Un'amicizia persa e finalmente ritrovata

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22:16 Tayuya:
  [Centro] È stata sui monti dei volti fino a poco fa, dopo aver parlato con quel ragazzo per quasi tutto il pomeriggio. Si sente decisamente meglio ora, niente e nessuno le ha rovinato la giornata, anzi, l’incontro con l’altro Akimichi ha solamente illuminato ancor di più il suo umore. Una nuova amicizia sembra sia nata e ha tutte le intenzioni di aiutarlo e spalleggiarsi a vicenda per le loro rispettive situazioni. Indossa porta gli stessi abiti di stamattina, ovvero un kimono corto di colore blu, smanicato e stretto alla vita da una fascia azzurra che si allaccia dietro alla schiena con un piccolo e morbido fiocco. Al di sotto le proprie gambe sono fasciate da un paio di pantaloni azzurri, leggeri e morbidi che si stringono alle caviglie. Ai piedi un paio di ballerine nere. Al collo porta il ciondolo regalatole da suo padre prima che egli se ne andasse. Il ciondolo ha una forma circolare, con sopra disegnato un albero rosso e stilizzato su sfondo azzurro. Ci è molto affezionata e non se ne separa mai, perdendosi di tanto in tanto ad accarezzarlo dolcemente con le dita. I capelli rossi sono ondulati e mossi, tenuti corti, ed incorniciano quel suo viso roseo dai lineamenti dolci e delicati. Occhi grandi ed espressivi di un colore viola chiaro, intenti in un’espressione rilassata al momento, anche se stanca per via della giornata passata fuori. Il pacchetto di patatine ovviamente è finito, così come il succo all’ace, e le confezioni sono state buttate rigorosamente in un cestino. Non tiene il porta kunai e shuriken con sé, e di conseguenza nemmeno le poche armi che si è comprata, preferendo lasciarle a casa e non aspettandosi certo di usarle. Cammina per le vie di Konoha, con l’idea di tornare a casa ovviamente e magari prepararsi qualche buon piatto per mangiare dato che il suo stomaco brontola già, nonostante le patatine appena finite. Ama mangiare, da sempre, tuttavia il proprio fisico rientra decisamente nella norma, ben proporzionato in altezza e peso, nonostante possa considerarsi leggermente più bassa rispetto la media delle altre quindicenni. Il passo è deciso e abbastanza veloce, mentre di tanto in tanto gli occhi vagano dai chioschi, alle persone, alle vetrine dei negozi, senza però prestare particolare attenzione a qualcosa per più di qualche minuto. Sospira uno sbuffo d’aria, rallegrandosi della bella serata, senza nuvole… un continuo perfetto dopo un pomeriggio soleggiato e tranquillo. Avanza perduta in un nube di pensieri, dai più freschi ai più passati, cercando però di non soffermarsi per ora sui ricordi più dolorosi che potrebbero farle perdere il sorriso e il buon umore.

