Pianti, dolore e volontà di sapere!

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20:40 Satoru:
  [Testa Hitomu] il nostro protagonista quest'oggi è ben coperto, il giovane ha indosso una maglietta di color nero a maniche lunghe, completamente coperta da una felpa di colore nero, abbondante come taglia rispetto al suo corpo, le gambe sono avvolte in un paio di pantaloni di tessuto elasticizzato, anch'essi neri, aderenti sul corpo, a completare il tutto un paio di scarpe semplici, comode, di color nero corvino. A completare il tutto indosserebbe l'equipaggiamento ninja di cui dispone, entrambe le mani sarebbero coperte da un paio di guanti ninja, anche gli avambracci e le gambe sarebbero coperte dal suo equipaggiamento, vambracci e schienieri sarebbero infatti ben saldi sulle rispettive parti del corpo del giovane. Inoltre all'altezza del fianco sinistro Satoru ha con sé un portakunai diviso in tre scompartimenti, dentro di esso sono presenti cinque kunai ed ognuno ha una carta bomba arrotolata intorno al manico; mentre sul fianco sinistro il giovane ha un porta oggetti, contenente cinque fuuda con dentro i tronchetti per eseguire la tecnica della sostituzione e un set di fumogeni. Il coprifronte sarebbe posto all’altezza del collo, legato come fosse una collana, lasciato né troppo stretto né troppo largo, in modo tale da pendere leggermente. Il cielo è limpido, non una singola nuvola copre la volte celeste ed ormai, dato che il sole è calato, si possono vedere moltissime stelle illuminare fievolmente il cielo, ma tra tutte le stelle, la luna, occupa il suo posto nel trono dei cieli, illuminando l'ambiente circostante con il suo chiarore. Satoru si trova al monte dei volti di pietra, più precisamente si trova seduto nella zona dove è presenta la testa di Hitomu, kage attualmente in carica al villaggio della foglia. Si trova nel suo loco preferito, ove si reca per pensare e riflettere, ma anche dove ha conosciuto diverse persone che sono entrate a far parte della sua vita, per il momento, tuttavia, è solo. Numerosi pensieri affollano la sua testa, numerosi pensieri riguardanti la scoperta di essere stato adottato, riguardanti il dolore che ha provato nello scoprire che i suoi genitori non sono in realtà i suoi genitori biologici, pensieri forti, pesanti. Pensieri che hanno ripercussioni anche sul suo fisico. Il giovane infatti sarebbe seduto sulla parete rocciosa, le gambe a penzoloni sarebbero libere di muoversi nell'aria, ma la cosa più interessante riguarda il suo volto. Il giovane sta piangendo, copiose lacrime cadono dai suoi occhi fino a scendere sui suoi vestiti, lacrime che continuano e non sembra vogliano fermarsi, lacrime che bagnano i suoi capi quasi come se stesse piovioginando. Ambo le mani sarebbero sul volto, nel tentativo di asciugarle, nel tentativo di coprirsi, forse per la vergogna nel dimostrare al mondo intero la sua attuale debolezza, per il momento la situazione è questa, è solo, sta piangendo, nulla di più.

20:56 Kaori:
 E' una notte meravigliosa quella che oggi accompagna la Foglia. Il cielo è buio, scuro e trapunto di miriadi di luminose stelle. Minuscoli puntini brillanti che qua e là riempiono quel mare nero mentre una splendida mezza luna d'argento rischiara le tenebre sul Villaggio di Konoha. Le temperature si stanno alzando, la primavera è ormai inoltrata ed una brezza fresca, leggera, scivola da est rendendo l'aria frizzante, piacevole. Non fa caldo, non fa freddo, si sta semplicemente bene. Kaori ha deciso di fare due passi questa sera, di uscire di casa per sentire il venticello fresco della notte sul viso. Indossa degli abiti semplici, tranquilli, ordinari, che non la catalogano a prima vista come kunoichi della Foglia. Non che dopo tutto abbia bisogno di segni distintivi per essere riconosciuta visto che ormai, a Konoha, ha raggiunto un certo livello di fama. Ad ogni modo Kaori porta con sé un semplice maglione traforato, leggero, giallo che la ricopre dalle spalle fino alle ginocchia scendendo morbido e largo lungo il corpo, le maniche che si dilungano fino ai palmi delle mani da cui fuoriescono a stento le dita sottili. Sotto il maglione non porta pantaloni o gonne ma solo un paio di calze nere, alte, che da metà coscia arrivano fino ai piedi attualmente coperti da un paio di semplici scarpe scure. I capelli neri sono ormai cresciuti e invece di arrivare alla sua nuca arrivano all'altezza delle scapole, scendendo sul suo corpo in ciocche sottili, lisce e diseguali. Niente trucco, niente armi, niente profumo se non quello del bagnoschiuma e dello shampoo usati nella sua doccia serale. Porta con sè soltanto il coprifronte della Foglia legato attorno al collo ed il chakra che arde vivo nel suo corpo. Nulla di più, nulla di meno. Avanza con passo lento, cadenzato, per le vie del Villaggio diretta al Monte dei Volti di Pietra. E' da diverso tempo che non va in quel luogo e deve ammettere che questa sera sente come una specie di richiamo portarla fin lì. E' sempre stato un posto speciale per lei e lì ha sempre trovato pace e silenzio, nonché incontri piuttosto piacevoli. Sta salendo la scalinata di ferro che conduce alla sommità del monte con passo cadenzato, ricercando nel silenzio della sera un po' di pace. Ultimamente ha combattuto, si è allenata e ha sofferto molto, ma adesso inizia ad intravvedere come una sorta di luce in fondo al tunnel. Si sente un po' meno stanca ma ancora molto confusa. I rapporti col clan sono ancora piuttosto tesi e non sa ancora in che rapporti si trovi con Hiashi e Mekura dopo gli ultimi eventi. Tuttavia non vuole pensarci, vuole concentrarsi su ciò che di bello e certo può stringere fra le mani e trovare un po' di pace. Per questo la si può vedere, ora, salire l'ultimo gradino della scalinata e giungere in cima al monte, a circa cinque metri di distanza da una figura che ormai le è piuttosto nota. I capelli, l'altezza, la fisionomia, immediatamente riconosce in quella figura appena ricurva l'immagine di Satoru. Il modo in cui le mani vanno strofinandosi sul viso, tuttavia, la porta a sentirsi immediatamente in pensiero, facendole muovere quei pochi passi di distanza così da potersi fare a lui più vicina. <Posso sedermi accanto a te?> la sua voce sarebbe bassa, gentile, ma non allegra. V'è una sfumatura di rispetto e cortesia che vorrebbe far intendere delicatezza e tatto. Nota che c'è qualcosa che non va, ma non vuole intromettersi se l'altro non desidera condividere con lei quanto gli sta accadendo. E' preoccupata, sì, ma prima di offrirgli la sua spalla, il suo ascolto, vuole che l'altro abbia la possibilità di rifuggire la sua presenza se dovesse desiderarlo. [chakra: on]

