Cure e Curvy
Quest
Giocata dal 12/04/2017 22:04 al 13/04/2017 00:26 nella chat "Ospedale [Konoha]"
[Ospedale.] Un ordine, un richiamo semplice, e le proprie leve andrebbero a saettare, mostrando un movimento rapido e lesto, nell'atto di raggiungere la stanza in cui sarebbe stato invitato ad accorrere, nella struttura ospedaliera di Konohagakure no Sato. Ancora nella fase del torneo, un tempo in cui le ferite da ristabilire son sempre più, dai casi più leggeri a quelli più aspri, tosti; sembra quasi che non abbiano posto chissà quanto freno nell'attaccare i vari colleghi, anche d'altri villaggi. Uno scontro violento, per alcuni. Camice bianco che fascerebbe il corpo maschile, delineando maggiormente la sua fisionomia. Tutto il vestiario sottostante sarebbe coperto, ad eccezione di quel pantalone dal tessuto elasticizzato, color pece, che al di sotto delle ginocchia si potrà facilmente notare. Non un'arma, non qualche strumento non idoneo alla carriera medica, ma perfettamente in sintonia con la situazione attuale, con un respiro che verrebbe regolarizzato affinché possa presentarsi dinanzi alla sala quattro, senza aver un fiatone. Ciocche ribelli, di quel cuoio capelluto azzurro, che sfidano anche le leggi della fisica, senza alcun vincolo dinanzi alla pressione gravitazione. Scoordinati su quel capo, cadendo appena a strofinare la propria schiena; intanto le iridi arancioni andrebbero a saettare da un punto all'altro, cogliendo quanti più particolari possibili, tentando di massimizzare la propria concentrazione: richiamarlo in quel modo non sarebbe un sintomo positivo, assolutamente no. Potrebbe forse vedere altro movimento nei pressi, d'altri medici indirizzati verso quella stanza? Chissà, eppure lui sarebbe lì, pronto ad esaudire ogni richiesta di qualsiasi esponente più esperto del settore, sempre se l'ordine non risulti.... bhè stupido. [Chakra On] [Stanza 4] Un ambiente nuovo per lei, quello ospedaliero. O meglio, ad essere nuovo è il punto di vista, poiché è una paziente. Vi è stata in precedenza per poter passare del tempo assieme al suo compagno ferito, diversi giorni prima. Ora, reduce dalla finale del torneo genin, è lei a trovarsi distesa su un lettino piuttosto alto, fasciata da delle lenzuola bianche. Le braccia sono scoperte e ricadono ai lati dei fianchi nascosti dal lenzuolo, stanche. E’ proprio così che si sente la giovane genin di Kusa, distrutta. Il suo avversario l’ha fatta praticamente a pezzi. Non riesce a muovere la spalla sinistra, ha fatica a respirare. Si potrebbe dire che nelle ultime ore è rimasta semplicemente immobile, in preda alla paura che agitandosi in qualche modo avrebbe potuto peggiorare la situazione. E’ la prima volta che le succede una cosa simile, come non potersi muovere, sentire di non avere le forze nemmeno per camminare. In più, ci sono le considerazioni sul combattimento, che non lasciano la possibilità al suo cervello di riposare. Non ha combattuto bene, affatto. D’altronde, è piuttosto inesperta. E’ stata picchiata con forza, e soprattutto senza esitazioni. Deve ammettere che non si aspettava tanta brutalità, ma evidentemente è così che vanno le cose in avvenimenti simili. Non ha mai parlato da quando ha abbandonato l’arena, troppo stanca. Ed ora si trova lì, con le palpebre calate sulla parte superiore delle iridi castane, mentre queste osservano un punto non definito sul muro dinanzi al lettino. I capelli, leggermente in disordine, le ricadono lunghi sulle spalle e sul seno. Il corpo è avvolto da uno di quei camicioni che si usano solitamente in ospedale, di un colore verde, tendente all’azzurro. Stordita, aspetta che qualcuno le faccia visita, o che qualche medico si presenti per aiutarla."Bene bene bene" Una voce da donna uscirebbe presto dalla stanza affianco alla quattro, senza numero e senza etichetta, si potrebbe definire una comunissima stanza per medici o qualcosa di simile. Dalla porta uscirebbe una donna che definire curvy è decisamente un aggettivo troppo inadatto, è qualcosa di plus curvy. Faccione tondo, gambe che danno al fondoschiena una forma ipnotica, braccia possenti e non da muscoli, un collo inesistente poichè è provvista di tre colli e passa e... Piedini piccolissimi. Essa è addobbata, poichè è questo il termine adatto in questa circostanza, da un camice bianco che a molti medici va largo mentre a lei, bhe è strettissimo, fortuna vuole che sia elasticizzato almeno evita di strapparsi. Ai piedi un paio di scarpettine con un poco di tacco color nero lucido; una cartella clinica sotto il braccio sinistro, cuffietta in testa e occhiali a penzoloni su quel seno così tanto