{Verità inaspettate, gesti improvvisi ed eruzioni vulcaniche dietro l'angolo.}

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18:16 Hanako Yui:
  [Poco lontano da casa] Dei piccoli passi, uno dietro l'altro, vengono percorsi sotto l'ombra degli alberi che dà alla fanciulla un piccolo riparo dalla forte luce solare. Porta una mano davanti agli occhi, il palmo leggermente chiuso a pugno. Il sole troppo forte la infastidisce non poco. Ha talmente tanto caldo che quella giornata indossa un semplice top bianco, incrociato sulla schiena, e un paio di pantaloncini in pelle, neri. Insieme al tutto, un paio di calze a rete che arrivano poco sopra il ginocchio e un paio di sandali bianchi. Effettivamente ha preso le prime cose che ha trovato dentro l'armadio e le ha indossate senza pensarci troppo; ma nonostante tutto sembra stiano bene nel complesso. Sospira pesantemente mentre cerca di ripararsi continuamente dal sole. Non le piace abbronzarsi, proprio per niente, infatti anche durante la stagione estiva tende a rimanere sempre del suo solito colorito bianco, senza nessun segno o rossore causato dalla luce. Con lei c'è anche un piccolo marsupio che tiene con la mano sinistra. La mano destra invece ha un paio di braccialetti dei più svariati colori. Qualche circonduzione con le spalle. Il combattimento di ieri, fatto in Accademia, non è andato esattamente per il meglio. Ha avuto tanti, molti problemi a causa della sua scarsa (o meglio inesistente) abilità con le armi, infatti lo shuriken è praticamente caduto a terra senza raggiungere neanche di un cm il bersaglio. E' ovvio che si sia sentita leggermente umiliata, ma poco importa, è ovvio che nel corpo a corpo o nelle armi deve migliorare in maniera particolare, anche se non è il suo obbiettivo principale visto che deve specializzarsi in ben altro. Finalmente arrivata in centro, e notata la solita buca, inizia a passeggiare senza una meta precisa dove cerca di godersi le bancherelle o il buon odore di cibo, visto che non mangia da ieri.

18:25 Haiyato:
  [In giro] Dopo il suo allenamento tutt'altro che riuscito il giovane Murakami è passato da casa per medicarsi le mani, graffiate e tagliate dalla sua scarsa attenzione durante l'allenamento. Vaga per il centro di Konoha senza una meta, con le mani affondate nelle tasche dei pantaloni. Non porta più il nastro azzurro, come invece faceva fino a poco tempo prima. Sul volto gli occhi sono distratti ma quella buca enorme è impossibile da non notare, infatti con molta semplicità le gira intorno e nulla più. I capelli sono ancora più disordinati del solito, mentre sul volto sono presenti occhiaie facilmente visibili. La camminata è normale, ormai la ferita allo stinco non fa più male da costringerlo a zoppicare e quindi riesce a mantenere un'andatura circa celere. Indossa una canotta nera e nulla più, con le fasciature sulla sua spalla destra in bella vista a chiunque posi su di lui lo sguardo. Su entrambe le braccia sono presenti degli avambracci in tessuto con una placca metallica, legati con delle cinghie per esser mantenuti saldi in posizione. Sulle mani sono presenti ulteriori fasciature, minuziosamente fatte in modo tale da non ostacolare minimamente il movimento delle dita, anche se ormai le bende hanno acquisito un colore rossiccio a causa del sangue assorbito. Sul bicipite sinistro è posto un portastrumenti con all’interno 6 shuriken e 3 kunai. Un paio di pantaloni neri di tessuto riveste gli arti inferiori, elasticizzati ed aderenti alla silhouette del ragazzo. Sugli stinchi sono presenti due schinieri in tessuto con una placca metallica sulla parte frontale. Ai lati di entrambe le cosce è presente un portastrumenti, con all’interno di ognuno 6 shuriken e 3 kunai. Infine, ai piedi indossa un paio di sandali viola accompagnati a dei calzini neri che scompaiono sotto i pantaloni. [Equip: Avambracci, Schinieri, Braccio SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia DX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai]

18:38 Hanako Yui:
  [Centro - In giro] Totalmente distratta e con lo sguardo perso nel vuoto. Le braccia a penzoloni e rilasciate lungo i fianchi, la schiena leggermente ingobbata. E' talmente persa nei suoi pensieri che può tranquillamente andare a sbattere contro un palo senza accorgersene. Canticchia, con filo di voce che a malapena sente solo lei. La canzoncina è triste e parecchio angosciante. Invece il suo stomaco brontola da parecchi minuti, ma non gli interessa più di tanto. Spalanca leggermente gli occhi quando si accorge che nel chiosco di Ichiraku c'è molta confusione, a tal punto che la coda d'attesa si espande fino all'esterno. Okay, forse non è il miglior posto dove mangiare al momento, sicuramente è disponibile qualche tipica promozione 'due al prezzo di uno'. Scrolla le spalle mentre cerca con sguardo annoiato e per niente attento un posto dove fare uno spuntino, visto l'orario. Un leggero sorriso incurva le sue labbra quando nota alcuni bambini parlare allegramente dell'Accademia; sicuramente sono molto più entusiasti di quanto non lo sia lei. Aumenta il passo e cerca di raggiungere un chioschetto appena avvistato. Lo sguardo è basso, rivolto completamente al terreno, le mani adesso sono chiuse a pugno, rigide. Non fa in tempo a pensare qualcosa che si ritrova improvvisamente con il sedere appiccicato al terreno. Sbatte gli occhi parecchie volte, un leggero dolore alla testa. E' caduta, ovviamente. Ma contro cosa è andata a finire? O meglio, contro chi? Alza lo sguardo mentre con l'indice porta i capelli sciolti dietro le spalle. <...che diamine...> Commenta. Questa volta è colpa sua e tutto a causa della sua poca attenzione. Il sedere è parecchio dolorante. <Mi scusi!> Dice con una tonalità parecchio alta mentre alza completamente lo sguardo per guardare la povera vittima contro cui è andata contro; c'è una piccola differenza. La 'vittima' è ancora in piedi, è la fanciulla ad essere caduta come un sacco di patate. Arrossisce leggermente quando nota la figura parecchio conoscente ancora in piedi. Il sorriso apparso pochi minuti prima sparisce in qualche attimo di secondo lasciando spazio ad una vera e propria espressione triste, gli occhi lucidi, le labbra tenute in una linea stretta e rigida, le guance rosse. Proprio fra tutti gli abitanti di Konoha, doveva capitare lui?!

18:49 Haiyato:
  [In giro] Passo dopo passo la sua passeggiata prosegue, il corpo che pian piano avanza ma la mente che è da tutta altra parte. è facilmente intuibile dal modo vacuo con cui guarda il suolo davanti a sè, alzando lo sguardo di poco ogni tanto per non rischiare di sbattere contro qualcosa. Il tempo di chiudere le palpebre per un istante a seguito di uno sbuffo ed ecco che urta qualcosa, o meglio qualcuno. Non apre bocca, neanche un filo di voce viene pronunciato da lui. Dischiude gli occhi e davanti si ritrova niente di meno che Hanako. Tira indietro le labbra, quei pochi millimetri che riesce. Abbassa su di lei gli occhi e senza pensarci estrae dalla tasca la mano destra, minuziosamente fasciata. La porge quindi verso la ragazza, con intenzioni limpide come il sole. Il volto non ha minimamente cambiato espressione, totalmente impassibile a quell'incontro. Aiuterebbe quindi Hanako a rialzarsi, limitandosi a guardarla durante il gesto e nulla più. Dopodichè riporrebbe la mano nella medesima tasca da cui è uscita. Il tutto, nel suo silenzio più totale. [Equip: Avambracci, Schinieri, Braccio SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia DX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai]

