Le belle amicizie

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15:05 Giusca:
  [Cascata] Non è proprio la giornata adatta per allontanarsi dalla sua stanza, ma nulla sembra fermare la curiosità del giovane genin, nemmeno la pioggia incessante nella terra del fuoco. Il cielo è plumbeo, il sole viene soffocato dai grandi nuvoloni grigi che si amalgamano tra di loro, formando un fitto strato che non lascia possibilità ai raggi solari di venir fuori. E infatti è la tipica giornata nella quale sarebbe meglio stare chiusi in casa e lasciarsi assalire dai pensieri, ma non ne può più, ha fatto una promessa ad Hitachi e a se stesso e proprio per evitare una situazione del genere, da vero depresso, se così si può dire, si è spinto fino alla Cascata dell'Epilogo. Come ci è arrivato? Ha ascoltato, involontariamente, il chiacchiericcio di alcuni ragazzini e informandosi ha chiesto alcune dritte sulla strada giusta per arrivarci. Indossa un kimono viola a fantasia lungo fino alle caviglie e chiuso in vita da una fascia tenuta ben stretta da un nodo. Le maniche larghe raggiungono metà mano, mentre ai piedi indossa un paio di calzari ninja di colore blu, aperti nella parte anteriore. Dallo scollo del kimono si nota una maglia a rete di colore nero. I capelli rossi e mossi sono lasciati morbidi. Al contatto con la pioggia poi si schiacciano completamente, costringendo la frangia a nascondere la fronte ampia. Ma anche il coprifronte di Kusa fa il suo sporco lavoro in questo caso, alleandosi con la pioggia. In braccio porta la sua marionetta in legno, tanto per cambiare. I suoi passi sono lenti, anche per la difficoltà nei movimenti dovuti al kimono bagnato che si fa più pesante. Tutto intorno un paesaggio nuovo per lui, un'immensa cascata si riversa con violenza in un lago dalle dimensioni altrettanto imponenti. La pioggia che cade incessante, crea un'armonia rilassante colpendo la superficie delle acque. Si guarda intorno, sembrerebbe il solo lì. Nessun pensiero nella sua mente.

15:31 Furaya:
  [•Cascata ~ Lago•] In quel del Paese del Fuoco, precisamente alla Cascata dell'Epilogo, la Consigliera s'avventura con calma estrema. E' uno dei posti che lei utilizza per calmarsi, anche solo per rilassarsi. Il rumore delle Cascate favorisce il relax di cui par necessitare, tant'è ch'essa è seduta alla riva opposta della Cascata che scende dall'alto. Le gambe sono piegate a mo' di indiano e fortunatamentel lo Yukata non è così corto come si pensi, e non si nota nulla fuorché le gambe nude. Indossa uno Yukata corto -per l'appunto- di colore nero, con fiori di ciliegio disegnati lungo il fianco sinistro dello stesso abito, risalendo dal basso sino all'altezza del seno. Una fascia violacea tiene stretto l'abito in vita e funge anche da sostegno per le due Katane che si porta dietro. Entrambe son poste contro lo stesso fianco citato poc'anzi, seppur una appaia più vecchia e consumata dell'altra. Lunga storia. Storia che lei non può, non vuole e non deve dimenticare perché nessuno l'ha fatto. Lei meno di tutti, portandone ancora i segni indelebili sulla pelle. La temperatura è migliorata rispetto agli altri giorni, quindi non indossa il solito haori con il simbolo del Clan, il quale è però riportato anche sullo Yukata, esattamente tra le scapole e in bella mostra. Tra i capelli, invece, sbuca il coprifronte della Foglia, lucido e riflettente i raggi solari. Attorno