prosperoso quanto ingombrante e... Impossibile da passare inosservato data la scollatura non voluta. "Uhm? Tu saresti un medico di kusa vero? Mi hanno detto che vuoi curare o fare qualcosa di simile, ah?" Sollevando il sopracciglio destro "Bhe ti seguirò, sono proprio curiosa di vederti in azione dolcezza" Un occhiolino nei suoi confronti per poi fiondarsi dentro la stanza numero quattro, spalancandola "BUONASERA TESORO!" Verso Hikari, dirigendosi prontamente verso di lei "Come stai? Un colabrodo inutilizzato forse sta meglio, ah? Che ne dici se ti mettiamo in forma?" Domanda retorica del resto "Prego, inizia a preparare il tutto mentre io leggo la cartella clinica. Intanto... Hikari, raccontami un po' che hai così sia io che il collega di Kusa possiamo agire al meglio, foooorza~"
[Ospedale.] Avrebbe preferito un uomo, addirittura, anziché notare quella dottoressa in versione massimizzata, un corpo che potrebbe più assomigliare ad una sfera di carne umana, mentre quest'ultima incontrerebbe la presenza del Kusano. <Esatto. Sono stato chiamato per queste cose...> Una piccola smorfietta che andrebbe a presentarsi, seguendo l'altra senza alcun problema. Potrebbe quasi nascondersi dietro d'ella, non perché lo voglia, ma seguendo la collega, sarà difficile farsi notare, se non fosse per la propria altezza, poco superiore alla norma. <Uh...> Un piccolo sospiro, nel notare il volto femminile, quel corpo che riconoscerebbe nell'immediato, lasciando che un sussurro vada a compiersi: <Hikari-San.> Mormorerebbe leggero, mentre la fisserebbe per un paio di secondi. Non credeva di trovarla lì, seppur abbia assistito al suo scontro, come quelli precedenti e quelli dopo. Pensava forse che sarebbe stata curata più rapidamente, più repentinamente. Silenziosamente, andrebbe ad ascoltare poi il dire della dottoressa, di preparare l'occorrente. <E se non so cosa abbia, cosa dovrei preparare?> Stretto fra i denti, mentre inizierebbe a prendere gli strumenti che solitamente si utilizzano in caso di operazioni e per cure più leggere: forbici, bisturi ed altri oggetti simili. Farebbe scrollare quei carrelli su cui vi sarebbe tutto, presentandoli ai lati del lettino d'ospedale. <Tutto pronto.> Ultimerebbe, in direzione dell'altra, verso quella superiore di grado, non curandosi di quella scollatura eccessiva; non affatto interessato. [Chakra On] [Stanza 4] Una voce femminile lontana, o meglio, proveniente dalla stanza accanto, raggiunge i padiglioni auricolari della povera ragazza allettata. Una voce che si fa sempre più vicina, fino ad irrompere nella stanza in un impeto troppo sonoro, che fa chiudere, o meglio stringere, gli occhi della genin, sommersa all’improvviso da quel suono. Ciò che si ritrova davanti, è una specie di matrioska umana fasciata da un camice bianco piuttosto stretto. Già stordita di suo, Hikari lo è ora più che mai. Confusamente percorre la figura della donna, cercando di non soffermarsi troppo sui particolari per così dire “abbondanti”. Assieme a lei ha fatto il suo ingresso nella stanza anche un altro medico. Un ragazzo alto, che cattura subito l’attenzione della giovane donna, nonostante sia quasi del tutto nascosto dalla presenza imponente e ingombrante della dottoressa. Quei capelli azzurri li ha già visti. Sì, lo conosce sicuramente, ma purtroppo con tutta quella confusione le riesce difficile fare mente locale. Le iridi castane si soffermano su di lui per diversi istanti, notando che anch’egli la sta guardando. Lui si ricorda di lei, dunque non va errato pensando di conoscerlo. Un altro paio di secondi prima che l’immagine dei ciliegi le soggiunga alla mente. Sì, lo ha incontrato fuori Kusa, al Bosco dei Ciliegi. Riconosce l’aria sicura e, in un certo senso, nobile che traspare dalle sue movenze e dal suo viso. < Koichi, vero? > un tenue sorriso si dipinge sul volto d’ella, tranquillizzata dal fatto di vedere una faccia conosciuta, nonostante la prima volta che hanno avuto modo di parlare si sia mostrata un po’ diffidente. < Mi avevi detto di essere un medico. > una voce stanca quella che abbandona le labbra della giovane donna, che parla piano e lentamente a causa del dolore allo sterno. Si sofferma ora sull’altra presenza nella stanza. < Buonasera. > in direzione della dottoressa < Sento un forte dolore al fianco e alla spalla sinistri, in più ho fatica a respirare. > al che solleva il braccio destro, portando la mano all’altezza dello sterno, senza toccare. < E’ come avere un masso sul petto. >Off: Indovinate quanto siete fortunati da 1 a 10? Voi 10, yukio -10. Wi-Fi dead, sta venendo un altro master a sostituirmi. Io mi licenzio, lo giuro.
