Una dura decisione, una dura accettazione

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19:55 Kaori:
 La chiamata da parte di Hitomu è giunta improvvisa ed inaspettata. Non sa come mai sia stata convocata in Ufficio e spera vivamente che non sia accaduto nulla di preoccupante o pericoloso nelle ultime ore. Ha avuto appena il tempo di informare sua madre circa l'importante novità che si sarebbe aggiunta... oh beh, che sarebbe ritornata, nelle loro vite, quando la missiva è arrivata. Non ha fatto neppure a tempo a mangiare, a cenare assieme alla donna febbricitante ed emozionata che subito si è diretta verso la Magione dell'Hokage. Capelli viola scuro liberi lungo il viso, fino ad ondeggiare poco oltre il seno, coprifronte della Foglia legato attorno alla gola e nessuna arma con sé. Solo il giubbotto chuunin a coprire il busto assieme ad un corsetto nero che copre e protegge il petto e l'addome, fasciando i fianchi morbidi. Un paio di pantaloni di pelle del medesimo colore modellano invece la forma di cosce e gambe terminando poi in un paio di stivaletti ninja. La copia di Kaori non ha altro con sé se non l'emozione per la scoperta appena fatta e la preoccupazione di non sapere come sarebbero andate d'ora in avanti le cose in casa sua. Molti cambiamenti in così poco tempo... La perdita di suo padre, il matrimonio, la scelta di adottare Kouki, l'arrivo di un fratello mai conosciuto prima. Molti eventi che influiscono nel profondo nella vita di ognuno e che adesso si mischiano e fondono andando a ribaltare totalmente la quotidiana routine della special jonin. Decide di accantonare comunque, per un istante, questi pensieri per andare a dedicare tutta la sua attenzione e le sue energie al Kyudaime che questa sera ha richiesto di lei. Vaga per i corridoi della Magione ritrovandosi a percorrere ormai quella ben nota strada che la conduce in poco tempo dinnanzi la porta dell'ufficio del Nono. La destrorsa si leverebbe a mezz'aria, le nocche verrebbero portate a cozzare contro il legno una, due, tre volte in un ritmico bussare che sarebbe poi succeduto da poche semplici parole. <Sono Kaori, è permesso?> si presenterebbe così, prima ancora d'aprire la porta, andando poi ad abbassarne la maniglia solo e soltanto se Hitomu le avesse concesso di avanzare, di farsi avanti. Sarebbe andata ad abbassare la maniglia per poi esercitare una leggera pressione che andrebbe a spingere la porta in avanti, aprendola dunque e svelando al biondo jinchuuriki la presenza della special. Kaori varcherebbe dunque la soglia e, richiudendosi la porta alle spalle, porterebbe le iridi perlacee sulla figura composta e sempre serena del Nono con una lieve sfumatura d'apprensione. <Volevi vedermi?> avrebbe chiesto, alla fine, se l'altro l'avesse fatta accomodare, ritrovandosi a cercare nello sguardo dell'altra una qualche traccia di pericolo o di felicità, giusto per tentare di capire fin da subito come doversi sentire all'idea di quell'incontro. [chakra: 98/98]

20:15 Hitomu:
 La giornata trascorre tranquillamente nel Villaggio della Foglia. Il Sole sta scendendo lentamente dietro l'orizzonte ma illumina ancora gran parte del cielo donando a esso il comune colore azzurro. Poche nuvole bianche, sparse qua e la, si disegnano sulla volta celeste passeggiando su di essa. Ultimamente, il Villaggio ha vissuto un periodo molto tranquillo. Gli shinobi hanno svolte le loro missioni senza riportare nessuna grave conseguenza, gli abitanti lavorano e trascorrono giornate tranquille tra le vie di Konoha. E il jinchuuriki del Kyuubi, in cuor suo, non sa come vivere questa situazione. Ormai, ha molti anni di esperienza alle spalle. Sa molto bene che queste situazioni non nascono per durare in eterno, ma sono costrette a finire e portano con sé periodi difficili. La quiete prima della tempesta, no? Questa è una delle ipotesi con cui la forza portante della Foglia vive queste settimane. L'altra ipotesi, più remota e difficile, vuole che la calma di questi giorni sia portatrice di pace duratura nel tempo e che il ciclo guerra-pace-guerra sia terminato per sempre. Per quanto sia desiderio del kyudaime, questo gli risulta molto difficile. Dunque, meglio essere pronti per ogni evenienza. Farsi trovare impreparati ad ogni circostanza sarebbe un pessimo errore. Il biondo si trova nel suo ufficio, seduto dietro la sua scrivania. Gli occhi scrutano le pareti della stanza mentre rimane in attesa di qualcuno. Non si trova in magione per portare a termine il suo lavoro quotidiano. Si trova lì perchè è in attesa dell'arrivo di Kaori Hyuga, ragazza che ha convocato per parlarle degli ultimi avvenimenti circa la decisione del Nono riguardo il Clan del Byakugan. Indossa la solita divisa comprendente di maglia a maniche lunghe di colore blu scuro con sopra il giubbotto verde da chunin senza maniche, un paio di pantaloni neri con una fasciatura bianca sulla coscia destra e un paio di sandali neri da ninja. Per concludere, porta sulle spalle l'haori bianco e rosso ricevuto nel giorno della cerimonia di investitura nel ruolo di Hokage. Il suono delle nocche di Kaori sulla porta rimbomba all'interno della stanza. <Avanti, vieni Kaori> direbbe dando il permesso alla ragazza di entrare nell'ufficio. Aspetterebbe l'ingresso della kunoichi per poi scrutarla con le sue azzurre iridi e mostrarle un sorriso per accompagnare i suoi passi. <Sì, Kaori> risponde velocemente, senza giri di parole, alla domanda della Hyuga. <Accomodati pure, devo parlarti di un fatto importante> se le labbra mostrano una lieve distensione verso l'insù, lo sguardo del jinchuuriki sarebbe serio. In questo modo, la ragazza dovrebbe capire che l'argomento, di cui dovranno parlare, è molto importante. Aspetto dunque che la kunoichi prenda posto davanti a lui. Prima, però, una domanda per sapere di lei <Come stai, innanzitutto?> chiede per tornare di nuovo nel suo silenzio. [chk off]

20:31 Kaori:
 Non lascia passare molto tempo prima di entrare nell'ufficio a seguito delle parole del Nono. Immediatamente avanza verso l'interno della camera richiudendosi la porta alle spalle e osservando il viso del biondo jinchuuriki. La sua espressione è seria nonostante le labbra siano incurvate verso l'alto in quel solito sorriso gentile ed accomodante che è solito riservare ad i propri colleghi, compagni e concittadini. Le iridi, tuttavia, quelle non brillano di semplice tranquillità, v'è dell'altro a turbarne la monocronia di colore, andando a rendere il suo sguardo serio e fermo. La ragazza risponde al dire dell'altro muovendo pochi passi in direzione della scrivania, sedendosi ad una delle due sedie poste dinnanzi ad essa. Non accavalla le gambe, le tiene ben composte sulla sedia, strette l'una all'altra mentre col busto dritto e l'espressione altrettanto seria va ad osservare e seguire i movimenti del Senjuu. <Va bene> dice semplicemente in risposta all'altrui dire, umettandosi rapidamente le labbra e donando a lui tutta la sua concentrazione. Non ha la più pallidea idea del motivo che possa aver spinto il biondo a convocarla e non sa quanto difficile sarebbe divenuta quella conversazione per lei. E' un po' tesa, ora, un po' nervosa, mentre inizia a temere che qualche pessima notizia sia proprio dietro l'angolo in attesa di venir scatenata. <Un po' nervosa, adesso> ammette con una mezza risata cercando di smorzare l'atmosfera, portandosi una ciocca scura di capelli dietro l'orecchio sinistro grazie ad un semplice gesto della mancina. Non distoglie lo sguardo dal biondo andando poi a smuovere nuovamente le labbra per offrire una vera risposta alla sua domanda. <E' un periodo piuttosto... pieno. Sto cercando di seguire la famiglia e il lavoro con la stessa costanza, ma è difficile. Riuscire a prendersi cura di una persona è molto più complicato che fermarla o ucciderla> sospira lei stringendosi appena nelle spalle, come a voler lasciar sottintendere un "Cosa ci vuoi fare?", dopotutto ogni ninja è nella stessa situazione. E' difficile mantenere dei rapporti personali saldi e salutari quando il proprio lavoro ha sempre la precedenza sul resto, quando la propria arma e compagna più affidabile è la morte. Vorrebbe parlargli di Ren, rivelargli della sua esistenza, dirgli che ha ritrovato un fratello di cui non aveva mai saputo nulla. Un gemello, per giunta, uno di quei legami che la natura non è ancora riuscita davvero a spiegare. Una connessione mentale e psichica fra due anime che solamente altri gemelli possono arrivare a comprendere e capire. Ma si trattiene. Deve ancora accettare e metabolizzare quest'idea e, soprattutto, non vuole vomitargli addosso una simile rivelazione quando ad attenderli c'è una conversazione apparentemente piuttosto delicata e, a quanto pare, estremamente importante. Glielo avrebbe detto in un altro momento, un altro giorno. Magari in una più lieta circostanza. <E tu, invece?> domanderebbe, a sua volta, sostenendo lo sguardo dell'altro col proprio. <Quello sguardo serio trova pochi felici significati. Immagino sia successo qualcosa di delicato> aggiunge lei cercando di offrirgli, come può, il proprio sostegno, il proprio appoggio. [chakra: 98/98]