alla coscia destra, è tenuta la Tasca Porta Kunai e Shuriken, con le stesse armi al suo interno, e una Tasca Porta Oggetti è posta sul gluteo dal medesimo lato, facilmente raggiungibile dalle mani, nel caso in cui abbia bisogno di prendere dallo stesso qualsiasi cosa di suo bisogno. Appesa al collo, porta anche la catenina con il simbolo del Clan Uchiha, ricordo di Hanabi. Sul petto, nascosti dagli abiti, ci sono dieci Fuda Potenzianti, mentre altri due son tenuti sui rispettivi polsi. In essi, vi ha sigillato la Falce - a destra - e la Zanbato - a sinistra -. Queste due, comprese le Katane, son avvelenate. La schiena è diritta, le mani son poggiate sulle rispettive cosce. Dnado la schiena a qualsiasi altra cosa, non sembra ancora essersi accorta della presenza di Giusca. [Chakra ON]

16:01 Giusca:
  [Cascata] Fortunatamente ha smesso di piovere, ma i nuvoloni restano ancora fissi lì in quel cielo grigio. Si intravede qualche raggio di luce che timidamente si riflette sull'acqua e illumina l'ambiente circostante, così come il volto pallido di Giusca. E' bagnato fradicio, qualche goccia cola dalle punte dei capelli rigando le sue gote morbide e venendo assaporate dalle labbra sottili, che leggermente divaricate lasciano intravedere giusto gli incisivi dell'arcata superiore. Si guarda intorno, voltando il capo, un po' tremante a causa dei vestiti bagnati che al contatto con la pelle lo infastidiscono un pochino, alla ricerca di qualcuno o qualcosa su cui poter posare la sua attenzione e i suoi occhi cangianti. Proverebbe ad ascoltare altri rumori, ma inutilmente. Quello generato dalla cascata riesce a coprire tutto quanto, perfino il flebile canto degli uccellini che gli giunge alle orecchie di tanto in tanto. Proverebbe quindi ad aguzzare meglio la vista, notando in lontananza una figura di spalle, seduta sulla riva e posta frontalmente alla cascata. In un primo momento non sembra riconoscerla, quasi sicuramente è una figura femminile, i capelli lunghi e rosa però le ricordano molto quella donna conosciuta un po' di tempo fa di nome Furaya. Per quanto riguarda l'abbigliamento riesce solamente a intravedere il colore nero senza ulteriori dettagli e qualche arma. Si incamminerebbe verso di lei, cercando di non essere né troppo silenzioso, né troppo rumoroso, così che possa capire della presenza di qualcun altro lì, senza spaventarsi. <Ciao> direbbe, fermandosi alle sue spalle a circa qualche metro. Tono di voce calmo e tranquillo, tipico del ragazzo, di chi prova rispetto per gli altri.

16:24 Furaya:
 Rilassata, riuscita finalmente a trovare un modo e un posto per calmarsi e parlare con sé, sgomberando totalmente la mente da brutti pensieri e cattive abitudini, inspira ed espira regolarmente. La cassa toracica s’alza mentre lei prende quanta più aria possibile, la stessa che viene poi rilasciata sotto forma di anidride carbonica nell’espirare. La colonna vertebrale è diritta, i palmi son ancor poggiati sulle rispettive cosce. Le palpebre sarebbero chiuse, anche se non vi son raggi solari ad illuminare la zona e, quindi, niente che possa rendere la giornata fastidiosa relativamente per la Nara. Non che odi il sole, sia chiaro, ma la luminosità è eccessiva per la di lei pelle così chiara e pallida. Abituata e allenata com'è, i passi del Chikamatsu non dovrebbero essere un problema per la donna. E' pur sempre una Jonin e non s'è guadagnata quel