Keizo con espressione ferita, delusa e sconvolta. Le stesse iridi di Katsumi che si mostrano ora incendiate di vivo triste stupore. <E dicevi di volere il nostro bene...> ripete le sue parole, trova assurdo che possa averle pronunciate con quel sorriso sulla faccia che appariva persino sincero, al quale aveva persino quasi creduto. <Sei esattamente come Katsumi. Un bugiardo.> Le parole escono con tono morto dalle sue labbra. L'espressione sfuma ben presto nel vuoto più assoluto, nello sdegno più nero. <Un traditore.> e quell'ultima parola viene lasciata uscire come una coltellata, come un insulto. Cade come una goccia spezzando quel denso silenzio che s'era creato a seguito di quella sua piccola pausa.

12:39 Keizo:
 Osserva la ragazza e ascolta le parole inerenti ad Arima e al rapporto che aveva con lui. Attende che termini le sue parole per poi comincia a parlare <Beh ti dico io cosa fa un padre verso i propri figli> lo sguardo diventa serio e malinconico nel medesimo istante, pensa a suo padre e a come ha dato la propria vita per salvaguardare quella sua e quella di sua madre <Un padre farebbe di tutto per vedere il proprio figlio o la propria figlia con un sorriso, darebbe la sua vita per difendere quella del proprio figlio> ed ecco che in quell’istante, per quelle ultime parole, una lacrima, dall’occhio destro, comincia scendere velocemente, solcando la guancia sino ad arrivare al mento per poi cadere a terra. Una semplice lacrima che identifica la tristezza che prova il giovane, al pensiero di vedere il proprio padre morire davanti ai suoi occhi per poterlo difendere da minacce esterne <Un padre non terrebbe mai una figlia segregata in una cella. Può averti istruita, nutrita, ma non ti ha mostrato mai amore all’interno di quella cella, a mio avviso ti trattava come se fossi un animale in gabbia> parole forti quello del ragazzo, ma è cosi che vede questa situazione <Non ti ha mai mostrato amore, non ti ha mai rispettato. Pensa bene, perché ti doveva tenere dentro una cella?? Perché non lasciarti andare? Ti sei mai chiesta quali fosse i motivi per il quale tu eri li dentro?> quella tristezza pian piano svanisce, mentre si fa spazio incredulità, non può minimamente capire il perché la ragazza fosse in quella cella e venisse tratta come un animale. Ma è adesso che arriva la parte clou, dopo aver sentito tutte le motivazione che hanno spinto Katsumi ad agire in quel modo. Non batte ciglio il rosso, ascolta le urla e la rabbia della ragazza, non vuole interromperla, vuole che si sfoghi, visto che riteneva Arima suo padre e sa bene cosa si prova quando si perde una persona molto cara. <So cosa provi adesso> comincia a dire il giovane verso la ragazza. Si alza da terra e riprende a parlare <So cosa stai provando lo so benissimo> continua a ribadire <Non metto in dubbio che gli dobbiamo la vita, è grazie a lui e ai suoi predecessori che siamo qui a parlare, ma sappi che dietro a questi esperimenti ci sono anche numerose morti> questo è ciò che gli è stato detto da Katsumi, visto che sua figlia è stata una delle vittime di queste clonazioni <Non so cosa potesse centrare Kimi in questa situazione, come ti ho detto non ho tutti i tasselli del puzzle e devo chiarirli di certo con Katsumi, sperando di trovarlo nel breve tempo possibile> rimane un attimo silente vedendo Akira nettamente nervosa <Io voglio il bene della mia famiglia, il bene dell’intero villaggio ed ecco perché ho agito assieme a Katsumi, proprio per salvaguardare tutti. Non voglio che neanche un’altra goccia i un uchiha possa essere versata per continuare gli esperimenti in laboratorio, non voglio che nessun’altro possa essere ferito solo per degli esperimenti. Io voglio vedere la mia famiglia VIVA!> è più serio che mai, forse la prima volta nella sua vita <Puoi chiamarmi come vuoi se questo ti può far sentire meglio, sta di fatto che adesso sei libera, non sei più un animale in gabbia. Io sono qui per te, sono a tua completa disposizione> ed ecco che apre le braccia verso l’esterno <Sono qui se vuoi colpirmi per vendicarti per Arima, ma sono qui anche per volerti bene, per esserti accanto, per farti considerare parte di una famiglia, una sorella, tutto quello che vuoi> quelle braccia aperte stanno a significare tutto questo, da un lato di poter essere soggetto a vari colpi da parte della ragazza per una vendetta personale ma anche un abbraccio, un conforto che vorrebbe dare alla fanciulla che sembra ancora non averla trovata. Adesso spetta a lei fare la scelta. [Equip.: Guanti Ninja – Occhiali Monolente – Vambracci e Schinieri |PortaKunai: 4xKunai (1 con carta bombe legate), 4xShuriken | Portaoggetti: 3xFuuda (con tronchetti da sostituzione), 1xtonico coagulante, 1xtonico coagulante speciale, 1xtonico recupero chakra, 1xtonico recupero chakra speciale, 4xfumogeni, 3xcarta bomba, 3x bomba luce, 4x filo di nylon, 4x filo di nylon conduttore]