20:54 Hitomu:
 Gli occhi del jinchuurik guardano la ragazza fare il proprio ingresso nell'ufficio della magione. Pochi passi compiuti in avanti e la kunoichi prende posto in una sedia libera davanti alla scrivania presente al centro della stanza. C'è solo quell'insieme di legno a dividerli, ora. E quella distanza potrà aumentare a fine serata o rimanere intatta.. Tutto ciò dipenderà dalle parole di entrambi e dalle loro decisioni. Non è semplice per la Forza portante sostenere questo incontro. Ha affrontato sfide difficili, sicuramente più rischiose e ha messo a rischio la sua vita. Ma il kyudaime sa bene quanto la ragazza soffra per il discorso in cui dovranno entrare per parlare. E, per questo, trova difficile affrontare con serenità la questione e dirle, in parole povere, quello che lei deve sapere. Infatti, la ragazza ammette di essere un po' nervosa dopo aver ascoltato le parole del Nono e spiega il periodo che sta vivendo tra famiglia e lavoro. <Ucciderla è il gesto più semplice che si possa fare. Prendersene cura, invece, comporta fatica, sudore, dolore, ma alla fine si verrà ricompensati delle proprie azioni> parole che sembrano dette a caso alla ragazza, ma invece fanno parte proprio del discorso che i due dovranno tenere. Uccidere la madre di Mekura sarebbe troppo semplice e quel processo composto da morte e vendetta andrebbe sempre avanti, come se tutto questo fosse giusto. Invece, chi ha colpe, dovrà redimere la propria anima tramite la giusta pena e, successivamente, reintegrarsi nel Villaggio a fin di bene. <Io sto bene, ti ringrazio. Sto lavorando molto in questi giorni, ma sono contento di come stanno andando le cose al Villaggio> è sincero e il tono di voce è sempre molto dolce e delicato. Gli scappa un leggero sorriso quando lei comprende il suo sguardo. <Mi conosci, ormai..> gli scappa una battuta, come a far intendere a Kaori di averci preso con le sue parole. <Ho incontrato Mekura nei giorni scorsi e mi ha raccontato tutta quella storia, nei minimi dettagli..> con 'quella' storia, la kunoichi dovrebbe capire immediatamente di cosa sta parlando. Il Nono ha ascoltato una dura storia, piena di conflitti e verità difficili da comprendere. <Voglio, però, farti una domanda prima di tutto> le iridi azzurre fissano quelle di lei attentamente. <Una domanda difficile, lo so. Ma voglio che tu sia sincera, più che puoi..> e si fida di lei. Il kyudaime sa che riceverà una risposta vera, senza menzogne. <Se ne avessi la possibilità, quale destino sceglieresti per chi ha commesso quei crimini?> lo sguardo è serio, i bordi delle labbra si abbassano quel che basta per tornare dritte. Una domanda complicata, ne è sicuro. E se conoscesse bene la ragazza, saprebbe che la risposta sarebbe quasi scontata. [chk off]

21:23 Kaori:
 Quanto ha ragione, Hitomu, nel pronunciare quelle parole! Prendersi cura di qualcuno è estremamente complicato. Comporta sacrifici, fatica, dubbi, dolore, pazienza... un vortice infinito di responsabilità e paure che spesso ci fanno sentire inadatti, pronti a cadere e crollare. Eppure quanta soddisfazione, quanta felicità si può arrivare a provare quando, dopo tutta questa fatica, si arriva a vedere anche solo un semplice sorriso sulla persona accolta e curata? Amata? E' sempre qualcosa per cui vale la pena sacrificarsi, di questo ne è più che convinta. Avrebbe sopportato ed affrontato altre mille volte le fatiche di quei giorni per assicurarsi di rendere felici sua madre, Raido o la piccola Kouki. E, da oggi, anche Ren. <Già> mormora e sorride lei con fare leggero, semplice, stringendosi appena nelle spalle. Lascia modo al Nono di rispondere a sua volta alla di lei risposta e, quando ode il suo dire, si ritrova ad annuire appena, sorridendo brevemente. Un accenno di sorriso ad increspar le labbra morbide mentre pensa a quanto, ogni giorno, il jinchuuriki abbia da fare per mandare avanti l'intero Villaggio. <Sì... sembra che le cose stiano andando per il meglio> osserva la Hyuga dando un parere sulla situazione in cui versa attualmente la Foglia. Aver ospitato il Torneo ha sicuramente portato a grandi introiti nelle casse del Villaggio, così come anche molto lavoro per chi si è occupato di installare e dismettere l'arena ai campi d'addestramento. Nessuna minaccia par gravare sulla Foglia e la pace sembra esser duratura per le loro strade. Ma qualcosa sembra ugualmente turbare Hitomu in quanto, al dire di Kaori, va confermando i suoi pensieri. Dev'essere successo qualcosa. Ben presto il biondo inizia ad esplicare alla Hyuga il proprio pensiero andando a spiegarle, da principio, cosa lo sta turbando. Immediatamente l'attenzione di Kaori si fa ferrea e la sua espressione da disponibile e gentile ch'era, si fredda andando a divenir circospetta e dura, distante, come a volersi riparare dietro una barriera di spesso ghiaccio. No... non ancora. Non ancora quelle vicende... Non può esserci dell'altro, non può doverne affrontare ancora le conseguenze. Le sta già pagando giorno dopo giorno, da quel momento ne avrebbe dovuta pagare una di più ora che ha ritrovato Ren. Cosa può esserci ancora di cui discutere? Non vuole... non vuole sentire, eppure al tempo stesso non riesce a fare altro che assorbire ogni parola pronunciata da Hitomu come una spugna. Lui le chiede sincerità, la mette davanti ad una domanda difficile e Kaori si ritrova semplicemente a stringere le labbra fra loro, i pugni sulle ginocchia. E' tesa. E' nervosa. Una parte di lei è sulla difensiva. Non dice nulla, non risponde, lasciandolo proseguire. L'osserva dritto negli occhi con una espressione distante, lontana, sospettosa. Il corpo si fa rigido, il sangue inizia a scaldarsi, il respiro ad accelerare dentro di lei. La domanda arriva diretta alla sua mente portandola a rimanere in silenzio per qualche attimo di più. Cappuccio Rosso, l'originario responsabile, è morto. Lei stessa ha scelto il suo destino e lo ha adempiuto. L'ha ucciso con le sue mani, con l'intento di metter fine alla sua vita, con cattiveria. E non c'è giorno che passi in cui non si senta combattuta per quanto ha fatto. Tornando indietro probabilmente non sarebbe riuscita ad agire diversamente, desiderava davvero compiere quel gesto. Eppure... eppure da quando l'ha ucciso si sente diversa. C'è un vuoto in lei che non può colmarsi, c'è un qualcosa che si è spento in quel momento. La sua innocenza, la sua purezza, forse. Ha compiuto per la prima volta, coscientemente, un assassinio. Uccidere non per difesa, per voglia. Per vendetta. Ha sporcato la propria anima con l'omicidio e porta il peso di quella scelta ogni giorno sulle spalle. Ma lui non è l'unico responsabile. Akane, per quanto pedina, aveva modo di agire più o meno arbitrariamente parte del tempo. Ha potuto agire liberamente in determinate occasioni e quel che ha fatto... non troverà perdono in lei. Ma riuscirebbe ad ucciderla? Vorrebbe davvero sentenziare la sua morte? Una parte di lei sì, vorrebbe che qualcuno la giudicasse indegna di perdono, che qualcuno ordinasse per lei la morte, così da potersi liberare della sua presenza ed al tempo stesso non sentirsi responsabile della sua morte. Ma, dall'altro canto, teme che ucciderla sarebbe sbagliato. Ha agito per salvare i figli che poi ha ugualmente torturato. Ha agito per paura, per amore. Sbagliando. Solo questo riesce ad aprire in Kaori un minuscolo spiraglio di pietà che le impedisce di rispondere di slancio. Troppi fattori, troppe variabili, troppi punti di vista dai quali poter vedere la questione. La si potrebbe esiliare, certo. E se poi fosse ammattita di nuovo? Avrebbero lasciato vagare per le terre ninja una tessai di immane potenza. La si potrebbe rinchiudere in cella. Ma prima o poi sarebbe stata liberata. La si sarebbe potuta uccidere. E portare sullo stomaco il dolore di Mekura. <Non voglio rispondere.> confessa alla fine, Kaori, dopo una manciata d'istanti di vivo silenzio. La voce bassa, glaciale, ferrea, mentre fissa rigidamente le iridi azzurre di Hitomu. <Non spetta a me, farlo.> aggiunge, poco dopo, cercando di togliersi dalle spalle il peso di quella decisione. Divisa. Divisa a metà fra il desiderio di essere la voce che avrebbe deciso della sua vita e non esserlo, accettando però amaramente qualsiasi scelta sarebbe stata fatta da altri. Irrazionale in questo momento, incapace di far combaciare i desideri della mente con quelli del cuore. [chakra: 98/98]