titolo esclusivamente leggendo scartoffie e mettendo qualche firma qui e lì. Ha lottato, ha combattuto sin quasi alla morte e le cicatrici che porta sul corpo sono l'esempio lampante di come ciò non terminerà mai, di come il ricordo resterà sempre vivido nei ricordi della donna in questione. Riapre gli occhi con lentezza, girando il capo e metà busto oltre le proprie spalle -per quanto possibile- in modo tale da poter intravedere chi è appena giunto alla Cascata. < Oh, ciao. > Ribatte a sua volta, sorpresa di vedere uno dei pochi volti conosciuti. Per quanto l'abbia visto una sola volta soltanto, ha un bel ricordo di.. < Giusca.. > ..e del suo modo di vedere le cose. < ..come mai da queste parti? > Chiede in sua direzione, finalmente volgendo verso egli tutto il corpo, inginocchiandosi al suolo prima. Solleverebbe la gamba manca, con il destro ancor posato al suolo, la quale fungerà da perno per il resto del corpo. La pianta del piede poggia omogeneamente sul terreno, mentre spinge al contempo verso il medesimo per rialzarsi. Mancina mano sul ginocchio corrispondente, destra sul terreno. Raddrizzerebbe la colonna vertebrale, volgendo poi le iridi celesti verso Giusca, or che si troverebbe in piedi. Si pulisce le mani, nonché l'abito nella zona posteriore e attende, soltanto, una risposta da quegli con un piccolo sorriso a far da contorno. [Chakra ON]

16:43 Giusca:
  [Cascata] Finalmente la figura si volta verso di lui, con fare sicuro. Ora riesce a guardarla in viso. Carnato chiaro, capelli lunghi e rosa, occhi celesti. Un viso sicuramente familiare. E' sorpreso e al tempo stesso felice. Le sue labbra accennano un sorriso ben evidente, gli occhi si socchiudono mostrando la contentezza e la dolcezza del ramato. Tutti i muscoli facciali sono rilassati, seppur le goccioline che gli attraversano il viso, di tanto in tanto, porterebbero gli altri a credere che stesse piangendo. <Ciao Furaya, noto che ricordi il mio nome> la mano destra lascerebbe la marionetta nella sua gemella, appoggiata al petto, per raggiungere con il suo palmo la bocca che ora si divaricherebbe tutta per iniziare una risata di gusto. <Non lo so, mi piace visitare i luoghi che non conosco, ho sentito a Konoha di questo posto e mi sono avventurato> tornerebbe un pochino più serioso, ma mantenendo quel sorrisino simpatico sulle labbra sottili. La vedrebbe ora sollevarsi da terra con fare agile e movimenti precisi e fermarmi dinanzi a lui, posando il suo sguardo negli occhi cangianti di lui. La vedrebbe pulirsi le mani e il retro dell'abito, sul quale si era poggiata per terra, mantenendo un sorriso stampato sulle sue labbra. Le darebbe la possibilità di sistemarsi prima di continuare a parlare. <Tu invece come mai da queste parti? Non dirmi che volevi farti un bagno nel lago!> la stuzzicherebbe un pochino giusto per strapparle qualche risata. D'altro canto il loro precedente incontro è stato davvero particolare. Ha trattato svariati temi, da quelli più intensi e carichi di emotività, fino a quelli più superficiali che hanno fatto uscire un lato del carattere di Giusca che non sapeva di avere. Ormai rapportarsi con le altre persone comincia a risultargli più facile, per fortuna, anche se dipende dai giorni. In alcuni infatti è abbastanza lunatico e pensieroso, in altri, come in questo, ha la mente completamente priva di pensieri e riesce a godersi anche le cose più semplici.