Ecco il nuovo master. SATANA. datemi qualche secondo per leggere le azioni e invio <3
La dottoressa va dunque a prendere la cartella della ragazza, cercando di capire come muoversi. Una prima analisi è stata fatta e tocca ora mettere in pratica tutto. <Allora dolcezza..> Direbbe, abbassando il mento e creando il classico doppio collo da cicciosa puffettosa. < A quanto dice il rapporto, hai una spalla lussata, una contrattura muscolare sul fianco sinistro e lo sterno crinato. Alla faccia, quel Saisashi ci ha dato dentro con te.> Dichiara, avvicinandosi alla postazione della giovane, posando la cartella e andando ad infilarsi un paio di guanti in lattice bianchi, tirati fuori dal camice. <Allora bocconcino..> Dice, in direzione del ragazzo. <.. Procediamo per gradi. Occupati della spalla lussata. Cerca di rimetterla al suo posto, prima di curare i tessuti molli lesionati. Quanti a me, penso allo sterno.> Direbbe, cominciando fin da ora a preparare il Jutsu medico Un alone verdastro andrebbe a ricoprire le mani della cicciottosa dottoressa, che verrebbero poi posizionate all'altezza dello sterno. Immediatamente, la ragazza comincerà a sentire un pizzicore nella zona lesionata, mentre il chakra medico entra a contatto con la pelle, i muscoli e lo sterno. La rigenerazione comincia da ora. <Dovremmo lavorare un pochino qui. Probabilmente non finiremo tutto oggi. Ma ti daremo un po' di cosette buone da ingurgitare, per non farti sentire il dolore.> Voce un po' impastata mentre tiene sotto controllo il suo operato. <Forza biscottino. Cominciamo che poi ti offro un caffè.. E magari un dolcetto.> Per i dolcetti c'è sempre spazio. [Mani terapeutiche B][7 PS a turno][24+7+aggiunta di Koichi]
[Ospedale.] Avrebbe anche avuto l'infarinatura generale, sulla condizione medica che la giovane ragazza avrebbe: la osserverebbe, con cura, ricordandosi di quei lineamenti facciali, di quell'essere diffidente dinanzi all'ignoto, allo sconosciuto. Le sorriderebbe, quasi come se fosse intenerito dinanzi a quella situazione creatasi, lasciando che una dentatura bianca, splendente, possa ritrovarsi in quel volto proprio. <Sarà fatto.> Si avvicinerebbe dunque verso la spalla, prestando attenzione alla Genin, verso cui prenderebbe parola: <Stai tranquilla, vi son io qui.> Che possa esser invece motivo negativo, per cui far mettere agitazione l'altra. <Dovrai solo resistere un poco, stringere i denti.> E se gli fosse possibile, le passerebbe dinanzi alle labbra una stecca di legno che l'altra potrà addentare, per resistere al meglio, per rilasciare quel dolore che presto potrà avvertire. <Una spalla lussata.> Mani che si avvicinerebbero alla zona lesa, una presa decisa ma che non sarebbe esageratamente stretta su quella pelle delicata. Un paio di respiri, prima di sentirsi sicuro di ciò che farebbe, con un atto deciso, senza indugiare affatto: un colpo diretto e dovrebbe riuscire a portare l'osso della spalla nuovamente in posizione corretta, facendola rientrare nuovamente in asse. Un movimento che potrebbe risultare rude, un'evocazione di dolore disumano per la ragazza che potrà reagire come meglio possibile, in quel momento. Preoccuparsi? Forse, per non esser succube di una vendetta d'ella. Ma le mani poi andrebbero rapidamente ad unirsi, a sovrapporsi, affinché l'energia fisica possa essere estrapolata da quel miscuglio, meglio definito come chakra. Un'energia nuova, lenitiva, che verrebbe irrorato verso l'estremità delle braccia, creando quel semplice alone verdognolo, il quale si imporrà sulla zona appena operata, manualmente. Una sensazione progressiva