22:34 Kukiko:
  [Centro] La giornata non poteva andare meglio per la giovane Deshi. Aveva speso tempo prezioso insieme alla madre, andando per negozi e passeggiando per le vie del villaggio, ammirando il paesaggio circostante e l'affascinante agglomerato urbano che offriva spunti di ogni tipo su cui riflettere e scherzare. Avevano festeggiato insieme la prima promozione, il superamento dell'esame teorico per diventare genin: mancava ancora metà strada per raggiungere il traguardo tanto agognato, ma un gelato se l'era certo meritata. Ancora faticava a crederci, era riuscita a superare quella prova; alla lettura delle domande le era sebrato impossibile riuscire a rispondere correttamente a tutto, ma in un modo o nell'altro... senza barare, ce l'aveva fatta. Certo, non ha consegnato un compito perfetto, ma di certo Yotsuko ha dato il suo meglio in quelle sette domande e aveva raccontato tutto con entusiasmo alla madre Haruko, orgogliosa di sé. Le ha raccontato anche del bizzarro incontro dall'esito incerto avuto la scorsa sera con un giovane chunin con il quale aveva cercato di fare amicizia, ma il pensiero che le sue intenzioni fossero state fraintese non la abbandonava. Avrebbe rimediato e chiarito ogni eventuale dubbio con lui alla prima occasione, certo, ma le dispiace pensare che possa essere stata fraintesa tanto; lei che cercava solo di fare amicizia. Forse non poteva sopportare l'idea che avesse potuto rovinare un nuovo incontro proprio sul nascere, non se la sentiva di perdere ancora qualcuno senza un apparente e valido motivo. Il flusso di pensieri viaggia indietro nel tempo, mentre cammina per le vie del villaggio, e al contrario della sera precedente ignora i passanti, le luci ancora chiare nei negozi e nei locali, troppo concentrata a seguire lo scorrere delle parole che le sussurra la sua mente. Da quel casuale incontro ripercorre avvenimenti passati e più dolorosi, come sono state la perdita di chi si definiva amico leale suo o dei suoi genitori, anche se ciò che fa più male in quanto a perdita di legame, oltre ovviamente a suo padre, sono state le altre due persone più importanti della sua vita: l'uomo che considerava suo zio e la sua più cara amica, che considerava una sorella. Le mancava molto, soprattutto quando si ritrovava sola, senza niente da fare, non sapendo come occupare la mente. Porta una mano al petto, stringendo con il pugno guantato la stoffa del kimono smaniaco blu, all'altezza del cuore, come se volesse afferrare lo stesso organo per impedirgli di pulsare così dolorosamente. Piccole increspature si fanno strada sulla stoffa leggera e morbida, senza però intaccare la maglia a rete indossata al disotto. Cammina con lo sguardo basso, senza badare a niente o a nessuno di chi e cosa la circonda, persa nei suoi pensieri e nella nostalgia, troppo occupata a cercare di distogliere non solo la mente ma anche l'animo da ricordi lieti quanto dolorosi. Senza osservare attorno a sé andrebbe quindi a scontrarsi involontariamente contro la schiena di una persona, una ragazza che cammina poco avanti a lei, ritrovandosi con la faccia in un groviglio di capelli rosso acceso e incespicherebbe su se stessa, intrecciando i piedi calzanti le scarpe ninja nere, nel tentativo di non caderle addosso. <Aah..!!> esclamerebbe, poi, colta di sorpresa dalla sua stessa sbadataggine. [Equip: guanti ninja]

22:51 Tayuya:
  [Centro] Cammina immersa nei suoi stessi pensieri, forse dovrebbe preparare qualcosa da portare a sua madre in ospedale il giorno successivo. Ogni volta che si vedono, la donna cerca sempre di persuadere la figlia ad abbandonare la strada da lei intrapresa, quella dei ninja. Non sa più quante volte ha sentito le stesse parole da sua madre, preoccupata per lei e per i suoi pensieri che crede la porteranno a soffrire. Ma alla rossa questo non importa, ha preso una decisione e la porterà a termine. L’esame teorico del resto è andato alla perfezione, nonostante l’incredibile ansia, ma l’aspetta l’esame più difficile di tutti, quello pratico. Non è mai stata molto abile, semplicemente goffa ed impacciata, non crede nemmeno di avere una qualche dote particolare, eppure sa che allenandosi con determinazione migliorerà sempre di più. Gli incontri che ha avuto le hanno dato il coraggio di tentare e andare avanti. La mano destra si solleva dal proprio fianco, andando ad afferrare delicatamente il proprio ciondolo, percorrendo con le dita quei contorni che sa oramai a memoria. Quell’ultimo regalo molte volte si è soffermata ad osservarlo, parlando con quel ciondolo come se stesse parlando con suo padre. Un’ombra di tristezza torna a pervaderle l’animo e il viso, il quale si oscura durante il suo cammino. Vorrebbe che le cose tornassero come prima, invece ora deve fare i conti con un sacco di cose, tra le emozioni dolorose e gli sguardi della gente, le loro parole maligne. Non vede l’ora di essere a casa, chiudersi nella sua stanza e dormire. Attendere il giorno successivo e così via, andare avanti. Ma i suoi pensieri vengono interrotti da un colpo proveniente alla sua schiena, qualcuno le è andato a sbattere addosso e per qualche istante la giovane si è ritrovata ad ondeggiare in avanti… caduta per fortuna evitata portando il piede destro in avanti ed allargando le braccia per mantenere l’equilibrio. <Ah!> colta si sorpresa, il viso si tramuterebbe in un’espressione spaventata per l’improvviso colpo, che non le ha fatto male, ma solo presa alla sprovvista. Subito i suoi pensieri vanno a chi l’ha urtata, forse chiunque fosse stava per cadere, oppure non l’aveva semplicemente vista. Il corpo della quindicenne quindi si volterebbe, ma ancor prima di vedere con gli occhi, ascolta con le orecchie quella voce fin troppo familiare. Ed è mentre porta il suo sguardo su Yotsuko, che il cuore si stringe e lo stomaco si ribella, facendole contorcere le viscere. Il cuore balza in gola, inizia a battere furiosamente e una marea di emozioni l’avvolge come un fiume in piena. Il dolore è la prima cosa che sente, un dolore misto a felicità, una felicità che però viene soffocata dai sensi di colpa. Aveva desiderato questo esatto momento per tutto l’anno passato, e allo stesso tempo ne aveva avuto paura come non mai. Ritrovarsi davanti alle proprie responsabilità, ritrovarsi davanti a colei che aveva perso il padre per colpa di quello della rossa. È terrificante trovarsi davanti alla più crudele realtà. In cuor suo spera che Namika abbia ragione… un legame come il loro non può spezzarsi, eppure come potrebbe l’argentea non avercela con lei per quello che è successo? Rimane quindi imbambolata davanti all’altra. Ferma, immobile, le labbra appena dischiuse, gli occhi aperti in un’espressione carica di ansie e paure. Non riesce a dire nulla, le parole non riescono a superare la propria gola e rimangono intrappolate nelle corde vocali.

