Un dono dal passato

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A te la prima. Nel villaggio girano voci di avvistamenti sospetti e sei andata a controllare di persona. Il tipo di avvistamento è ignoto

18:47 Kaori:
 La giornata era iniziata piuttosto bene. Dopo aver fatto un po' di spese ed aver incontrato Shunji, Kaori si è ritirata verso casa attraversando le vie centrali del Villaggio. Ha percorso le vie con passo calmo, tranquillo, cercando di risultare quanto più anonima possibile fra il via vai di gente che si riversava per strada. Aveva fretta di tornare a casa per poter finalmente risistemare tutte le cose appena comprate e non aveva molta voglia d'esser fermata da qualcun altro curioso di parlare con una dei due vincitori della Foglia al torneo appena conclusosi. Tuttavia, fra un passo e l'altro, non ha potuto fare a meno di prestare ascolto ad alcuni pettegolezzi che le hanno dato parecchio da pensare. Per l'intero Villaggio sembra aggirarsi un po' ovunque la voce di un avvistamento bizzarro e sospetto che dà da borbottare a chiunque. Non ha capito di chi si sia parlato, o di cosa, ha solo capito che qualcuno deve aver visto qualcosa di strano e questo ha iniziato a far crescere e montare in lei il seme del dubbio, del sospetto. Tornata a casa ha risistemato la roba acquistata e si è concessa un bagno rigenerante. Ormai la tinta nera è del tutto svanita dalla sua chioma violacea e i suoi capelli son cresciuti, poco per volta, fino a raggiungere le scapole. Ha dato una sistemata ai ciuffi più lunghi e più corti cercando di far avere quanto meno la medesima lunghezza a tutte le varie ciocche ed ora ha un aspetto quanto meno normale. Ha pensato molto alle voci udite per strada durante il suo bagno caldo e si è chiesta se forse non fosse suo compito e dovere andare ad indagare di persona. Così, indossati degli abiti semplici ma comodi, si è preparata ed è uscita nel primo pomeriggio. Kaori indossa un paio di stretti pantaloni di pelle scura che le fasciano le gambe e terminano in un paio di stivali ninja del medesimo colore buio. Alla vita una cintura abbastanza alta tiene su le braghe ed una tasca porta oggetti legata dietro la schiena, all'altezza delle reni. Un top nero le fascia il seno ed il busto lasciando scoperte spalle e braccia, evidenziando il ventre piatto ed il seno gentile. Il coprifronte della Foglia è ben legato attorno al collo, con la placca metallica a protezione della gola mentre vambracci e schinieri son stati opportunamente assicurati a gambe e braccia. La pelle nivea, bianca, quasi fa da forte contrasto con gli abiti scuri e la chioma violetta che ondeggia ad ogni suo passo dietro la schiena, lungo le spalle. Nessun elastico, nessuna acconciatura, particolare, scivolano al ritmo del vento accanto al suo viso dai tratti gentili. Espressione seria e chakra impastato completano il quadro generale della Hyuga che, proprio ora, si ritrova a raggiungere la zona delle cascate dell'epilogo con fare guardingo ed attento. Assottiglia lo sguardo e porterebbe le mani al petto per comporre dunque il sigillo della Tigre. Qui andrebbe a concentrarsi sul proprio chakra per andare a farlo fluire verso il viso, gli occhi, concentrandolo all'altezza dei bulbi oculari. Andrebbe ad irrorare le iridi di pura energia nel tentativo di nutrirle abbastanza da permettere il risveglio dell'antico potere del suo clan. Se vi fosse riuscita avrebbe ora modo di sentire il viso tendersi appena, le vene che portano chakra e sangue agli occhi gonfiarsi fino a divenire palpabili e visibili lungo il volto, sottopelle, in direzione delle tempie. Le iridi perlacee schiarirebbero ancora di poco e la sua vista diverrebbe ora perfetta permettendole di vedere fino a 1000 metri dinnanzi a sé e 90 lateralmente per un raggio totale di 300 °. Potrebbe vedere oltre gli oggetti, oltre il terreno, gli alberi, le cascate stesse, scorgendo eventuali figure nei paraggi e le loro -eventuali- risorse di chakra. [Tentativo Byakugan III] [chakra: 97/100]