di piacere dovrebbe ora colmare la Genin, calmando quegli impulsi nervosi, calando costantemente il dolore che andrebbe, man mano, a sfumarsi. [Chakra On:63/70][2/4 Turno: Mani Terapeutiche] [Stanza 4] Ecco che i due medici entrano in azione. Sarà una nuova esperienza per lei, e da un lato è curiosa di ciò che vedrà, poiché covava dentro di sé, tempo fa, il desiderio di diventarlo anch’essa, anche se è un’idea che si sta lentamente spegnendo. Ascoltando ciò che dice la dottoressa, la situazione le sembra più grave di quanto pensasse. Deve tenere duro, forse non sarà così terribile come immagina. La prima ad iniziare è la donna, che allunga le mani, ricoperte da una patina di Chakra verdognolo, verso lo sterno della genin. Sente pizzicare in quella zona, vorrebbe grattarsi, ma si trattiene. Gli occhi sono fissi su quelle mani, curiosi del modus operandi. L’attenzione viene però attratta poi dall’altro ragazzo, che si avvicina alla sua sinistra, all’altezza della spalla. La sua aria è affabile, e questo la tranquillizza. < Mi fido. > un secondo sorriso farebbe capolino sul viso della giovane, rivolto ad agli. Sembra un tipo sicuro di sé, di certo sa quello che va. Schiude le labbra affinché lo stecchetto possa passare tra di esse, per essere poi fermato dai denti. Non è un buon segno, significa che farà male, parecchio male. Non ha neanche il tempo di pensare, lei, che l’altro con un movimento repentino fa scattare le mani contro la spalla, in modo da poter far rientrare l’osso al suo posto. Un dolore lancinante attraversa quella zona, facendo sgranare gli occhi di lei, che si stringono poi con forza, mentre un gemito di dolore viene soffocato tra le labbra e i denti premono forti contro quel pezzo di legno. Fortunatamente, una volta rimessa a posto la spalla, anche le mani di lui si ricoprono della stessa patina verdognola della dottoressa. Il dolore va sempre più ad affievolirsi, donando un piacevole senso di sollievo alla povera genin. < Santo cielo. > balbetterebbe, ancora con lo stecchetto tra le labbra.E dunque la rigenerazione sternale continua. Il chakra medico infonde quella vitalità che serve, per poter arrivare a rigenerare la parte lesa. La zona ossea, ossia lo sterno, comincia a saldarsi lentamente. Pian piano, continua ad avanzare la sua cura, mentre cong li occhi va a guardare l'operato di Koichi. La rimessa in sede è andata abbastanza bene. <Bel lavoro, dolcettino. Continua con le mani terapeutiche così da sistemare i tessuti molli.> E intanto lo sguardo ritorna su Hikari.I problemi respiratori dovrebbero già divenire meno intensi di prima ed il sollievo apportato dalle cure dovrebbe cominciare a fare effetto, sulla ragazza. <Allora tesoro.. Come ti senti? Va un pochino meglio?> Domanderebbe ora, cercando di capire se la cura le sta prtando dei benefici a livello respiratorio. < Sai, sei stata molto brava. Hai resistito bene.> Dichiara. Sebbene non abbia seguiro l'incontro, cercherebbe di tirarla su, in qualche modo. < Saisashi è stato bravo. Con lui ci farei moooooolte cose. Ehehe > Arrossisce vistosamente la dottoressa, mentre continua quella cura. <E tu no?> Domanda. Una parte fondamentale della cura è cercare di distogliere l'attenzione su ciò che si sta facendo così da non recare troppo danno alla persona che viene curata. Questo perché? Perché più si è liberi da preoccupazioni e maggiori saranno le possibilità di recupero del paziente. Lezione fondamentale che la dottoressa in questione ha preso in maniera molto personale. [Mani terapeutiche B][7 PS a turno][36+7=43+ in seguito aggiunta di koichi.]
