[Ambient Pescatori] - Entrata Hajime

Quest

Giocata di Lavoro

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Una giornata soleggiata presso il villaggio di kusa e anche nelle zone limitrofe, un bel sole raggiante che splende alto nel cielo azzurro e sgombro da qualsiasi ammasso nuvoloso. Ci troviamo precisamente lungo un fiume, molto vicino al villaggio di kusa, che sfocia poi nel mare. Grazie a questo piccolo fiume il villaggio di Kusa può ottenere del pesce fresco da rivendere poi sul mercato, pesce che va ad aumentare le tipologie di piatti culinario del paese, ma questo è un altro discorso. Grazie al clima e alla giornata di sole, l’acqua del fiume scorre tranquillamente, un’acqua limpida e trasparente che permette di vedere il fondo e anche i diversi pesci che nuotano, chi segue la corrente e chi, al contrario, va controcorrente. Sulla sponda del fiume è presente un piccolo capanno rialzato e un piccolo ponticello che, partendo dal capanno rialzato, finisce quasi a metà del fiume. Un capanno fatto di legno e il tetto, almeno dall’esterno, è fatto di paglia, ben legato per evitare che potesse volare. Nessuna figura si vede, al momento, vicino o all’interno del capanno, chissà se c’è qualcuno. [Ambient per Hajime]

15:28 Hajime:
 Il giovane genin dai capelli bianchi si trova a fare una passeggiata fuori dal villaggio, senza una direzione ben precisa, semplicemente seguendo il proprio istinto. Non che sia un giorno particolare per il ragazzo, anzi sembra più normale del solito, forse anche un po' noioso visto che ha deciso di prendersi una piccola pausa dagli allenamenti. Dopo l'incontro avuto poche sere prima con Hiashi, ha potuto riflettere sull' assurdità che lo circonda. Dopotutto, quanta gente pazza c'è in questo mondo? Non che non gli vada bene la cosa eh, ci mancherebbe altro, la sua politica è proprio quella "fate quello che vi pare, basta che non mi coinvolgete". Quindi è così che ha deciso di passare la giornata, riflettendo e camminando. Il ragazzo si trova nei pressi di un fiume, stranamente il suo essere l'ha portato ancora una volta a contatto con il proprio elemento, quasi ne dipenda la propria sopravvivenza. Ma non può farci niente, sentire il fruscio dell' acqua, l'umidità e il fresco che emana, la stessa tranquillità che la circonda, lo rilassa totalmente. Guarda quello specchio limpido quindi, con i raggi del sole che si riflettono in questa bellissima giornata, dando anche un piccolo fastidio alla vista. Non ha buoni ricordi di quando era piccolo, quasi nessuno, ma oltre alla nebbia perenne, che avvolgeva il luogo dove probabilmente è nato, ricorda qualcuno che andava sempre a mettergli una mano sulla testa, scompigliandogli i capelli, mentre si sedevano al bordo di qualche fiume o lago, non riesce bene a ricordarlo. Quello che invece gli torna in mente, forse perchè da bambino a questo prestava più attenzione, è il rumore che fa un lancio di un qualcosa di pesante legato ad un filo. Poi, come immagine, non riesce bene a mettere a fuoco quella figura che gli sbatteva gentilmente la mano sulla testa, ma invece ricorda chiaramente le braccia possenti, sempre di quest'ultimo, che tenevano un pezzo di legno, mentre parlava al suo fianco, seduti, per ore ed ore. Parole che non ricorda, purtroppo. Trasportato dai propri pensieri, non si rende conto di essersi avvicinato molto ad un capanno. Fortunatamente non indossa niente di minaccioso che possa dare idee sbagliate, solo dei pantaloncini neri di una tuta corta, una maglietta bianca molto larga e i sandali da ninja, dello stesso colore dei pantaloncini. Ne armi, o porta oggetti o altro per lui, neanche il coprifronte sulla testa. Oggi voleva essere semplicemente Hajime. Senza pensarci proverebbe a salire sul ponticello, andando a togliersi i sandali per sedersi sul bordo, con i piedi che escono fuori. Rimarrebbe inoltre in silenzio, guardando l'acqua che lo circonda, piena di quelle figure vivaci che la attraversano.