Il cielo sta pian piano perdendo la sua luce, si scurisce minuto dopo minuto e il sole viene oscurato da frequenti nuvole che passano di continuo. Il buio arriva facendo scomparire la luce e di conseguenza, torna la luce facendo scomparire il buio.Il tempo è pazzo e il freddo sta tornando in quel di Konohagakure ma una impavida guerriera del villaggio non si fa abbattere da queste piccolezze e ha deciso di andare ad indagare. E' qualche giorno oramai che a Konoha girano voci di avvistamenti strani nei pressi della cascata dell'epilogo, nessuno sa di cosa si tratti, le ipotesi sono molte, ben di più di quello che si pensi ma nessuna di esse ottiene conferma. Alcuni credono sia il semplice vento che fa smuovere le cose, altri che ci sia la presenza di un mostro nascosto nella vegetazioni, alcuni dicono un lupo mannaro e altri ancora dei fantasmi, i fantasmi di Hashirama e Madara che vagano per quel posto in cerca della loro battaglia, continuare quella lotta cominciata decenni e decenni fa finita con l'apparente morte dell'Uchiha. Tante le parole ma come è giusto che sia, Kaori, ha deciso di andare a controllare di persona e come una brava Hyuga ha richiamato il suo byakugan per avere una vista migliore, una vista ben più ampia e potente di quella di un normale ninja. Le cascate si presentano circondate dalla vegetazione, erba fresca, bagnata dall'acqua che scorre e non solo, la ragazza può ricordare quel luogo come il posto dei suoi peccati con l'Oboro ma non siamo qui per ricordare certe cose. In quella vegetazione si muovono animali di ogni genere ma solo un punto attira la sua attenzione. A Est qualcosa si muove, i cespugli vengono smossi e due grossi occhi gialli brillano nell'oscurità, due occhi profondi, possenti fissano la ragazza e un ringhio si può udire. La distanza è di 10 metri da quel punto. [AMBIENT]