[Ospedale.] Un dolore d'alta classe, un dolore che andrebbe lentamente a scemare, man mano che la giovane potrà godere dell'infusione di quelle mani terapeutiche che tutt'ora sarebbero attive, continue, su quel corpo femminile. La osserverebbe, senza distogliere lo sguardo, lasciando che un'altra dose di ossigeno possa vibrare le corde vocali. <Ha ragione, sei stata abile.> E sarebbe contento davvero di quella dimostrazione di determinazione, di voler combattere comunque, seppur la situazione sarebbe a lei contraria. Testarda e la cosa non gli dispiacerebbe affatto, come proprio superiore, come elemento che conosce il sentiero che attraverserebbe l'altra. Esser Shinobi non risulta semplice. <Procedo ancora.> Esplicherebbe verso la dottoressa, continuando quella tecnica, sollecitando l'organismo della Genin affinché possa esser ripristinato il problema, risanandola gradualmente. <Presto potrai uscire di qui e tornare a Kusa.> La informerebbe, quasi come se tutto ciò potesse in qualche modo risollevarla. Sigillerebbe le labbra dunque, lasciando che l'attenzione possa esser presa dalla dottoressa, accennando ad alcuni movimenti laterali col capo, a quelle affermazioni così strampalate, così senza senso. E quel rossore che comparirebbe sul di lei volto sarebbe il culmine; ma davvero potrebbe risultare così carino quell'individuo? Mugugnerebbe appena, preferendo esternare ogni preoccupazione, ogni peso, ed assicurarsi dell'altra: <Ti porterò del cibo.> Le accennerebbe, piegando appena il capo: <O qualsiasi cosa tu voglia.> Non una richiesta facoltativa, ma più un ordine. Non è così gentile, dopotutto? [Chakra On:62,5/70][2/4 Turno: Mani Terapeutiche] [Stanza 4] Entrambe le zone curate dai medici sono lentamente, molto lentamente, abbandonate dal dolore. E’ un buonissimo passo avanti. La sensibilità del braccio sembrerebbe tornare quella di sempre, e il grande peso che avvertiva sul petto pare alleggerirsi. Un sospiro di sollievo abbandona le labbra rosee della genin, che sente finalmente poter tornare padrona del proprio corpo. < Va molto meglio, grazie. > un tono di voce calmo e gentile quello di lei, sinceramente grata alle due persone che la stanno curando. < E’ la prima volta che mi trovo in una situazione del genere. > volterebbe poi il viso in direzione delle mani del ragazzo, che stanno lavorando sulla spalla. < Grazie, ho cercato di dare il meglio di me. > anche se, nonostante questo, ha fatto la figura di un sacco da boxe. Sorvolerebbe sull’osservazione della donna su Saisashi, rispondendo direttamente alla sua domanda. < Sono già impegnata. > solleverebbe la mano destra, allontanando lo stecchetto di legno dalle labbra e agitandolo poi, come per dire “non mi interessa quel tipo!”. Sono positive quelle chiacchiere, la aiutano a distrarsi. Anche se deve ammettere che le piace la sensazione del dolore che si allontana. < Grazie, Koichi. Sei molto gentile. > in effetti, ha un certo languorino. < Oltre che cibo, avrei bisogno di compagnia. > nessuno è venuto a chiedere notizie di lei, almeno per ora. E non vede qualcuno dal giorno del torneo.E via, anche lo sterno crinato è ritornato del tutto compatto. Pronto per la sua funzione, come prima. Il respiro dovrebbe essere tornato regolare, mentre la cartilagine attorno al pezzo d'osso dovrebbe esser stata riassestata. <Ok, qui ho quasi finito.> Dichiara, mentre passa verso l'altra ferita, quella al fianco sinistro. Allunga entrambe le mani, in direzione della zona lesa. <Qui c'è una brutta contrattura muscolare, con un evidente ematoma.> E detto questo, andrebbe a far confluire il chakra in quella zona, cominciando il processo di guarigione. La prima cosa è andare ad aggiustare la contrattura, rimettendo a posto il muscolo sottostante, quindi oltrepassando lo strato cutaneo. <C'è sempre una prima volta per tutto.. Eheh. E tu, biscottino? Come procede lassù? >Domanderebbe, mentre continua con l'infusione di chakra medico. La zona che sta curando reagisce abbastanza bene. I tessuti e le fibre muscolari vengono stimolate, per una nuova e più veloce produzione di cellule che dovrebbero andare a sostituire quelle morte o ormai morenti. [Mani terapeutiche B][7 PS a turno][48+7+in seguito aggiunta di koichi.][Freeze. Scusate ragazzi, ma domani mattina parto. Riprendiamo domani sera!]
Giocata del 13/04/2017 dalle 21:38 alle 23:23 nella chat "Ospedale [Konoha]"
Defreeze
E via, anche lo sterno crinato è ritornato del tutto compatto. Pronto per la sua funzione, come prima. Il respiro dovrebbe essere tornato regolare, mentre la cartilagine attorno al pezzo d'osso dovrebbe esser stata riassestata. <Ok, qui ho quasi finito.> Dichiara, mentre passa verso l'altra ferita, quella al fianco sinistro. Allunga entrambe le mani, in direzione della zona lesa. <Qui c'è una brutta contrattura muscolare, con un evidente ematoma.> E detto questo, andrebbe a far confluire il chakra in quella zona, cominciando il processo di guarigione. La prima cosa è andare ad aggiustare la contrattura, rimettendo a posto il muscolo sottostante, quindi oltrepassando lo strato cutaneo. <C'è sempre una prima volta per tutto.. Eheh. E tu, biscottino? Come procede lassù? >Domanderebbe, mentre continua con l'infusione di chakra medico. La zona che sta curando reagisce abbastanza bene. I tessuti e le fibre muscolari vengono stimolate, per una nuova e più veloce produzione di cellule che dovrebbero andare a sostituire quelle morte o ormai morenti. [Mani terapeutiche B][7 PS a turno][48+7+in seguito aggiunta di koichi.]