13:50 Haran:
 Fanno male. Fanno male le parole che Keizo le rivolge. Fa male sentire quello che dice circa il rapporto che normalmente c'è fra un padre ed una figlia. Fa male vedere quella lacrima calare dal suo viso, fa male sentire quel discorso che lei per prima si è ripetuta migliaia di volte nella testa. <Credi che non ci abbia mai pensato?!> sbotta Akira sentendo gli occhi pizzicare, il viso farsi rosso per lo sforzo di trattenere quelle lacrime brucianti che le picchiano dietro le orbite. <Che non mi sia mai chiesta perchè non potessi uscire da lì?! Che non volessi essere una persona come le altre?!> continua a sfogarsi, lei, quasi ringhiando in quel suo rivolgersi al povero clone. <NON SAI COSA SENTIVA PER ME! NON PUOI GIUDICARE! Lui è continuato ad esserci! Veniva da me! Mi è rimasto vicino!> lo aggredisce, si sente travolgere di una furia cieca nel sentire il modo in cui l'altro parli del loro rapporto, del modo in cui Arima non l'abbia mai amata o rispettata. <Fuori da quella stanza NESSUNO ha fatto la stessa cosa per me! Katsumi è sparito, Kimi è sparita! E Yukio e Hitachi! TUTTI!> Le labbra tremano, le mani si agitano, gesticolano, muovendosi verso l'esterno mentre ancora, con forza, reprime l'istinto di mostrarsi debole, fragile. Non piange. Si trattiene. Trattiene tutto andando semplicemente a sfogarsi con lui. <Avrei preferito rimanere in quella stanza ad aspettarlo che essere qui fuori da sola! Lo avrei preferito mille volte!> Ma lui non può capire. Non può sapere. Lui sarà anche un clone ma è cresciuto in una famiglia normale. E' stato libero tutta una vita, libero assieme a persone che gli sono rimaste accanto e che l'hanno amato. Che lui ama a sua volta. Non sa cosa lei abbia vissuto, non può immaginarlo e non può capirla. Ascolta silenziosamente il di lei sbottare, la lascia parlare, ma quando parla nuovamente Akira si ritrova a fissarlo sgomenta. Lo sa? No! Lui non sa niente! Non sa cosa prova, non sa come si sente! E quello che dice... quello che dice non ha senso! <E allora? La gente muore da sempre! La gente uccide da sempre!> esclama lei incredula, basita, per niente sconvolta dall'idea della morte. O almeno, delle morti ingiustificate. <Katsumi ha ucciso un sacco di gente! Lo ha ammesso lui stesso! E continua, non si ferma! E' arrivato a uccidere quello che è stato il suo maestro, che vedeva come un padre!> .. <Tu! Tu sei un ninja, uccidi persone per vivere!> continua Akira, senza fermarsi, con il viso contratto e congestionato dalla rabbia, gesticolando nervosamente, infiammandosi. <Avrà ucciso delle persone, ma quante vite ha creato?! Quanti siamo nati grazie a lui?!> Lei è nata grazie a lui. Uno degli ultimi prodotti di quei laboratori rimasti in piedi... Ma è una particolare frase di Keizo a sconvolgerla a lasciarla di sasso. Non ha tutte le informazioni, ha bisogno di parlare con Katsumi. Questa cosa la basisce, la lascia semplicemente priva di parole, sconvolta. <L'hai ucciso... senza sapere perchè. Hai combattuto con loro e non avevi le idee chiare... HAI UCCISO PERCHE' TI HANNO DETTO DI FARLO! E tu? TU NON ANDRESTI FERMATO?!> Le lacrime adesso sì, solcano il viso di Akira che, distrutta, sente il cuore infrangersi, frantumarsi, e l'assenza di Arima scoppia ora nel suo cuore. Keizo continua a parlare, a dire la sua, i suoi pensieri, ma Akira ormai è distante da lui. Mentalmente, spiritualmente, sono distanti mille miglia. Un gelido muro spesso li divide e lei si sente semplicemente desiderosa di svanire, di lasciarselo alle spalle. Lo vede allargare le braccia, guardarla, le offre persino la sua presenza, come se lei ne avesse bisogno. Come se lei possa ora abbandonarsi alle cure di chi ha ucciso Arima con una motivazione così assurda! Sente il cuore martellarle nel petto, le lacrime colare copiose dagli occhi bicromatici e, al sentire quel suo ultimo dire, si ritrova semplicemente ad indietreggiare ancora, rifuggendo la sua proposta, scuotendo lentamente e tremante il capo. <No...> mormora con voce rotta, spezzata, la gola in fiamme per le grida di poco prima. <No.> ripete più decisa, tirando su col naso, sollevando il viso così da poter fissare l'altro a testa alta, fieramente e orgogliosamente. <Non sei un fratello e non sei la mia famiglia. La famiglia non si uccide a vicenda.> Stringe le labbra, deglutisce dolorosamente, prima di venir scossa da un nuovo singhiozzo e voltarsi. Le gambe la porterebbero ora lontano, la porterebbero via, la farebbero fuggire da quel luogo diretta verso la locanda. Diretta verso l'unico luogo e l'unica persona di cui in questo momento sente di potersi fidare. [END]