23:05 Kukiko:
  [Centro] Recuperato l'equilibrio e scongiurata una madornale caduta di faccia la prima cosa che farebbe sarebbe scusarsi mille volte con la ragazza contro cui è andata a sbattere, ma riesce a malapena a dischiudere le labbra che i capelli rossi davanti cui si ritrova rafforzano i pensieri che fino a un attimo prima ha cercato di scacciare e non appena il viso di Yona le si palesa davanti, in un'espressione mista di stupore e angoscia, l'argentea non può fare a meno che restare a fissarla con i grandi occhi neri nella medesima espressione. Non ci crede, non riesce a crederci. Impossibile, si ripete. Non è cambiata per niente, il viso dai lineamenti delicati, gli occhi viola, grandi e limpidi, quei capelli intensi e sbarazzini, è tutto identico a come lo ricordava, a com'è nelle foto che conserva in camera sua. È lei, Yona... sua sorella, quella sorella d'anima smarrita da un anno ormai, da quella tragica notte in cui le vite di entrambe cambiarono per sempre. A Yotsuko non manca mai la parola, che ci sia da dire qualcosa di buono o da rispondere a tono non manca mai di farsi sentire; questa volta, però, le sue labbra dischiuse non riescono a far fuoriuscire una singola vocale, nessun suono. Crede che qualsiasi cosa possa dire sarebbe stupido, inutile, banale o assurdo. Come assurda è la situazione in cui le ragazze si sono ritrovate tutto d'un tratto a causa del flusso di pensieri della quattordicenne. Eppure avrebbe così tanto da dire, così tanto da chiederle. Cos'ha fatto per tutto quel tempo, perchè si è allontanata tanto da lei, come si sente dopo tutto quello che è successo, che cosa prova, come sta la zia Yukiko, che cosa fa, se le piace ancora la carne secca e se ha ancora tutto ciò che ha collezionato durante gli anni passati della loro inseparabile amicizia. Tante parole dovrebbe uscire come un fiume ingrossato dalla pioggia dalle labbra di lei, ma la sola cosa che emerge sono due piccole lacrime agli angoli degli occhi, piccole gocce di luce brillanti e ancor prima che possano sgorgare e scorrere lungo le gote chiare la Deshi si inclinerebbe in avanti, spostando il peso sul piede destro che verrebbe portato quasi a ridosso dell'altra, e distendendo le braccia si lascerebbe andare addosso a Yona cingendola in un stretto e quasi disperato abbraccio, finendo con il nascondere il viso contro sua spalla destra, lasciando che i capelli araldicamente bianchi si muovano delicati seguendo il movimento del capo e del corpo. Nessuna parola, nessuna frase sarebbe sufficiente o significativa: la sola cosa che le viene naturale fare è stringerla a sé, come ad assicurarsi che sia veramente lì dinnanzi a lei e che non sia solo il risultato dei suoi pensieri e delle strazianti emozioni che la stanno travolgendo. [Equip: guanti ninja]