[Ospedale.] Non distaccherebbe quella coppia di mani mentre infonderebbe il proprio chakra puro, lenitivo, la propria energia fisica distaccata da quel complesso che tutti gli Shinobi son capaci di richiamare all'interno di sé. Un'energia che si colorerebbe di un verdognolo, carico, un alone che verrebbe a delineare la composizione della mano, con quelle dita chiuse, ben aderenti fra loro. Un prodotto che dovrebbe ancora portare benefici sulla pelle femminile, verso cui effettuerebbe quella cura, con l'intenzione di risollevarla da quel fardello, da quel dolore che gradualmente andrebbe a scomparire. <Hikari-San.> Esordirebbe, con un sussurro leggero: <Ti curerò e mi accerterò che tu possa tornare nuovamente a combattere.> Vuole stimolarla, vuole incentivarla affinché l'altra non perde il fuoco che ognuno dentro di sé possiede. Una fiammella che a volte potrebbe subire dei problemi, potrebbe diminuire e rendere solo un minuscolo tepore, anziché quel calore che dovrebbe solitamente produrre, nell'animo di ognuno. Impegnato ora in quel processo, andrebbe semplicemente a compiere un cenno di quel capo, un paio di movimenti verticali del capo, per accennare ad un responso positivo, che il tutto proceda correttamente in quella zona. Potrebbe notare come il tessuto vada a ricomporsi, il danno vada ad estinguersi lentamente; non un ottimo medico, ma sicuramente abile per essere alle prime armi, per esser sul primo gradino di quella grande scalata verso titoli migliori. Un pensiero che quasi lo fulminerebbe: ma sarebbero davvero sicuro di voler intraprendere questa carriera? Poi porterebbe lo sguardo sulla fanciulla, su quel sorriso mezzo velato, mentre resisterebbe al dolore. La risposta in effetti la ha sempre conosciuta, era lì, dietro l'angolo, dietro ogni dubbio che si presentava. [Chakra On:62/70][2/4 Turno: Mani Terapeutiche] [Stanza 4] orologio che sta venendo riparato. E’ proprio vero, Saisashi l’ha conciata per le feste. Vorrebbe incontrarlo per potersi congratulare, e magari restituirgli la felpa che le ha lanciato per pulirsi dal simpatico regalino lasciatole da un piccione. L’ha pulita, e non si sente troppo a suo agio a tenerla con sé. La contrattura muscolare presente sul fianco, e che la giovane avvertiva con estrema chiarezza, si sta anch’essa sciogliendo. < Spero che abbia una forma carina. > azzarderebbe scherzando, riferendosi all’ematoma presente sul fianco. Un’affermazione che non necessiterebbe di una risposta, in quanto modo per lei di vedere il lato positivo della faccenda. < Beh sì, ma l’ospedale l’avrei piacevolmente evitato. > una risata riecheggerebbe nella stanza a seguito di quelle parole. E’ sempre meglio non trovarsi in situazioni spiacevoli, anche se, essendo un ninja, sa già che gliene si presenteranno diverse. Ascolta poi le parole di Koichi, che con estrema delicatezza muove le mani sulla spalla di lei. Quei suoi modi pacati che presentava il giorno in cui si sono incontrati sono rimasti immutati. < Ti ringrazio. > sinceramente contenta di quelle parole, gli rivolgerebbe uno sguardo che potrebbe definirsi sorridente. In qualche modo, al momento si sente al centro dell’attenzione, e deve ammettere che un po’ le piace. In più, nonostante tempo fa fosse diffidente nei confronti del ragazzo, ora è come se quelle sensazioni per così dire negative fossero sparite. Sembra molto deciso a curarla, e di questo non può che essergli grata.Ebbene, le fasce muscolari vengono pian piano ristabilite, rendendo dunque il processo di guarigione meritevole di lode. In quella zona del corpo, ce ne sono diverse e posizionate tutte in maniera differente. Riassestarle e rimetterle a posto non è semplice, per via della loro posizione. Ma sicuramente, per chi come lei conosce l'anatomia umana alla perfezione, non è un grosso problema. <Allora, la ferita al fianco sta guarendo bene.> Dice, continuando ad emanare il chakra curativo sulla zona, così da lenire bene la ferita apportata. In mente tiene ferma l'immagine della zona così da rendere il processo di guarigione, quanto più efficace possibile. <Tuttavia, rimani a letto tesoro. Non sforzarti troppo. E' l'occasione buona per farti coccolare da qualcuno.> Dichiara, azzeccando un sorriso d'intendimento con Hikari. < Dolcettino, continua così. Appena hai ristabilito i tessuti molli, in una seconda sessione, dovrai fare il Massaggio Terapeutico. Sei pratico di questa tecnica? Può essere molto utile anche con le donne.> Mumble mumble. [Mani terapeutiche B][7 PS a turno][60+7+in seguito aggiunta di koichi.]
