Nuovo incontro con Asia

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18:06 Kaori:
 Un alito di brezza fresca soffia da est. La chioma scura di Kaori si smuove all'altezza della frangia e dei ciuffetti che scivolano ai lati del viso. La cappa nera addosso a lei si smuove leggermente attorno alle caviglie, al cappuccio che ne ricopre il capo. E' una strana sensazione quella d'esser avvolta da quell'abito, da una veste appartenuta ad un defunto, ad una persona forte, famosa ed importante quanto lo è stato Kurako in vita. Le stringe appena le viscere, la fa sentire a disagio, leggermente in imbarazzo. La fa sentire colpevole. Se Asia dovesse davvero sentire quell'odore, se Asia dovesse davvero comparire all'orizzonte, quanto male le causerebbe nel momento in cui avrebbe dovuto scoprirsi il volto e mostrarle che no, lei non è il suo padrone? Quanto male le avrebbe fatto dicendole che Kurako non sarebbe più tornato? Che non avrebbe più carezzato il suo manto morbido? Kaori si sente tesa, nervosa, con lo stomaco chiuso ed un vago senso d'oppressione a salire lungo la gola. Non riesce a deglutire, le fa male respirare. E Raido, alle sue spalle, sta prendendo la via di ritorno. La brezza soffia, il sole viene a tratti oscurato da nubi grigiastre mentre i passi della Hyuga continuano lenti ed incerti verso l'orizzonte, in quella prateria che offre una variegatura di colore straordinaria. Ricerca nei dintorni, col suo sguardo, il manto tigrato di Asia, le sue iridi ocra, ricerca un movimento insolito od il suo lamento ringhiante. Ode un suono, una sorta di basso e distante gorgoglio ed i suoi passi andrebbero a fermarsi. Il capo verrebbe ruotato, lentamente, nei dintorni, alla ricerca della fonte da cui nasce e proviene quel suono. Labbra schiuse, pelle candida del viso visibile sotto la copertura del cappuccio, e cuore a batterle frenetico in petto. Si sente agitata, nervosa, quasi timorosa all'idea di quell'incontro. L'ha cercata a lungo, per giorni, è venuta fino a Kusa alla ricerca della creatura, ed ora teme prepotentemente il momento dell'incontro. Teme di averla trovata, teme di vederla giungere dal folto del prato col suo passo elegante e stanco. Teme d'incrociare con le proprie iridi color perla, quelle d'oro fuso della tigre solitaria. [chakra: on]

Le nubi aleggiano su tutto quanto il paese dell'erba, si soffermano su di esso come un cattivo e losco presagio però non piove, non tira vento, non succede niente di niente nei prati fioriti. Tutto è tranquillo, calmo, pacato con solo Kaori intenta a proseguire nel suo piano di attirare Asia a se, di aiutare quella povera tigre a soffrire di meno, ad andare avanti. Il suo piano è subdolo, cattivo e poco umano per tantissimi versi, un piano che solo una mente malata può concepire eppure è l'unica cosa che è in grado di attrarre quella tigre, l'unica cosa che riesce a farla arrivare in fretta e furia. La mantella sventola nell'aria, il suo odore si espande per tutto quanto il perimetro intorno e, alla fine, dei piccoli rumori possono essere uditi all'orizzonte, a circa una cinquantina di metri dalla Hyuga. Una figura si manifesta, quattro zampe, manto striato, color arancione con strisce nere, la pancia è bianca; tutto il busto presente piccoli tagli, ferite, persino le zampe sono ferite ed è magra, tremendamente magra, sono visibili le ossa, il costato, le costole. Fa impressione, serve uno stomaco forte per reggerla, digerirla e lo sguardo della fiera è fisso su Kaori. Non distoglie gli occhi da lei, continua a osservarla per poi ricominciare a camminare, dapprima piano e lentamente per poi aumentare il passo di secondo in secondo fino a correre letteralmente incontro alla ragazza. La corsa è furiosa, una corsa decisa che si arresta a un metro dalla Hyuga. Asia è li, davanti a lei, annusa, annusa l'aria, annusa la veste, gli occhi sono felici, si riempiono di eccitazione, il padrone è li, davanti a lei, qualcosa di meraviglioso. E' contenta, contenta più che mai si avvicina al suo padrone ritrovato, andando a poggiare il capo sulla veste, le fusa vengono fuori. Una scena toccante, commovente eppure è tutta una farsa. [AMBIENT]