Il genin del villaggio di Kusa si trova in prossimità del fiume, passeggia tranquillamente immerso nei suoi pensieri che lo portano poi su quel piccolo ponticello, andandosi a sedere con le gambe a penzoloni. Una volta che si è seduto, dal capanno dietro di lui, può chiaramente sentire qualche rumore metallico, passi e in particolar modo boati come se qualcuno stesse sbattendo contro i muri del capanno stesso. D’un tratto ecco che la porta si apre e il ponticello comincia a tremare tutto. A quanto pare, un uomo aprendo la porta è caduto, sbattendo di faccia a terra <Maledizione ogni volta> si sente solamente. L’uomo non si è ancora accorto del genin del villaggio di Kusa <Non imparo mai> dice sdraiato a terra con gli occhi chiusi. Tenta di rialzarsi, mediante le proprie braccia. Non tutto il corpo dell’uomo è uscito dal capanno, solo il suo busto, mentre le gambe sono ancora all’interno del capanno, chi sarà mai quest’uomo? [Ambient per Hajime]

15:42 Hajime:
 Nel suo momento di pace una figura va a disturbarlo, o quanto meno va a distruttegere tutto l'ambiente. Non che sia niente di grave eh, un rumore random per uno che viene da un luogo abitato come il villaggio è del tutto normale, ma i pesci che passano poco sotto di lui non la pensano allo stesso modo. Quindi, allarmandosi momentaneamente, andrebbero ad allontanarsi dal ponte per qualche attimo, mentre lui continua a fissarli. Poi, come i tranquilli animali che sono, tornerebbe tutto alla normalità, anche i loro movimenti. Si volterebbe quindi il ragazzo, guardando e studiando quella figura. <Le serve una mano?> Andrebbe a chiedere con tono molto calmo e tranquillo, cercando di evitare di farla sobbalzare. Non vuole certamente spaventarla infatti, dopotutto quello, almeno nei pensieri del giovane dai capelli bianchi, è un posto di tranquillità e pace, non di certo uno dove far prendere i colpi alla gente. Senza un grande sforzo, caricando le braccia ed aprendo le mani, così che possano appoggiarsi saldamente sul pontile, andrebbe a spingere per tirarsi su, scattando in piedi per essere facilmente identificato dall' altra figura, che dovrebbe quindi vedere che si tratta solamente di un ragazzo e non di una figura ostile. Sorride, avvicinandosi curioso, in fondo quel rumore che ha sentito non poteva essere solamente la caduta dell' uomo, era troppo "chiassoso". Deve essere inciampato in qualcosa, ma ladomanda giusta adesso è... Cosa?

L’uomo si ritrova ancora a terra, cercando di alzarsi con le proprie braccia. Mentre lo fa ecco che si metterebbe in ginocchio e, solo ora si accorge della presenza di un altro soggetto sul ponticello, in quanto tale soggetto rivolge la parola <Oh mamma> dice spaventandosi a primo impatto, visto che non si è minimamente accorto della presenza di Hajime. Lieve sorriso appare sul volto del giovane adesso, che, prima di rimettersi in piedi, va a togliere un secchio dal piede destro, questo è la causa della sua caduta. Una volta messosi a posto ecco che si rimette in piedi. Il genin può osservare un uomo abbastanza anziano, forse intorno alla settantina. Indossa un paio di pantaloni neri, la parte finale di questi, si trova all’interno di un paio di stivali nel medesimo colore. Il petto è coperto da una camicia color bianca e sopra di questo viene portato un giubbotto smanicato. Il viso è quello di un anziano e la cosa che colpisce di più è la presenza un di un paio di baffi bianchi arricciati, invece i capelli bianchi sono coperti da un cappello di un pescatore. <Scusami ragazzo che ti ho spaventato> dice verso il genin, per poi porgi le spalle. Di fatti, dal capanno va ad afferrare una canna da pesca e un secchio pieno di qualcosa di marrone, almeno è questo quello che si vede da lontano <Purtroppo ho una certa età e non riesco a vedere più bene come una volta> dice mentre riporta lo sguardo verso il genin. L’anziano signore comincia ad avvicinarsi, tenendo nella mano destra il secchio mentre nella sinistra la canna da pesca <Cosa ci fa un ragazzo come te qui??> domanda il vecchietto, non presentandosi ancora. [Ambient per Hajime]