17:07 Furaya:
 In piedi, frontale al giovane, riporta per un istante gli occhi in direzione del cielo, il quale si presenta ancora plumbeo e nascosto in parte da nubi scure, cariche di pioggia con molta probabilità. Piega lateralmente il capo, poi, abbassando le iridi azzurre sul volto del Chikamatsu, osservandone i lineamenti facciali, i capelli rossi e gli occhi altrettanto chiari da egli posseduti. < Ho una buona memoria, direbbe qualcuno.. > Chi non è dato saperlo, poiché probabilmente non lo ricorda neppure lei, il che appare come un controsenso, ma non siamo qui a leccare la criniera delle giraffe. < ..ma io direi che ricordo il nome e i volti delle persone con le quali ho avuto piacere di parlare. > Spiega in sua direzione, mantenendo un placido sorrisetto sul volto, non troppo disteso, ma neanche troppo stretto. Per chi la conosce da anni, quel sorriso appariva come un mistero. Raramente, ha avuto luogo e ardita dimostrazione esterna, forse troppo timida o anche perché memore di atteggiamenti ed insegnamenti sbagliati, d'un genitore per niente affidabile. < Konoha ha bei posti da visitare. > Ne conviene, annuendo un paio di volte alle di lei stesse parole. < Hai già visitato la Prateria della Memoria o il Monte dei Volti? > Chiede, poiché sono decisamente i luoghi migliori da visitare per chi non è ovviamente del Villaggio o viene fuori dallo stesso. Inoltre, la sua è mera curiosità, essendo la Consigliera del Villaggio della Foglia e non una semplice cittadina qualunque. Questo sta ad indicare che ci tiene particolarmente, senza alcun dubbio. < Io, tendenzialmente.. > Stringendosi appena nelle spalle, solare. < ..scelgo posti specifici dove potermi allenare o, come in questo caso, rilassarmi e non pensare a niente. La Cascata dell'Epilogo è uno di questi. C'è calma, tranquillità. E puoi sentire lo scrosciare della cascata che hai di fronte. Non un fastidio, non un rumore tipico della città. E' davvero molto bello. > E le di lei parole hanno anche qualcosa di relativamente poetico. [Chakra ON]

17:27 Giusca:
  [Cascata] Continua a fissarla, osservando con cura tutti i suoi movimenti, lo sguardo che viene portato al cielo prima di riposarsi sulla figura del rosso. Ascolta le sue parole, anche Giusca ha una buona memoria, ma spesso gioca il ruolo di chi non è un acuto osservatore, più che altro per insicurezza personale e per evitare figuracce. Resta sorpreso dalla risposta di Furaya, finalmente qualcuno comincia a dare un certo valore al suo modo di essere e alla sua figura. Si sente grato per questa importanza che, involontariamente, gli viene attribuita. Non è più il fantasma di un tempo, che cercava di rimanere all'oscuro di tutto e lontano da occhi indiscreti per la paura di essere giudicato e di stare male. Si sente a suo agio, quella ragazza non gli mette nessun tipo di timore e si mette al suo stesso livello in tutto, senza mostrare la sua evidente superiorità a livello di esperienze e titolo ninja. In più la calma con la quale dice ciò che pensa e la dolcezza che traspare dal suo viso, quel sorrisino timido che cerca di farsi strada sulle labbra che cercano di soffocarlo, lo fanno sentire accettato. La sua presenza lì, per altri, potrebbe essere stata un peso. Per Furaya invece non sembra così. Anzi, sembra davvero contenta di averlo rivisto. Continua ad ascoltarla, lasciandosi incantare dalla voce dolce, con attenzione, senza lasciarsi sfuggire nulla. <Si, la prateria l'ho visitata qualche giorno fa. E ti ho pensato. Ho pensato a quello che ci eravamo detti, ai tuoi amici. Poi ho avuto un piccolo crollo e... invece i monti dei volti lì ho visitati l'altro ieri. Ho incontrato un certo Hitachi, lo conosci? Mi ha fatto una bella lezione di vita, mi sono sentito un po' in difetto, ma mi ha aperto gli occhi> cerca di dire tutto con più calma possibile, tralasciando a metà il racconto della giornata nella Prateria della Memoria, forse perché ha paura di ricordare quel giorno e di essere di nuovo assalito dal passato, chi lo sa. La mano destra libera verrebbe portata sulla nuca per scostare quei folti capelli ancora umidi, facendo cadere qualche gocciolina sul kimono. Il capo si chinerebbe verso il basso, portando con sé lo sguardo che si perderebbe per un attimo nel vuoto. Poi per non dare troppo nell'occhio solleverebbe nuovamente il capo per fissarla negli occhi. <Capisco, anche io solitamente scelgo posti silenziosi e tranquilli. Sono gli ideali per liberare la mente e sì qui è davvero bello, sembra quasi un'altra dimensione. Un po' come il bosco di Shukosato, ci sei stata? Immagino di si> direbbe curioso.