22:02 Hitomu:
 Il jinchuuriki ascolta le poche parole di Kaori notando il tenue sorriso della donna. Ben presto, però, quel sorriso diventa solamente un'immagine del passato e il suo volto pare diventare altro. Duro, serio, freddo. La forza portante della Volpe a Nove code sapeva bene a cosa andava contro. L'argomento reca ancora dolore nella ragazza e lei non riesce a trovare pace quando viene tirato ancora fuori, dopo tutto questo tempo. Il kyudaime non lo fa con cattive intenzioni, anzi vorrebbe chiudere una volta per tutte questa storia. Ma, dopo le decisioni che ha preso, sa che questa è la cosa giusta da fare. Parlarle faccia a faccia e affrontare il discorso. Lui e lei, senza nessun'altro. Il Nono può spiegarle il perchè di tale scelta e può farle capire le sue motivazioni. Se invece qualcuno le avesse riportato le sue parole, magari queste sarebbero potute essere capite malamente. Le iridi azzurre del jinchuuriki guardano il corpo silenzioso della ragazza. Sembra essere riversata nei suoi ricordi, nel suo dolore mentre non pronuncia neanche una parola. In tutto quel tempo, il kyudaime tenta di captare qualcosa dal viso della ragazza ma nulla riuscirebbe ad estrarre da quella lastra di ghiaccio. Due persone diverse, due personalità differenti. Una quando ha la mente occupata a vivere la sua vita e occuparsi della sua famiglia, l'altra quando si affronta questo difficile argomento. E il Nono non può fermarsi ora. Non può tornare indietro nelle sue decisioni perchè semplicemente non vuole. Seppur sia complicato per lui vederla in quello stato, la scelta presa è la soluzione migliore in tutto questo caso. Lo pensava prima che vedesse Kaori in questa situazione e lo pensa ancora tutt'ora. La risposta della ragazza arriva dopo attimi interminabili di silenzio. Decide di non decidere. Sceglie di non prendere una decisione. Il jinchuuriki rimane sorpreso, però. Per quanto si aspettava una risposta con parole dure, come minimo si aspettava qualcosa. Una smorfia si disegna sul suo viso mentre cerca di mettersi nei panni della kunoichi. <Non credere che io affronti questo argomento con semplicità. Avrei voluto chiuderlo, prendere questo fascicolo e buttarlo tra i vecchi rapporti..> spiega ora alla ragazza come lui stia vivendo la situazione. <Ma c'era un'ultima cosa che dovevo fare..> si prepara a dirle tutto. Dall'incontro con Mekura, ha riflettutto tanto sulla decisione che aveva preso. E questi giorni gli sono stati d'aiuto per capire il da farsi. <Vedi, Kaori.. Ormai sono anni che sono l'Hokage di questo Villaggio. Ho vissuto tante situazioni, ho visto tante persone innocenti morire e altrettanti colpevoli perdere la vita..> due su tutti, Kuugo e Ryota. <Ti racconterò una storia: dopo esser diventato genin, mi misero in squadra con due ragazzi. Laito, del Clan Inuzuka. E Zuko, un abile houjutser. Loro due litigavano spesso e non si sopportavano mai. Un giorno, un jonin del Villaggio della Sabbia attaccò la Foglia all'esterno delle mura. Zuko si trovava lì, in quel preciso momento e decise di tradire la Foglia diventando un mukenin di Konoha. Riuscì a fuggire, nonostante provassimo a fermare entrambi. Così, il nostro team si divise e gli anni passarono. Anni dopo, Zuko fu catturato da Daiko Hyuga e fu giustiziato dall'Alleanza per i crimini commessi> si prende una pausa, dopo aver raccontato rapidamente la storia del suo vecchio team. <Per quanto all'inizio credevo che fosse la cosa più giusta, in seguito capii che avrei dovuto fare altro. Avrei dovuto provare ad aiutarlo, a fargli cambiare idea e provare a farlo tornare al Villaggio. E, invece, non feci nulla> spiega il suo rammarico. <Uccidere una persona è semplice, troppo forse. Prendersi cura di lui, invece, comporta tanti sacrifici e, alla fine, tanta soddisfazione> ripete in parte le parole di qualche secondo prima cercando di farle capire il suo ragionamento. <Sono stanco di vedere persone uccidere altre persone.. è un ciclo continuo in cui non c'è fine. E non voglio più che qualcuno uccida un altro per poi pentirsene amaramente e vivere coi sensi di colpa. Per questo..> si ferma un attimo mirando gli occhi della ragazza con le sue iridi azzurre <Ho deciso che la madra di Mekura non troverà la morte per mano di sua figlia e per mano di nessun'altro> da, dunque, la notizia della sua scelta sapendo che questa potrà destare in lei perplessità. <Verrà giudicata per le sue colpe, subirà la giusta pena per le sue azioni. Il Clan deciderà se sopprimere il suo potere> il Byakugan, ovviamente. Si ferma un attimo lasciando la possibilità alla Hyuga di assorbire ogni parola detta dal jinchuuriki. [chk off]