16:01 Hajime:
 Il vecchietto, anche se un po' distratto da non notare il secchio in cui è inciampato, sembra una figura abbastanza tranquilla. Non lo ha spaventato, non più di quanto un rumore non attiri l'attenzione almeno. E poi, pensandoci bene mentre guarda l'altra figura, finchè riesce a sentire un rumore del genere che lo può mettere in guardia la cosa è più che positiva. Il problema sarebbe una figura capace di avvicinarsi così tanto senza neanche farsi notare. <Non si preoccupi... Ci vuole un po' di più per spaventarmi...> Direbbe con calma, ripensando al grande lupo che ha incontrato poche sere prima. Quello si che l'ha spaventato, senza ombra di dubbio. Lo guarda sistemarsi, per poi uscire con il proprio materiale. Nota il secchio nel quale sembra esserci qualcosa di tremendo molto probabilmente. Se può fare due più due, se quella è una canna da pesca allora li ci saranno probabilmente le esche, ma non può metterci la mano sul fuoco, è solamente una teoria. Al commento altrui può solo rispondere con l'oggettività che lo caratterizza, essendo tornato quello normale, visto che Shinobu sembrerebbe aver smesso di "torturarlo" per almeno ventiquattro ore. <Vero... Però le da anche molta più esperienza e conoscenza...> Farebbe quindi notare, sottolineando come una persona se vecchia, non vuol dire svantaggiata in qualcosa. Forse se si considera l'aspetto puramente fisico allora si, ma per il resto ha grandi dubbi che un vecchio possa lamentarsi. Sente l'ultima domanda e onestamente non sa come rispondere, quindi piega la testa di lato, andando a voltarsi per provare a risedersi nella stessa posizione precedente. <Cercavo un posto tranquillo dove poter pensare... I miei ricordi devono avermi portato inconsciamente qui...> Direbbe quindi, analizzando ancora una volta la situazione per dare una risposta più esatta e coerente possibile. Però, qualcosa gli dice di aggiungere dell' altro, come se una parte di se ne avesse il bisogno, quasi che per l'assenza di questa cosa la sua pace interiore potrebbe essere alterata. <Immagino stia per pescare... Le da fastidio se resto ad osservarla?> Chiederebbe, cercando di restare più educato e neutrale possibile nel tono di voce.

Il vecchietto si avvicina sempre più ad Hajime sino a raggiungerlo. Lo ascolta con attenzione, a quanto pare, la caduta di poco prima, non lo ha spaventato <Meno male, purtroppo mi accadono spesso questi piccoli incidenti> sorride, d’altronde è consapevole che l’età porta ad essere sempre più sbadati e con la testa tra le nuvole <Si avrà anche molta esperienza a questa età ma purtroppo il corpo a poco a poco decade e non possiamo fare quello che facevamo un tempo> di fatti anche il vecchietto era un ninja, ma sono alti tempi questi. Da quando ha smesso di fare il ninja si è dedicato alla vita da pescatore, lo rilassa, lo tranquillizza, silenzi e lo scroscio dell’acqua lo aiutano molto. <Ricordi?> domanda incuriosito il nonnetto che adesso pone il secchio a terra andando ad afferrare un’esca con la man destra e successivamente andrebbe a porla sull’amo, posto al termine di un filo trasparente della canna da pesca <Quali ricordi ti hanno spinto a raggiungere questo piccolo capanno> continua a dire il nonnetto che adesso va a fare il solito movimenti di ogni pescatore. Andrebbe a portare la lenza all’indietro, maneggiandola con entrambe le mani e portando le braccia sopra il proprio capo e successivamente, con tutte le forze che ha, andrebbe ad abbassare, quasi con violenza, la canna e di conseguenza l’amo verrebbe come sparato in vanto, sino a quando non si va sentire un tonfo, suono che indica che l’amo è caduto nell’acqua <Si si esatto, hai indovinato> comincia a dire alle ultime parole dette dal genin <No no puoi stare tranquillamente, non mi ai fastidio> dice con tono dolce il nonnetto <Comunque come ti chiami giovanotto?> ed ecco che, ponendo lo sguardo verso la propria esca, attende il dire del ragazzo. [Ambient per Hajime]