18:36 Kaori:
 E il tempo par quasi fermarsi. Par bloccarsi in un istante quando, fermandosi, Kaori vede coi suoi occhi Asia comparire all'orizzonte. Fra i fili d'erba verde, fra i fiori, al di sotto di un cielo nuvoloso. La vede stagliarsi col suo manto variopinto di fronte a sé, distante, magra e ferita come l'ultima volta. Il respiro della Hyuga si blocca, il cuore accelera e le riesce difficile deglutire. Lo stomaco è chiuso, un grumo di saliva solida le si blocca in gola mentre i suoi muscoli paiono irrigidirsi. Non riesce a muoversi, non ce la fa, non mentre Asia inizia a correre rapida ed impaziente verso di lei. Le zampe agili scattano, si distendono, s'alternano e la coda scodinzola. Brucia la distanza fra loro ad ampie falcate fino a fermarsi ad un soffio dalla special jonin che, colpevole, rimane a capo chino dinnanzi a lei. Il cappuccio ne copre il viso, la veste il corpo. Non ha il coraggio di mostrarsi alla tigre, non ha il coraggio di rivelarle la verità ora che, felice, annusa l'aria fra loro ormai pregna dell'odore di Kurako. Asia s'avvicina, si muove, porta la grande testa tigrata a poggiarsi contro la veste, annusandola, strusciandosi contro, smuovendo quelle fusa affettuose che sono il miglior "bentornato a casa" del mondo. Se solo Kurako avesse potuto udire... Kaori sente gli occhi colmarsi di lacrime calde, sente il viso bruciare, le tempie pulsare, mentre immobile non riesce a muoversi di un millimetro. Le labbra tremano, si stringono, e e il petto si solleva ed abbassa in un respiro affannoso e difficoltoso. Fa male. Tutto questo fa male, ma è necessario. Non poteva lasciar Asia libera di cercare Kurako per il mondo, senza sosta. Non poteva permetterle di continuare a ferirsi e soffrire nella ricerca senza fine di un padrone ormai defunto. Doveva liberarla da questo peso, doveva liberarla da questo vincolo. Per salvarla da un circolo vizioso senza fine avrebbe dovuto ucciderla con le sue stesse mani. Una lacrima scivola lungo il viso di Kaori. Una lacrima le riga il volto pallido cadendo una volta giunto all'altezza del mento. Precipita nel nulla prima di andare ad incontrare il manto aranciato della tigre. <Mi... dispiace...> un sussurro roco, spezzato, flebile, che uscirebbe alla fine dalle di lei labbra mentre il pianto ne appannerebbe il tono, lasciando vibrare le labbra, il petto. Un singhiozzo a scuoterne il corpo, le lacrime a coprire come un velo la visuale della Hyuga che adesso vedrebbe il mondo sotto forma di macchie sfumate di colore. Asia potrebbe ora ferirla, morderla, graffiarla. Sorpresa, spaventata, arrabbiata, potrebbe attaccare l'impostore spacciatosi per il suo padrone, Kaori lo sa. Eppure... eppure, nonostante tutto, questa consapevolezza non le impedisce di chiederle perdono, di mostrarle la verità sotto le proprie sembianze. [chakra: on]

Il miglior bentornato che ci sia, il proprio animale domestico che ti viene in contro ad accoglierti, accogliere il padrone assente ma tutto questo è solo una purissima farsa, solo una bugia. Kaori lo sa bene ma è necessario per recuperare lo spirito dell'animale oramai andato. La tigre si struscia su Kaori, sulla mantella, fa le fuse, si gode il proprio padrone tornato a casa e la scena è commovente, straziante. La Hyuga comincia a piangere, le lacrime le inondano il volto portandola ad avere una sottospecie di crisi, i sentimenti prendono il sopravvento su di lei e fa male, fa male sapere che sta facendo una cosa tanto crudele e brutta, una cosa che porta chiunque alla distruzione fisica e spirituale. Le lacrime scendono, vanno sopra la tigre, vanno per terra, bagnano il suolo mentre la di lei voce esce da sotto il cappuccio rivelando chi effettivamente sia. Non è Kurako, non è il suo migliore amico ma un'altra con il suo odore, è qualcuno che ha preso il suo odore ingannandola. Asia alza il viso, ricerca lo sguardo di Kaori, la riconosce e...indietreggia, piccoli passi all'indietro mettendo le distanze dalla ragazza. Il viso dell tigre è spaesato, non crede ai suoi occhi, non crede alle sue orecchie, non crede a tutta questa storia. Il viso viene chinato verso il basso, il corpo intero trema da dolore e delle lacrime scendono dal viso dell'animale bagnando il suolo, piccole gocce d'acqua cadono e poi un ringhio. Il capo viene alzato, il volto feroce, mostra i denti, ringhia, ruggisce in preda alla furia, la zampa destra avanti, la sinistra indietro pronta ad attaccare la bugiarda. Ruggisce ancora più forte e nei suoi occhi è visibile nuovamente quella tristezza infinita di chi non ha più nessuno, è visibile la rabbia per averla ingannata, per aver giocato con i suoi sentimenti e quel ruggito vuol dire "cosa hai fatto al mio padrone?" una domanda semplice che solo chi ha cuore può capire. [AMBIENT]