21:09 Satoru:
  [Testa Hitomu] Il tempo scorre lentamente, i secondi sembrano minuti, i minuti sembrano ore, dopotutto se quando si è felici sembra sempre che il tempo duri troppo poco, al contrario, quando si è tristi il tempo sembra scorrere lentissimo, quasi come se volesse rallentare per consentire alle persone di soffrire maggiormente, quasi come se volesse dare alle persone il tempo di capire in profondità quello che gli sta accadendo dentro. Le lacrime non accennano a fermarsi, esse infatti escono copiose dai di lui occhi, le mani poste sul viso di tanto in tanto vanno a strusciarsi su di esso, facendo si che quest'ultimo si asciughi almeno per quanto possibile, dopotutto sa che potrebbe passare qualcuno, sa che qualcuno potrebbe vederlo e non vuole mostrarsi debole, sa che nella vita mostrarsi deboli non conviene mai, se non con le persone di cui ci si fida, in quel caso, sfogarsi, appare spesso come la migliore terapia in assoluto. Ecco che il giovane potrebbe udire ora alcuni passi, le mani andrebbero a togliersi dagli occhi, il giovane tenterebbe ora di far smettere le lacrime, ma a qualsiasi osservatore sarà ben visibile e chiaro che il giovane ha pianto fino a quel momento, gli occhi infatti sarebbero lucidi, umidi, con delle striature rosse causate dal pianto eccessivo, le guance indicherebbero anch'esse il pianto precedente, difatti sarebbero umide e bagnate in alcuni punti. Ecco che Satoru riesce a riconoscere la donna che si sta avvicinando a lui, si tratta di Kaori, la prima ninja che a conosciuto da quando si è iscritto all'accademia, una donna che lo ha aiutato, spronato, che lo ha spinto a fare amicizia con Nahira nel tentativo di instaurare un team, insomma, una delle poche persone di cui si fida e con cui sente di poter parlare. Ecco che ora, una volta udite le sue parole, le sue labbra si schiudono rapidamente, le corde vocali vibrano e consentono ad alcune parole di uscire dalla sua bocca nel tentativo di raggiungere le orecchie della donna. <Ciao Kaori> una leggera pausa, in cui il giovane emette un singhiozzo tipico del pianto, insomma, come quando si cerca di trattenersi. <Scusa per le mie condizioni> sa che non riversa in un bello stato. <Certo, siediti pure, mi fai solo che piacere> il tono è sicuramente più triste rispetto al solito, tuttavia in realtà è molto felice di vederla, solo che sta male e quando si sta male è difficile dimostrare la felicità, anche quando questa si sente realmente. Ancora qualche parola prima di attendere la risposta altrui. <Grazie per avermi fatto conoscere Nahira, andiamo davvero d'accordo> tenta di cambiare argomento, ma dopo pochi istanti, sente di doversi sfogare, sa che l'unico modo per stare meglio è parlare con qualcuno del suo problema, nel tentativo di trovare insieme una soluzione, quindi ecco che conclude. <Posso parlarti? Ne sento il bisogno> non aggiunge altro per il momento, un'attesa snervante la sua, quella in cui aspetterebbe il permesso per parlare, dopotutto non vuole essere invadente, ma lei è l'unica persona in tutta Konoha con cui si sente di farlo, quindi spera vivamente che ella risponda di si. Le iridi restano ora puntate di fronte a lui, sulla vista che si apre sul villaggio, non riesce a guardarla negli occhi, non in quello stato, non con quello che gli sta per dire.

21:25 Kaori:
 Il viso del ragazzo è umido. I raggi della luna si riflettono sulle scie delle lacrime che ne hanno imperlato le gote e fanno quasi brillare gli occhi lucidi e arrossati. Non sembrano scivolare nuove lacrime, forse ha già smesso da un po', ma è evidente che ha pianto fino a non molto tempo prima. Kaori vorrebbe poterlo aiutare, poter sapere cosa sia successo, cercare di dargli una mano se possibile, eppure non vuole andare di fretta. Si conoscono da poco, dopotutto, e non hanno un grado di confidenza tale da poterle permettere di essere sicura di essere una presenza gradita in un momento così delicato. Sono sempre andati d'accordo fino a quel momento, hanno persino carezzato l'idea di lavorare in squadra insieme, di imparare assieme l'arte medica, eppure non è un rapporto sufficiente a permettere alla special jonin di sentirsi attualmente la persona migliore per rimanergli accanto. Tuttavia ci prova, fa il possibile per assicurarsi che vada tutto bene partendo per gradi, cautamente, iniziando col semplice rimanergli accanto. Il ragazzo ha una voce rotta, bassa, palesemente turbata e tuttavia mantiene la solita cortesia di sempre. La invita ad accomodarsi, le concede il permesso di avvicinarsi e Kaori annuisce appena andando a smuovere quegli ultimi passi per chinarsi e sedersi al fianco del giovane, un metro soltanto a dividerli così che l'altro possa in qualsiasi momento trovar conforto sulla di lei spalla se mai ve ne fosse stato bisogno. <Non dirlo neppure, Satoru. Non c'è niente di cui scusarti> cerca di rassicurarlo lei volgendo verso lui il proprio sguardo. <Quello che mi stai mostrando è il lato più vulnerabile di te, è un dono che non tutti hanno ricevuto suppongo> abbozza un leggero sorriso cortese, la voce è bassa, accomodante, cerca in tutti i modi di cullare l'evidente turbamento del ragazzo. Vuole mostrare solo rispetto per i suoi sentimenti, per il suo stato d'animo, e volge ora lo sguardo verso la Foglia che si staglia sotto i loro occhi. Le gambe di Kaori, esattamente come quelle del genin, prendono a dondolare nel vuoto oltre il bordo del precipizio mentre le di lei mani son portate ad afferrare l'orlo del monte con le mani ai lati delle cosce. Ascolta le parole di Satoru, quella sua piacevole rivelazione, ed immediatamente le iridi vanno a posarsi sul di lui viso. <Davvero? Ne sono contenta. Speravo che poteste trovarvi bene. Penso che potreste essere un'ottima squadra ma anche degli ottimi amici, che alla fine di tutto è ciò che per me conta di più> Ci tiene a far sì che per lo meno i due vadano d'accordo a livello umano, che possano imparare a conoscersi ed apprezzarsi così da trovare l'un nell'altra un aiuto, un sostegno, un confidente. In un mondo duro e crudo come quello è impossibile rimanere sani e forti senza un amico sincero sul quale poter contare. Alla domanda ultima del giovane, poi, Kaori si ritrova a puntare le iridi perlacee sul suo profilo, nota che l'altro non riesce a guardarla e si prende un attimo di silenzio prima di procedere col suo dire. <Ogni volta che ne sentirai l'esigenza> un permesso accordato, una concessione di cercarla ogni qual volta dovesse sentirne il bisogno. [chakra: on]