14:18 Keizo:
 Guarda la ragazza e ascolta le sue risposte ai quesiti che il rosso gli ha posto riguardante la sua detenzione all’interno di quella cella. Si è posta le domande ma non ha sentito nessuna risposta a quelle domande <Non conosco il rapporto che avevate ma so bene come un padre deve comportarsi con un proprio figlio e proprio per questo mi sono permesso di dire la mia sul vostro rapporto. Il vostro non era un rapporto padre figlia ma un rapporto tra padrone e proprio animale domestico. A mio parere ti ha trattato come tale, sicuramente per qualche suo giraconto personale, ne sono più che certo> silenzio adesso continua ad ascoltare Akira, sconvolta da questo discorso <CI SONO IO, SU DI ME PUOI CONTARE PORCA MISERIA> urla il giovane dopo aver sentito che nessuno è rimasta con lei <SE CI FOSSIMO CONOSCIUTI PRIMA SICURAMENTE NON SARESTI COSI, TI AVREI FATTO PROVARE COSA SIGNIFICA VERAMENTE AMARE>. Il rosso pensa che la ragazza non ha mai conosciuto, in realtà, cosa significasse la parola amore, non sa cosa significa provare, sulla propria pelle, farsi amare e amare gli altri. Continua poi ad ascoltare le parole della ragazza, vede i suoi occhi gonfi pronti ad esplodere <Io ho fatto tutto questo per fermare la scia di sangue, non l’ho fatto perché mi è stato detto ma perché dovevo fermare l’avanzare del sangue e bloccare il tutto prima del tempo, l’ho fatto per salvaguardare altre vite> si ferma un attimo, vuole cercare di far ragionare Akira. Ogni parola che può dire può essere travisata deve cercare di trovare le giuste parole <Non si crea una vita tramiti esperimenti. Io mi sento un essere umano adesso grazie ai miei genitori, prima quando ero nel laboratorio mi sentivo una cavia, un esperimento un qualcosa non naturale in questo mondo> si ferma un attimo <Ecco perché bisognava fermare questo processo evolutivo, la natura deve avere il suo processo e adesso potrà averla> quanto meno spera che possa averla, non si sa mai cosa potrebbe riservare il futuro. Il rosso si trova ancora a braccia aperte, aspettando la reazione della ragazza, che non tarda ad arrivare. Di fatti rinnega Keizo come fratello e comincia a scappare <IO SONO TUO FRATELLO E SARÓ SEMPRE QUI PER TE. AL CONTRARIO DEGLI ALTRI NON TI ABBANDONERÓ MAI> dice urlando, sperando che l’altra possa captare le sue parole. Riabbassa le braccia e si siede a terra. Un’altra lacrima comincia a scendere dal suo occhio, non voleva che il loro incontro potesse prendere questa piega. La rabbia comincia a farsi largo nel proprio animo, la mano destra verrebbe chiusa a formare un pungo e successivamente andrebbe a colpire il pavimento, con forza, per poter scaricare il mix di emozioni che sta provando. Il rosso, seduto, comincia a pensare a tutto ciò che ha fatto finora, che abbia fatto le scelte giuste? [Equip.: Guanti Ninja – Occhiali Monolente – Vambracci e Schinieri |PortaKunai: 4xKunai (1 con carta bombe legate), 4xShuriken | Portaoggetti: 3xFuuda (con tronchetti da sostituzione), 1xtonico coagulante, 1xtonico coagulante speciale, 1xtonico recupero chakra, 1xtonico recupero chakra speciale, 4xfumogeni, 3xcarta bomba, 3x bomba luce, 4x filo di nylon, 4x filo di nylon conduttore] [End]

Akira si reca nel Dojo Uchiha alla ricerca di Shisui.
Invece del jonin trova Keizo col quale inizia una discussione destinata a finire in lite.

Gli eventi circa la morte di Arima vengono raccontati ed il dolore per la perdita del clone scoppia sfociando in una fuga dal ragazzo.

CHE BELLA ROLE CHE E' T.T <3