22:34 Kaori:
 La voce di Hitomu è delicata, soppesa con cura ed attenzione ogni parola, scivola con fare accomodante e serio attraverso la mente ed i pensieri della special cercando di selezionare con cura ogni singola sillaba proferita. E' una situazione estremamente delicata quella che ora va ad ospitare i due shinobi. Una situazione che Kaori sta ancora combattendo per superare, che ha accettato in parte ma che ancora trova vita nei suoi incubi. I ricordi non possono fare a meno di assalirla, e così anche la rabbia, la paura, la delusione, il dolore per tutto ciò che è conseguito da quella vicenda. Hitomu parla, esprime i suoi pensieri, si apre alla ragazza e cerca in qualche modo di prendersi cura di lei andando ad affrontare direttamente con lei la questione senza permettere che quella scelta giungesse al suo orecchio dalla voce di qualcun altro. Cerca di proteggerla, di aiutarla, di sostenerla in quel momento come Kage e come amico trovando però un grosso ostacolo fra il cuore della Hyuga e le sue nobili intenzioni. Il rancore. Il dolore. Il lutto. Kaori non dice nulla, rimane silente ed immobile ad udire il racconto del jinchuuriki e lo fissa senza battere ciglio fino a quando l'altro non termina quel piccolo aneddoto. Man mano che i secondi passano e che il discorso avanza si ritrova a veder giungere prossima la reale motivazione del suo arrivo lì, quella sera. Sente il culmine del discorso arrivare e, in cuor suo, sa già cosa l'altro sta per dire. Le labbra si stringono ancora, i denti stridono, la mascella si contrae. Ed alla fine la bomba viene lanciata, la sentenza emessa e la pietra cala pesante sul cuore di Kaori che si contrae ribelle, sulla sedia, a quella decisione. Stringe con forza i denti, i pugni, lasciando sbiancare le nocche delle sue mani, mentre si fa rigida e tesa. Sente gli occhi pizzicare, il cuore battere furiosamente in petto, coi battiti che si riverberano per la gola, la testa, le tempie, le orecchie. Può quasi sentire il flusso del chakra che scorre impetuoso dentro di sé tanto è agitata, tanto il cuore batte forte. Il respiro è affannoso, il seno s'alza e abbassa rapidamente per via del gonfiarsi accelerato dei polmoni. No. Non riesce ad accettare questa decisione. Non riesce a sentirsene sollevata, non riesce a trovarla giusta. <La giusta... pena> ripete Kaori distaccando quasi a fatica le labbra fra loro, digrignando i denti, come un ringhio sordo. <E quale sarà mai la giusta pena per quello che ha fatto?> Domanda ora fissando Hitomu dritto negli occhi. Le iridi perlacee brillano di lacrime mute, le trattiene, non le lascia colare. Non è tristezza la sua, non è sconforto, non è malessere. E' semplice e pura rabbia. Si sente travolta da ondate regolari di viva ira. <Ha completato un jutsu che potrebbe rovesciare Paesi interi. Controllare le personalità più potenti di questo mondo e usarle come burattini. Potrebbe applicarlo anche a te, se volesse.> inizia col dire Kaori alzandosi in piedi, rigida, misurando la stanza a grandi passi per impedirsi di rimanere ancora immobile, ancora ferma. Deve fare qualcosa, deve muoversi, deve camminare. <Ha rapito e seviziato chissà quanti Hyuga per prelevare da loro sperma, ovuli e chissà cos'altro.> continua continuando a ripercorrere la stessa linea retta che divide la stanza con passi pesanti e rapidi. <Ha ucciso suo figlio. Ha torturato sua figlia. Ha tolto ai miei genitori il loro bambino. Ho perso la possibilità di conoscere e crescere mio fratello perchè lei avrebbe potuto prenderlo. E' cresciuto in un orfanotrofio finché non ho scoperto della sua esistenza e sono andata a cercarlo.> rivela così, in modo barbaro, rozzo e indelicato quella verità che solamente quella mattina le aveva riempito il cuore di gioia. <Ha ucciso mio padre sgozzandolo come se fosse stato un maiale! GLI HA STRAPPATO GLI OCCHI E LA FACCIA E...> Si ferma stringendo i pugni, ringhiando, con gli occhi che bruciano e il chakra che schizza alla testa, in una fitta dolorosa al capo. <E noi cosa? La teniamo in cella? Le diamo da mangiare? Qualche vestito pulito?> sarcastica, tagliente in quel suo dire, rispolverando improvvisamente quella graffiante personalità che solo Raido aveva visto palesarsi tempo addietro, in lei. <Già. Sicuramente una giusta pena. Deve soffrire così tanto ad essere VIVA.> E ringhia quell'ultima parola conficcandosi le unghie della destrorsa nel palmo, stringendo con tutta la sua forza fin praticamente a graffiare e bucare la pelle, la carne, insensibile al dolore che in altre circostanze avrebbe sicuramente provato. [chakra: 98/98]

23:12 Hitomu:
 Le parole di Hitomu sono la classica goccia che fa traboccare il vaso, purtroppo. Ogni parola del jinchuuriki, ogni frase rivelata verso la kunoichi dal Byakugan causano dolore all'interno della ragazza. Il respiro si fa più pesante, le dita si stringono all'interno del palmo e il cuore le batte all'impazzata. Vederla così fa male anche a lui, è chiaro. Il jinchuuriki della Foglia sapeva che la sua decisione sarebbe stata difficile da comprendere, ma bisognava interrompere quella sete di vendetta che si è protratta avanti negli anni da ormai troppo tempo. È così giusto, dunque, uccidere per vendetta? Non esiste altra via per punire qualcuno? Il kyudaime sperava dentro di sé che la ragazza riuscisse a vedere il mondo dal suo punto di vista. Purtroppo, però, non è così. Lei è troppo coinvolta emotivamente per riuscire a vedere chiara la situazione. La rabbia della Hyuga viene guardata direttamente dalle iridi azzurre del Nono quando lei si alza in piedi elencando tutti i crimini commessi dalla madre di Mekura. E lei gli rivela anche l'ultimo avvenimento, ovvero che ha scoperto di avere un fratello. Gli occhi del jinchuuriki si fanno sorpresi all'udire di tali parole, ma non gli sembra il momento adatto per capire di più sulla scoperta della kunoichi. La rabbia della ragazza continua ad uscire sottoforma di parole rivolte contro la decisione dell'Hokage. Quest'ultimo non può fare altro che lasciare sfogare la kunoichi guardandola dritta negli occhi. A lui dispiace tutto ciò, ma non può cambiare opinione solamente per una persona che gli sta a cuore. Perchè ci crede in ciò che sta facendo, altrimenti non avrebbe preso questa decisione. Viene, però, fuori una personalità che la Forza Portante non aveva mai visto in Kaori. Quel suo modo di rispondere, quella rabbia usata contro. Nessun riferimento alla ragazza conosciuta in tutti questi mesi. <Conosco ciò che ha fatto e può fare, ma tra di noi resterà solamente la persona che è. Non più il ninja che fu. Non potrà più utilizzare tecniche e non commetterà più nessun crimine> cerca di spiegare alla Hyuga per bene ciò che succederà. <Nessuno potrà dire che lei non è colpevole di ciò che è successo, ma uccidere un'altra persona non cancellerà le sue azioni. Dobbiamo essere migliori per avere un futuro migliore.. Altrimenti, vivremo come abbiamo vissuto gli ultimi sessant'anni.. Guerre su guerre, morti su morti..> questa è la verità. Questo è il motivo principale per cui ha deciso di prendere questa decisione. <Ho preso questa scelta perchè voglio avere speranza> un sentimento dimenticato da molte persone. <Speranza che lei si penta di tutte le azioni commesse e diventi una persona migliore. Speranza che chi prova per lei ora odio e sete di vendetta, un giorno lontano possa provare a perdonarla. O, almeno, provare indifferenza al sentire il suo nome..> meglio che niente, insomma. <E spero che il Villaggio mi aiuti a coronare questo mio desiderio> non è un fattore personale, ma un sogno che potrà portare beneficio a tutto il Villaggio. <Ho fiducia per questo in tutti voi, anche in situazioni del genere> conclude il suo dire per poi alzarsi in piedi e dirigersi verso la ragazza con passi lenti. Arrivato a pochi centimetri da lei, la mano destra del jinchuuriki andrebbe ad afferrare quella della kunoichi. Le dita della mancina, invece, tenterebbero di aprire il suo pugno evitando che le unghie continuino a infierire sul suo palmo. <Non permetterò mai a nessuno di ripetere quel che è successo in tutta questa storia. E se la mia decisione dovesse rivelarsi un errore, sarò io a prendermene cura e prendermi le mie responsabilità.. Credi che permetterai mai a qualcuno di far del male al Villaggio?> le sussurra queste parole con poca voca dal tono dolce e pieno di verità. [chk off]