19:05 Hanako Yui:
  [Centro - In giro] Lo osserva qualche secondo, poi lo sguardo ricade sulla mano dell'altro, completamente fasciata. Le sopracciglia si curvano, preoccupata, nota che buona parte di esse sono imbevute di sangue, specie sulle dita. Ma non fa domande. La afferra senza neppure metterci forza, infatti, è un po' come se si fosse rialzata da sola. Dopo di che, in qualche istante lascia andare la mano dell'altro nel più totale silenzio mentre continua ad osservarlo, in ogni minimo particolare. Non le sembra che l'altro stia bene, anzi...sembra piuttosto ferito nonostante lo sguardo impassibile che tiene. Deve parlare, deve stare zitta ad osservarlo oppure deve andare via e considerare l'accaduto come qualcosa di totalmente casuale che sarebbe potuto tranquillamente succedere con chiunque? Inizialmente prova ad andare via, con qualche passo indietro, in maniera impercettibile. Ma ci ripensa. In fondo, sta perdendo un occasione di parlare con il ragazzo se va via. Torna di nuovo nella posizione precedente e porta le braccia ad incrociarsi dietro la schiena. Lo sguardo è sveglio e attento, le labbra socchiuse. Cerca di pensare a cosa dire, ma nulla le viene in mente oltre alle parole poco gentili e gradevoli che sono uscite dalla sua bocca la volta precedente. Hayato ha letto la lettera? Ha capito i suoi sentimenti? O forse l'ha semplicemente riposta dentro ad un cassetto, o nel peggiore dei casi, bruciata e ridotta in cenere? Perché fare tutti quegli orribili pensieri sulla sua lettera? Magari per lui quei sentimenti nemmeno esistono più. Un sacco di espressioni attraversano il suo volto mentre è ancora davanti ad Hayato; fosse stato qualcun altro può tranquillamente passare per una psicopatica bipolare. Alla fine arrossisce violentemente. Forza, parla! <Ehm...> Osserva il cielo. <Proprio bello...il cielo oggi...> Ma che stupidaggine va dicendo?! Scuote la testa una seconda volta mentre rischia di sbattersi il palmo sulla faccia per la figuraccia che sta facendo. <Ciao...Hayato-kun...> Dice infine mentre non riesce minimamente a guardarlo in faccia. Le mani torturano il tessuto sottile della canotta.

19:24 Haiyato:
  [In giro] La ragazza si alza ma sembra incerta su cosa fare. Lo intuisce senza alcuno sforzo, gli è sufficiente guardarla. Rimane fermo immobile, con le mani in tasca ad osservare i suoi movimenti insicuri, mentre sta cercando di fare qualcosa. Lui non fa altro che seguirla con lo sguardo, rimanendo chiuso nel suo silenzio. Non parla da quella sera, non una sola parola è più stata pronunciata da lui. Ella prova ad iniziare un discorso, che non avrà risposta. Il ragazzo volge gli occhi lilla al cielo, saggiando così le parole della ragazza. Guarda qualche secondo il cielo, facendo alzare le spalle con il respiro che è rallentato da quando l'ha incontrata. Tora quindi a guardarla nel volto, mentre lei invece fissa a terra. La mano destra si agita nella tasca, come se stesse strofinando qualcosa e dai pantaloni è facilmente visibile il movimento. Abbassa di poco il capo, facendo cadere qualche candido ciuffo di capelli davanti al volto che và a nascondergli lo sguardo. Tira di nuovo indietro le labbra, premendole con forza l'una contro l'altra. Le mani nei pantaloni si stringono, alzandoli leggermente. Un profondo respiro dopo pochi secondi ed ecco che sembra quantomeno rilassarsi. Dischiude le labbra, ma qualche istante e poi le chiude senza aver pronunciato parola. Esita un'ultima volta, prima di far sentire la sua voce. <Ciao> Non è il suo solito timbro, è rauco e il motivo è molto semplice. Quella sera ha sforzato troppo le sue corde vocali e questo è il risultato. [Equip: Avambracci, Schinieri, Braccio SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia DX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai]

19:37 Hanako Yui:
  [Centro - In giro] Deve sembrare più sicura, facendo così assomiglia soltanto ad una stupida sciocca. <Ehm...> Cerca di iniziare un discorso. <Come va?> Chiede all'improvviso mentre prova a fare un piccolo sorriso che tenta di risollevare l'altro. Il respiro è lento, quasi trattenuto, ha paura di venir cacciata via dall'altro. Un sospiro e le sue ginocchia si piegano leggermente, verso il basso, le mani si ruotano leggermente, ancora incrociate dietro la schiena. <Ecco...> Forse è meglio arrivare direttamente al sodo invece di fare troppi ed inutili giri di parole. <Ecco, mi dispiace per come mi sono rivolta la scorsa volta, ma è vero tutto quello che pensavo anche se non ho dosato le parole-> Blocca all'improvviso il discorso. E' ovvio che sta parlando troppo velocemente e non vuole confondere nessuno. <Ecco in poche parole: mi dispiace tanto...so di aver sbagliao, so di essere una stupida, poco matura e...> Scuote la testa facendo volteggiare i capelli. Ancora troppo veloce. All' improvviso si zittisce, è ovvio che non sa da dove iniziare. Le parole non sono esattamente il suo forte e rischia di creare un malinteso. <...hai letto la lettera?> Ecco con quelle semplici parole va già meglio, molto meglio, infatti se ne sta mogia mogia a torcere il tessuto della canotta che ormai ha completamente scoperto l'ombelico. Lo sguardo rivolto altrove e gli occhi fin troppo lucidi, le lacrime stanno quasi per uscire. E' ovvio che sia terribilmente mortificata.

19:55 Haiyato:
  [In giro] Come va, la risposta è semplice. Male, molto male. Questo è ciò che passa nella sua mente, parole per risponderle ma che non trovano il fiato per farlo. Invece di parlarle opta per un metodo molto più semplice ed efficace. Estrae entrambe le mani dalle tasche, andando a sciogliere le fasciature su di esse. La mancina afferra il nodo che tiene ferma la fasciatura della destra e tirando un lembo di tessuto sfila il nodo. Inizia quindi a muovere la mano in senso antiorario. Non impiega molto prima che le bende cadano a terra rivelando la sua mano. Le nocche presentano lividi evidenti, così come la parte delle prime falangi. Sul palmo e sulle dita nella parte interna sono presenti numerosi tagli. Da alcuni di essi esce ancora un filo di sangue mentre molti altri hanno già iniziato a cicatrizzarsi. Il movimenti della mancina le saranno sembrano strani ed infatti la mano sinistra, a differenza della destra, è fasciata fino al polso. Quel pugno dato in malo modo ha causato dolori al polso e difficoltà nel muoverlo. Dopo aver sciolto la benda la lascia cadere, mostrandole la sua mano destra. <Stamattina sono andato all'accademia per allenarmi> La mano destra si avvicina quindi alla sinistra, ripetendo lo stesso procedimento e sciogliendo le fasciature anche da essa. I lividi sono presenti ma nessun taglio, mentre il polso è gonfio ed evita di muoverlo nella maggior parte dei casi. Le labbra si distendono in una linea, un segmento lineare mentre il peso si sposta sulla gamba destra per non sforzare eccessivamente la sinistra. <Sì> Risponde in modo secco, distogliendo lo sguardo e portandolo alla sua destra, ruotando leggermente il capo. Le mani vengono così portate aderenti al corpo. <L'ho letta> Non accenna al fatto di averla con sè, ma lentamente torna a spostare gli occhi su di lei. Per il momento non aggiunge niente altro, limitandosi a guardarla. [Equip: Avambracci, Schinieri, Braccio SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia DX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai]

20:05 Hanako Yui:
  [Centro - Casa] Sgrana gli occhi quando vede le mani del ragazzo ridotte in quello stato. Un sospiro talmente rumoroso seguito da un respiro parecchio trattenuto. Porta la mano sinistra alla bocca, gli occhi sgranati e ancora più lucidi di prima. Deglutisce come a mascherare il pianto ormai prossimo. Non deve piangere, ovvio che non deve, magari in quel momento la lettera non è esattamente fondamentale, deve assolutamente medicare le ferite del ragazzo dai capelli argentati. Così, senza proferiore parola tenterebbe di agguantare il polso sinistro dell'altro, pronta a trascinarlo verso la via di casa. Non è una strada particolarmente difficile, sempre dritto fino ad arrivare ad una piccola casetta nascosta in mezzo agli alberi. Non è particolarmente spaziosa ma visto che ci abita solo la fanciulla dai capelli corvini è più che sufficente, molto più che sufficente. Sotto al letto deve avere sicuramente una cassetta da primo soccorso, così almeno da disinfettare e bendare le ferite alle mani, sennò rischia di beccarsi qualcosa con dei tagli come quelli. Arrivano nella stanza da letto, dove proverebbe a far sedere l'altro sul bordo del letto dalla coperta stellata. Smette completamente di parlare, adesso l'unica cosa che usa sono le sue mani, infatti le allungherebbe verso l'altro, chiedendo in un muto silenzio di porgerle, in modo da prenderne prima una con entrambe le mani, molto ben più piccole di quelle del ragazzo.