23:21 Tayuya:
  [Centro] La testa inizia girarle, il respiro manca e tutto intorno a sé sembra farsi ovattato. Tutto intorno a lei sembra non esistere più… la gente, i negozi, i chioschi, tutto svanito. Ci sono solo lei e l’amica argentea. Almeno spera che sia ancora sua amica, quello non è solo un semplice incontro, ma nasconde in sé qualcosa di molto più profondo e significativo. La rossa non sa cosa dire, non sa come reagire, ed è solo il bianco nella propria testa. Un bianco fitto, come la nebbia, che soffoca i suoi pensieri e le sue intenzioni. Avrebbe mille domande da fare, mille cose da dire… eppure al momento non glie ne viene in mente nemmeno una. Non sa cosa aspettarsi, la rabbia dell’altra probabilmente, il suo dolore, la sua sofferenza… e il cuore prende a farle male nel petto. Cosa mai potrebbe dirle? Tutto sembrerebbe inutile, futile, quali parole potrebbe mai andarle a dire dopo tutto quello che è successo? Dopo tutto quello che ha fatto? Sembra solo un sogno, un’illusione, eppure lei è davanti alla rossa. Il suo aspetto, i suoi capelli araldicamente bianchi, i suoi profondi occhi neri. Le sembra di ritornare indietro nel tempo, come se quell’anno non fosse mai esistito, cancellato dalla linea temporale… eppure adesso sono qui. In una via a caso del centro di Konoha, faccia a faccia. <Io…> una sola parola, il resto le muore in gola mentre gli occhi si riempiono di lacrime che ancora non libera. Vede quelle lacrime, e si sente responsabile di ognuna di esse, di quelle e di quelle che avrò speso in questo anno. Sta piangendo a causa sua. Vorrebbe dirle qualcosa, ma il gesto che lei va a compiere vale più di mille parole. Le si getta addosso, andando a cingere la figura dell’Akimichi con le sue braccia, stringendosi a lei ed affondando il viso contro la spalla. Un abbraccio che scaccia via ogni paura e risolleva il suo cuore come non mai. Un abbraccio che fa intendere che l’altra non sia arrabbiata con lei, che non la odi e non la disprezzi. Un abbraccio che fa intendere che il loro legame non è stato spezzato quella notte, al contrario di quello che ha spezzato suo padre. Ora le lacrime solcano il viso della rossa, silenziose e copiose, mentre le braccia si sollevano dai fianchi e andrebbero a ricambiare quell’abbraccio, stringendo forte a sé l’amica. La stringe come a non volerla perdere mai più, dando sostanza a quell’incontro, assicurandosi che non sia illusione. Il viso si abbasserebbe, appoggiandosi sulla spalla dell’altra, mentre il corpo prende a tremare per l’emozione. È come se tutto quel tempo fosse stato cancellato in un solo istante, la casualità ha giocato loro un bello scherzo. <Mi dispiace.> finalmente riuscirebbe a dire qualche parola, semplici e poche parole che però sono intense e sincere. Il tono basso, sussurrando al suo orecchio, spezzato a tratti dal pianto. Finalmente può liberarsi di quel grande peso, tutte le sue paure sembrano essere infondate e lei ha perso un anno a temere che l’altra non volesse più vederla. <Mi dispiace tanto.> ripete nuovamente, come in un loop infinito, mentre le mani si stringerebbero al tessuto del kimono dell’altra ragazza. Con forza, come se temesse di perderla ancora. <Mi dispiace molto per averti fatta soffrire così tanto, per tutto quello che è successo e per tutto quello che hai passato.> continua, imperterrita, gli occhi si chiudono e per ora torna a tacere, incapace di dire altro, mentre le lacrime continuano a scorrere imperterrite. Testimone la luna di questo loro incontro.

23:34 Kukiko:
  [Centro] Si lascia cingere a sua volta, dopo un attimo di incerta esitazione. Ancora non le sembra vero, i pensieri sono confusi e l'unica cosa che riesce a fare è stringere la presa e lasciarsi stringere dall'Akimichi, come se quell'abbraccio annulli ogni cosa, riporti indietro il tempo e le renda una sola persona. Rafforza la presa sul kimono chiaro di lei, come se temesse che possa sfuggirle da un momento all'altro, che possa svanire e dissolversi e ascolta i sussurri tremolanti lasciando libero sfogo al suo pianto liberatorio, lasciando fuoriuscire la voce in un sottile lamento, reso ovattato dalla spalla di lei. <Yona...!!> singhiozza nel pianto, mentre le lacrime le scorrono lungo il viso andando a bagnare l'abito dell'amica ritrovata. Sentire la sua voce dopo tanto tempo, sentire quelle parole non può che darle gioia, nonostante non riesca ad impedire alle lacrime di sgorgare incessanti. Scuote appena la testa appena l'altra termina il suo sfogo, come se a voler annullare il dispiacere che manifesta <No... non devi dispiacerti, non è colpa tua...! Tu non hai.... non hai fatto niente di male...!! Anche per te non è stato facile, vero? Io non ho perso solo papà, ma anche te e lo zio e tu... hai perso tuo papà e me e il mio...!!> le viene quasi da urlare per dar sfogo alla disperazione e alla gioia che in questo casuale e fatale abbraccio si sono mischiate e turbinano nel suo animo <Ma adesso non vai più via, vero!? Non te ne andare più!> se possibile infosserebbe di più il viso nella di lei spalla, stringendo ripetutamente a più riprese il kimono di Yona tra le dita, sentendone la consistenza e imprimendola nella sua memoria, intimorita dall'idea che possa sfuggirle di nuovo. L'anno passato non ha più importanza, tutto si riduce a quell'abbraccio, a quell'unione ricercata, temuta e sperata per tanto tempo e ora finalmente giunta. Nient'altro ha più valore e nient'altro causa di nuovo sofferenza. [Equip: guanti ninja]