23:44 Kaori:
 Non riesce a venire a patti con se stessa. Continua a provare rabbia per questa scelta, non riesce ad accettarla, eppure non riesce neppure a dirsi chiaramente di volerla morta. Non è convinta né dell'una né dell'altra cosa, non sa neppure lei cosa vorrebbe che sia della vita di Akane e si ritrova a combattere ostinatamente qualsiasi opzione in merito. Non vuole che sia libera, non vuole che venga perdonata eppure non vuole ucciderla. Vuole che paghi per quanto fatto a suo padre, che la morte di lui non passi impunita, eppure non riesce a pensare di fare a lei quanto lei ha fatto a Naru. Si ritrova a combattere contro le gesta della Tessai, contro la decisione di Hitomu e, ancor di più, contro i suoi stessi pensieri. Si ritrova catapultata in un vortice di negatività e dolore che le annebbia i pensieri, la mente, rendendola semplicemente irrazionale, al limite dell'infantile. Ma come può razionalizzare fino a questo punto il proprio lutto? Accettare che la donna che ha intenzionalmente ucciso suo padre in quel modo barbaro possa rimanere in vita? Priva del suo chakra, forse, ma non della libertà, non della vita. Avrebbe persino potuto avere indietro la figlia che per anni aveva perduto. E' davvero la cosa giusta da fare, questa? Kaori non lo sa, non riesce ad accettarlo, non riesce a concepire questa possibilità. Ascolta il dire di Hitomu, sente la sua voce decisa, saggia, ferma. E' certa che per lui sia difficile affrontare questo discorso con lei, che non voglia farle del male, che stia agendo in qualità di Hokage e della fin troppo buona persona che è. Sa che il suo volergliene parlare di persona è un atto di generosità, di clemenza, eppure nonostante tutto non riesce comunque ad essere concorde con lui. Soffre, fa male, sente gli occhi bruciare di quelle lacrime mute e ascolta ancora la voce di Hitomu andare a parlarle della sua speranza, del suo desiderio da Kage, da padre del Villaggio intero. Un desiderio fin troppo puro per poter essere possibile. Una utopia nella quale vuole credere con tutto se stesso e nella quale Kaori non riesce a credere a sua volta. Non avrebbe mai potuto perdonarla. Non avrebbe mai potuto dimenticare quanto ha fatto. Così come non avrebbe mai potuto limitarsi a provare indifferenza per la donna che le ha portato via la persona più importante. Kaori non replica, non parla, ma rimane immobile a crogiolarsi nella sua impotenza, nella sua rabbia. Si sente logorare, consumare dall'interno da un dolore che rischia di distruggerla. Stringe i pugni, le mani, i denti, tenendo lo sguardo fisso verso il terreno, perso, senza osservare nulla in particolare. Hitomu si avvicina, la raggiunge e lei quasi non se ne avvede. Si riscuote solo quando sente la sua mano andare a sfiorare e cercare la propria. Le iridi si sposterebbero sulle loro mani, su quel gesto gentile, affettuoso, che vuole forse donarle un po' di pace, un po' di conforto. Sente le lacrime farsi più insistenti, le labbra stringersi ancora mentre la mancina del biondo va a raggiungere la di lei destrorsa. Le aprono il pugno, le dita si separano dolorosamente dal palmo graffiato, ferito, i segni delle unghie a calcare la carne della ragazza. La voce del jinchuuriki è ora dolce, una carezza rassicurante, che va a sfiorare l'animo di Kaori ancora scosso, ancora incapace di trovare pace. Lei scuote il capo, lo scuote con forza, con decisione, stringendo gli occhi, chiudendoli, rifuggendo il di lui sguardo. Sente il respiro farsi corto, rotto, mentre la voce s'incrina e si spezza. <Avrebbe dovuto uccidersi. Avrebbe dovuto farlo dall'inizio, prendere in mano la situazione!> esclama con la voce flebile, impastata da un pianto che a fatica si rivela. <Sapeva cosa sarebbe successo! Che potere poteva scatenare quel jutsu! E' stata codarda!> esclama ancora, con rabbia, con rancore, buttando fuori quell'astio, quel risentimento e quel rancore che ancora covavano dentro di lei. <Lui aveva bisogno di lei! Non doveva permettergli di usarla!> Le lacrime scivolano via dai suoi occhi, il capo continua a scuotersi, le iridi rimangono serrate come se non volesse vedere nulla attorno a sé. <Doveva fermarlo! Doveva uccidersi... come ho fatto io! Doveva... > la voce si fa stanca, si fa debole, mentre non si rende neppure conto di aver svelato un altro piccolo dettaglio di cui non aveva fatto parola con nessuno. Aveva deciso di uccidersi per fermare quel progetto. Per proteggere il clan dall'epurazione che Cappuccio Rosso avrebbe adempiuto una volta che lei avesse ospitato il figlio della Luna. Aveva puntato il suo kunai contro il proprio ventre, si sarebbe trafitta l'addome con tutta la sua forza se solo non fosse stata fermata. L'avrebbe fatto per salvare il clan o forse solo per non dover vivere un futuro così insopportabile. Non lo sa, non ne è sicura, ma l'avrebbe fatto. Lo stava facendo. Perchè Akane no...? Perchè Akane non era giunta alla stessa conclusione? Sarebbe stato tutto così semplice se solo avesse deciso di essere coraggiosa... <Non è giusto... non è giusto!> e la voce esce come un profondo lamento, come un capriccio infantile dalle sue labbra umide. Le lacrime scorrono ora con violenza sul suo viso mentre i singhiozzi ne scuotono le spalle, il corpo, il ventre. La sconquassano e travolgono, portandola a sentire la voce mozza, il respiro rotto, improvvisamente priva di tutte le sue forze. [chakra: 98/98]

00:21 Hitomu:
 Non sempre si riesce ad accettare ciò che la vita decide di darti. Le decisioni, le sofferenze, le perdite.. A volte, il dolore è così forte da spezzare il cuore e non permette di guardare la situazione che si ha davanti con chiarezza. La vista si annebbia, la mente inizia a ragionare poco lucidamente e gli istinti nascosti vengono fuori senza rendersene conto. Questa è la vita.. Ti colpisce duro quando meno te lo aspetti. E, a volte, bisogna lasciarsi colpire. L'importante, però, è non cadere al suolo. L'importante è come si riesce a resistere a questi colpi. Kaori non riesce a guardare oltre il suo dolore. Soffre, tanto. I due si ritrovano a pochi centimetri di distanza. Le iridi azzurre del jinchuuriki del Kyuubi cerca invano lo sguardo della kunoichi. Il capo della Hyuga si abbassa e viene scosso con forza. Il kyudaime sente il respiro corto della ragazza essendo quasi attaccata a lei. Le sue parole continuano ad essere dure. Akane doveva uccidere, proprio come aveva deciso.. lei. Involontariemente, nella rabbia del suo sfogo, gli rivela un altro segreto che gli aveva tenuto nascosto. Non dice una parola il Nono. Rimane bloccato per un istante a guardarla, immobile. Si sarebbe tolta la vita, per il bene del suo Clan. Un atto estremo per un bene comune. E Kaori pensa che la madre di Mekura avrebbe dovuto fare lo stesso e invece non ha avuto il coraggio di farlo. Le lacrime scorrono lungo il viso della Hyuga e la mano destra del jinchuuriki tenta di asciugarle in parte, per quanto può. <Per fortuna, non lo hai fatto allora.. Pensa cosa mi sarei perso> un'amica vera, qualcuno che riesce a comprenderlo ed aiutarlo nei modi e nei momenti giusti. Qualcuno da avere per forza nella propria vita. Le labbra si distendono lentamente all'insù mentre la voce del Nono cerca di entrare dentro il corpo della ragazza. Scorrere dentro di lei, toglierle quel dolore, mostrarle le cose belle che possiede nella sua vita e tirare fuori la Kaori che ha conosciuto in tutto questo tempo. <Non siamo tutti gli stessi. Non tutti hanno il coraggio di altri. E per questo, non possiamo incolpare qualcuno. Lei ha sbagliato e i prossimi anni la aiuteranno a farle comprendere gli errori che ha commesso> spiega ancora sulla madre di Akane. <Noi, invece, andremo avanti nella nostra vita. Ci dimenticheremo di tutta questa vicenda aiutati dalle persone che ci amano e che vogliono stare al nostro fianco. Raido, tua madre, tuo fratello..> cerca di farle ricordare le cose importante della sua vita. Le persone che davvero devono contare per lei. <E io proverò ad aiutarti, cercherò di restarti sempre accanto. Credimi..> una mano le asciuga le lacrime mentre l'altra si poggia sulla spalla destra della kunoichi. Vuole darle coraggio, alleviarle il dolore e donarle fiducia. Un gesto d'amore, d'amicizia. Un amico fa così, no? <La vendetta porta solo in una vita cupa, buia.. Aiutami a realizzare il mio desiderio> vuole che lei veda quella speranza di vivere in un mondo migliore. Un mondo senza più morti inutili. [chk off]