20:21 Haiyato:
  [In giro] Quando la ragazza gli afferra il polso dolorante per trascinarlo via digrigna e stringe i denti. Fa male, fa veramente male ma prima di continuare a seguirla si scrollerebbe dalla sua presa, con un movimento a frusta del braccio sinistro che ovviamente gli causerà dolore non da poco al polso. Si limita dunque a seguirla, senza parlare o fare domande ma alla fine sembra che Hanako l'abbia portato in casa sua. Si guarda intorno, senza particolare interesse adocchiando il più ed il meno che possa attirare per qualche vanesio istante la sua attenzione. Decide quindi di seguirla e di sedersi sul letto senza dir nulla. Le mani si adagiano sui pantaloni, mentre egli assume una posizione perfettamente eretta anche sedendosi sul letto. Il portamento che non manca mai alla sua figura. Le gambe si ritraggono e si piegano verso di lui, con le punte dei piedi rivolte verso il pavimento. Quando ella gli chiede di porgerle le mani scuote la testa in una negazione fin troppo evidente. Le mani stringono i pantaloni, afferrando le pieghe formate dalla posizione e sgualcendole. Abbassa lo sguardo, facendo ricadere gran parte dei suoi ciuffi davanti al volto che ora si ritrova totalmente coperto dalla vista dell'altra. <Nessuno te l'ha chiesto> Sibila con la sua voce, rauca ma troppo strana per uno come lui. Un lieve tremolìo in quelle parole, quasi impercettibile mentre le mani strofinano e stringono più forte i pantaloni. Digrigna tra loro i denti, aprendo di poco le labbra per forzare ancora di più quel gesto. Quelle sole parole, sono state per lui come un mondo che gli è caduto addosso, facendolo crollare totalmente. In altre parole è come se gli avesse detto che la sua vita non vale nulla. Sacrificare una vita inutile oltre che non avere alcun effetto non è niente altro che patetico e una cosa del genere per uno con il suo orgoglio non è lontano da una spada conficcata nel petto. Rimane quindi fermo così dopo aver dato la sua risposta. Non si farà medicare da lei, non scenderà così in basso. L'orgoglio che ha è l'unica cosa che gli impedisce di scoppiare in lacrime, non rinuncerà mai nè al suo orgoglio nè al suo obiettivo, anche se per questi due dovesse sacrificare l'unica cosa positiva che abbia mai avuto. [Equip: Avambracci, Schinieri, Braccio SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia DX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai]

21:09 Hanako Yui:
  [Centro - Casa] Scuote la testa mentre un sospiro esce dalle sue labbra, è ovvio che non si voglia far medicare da lei. <L'altra volta mi hai chiesto dove fossi stata, visto che secondo sono sparita.> Alza le spalle mentre ripensa a tutto quello che è successo. <Ci siamo trasferiti a Kusa, ma dopo qualche mese i miei stavano male...> Fa un po' male, forse tanto, in fin dei conti, in una cittadina del tutto nuova erano l'unico affetto rimasto. <Mia sorella era già andata via da tempo, del resto, non ho più notizie di lei da non so quanto...e... forse è morta, ferita, in coma; una serie di cose a cui neanche io so rispondere...> Si lecca il labbro inferiore mentre qualche lacrima inizia a scendere e a scorrere lungo le guance mentre con le mani tortura la base del lenzuolo. <E beh...che dire sono morti in un tempo così breve che...non ho avuto nemmeno il tempo di dirgli per l'ultima volta 'ti voglio bene'. Avevo solo otto anni, è vero...ma mi ero messa sotto e ho iniziato a lavorare presso un contadino, giornalmente dove mi prendevo cura di tutto l'allevamento in cambio di qualche moneta per comprare le medicine... che di certo non costavano poco...> Davvero quei dieci anni interessano al ragazzo? <Tubercolosi...> Dice con un tono di voce talmente flebile che rischia seriamente di scoppiare in un enorme pianto. Prese un grande respiro. Deve riuscire a dire qualcosa di intelligente e sensato. <In tutti questi anni sono rimasta sola e ho cercato di guadagnarmi qualcosa da vivere lavorando in qualche chiosco, ho passato così i miei dieci anni, avevo qualche amica sì, ma alla fine erano soltanto delle semplici conoscenti, colleghe di lavoro...> Tono particolarmente basso, a tratti balbettante. <Quando l'altra volta ho detto quelle cose, provenivano tutte dai miei sensi di colpa. In un certo senso sono scomparsa, è vero, ma non è stata colpa mia; con dei genitori malati di certo non potevo venirmela a spassare a Konoha, invece con quei pochi soldi guadagnati a lavoro a malapena riuscivo a comprarmi da mangiare.> Ormai sta praticamente in apnea. <...a me dispiace, d-davvero...> Se c'è una cosa che non ha mai fatto in sedici anni di vita è proprio quello di scoppiare a piangere, oltre a qualche lacrima non ha mai pianto davvero davanti a nessuno, solo nella più totale solitudine. E di certo, non vuole iniziare ora. <Durante questi anni non ho fatto altro che pensarti, la maggior parte dei miei pensieri erano totalmente rivolti a te, se stavi bene, se eri in salute, come andavano gli studi, la famiglia, se per te quell'incidente è stato un trauma... in dieci anni ho accresciuto talmente tanti sensi di colpa verso le persone, anche quelle ormai morte che ero praticamente decisa di rimanere da sola. Sai che succede quando non si è più abituati a ricevere affetto? Succede che non ti fidi più, che a volte preferisci stare sola. Che quando qualcuno ti dice 'ti voglio bene' penso con un sorriso 'certo, come no'; non sei desiderata per molto tempo, e quando trovo qualcuno che mi vuole bene a volte prevale l'incertezza...tanta incertezza. Ho seriamente avuto problemi a socializzare con gli altri, con la costante paura di sbagliare.> Scrolla le spalle, forse si sta aprendo un po' troppo, sta distruggendo tutta quella corazza costruita in dieci anni in un nanosecondo. Asciuga le lacrime con un fazzoletto di cotone posto sul comodino. <Quindi...hai letto la mia lettera...> Fa finta di niente, come se quei dieci anni non sono stati nulla. Sospira, quel silenzio è anche troppo per lei. <Mi distruggi, mi azzeri, mi annienti. Sei capace di ferirmi anche senza dire una parola, perchè credimi che quel silenzio fa più male di ogni rifiuto.> Scrolla le spalle, in parte si è tolta un peso di dosso. <Quando ho detto c-che mi sarei davvero s-sacrificata al tuo posto, lo avrei fatto davvero, non ci avrei pensato due volte. In tutti questi anni sono sempre stata follemente innamorata di te nonostante la distanza, o peggio, dieci anni di assenza e dispersi nel vuoto. Amavo la tua compagnia, da piccoli, in realtà la cercavo in continuazione, dalla mattina alla sera nonostante i tuoi impegni visto che facevi parte di un clan davvero importante. La prima volta che ti ho visto ho pensato che c'era qualcosa di te di cui avevo davvero bisogno, quando ti ho incontrato nuovamente, dopo dieci anni...ho capito che non era qualcosa di te. Era di te che avevo bisogno...> E dopo di che, chiuse la bocca, riprendendo fiato, con un magone bloccato in gola.