21:40 Satoru:
  [Testa Hitomu] Ecco che la donna prende posto al suo fianco, ora le figure sedute sulla testa del nono sono due, due figure che sovrastano il villaggio della foglia, solamente due figure, eppure, le numerosissime persone che si trovano nel villaggio sono minuscole ed insignificanti rispetto a loro in quel momento, per Satoru, in quel momento, nonostante la natura incontaminata alle sue spalle e l'artificialità della città sotto al suo sguardo, l'unica figura che conta, l'unica figura di riferimento, è proprio Kaori. Ecco che lui ascolterebbe le prime parole della special, parole che mirano a farlo sentire più a suo agio, parole che lo colgono nel segno, parole che raggiungono l'effetto sperato in maniera egregia, ecco che il giovane sposta le iridi sulla donna, ella potrà ora vederlo in tutta la sua debolezza, mentalmente e psicologicamente nudo, senza nessuna maschera e nessun velo, dai suoi occhi può facilmente traspirare la sua sofferenza, la sofferenza che ha caratterizzato gli ultimi tre anni della sua vita e che, settimana scorsa, gli hanno dato il colpo di grazia. Ecco che il giovane apre nuovamente le labbra, la voce, esile e tremolante, può farsi strada fino alle orecchie altrui. <Esattamente, sei l'unica a cui lo ho mai mostrato, l'unica oltre a mia mamma> esatto, era l'unica figura con cui si confidava, anche se in questo momento, questo ricordo, accentua il suo dolore, non sa se piangere perché la madre è morta o se piangere perché la madre gli ha mentito per tutta la sua vita, senza mai rivelargli la verità. Ecco che l'altra parla ancora ed anche Satoru, non da meno, risponde su quanto riguarda la questione Nahira, questione che gli sta a cuore, dopotutto è l'unica fonte di felicità per lui in questo momento, insieme a Kaori e all'idea di poter instaurare un'amicizia, oltre che un team. <Si, ci siamo visti un'altra volta e ci siamo allenati insieme, mi trovo bene con lei, come con te> si riferisce all'ultimo incontro tra i due, incontro al quale Kaori ovviamente non ha partecipato, inoltre manifesta nuovamente gratitudine nei confronti della donna che si trova di fronte. Le iridi sono sempre puntate su di lei, le labbra si chiudono per qualche istante, il giovane si morde il labbro inferiore, sta pensando a come iniziare, sta pensando da dove cominciare a raccontare la sua storia, non è facile per lui, ma vuole farlo, sa che solo sfogandosi potrà stare meglio, solo in un secondo momento le labbra vanno a schiudersi, la voce esce flebile, tremolante, una voce provata, una voce densa di sofferenza. <Da dove posso cominciare> una breve pausa, non è facile trovare le parole giuste, non lo è per lui quantomeno. <L'altra sera mio padre, completamente ubriaco, si è ferito ed ha rischiato di morire> si esatto, senza il suo intervento e l'aiuto di Tobimasu Aburame. <Mentre cercavo di aiutarlo ho trovato dei documenti> ecco che qui la voce si farebbe ancora più tremolante, alcuni singhiozzi, sempre più forti, uscirebbero dalla sua bocca, attimi di pausa in cui sembra quasi non riuscire a proseguire, attimi pesanti, carichi di emotività. <Io>... <I-io>...<Sono stato adottato> un'altra pausa, il ragazzo parla a singhiozzo, interrompendosi e poi proseguendo. <Mi hanno mentito per tutta la vita, capisci?!> Ecco che immediatamente, insieme alle sue parole, incominciano nuovamente ad uscire lacrime dai suoi occhi, lui si accorge facilmente accorgersi di questo, motivo per cui sposta nuovamente le iridi verso il villaggio, distogliendo lo sguardo da Kaori, altre lacrime escono e nuovamente egli porta le mani sul suo volto, come a nascondersi, come se si vergognasse per quello che ha detto, sarà una lunga serata.