00:43 Kaori:
 Hitomu rimane lì. Non s'allontana, non se ne va. Le rimane accanto ascoltando le sue parole, i suoi sfoghi, accogliendo le sue lacrime. Tenta d'asciugarle, tenta di calmarla, le rimane vicino. E la sua voce giunge dolce, gentile, benevola all'orecchio della Hyuga che si ritrova a rialzare solo ora lo sguardo fissandolo con espressione quasi persa, stanca, esausta. Le labbra tremano mentre il pianto s'approfondisce, il respiro si spezza, si sussegue rapido mentre i singhiozzi la scuotono. Si sente spossata da tutti quei pensieri, da tutto quel dolore, da quella situazione. Spossata da una vicenda che ancora si aggrappa a lei con le unghie e con i denti, che ancora riesce a scavare e graffiare a fondo nel suo animo, ferendola. Per un istante le sembra tutto assurdo, tutto insignificante, piccolo e lontano. Per un istante si sente come se non le importasse più di nulla, come se fosse troppo stanca per lottare ancora. Perchè continuare a combattere? Perchè continuare a cercare un senso, una giustizia se fa semplicemente così male? Se è tutto così difficile? Il capo non si muove più, le lacrime scivolano più rade mentre le labbra tremano stanche sul suo volto. Osserva Hitomu esausta, sfinita, sentendo quelle parole con arrendevolezza. <Non posso dimenticare... non posso solo... andare avanti> mormora lei con voce spezzata, stanca, quasi un lamento basso e sfinito che sfugge dolorosamente dal suo cuore. <Ha cambiato tutto... questa storia.. ha cambiato tutto...> Ha cambiato lei. La sua vita. La sua famiglia. Ha distrutto molte cose e forse ne ha sanate altre. Ha lasciato cocci e frantumi di lei per far risorgere una Kaori diversa, più forte, più cupa, più seria. Non è qualcosa che potrà mai dimenticare, qualcosa che potrà mai lasciarsi davvero alle spalle. Farà sempre male pensarci, ricordare. Forse non proverà più rabbia, un giorno. Ma il dolore, quello, non sarebbe mai svanito. Hitomu non la lascia sola nella difficoltà, non molla il suo fianco, ma le promette di esserci, di rimanerle vicino, andando a carezzarle il viso, a sfiorare la sua spalla. Le dà forza, le dà conforto, le dà vicinanza. E Kaori sente un calore gentile pervaderla a partire dal viso, dalle spalle, lasciando scivolare via nuove lacrime dal suo viso. Come può ribattere ancora a quella sua richiesta? Come può ribellarsi, replicare, rifiutare di aiutarlo nel suo sogno? Come può ostinatamente aggrapparsi alla sua vendetta lasciando da parte ciò che lui le sta offrendo? Salvezza. Libertà. Affetto. Lo sguardo della Hyuga si ammorbidisce, muta, capitola. Le labbra si chiudono, le lacrime cadono silenziose e il respiro va pian piano regolarizzandosi. Arresa, sfinita, sfiancata da quella decisione che par voler mettere la parola fine a quella questione. Si ritrova ad annuire appena, col capo, debolmente, sentendo nuove lacrime affacciarsi negli occhi e il cuore farsi più leggero. Le spalle s'abbassano morbide, i muscoli si rilassano, la tensione va lentamente via lasciando semplicemente una Kaori esausta e confusa. Vuota, come dopo un lungo e violento pianto. <Va bene> capitola con un sussurro debole e roco, abbandonandosi al volere dell'altro, alla sua decisione. Non vuole più combattere, non vuole più lottare, non vuole più ribellarsi. Semplicemente desidera trovare pace e mettere fine ad una storia durata già fin troppo tempo. <Non farò nulla...> promette con voce stanca fissando con fare vacuo il viso di Hitomu dinnanzi a sé, sentendo gli occhi gonfi, pesanti, premere sul viso. Ignorarla, evitarla, sarebbe stato il massimo aiuto che avrebbe potuto offrire alla causa del biondo jinchuuriki. Non più di questo avrebbe potuto concedersi per aiutare il Nono a realizzare il suo desiderio. [chakra: 98/98]

01:05 Hitomu:
 I due corpi sono vicini. Entrambe le mani del jinchuuriki sfiorano il viso e la spalla della ragazza davanti a lui. La destra tenta di asciugare le lacrime che escono dagli occhi di Kaori, mentre la mancina tenta di confortare la ragazza con una dolce stretta. La ragazza sembra arrendersi alle parole della forza portante. Il suo capo smette di scuotersi, gli occhi si incrociano con quelle del jinchuuriki. Le parole di lei accettano la decisione dell'Hokage ma non dimenticherà mai il dolore che quella donna le ha provocato. Il kyudaime, però, è felice che lei abbia deciso di andare avanti lasciando perdere le vie che portavano ad una possibile vendetta. Il corpo del giovane si rilassa, come se avesse appena finito di combattere, e si poggia al bordo in legno della scrivania. Non è stato affatto semplice. La mano mancina scivola lungo il braccio della ragazza per poi tornare lungo il fianco del biondo, mentre la destra asciuga le ultime lacrime versate sul viso dalla Hyuga per poi posarsi nuovamente sull'altro lato del busto del jinchuuriki. <Tranquilla, so che farai quel che è giusto> afferma lui speranzoso che lei capisca. Kaori non dovrà andare a mangiare fuori con la madre di Mekura, ma dovrà semplicemente evitare di vederla come una persona in cui ritrovare quella voglia di vendetta. Per lei devono essere terminati i momenti di lacrime, pianti e dolori. La aspetta un mondo difficile, in cui lottare accanto alle persone che ama. Ha molto da offrire questa vita a lei. Le ha donato un amore prezioso e le ha regalato la scoperta di un fratello. Hitomu non tirerà più fuori questo discorso con lei, la aiuterà a dimenticare. Cercherà di lasciare sprofondare questa storia nell'abisso dell'anima della ragazza. In quale modo? Cercando di ricordarle sempre ciò che ama e parlando sempre di essi. A partire da ora <Come si chiama, allora, tuo fratello?> le labbra si distendono leggermente e un sorriso si disegna sul volto del jinchuuriki, curioso di sapere chi è il ragazzo e come ne è venuta a conoscenza. [chk off]

01:25 Kaori:
 Le mani di Hitomu vengono ritirate lentamente dal suo corpo. Le asciuga le ultime lacrime, le dona un ultimo gesto di incoraggiamento è poi fa scivolare ambo le mani lungo i fianchi. Kaori tira su col naso, cerca di frenare il pianto, di respirare a fondo. Cerca di calarsi, di trovare nuova pace mente Hitomu le dà una volta ancora fiducia. Sarebbe stato difficile, ma si sarebbe impegnata al massimo per rendere onore a quella fiducia che egli ha riposto in lei. L'osserva con sguardo ora appena più tranquillo, più stanco, sentendo quella domanda giungere improvvisa al suo udito. Si chiarisce la voce e semplicemente va a rispondergli tirando su una volta ancora col naso, cercando di lasciarsi alle spalle quella prima parte di discorso che ha portato fin tropo dolore Fra loro. <Lui..> la voce è roca, l'espressione imbarazzata, stanca, mentre va respirando piano e riprendere la parola. <Ren. Si chiama Ren... Hyuga> risponde lei con fare sicuro, deciso, intenta a volerlo presentare al mondo come un vero appartenente alla sua casata, come invero avrebbe sempre dovuto essere per diritto di nascita. <Siamo gemelli. Ma non ho saputo della sua esistenza se non ieri sera> ammette e spiega la ragazza guardando l'altro con occhi ancora lucidi, ma non più ricolmi di nuove lacrime. <Mia madre riteneva che fosse giusto dirmi di lui ora che non c'era più motivo per allontanarlo...> continua a spiegare lei con voce bassa, ancora un po' tremante. <Ci hanno separati per proteggerci dal progetto. In orfanotrofio nessuno avrebbe mai potuto pensare di trovare uno Hyuga, sarebbe stato al sicuro.> chiarisce il motivo per cui il bambino fosse stato allontanato prima di umettarsi le labbra e proseguire. <Oggi lo ho incontrato... voglio conoscerlo meglio. Voglio sapere tutto di lui..> mormora e rivela lei con sguardo distante, pensoso, rivelando ad Hitomu qualcosa che neppure Raido ha ancora avuto notizia. Si fida di lui, gli vuole bene e sa che qualsiasi segreto sarebbe stato al sicuro con Hitomu. [Chakra: 98/98]

12:53 Hitomu:
 La voce di Kaori si fa più tranquilla, il respiro ritorna meno affannoso e gli occhi terminano di versare lacrime di dolore. Il discorso si sposta su di un altro argomento, totalmente opposto a quello precedente. Se prima ascoltare quelle parole causavano in Kaori una sensazione di dolore misto a rabbia, la domanda del jinchuuriki pone in lei l'interesse di presentare al massimo esponente del Villaggio della Foglia un nuovo membro della Casata Hyuga, nonchè suo fratello. <Ren..> una persona tenuta troppo tempo lontana dalle persone che ama, chiuso in un orfanotrofio passando gli anni della sua vita a credere di essere solo. La ragazza spiega come sia venuta a conoscenza della presenza di suo fratello, grazie alle parole della madre. Ora la Hyuga vuole approfondire il rapporto con Ren e vuole conoscere ogni singolo dettaglio di lui per cercare di recuperare gli anni perduti. <È una notizia bellissima.. Non vedo l'ora di conoscerlo anche io> spiega il jinchuuriki sorridendo verso la kunoichi del Clan Hyuga. Il kyudaime di lei sa tante cose.. Conosce Raido, il suo futuro marito, sa dell'esistenza di una figlia adottata da entrambi e conosce a fondo la vita della ragazza. Perchè non incontrare anche questo nuovo membro della sua famiglia? Sarà felice di conoscere una nuova persona che potrà donare un sorriso alla Hyuga nei momenti difficili. <Passa molto tempo con lui.. Ne avrà bisogno, credo. Passare tutti questi anni in orfanotrofio credendo di non avere nessuno, non deve essere stato facile. Per questo, all'inizio forse, non sarà semplice ma se gli donerai tutto l'amore che hai, avrete un legame indissolubile> spiega ciò che lui pensa di questa situazione appena creata. La Hyuga sarà sicuramente capace di far integrare Ren nella sua famiglia. Il jinchuuriki non ha dubbi. Ora ripensa a quante cose sono successe proprio alla ragazza dopo l'evento che ne aveva minato le proprie certezze. <Raido, Kouki, Ren.. La vita ti sta donando persone che ti ameranno e resteranno al tuo fianco. Sono davvero felice per te> pronuncia queste ultime parole con il sorriso sulle labbra. È davvero contento che Kaori, dopo tutto quello che ha passato, può gioire di questi momenti sereni. [chk off]