21:58 Haiyato:
  [In giro] La ascolta attentamente, rimanendo chiuso dentro il suo silenzio. Un silenzio profondo, che sembra appesantire l'aria stessa che respira e quasi arriva a soffocarlo. Le mani lasciano i pantaloni, mentre la schiena si incurva rompendo la sua posizione eretta e composta. Si insinuano sotto i suoi capelli, adagiandosi sul volto e specialmente la destra lascerà sul viso qualche striscia o impronta rossa. Si stringono sul volto, nascosto dai folti capelli rendendo all'altra impossibile osservare l'espressione distrutta del suo volto. Ogni parola che la ragazza pronuncia sembra come se fosse scandita e rimarcata più e più volte, lascia dentro di lui un solco profondo e continua a scavare sempre di più. Si china di più, stringendosi su sè stesso. Aspetta che l'altra finisca di parlare, mentre le mani si stringono sempre di più sul volto, con la mano destra che ha ormai lasciato una striscia rosso sangue sull'occhio destro a scendere verso il basso. Le mani si allontanano e si poggiano sulle ginocchia. Dischiude le labbra, lasciando che un tiepido soffio esca fuori. Socchiude le labbra ed inizia a parlare, con un sottilo filo di voce <Dopo quel giorno, ho vissuto un lungo periodo di riabilitazione. Buona parte della mia memoria era danneggiata, ma più di tutto è stato difficile rimanere a letto per tutti quei mesi. Il mio corpo ne ha risentito molto e non solo il mio corpo. Non avendoti più rivista avevo perso l'unica cosa a cui tenevo veramente. Mio padre mi scrisse una lettera, dicendomi che quell'incidente mi sarebbe dovuto servire da lezione, mi scrisse testualmente che dovevo pensare a me stesso prima di tutto> I pugni si sciolgono, lasciando che le mani si dischiudano e adagino sopra le ginocchia. Le gambe si spostano poco in avanti ma il capo rimane abbassato, nascosto dai suoi candidi capelli perennemente scompigliati. <Dopo quel giorno non ho solo perso te, ho anche perso il posto che mi spettava di diritto, ho perso la mia forza. Mi riciclarono come consigliere di mio cugino, che diventò il capofamiglia al mio posto. Tempo dopo trovai una lettera, nascosta. Scoprii che quell'incidente in realtà non è stato una casualità, ma è stato programmato per valutare se io fossi degno o meno di condurre il clan. Dopo quel giorno ho fatto tutto ciò che era in mio potere per distruggere coloro che hanno provato a separarti da me. Hanno provato ad ucciderti e questo è stato il motivo per cui ho distrutto il mio clan. Avrei potuto ucciderli tutti, uno per uno, ma in quel modo non sarei stato troppo diverso da loro> Le mani si congiungono in mezzo alle ginocchia, intrecciando le dita fra loro. Prende un profondo respiro prima di proseguire il suo racconto <Falsificato documenti, mandato lettere false, manomesso bilanci. Ho fatto in modo che si distruggessero tra di loro ed io sono rimasto fermo a guardare mentre il clan sprofondava nel caos che loro stessi hanno cercato. Non ero forte da afrontarli apertamente, quindi ho fatto in modo che si scannassero tra loro e mettere questo piano in pratica è stato facile per me, troppo facile. Dopo che ormai non rimase più nulla scrissi a mio padre, ringraziandolo di avermi reso ciò che sono oggi. Quello che loro hanno voluto crescere si è rivoltato contro di loro e ne hanno pagato il caro prezzo. Quando non dai niente ad un bambino, è normale che questi ne cerchi da altre fonti. Quando ne trova una, non può più farne a meno. Togli quella cosa e farà di tutto pur di riaverla. Contamina la sua anima con la rabbia e la vergogna e otterrai me. Avevi ragione quando hai detto che sono diverso, ma cosa ti aspettavi che sarebbe uscito fuori da una situazione del genere? Ho scelto di diventare uno shinobi per rifondare il mio clan. Non è questa la verità> Scuote la testa facendo oscillare a destra e sinistra i capelli che poi vanno a fermarsi coprendo sempre il suo volto. <Non è per proteggere, non sono così nobile. Egoismo, probabilmente. Voglio diventare uno shinobi e il motivo che si cela dietro la mia volontà di imparare le arti mediche non è quello che pensi. Combina un controllo del chakra perfetto con tecniche che curano e salverai una vita. Combina il perfetto controllo del chakra con la conoscenza del corpo e del sistema di circolazione del chakra e con estrema facilità puoi spezzare una vita. Il vero motivo per cui voglio diventare uno shinobi, è per togliere di mezzo chiunque si metta di nuovo nella mia strada. Hanno provato a controllarmi per troppo tempo, ormai non mi spaventa l'idea di dover uccidere, non mi fa nè caldo nè freddo. Così come ho fatto con la mia vecchia famiglia, toglierò di mezzo chiunque provi a mettersi di nuovo fra noi due> Stringe le mani tra loro, con le dita intrecciate che vanno a chiudersi in quella morsa. <Non proverò mai più quella sensazione, a costo di dover mietere innumerevoli vite e sporcarmi le mani. Nessuno e dico NESSUNO si metterà più tra noi due> Dopo queste sue ultime parole, ritorna il suo silenzio, statico nella sua posizione non si muove. Soltanto il respiro che gli fa leggermente alzare le spalle, ma in modo quasi impercettibile. [Equip: Avambracci, Schinieri, Braccio SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia DX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai]

19:38 Hanako Yui:
  [Centro - Casa] Allunga involontariamente la mano, aprendo le dita a ventaglio mentre vede l'altro affondare lentamente il viso fra le mani, rendendolo rosso in alcuni punti, tipo sull'occhio destro. Sente davvero il bisogno di confontarlo ma di fronte a quella scena, la fanciulla si sente davvero impotente, incapace di poterlo consolare, sembrava soffrire mentre ascoltava quelle parole pronunciate da lei. Così la mano inizialmente sospesa in aria, con lentezza e con le dita leggermente tremanti si va ad appoggiare sul grembo mentre il respiro viene trattenuto, cauto. Si tranquillizza davvero molto quando vede l'altro calmarsi e appoggiare le mani sulle gambe, sembra che stia per dire qualcosa; Hanako è a orecchie aperte per qualunque frase o discorso pronunciato dall'altro. I capelli sono scompigliati, infatti alcune ciocche le ostruiscono un po' la vista visto che si trovano proprio davanti ai suoi occhi. Il suo cuore batte forte, all'impazzata, lo sente come se stesse per uscire dal suo petto da un momento all'altro. Il corpo, come le mani, trema leggermente. Paura, amore o timore? Forse un miscuglio, in realtà non lo sa nemmeno lei, non sa cosa l'altro adesso può pronunciare, non sa se dalla sua bocca usciranno frasi belle o frasi poco carine nei suoi confronti. Del resto, ha la sua buona dose di colpe. Rilascia il respiro, con leggero rumore mentre cambia posizione, sedendosi in maniera composta sul pavimento, con le gambe incrociate e i palmi appoggiati al terreno. Finalmente l'altro sembra iniziare a parlare, ed è qui che la mente della ragazza inizia ad affollarsi. Dubbi, domande, incertezze, una cosa dietro l'altra, un miscuglio. Adesso è quasi confusa ma continua comunque ad ascoltare attentamente mentre le sue espressioni variano. <...hai perso anche il tuo posto...> Ripete le stesse parola ma con una tonalità e un timbro ben differente dall'altro, quasi non si sente nemmeno lei. Le lacrime continuano a scendere sul suo viso, senza mai smettere durante il racconto dell'altro. Nonostante il silenzio, inizia a capire il periodo in cui Hayato è cambiato di più, a causa dei suoi genitori, della sua famiglia, dei suoi parenti, ma soprattutto la presa in giro che è stata riservata nei suoi confronti per far in modo di 'vedere' se il ragazzo fosse realmente adatto a prendere le redini nel clan. Nella parte più profonda di lei, la tristezza inizia a scemare lentamente. Non è rabbia, nemmeno delusione. Solo quel senso di schifo nel sapere che al mondo esiste certa gente capace di fare cose davvero improponibili; un gesto come quello significa che le persone appartenenti al clan di Hayato non si fidavano di lui come avrebbero dovuto. Scuote la testa mentre abbassa leggermente lo sguardo, ancora nessuna parola esce dalla sua bocca. Un'altra lacrima scivola sulla sua guancia, stavolta va a cadere proprio sul palmo della sua mano destra. Stringe i pugni con forza, il labbro inferiore morso e torturato dai denti. Gliene hanno fatte passare di tutti i colori, e a quei tempi lui era solo un bambino! Alza il pugno sinistro, e con una certa frustazione lo va a sbattere, con forza sul pavimento fatto di legno, beccandosi qualche scheggia. Non fa male, per niente, o almeno non come le fa male il petto. Le brucia, quasi la dilania. La frustazione che sente adesso non l'ha mai provata in sedici anni, nemmeno poco dopo la morte dei suoi genitori. Le parole di Hayato le danno l'ennesima dimostrazione, del resto, quando lei ha pensato che il ragazzo volesse diventare un medico, visto l'uso del chakra medico, inizialmente è stata po' scettica perché effettivamente le sembrava una cosa parecchio strana per uno come Hayato, cambiato davvero tanto in quei dieci anni, non così buono per svolgere un lavoro simile. Sospira, per fortuna, la parte più profonda di sé ha sempre avuto ragione. L'ultima frase la rassicura così tanto, togliendole un peso dallo stomaco che si tiene talmente da tanto tempo che ormai ha perso il conto dei giorni, e degli anni. Sente un magone che cresce in gola. Di solito davanti alle altre persone escono soltanto delle lacrime, che a prima vista possono sembrare davvero finte; non sa minimamente cosa significa piangere realmente davanti a qualcuno. Ma questa volta proprio non ce la fa a trattenersi, la frustazione e tutte le sensazioni che ne vengono dopo sono troppo grandi per contenerle per un corpicino come il suo. Così, senza neanche farci caso, scoppia in un tremendo pianto, molto simile a quello dei bambini. Dalla sua bocca, esce una cantilena leggermente strozzata ma che teneva il suo tono basso e dolce, dai suoi occhi tanti piccoli cristalli, non come le lacrime di prima, questa volta è ben diverso, è la prima volta che piange davvero davanti a una persona, e non si tratta di certo di una persona qualunque. Una moltitudine di singhiozzi scuotono il corpo della piccola fanciulla mentre porta con lentezza le mani tremanti al viso, un po' come per nascondersi, non abituata a farlo davanti a qualuno. Sicuramente per una come Hanako, il piangere, rimane una cosa davvero intima. Probabilmente non esistono al mondo parole tanto efficaci o eloquenti come le lacrime.