16:25 Hajime:
 Quello che dice l'altro è pur sempre vero, i limiti che l'età ci porta sono, volenti o nolenti, belli e grossi. Ma nonostante tutto non ci si può far soggiogare da questi ultimi. Dopotutto la vecchiaia fa parte della vita e quindi bisogna prenderla per quello che è. Il semplice fatto di essere sopravvissuti così tanto è già simbolo di grandi capacità, o almeno è così dal punto di vista del ragazzo. Riguardo ai propri ricordi, inizialmente non risponde, ci pensa sopra, cercando di riordinare delle immagini che ovviamente non possono essere gestite dalla propria mente. Infatti mancano troppe informazioni per poter ricostruire una linea temporale precisa nella testa del ragazzo. Era troppo piccolo per ricordare, avrà avuto cinque anni, forse sei scarsi, neanche. Ma quel suono, il fischio del filo che sfida il vento, la lenza che va a sbattere con l'acqua, il tremolio della canna che, per quanto possa essere tenuta saldamente, non può far altro che oscillare leggermente, tutto questo gli va a muovere qualcosa dentro. <Questi suoni... Mi ricordano qualcosa che ho perso...> Risponderebbe quindi all' altro. Non è che sia poi una risposta precisa, ne qualcosa che forse quello può capire, ma per Haji è la cosa più logica che poteva dire in questo momento. Continuando a fissare l'acqua, esattamente dove è entrata l'esca, notando come i pesci inizialmente siano titubanti, visto l'irruenza del nuovo corpo che è appena entrato nella loro superficie, andrebbe ad aggiungere con molta calma <Dovrei avere origini di Kiri... E oltre alla nebbia il suono che si fa quando si pesca mi suscita qualche ricordo dentro>. Adesso, forse, la spiegazione è più completa e di facile comprensione, anche per il vecchietto che gli sta di fianco. Si volterebbe, andando a fissare le sue braccia. Per quanto sia vecchio, potrebbe notare come quelle braccia, nella loro vita, non siano semplici braccia di un pescatore. Certo, sono vecchie, come tutto il corpo altrui, ma pur sempre decisamente più muscolose di quanto non possano essere quelle di un vecchio pescatore. Bisogna dire che normalmente la vita di un vero pescatore non è facile e una muscolatura decente è più che richiesta per quel lavoro. Ci sono anche dei pesci che possono mettere in difficoltà una persona dotata di una certa forza, ma quelle... Gli sembra che quella figura possa nascondere qualcosa che non si aspetta. <Hajime-kun> Risponde a quella domanda, senza essere irritato. Ci sta che sia lui il primo a presentarsi, l'altro è pur sempre una persona molto anziana rispetto a lui. <Non ha fatto sempre il pescatore... Vero?> Gli chiederebbe quindi, giusto per socializzare.

L’amo è caduto nell’acqua, pronta ad attirare qualche pesce, che per ora sono distanti; la pazienza è l’elemento chiavi di qualsiasi pescatore <Non hai ricordi?> domanda d’impatto il nonnetto <Hai perso i tuoi ricordi per caso?> continua a domandare, continuando però a guardare lo specchio d’acqua, in particolar modo l’esca del proprio amo. Essendo l’acqua trasparente è ben possibile notare i pesci che si avvicinano e poter essere dunque avvantaggiati. Rimane per un attimo silente , quando sente le origini, probabili del giorno <Questo mi fa capire che non hai ricordi di quando eri piccolo> continua a dire cercando di essere comunque concentrato <Comunque lieto di conoscerti Hajime, io sono Rokuro> nient’altro vien detto dal nonnetto che osserva attentamente, a quanto pare i pesci cominciano ad avvicinarsi <Esatto da cosa te ne sei accorto> domanda abbozzando un sorriso <Prima ero un ninja di kusa, ma visto l’età ho dovuto spostare i miei sforzi verso questo lavoro> e rimane silente il giovane, continuando a mantenere gli occhi puntati sullo specchio d’acqua e sui pesci che pian piano si avvicinano. [Ambient per Hajime]