13:50 Kaori:
 E' ancora scossa, ovviamente, per via della recente discussione, tuttavia ormai sa che questa storia è finita. E' stata presa una decisione anche per quanto riguarda Akane e con questo tutto dovrebbe aver trovato una conclusione circa le conseguenze che questo maledetto progetto ha portato nella vita del clan. Kaori non è esattamente felice di questa fine, sapere che l'assassina di suo padre avrebbe continuato a vivere la sua vita relativamente serenamente la irretisce, tuttavia non si ribella. Non solo perchè è una scelta fatta dal suo Kage, ma anche perchè dentro di lei non ha la forza o forse la volontà di mettere realmente fine alla vita di quella donna. Forse per via del rapporto che ha con Mekura, forse perchè in qualche modo è stata 'costretta' a farlo, forse in memoria di quanto da lei fatto per evitarle quella indesiderata gravidanza. Non lo sa, non è in grado di far luce sui suoi stessi pensieri in questo momento, tuttavia si arrende. E questa resa porta il suo corpo a rilassarsi poco per volta, le lacrime a fermarsi, il respiro a tornare normale sebbene sia ancora piuttosto pieno e corto, il naso chiuso dal recente pianto. Hitomu è a sua volta più tranquillo e cerca in qualche modo di aiutarla cambiando argomento, chiudendolo per sempre e definitivamente. Il suo dire porta Kaori ad osservarlo a labbra schiuse per un attimo, l'espressione un po' intontita per via dello sfogo appena verificatosi. <Appena... appena avrò risolto le cose a casa te lo presenterò> dice lei con la voce bassa, impastata appena dal pianto, un po' nasale. <Devo presentarlo a mia madre, a Raido... dargli modo di abituarsi a questa nuova situazione> continua tirando su col naso una volta ancora, sentendolo chiuso, otturato. <Ci vorrà un po' di tempo> sospira appena, stancamente, pensando a quanto ci sarebbe voluto perchè Ren iniziasse a sentirsi davvero parte della famiglia. Sapere di averne una e sentire di farne parte sono cose davvero diverse, specialmente per qualcuno che una famiglia non l'ha mai avuta, non l'ha mai conosciuta. Spera davvero che sarebbe riuscito a sentirsi parte di loro, che avrebbe imparato a considerarsi uno Hyuga come gli altri e che non si perda fra mille paure e timori come è stato invece per Sakura. Hitomu la incoraggia, le dà qualche consiglio, sembra capire bene la situazione e Kaori annuisce debolmente col capo deglutendo in silenzio. <L'ha presa abbastanza bene stamattina... Cioè. Era ovviamente sconvolto, non ci ha voluto credere in un primo momento, ma... alla fine sembra aver accettato che è la verità> spiega la Hyuga umettandosi le labbra, guardando l'altro un po' più timidamente. <Non mi è sembrato arrabbiato con noi, sembra aver capito che è stata una scelta obbligata quella di rinunciare a lui... però ho paura che in realtà possa provare rancore per quanto è successo. E avrebbe tutti i motivi per farlo, per cui non potrei dir nulla per calmare la sua eventuale rabbia> rivela il suo timore, lei, con un piccolo sospiro, mentre scuotendo il capo cerca di farsi forza. <Qualunque cosa accada però non importa. Alla fine andrà tutto per il meglio> afferma cercando d'essere positiva, cercando di credere davvero nelle sue parole. <Deve essere così> O, comunque, avrebbe fatto in modo che lo fosse. Hitomu l'ascolta, le sorride e cerca di mostrarle quante persone in poco tempo lei abbia guadagnato al suo fianco. Ne ha perse altre, alcune in via momentanea, altre per sempre, ma ne ha avute molte di più accanto a sé e questo è sicuramente un dono di cui dev'essere grata alla vita. Tuttavia il biondo sembra aver dimenticato qualcuno nella conta... <...E te.> aggiunge lei guardandolo, inclinando appena il capo, specchiandosi nelle iridi azzurre del jinchuuriki con fare più pacato, più sereno, quella calma stanca che succede un lungo pianto, un doloroso sfogo. <Sei qui. Sei sempre al mio fianco se ce n'è bisogno, non lo dimentico> spiega lei abbassando solo a quel punto lo sguardo, un velo di imbarazzo o di colpa a scendere sul viso un po' pallido. <Non eri tenuto ad informarmi privatamente della tua decisione. Ma lo hai fatto comunque. E lo apprezzo> mormora lei sincera, toccata dalla sua gentilezza. <...Grazie per averlo fatto> dice, alla fine, rialzando lentamente lo sguardo e ponendolo timidamente in quello di lui. Se Hitomu non l'avesse avvisata e lei avesse saputo di quella decisione in altro modo, forse la sua reazione sarebbe stata ben diversa da un semplice pianto ricolmo di rammarico e rancore. [chakra: 98/98]

14:20 Hitomu:
 Kaori avrà il tempo per assorbire questa decisione presa dal jinchuuriki della Foglia. Una scelta difficile da comprendere per lei, ma il kyudaime crede sia la miglior decisione da prendere. Vuole interrompere queste morti, atte solo per vendicarsi dei crimini commessi. Se tutto ciò continuasse, loro non sarebbero meglio di chi ha compiuto queste crudeli azioni. Bisogna fare un passo in avanti, verso un futuro in cui ritrovare sentimenti come la speranza, la fiducia nel prossimo e il perdono, soprattutto. Kaori, forse, non perdonerà mai la madre di Mekura per ciò che le ha tolto, ma andrà avanti. L'importante è che non rimanga vincolata a quella storia e l'odio nasca in lei ogni volta che senta parlare di tutto quel che ha vissuto. Ce la farà? Nessuno può saperlo e il tempo rivelerà le risposte. Ma il jinchuuriki di Kurama ha fiducia in lei e confida nella persona che è. La ragazza spiega al kyudaime che deve ancora presentarlo a sua madre e a Raido, soprattutto. <Tranquilla.. Prenditi tutto il tempo che vuoi> non ha di certo fretta. Voleva solo farle capire che sarà un piacere per lui fare la conoscenza del suo fratello gemello. La voce bassa della kunoichi racconta il primo incontro avvenuto la mattina con Ren e la Hyuga rivela anche quali siano i suoi timori. Il jinchuuriki prova a rassicurarla, anche se comprende benissimo che potrebbe esserci questa eventualità <Se riuscirai a donargli tutto l'amore che hai, sono sicuro che saprà dimenticare il rancore che tiene ancora dentro se lo avesse..> spiega la forza portante guardando dritto negli occhi la ragazza. Lei è positiva, per fortuna. E lui ne è felice. Pensare positivo porta sempre a buone cose. Il discorso va avanti e la ragazza spiega come lui si sia dimenticato qualcuno nella conta delle persone che stanno al suo fianco. E quella dimenticanza si tratta proprio di lui, il jinchuuriki. Gli occhi si socchiudono in un dolce sguardo, le labbra si distendono disegnando una curva al rialzo e le parole di Kaori entrano con forza dentro il cuore del kyudaime. Non fanno male, però. Anzi, tutt'altro. <Mi piace mantenere le parole che do. Ti avevo detto che sarei rimasto al fianco di tutti voi e lo farò sempre quando ne avrete bisogno> soprattutto con lei, che è riuscita a vedere oltre quell'haori da Hokage. Le iridi azzurre si mostrano nuovamente nella loro grandezza alla kunoichi <Ho pensato che fosse la cosa più giusta da fare. Non volevo che fosse qualcun'altro a riportarti la mia decisione..> rivela come abbia deciso per un valido motivo questa scelta di dirle in faccia la faccenda. <Se hai bisogno di qualsiasi cosa, sai che puoi chiedermi tutto..> mette la sua gentilezza a disposizione della ragazza. Lei gli sta dando fiducia e per questo, vuole ringraziarla in questo modo. [chk off]