23:48 Tayuya:
  [Centro] Quell’abbraccio dura decisamente tanto, ma non le importa, è come se dovessero recuperare tutti i loro momenti persi. Tutto quel tempo passato lontane e concentrato in un unico gesto di affetto. Si stringono come non mai, sfogando le proprie lacrime l’una sull’altra, in un mix di emozioni che potrebbe farle scoppiare il cuore. La gioia di non sentirsi incolpare è tanta, la gioia di poter stare nuovamente con lei è sopra ogni altra cosa. Ascolta le sue parole che le risollevano l’animo e il cuore, come se soffiasse via tutto quel tremendo peso. Lei stessa le dice di non doversi dispiacere, lascia che anche lei sfoghi il suo dolore e la sua felicità per essersi ritrovate, l’ascolta con vivida attenzione prima di riprendere la parola, sciogliendo quell’abbraccio per poter tuffare i propri viola occhi in quelli neri della sua migliore amica. Un sorriso le segna il viso, le distende le labbra… un sorriso dolce e triste allo stesso modo. <Mi sono allontanata da te, pensando di averti ferita irrimediabilmente… non sapevo come comportarmi e sentivo tutta quella responsabilità sulle mie spalle.> le spiega, cercando di recuperare la calma, asciugandosi le lacrime dal viso con le mani. <Pensavo che tu mi odiassi... odiassi me e mio padre, tutto quello che è successo.> sente il proprio cuore gonfiarsi di dolore e una mano viene portata al petto a stringersi il kimono. <E poi tutto è peggiorato e sono rimasta sola, ho avuto… ho ancora tante cose a cui pensare.> le condizioni di sua madre l’hanno assorta allora come adesso, quasi totalmente, facendola sentire un po’ più tranquilla solo ora che rimarrà in ospedale, con qualcuno di qualificato a badare a lei nella maggior parte del tempo. <Mi dispiace… deve essere stata dura per te, deve esserti sembrato che io ti abbia abbandonata nel momento peggiore della tua vita.> non può evitare di sentirsi in colpa e le mani tornano sul proprio viso per portare via le ultime lacrime. Nonostante quell’incontro la stia sconvolgendo e non poco, non può che sentirsi decisamente sollevata ora, ma si preoccupa per lei come ha sempre fatto, riconoscendo il suo terribile errore.

23:58 Kukiko:
  [Centro] Alle nuove parole pronunciate con un po' più di calma e un lieve sorriso in volto Yotsuko sposta lo sguardo sul volto di Yona, anche se le lacrime non le danno tregua. Vede la sua sagoma lievemente appannata e sfocata, anche se ad ogni battuto di ciglia l'immagine diviene un po' più nitida, ma non le importa. È lì con lei, le parla, la abbraccia, si scusa, è felice, non importa nient'altro. Ascolta le sue parole, cercando di coglierne ogni aspetto e sfumatura, cercando di non farsi distrarre troppo dal suo stesso pianto dal suo stesso dolore e dalla sua stessa immensa gioia. Non le riesce semplice, sente il capogiro e una fitta incessante al petto dovuta a tutto ciò che succede, che sente e che prova in quell'incontro che sembra eterno. Scuote leggermente il capo alle sue parole, come se volesse allontanare il peso che l'amica sente gravare sulle sue spalle e sul suo cuore <Mi è dispiaciuto non vederti più... sì, mentirei se dicessi di no, ma non importa! Io... capisco, credo... non lo hai fatto con cattiveria, non volevi ferirmi! Ho pensato tante volte al perchè del tuo gesto e ho cercato di darmi mille spiegazioni! Ma non sono arrabbiata con te!> passa le mani sugli occhi, sfregandoli con forza, in un disperato tentativo di cessare lo sgorgare delle lacrime. Poi torna a stringere il kimono dell'Akimichi, come a non volerla lasciare allontanare di un solo passo <Non so cosa sia successo a zio Shiro e perchè... esattamente abbia fatto...> singhiozza mentre la mente ripercorre inesorabilmente i ricordi che le parole fanno riaffiorare <... abbia fatto quello che ha fatto... ma non era cattivo, non era una persona cattiva! Voleva bene a papà, ci volevamo bene tutti! Anche noi e la mamma e Yukiko! Mancate anche a lei! Forse avremmo dovuto starci vicine entrambe, ma non mi importa più! Adesso saremo sempre vicine! Come una volta! Vero!?> domanda con la voce spezzata ancora dai singhiozzi. [Equip: guanti ninja]