19:14 Kaori:
 Tutto sembra essere come al solito in quel luogo. L'acqua scroscia come sempre lungo la discesa impetuosa in mezzo a quelle due pareti rocciose incredibilmente antiche, il sole viene oscurato a tratti da banchi di nubi passeggere lasciando sulla terra luci ed ombre ad intermittenza, ed un soffio di vento gentile va scuotendo la vegetazione circostante dando vita ad un fruscio naturale di sottofondo. Kaori conosce bene quel luogo, è stata lì molte volte, da sola ed in compagnia e solo recentemente è stata lì assieme a Raido stesso, gustandosi un bel bagno notturno con lui fra le fredde acque della cascata. Non le sembra di vedere o notare nulla che possa ritenere fuori posto ed il suo Byakugan non sembra rivelare alcun ché alla sua vista. Nessun uomo, nessuna donna, nessuna fiammella di chakra azzurro a risplendere nei dintorni. Tutto par essere tranquillo, sereno, se non fosse per quella strana sensazione di sentirsi osservata da un paio di grandi occhi silenziosi. Kaori stringe le labbra, rimane immobile, ruotando il capo lentamente da una direzione all'altra così da poter coprire con la sua visuale una distanza completa in ogni direzione. Proprio mentre andrebbe a volgere il capo verso Est si ritroverebbe dunque a notare qualcosa dietro i cespugli. Due iridi dorate che luccicano nell'oscurità di quel pomeriggio come fari in una notte senza luna. Due occhi grandi, brillanti, lucidi, che seguono i di lei movimenti con fare fiero e sicuro. Una sorta di basso vibrato, di ringhio distante, gorgoglia a quel punto e la Hyuga si ritrova a non sapere con esattezza cosa fare. Non può andarsene ora che forse ha trovato ciò che stava cercando e, al tempo stesso, sarebbe sciocco ed incauto avvicinarsi senza avere idea di cosa c'è dall'altra parte del cespuglio. Com'è possibile che il suo Byakugan non le abbia mostrato immediatamente ciò che si nascondeva sotto il suo sguardo? Ad ogni modo adesso non è momento di pensare ai se ed ai ma, ma è tempo d'agire. Ecco quindi che Kaori andrebbe a decidere di fare la sua mossa con estrema calma. "Vai a vedere di cosa si tratta" penserebbe Kaori senza smuovere le labbra, prima di proseguire col suo fare. Andrebbe a concentrarsi sul chakra che circola nel suo corpo per andare a portarlo verso i bordi del suo corpo, a contatto con gli tsubo, senza ancora farlo fuoriuscire. Andrebbe a visualizzare nella sua mente una sola, unica, semplice immagine. Se stessa. Andrebbe a ritrovare le sue forme, il suo viso, i suoi capelli, i suoi abiti, visualizzando dinnanzi agli occhi una perfetta immagine di sé che la rappresenti così come appare in questo momento, Byakugan compreso. Andrebbe a tenere ben presente quella visione per poi far fuoriuscire il chakra dagli tsubo e portarlo a raccogliersi esattamente accanto a sé, alla propria sinistra, iniziando dunque a modellarlo secondo le forme della sagoma che ha visualizzato in precedenza. Tenterebbe di andare a donare a quella copia la propria stessa statura, la stessa corporatura minuta ed elegante. Tenterebbe di modellare la propria energia così da affinare i lineamenti del viso piccolo, delle labbra morbide, delle iridi grandi e perlacee. Proseguirebbe con la forma delle orecchie, del collo, del seno generoso e del ventre piatto soffermandosi in particolar modo sui dettagli quali il coprifronte e il top nero. Dunque andrebbe a modellare la cintura, la tasca ed i pantaloni, ben attenta a non dimenticare neppure una cucitura od un dettaglio e al tempo stesso modellando le forme del corpo di cui è dotata. Un lavoro minuzioso, attento, che troverebbe termine nel giro di una manciata d'istanti quando la copia verrebbe fatta comparire al suo fianco, dotata di ben poca energia a disposizione. Non ha bisogno di lei per combattere, ma solo come avanguardia, solo come un paio d'occhi in più sebbene essa non sia dotata del potere degli Hyuga. Rimanendo immobile, fiera e sicura sul posto, lascerebbe che la copia formatasi al suo fianco -se vi fosse riuscita, naturalmente- vada ad avanzare verso il cespuglio da cui ha visto provenire quei due grandi occhi dorati seguendo con lo sguardo il suo cammino, il suo fare. Lascerebbe che la copia avanzi fino al limitare della vegetazione per poi far sì che essa scosti leggermente il fogliame per vedere cosa si cela dietro di esso. [Kage bushin no Jutsu - chakra: 5] [Byakugan III] [chakra: 89/100]

La ragazza è coraggiosa, non scappa davanti a quel particolare fenomeno, anzi, decide di restare e di agire come l'è stato insegnato, da vera kunoichi. La copia va a formarsi senza troppi problemi, copia che assolve il suo compito cominciando ad avanzare senza problemi. Si avvicina sempre di più al cespuglio, si avvicina con la calma arrivando a meno di un metro da esso ed è li che scopre la grande sorpresa. Un possente ruggito viene fuori dalla vegetazione, un'animale salta fuori andando addosso alla copia distruggendola letteralmente. La nuvole di fumo avvolge quell'animale ma di che bestia si tratta? Kaori riesce a vederla molto bene, fin troppo bene. Pelle arancione scuro, strisce nere, il muso di un felino, denti aguzzi, è una tigre, un tigre del bengala per l'esattezza ma c'è qualcosa che non va. Il suo fisico è asciutto, ai fianchi si riescono a vedere le ossa talmente è magra, il corpo è segnato da una moltitudine di ferite, le stesse che ne avvolgono le zampe; le zampe tremano, è visibilmente affatica e non solo. Gli occhi sono gialli, dorati ma non cattivi, sono stanchi, distrutti dalla fatica ed esprimono paura, una paura che anche lei ha provato quando è stata rapita, una paura profonda ma la tigre continua a ringhiare verso la ragazza, ringhia con tutta se stessa, alza lievemente il capo ed è li che Kaori può vedere il dettaglio più interessante. Attorno al collo vi è un collare nera con appesa una medaglietta, non riesce a evincere ciò che vi è scritto sopra ma vede che c'è. La tigre resta ferma, immobile a fissare la ragazza, trema dalla paura, ha paura di morire in questo preciso istante come in tutti gli istanti della sua esistenza. Molto probabilmente non ha le forze di sostenere un combattimento, non ha l'energia per difendersi ed è palese che non mangia da tanto, è prossima alla morte se qualcuno non l'aiuta ma chi avrebbe mai il coraggio di avvicinarsi a una bestia del genere? [AMBIENT]