20:17 Haiyato:
  [Casa di Hanako] Rimane chiuso nel suo silenzio, non ha più niente da dirle e l'unica cosa che proviene da lui non è altro che il suo respiro, perfettamente nella norma nonostante gli argomenti trattati. La testa rimane ancora abbassata, fissando un punto imprecisato sul pavimento della casa della fanciulla, liscio e in legno seppur molto gradevole da guardare. La ragazza scoppia a piangere, lasciando che il giovane murakami possa trarne le sue conclusioni a riguardo. Non è cambiata molto, non lo è quasi per niente. E lui? Probabilmente è diventato l'esatto opposto di come lo ricorda. Doe una volta c'era un bambino allegro e gioioso, buono e gentile. Adesso c'è un adulto, spietato e cinico. Un calcolatore che non si fa alcun problema ad utilizzare ogni messo per di arrivare ai suoi obiettivi. Una mentalità imprevedibile, sveglia e acuta. Un linguaggio ricco e colto, unito ad eccellenti conoscenze della retorica. Della sua fanciullezza non è rimasto più nulla, se non quei ricordi con Hanako. Quel bambino è sparito nel giorno in cui ha ritrovato quella lettera. Le gambe si muovono leggermente, allargandosi mentre il busto scivola verso il basso, incurvandosi ulteriormente. I capelli coprono ancora il suo volto, che però lentamente inizia ad alzarsi. Alcuni ciuffi si scostano, altri rimangono al loro posto creando dei piccoli spiragli in cui è possibile scorgere il suo sguardo. Occhi freddi come il ghiaccio, le iridi lilla contornate dalla sclera bianca e l'espressione del suo volto. Ciò che ha detto, tutto ciò che ha detto, è niente più che la verità. Sotto l'occhio sinistro è presente il tatuaggio viola dei tre triangoli rovesciati. Sopra l'occhio destro, andando a scendere c'è una scia rossa ancora fresca del suo stesso sangue. <Non mi importava un cazzo di quel fottuto posto di capoclan> Sentenzia severo, portando il viso bene in vista della ragazza. La mano destra lentamente si avvicina al volto e scosta i ciuffi candidi, sporcandoli con qualche riflesso rosso di sangue. <Hanno detto che non ero adatto ad essere il capoclan, ma questo non mi importava. Avrei potuto vivere una vita più felice, se fossi nato in una famiglia povera. Nessuna lezione di combattimento, nessuno studio obbligato, nessun allenamento forzato. Non ho mai ricevuto affetto, nè qualsiasi altra cosa che andrebbe donata ad un bambino. Ero niente più che un oggetto da mettere su quel posto, una marionetta da controllare e che avrebbe saputo combattere nel caso si fosse rivelato necessario> Piega di poco il capo verso sinistra, continuando ad osservare il pianto della ragazza ma restando ad esso impassibile. Sbatte le palpebre un paio di volte, cercando di abbassarsi leggermente per guardarla in volto. <Hanno creato quello che sono oggi, la stessa persona che li ha distrutti tutti, fino all'ultimo. Solo perché hanno provato a togliermi l'unica cosa di cui mi importava. Spero che a quest'ora stiano patendo la fame e la disperazione. Passeranno la loro vita a maledire il giorno in cui hanno deciso di mettersi sulla mia strada. Oramai saranno ben lontani da qui e spero per loro che non torneranno mai più o non sarò clemente una seconda volta> La voce è fredda, quasi monotona e meccanica, completamente inespressiva. Con il bacino si da un piccolo slancio per rialzarsi in piedi, portando dritte le gambe e facendo un passo verso Hanako. Il ginocchio destro va piegandosi fino a toccare terra, mentre il sinistro si piega e su di esso si posa il braccio sinistro con la mano a penzoloni. <Non possono fare più niente. Ho tolto loro ogni mezzo> Con lo stesso sguardo, ma abbozzando un sorriso inquietante la guarda, un sorriso che nonostante sia gentile non è per niente pertinente al tema in discussione. La mano destra, ancora con qualche residuo di sangue si poserebbe sulla guancia sinistra della ragazza. Se dovesse toccarla, le lascerebbe dei segni, una piccola carezza che lascerebbe una piccola scia rossa sul suo volto. <Se dovessero per qualsiasi motivo ritornare, non esiterò a toglierli di mezzo definitivamente. Sono stato fin troppo gentile con loro, non avranno di nuovo la mia pietà> La mano continua ad muoversi lentamente sul volto della ragazza, prima con il palmo e poi con il dorso che muovendosi verso di lei le sposterebbe qualche ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sorride in modo più evidente, ma senza lasciare che i denti siano in vista. Le labbra rimangono serrate mentre gli angoli si alzano e si allargano lentamente. <Probabilmente pensi che io sia diventato un mostro e non hai torto. Probabilmente sono anche peggio. Un mostro agisce per istinto, io lo faccio sapendo perfettamente quello che faccio. Eppure, non hai paura di me. Piangi, sei dispiaciuta per quello che mi è successo. Tu non ne hai colpe> Ferma la mano sulla sua guancia, lasciando che il palmo si adagi delicatamente sulla sua pelle, con il pollice che carezza delicatamente lo zigomo. <Chi doveva pagare ha già pagato, quindi è inutile piangere sul passato che non può essere cambiato. Ciò che accadrà in futuro saremo noi a deciderlo. Noi e nessun altro> Rimane così a guardarla, tranquillo e sicuro di sè continuando a carezzarle delicatamente lo zigomo, lasciandole una lieve traccia rossa di sangue che lentamente inizia a seccarsi a causa del movimento del pollice. [Equip: Avambracci, Schinieri, Braccio SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia DX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai]