00:11 Tayuya:
  [Centro] La osserva con attenzione, la vede piangere, cercare di combattere quel momento con le sue sole forze. Sono state sole entrambe, ognuna con col suo dolore nonostante fosse così simile. Ma il marchio che si porta addosso non è per niente facile da cancellare, per niente. Ma non vuole parlare di sé la rossa, non vuole offuscare il dolore dell’altra col suo, quindi si tiene tutto per sé, concentrandosi unicamente sull’amica. Le sue parole arrivano chiare e complete, ascolta come le sia dispiaciuto il suo gesto, come si sia sentite triste ed abbandonata, ma è grata di non avere il suo odio e la sua rabbia, e tutto ciò la porta a sorridere. Un sorriso dolce e sincero, mentre ancora rimane in silenzio ad ascoltarla. Anche lei riporta a galla quei ricordi, lei che ancora non ha il coraggio di chiamare suo padre per quello è diventato, che ancora non il coraggio di dire a voce quello che ha fatto. Mentirebbe se dicesse di non aver provato rabbia, ma il dolore è stato così forte da cancellarla subito. Lei si è allontana da Yotsuko, senza spiegazioni… così come ha fatto suo padre con lei. Una serie di eventi che le hanno portate a soffrire, ma come le ha detto Namika, che non possono spezzare un legame così forte e saldo. Lentamente solleverebbe le braccia, per poi cercare di posare le proprie mani sulle spalle dell’altra, delicatamente. La guarderebbe dritta negli occhi, con un viso calmo e rassicurante, come se volesse bloccare quell’ansia che sente crescere nell’altra. <Non me ne andrò più, te lo prometto.> parole forti e sincere, che fanno nascere in lei altre lacrime, poche e semplici. Non la farà soffrire nuovamente, qualsiasi cosa succederà, non permetterà più a niente e nessuno di ferire la sua sorellina. Vuole rassicurarla con quelle parole, farle capire che ora che i suoi dubbi e le sue paure sono svanite, ora che si sono ritrovate, non si allontanerà più. <Come… come sta tua madre?> una domanda posta con spontaneità, dato che l’altra l’ha nominata, risvegliando in lei quell’interesse e per provare a riallacciare quel loro rapporto.

00:19 Kukiko:
  [Centro] Mai è stata più grata di udire simili parole. Una promessa che sa verrà mantenuta. Ci vuole credere, con tutta se stessa, senza limiti e senza rimorsi. In quest'ultimo peridio ha imparato a prestare più attenzione a ciò che le persone promettono o garantiscono, cercando di essere meno ingenua per non venire ferita, ma questa volta non c'è ragione di non crederci o di essere sospettosi. È la sua migliore amica, sua sorella, non le potrebbe mai mentire, non le farebbe mai volutamente del male, come lei non lo farebbe mai a Yona. Un piccolo sorriso nasce sul suo volto, illuminandone i lineamenti e gli occhi, i quali si piegano leggermente seguendo l'angolazione delle labbra. Le lacrime pian piano si fermano e l'animo si rasserena, crogiolandosi in quella promessa sincera e nella stretta sicura attorno alle sue spalle <Sta bene... insomma, non è stato facile, ecco... ma va avanti. È una... tosta!> le viene da ridere, pensando a quanto sua madre si sia sempre rivelata una roccia. Ha sofferto molto per la perdita del marito, ma ha anche sempre cercato di essere un saldo punto di riferimento per la figlia, e Yotsuko lo sapeva bene. Hanno sempre cercato di farsi forza a vicenda, in onore della memoria di suo padre. Le sopracciglia si inarcano in un'espressione curiosa alla ricerca di risposte <E la tua? Come sta? Alla mamma piacerebbe tanto andare a trovarla...!> ricambia la domanda spontanea, cercando di capire più cose possibili di quel tempo passato lontane. [Equip: guanti ninja]