19:44 Kaori:
 La copia avanza, si fa strada, s'avvicina al cespuglio. Nulla par succedere fino a quando la distanza non si fa davvero esigua. Kaori -l'originale- osserva da lontano quanto sta accadendo rimanendo ben attenta a qualunque segnale di pericolo. Pronta a scattare, pronta a reagire al minimo cenno di bisogno, segue con lo sguardo la propria copia che giunge ad un metro scarso dal cespuglio. Un ringhio feroce, selvatico, animale, e poi ecco che una creatura balza fuori dai cespugli avventandosi sull'inerme copia, distruggendola alla minima pressione delle fauci, delle zampe aranciate. Kaori sgrana gli occhi, dilata le iridi, vede la creatura andare a reggersi a stento sulle fiere zampe. E' una bellissima, maestosa, fiera. Una tigre dal manto lucido, brillante, solcato però da diverse ferite. Se di primo impatto è la paura a reagire sovrana nel corpo della Hyuga, ad una occhiata più attenta è la compassione e la mortificazione a riempirle i polmoni. Osserva le costole visibili attraverso lo strato soffice del pelo, lo sguardo stanco, spaventato, e il tremolio delle zampe esili e ferite. Nota la forma elegante della creatura rovinata da una spossatezza senza eguali, assai simile a quella che avvolge le carni negli ultimi istanti di vita. E' a questo che sta andando incontro la creatura? Ringhia, si ribella, combatte, forse cerca solamente di spaventare il prossimo per difendere se stessa. Troppo stanca per combattere allontana il mondo ringhiando, mostrando le zanne affilate dietro il muso affamato. Le sue iridi gialle sono lucide, sono stanche e in loro Kaori rivede sentimenti che credeva d'aver perduto da tempo. Riconosce in un istante la paura, la solitudine, il timore di quello sguardo perchè un tempo le ha provate anche lei. Un brivido la ripercorre da capo a piedi mentre osserva la creatura ringhiare ferita, spaventata davanti a sé. Attorno al collo reca con sé una sorta di collare, di collana, recante una medaglietta con su scritto qualcosa. Che sia un dono o una maledizione per quella povera bestia? Kaori non lo sa, sa solo che deve fare qualcosa. Non vuole ucciderla, non vuole ferirla più di quanto non lo sia già. Vorrebbe aiutarla, vorrebbe veder svanire quell'espressione terrorizzata dal suo sguardo e, al tempo stesso, impedire che la fame di quella creatura diventi condanna per qualche avventuriero ignaro. Così, senza dir nulla e senza scostare dalla fiera lo sguardo, Kaori tenterebbe di muoversi lateralmente, estremamente lenta, nel tentativo di andare a raggiungere la riva del fiume. Tenterebbe di camminare cauta, piano, così da evitare movimenti bruschi ed improvvisi che l'animale possa interpretare come pericolosi. Tenterebbe di raggiungere la riva senza mai perdere di vista la tigra e, se vi fosse riuscita, sarebbe allora andata a chinarsi dinnanzi ad essa. Se la tigre non avesse accennato a muoversi, ad avvicinarsi a lei, sarebbe quindi andata a rivolgere al lago il proprio sguardo, cercando di individuare grazie al proprio Byakugan lo scorrere dei pesci sotto i propri occhi. Sarebbe rimasta in attesa fino a quando non avesse visto qualcuno di essi andare a nuotare vicino a lei. Solo a quel punto avrebbe tentato di ricorrere a tutta la sua rapidità per ficcare rapidamente la destrorsa nell'acqua e afferrare con estrema precisione uno dei pesci presenti. Avrebbe tentato di afferrarlo rapidamente, senza esitazione, approfittando della sua estrema rapidità per poi poggiarlo al suolo, sulla terra ferma, lontano dalla riva, così da impedirgli di ricadere in acqua. Se vi fosse riuscita avrebbe tentato di ripetere il medesimo procedimento ancora una, due volte, così da poter raccogliere tre pesci freschissimi che avrebbe quindi raccolto e radunato a terra, tenendoli fra le mani. A quel punto si sarebbe rialzata in piedi e, osservando la tigre, avrebbe tentato di indietreggiare di una manciata di passi così da permettere alla creatura di osservare quel piccolo, misero pasto. [Byakugan III] [chakra: 86/100] [Agilità: 100]