14:51 Kaori:
 La serata passa, scorre e così le parole fra i due. Una valanga di emozioni ha travolto entrambi arrivando ad investirli in pieno con forza inaudita. Una potenza e violenza di sentimenti che han fatto agitare, scuotere e contrarre i loro cuori per poi tornare ad una calma stanca. Tutto sembra essersi risolto, tutto sembra essere andato per il meglio e la Hyuga annuisce appena alle parole di Hitomu. Sì, avrebbe dovuto agire con calma in questa situazione, non affrettare i tempi, dare modo a Ren di abituarsi all'idea di essere figlio di qualcuno, fratello di qualcuno, uno Hyuga della Foglia. Una volta che il loro legame si fosse stabilizzato ed in qualche modo solidificato, Kaori avrebbe subito cercato di renderlo parte della sua vita presentandolo alle persone a cui tiene fra cui, ovviamente, lo stesso Hitomu che ora è lì di fronte a lei. Kaori lo guarda e si ritrova a meditare e riflettere sulle sue parole chiedendosi se davvero tutto possa essere così semplice. Non sa se basterà amarlo, volergli bene per risolvere ogni cosa, ma di sicuro sente già di tenere al suo gemello e avrebbe fatto il possibile per proteggerlo e difenderlo da qualunque cosa. <Lo spero... farò il possibile per evitare che si senta solo anche solo un'altra volta ora che ci siamo ritrovati> dice lei annuendo, sicura delle sue parole. Ha deciso di essere sua sorella, ha deciso di non perderlo mai più dal proprio fianco e di essere una famiglia come avrebbero dovuto sempre essere. Hitomu la accompagna e sostiene in questo suo fare e, in verità, è al suo fianco in qualsiasi ambito della su vita. E' sempre lì, pronto a dare un consiglio, una mano, un abbraccio quando ve n'è bisogno. Anche in questo momento è lì che cerca di tenerla su, di non vederla crollare a seguito di una decisione complessa. Mai come in questo momento Kaori sente di volergli bene, di tenere a lui e di essergli riconoscente. Ascolta le sue parole, vede il suo piccolo sorriso e si ritrova ad abbozzarne uno a sua volta, un po' più timido ed impacciato per via del pianto che poco prima l'ha travolta ed investita. Accomodante, dolce, gentile, si mette a sua disposizione lasciandole quindi modo di scuotere appena il capo a destra e sinistra come per fargli intendere di non avere nulla da chiedergli in questo momento. Si sente stanca, provata da quella giornata, vorrebbe solamente spegnersi e riposare. Tuttavia c'è ancora qualcosa che vorrebbe dirgli prima di andare. Andrebbe a muovere due, tre passi verso di lui andando a tentare di bruciare la distanza fra loro per poi sporgersi verso di lui e cercare di portare le proprie braccia attorno alle sue spalle. Tenterebbe di abbracciarlo, di poggiare il capo contro la sua spalla e abbandonarsi contro il suo amico alla ricerca di calore o, invero, nel tentativo di donargli tutta la sua gratitudine. Un gesto che potrebbe valere più di mille parole forse, ma che nella mente di lei, non basta ad esprimere quanto risiede ora nel suo cuore. <Ti voglio bene, Hitomu> andrebbe a mormorare al suo orecchio se fosse riuscita in quell'abbraccio. Qualcosa che non aveva mai detto, forse, a nessuno. Ha rivelato a Raido di amarlo, ha detto a qualcuno di tenere a loro, di essere legati. Ma... "Ti voglio bene", l'aveva mai detto prima? No. Non l'ha mai fatto. E' qualcosa di importante, di sincero, reale, che sente di voler dire solo ora davvero alla figura del biondo. Un messaggio che per lei conta davvero e che sente dentro di sé di esser pronta a lasciargli. Solo a quel punto, se vi fosse riuscita, sarebbe andata a distaccarsi da lui dopo una manciata di secondi tenendo quel sorriso imbarazzato sulle labbra e lo sguardo fisso nelle di lui iridi azzurre. <E' meglio che vada per stasera... è stata una lunga giornata e si è fatto tardi. Ti ringrazio ancora per tutto, per oggi> avrebbe detto lei guardandolo, annuendo, respirando ora più tranquillamente, con il respiro regolare e il naso un po' più libero. <E... mi dispiace per quella reazione di prima. So che stai cercando di agire per il meglio> aggiunge, lei, liberando un piccolo sospiro, continuando a tenere le iridi fisse in quelle di lui. Se l'altro avesse permesso e non avesse avuto altro da dire o da fare, ecco allora che dopo i loro saluti avrebbe preso la sua uscita e si sarebbe diretta verso casa per una notte di meritato riposo. [se END]

15:24 Hitomu:
 È passato del tempo da quando Kaori è entrata nell'ufficio questa sera. Hanno parlato, hanno discusso tra urla e pianti e sono ancora lì. Uno davanti all'altro cercando di sostenersi a vicenda. Come in tutti questi mesi, d'altronde. Il jinchuuriki e la Hyuga sono riusciti a stringere un forte legame tra loro, un'amicizia che va oltre ogni immaginazione. Se qualcuno gli avesse detto che sarebbero diventati così dopo quell'incontro sui monti, forse il kyudaime non ci avrebbe creduto più di tanto. La ragazza è riuscita ad entrare dentro di lui. Ha superato quell'ostacolo, rappresentato dall'haori che porta, dove molti invece hanno preferito fermarsi e non andare oltre. Lei, invece, a piccoli passi è andata avanti, affrontando il kyudaime come una persona normale. Lei lo guardava per quello che è, in poche parole. Un ragazzo come tanti, tralasciando il fatto che sia la forza portante della Volpe a nove code e l'Hokage della Foglia. Questo spiega come sia stato difficile vedere oltre quel che la leggenda narra di lui. Lui è semplicemente Hitomu, a volte. Ci sono giorni in cui mette da parte il manto e il cappello, in cui la Volpe dorme e lui è solo un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri. E lei è riuscita a vedere quella persona, niente di più semplice e niente di più difficile. <Sono sicuro che quel che farai, basterà..> ne è certo. Il dolce sguardo posato sulla ragazza nota lo scuotere del capo di lei. Non si ferma, però. Avanza di qualche passo, come se stesse per andargli addosso. Il jinchuuriki rimane sorpreso nel vedere lei avvicinarsi così tanto e arretra il busto di qualche millimetro, prima di.. sentire il corpo della kunoichi stringersi attorno a lui. In quell'istante si ferma lasciando che le braccia di Kaori si stringano attorno alle sue spalle e il capo si appoggi su di lui. Le palpebre si chiudono lentamente mentre il kyudaime assapora quel momento di gratitudine. Un abbraccio affettuoso, sincero. Le braccia del jinchuuriki si allargano posandosi dolcemente sul dorso della ragazza contraccambiando il gesto d'amicizia. E poi quelle parole della Hyuga.. Dirette al cuore, senza deviazioni. I bordi delle sua labbra si disegnano sempre più su, nascondendo l'ennesimo sorriso alla ragazza che non potrebbe notarlo. <Anche io, Kaori.. Anche io> lo ripete due volte, come se volesse dare alla ragazza la conferma delle sue parole. Mai nessuno si era spinto così oltre. Negli ultimi anni, nessuno era riuscito a toccare corde così profonde nella forza portante a parte la sua famiglia. Kaori è davvero speciale e il kyudaime ci aveva visto giusto. Non aveva dubbi su di lei. I due corpi si dividono dopo alcuni secondi e le iridi azzurre notano il sorriso di lei. <Ringrazio te per essere venuta così tempestivamente. E non preoccuparti, era giusto così..> ha avuto la reazione che il Nono si aspettava, dunque non ha nulla da recriminarle. <Ci vedremo presto, Kaori> un ultimo saluto prima di lasciarla andare via. Lei scompare dietro la porta dell'ufficio per tornare a casa. Il jinchuuriki, invece, prenderà tutte le sue cose e tornerà dalla famiglia nella sua dimora. Una notte di meritato riposo per poi tornare al lavoro. [end]

Hitomu convoca Kaori nel suo ufficio per rivelarle la sua decisione in merito al futuro di Akane.

Il discorso del Kage è logico e razionale, guidato da un sentimento di speranza e fiducia nel proprio Villaggio e Kaori ha qualche difficoltà ad accettarlo in un primo momento. Fra lacrime, repliche e una piccola polemica, alla fine la Hyuga capitola sotto la decisione del biondo e gli rivela della scoperta recentemente fatta circa il proprio fratello.


Ma che tenerini che sono ** <3