22:01 Kaori:
 Le prime parole del ragazzo colpiscono Kaori nel profondo. Sa che il ragazzo era davvero molto legato a quella donna e che la perdita di sua madre ha lasciato una ferita profonda nel suo cuore. Sa quanto Satoru abbia sofferto per la sua morte e sentirsi in qualche modo associata a lei in quel frangente la fa sentire importante, speciale. Carica di una responsabilità non da poco. Osserva il viso del genin ritrovando nei suoi occhi lucidi e nelle sue labbra tremanti la viva rappresentazione del dolore, della sofferenza, la stessa che probabilmente ha mostrato anche lei, a sua volta, quando suo padre l'ha lasciata per sempre. <E di questo sono davvero onorata, Satoru. Farò tesoro di questo momento, nulla di quanto vedrò stasera uscirà dalle mie labbra, te lo prometto> Cerca di rassicurarlo, di metterlo a suo agio, di farlo sentire più tranquillo. Non avrebbe detto a nessuno dello stato in cui ha trovato il ragazzo, del modo in cui sta soffrendo e neppure avrebbe rivelato alcunché di qualsiasi cosa avrebbe potuto dirle per spiegarle cosa lo abbia travolto in quel modo. Il pensiero della special vola immediatamente a sfiorare la possibilità che possa esser successo qualcosa con suo padre: i due hanno dei rapporti tesi, l'uomo soffre purtroppo di una brutta dipendenza e sarebbe anche comprensibile che questa porti Satoru a soffrirne a quel modo. Tuttavia, ancora, non osa chiedere, preferisce attendere che sia l'altro a decidere di aprirsi a lei. Ode la sua voce tremante, flebile, quei soffi frammentati che escono a fatica dalle sue labbra e sente dentro di sé il cuore far male. Le dispiace sapere che il giovane si senta così, vorrebbe poter fare qualcosa per lui. Le ha sempre dato l'impressione di essere un bravo ragazzo, un giovane rispettoso ed educato, e vederlo in questo stato fa solo male. <Ne sono davvero felice.> sorriderebbe lei con fare morbido, cordiale, all'udire quelle sue parole circa il trovarsi bene con le due kunoichi e poi va lentamente a tornare ad una espressione più seria. La brezza soffia, la luna splende e la voce di Satoru esce a stento dalle sue labbra. Kaori non chiosa, non dice nulla, lascia che il ragazzo si prenda il suo tempo e rimane in ascolto ostentando una certa calma e tranquillità. Vuole che l'altro possa trarre dalla sua figura serena un po' di pace, un po' di calma, che possa sentirsi più sereno nel semplice vedere la ragazza così pacata. Un qualcosa di minimo, di forse insignificante, ma che può aiutarlo a sentirsi più a suo agio. Il racconto comincia e Kaori ascolta tenendo lo sguardo fermo sul viso altrui. In parte aveva ragione: il turbamento del giovane ha origine a seguito di un incidente con suo padre, e tuttavia quando termina di spiegare cosa sia accaduto, la Hyuga si ritrova a schiudere le labbra e fissarlo boccheggiante per una manciata di secondi. Comprende, ora, l'enormità del peso che grava sulle spalle del ragazzo, capisce come mai si senta così abbattuto, così in difficoltà e non sa cosa potrebbe dire per aiutarlo a superare questo momento. Richiude le labbra, poco dopo, notando come le lacrime ritornino a sgorgare dai suoi occhi, come le sue dita continuino a cercare di frenarle, d'asciugarle. <In parte sì, posso capire> chiosa la kunoichi dopo diversi attimi di silenzio ruotando il capo verso la luna, di fronte a sé. <Non voglio mentire dicendo che so cosa significhi scoprire di aver amato per tutta la vita dei genitori che ti hanno dato alla luce, ma so cosa significa scoprire di aver vissuto a lungo nelle menzogne di qualcun altro> il tono è calmo, basso e cadenzato. <Non posso immaginare quanto realmente male possa fare questa rivelazione, ma posso dirti che sono contenta del fatto che qualunque sia stato il motivo che abbia spinto i tuoi genitori a lasciarti, tu sia stato comunque accolto in casa da una famiglia vera. Da una madre che ti ha amato, da un padre che ti ha protetto e che ora ha bisogno di te> Nel dire questo il capo di lei andrebbe a ruotare nuovamente verso di lui. Le iridi perlacee della special andrebbero a posarsi sul viso madido di lacrime di Satoru addolcendosi poco a poco. <I tuoi genitori ti hanno cresciuto, ti hanno educato, ti hanno nutrito, vestito e protetto. Anche se non c'è il loro sangue nelle tue vene, loro rimarranno sempre la tua famiglia Satoru.> in parte è lo stesso discorso fatto a Sakura quando ha scoperto di essere una Hyuga, soltanto che questa volta è molto più complesso: il genin non aveva idea di esser stato adottato, mentre la ragazza invece ne era cosciente già da tempo. <So che questo non renderà meno difficile accettare questa scoperta, che fa comunque male. Che ti senti tradito... ma sono sicura che tu sia stato amato da loro come un vero figlio.> E di questo sì, ne è sicura davvero. <Potrebbero averti preso per salvarti da una situazione pericolosa. Forse i tuoi genitori non ti hanno abbandonato... magari sono stati costretti a lasciarti per proteggerti. A volte succede per quanto sia difficile accettarlo> azzarda lei cercando di mostrargli la prospettiva migliore possibile. Non abbandonato per un capriccio, non adottato perchè non voluto, ma forse preso da un'altra famiglia solo per poterlo proteggere al meglio. Non per un rifiuto, ma lasciato andare per amore. [chakra: on]

22:17 Satoru:
  [Testa Hitomu] Il dialogo tra i due entra nel vivo dell'argomento, le lacrime che nuovamente hanno incominciato a sgorgare dagli occhi del giovane, uno sguardo che ora è tenuto basso, in direzione del villaggio, non lo sposta ancora in direzione della special, non vuole ancora farsi vedere, non mentre sta piangendo, difatti non riuscirebbe a sostenere lo sguardo con la donna nello stato in cui si trova, il giovane ascolterebbe ora tutte le altrui parole, si limiterebbe ad ascoltare tutte le parole della donna, parole di comprensione, di amore, parole che servono al giovane per sentirsi meglio, in effetti ella ha ragione, i suoi genitori adottivi comunque lo hanno cresciuto ed è soprattutto grazie a loro se è diventato il ragazzo, il ninja, che è oggi, nella rabbia per la scoperta non era riuscito a considerare questa prospettiva, prospettiva che rende quantomeno la pillola meno amara da mandare giù, non che questo cambi il suo umore o la sua situazione di incertezza e dubbio, perché nonostante tutto soffre e soffrirà comunque, anche se sa che nella sua vita i genitori adottivi gli hanno voluto bene, sarebbe bastato dire subito la verità o al contrario non dirla mai, per evitare al giovane questo dolore. Le lacrime lentamente rallentano, le lacrime si fermano, le parole della donna sono finite, ma sono servite a tamponare, almeno in parte le sue ferite. Le mani vanno per un'ultima volta, almeno per il momento, ad asciugare il suo volto, volto che solamente ora, dopo esser stato ripulito per quanto sia possibile, torna sulla donna, le iridi violacee del giovane sono infatti nuovamente puntate sulle altrui iridi, la guarda nuovamente negli occhi, le lacrime sono ferme, trattenute nei suoi occhi, anche se questi appaiono lucidi e gonfi, ecco che le labbra finalmente si schiudono e vanno a spezzare quel silenzio ricco di sofferenza. <Hai ragione, loro mi hanno cresciuto, mi hanno reso quello che sono oggi> una breve pausa va ad interrompere le sue parole. <Ma perché non me lo hanno detto subito?> una domanda retorica, una domanda alla quale la donna sicuramente non può rispondere, una domanda che si pone da tempo, ma alla quale la madre morta non potrà mai rispondere ed il padre chi lo sa, chi sa se possa ritenerlo affidabile nello stato pietoso in cui riveste. Ma ecco che ancora aggiunge. <sono stato amato come un vero figlio, questo è sicuro, ma ora mi ritrovo solo con mio padre> un'altra pausa che interrompe le sue parole. <Se non fosse intervenuto Tobimasu Aburame sarebbe morto anche lui> esatto, nonostante tutto, nonostante il padre sia un peso e non un aiuto nella sua vita, l'idea di perderlo e di rimanere del tutto solo è una spada di Damocle sopra alla sua testa. <Sono andato alla polizia a chiedere informazioni sai> ancora una breve pausa, ancora argomenti pesanti e sentiti che faticano ad uscire dalla sua bocca. <La mia presunta madre mi ha abbandonato, mi hanno trovato solo in casa, piangevo disperato ed ero circondato da numerosissimi insetti morti> ancora non ha fatto il collegamento, nonostante l'Aburame che ha conosciuto abbia usato gli insetti davanti a lui ed egli era circondato proprio da questi animali, chi lo sa, forse ci arriverà, forse Kaori lo aiuterà a trovare il plausibile nesso, forse lo troverà egli stesso a breve riflettendoci. <Non voglio restare solo, non sono pronto a questo> il tono è ancora carico di sofferenza, ma quantomeno, per il momento, riesce a trattenere le lacrime. <Voglio scoprire la verità, voglio sapere di chi sono figlio, da chi discendo> penso sia legittimo, la peggio paura dell'uomo e il non conoscere ed egli non conosce se stesso. Ecco che ora il giovane attenderebbe la altrui risposta, senza parlare oltre, lo sguardo sarebbe sempre mantenuto su di lei.