Master a cena

Molti l'hanno scacciata, allontanata per via della sua natura ma nessuno conosce quella povera bestia, nessuno sa chi sia realmente e forse, oggi, Kaori può scoprirlo. Un tigre magra in quel modo non si è mai vista, ogni parte del suo corpo è tremendamente sottile, troppo snella per essere un predatore eppure è così. Il buon cuore di Kaori ha la meglio e la giovane agisce per dare un po' di sollievo alla bestiola. Avvicinandosi al fiume può vedere quei 3 pesci passare vicino a lei, pesci che va a mettere sulla terraferma ancora vivi, si agitano, muovono la pinna posteriore cercando di tornare in acqua ma senza successo. La tigre osserva tutta la scena, ringhia ancora ma è un ringhio più leggero e non appena Kaori si allontana, il felino avanza. Lento, guardingo, fa attenzione a tutto quanto, non perde di vista la Hyuga per evitare di incorrere in qualche pericolo ma, alla fine, la fama ha la meglio sulla sua guardia. Si sdraia a terra iniziando a mangiare quei pesci, il primo, il secondo, li mangia con una strana tranquillità, lentamente, boccone dopo boccone facendoseli durare per tutto il tempo necessario e mentre mangia delle lacrime scendono dai suoi occhi andando a rigarle il muso. Il viso si bagna per poi smette di mangiare. Ne esce fuori un ruggito strano, non violento, non possente ma distrutto, sta piangendo, una tigre che piange. Si riesce a percepire tutto il dolore, la tristezza da quel pianto. Ha perso qualcosa la bestia, ha perso qualcuno oppure è solo commossa ma no, vero Kaori? Quelle non sono lacrime di commozione, quel tono non è un tono commosso ma è lo stesso che avevi tu quando hai perso tuo padre, quando è morto tra le tue braccia e quelli sono i tuoi stessi occhi. Continua a mangiare, le lacrime non cessano di scendere, anzi, aumentano secondo dopo secondo. [AMBIENT]