17:53 Furaya:
 Attenta alle di lui parole, non si lascia sfuggire neppure un tentennamento altrui. E' raro che sia così affabile con delle persone, specialmente se sono sconosciute. Ha incontrato Giusca soltanto una volta, pertanto può comprendere il di lui modo di pensare, ma neanche nella totalità dei fatti, proprio perché non lo conosce abbastanza. Non le dispiace scavare negli animi delle persone, poiché è proprio lì che s'annidano i segreti più veri, alcuni anche più oscuri. Tuttavia, a volte, bisogna valicare un muro decisamente troppo alto, come spesso accade per chi vuole scavare nel cuore della Nara. Lei stessa, come una difesa personale, alza un muro invalicabile per far sì che nessuno possa andare oltre lo stesso. Certo, è indubbiamente sbagliato nonché nocivo per se stessi e per chi ci sta attorno. E' tutto frutto di insegnamenti non corretti per una ragazzina, per una bambina cresciuta da sola, avendo perso i genitori in giovane età -o così si supponeva, ma questa è una storia più lunga delle vicende odierne-. < Mi hai pensata? > Sorpresa, non è esulata dall'arrossire un poco sulle guance. Ma questo non è un problema, una sconfitta.. E' un trionfo! E' come quando ha avuto l'ardire di piangere per sfogare tutta la sua frustrazione. Vuol dire che dentro di sé è ancora umana, che non è cambiata, che non è gelida come il ghiaccio. Ovvio come non possa esserlo, quando alberga in lei lo Yoton bollente (?). Permettetemi la battuta pessima, dai. < Cosa intendi per piccolo crollo? > Aggrotta le sopracciglia, dispiaciuta da ciò che l'altro potrebbe dirgli a momenti, come se già prevedesse la piega che prenderà il discorso da lì a breve. < La Prateria non è adatto a rilassarsi, quanto più per ricordare i nostri defunti. E' un luogo sacro. > Specifica, seguendo quanto egli dice e proferisce ancora. < Non sono certa di conoscerlo, mi spiace. > Non l'ha mai visto né mai sentito, se deve essere onesta e sincera. < Ti andrebbe di dirmi cosa ti ha detto? > Chiede con fare dolce, come per altro appare esternamente. Ama andare d'accordo con qualcuno, soprattutto se -come specificato- riesce ad averci un dialogo esattamente come sta succedendo -di nuovo- con il Chikamatsu. Anche fuori Konoha, s'incontrano persone fuori dal comune e simpatiche come Giusca. < Esatto. Sembra fuori dal tempo e dallo spazio. Non so se gradisci le alte temperature, altrimenti anche i Monti Ardenti sono un ottimo luogo di meditazione e allenamento. > Parla per sé, stringendosi nelle spalle con un piccolo accenno di sorriso. < Forse per qualche missione, ma non l'ho visitato a fondo. > Il Bosco di Shukosato, intende, ovviamente, restando poi in silenzio. [Chakra ON]

18:20 Giusca:
  [Cascata] All'arrossire della ragazza, anche il giovane ramato fa altrettanto, dal tono di voce di lei si riesce a captare perfettamente tutto lo stupore e l'imbarazzo che sta provando in quel momento. Beh era inevitabile pensarla, si è ritrovato di fronte a quel grande monumento in ricordo dei defunti e subito ha pensato ai suoi amici, da lei citati nell'incontro passato. Resta in silenzio, si limita ad accennare un sì timidamente con il capo, fino a quando viene colto impreparato da quella domanda, un po' eccessiva, ma lecita. Alla fine se l'è cercata, forse era meglio trascurare certi dettagli. Ma Giusca è una persona spontanea, spesso quello che fa è guidato dal cuore. Non è affatto un calcolatore, non sa nemmeno cosa voglia dire, non è in grado di prendere in giro le persone, è diretto, schietto e spesso ne paga le conseguenze. E' titubante, non sa cosa dire, da un lato vorrebbe, davvero, ma dall'altro preferirebbe tenersi tutto dentro. Ha paura di non riuscire a controllarsi e di ripetere tutto quello che è