00:30 Tayuya:
  [Centro] Ha molta paura di ogni possibile risposta. Se sua madre stesse male? Se avesse sofferto più del dovuto? La sua domanda potrebbe aprire altre ferite, ma non ci può fare niente… deve sapere come stanno e come hanno vissuto quest’anno. Attende una sua risposta e il suo animo si rasserena maggiormente nel vedere che anche l’altra sembra tranquillizzarsi. I propri muscoli si rilassano e il viso si rende più luminoso, senza spegnere quel sorriso che finalmente è tornato a solcare i propri lineamenti. Ha fatto una promessa e intende mantenerla. Finalmente le parole di Yotsuko le arrivano alle orecchie, sa che non è stato facile nemmeno per sua madre, ma è sollevata dal sentire che sta bene, che è una roccia ed è stata forte per lei stessa e sua figlia. <Ne sono felice. Vi siete fatte forza a vicenda ed è una buona cosa da non sottovalutare.> ammette sincera, aspettandosi anche la domanda dell’altra. Ovviamente, se lei ha chiesto di sua madre, anche l’argentea avrebbe prima o poi chiesto della madre della rossa. Il viso si scurisce leggermente, presa dallo sconforto, ma mantiene il sorriso e si sforza di mostrare solo la sua forza. <Si è ammalta molto e adesso è da un bel po’ che è ricoverata in ospedale.> è successo tutto quasi subito, e lei non ha avuto molto tempo per crogiolarsi nel suo dolore, dovendo sostenere sua madre nella sua tristezza e malattia. <Ma sto facendo del mio meglio! Vado avanti… il Clan non è stato per niente comprensivo con me e mia madre, almeno parte del Clan, quelli più vicini a noi. Non penso che mia madre l’abbia sopportato.> non tutto ovviamente, ne è un chiaro esempio l’Akimichi incontrato oggi. Le fa male avere quell’appellativo, quel marchio, ma non può farci nulla se non andare avanti. <Però mia madre non ha perso la parola almeno. Mi sono iscritta all’accademia e lei non fa che ripetermi di lasciare perdere.> la prende col sorriso, lasciandosi scappare una piccola ed amara risata. Quel mondo che la donna ritiene non adatto alla figlia, ma lei non demorde. Non dice altro, rimanendo in silenzio ora, mentre il silenzio viene interrotto solo dal brontolio della sua pancia… il quale crea non poco imbarazzo sul volto della rossa. Insomma, in un momento simile proprio?

00:42 Kukiko:
  [Centro] Nel vederla più serena e rilassata anche lei sente di potersi quietare un po', allentando la presa sul kimono della rossa, e distendendo i lineamenti del viso, anche se le viene naturale aggrottare le sopracciglia in un'espressione mista di preoccupazione e dispiacere nel sentire le parole di lei su Yukiko e sulla sua sorte <Mi dispiace... mi dispiace molto! Capisco non sia stato affatto facile...> lo capisce veramente, dato che nemmeno gli amici più vicina ai suoi genitori si sono dimostrati così leali e comprensivi come promettevano. Volge uno sguardo più fiducioso verso l'amica ritrovata, abbozzando un sorriso più sicuro, un sorriso che le appartiene <Gli Akimichi non saranno stati comprensivi... ma non sei solo Akimichi, sei anche Hatake! Dico bene? E noi Hatake oltre ad essere straordinariamente intelligenti e fantastici siamo anche uniti e giusti!> parla con più trasporto e serenità, nel tentativo di alleggerire l'animo di Yona dal suo peso e dimostrarle tutta la vicinanza che prova verso di lei, tutto il sostegno che le vuole dare. Poi improvvisamente l'espressione muta nuovamente: gli occhi neri e profondi si sgranano, le sopracciglia chiare si inarcano all'insù e le labbra si schiudono a formare una 'o' muta, il tutto mostrando un'espressione di stupore puro, rendendo l'attimo anche abbastanza ironico <Tu?? All'accademia?!> esclama meravigliata. La 'o' disegnata con le labbra si allarga in un radioso sorriso sincero e istintivamente porterebbe le mani a cingere quelle della rossa, e nel tenerla fletterebbe le gambe esibendosi in qualche piccolo saltello, come se la gioia stessa la rendesse leggera e la spingesse verso l'alto, sfidando la forza di gravità <Anche io sono in accademia!! E... tua mamma sarà disperata!! Ma andiamo in accademia entrambe!! Io ho fatto l'esame teorico, tu a che punto sei?! E... cavolo, diventerai ninja! Diventeremo ninja!!> ormai non riusciva a contenere la felicità, era tornata per qualche attimo la solita ragazzina esagitata ed euforica capace di emozionarsi per la più irrisoria e sciocca notizia, ma che ai suoi occhi si trasformava in un evento sensazionale e stupefacente. Al momento il brontolio dello stomaco della quindicenne sfuggì alle orecchie dell'argentea, troppo concentrata ad esaltarsi. [Equip: guanti ninja]