16:52 Hajime:
 Non risponde a quella domanda iniziale che viene posta, anche se non nella stessa maniera, per due volte. Dopotutto gli sembra normale che di quando era molto piccolo non ricordi quasi niente. O è diverso per le altre persone? Questo non può dirlo, non lo sa. è un' esperienza che si può vivere solo una volta e che per ognuno può essere diverso. Sta di fatto che per lui è così, ma non vorrebbe dare una informazione errata all' altro. Non è che gli sia stata cancellata la memoria, così almeno crede, semplicemente era troppo piccolo per ricordare. Dentro gli sono rimasti solo quei ricordi che non sono solamente visivi, ma che coinvolgono molte altre sensazioni nel nostro corpo. Gioia, tristezza, entrambe, è così che almeno crede dovrebbe funzionare. L'altro, dopo essere arrivato forse alla stessa conclusione del ragazzo, dopo le altre informazioni ricevute, va a presentarsi, ricevendo un cenno affermativo dal genin kusano, che in questo modo vorrebbe fargli capire che ha memorizzato il suo nome. Non vuole parlar troppo però, non perchè non gli piaccia o altro, semplicemente lo trova controproducente. Possono scambiarsi qualche parola, questo è ovvio, ma se iniziassero a fare troppo rumore potrebbero spaventare i pesci, anche se la giornata ben soleggiata e tranquilla difficilmente li può far agitare. Però, com'è giusto che sia, in questi casi bisogna stare fermi e aspettare. O meglio, osservare. Può essere una sfida di nervi, può sembrare una cosa stupida, ma è così che si vince questa sfida. Un po' come la caccia. Non è sempre il più forte a vincere, a volte è addirittura il contrario. Dopo che l'altro ha finito di parlare quindi, facendo passare il dovuto tempo necessario, andrebbe a dire le parole che gli sembrano più appropriate, ovvero spiegherebbe il motivo che l'ha portato a porre quella domanda. <Quattro cose signore> Continua a dargli del "lei", in fondo anche se s'è presentato, è pur sempre una persona molto più anziana di lui. <La prima è la sua stessa affermazione precedente... Ha detto che ogni volta si inciampa in quel secchio... Quindi o è dannatamente stupido che in una vita ancora non ha imparato... O forse è una nuova abitudine della quale deve ancora prendere la mano...> Primo punto, ma già questo gli aveva procurato diversi dubbi. <La seconda è stata la sua reazione quando mi ha visto... Come prima cosa non si è spaventato... Anzi s'è preoccupato del contrario... Questo mi ha fatto pensare che probabilmente doveva svolgere qualcosa di... di contatto con cose inaspettate...> E probabilmente qualcosa che ha a che fare con altre persone, qualche lavoro di squadra, oppure non si sarebbe mai preoccupato per qualcun altro, o almeno non avrebbe dato la priorità a questa cosa, visto che inconsciamente è stata la prima reazione che l'altro ha avuto. <La terza... Sono le sue braccia... Certo... Non ho grande esperienza per paragonarle a quelle di un pescatore... Ma mi sembrano le braccia di qualcuno che ha fatto per tutta la vita un tipo di lavoro totalmente diverso...> Ma non ha finito qui, infatti c'è un' ultima cosa, forse la più importante, dipende dal punto di vista. <Per ultimo... Il suo lancio... Non so se è riuscito a farlo con una velocità sorprendente... Io certamente non gli sono stato dietro... Ma non mi sembra abbia studiato l'ambiente... La corrente... Gli stessi pesci visto la trasparenza dell' acqua> Fa una piccola pausa. <Penso che come me abbia valutato che oggi è una tranquillissima giornata... il fiume non ha una forte corrente... Quindi è molto probabile che un pesce vada ad abboccare all' esca... Senza starci a pensare troppo...> Fa un' altra pausa, questo quarto motivo ancora non l'ha ben spiegato. <In parole povere ha fatto un lancio uguale a quello che avrei fatto io... E non essendo io un pescatore da una vita...> Ecco spiegato il suo punto di vista. Forse è un po' troppo pretenzioso in quello che dice, magari offensivo, chissà, dice solo quello che gli passa nella testa.