19:05 Kaori:
 Le lacrime scivolano rapide, veloci, man mano che Asia fa le fusa alla persona sbagliata. Kaori si sente in colpa, si sente morire mentre tutto questo accade e nella distanza temporale intercorsa fra le sue parole e l'indietreggiare della tigre, un conato sale violento alla di lei gola senza tuttavia trovar via d'uscita. La scuote per un attimo ma rimane interno, non trova libertà. Kaori piange, in silenzio, incapace di aggiungere un'altra sola parola. Asia la guarda sorpresa, tradita, confusa per un solo attimo prima di realizzare che quanto sta succedendo non va, che è solo e tutta una farsa, una trappola. Un tradimento. Kaori rimane immobile, senza muoversi, seguendo con lo sguardo il fare della creatura che, ora consapevole, assume una posizione assieme difensiva e minacciosa. Ringhia, piange, osserva ed i suoi occhi mandano un messaggio chiaro, una domanda che arriva dritta al cuore della Hyuga. Kaori si ritrova a sollevare, lentamente, le braccia fino a calar dal viso il cappuccio scuro della veste. Libera il volto, il viso, mostrando apertamente le lacrime che inondano le sue gote. Guarda la tigre attraverso quel velo di lacrime e dolore e, col respiro affannoso, va a smuovere le labbra tremanti. <Mi dispiace... Asia> la voce della Hyuga vibra incerta oltre le sue labbra, trema, strazia il silenzio fra loro con fare basso e tentennante. <...Kurako non c'è più> Raccoglie le forze per pronunciare questa frase tutta d'un fiato, senza pause, senza interruzioni. Come un cerotto che viene strappato via, come un coltello che viene estratto dalla carne rapidamente per poter subito passare a tamponare la ferita e medicare il danno inferto. Un dolore lancinante ed improvviso che trova subito il suo epicentro invece d'esser dilazionato e protratto nel tempo. <E' morto. Non... tornerà a casa> ogni singola parola è un pugno allo stomaco della Hyuga. E' un tizzone arroventato che s'inoltra nelle sue carni andando a bruciare e tagliare, ferire, trafiggendola. Le toglie il respiro, la porta a singhiozzare mentre sente il ventre contrarsi dolorosamente. Le mani, incerte, vibranti, vanno a sfilare il manto dalle sue spalle per liberarsi della sua copertura. Andrebbe a togliersi quella cappa per poi tentare di poggiarla delicatamente a terra, fra loro, come a voler offrire alla tigre un ultimo resto sul quale piangere, sul quale poter riversare il proprio dolore. Non avrebbe potuto trovare una tomba, una bara alla quale rivolgere le sue lacrime, ma solo quella vecchia e logora veste che porta ancora con sé una traccia del suo odore. [chakra: on]

Il ruggito viene scatenato con più fragore, con più forza e violenza, scatena tutta la sua potenza in quell'espressione di fierezza. Lei è Asia, tigre di Kurako e nessuno può prenderla in giro in questo modo, nessuno, nemmeno Kaori, la ragazza che l'ha sfamata l'ultima volta. Gli artigli fuoriescono, vanno a toccare il terreno, scavano in esso preparando il terreno per l'attacco, per azzannare quella traditrice eppure Kaori non indietreggia, piange ancora, piange senza sosta scostandosi il cappuccio e mostrando definitivamente l'inganno. Dispiace più a lei, il cuore è distrutto, ogni speranza svanita ma è il successivo dire che va a toccare l'animo di Asia, parole assomiglianti a un coltello, parole infuocate che la colpiscono. Migliaia di colpi arrivano, coltellate. Kurako è morto e non tornerà più, ora è definitivamente sola, non ha più nessuno in questo mondo. Smette di ringhiare, smette di ruggire, rilassa i muscoli lasciandosi andare. Fissa Kaori negli occhi, non distoglie lo sguardo dal suo viso e poi osserva, osserva il fare della ragazza con attenzione. La mantella poggiata per terra, adagiata al suolo lasciando che Asia possa toccarla nuovamente, possa avere un nuovo e ultimo contatto con il suo Kurako, l'unico che l'ha sempre trattata con rispetto, come una vera amica. Comincia a camminare, cammina verso la ragazza, verso la mantella portandosi sopra di essa, lo sguardo è come quello dell'altra volta, chiede aiuto ma quella piccola luce si spegne all'improvviso. Asia si lascia andare e cade a peso morto sulla mantella nera del Senjuu; chiude gli occhi, sviene davanti a Kaori. Ha deciso di aspettare la morte in quel luogo. Oramai è svenuta e adesso cosa farai Kaori? La lascerai li a morire andandotene oppure la porterai con te? Chiederai aiuto? Cosa farai? Il destino è nelle tua mani ora. Il destino di una vita dipende te. [END]