20:55 Kaori:
 Kaori va lasciando quella piccola porzione di cibo fresco sul terreno, perfettamente raggiungibile dalla bestia, prendendo un po' di distanza, quel po' sufficiente a permettere alla creatura di avvicinarsi senza temere di venir attaccata. Non ha intenzione di colpirla, non ha intenzione di ucciderla, no. Kaori osserva i suoi movimenti stanchi, osserva le ferite, il suo ringhio sommesso e non riesce a fare a meno di distogliere lo sguardo dalle iridi spaventate e stanche della tigre. Si sente incatenata, stregata da quegli occhi dorati e d'istinto si ritrova a far svanire dal proprio viso il Byakugan. Non vuole spaventare la bestia, non vuole essere una minaccia per lei. E soprattutto vuole vederla in tutta la sua bellezza, in tutta la sua struggente condizione. Disattiva lei il proprio potere notando la tigre avvicinarsi al cibo ed iniziare a mangiarlo. Il suo ringhio va via via scemando, soffocato dal bisogno di cibo e la Hyuga non si muove. Rimane ferma, sul posto, ad osservare la creatura che si nutre di quel ben lauto pasto. Ben poca cosa quel che ha potuto offrirle considerando la condizione di digiuno al quale dev'esser stata sottoposta. Le iridi perlacee della Hyuga rimangono fisse sul muso del felino e ne studia il fare in silenzio fino a quando non scorge, d'improvviso, un dettaglio straziante. Gli occhi della bestia iniziano a divenir lucidi, scintillanti, man mano che da essi prendono a colare lacrime limpide. La creatura soffre, piange, mentre le fauci smettono di dedicarsi al suo pasto. Sembrerebbe un ringhio, il suo, ma Kaori lo percepisce nel petto, nello stomaco, che quello è un lamento. Lo percepisce dal modo in cui solleva la grande testa a righe, nel modo in cui le lacrime colano lungo il pelo morbide, dal modo in cui quel suono si riverbera struggente al suo orecchio. Trema il di lei cuore, le sue mani, mentre quel suono tocca e provoca corde profonde nell'animo della special jonin. Si ritrova a schiudere le labbra, boccheggiante, mentre a sua volta avvertirebbe la sensazione delle lacrime calde che scivolano lungo il viso. Avvertirebbe la sensazione del dolore che sale dallo stomaco fino alla gola, chiudendola, stringendola, facendole mancare il respiro. Fa male. E' uno spettacolo devastante, terribile, che le stringe il cuore. Kaori piange senza neppure sapere perché. Piange perchè il dolore spontaneo e sincero di quella creatura fa da eco a quello che per settimane ha soffocato dentro di sé. Ha ignorato, seppellito ed evitato il proprio dolore, la propria sofferenza, cercando di nascondere tutto dietro un atteggiamento tranquillo, indipendente e sereno. Ha cercato di superare il lutto, la paura, la perdita, concentrandosi nei suoi obiettivi, in tutte le scelte e decisioni prese giorno dopo giorno. Ma quel dolore non è mai scomparso, non è mai svanito. E' sempre lì, brucia costantemente ed ora ritrova libertà seguendo il corso delle lacrime della fiera creatura. La tigre piange, soffre e mangia e Kaori si sente piccola, sola, spaurita. Non teme la fiera, non teme la sua rabbia, teme invero l'onestà di quel dolore profondo. Si sente vicina a quella bestia, vicina al suo dolore, al suo pianto, e si ritrova a muovere uno, due, tre passi verso di lei. Passi lenti, cadenzati, cauti, che vorrebbero permetterle d'avvicinarsi alla creatura. Kaori andrebbe a tentare di farsi vicina con le braccia molli calate lungo i fianchi, le lacrime mute che scivolerebbero dagli occhi solcando il viso bianco come la luna. Vorrebbe tentare di raggiungerla, vorrebbe tentare di sfiorarla, donarle una carezza che potesse in qualche modo donarle conforto. Un contatto leggero, gentile, che potesse far sentire alla creatura che non è sola in quel momento di dolore. <Fa male... non è vero?> sussurrerebbe Kaori alla creatura se fosse riuscita a farsi vicina, le labbra distese in un sorriso amaro, distrutto, inumidite dalle lacrime che ancora scorrerebbero dai suoi occhi. <Essere soli. Fa male> continua in un mormorio basso, dolente, tentando di affondare la piccola mano bianca nel pelo striato e lucido della fiera. <Ma... non è per sempre. Andrà meglio...> tenterebbe lei di dire come se l'altra potesse capirla, come se una tigre potesse comprendere le sue parole. <La vita continua... e si convive col dolore> Il dolore non passa. Non sarebbe mai passato. Ma avrebbe imparato a vivere con lui, ad andare avanti nonostante tutto, rifugiandosi nella sua bruciante presenza solamente ogni tanto, solamente la notte, a volte, quando si è troppo stanchi per combattere le lacrime. [chakra: 86/100]