L’anziano non perde di vista il proprio amo, cerca di captare il momento in cui deve, con velocità, alzare la canna da pesca e poter tirar fuori il pesce. Per il momento non c’è ancora nessun movimento che lascia presagire qualcosa e dunque, il pescatore, comincia ad ascoltare ogni singola parola del genin di kusa. Cerca di porre particolare attenzione e una volta che termina, ecco che comincia a dire <Beh devo dire che sei un gran osservatore, su questo non c’è proprio alcun dubbio> lieve sorriso appare sul volto del nonnetto che adesso comincia a spiegare il tutto <Beh diciamo che nella vita, in alcune situazione, sono sempre stato sbadato, per quanto riguarda tutto il resto ha centrato il punto, non ti è sfuggito davvero nulla> rimane un attimo silente per poi continuare <Prima di fare il pescatore ero un ninja del villaggio di kusa ma, con l’avanzare dell’età, purtroppo, non potevo più svolgere missioni e quindi mi sono dedicato alla pesca. In un modo o in un altro continuo comunque a servire il mio villaggio> rimane silente, cercando di rispondere in maniera breve ma coincisa <Nel corso degli anni sono diventato molto esperto nel mio lavoro e quindi riesco a captare, velocemente, la zona e lanciare l’amo nel punto giusto. Dopo che fai questo lavoro da un sacco di anni, posso pescare anche ad occhi chiusi> continua a sorridere senza distogliere lo sguardo dall’amo <Eri un pescatore?> domanda all’altro, almeno è quello che è riuscito a captare. Ma ecco che finalmente il pesce ha abboccato, ma non sembra essere un pesce piccolo ma abbastanza enorme, che un’intera famiglia si può sfamare <Mamma mia che mostro> dice il nonnetto che comincia a tirare con forza l’amo, che va a piegarsi per il peso del pesce <Potresti darmi una mano ragazzo?> domanda con fatica il nonnetto, che continua ad alzare le braccia sempre di più, tirando l’amo verso di sé. [Ambient per Hajime]