20:56 Hanako Yui:
  [Centro - Casa] Continua a piangere, adesso dopo minuti e minuti ininterrotti di pianto non si fa molti problemi a piangere davanti all'altro, del resto ha ormai iniziato, quindi tantovale finire, meglio non lasciare le cose a metà. Alla fine in quei anni è solo diventata più taciturna, più timida ma soprattutto una totale asociale a causa dei troppi eventi che l'hanno seriamente scossa; perché in fondo tutto quello che ha fatto in quei dieci anni è stato nascondersi, crearsi una maschera in modo da non far avvicinare nessuno, è stata già ferita una volta con la morte dei suoi genitori e la scomparsa della sua sorella maggiore, non voleva soffrire ancora. Ma finalmente almeno ha capito che non funziona così il mondo, che non è fatto soltanto di sfumature nere, ma anche di grigie o di bianche, e quindi deve imparare a convivere con ogni delusione o evento poco carino che le regala la vita. Del resto, è anche così che si diventa forti; piangere alla fine non è da deboli, anzi, una volta ha sentito che in realtà chi non piange è debole. Un po' effettivamente hanno ragione, lei è sempre stata debole. Non si fa problemi ad ammetterlo. Il muro che ha creato alla fine non serve a niente se è da lei stessa che spesso si deve difendere, con tutti i suoi pensieri e le sue insicurezze. Forse è un po' tardi per iniziare a capire queste cose, ma del resto, nulla è impossibile, non è mai tardi per niente. Toglie le mani e sgrana gli occhi alla vista di quella frase colorita appena espressa. Quindi al ragazzo, in realtà, non è mai interessato diventare capoclan? Un altro singhiozzo la scuote. <E c-cosa volevi?> Chiede all'improvviso, magari. <N-non volevi essere capoclan, c-cosa volevi essere nella vita?> Ripete nuovamente, mentre altre lacrime scendono. Scuote la testa, non è particolarmente d'accordo riguardo alla povertà. Alla fine, è stata proprio quella a portarle via i suoi genitori, quindi non può far a meno di stamparsi in faccia un' espressione di totale diniego. Ha dovuto lavorare così tanto per delle medicine che alla fine sono andate inutilizzate a causa dei pochi soldi che ricavava da quel lavoro. Quindi, per lei, la povertà non è mai stata una bella cosa. Non vuole di certo una vita di sfarzi e lusso, le basta una vita normale, con uno stipendio normale che le permetta di curarsi e nutrirsi nelle giuste misure. <E-e... adesso loro che fine hanno fatto? D-dove si trovano?> Chiede con una punta di curiosità ma anche di dolore. La voce dell'altro è inespressiva che le toglie il respiro, un brivido percorre la sua colonna vertebrale quando vede l'altro abbassarsi alla sua altezza. L'altro sorride, un sorriso che inizialmente non le comunica niente di buono, ma che dopo, la rilassa un po' facendo diminuire le lacrime, ma non il pianto. <Li uccideresti?> Probabilmente sì, neanche deve domandarlo, conosce bene come Hayato sia cambiato, non si fa di certo scrupoli ad uccidere qualcuno. La mano del ragazzo si poggia sulla sua guancia, all'improvviso. Quasi scoppia, come una bomba ad orologeria, e diventa tutta rossa. Sicuramente a contatto con la sua pelle, l'altro sentirà bene il calore che sprigiona il suo viso, e che man mano va ad aumentare. Sente quasi caldo. Con la mano messa lì rischia anche di bagnarla a causa delle sue lacrime che non vogliono smettere di scendere. Si lascia accarezzare senza problemi, anzi, inizialmente socchiude gli occhi, quasi rilassata da quella sensazione. <..non ho mai pensato che tu sia un mostro...> Dice con un'espressione innocente e una tenerezza mai vista, tra le guance rosse e le lacrime che di tanto in tanto scendono. <E non ho nemmeno paura di te, dovrei averla?> Alza la mano destra e proverebbe ad appoggiarsi sul capo del l'altro, afferrando alcune ciocche sporche di sangue. <Lo so che ormai è passato, ma non posso fare a meno di piangere e pensarci continuamente.> Così il pianto va ad aumentare facendo così, bagna completamente la mano dell'altro. <Non è vero che non ho colpe...> Scuote la testa. <Le ho... me ne sono andata, ti ho lasciato da solo in mezzo a della gente tanto deplorevole...> Sospira sollevata nell'ascoltare le ultime parole, ha ragione. Stavolta sarà lei a decidere e di certo nessuno può strapparla di Hayato. <...così non hai mai ricevuto affetto...> Del resto, sono sulla stessa barca. Così andrebbe a staccare la mano dalle ciocche, per poi scendere lentamente sul collo dell'altro, l'altro braccio segue lo stesso medesimo movimento, e così facendo proverebbe ad avvolgerle al collo di lui, in un abbraccio. Il busto si dovrebbe avvicinare e attaccarsi completamente al suo, facendo in modo di farlo sedere completamente al pavimento. In seguito, appoggerebbe la testa sulla spalla dell'altro, piangendo silenziosamente.

22:16 Haiyato:
  [Casa di Hanako] Espira leggermente più forte del normale, socchiudendo di poco gli occhi che subito ritornano a fissarsi sulla ragazza. <Cosa volevo? Non lo sapevo neanche io cosa volevo. Ma gli unici pensieri che mi inculcavano nella mente erano sempre gli stessi. Il clan prima di tutto. Pensa a te stesso e alla tua famiglia. Usa ogni mezzo a tua disposizione. Ero piccolo probabilmente per avere una mia idea di come passare la mia vita> Passa lentamente la punta della lingua sulle labbra, umettandole leggermente prima di proseguire il suo discorso. Scuote la testa, per poi piegarla leggermente sulla destra con gli occhi fissi sulla ragazza. Ascolta bene la sua domanda, mentre i suoi occhi si assottigliano lasciando vedere solo attraverso una piccola fessura le iridi lilla dei suoi occhi. <Che fine hanno fatto? Spero quella che meritavano. Non voglio che muoiano, perché da morti non possono pentirsi di quello che mi hanno fatto. Devono scontare ogni singolo secondo, uno per uno, devono passare la loro intera vita a maledire me e loro stessi> La sua espressione rimane impassibile, totalmente assorta nel suo sguardo verso la ragazza che ora gode di tutta la sua attenzione. <Ucciderli? Se provassero di nuovo a farti qualcosa non mi porrei neanche la domanda, anche se ciò significherebbe che non potranno scontare quello che mi hanno fatto. La morte sarebbe per loro come una liberazione, invece devono pagare tutto quanto e ucciderli sarebbe soltanto un favore che gli concedo. Non meriterbbero neanche la morte> Serio, perfettamente conscio di ogni sua singola parola, parole scelte attentamente e con cura. La dita si bagnano della lacrime della ragazza, facendo scivolare quelle lacrime macchiate di sangue lungo il viso della giovane e del Murakami. Sorride divertito dalla sua risposta, dovrebbe aver paura di lui, soprattutto per quanto sta dicendo. Rimane fermo quando lei lo abbraccia, restando in quella posizione e inginocchiato con il ginocchio destro a terra. Chiude gli occhi per qualche istante, mentre la mano destra si porta dietro la nuca della ragazza, passando sotto i suoi capelli corvini. <Ho avuto accesso a tutte le carte e i documenti del clan, quando sono stato designato come consigliere e ho scoperto una cosa molto interessante> Abbozza un sorriso soddisfatto, seppur rimanga visibilmente schifato dal solo ricordo di quella che fu la sua famiglia. Ma che in realtà non ha alcun legame di sangue con lui. <Da che io abbia memoria, ricordo di aver sempre vissuto con i Murakami, tanto da ereditarne il cognome. Tuttavia non era presente il mio atto di nascita nella sede del clan. Nessun documento parlava di me, niente di niente. Trovai un documento, che parlava di un bambino adottato dalla famiglia. Parecchie frasi erano logore e non si capiva molto dalla pagina. Ho indagato a fondo in quella questione, spendendo parecchio del mio tempo nella biblioteca, sui registri. Mi hanno sempre detto che sono nato il sedici di ottobre, ma l'anno della mia nascita non era presente nel documento> Continua a parlare, mentre la mano destra passa delicatamente sul collo della ragazza, un tocco leggiadro e fine. <In un altro documento trovai un cognome cancellato ed il mio nome. Insieme ad esso, un foglio identico ma con il cognome Murakami. In altre parole, io non sono mai stato dello stesso sangue di quei vermi. Mi hanno adottato, o mi hanno trovato. Il clan necessitava di un capo e hanno deciso di crescere me come l'esempio perfetto. Non ci sono documenti nè carte che parlino del mio passato antecedente ai miei ricordi. Non so chi sono i miei veri genitori, nè quale sia la mia data di nascita e nè tantomeno quale sia il mio vero cognome, non sono più neanche sicuro che Hayato sia il mio vero nome. Che motivo avrebbero di dare affetto ad un bambino raccolto dalla strada o strappato alla sua vera famiglia. Volevano solo usarmi, non avrebbe avuto senso trattarmi come figlio loro, perché non lo sono> Una rivelazione che per lui ha scatenato una reazione istintiva e più che naturale. <Per il momento devo diventare uno shinobi, poi mi metterò ad indagare sul mio passato. Ho sempre avuto questo tatuaggio, sin da quando mi hanno trovato o adottato o quel che è. Potrebbe essere l'unico anello di collegamento con il mio passato e la mia vera famiglia. Dopo che sarò diventato Genin, andrò fino in fondo a questa storia> Continua ad accarezzarle i capelli con la mano destra, per poi interrompere quel movimento lasciando la mano sulla sua schiena. La mancina si stacca dal ginocchio e lentamente si porta sul volto della ragazza, afferrandole il mento con l'indice ed il pollice e distanziandola leggermente da lui, quanto basta per poterla guardare negli occhi. La guarda fisso negli occhi, con la sua espressione fredda e apparentemente così lontana, seppur sia a pochissimi centimetri da lei. <Quel che succederà a loro non mi importa, possono anche andare al diavolo. Ma tu...> La continua a fissare dritto negli occhi, piegando di poco il capo cercando di osservare meglio i suoi occhi azzurri. Non sono affatto cambiati, così cristalli e puri. <Tu sei l'unica goccia bianca che è rimasta dentro di me. In un infinito mare di nero, sei quell' unico puntino bianco che ancora rimane e non sprofonda> Passa lentamente la lingua sulle labbra, questa volta facendo in modo che l'altra possa notarlo. <Se a te sta veramente bene rimanere accanto ad un lupo vestito da agnello> Sorride ancora una volta, questa volta sottolineando malizia e divertimento allo stesso tempo. Rapidamente andrebbe ad avvicinarsi all'orecchio della fanciulla, sussurrando con un filo di voce <Devi sempre ricordare che per quanto possa sembrare un agnello...> Accentua ancor di più il sorriso, prima di finire la frase <Rimarrà sempre un lupo> Con un gesto improvviso allontana il volto dall'orecchio della ragazza e rapidamente andrebbe a darle un bacio sulle labbra, lasciando che le sue si chiudano rapidamente sul labbro superiore della fanciulla, andando poi ad allontanarsi rapidamente con un sorriso soddisfatto sul volto. [Equip: Avambracci, Schinieri, Braccio SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia DX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai]