[Ospedale.] Sicuramente un'operazione lunga, un processo lento, ma fortunatamente non risucchierebbe così tanto chakra medico, lasciando che quella cura possa esser avanzata, sopportata, con più facilità da parte del Chuunin. Probabilmente solo le braccia inizierebbero a formicolare leggermente per la posizione assunta e mai mutata, mantenendo vivo quel sovvrapporsi delle proprie mani, ove il palmo d'uno incrocierebbe il dorso della gemella. Le cellule morenti andrebbero ad esser correttamente sostituite, l'organismo femminile andrà ad essere incentivato, affinché produca il materiale sufficiente per una più rapida guarigione. Quasi miracolosa tale tecnica, ma così fondamentale per divenire un esponente capace. <Continuo.> Risponderebbe alla dottoressa con maggiore esperienza, cogliendo poi quell'idea di farsi coccolare, di farsi addolcire e d'esser al centro d'attenzioni. <Sarò io.> Le direbbe, senza preoccuparsi dell'ipotetica reazione della Genin, verso cui prenderebbe solo ora sguardo diretto con quelli. Iridi che sembrerebbero ricercare quasi un'autorizzazione indiretta, un consenso da parte della paziente. Una richiesta evocata in silenzio, profanata solo dal modo in cui la osserverebbe. Schiuderebbe appena le labbra, poi, rievocando altro ossigeno: <Conosco la tecnica e la utilizzerò per guarirla.> Non per altre funzioni, sicuramente più segrete e più maliziose. Calmo, pacato, mentre le mani terapeutiche sarebbero ancora attive, in corso. [Chakra On:61,5/70][2/4 Turno: Mani Terapeutiche] [Stanza 4] E’ letteralmente nelle loro mani. Lei non può far nulla in questo frangente, resta tutto ai medici. Si sente coccolata dalle loro attenzioni, in più l’affievolirsi del dolore è una sensazione che non le dispiace, dato che le dona sollievo. Le gote della giovane acquistano un colorito vivido alle parole della donna, che sembra voler insinuare qualcosa in particolare, che lei ha ben afferrato. < Non sarebbe male. > ricambierebbe dunque il sorriso d’intesa dell’altra, mentre il pensiero viaggia velocemente, incontrando l’immagine di Shitsui che, ahimé, in quel momento non è lì con lei. Aspetta solo che entri da quella porta da un momento all’altro. In più, ha diverse cose da riferirgli, cose che la spaventano e cose che non le sembrano del tutto chiare, a cui non ha avuto molto modo di pensare negli ultimi giorni. Deve tenerle bene a mente, non vuole dimenticarsene. < Sarai.. tu? > domanda diretta al medico che le sta medicando la spalla, distratta e allontanata dai pensieri a causa dell’affermazione di lui, a cui non sa rispondere. Non sa se ha frainteso, lei, oppure abbia perfettamente capito quello che il ragazzo vuole farle intuire. Impossibile, pensa. In fondo ha detto un paio di minuti fa di essere impegnata. Scruta quelle iridi ambrate attentamente, in attesa di una risposta alla propria domanda, che potrebbe meglio definirsi un chiarimento. Che il qui presente dottore ci stia provando con lei? Assottiglierebbe le palpebre, senza distogliere lo sguardo da lui. Un sorrisino si profilerebbe sulle labbra della donna, quasi soddisfatta ad averlo colto con le mani nel sacco, sempre se fosse così.E si continua con la cura. Questa volta, ristabiliti i processi muscolari, si passa all'ematoma e al riassorbimento del sangue raggrumato. In maniera più veloce, il sangue viene risucchiato all'interno delle strutture cellulari, permettendo quindi il ritorno di una pigmentazione normale. <Ok bene. Per ora possiamo fermarci qui.> Direbbe il medico, andando a smettere di infondere chalkra medico nella zona, facendo tornare le mani normali. <Anche te biscottino. Per oggi finiamo qui. C'è un limite che il corpo umano può raggiungere. Dunque, la spalla sembrerebbe esser tornata normale, ma tienila più ferma possibile. Una lussazione può essere difficile da curare. Ti prescrivo dei massaggi fisioterapeutici. Ed inoltre..> Direbbe andando a prendere dalla tasc ainterna un piccolo sacchettino con dentro delle pilloline rosse. < Prendi questo. E' un tonico coagulante. >E lo poggerebbe sulla mano di Hikari, una volta ch elei l'avrà stesa per prenderlo. <Ti aiuterà a recuperare le forze. Quanto a te dolcezza, vieni che ci sono altri pazienti da visitare. > E detto questo, sempre con le movenze di un elegante elefante danzatore, la curvy dottoressa uscirebbe dalla stanza, intenta a portare a termine i suoi incarichi per oggi. [END][Tonico Coagulante Normale][72+15=87][End obbligatoria.]