19:37 Kaori:
 Gli artigli di Asia vengono sfoderati, la sua voce ruggisce e ringhia e s'arrabbia. Vibra l'aria di una tesa e furiosa ira mentre Kaori è sconquassata dai singhiozzi, dal dolore e dalla colpa. Si odia per aver donato quella speranza di un istante alla tigre, si odia per aver illuso la creatura d'aver riveduto il suo padrone. E comprende la sofferenza di quella bestia avendo potuto sperimentare sulla sua pelle la stessa sensazione di perdizione ed abbandono. Kaori la osserva, non si smuove, non s'allontana, continuando a piangere indifesa sotto i di lei occhi. Le lacrime sgorgano, scivolano lungo il viso, mentre Asia ascolta e muore lentamente, parola dopo parola. La Hyuga tace e la tigre s'ammutolisce. Si spegne, d'improvviso, andando semplicemente a ricercare la mantella di Kurako ove riposare. Ove arrendersi, capitolare, lasciandosi andare alla sofferenza ed al nulla. L'oblio va cingendo Asia nel suo freddo abbraccio mentre ogni prospettiva di vita futura par svanire via dalla mente della bestia. Kaori sgrana gli occhi, sente il cuore contrarsi ed il respiro mozzarsi. La vede lasciarsi andare e svenire sulla veste ritrovandosi poi ad inginocchiarsi accanto a lei. <No... No!> la voce esce spontanea, istintiva dalle labbra. Panico, terrore, paura a trapelare da quei suoni sussurrati ed istintivi. <Asia... Asia non andare. Per favore... ti prego> Le mani della Hyuga volano sul corpo della tigre rendendosi conto di non sapere quale sia la sua anatomia. Ma è una creatura vivente e, similarmente agli umani, necessita di un cuore che batte e di polmoni che si riempiano d'aria per vivere. Andrebbe dunque a porre le mani sul collo della bestia, poco sotto il muso, per sentire sotto le dita il pompare del cuore mentre, l'altra mano, andrebbe a portarsi ad una distanza irrisoria dalle narici per avvertire la sensazione dell'aria espirata contro la sua pelle. Si assicurerebbe di sentirla respirare, di saperla ancora viva. Se non avesse trovato alcun segno vitale provenire dal corpo di Asia sarebbe andata a richiamare alle mani il proprio chakra medico. Sarebbe andata a cercare di risucchiare dal proprio chakra parte delle energie fisiche fuse in esso per trasportarle verso i palmi e farle fuoriuscire dagli tsubo sottoforma di un alone verdastro e tiepido, vitale. A quel punto sarebbe andata a portare ambo le mani all'altezza del costato della tigre, ove vige un manto bianco ed immacolato, per cercare di portare il chakra medico a fluire in esso per ristabilire il di lei battito, il di lei respiro. Un tentativo di andare a curare e sanare eventuali ferite, stimolare i suoi organi vitali per tornare alla vita. Se, invece, la tigre fosse semplicemente svenuta e il suo cuore avesse continuato a battere così come i suoi polmoni avrebbero continuato a gonfiarsi e svuotarsi, la Hyuga sarebbe semplicemente andata a cercare di trascinare via il corpo della creatura attraverso la mantella sotto di essa. Avrebbe afferrato un lembo della veste di Kurako per poi tirarsela dietro e su di essa la stessa tigre. Avrebbe tentato di usarla come leva per trasportare Asia e portarla fino al bosco dei ciliegi. La sua direzione è stata immediatamente chiara nella sua mente: la casa nascosta nel bosco. Un luogo ove nessuno arriva, ove nessuno vive più. Un luogo ove tenerla nascosta, ove poterla accudire, nutrire e starle accanto fino al suo risveglio. Un posto dove nessuno avrebbe potuto guardarla con occhi straniti, con il timore di dover ucciderla per difendersi dalla sua minaccia. Un luogo che per lei ha sempre significato molto e che ora si ritrova a divenir tempio, forse, di un nuovo legame. [END]

Kaori incontra Asia nuovamente dove le comunica della morte di Kurako. La bestia, nel sentire la notizia si lascia andare completamente a terra. La Hyuga infine decide di portarla via con se.

Note: nuovo ambient, no exp