17:19 Hajime:
 L'altro lo fa parlare, permettendogli di esprimere tutte le proprie idee, che siano giuste o sbagliate. In fondo, quando uno esprime un' opinione, è fondamentale partire da un presupposto se non si vuole cadere in un grave errore. Cioè che anche il proprio pensiero può avere delle falle, essere sbagliato, cileccato. Quindi, non resta troppo sorpreso nel constatare che alcuni errori li ha fatti, forse anche più di quanti l'altro non gli abbia fatto notare o non abbia notato lui stesso. Il complimento che l'altro gli fa però lo fa sorridere leggermente, facendo venir fuori la parte un po' più umana del ragazzo. < Rokuro-san... Deve sapere che sono un ninja anche io... E credo che... Bhè... Questa sia la mia migliore e forse unica qualità...> L'osservare tutto quello che lo circonda intende. In fondo, forse è anche vero, non è debole, ma neanche lontanamente eccessivamente forte quanto un taijutser, ne può competere con qualcuno esperto in quella materia se dovessero combattere corpo a corpo. Sa lanciare un kunai e manovrare diverse armi, ma non si reputa certo un esperto in questo campo, anzi troppo ha ancora da imparare. Riguardo ai ninjutsu, sa usare il suo elemento, il suiton, questo è vero, ma non si reputa giustamente chissà quanto forte, è pur sempre un genin e per ora negli scontri in cui è servito... Bhè... Non gli ha permesso certamente di spuntarla. Quindi si, forse la sua unica e migliore qualità è quella di staccare se stesso dai propri sentimenti, soprattutto quando è in missione, per essere esplicitamente un ninja, ne più, ne meno. La domanda che gli fa quello, se fosse un pescatore, gli fa fare una piccola risata. <Se avessi avuto i soldi per una canna da pesca prima... Probabilmente lo sarei diventato per pescare il pesce e sopravvivere> Direbbe in maniera del tutto naturale, non vergognandosi assolutamente della propria affermazione. Invece, il destino l'ha portato su strade diverse, tipo quella del furto... Ogni tanto. <Più che altro... è come se l'avessi visto fare tante di quelle volte che bho... Non so...> Direbbe riprendendo il discorso, o meglio, rispondendo alla domanda del vecchietto. Gli chiede aiuto e lui giustamente non può sottrarsi dalla cosa. Non ha impastato il chakra, questo è vero, non ha a disposizione tutta la propria forza, ma comunque son pur sempre in due, lui è sempre un ragazzo giovane ed in forma e quello è un pesce, quindi la semplice forza bruta dovrebbe bastare, o almeno la sua analisi gli dice questo. Si accosterebbe al vecchio, mettendosi di profilo per una posizione favorevole. Allargherebbe le gambe, flettendole sulle ginocchia per avere un baricentro più basso e più stabile possibile. Quindi andrebbe a porre le mani sulla canna, sovrapponendole a quelle altrui, per avere insieme una presa più salda. E quindi, stando attento a quanto è tirato il filo, andrebbe ad alternare momenti di spinta a momenti in cui non tira ma non cede neanche "territorio" al pesce, restando in stallo. <Dobbiamo farlo stancare> Andrebbe a dire, mordendosi poi la lingua da solo. Quello è un pescatore esperto, non ha bisogno certamente dei suoi consigli.

Il pescione continua a tirare e il genin accanto a se sembra accettare la richiesta di aiuto del nonnetto, Vede il suo fare e più che altro il suo modo di pensare, sembra che abbia doti di pescatore dentro di sé <Mi stupisci sempre più ragazzo> continua a dire mentre attua la strategia del giovane. Questo ha perfettamente ragione, bisogna far stancare dapprima il pesce per poi cercarlo di tirarlo su nel momento propenso. L’amo verrebbe allentato e tirato nuovamente, in maniera alternata, cosi da poter far stancare il pesce. Le mani di entrambi sono sull’amo <Forza continuiamo cosi> di fatti è possibile percepire e sentire che il pesce pian piano sta cominciando a perdere le forze. Il nonnetto, dall’alto della sua esperienza in materia, dice <Adesso tira…FORZA!> ed ecco che andrebbe, assieme al ragazzo, a tirare verso l’alto la propria canna da pesca. Se il ragazzo avesse fatto tutto come gli è stato detto, l’amo verrebbe tirato verso l’alto e con lui anche il pesce enorme che, grazie alla forza dei due, andrebbe a cadere sul ponticello, andando a muoversi, come se avesse degli spasmi <Davvero ben fatto ragazzo> direbbe il nonnetto andandosi ad avvicinare al pesce per bloccarlo, cosi da evitare che potesse scappare <Mi farebbe davvero piacere avere uno come te in questo lavoro, che e ne diresti?> domanderebbe al giovane <Ti potrei insegnare molto> ed ecco che, immobilizzato il pesce, attende il dire di Hajime [Ambient per Hajime]