22:41 Kaori:
 Ci vuole del tempo prima che Satoru si calmi, prima che ritrovi la forza di arrestare il proprio pianto. Passano minuti interi a seguito delle parole di Kaori durante i quali il genin va sfogando il suo dolore. La ragazza tace, non aggiunge altro, lasciando modo al giovane di buttare tutto fuori, rimanendogli semplicemente accanto così che l'altro possa sentirsi, almeno in quel momento, affiancato da qualcuno, magari persino sostenuto e compreso. La Hyuga tace, attende, osserva la Foglia dall'alto della loro postazione mentre i respiri corti e spezzati di Satoru vanno lentamente a calmarsi ridonandogli uno sprazzo di lucidità. Poco a poco il pianto si esaurisce, s'affievolisce e il giovane ritorna più calmo. Si asciuga le lacrime, respira più serenamente e punta su Kaori il proprio sguardo. La Hyuga riporta su di lui il proprio e va ascoltando quelle prime parole. Il ragazzo sembra trovare un minimo di conforto nel discorso che lei ha voluto offrirgli e tuttavia le domande, i dubbi restano. Avrebbe voluto sapere o non saperlo mai. Comprensibile, normale, assolutamente giusto. Eppure ormai lo sa e l'ha scoperto nel modo peggiore possibile: per caso. Non ha nessuno a cui poter fare domande, da cui poter richiedere la verità. Non ha nessuno che possa spiegargli cosa sia successo, ma ha mille dubbi che lo logorano dall'interno facendolo sentire tradito e ferito. Kaori non risponde, non sa cosa potrebbe dire in risposta al suo quesito, ma si limita ad osservarlo con una espressione cortese, calma, accogliente sul viso. Lascia che lui si sfoghi, che le parole arrivino e quando l'altro racconta quanto ha scoperto la Hyuga si ritrova ad osservarlo aggrottando appena le sopracciglia con fare confuso. <Insetti?> domanderebbe lei davvero sorpresa, stranita, trovando piuttosto bizzarro questo tipo di particolare. <Beh... questo è strano. Trovare degli insetti dentro un'abitazione è raro, trovarne così tanti, morti è a dir poco sospetto> mormorerebbe lei andando ad umettarsi le labbra. <Cosa si intende per "numerosissimi"? Tipo una manciata o... uno sciame?> la domanda giunge, poco dopo, piuttosto mirata. Considerate le strane circostanze anche una semplice manciata d'insetti avrebbe potuto rientrare nella definizione di "numerosi", ma farsi una reale idea di quanti questi possano essere potrebbe aiutarla a capire meglio la situazione. L'unica volta in vita sua in cui Kaori ha visto una marea di insetti coi propri occhi è stato quando ha dovuto affrontare, da genin, Sukui Aburame risvegliato dal mondo dei morti. Possibile che possa esserci un collegamento fra Satoru e queste piccole creature? Non lo sa, potrebbe essere, ma non vuole dir nulla fino a quando non avrebbe avuto più particolari sui quali poter riflettere. Ascolta comunque il resto del suo discorso e quando l'altro va a mostrare tutto il suo dolore in quelle ultime frasi, Kaori si ritrova a tentare di allungare il braccio destro per cercare di portarlo dietro le spalle del ragazzo. Tenterebbe di andare a cingerlo, abbracciarlo, portandolo ad abbandonarsi contro la di lei spalla. Un modo per offrirgli conforto, sostegno e per fargli intendere che non sarebbe rimasto solo. <Non lo sarai. Se anche dovesse succedere qualcosa a tuo padre, potrai sempre cercare il mio aiuto. Non ti lascerei affrontare una cosa simile da solo, non saresti lasciato a te stesso, te lo prometto> andrebbe lei a dirgli ricercando ora il suo sguardo, tentando di andare a portare la mancina a carezzarne il viso. Le dita a sfiorare la gota umida, un tocco leggero, gentile e cauto che vorrebbe semplicemente dargli un po' di innocente conforto. <E' giusto che tu voglia saperlo... Ne hai il diritto. Se vorrai ti aiuterò a scoprire la verità.> [chakra: on]