[Ospedale.] La maggior parte dei danni sarebbe stata curata, sollevata da quel peso fino a quella condizione: non possono curarla totalmente, ma sicuramente ora si troverebbe più facilitata nel respirare e nel compiere le varie azioni che ogni essere umano vorrebbe poter scandire. Quella condizione d'ella gli ricorderebbe anche alcuni momento del proprio passato, per quanto breve possa risultare. Un debole sorriso che andrebbe a plasmarsi, dinanzi a quella domanda femminile, quasi non comprendendo il motivo per il quale il Chuunin si sia posto a disposizione. <Proceda pure, la seguirò a breve.> Congederebbe così l'altra dottoressa che prenderà passo verso l'uscita, dovendo riuscire a ritagliare un momento per quel duo. <Ovvio che mi impegno ad esservi.> Le farebbe anche un occhiolino, senza alcun problema. <D'altronde, sono un medico, no?> E con quell'affermazione, andrebbe lentamente ad abbassare il busto, mentre scioglierebbe quell'imposizione delle mani. Mano destra che si poggerebbe nuovamente sul capo femminile, a scompigliarle nuovamente quel ciuffo, così come fece tempo addietro, in quel bosco dei ciliegi, nel loro primo incontro, quando vi fu quel tentativo di congedarsi. Ma questa volta, si aggiungerebbe anche altro: infatti le labbra andrebbero a pronunciarsi, a posarsi delicatamente sulla fronte della Yoton, al centro di essa, in un contatto leggero e docile. <A presto, Hikari-San.> Educato, particolarmente cortese, mentre lascerebbe l'impegno alla Genin di riposare, non facendo affatto coprire il motivo per il quale si vorrà prendersi quel lusso, quella presunzione di terminare le cure che dovrà sottostare l'altra. Divertimento, forse, oppure no? [Chakra On:61,5/70][END] [Stanza 4] Le cure proseguono, fino a raggiungere il termine della loro corsa per questa serata. Hanno fatto davvero un ottimo lavoro, rimettendola quasi del tutto in sesto. E pensare che quando sono entrati l’hanno trovata dolorante e immobile, mentre ora la lasciano sì stesa, ma libera di respirare e, in parte, muoversi. Accoglierebbe nel palmo della mano destra il sacchettino appena portole dalla donna, contenente delle piccole sfere rosse. < Grazie di tutto, ve ne sono grata. > un sorriso che verrebbe rivolto a entrambi, prima all’una, poi all’altro, che sembrerebbe voler rimanere qualche istante in più con la giovane genin, rivelandole la risposta alla domanda prima postagli. Segue ogni sua parola, giungendo inizialmente alla conclusione di essersi probabilmente sbagliata a sospettare che l’altro stesse in qualche modo tentando un approccio con lei, ma poi, i gesti le fanno subito pensare il contrario. Non tanto lo scompigliarle i capelli, come la prima volta che si sono incontrati, quanto più il successivo bacio lasciatole in fronte. Le labbra calde di lui le sfiorano la pelle, inaspettatamente. Le gote acquistano quel colorito intenso che era comparso poco prima a seguito della domanda della dottoressa. Cosa dovrebbe pensare ora? Il medico comincerebbe ad allontanarsi, congedandosi in quel modo piuttosto.. ambiguo? < Hey! > esclamerebbe lei, quasi balbettando, ancora sorpresa da quel saluto. Ma è troppo tardi, Koichi ha già oltrepassato la soglia della porta, lasciandola lì. Ecco, una cosa in più da dover raccontare al suo compagno. Sarà una buona idea? [End.]