23:22 Hanako Yui:
  [Casa di Hanako] Scuote la testa e si accorge della scemenza che ha appena detto. <E' vero, eri solo un bambino, quindi è ovvio che non avevi le idee chiare su cosa volevi fare da grande...> Continua a parlare ancora totalmente abbracciata all'altro. <Tutta la vita a maledirti?> Stringe leggermente il tessuto della canotta dell'altro, le dita la stropicciano leggermente, gli occhi completamente socchiusi, rilassati; il pianto finalmente calmato, come il sole dopo una tempesta. <Una liberazione...> Ripete nuovamente le stesse parole dette da lui prima. I suoi occhi si spalancano all'improvviso quando sente quelle parole. <A-addottato? Scherzi?!> Balbetta lentamente mentre cerca di ingoiare quelle parole parecchio pesanti. La sua mente per un attimo immagina un piccolo bimbo abbandonato alla strada, solo a se stesso e senza nessuno. Senza neanche aver avuto il tempo di riflettere, scoppia nuovamente in un secondo pianto. <N-non solo ti hanno manipolato, ti hanno trattato male, tuo cugino ti ha sostituito, ti ha rubato il posto, ti hanno sempre mentito...e non ti hanno mai detto che sei stato addottato...non conosco gente più corrotta, vile e crudele dei tuoi parenti.> Una parola ripetuta dietro l'altra, veloce, fino a rimanere senza fiato. <S-se non sei nato il sedici ottobre, allora quando sei nato? Lo sai? Lo hai scoperto?> Una montagna di domande uscirono dalle sue labbra a tal punto di dover respirare profondamente per riprendere fiato. <...quindi non sai nemmeno chi è la tua vera famiglia...non hai nessun indirizzo, oltre al tatuaggio?> Dice infine stringendosi sempre di più all'altro. <...posso darti una mano a trovare, se serve, anche le informazioni...> E' effettivamente scioccata, anche se non lo dimostra pienamente. Tenta di offrire il suo aiuto, seppur inutile; del resto, a Konoha, non conoscendo praticamente niente, a partire dei luoghi, non è di molto aiuto, però quel poco che può fare cerca di farlo. Il tocco delicato dell'altro inizialmente la fa trasalire, e poi rabbrividire. Inizialmente tende ad allontanarsi leggermente con il busto, ma infine dopo un breve distaccamento si riattacca nuovamente, al punto di appiccicare le sue forme contro il torace dell'altro. <Che senso ha dici?> Si bea del tocco dell'altro, non abituata a quella sensazione. <Magari loro, inizialmente ti volevano d-davvero bene; poi presi da qualche strana sete di potere hanno iniziato a manovrare la cosa proprio come volevano loro, tu dici di essere un mostro, ma non hai mai visto la gente che si distrugge per del denaro, per del potere? A cosa servono i soldi se dentro sei vuoto, arido come le dune di un deserto?> Scatta all'improvviso quando sente il ragazzo staccarsi dal suo abbraccio, prende un grande respiro. Non le dà nemmeno il tempo di riflettere che si ritrova il mento afferrato dalle dita del ragazzo. Può svenire da un momento all'altro? Ma certo che sì. Batte gli occhi parecchie volte mentre cerca di afferrare la situazione attuale. E' successo tutto in così pochi attimi che il suo cuore rischia seriamente di esplodere e farsi un giro di sola andata. Le guance si gonfiano leggermente quando sente l'altro mandare al diavolo la sua 'famiglia'. Quelle persone la fanno venire una rabbia assurda. <I-i-io?> E per aggiungere, è praticamente impossibile liberarsi da quella stretta. La fanciulla è praticamente imobilizzata, ma non a causa della presa del ragazzo, è praticamente ipnotizzata da ogni parte di lui, che sia il suo carattere o il suo aspetto, i suoi pregi o i suoi difetti, qualunque cosa trattava di lui era sempre bellissima. Quindi Hanako non poteva fare a meno di seguire con lo sguardo ogni singolo movimento che l'altro compieva. <L-l'unica goccia bianca?> Continua perennemente balbettante. Non è che questa situazione le piace molto, è fin troppo imbarazzata e innocente anche per fare una certa tipologia di cose. Vede l'altro passare la lingua sulle labbra e non può fare a meno di notarlo ed ispezionarlo, una volta accorta dell'attenzione che ci sta mettendo nel fissarlo in quella maniera porta le mani al viso, diventando di una tonalità di rosso mai vista. Schiude le labbra nel sentire quelle parole. <...lupo vestito da agnello...> No effettivamente quella parole non promettevano niente di buono. Il ragazzo si avvicina al suo orecchio sussurrando alcune parole, lo sente sorridere. Non si sta prendendo gioco di lei, vero?! Ovvio che no, però in fondo, l'altro un po' si sta divertendo con tutte le reazioni spropositate che ha. <In che senso un l-> Si ritrova le labbra letteralmente tappate da quelle dell'altro. La sta baciando?! E in qualche attimo si stacca da lei, sorridendo. Sembra parecchio soddisfatto. Uno, due, tre. Un po' come quando l'orologio scocca la mezzanotte. Il suo viso sta praticamente esplodendo a tal punto che deve portare braccio e mano davanti a parte del suo viso per non farsi vedere. <T-tu, t-tu...> Alza l'altra mano indicando il ragazzo con l'indice mentre ansima elgermente, imbarazzata come nessuno. Senza neppure farci caso, inizia a spingere con le gambe e con i piedi, pressando al pavimento, in modo da trascinarsi letteralmente indietro con il sedere fino a toccare il muro con la schiena, adesso molto ben lontana dall'altro, praticamente il ragazzo è dall'altra parte della stanza. <M-mi hai b-b-b...> Alza di qualche tono la voce, ma inutilmente. Ecco, non riesce nemmeno a dirlo e a completare la frase. Gli occhi sono velati dalle lacrime, il viso praticamente prossimo ad un'eruzione vulcanica, la mano che in gran parte copre quella vista. La schiena poggiata al muro, il top leggermente alzato che scopre l'ombelico e le gambe piegate e divaricate, coperte dai pantaloncini. Non sa minimamente come reagire o cosa dire. L'unica cosa di cui è certa è il suono del suo cuore che rimbomba fino alle orecchie.