22:59 Satoru:
  [Testa Hitomu] Quante emozioni provate in una sera soltanto, quante emozioni escono dal cuore del giovane genin utilizzando come tramite le sue parole, forse Kaori non lo sa, ma la sua sola presenza ha una funzione terapeutica per lui, la sua sola presenza lo fa stare meglio, anche i suoi silenzi sarebbero apprezzati, ma sembra che la donna, dal canto suo, abbia già vissuto sofferenze simili, poiché riesce a trovare tutte le parole giuste per metterlo a suo agio, per non farlo sentire solo, per farle sapere che lei è li con lui. Ecco che il respiro del giovane va via via a ristabilirsi, torna alla normalità, gli occhi sono ovviamente ancora lucidi e gonfi, rossi per il copioso pianto, ecco che la donna pone domande sulla questione degli insetti, questione che peraltro è l'unico punto di partenza che è rimasto al giovane per proseguire le ricerche, ecco che le sua labbra si schiudono rapidamente, il tono è ancora basso, ma lo sfogo principale è uscito dalle labbra e dal cuore del giovane, di conseguenza, nonostante sia triste, si può percepire come il tono stia lentamente migliorando umore. <La polizia ha parlato di un numero non sotto valutabile> una breve pausa per pensare se c'è altro, per poi riprendere. <sinceramente non so quanti fossero, ma se lo hanno riportato nei loro archivi sicuramente erano tanti> ancora non ci arriva, non fa ulteriori collegamenti per il momento, dopotutto il giovane è ancora annebbiato dalle emozioni negative che ha provato e che sta tutt'ora provando, indi, non è lucido al 100%, ecco che ancora aggiunge riguardo all'argomento. <Tra l'altro la casa, che apparteneva alla famiglia Buta, ma che era stata abbandonata da quella famiglia, è stata distrutta nella guerra contro Ryota> quindi la casa non è un elemento che può aiutarlo nella sua ricerca, dato che al momento, semplicemente, non esiste più. Ecco che la donna ora farebbe qualcosa di inaspettato, allunga il braccio dietro di lui e lo porta verso di Sè, abbracciandolo, Satoru ormai si è dimenticato cosa significhi essere abbracciati, ma soprattutto si è dimenticato il sentimento bellissimo e magico di sicurezza e affetto che si prova quando qualcuno ci abbraccia. Le guance del giovane arrossiscono leggermente, dopotutto non ha una confidenza così elevata con il mondo femminile, ma non si oppone alla presa, anzi, va a poggiare la testa proprio sulla spalla della special, ascoltando in silenzio le sue ultime parole, parole di conforto, parole che gli danno forza e coraggio, proprio le parole di cui aveva bisogno in questo momento. Nonostante le emozioni negative che prova dentro di sè, un leggero sorriso va a delinearsi sul di lui volto, sta finalmente trovando conforto, forse, in fondo, non aveva bisogno di molto, ma solo di qualcuno con cui condividere il dolore, qualcuno su cui contare, che riuscisse a farlo sentire meno solo. Le labbra si aprono nuovamente, per permettere alle parole di uscire. <Grazie> tono decisamente meno cupo, un tono ricco di speranza, un tono che racconta a parole il lieve sorriso che si è accennato sul suo volto. <Sei l'unica persona su cui so di poter contare> una breve pausa. <ti conosco da poco, è vero, ma sei la mia famiglia> parole forse estreme, dettate dal momento, ma nonostante appaia forte e determinato, sta sopportando un peso elevatissimo rispetto alla sua ancora tenere età, non ha nessuno, se non lei. Ecco che ancora aggiunge. <Mi aiuteresti a capire chi sono?> domanda retorica ovviamente che segue l'altrui frase. <Grazie, te ne sarei grata, ora come ora è la cosa più importante per me> ... <come posso costruire il mio futuro senza sapere il mio passato?> Insomma, ogni aiuto e ben accetto, vuole sapere chi sono i suoi veri genitori. Non aggiunge altro, si limita a restare ancora poggiato alla di lei spalla.

23:21 Kaori:
 Ha ragione. Se la polizia nel suo resoconto ha scritto esattamente così doveva trattarsi di un numero davvero considerevole di bestiole. Un numero preoccupante e che rendesse la cosa sospetta persino agli agenti stessi. Qualcosa che, in natura, dovrebbe essere insolito ed assurdo e che quindi porta la special jonin a tornare a quell'unico pensiero che le abbia sfiorato la mente all'udire di quel dettaglio circa la storia del fanciullo. <Uhm. Non conosco bene gli insetti, non so cosa potrebbe aver portato una simile quantità dentro casa tua, nè perchè siano tutti morti> rivela lei umettandosi le labbra mentre un alito di brezza fresca va scivolando dolciastro sui loro volti. <L'unica volta in cui ho visto un mucchio di insetti tutti assieme è stato quando ho combattuto contro un Aburame. Si dice che la loro particolarità sia proprio quella di sfruttare queste creature nei loro scontri, un po' come gli Inuzuka fanno con i cani> rivela lei volgendo su di lui lo sguardo ed ascoltando quella specificazione in più circa la sua vecchia casa ormai distrutta. <Potrebbe essere un punto d'inizio. Oppure non c'entrare affatto con questa storia... non saprei davvero> mormora lei sospirando appena. <Non sai come si chiamassero i tuoi genitori? O almeno tua madre? Nel rapporto non era scritto?> proverebbe a domandare lei, immaginando tuttavia che l'altro non abbia una risposta da darle: insomma, se sapesse chi fossero i suoi genitori non avrebbe bisogno dell'aiuto di nessuno per trovarli, no? Tuttavia magari nel rapporto che ha letto, o dalle informazioni che ha scoperto, potrebbe esserci qualche altro ulteriore indizio di cui lei non è a conoscenza e che potrebbe tornare utile: chissà? Kaori comunque cerca di sollevare un po' l'umore del ragazzo e va cingendolo appena col braccio per permettergli di trovar rifugio e riparo sulla propria spalla. L'accoglie, lo aiuta, lo stringe, cercando di donargli un po' di calore, un po' d'affetto. Un po' di semplice vicinanza. Il ragazzo sembra essere più tranquillo, ora, man mano che le parole son venute fuori e che le lacrime si son fatte strade sul suo viso. Il respiro è decisamente più regolare, la sua voce un po' più forte, un po' più speranzosa. Forse tutto ciò che gli serviva era qualcuno che l'ascoltasse, che camminasse su questo difficile sentiero assieme a lui. Forse, semplicemente, aveva bisogno di non sostenere da solo queste scoperte. Lascia che lui si rilassi, che trovi riparo sulla di lei spalla, e quando chiosa quelle parole Kaori si ritrova a sentire il cuore stringersi in una dolce morsa. D'istinto abbassa lo sguardo sul viso di lui posto contro di lei, l'osserva colpita, sorpresa e travolta da una sensazione d'affetto e vicinanza. <Sono felice di poter significare qualcosa del genere per te, Satoru. Essere un riferimento, un sostegno, una presenza di conforto è qualcosa di cui tutti abbiamo bisogno, ed è un onore sapere che trovi questo in me> gli dice con tono basso, dolce, sinceramente convinta di quelle sue parole. Forse famiglia è una parola troppo grande per lei, forse è dettata solo dall'emozione del momento, dal bisogno estremo di averne una che lo protegga da ciò che sta affrontando, ma non trova sia il caso di "correggere" il suo pensiero. Dopotutto non può sapere davvero cosa lui pensi di lei, se magari non veda davvero nei suoi lineamenti, nella sua presenza, quella di una specie di madre o di sorella maggiore. <Posso provare a farlo. Non abbiamo molti indizi da cui partire, ma possiamo provarci.> abbozzerebbe un sorriso gentile al suo indirizzo, andrebbe a ritrarre la mano posta a carezzare il suo viso per poi inspirare a fondo l'aria della sera. <Il tuo futuro non dipende dal tuo passato Satoru. Non necessariamente> tenterebbe di rassicurarlo lei almeno da questo punto di vista. <Il tuo futuro dipende dalle scelte che fai, non da chi sei. Il tuo futuro viene disegnato solo dalle sue azioni, non dal tuo sangue, ricordalo bene. Non lasciare che i tuoi dubbi o che questo mistero ti impedisca di andare avanti, non farlo. Puoi ancora costruire il futuro che desideri se lo vuoi> Se anche non avessero dovuto raggiungere la verità, se anche non avessero dovuto scoprire nulla di nuovo, vuole che lui sappia che niente è perduto e che la sua vita può ancora procedere come avrebbe desiderato. [chakra: on]