Il dolore prende il sopravvento persino nella Hyuga, le lacrime sgorgano anche dai di lei occhi. Entrambe sentono e provano lo stesso dolore, sanno come ci si sente e possono capirsi, possono davvero capire cosa passa per la testa di una e dell'altra ed è qui che la Hyuga tenta di fare l'impossibile. Si avvicina alla belva, si avvicina alla tigre con passi lenti, tranquilli fino ad arrivare a sfiorarla, ad accarezzarla e qualcosa succede. La tigre sente e percepisce quel dolore che anche Kaori prova, sente quella connessione che vi è con lei e tutto d'un tratto, delle piccole e tenere fusa possono essere udite. Non sono come quelle di un gatto, sono 10 amplificate ma si tratta sempre di fusa, di un gesto per ricevere un po' di attenzione, coccole, essere cullata e poi il viso si alza. Si volta verso Kaori andando a incrociarne lo sguardo. Continua a piangere e quegli occhi chiedono aiuto, ha bisogno di qualcuno, ha sofferto per troppo tempo ed è in quell'alzare del viso che la Hyuga riesce, finalmente, a scorgere cosa vi è scritto sulla medaglietta "Asia" una semplice parole, forse il suo nome? E' molto probabile, molto plausibile se si sta attenti al comportamento della tigre. L'ultimo pesce finisce, viene ingoiato e la tigre si alza, si rimette in piedi avvicinandosi a Kaori di qualche passo. La lingua esce dalla bocca, va a leccare la di lei mano, la stessa con cui l'ha accarezzata; un gesto di affetto verso di lei, un modo per ringraziarla della sua generosità ma anche la tigre sa che non ha più un futuro. Con la testa bassa, le lacrime agli occhi, la bestia se ne va verso la vegetazione, in silenzio senza farsi più sentire. Oggi Kaori ha conosciuto una tigre, un'animale solitario ma forse, i loro destini, si sono appena incrociati. Non sei da sola Kaori, c'è qualcuno che può capirti in questo mondo, qualcuno che ha vissuto le tue stesse esperienze, qualcuno che ha il tuo stesso sguardo e prova i tuoi stessi sentimenti. [END][End obbligatoria]

21:20 Kaori:
 La tigre non fugge, non ringhia, non si ritrae quando Kaori si avvicina a lei. Rimane ferma, immobile, osservando il fare della Hyuga per poi permetterle di sfiorarla. Kaori ne sente la morbidezza del pelo sotto le dita, avverte il calore della sua pelliccia sotto il palmo della mano. La carezza, tenta di consolarla e poco a poco lascia che quelle lacrime cessino di scorrere. Cerca di calmarsi, di controllarsi, lasciando che la brezza fresca della sera ed il contatto con quell'anima affine vada ad aiutarla. Sfiora la fiera ed avverte, d'un tratto, i suoi lamenti mutare. Non più un pianto sommesso e sofferente ma delle fusa gentili, basse e possenti. Le labbra di Kaori si distendono appena in un sorriso più morbido, più dolce, speranzosa di aver potuto aiutare la creatura con quei suoi piccoli gesti. Vede il muso della tigre spostarsi, voltarsi e puntare quello della stessa special jonin. Osserva in questo fare la targhetta che pende al suo collo leggendo quell'unica parola incisa su di essa. "Asia". Non dice nulla, non chiosa, ma osserva i grandi occhi disperati della bestia. Li osserva in silenzio, comprensiva, specchiandosi in quelle iridi d'oro, ritrovandosi a sentirla vicina a sé come pochi altri prima d'ora. Entrambe possono capire il reciproco dolore, entrambe soffrono -forse- la stessa perdita. Fa male e tutto ciò che possono fare è sollevarsi, piangere assieme e poi riprendere con la loro vita. Le carezze della Hyuga s'arrestano, Asia si muove e semplicemente va leccando con la sua lingua ruvida e rosa la pelle delle mani della ragazza. Un gesto gentile, di conforto, inaspettato. Kaori schiude le labbra, l'osserva e sente il contatto con la sua lingua calda sulla mano. E' piacevole, è rassicurante ed anche infinitamente triste. E' un momento che dura solo pochi attimi prima che la tigre si allontani con il capo chino e le lacrime agli occhi, riavviandosi verso il folto della foresta con meno impetuosità rispetto al suo arrivo, con molta più flemma. Non la insegue, non la ferma, non dice nulla. Kaori segue con lo sguardo il di lei movimento e la vede svanire, lentamente, oltre i cespugli della vegetazione circostante. Non è una minaccia, non è un pericolo, è solo un'anima sola. Un'anima persa. La brezza soffia, il buio cala e con esso la notte. Asia è svanita e Kaori rimane sola con il ricordo del suo pianto e la sensazione di aver appena lasciato andare qualcosa di estremamente importante lontano da sé. [END]

Kaori si reca alla cascata dopo aver sentito delle voci su degli avvistamenti. Qui si ritrova davanti a una tigre magra, malconcia che porta in se una grande tristezza.

Note: ambient per cominciare il tuo percorso e le sorprese non finiscono qui