23:56 Haiyato:
  [Casa di Hanako] Rimane fermo sul posto quando Hanako si allontana, completamente nel pallone dopo quel bacio. Al ragazzo sfugge una risata divertita da quella scena, osservando come la ragazza non riesca a fare più niente soltanto dopo un semplice bacio. La bocca forma un sorriso di pura malizia, mentre gli occhi non si staccano dalla ragazza neanche per un singolo istante. La lingua passa sopra le sue labbra, facendogli sentire il dolce sapore che è rimasto dal bacio. Pochi istanti, prima che la lingua venga riportata dentro con le labbra serrate all'esterno. Si alza in piedi, con un pigro movimento delle spalle a ritornare erette alla loro posizione naturale. Le ginocchia si distendono e con un minimo sforzo in più anche la gamba destra solleva il ginocchio da terra e si distende. Si ritrova quindi in piedi, con la ragazza distesa a terra dall'altro lato della stanza. <La verità è che il mio nome potrebbe neanche essere Hayato. Murakami non è il mio vero cognome, così come il sedici di ottobre potrebbe non essere il mio giorno di nascita. Non so neanche la mia età, perchè nei registri non c'era scritto l'anno di nascita. Non ho nessun indizio sulle mie origine, se non questo tatuaggio. Tre triangoli viola, rovesciati. Una corona, al contrario. Che strana coincidenza eh?> Passa la mano sinistra sotto l'occhio, passando il pollice sul tatuaggio per poi far scendere la mano sul fianco con il gomito piegato. Continua ad osservarla, totalmente nel panico. <L'ho visto eccome, dopotutto loro erano quel genere di persone. Anche se la loro distruzione è stata opera mia, ma indirettamente è colpa di loro stessi> Fa spallucce, ignorando beatamente quella faccenda ormai passata e chiusa. <Non credo sia necessario spiegarti il senso della mia frase, dovresti averlo capito. Un semplice bacio è bastato per ridurti così, non sei cambiata affatto lo sai Ako-chan?> Un nuovo nomignolo per lei, ancora più intimo del suo precedente. Ridacchia sommessamente godendosi la scena della ragazza strisciata fino al muro. Inizia quindi a muoversi, facendo quei pochi passi che li separano in pochi istanti. Và quindi ad accucciarsi di fronte a lei, continuando a fissarla dritto negli occhi, come se volesse sfidarla. Ritorna il suo sorrisino che non prometterà nulla di buono all'altra. <Ti ho cosa, mh?> Domanda in modo estremamente retorico e sarcastico, soltanto per prendersi un po' gioco di lei e delle sue reazioni esagerate. <Forse hai bisogno di un piccolo aiuto> Attende qualche secondo, quanto basta per aspettare che lei provi a dire qualcosa e proprio nel momento in cui proverebbe a dire qualcosa, le afferrerebbe il mento allo stesso modo di prima per darle un altro bacio. Questa volta decisamente molto più passionale, con le sue labbra che si stringono sul labbro inferiore della ragazza per più volte consecutive, lasciando anche che la sua lingua scivoli sulle carnose labbra della ragazza. Aspetta il momento in cui allontanandosi di poco la ragazza seguirebbe il suo movimento per poi allontanarsi definitivamente da lei. La guarda negli occhi, soddisfatto del suo operato e godendosi la sua reazione. Peraltro il giovane farebbe come pochi minuti prima, passando lentamente la lingua sulle labbra per sentire ancora per qualche istante quel dolce sapore. <Spero tu abbia capito ora> Ancora una volta le sorride con enorme malizia sul suo volto, provandoci un certo gusto nel metterla a disagio in quel modo. Tornerebbe quindi ad alzarsi in piedi, erigendosi di fronte ad Hanako e dandole quindi le spalle andrebbe a girarsi. Si dirige quindi alla porta di uscita, ma rima di varcare la soglia e uscire fuori dalla vista della ragazza si volterebbe un'ultima volta verso di lei, con la stessa aria di malizia presente poc'anzi per dirle le ultime parole prima di andarsene <Ciao ciao, Ako-chan> Con la mano destra aprirebbe celermente la porta e dopo essere uscito andrebbe a dirigersi verso casa, mettendo a punto qualche nuova strategia e medicandosi le mani. [Equip: Avambracci, Schinieri, Braccio SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia DX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai, Coscia SX portastrumenti con: 6x Shuriken 3x Kunai][End]

00:41 Hanako Yui:
  [Casa di Hanako] Perché Hayato sta ridendo?! Trasale, non può prendersi gioco di lei in questa maniera! Continua a fissarla attentamente, o meglio, lei si sente particolarmente fissata dall'altro. Lo vede rialzarsi lentamente, prima con una gamba e con un'altra. Prova a fare un discorso comprensibile al ragazzo nonostante siano parecchio distanti. <B-beh...> Porta gli occhi al tetto, trovandolo improvvisamente più interessante di tutto il resto. Sbatte le ciglia parecchie volte, gli occhi lucidi e il contorno occhi ancora bagnato a causa del precedente pianto. <Non penso che la tua età possa variare di molto...riguardo al nome, ormai sei e rimani Hayayo, del resto, totalmente indifferente dal precedente nome che ti hanno dato, alla fine, non li conosci nemmeno.> Lo osserva mentre passa il dito sul tatuaggio. <Possiamo provare a chiedere in giro, ai passanti...magari qualcuno può dirci qualcosa sul tuo tatuaggio, fra tutta la popolazione di Konoha ci deve essere qualcuno che lo conosce sicuramente. Magari dobbiamo affidarci a qualche clan famoso...> Continua ad elaborare pensante nonostante sappia che la sua mente è ben concentrata da altro, e sicuramente non riguarda il tatuaggio. Alza le spalle mentre cerca di calmarsi con scarsi risultati. <U-uhm... non è il troppo potere a far male, è la persona che non sa come 'prendersi cura' di quella fonte. Del resto, basta che guardi l'Hokage, non si è di certo fatto problemi simili o è arrivato a certe cose ignobili come ha fatto la tua famiglia.> Sobbalza sul posto. <H-hai qualche problema?!> Sbotta mentre incrocia le braccia al petto. <Non è colpa mia se sono fatta così!> Si morde il labbro inferiore assaporando il precedente tocco. <S-s-sta l-lontano!> Sospira più volte mentre cerca di mantenersi a debita distanza dall'altro, spingendosi contro il muro grazie alla pressione che metteva sui piedi. Però almeno il nomignolo le piaceva abbastanza, lo trovava una cosa parecchio intima, crede che si farà chiamare così solo da lui. Giusto per avere un'eccezione. <N-non avvicinartiiii!> Urla con voce parecchio stridula, ma nonostante tutto sembra non ascoltarla minimamente finendo per accucciarsi davanti a lei. <P-perché mi fissi così!?> Dice nel più totale panico mentre gira il viso altrove, cerca di fare a meno di guardarlo negli occhi. Non ha nessuna intenzione di rispondere e ne tantomeno di concludere la frase. <N-non ho proprio bisogno di nessun aiuto... ALLONTANATIIIIIIII!> Si sente di nuovo afferrare per il mento. <N-non prenderti g-gioco...> Un altro bacio, stavolta ben più passionale dal precedente - che in realtà è stato il suo primo bacio -, ma dettagli. Sente la lingua di lui leccargli le labbra. Per un primo attimo prova a rispondere al bacio, ma poi si blocca, ben poco consapevole di quello che sta facendo, anche l'altro sembra fermarsi. <C-cos...> Senza parole, come la volta precedente. Ormai è praticamente esplosa e la bomba è stata lanciata, quindi non crede che il suo rossore non può aumentare più di così. Le labbra si incurvano leggermente verso l'alto, come a non dar la soddisfazione all'altro, proprio per niente. Anche se nonostante tutto il disagio si faceva sentire e anche tanto. Inizia ad alzarsi e la ragazza chiude le gambe, sedendosi meglio e incrociandole. Sta andando via?! Senza neppure parlare, alza la mano sinistra in segno di saluto con le guance totalmente rosse. Sì, quel soprannome le piaceva, il prendersi gioco di lei un po' meno, molto meno. Si alza di scatto, mettendosi in piedi, scattante; lancia un piccolo urlo e si avvia scattante in bagno per poi aprire il rubinetto con una certa foga infilando tutto il viso sotto il getto d'acqua cercando di calmarsi. Si rialza e lo chiude. Poi per una frazione di secondi osserva il suo riflesso allo specchio, perso e spaesato, con le guance rossissime e le goccioline che scendono lungo il suo viso. E adesso con quale faccia lo guarderà domani?!! Con passo lento si dirige verso il letto e con un balzo, si sdraia su di esso portando il lenzuolo fin sopra ai capelli mentre continua a ripensare ai momenti precedenti, ma dopo qualche minuto il suo pensiero va ad Hayato e al suo passato, al fatto di essere stato adottato. Con uno strattone si alza nuovamente dal letto per poi andare ad afferrare un libro nascosto sotto la scrivania, dove sono appuntati tutti i clan di Konoha. Magari partire da lì sembra un buon punto, chissà... probabilmente passerà tutta la giornata ad estrapolare informazioni da quel libro. [END]

Partecipanti: Hanako Yui Tsukiyori, Hayato Murakami.
Locazione: Centro di Konoha.
Data inizio: 18/05/2017
Data fine: 21/05/2017
Orario di inizio: 18.04
Orario di Fine: 00.41
Motivazione: Hanako, mentre passeggia nel Centro di Konoha cade addosso ad Hayato, vista la volta precedente, non hanno molto da da dirsi... ma la ragazza nota le ferite sulle mani di lui e quindi lo porta a casa con sé per curarle. Inizialmente litigano pesantemente, ma dopo una serie di rivelazioni, racconti e verità sembrano risolvere gradualmente, aggiungendo dei momenti parecchio romantici. (e imbarazzanti per Hanako)