23:36 Satoru:
  [Testa Hitomu] Il giovane rimane in quella dolce presa, si gode quel momento, erano anni che nessuno più si occupava di lui, anni in cui lui era l'unico ad occuparsi degli altri, anni pesanti, anni che hanno segnato la sua vita, anni ha lo hanno messo alla prova ed inevitabilmente lo hanno fatto crescere, anni che lo hanno mutato drasticamente e che gli hanno fatto assumere quel comportamento tanto maturo che lo caratterizza nonostante la sua ancora tenera età. Ecco che egli ascolterebbe con attenzione le altrui parole, ed ecco che non appena ella parla dell'aburame qualcosa si accende in lui, il giovane va a ritrarsi rapidamente dalla morsa, si tira indietro, non perché lo voglia, ma per l'impulso che lo ha colpito, quella parola ha fatto scattare qualcosa nel suo cervello, qualcosa che non può aspettare a dire, qualcosa che forse può aiutare i due nella ricerca, ecco che infatti un lieve sorriso ancora si accenna sul suo volto, forse ha trovato la chiave di svolta, forse ha capito dove può cercare, ecco che solo in questo momento le sue labbra si aprono nuovamente, il tono è meno triste, sta ritornando alla normalità ed il suo corpo, come la sua mente, si stanno lentamente calmando, semplici parole che potrebbero facilmente raggiungere le orecchie della special. <Che scemo, non ci avevo pensato> una breve pausa, dopotutto il suo collegamento è un'ovvietà, un'ovvietà alla quale però non aveva pensato, appunto. <Tobimasu Aburame, l'uomo che ha salvato mio padre la sera in cui si è ferito ha utilizzato degli insetti per portarci in ospedale> Fin qua si limita a raccontare quelli che sono i fatti, ma ecco che ora aggiunge. <Forse la mia famiglia ha qualcosa a che fare con quel clan, forse discendo da loro, forse hanno ucciso i miei genitori> una breve pausa, ovviamente non può sapere, quindi si limita a fare le più svariate ipotesi. <Dovrei cercare maggiori informazioni, potrei parlare con loro> ovviamente si riferisce agli Aburame, anche se in realtà non sa dove trovarli. <dopotutto è l'unico indizio che ho, potrebbero sapere qualcosa> è l'unica pista che in questo momento gli rimane, l'unica che forse potrà seguire, aspetta comunque il consenso della donna o qualche informazione su dove reperire informazioni, sempre che lei le abbia. <purtroppo non ho idea di chi siano i miei genitori, non vi era nulla scritto a riguardo> Tutto qui, Satoru ha rivelato tutto quello che sa alla donna, non ha altre informazioni a riguardo. Ecco che ora il genin ascolterebbe con attenzione tutte le parole della special, tutte quante, dalla prima all'ultima, senza fiatare, attende, perché non vuole interromperla e vuole incominciare a parlare solo dopo che ella abbia finito. ecco che solo ora, dopo aver ragionato sulle altrui parole, si sente pronto per continuare, si sente pronto a parlare. <Hai ragione, sono le mie scelte e nulla di più, sono le mie scelte e quello che farò> una breve pausa, il tono è ora quasi solare, quasi propositivo, nonostante la sua tristezza interiore il suo tono appare più fiducioso grazie alle altrui parole. <Grazie, davvero, hai fatto più di quanto immagini> la ringrazia, di cuore, sente profondamente un sentimento di affetto nei confronti della donna, che forse gli può apparire come una sorella maggiore, più esperta e saggia, su cui poter sempre contare.

10:11 Kaori:
 I secondi scorrono, la notte avanza, e con essa il battito dei loro cuori. Satoru si riprende poco a poco fino a quando, d'un tratto, non va staccandosi di colpo dalla spalla della giovane fissandola quasi con fare basito. Kaori segue i suoi movimenti, ritrae le mani dalla sua spalla fissandolo con fare sorpreso, interrogativo. Ascolta le sue parole, la sua voce, e quel che dice ha effettivamente senso. <Come mai questo Tobimasu era lì con voi? Alla luce di quanto potrebbe essere accaduto è strano che proprio un Aburame fosse lì ad aiutare, no?> domanderebbe lei iniziando a tentare di vagliare qualche ipotesi. Se quel che dice Satoru è vero e il ragazzo stesso ha a che fare con quel clan in qualche modo fin dalla sua nascita, allora la presenza di quell'uomo, quella sera, potrebbe significare più di quanto non appaia. <E se in qualche modo non fosse un caso? Se fosse proprio lui la pista da seguire?> domanderebbe lei cercando di dare una mano al ragazzo sull'interpretazione di quanto gli sta accadendo. Non è sicura di niente, non sa davvero cosa potrebbe significare la presenza di quegli insetti e di quel Tobimasu, ma di sicuro sa che non l'avrebbe lasciato solo ad affrontare questa situazione. Annuisce quando l'altro va a dirle di non avere idea di quale fosse l'identità dei suoi genitori e si umetta lentamente le labbra. Nota come poco a poco l'altro risulti essere più deciso, quasi galvanizzato, quasi euforico all'idea di aver trovato un punto di partenza per le sue ricerche, per arrivare a scoprire quale sia la verità alle sue stesse origini. Kaori abbozza un sorriso dolce, gentile al suo indirizzo, puntando le iridi perlacee sul suo viso. E' sempre stato un ragazzo forte, di questo ne è convinta dopo quello che ha passato in famiglia, ma ora ne ha la prova definitiva. C'è stata una piccola botta d'arresto, una importante caduta che ha fatto vacillare le fondamenta sulle quali si è basata la sua intera esistenza fino ad ora, ma adesso è già in piedi, già pronto ad andare avanti, a combattere, farsi valere. Ascolta le sue parole, i suoi ringraziamenti, il suo tono più forte e solare e subito la Hyuga va a distendere maggiormente le labbra verso l'esterno. E' felice di averlo potuto ascoltare, felice di aver potuto costituire un aiuto per lui. Felice di poter essere stata lì al suo fianco quella notte. <Non devi ringraziarmi. Sono contenta di averti potuto ascoltare, di averti potuto vedere questa sera. Se hai bisogno di qualsiasi cosa per andare avanti in queste indagini, non esitare a chiedermi ciò di cui hai bisogno> gli sorride, dolcemente, prima di andare a darsi una spinta del corpo contro il basso e rimettersi in piedi. <Se hai bisogno di sfogarti ancora, di piangere oppure di arrabbiarti, scrivimi. Mandami una missiva, ed arriverò. Non sei solo Satoru. Non aver paura> e, con queste parole, andrebbe a tentare di porre una mano fra i di lui capelli scuri in una carezza gentile, accomodante ed accogliente. <E' stata una giornata faticosa, forse dovresti riposare su e decidere come proseguire queste indagini. Torniamo a casa, domani andrà senz'altro meglio> E, se il giovane avesse accettato la sua proposta, ecco che Kaori si sarebbe diretta assieme a lui verso la scala che conduce alla valle, al Villaggio, così da accompagnarlo a casa e dirigersi successivamente verso la propria abitazione. [END] [Scusa tantissimo, ci son state varie interruzioni OFF ç_ç]