00:57 Tayuya:
  [Centro] Ascolta le parole della ragazza che tenta di risollevarle l’umore, e la ragazza sorride sincera e dolce verso di lei, annuendo. Le è mancata davvero tanto, lei e la sua euforia. <Si, hai ragione.> è divertita da quelle parole, ma non in senso negativo, lei porta una certa frescura intorno a lei. <Sono felice di scoprire che non sei cambiata per niente! Sei sempre la solita.> una leggera risata, molto più tranquilla e radiosa. È rincuorante saperla sempre la stessa, davvero. <Spero non tutti sono uguali, oggi per esempio ho incontrato un Akimichi molto gentile e non mi conosceva nemmeno per fortuna. Abbiamo parlato tutto il pomeriggio!> racconta all’amica, del tutto presa ormai da quel loro legame ritrovato e rinsaldato ancora di più. In seguito nota l’espressione dell’altra, di completo stupore quando le da’ la notizia dell’accademia. Il suo viso arrossisce di colpo, in seguito anche a quelle parole che sembrano del tutto ironiche. Insomma, si è iscritta all’accademia, possibile che per tutti la cosa non faccia per lei? Fortunatamente non è quello il caso… l’altra è solo esagitata, come al solito, per la notizia. Le prende le mani e inizia a saltellare e a ogni saltello una parola vien detta verso la rossa. Tenta di seguirla con lo sguardo, facendo su e giù con la testa ed accennando un sorriso raggiante e sconcertato. Si, è sempre la stessa. <Ho fatto anche io quello teorico, aspetto di poter fare il pratico. E si… mia madre è preoccupata, ma io non demordo. Sarò ninja a modo mio!> afferma più determinata che mai, mentre fa a stringere di più le mani dell’amica. Sarà un ninja decisamente particolare, ed è qualcosa che teme, ma allo stesso tempo desidera. <Scoprirò quello che è successo, Yotsuko.> va infine a confidarle, abbassando il tono di voce, ma rimendo seria e sicura di sé. <Cercherò mio padre e lo troverò. E allo stesso tempo voglio difendere il villaggio e tutti i suoi abitanti, comprese anche quelle persone che non appartengono a Konoha.> continua ad esprimersi con la speranza che questo suo sogno si avveri. Vuole aiutare tutti, indistintamente, riducendo al minimo possibile la violenza. Il cuore è carico e pronto, il suo stomaco invece ha bisogno di cibo e brontola nuovamente. <Uhm… hai già mangiato? Io sto morendo di fame, andiamo a mangiare qualcosa insieme?> esclama verso di lei, entusiasta sia per il cibo, sia per il fatto di poter tornare a fare quelle cose normali insieme a lei. Attenderebbe la sua risposta, e quindi si avvierebbe insieme a lei verso qualche chiosco. [END]

01:05 Kukiko:
  [Centro] L'esaltazione non rallenta nemmeno un attimo travolgendola ad ogni parola pronunciata e sentita. Incredibile, non si vedono da un anno, e ora sono qui, insieme, come un tempo ed entrambe hanno intrapreso la stessa strada, ognuna per le proprie ragioni. Placa l'entusiasmo quanto basta a tornare stabile con i piedi per terra, senza scollare gli occhi dall'Akimichi e assorbendo ogni parola. Annuisce grintosa alla sua motivazione espressa con tanta determinazione <Vorrei aiutarti, se posso... Anche io vorrei capire cos'è successo e... e fare qualcosa! Voglio anche riportare alto l'onore degli Hatake! E aiutare chi posso! E fare tanto per il villaggio e per tutti! Sai cosa ti dico? Saremo delle kunoichi formidabili e uniche! Insieme!> esclama travolta nuovamente dal suo stesso entusiasmo che spera contagi Yona. Sorride nel vederla più serena e nel vederla lì con sé. Inoltre, non può fare a meno di asserire alla sua proposta di cenare, chi mai rifiuterebbe l'invito di un'amica, della migliore amica, anzi della sorella. <Ho fame anche io! Che ne dici di un bel piatto di yakisoba!?> la prenderebbe dunque sotto braccio, incamminandosi accanto a lei, stretta in un delicato e fraterno abbraccio mentre si incamminano alla ricerca del chiosco perfetto per mangiare il perfetto yakisoba accompagnato dalla perfetta compagnia. [Equip: guanti ninja][END]

Yona Akimichi e Yotsuko Hatake si ritrovano casualmente per le strade del centro di Konoha e in una tempesta di emozioni, ricordi, timori e lacrime si riavvicinano dopo tanto tempo, riunendosi come se nulla fosse mai cambiato.