17:36 Hajime:
 Segue le istruzioni del vecchietto, accettando la sua esperienza come maestro. Una parte della testa, mentre esegue il compito, non può far altro che constatare che il procedimento sarebbe uguale in missione. Infatti, se fosse assegnato alla squadra di un chunin o di un altro suo superiore, a meno che non gli venga richiesto consiglio o qualcosa del genere, seguirebbe esattamente gli ordini senza batter ciglio. In fondo è un lavoro, non una scuola di pensieri, un' università di filosofia o qualcosa del genere. Bisogna fare quello che viene detto, così si va avanti, si sopravvive, tutto torna. La richiesta che gli fa l'altro a dire la verità gli fa piacere, senza alcun dubbio, anche se qualcosa lo turba e non poco. <Se le avanza una canna sarei più che felice di aiutarla... Mi piace la tranquillità della pesca e lo trovo un allenamento molto efficace per molti aspetti...> Lascia la frase non finita, dal tono di voce si capirebbe, come dallo sguardo che è fisso sul pesce che in tutti i modi cerca di libirerarsi, dimenandosi per tornare in acqua il prima possibile. Ovviamente non riuscirà, ne lo permetteranno, questo è poco ma sicuro. Quello che però lascia titubante il ragazzo è un' altra cosa. <Mi permetta di ucciderlo velocemente... O lo faccia lei... Ma non è giusto farlo soffrire inutilmente> Sta parlando del pescie ovviamente, di chi sennò?! <Ha perso la sua sfida... E quindi andrà in contro al destino che gli aspetta... Ma ha cercato di sopravvivere fino alla fine e non merita di soffrire in questo modo... Morire asfisiato... è... Ingiusto> Per chi non lo sapesse infatti, i pesci non riescono a respirare fuori dall' acqua. Il ragazzo lo sa bene e, stimando la tenacia che quell' animale ha messo nella sfida contro la sopravvivenza, trova ingiusto farlo soffrire ulteriormente.

Il pesce continua a muoversi e il pescatore ora fissa la figura di Hajime. Ascolta le sue parole e sembra che abbia accettato la proposta <Perfetto allora> un sorriso appare sul volto del giovane anziano che continua ad ascoltare il dire del genin, a quanto pare vuole porre fine alla vita del pesce, cosi da fargli evitare un inutile dolore <Tranquillo ci penso io a lui> comincia a dire il nonnetto <Non volevo farlo davanti a te, sei pur sempre giovane ancora> lieve sorriso appare sul volto del nonnetto, che, con il pesce ben stretto tra le braccia, comincia ad avvicinarsi al capanno <Ci vediamo domani qui, mi raccomando, il tuo aiuto gioverà senz’altro sia a me che all’intero villaggio, ne sono certo> ed ecco che, una volta arrivato al capanno, entrerebbe dentro <Ciao Hajime a domani> ed ecco che, dopo aver salutato il ragazzo, chiude la porta pronto a compiere l’estremo gesto nei confronti del pesce appena pescato. [Ambient per Hajime] [End]

17:48 Hajime:
 L'altro è gentile, pure troppo. Lo sguardo del ragazzo andrebbe un po' a spegnersi, quasi svanire, come se le due iridi blu che ha negli occhi non esistessero, quasi fossero un tutt'uno con quello che le circonda. è fisso, spento, forse triste, forse nulla. Semplicemente è vuoto. <Ho già ucciso... Non si preoccupi...> La voce è bassissima, quasi un filo, come se non avesse più energie per tirarla fuori. A guardare quel pesce non può far altro che un paragone, alla fine, nelle fogne, vista com'è finita, lui e quell' animale sono molto più simili di quanto non possa credere, o almeno hanno molti aspetti in comune. <A domani> risponde alle ultime parole del vecchio. Quindi si volterebbe, andandosene da li, in direzione del villaggio. Per oggi la passeggiata può anche bastare, ha appreso più del necessario, trovandosi forse anche un nuovo impiego. Per il resto... Il resto non conta, deve pensare alla cena, pensare a quello che può succedere, organizzarsi anche gli allenamenti per il giorno dopo. Insomma, di cose ne ha nella mente, non può certo permettere alle emozioni di rattristarsi, di aver paura, o qualunque altra fesseria vogliono provocargli dentro. No, non può permetterlo. Mani in tasca, movimenti decisi, un passo dopo l'altro, destinazione villaggio. [end]

Hajime si dirige verso il fiume dove incontra Rokuro, un pescatore. Rokuro comincia a pescare e tra una chiacchiera e l'altra, Hajime lo aiuta a tirar su un pesce enorme. Al termine il pescatore chiede ad Hajime se vuole aiutarlo nella pesca e il ninja accetta di buon grado. Hajime diventa un pescatore.

Niente px visto che il lavoro è già un premio.

Complimenti ^^