10:32 Satoru:
 La notte è ormai profonda, cielo è nero, nero come la notte appunto e pare che questa notte abbia portato consiglio, o meglio, che Kaori abbia portato consiglio in questa notte, dispensando parole dolci, ma al tempo stesso aiutando Satoru a formulare le ipotesi riguardanti il suo passato e su quale pista basarsi. Il giovane ascolterebbe le altrui prime parole, ormai rincuorato e decisamente più in forma rispetto a prima, non perché il problema sia risolto, tutt'altro, ma almeno ora ha una pista su cui basarsi, si sente meno impotente, si sente pronto a darsi da fare, a dare il meglio di sé, vuole scoprire informazioni sul suo passato, la determinazione del giovane è tanta e sicuramente riuscirà nel suo intento. Ecco che labbra vanno a schiudersi ancora, permettendo alle parole di uscire, le parole ora escono dalla sua bocca lineari, niente singhiozzi, niente tentennamenti, niente di niente. <Ho chiamato aiuto a gran voce in quanto mio padre era svenuto> una breve pausa per pensare meglio a quella serata infernale. <Ho iniziato un massaggio cardiaco, ma senza il suo intervento probabilmente mio padre sarebbe morto> già, ha tentato di attuare un arte di pronto soccorso, perché dopotutto è ancora fortemente interessato alle arti mediche, solo che tutte le cose che lo stanno bombardando in questi giorni non gli hanno permesso di coltivare questa sua passione che, per il momento, deve ancora aspettare. Ma ancora aggiunge. <forse ha solo sentito per primo la mia voce> una breve pausa per ragionare su questo argomento, una breve pausa per tentare di capire se possa essere più di una semplice coincidenza, i pensieri frullano nella sua testa, pensieri su pensieri, ipotesi su ipotesi, sicuramente è una cosa da tenere in considerazione. <Si, in effetti è strano che proprio lui si sia presentato, non lo avevo mai visto prima> in effetti non lo aveva mai visto nella zona residenziale dove vive, che lo stesse seguendo? che stesse cercando proprio lui? Si tratta di semplici ipotesi, ma sicuramente è una spiegazione possibile, una fra le tante forse, ma l'unica su cui il giovane si concentra ora. <lo cercherò e gli andrò a parlare, forse lui può darmi maggiori informazioni sugli insetti trovati morti intorno a me> è deciso, farà così, ma ancora, prima di andare a cercare l'uomo, farà altro. <Domattina andrò in biblioteca, cercherò quante più informazioni possibili sugli Aburame> esatto, non vuole farsi trovare impreparato, solitamente lui anticipa le conseguenze e si mette avanti, preferisce agire d'anticipo, è il suo carattere dopotutto. Ecco che l'argomento ritorna ad assumere carattere emotivo, la donna si dimostra nuovamente pronta, gentile, dolce, disponibile, sicuramente sarebbe un'ottima madre, Satoru ascolta con cura e attenzione tutte le sue parole, le ascolta con attenzione e si sente davvero rincuorato da esse, la donna potrebbe vedere un bel sorriso delinearsi sul suo volto, un sorriso che sancisce il buon esito delle altrui intenzioni, ecco che il giovane andrebbe nuovamente a rispondere, la bocca si schiude, le labbra si aprono, le corde vocali vibrano e nel silenzio magico contornato dai solo rumori della natura la donna potrebbe sentire le seguenti parole. <So di poter contare su di te e fidati che per me vuol dire tanto, sei l'unica persona di fiducia che ho> la semplice verità, senza condimenti eccessivi, ma ancora <Proseguirò le indagini, ti terrò aggiornata e se avessi bisogno mi farò sentire> non si vergogna a farsi aiutare, anzi, tutt'altro, la sua umiltà lo porta ad accettare ed ascoltare i consigli delle persone più esperte e grandi di lui. La donna si alza, lui esegue lo stesso movimento, ella ha proposto di tornare a casa ed egli accetta di buon grado l'altrui proposta, dopotutto è stanco, sia fisicamente che emotivamente, perché è stata una giornata lunga, una giornata faticosa, una giornata in cui sia il suo corpo che il suo cervello hanno lavorato anche troppo, le ultime parole escono ora dalla sua bocca. <Si, è il caso di riposare, è stata una giornata faticosa> fatica che si può vedere sul di lui viso, segnato dalle lacrime e dalla fatica, egli si metterebbe al fianco della donna, seguendola sul sentiero di ritorno per il villaggio, scambiando ancora qualche parola durante il tragitto, per poi dividersi da lei e spostarsi verso casa. [End]

Satoru si trova al monte dei volti di pietra e sta piangendo per la recente scoperta sulla sua adozione. Kaori giunge sul luogo ed in un primo momento consola il giovane. I due iniziano a parlare della delicata questione, non mancano lacrime ed emozioni che investono i due. Dopo lo sfogo del genin i due parlano delle possibili piste che possono dare informazioni al giovane e questi trovano un nesso tra la sua storia ed il clan Aburame, nesso che sicuramente verrà indagato nelle giornate successive.

[Quarta per me]