successo nella prateria. Ma alla fine cede, quella ragazza lo mette così a suo agio che è una cosa inevitabile. Voce tremante, un po' confusa <Io, Io... nulla sono stato assalito dai pensieri, dal mio passato e ho avuto uno sfogo. A dire il vero non ricordo tutto con lucidità, sono stato colto un po' dalla rabbia, ma ricordo bene che non avrei voluto arrivare a tanto>. Se ne vergogna, sarebbe dovuta rimanere una cosa sua, un segreto. L'unica che era a conoscenza di ciò è la sua marionetta, che ora sembra fissarlo, lanciandogli occhiatacce di disappunto. Con quale coraggio potrebbe vederla negli occhi? Abbasserebbe di nuovo il capo, puntando lo sguardo sul burattino che ha in braccio, accarezzandolo con il palmo della mano destra per scusarsi per il torto che le ha fatto. Per un attimo non capirebbe nemmeno le altre parole che uscirebbero dalla bocca di Furaya, fino a quando l'argomento non cambia e comincia a trattare quello di un'altra figura, di Hitachi. Un po' è sorpreso, ha partecipato al torneo e lei stessa dovrebbe partecipare, quindi almeno di vista dovrebbero conoscersi. Ma preferisce non mettere i puntini sulle "i". <Mi ha detto che ho un modo sbagliato di approcciarmi alla gente, che non devo far capire agli altri di avere paura, di essere fragile, perché potrebbero approfittare di me. Che non riuscirei a salvare me stesso e le persone che amo e che non sarei un buon leader. E' stato un po' duro è vero, ma ha centrato il punto. Poi però mi ha offerto aiuto, mi ha detto che può insegnarmi e portarmi sulla via del bene. Che può rendermi più sicuro di me, un vero ninja. E' stato comprensivo sotto questo punto di vista e mi ha anche detto dove cercarlo. Penso che valuterò questa sua proposta, ma non voglio essere un peso per lui>. Forse si sta aprendo un po' troppo, d'accordo a primo impatto sembrerebbe una brava ragazza, ma effettivamente l'ha vista solo una volta, questa è la seconda e di lei non sa praticamente nulla. Ma Giusca è così, si fida a pelle. Poi il tono di voce dolce lo inganna, ha capito il suo punto debole. <Si ci sono stato proprio ieri, ho approfittato per allenarmi, se così si può dire. Ma nulla di che. Mi sono trovato abbastanza bene>. Lo sguardo ora si solleverebbe nuovamente e tornerebbe sulla ragazza dai capelli rosa. <Io ci sono stato un bel po' di volte ormai, la flora lì è veramente rigogliosa e l'atmosfera è mistica>. Un piccolo sorriso si disegna sulle sue labbra.

18:49 Furaya:
 Già. Anche per la Nara non è facile parlare o approcciarsi a qualcun altro. A volte, capita che faccia domande a sproposito, dando adito alla propria curiosità, esattamente com'è appena accaduto nel porre quella domanda inerente al crollo del Chikamatsu. < N-Non volevo.. > Balbetta, ponendo le mani davanti a sé, facendo intendere che può anche non rispondere, come per altro afferma. < ..puoi anche non rispondere, se non ti va. Non mi rendo conto di quanto possa risultare indiscreta delle volte. > Si stringe nelle spalle, abbassando le mani. Ci sono momenti in cui getta a terra quella maschera d'austerità che mantiene per via dell'essere un Consigliere, per via anche dell'età avuta. < Mi spiace. > Ammette, riferendosi alla risposta che il Chikamatsu dà alla domanda che la Nara aveva precedentemente posto al ragazzo, senza pensarci due volte al modus e a ciò che avrebbe potuto suscitare nel rosso. Non riesce a controllarsi, è come se fosse una bambina che vuol scoprire il mondo a tutti i costi e chieda sempre "perché?" al proprio genitore. < Quella marionetta ha un nome? > Nota il di lui modo di accarezzarla ed essendo di vitale importanza per un Chikamatsu, avendogliela già vista la precedente volta tra le braccia, la domanda or sorge quantomeno spontanea. Si gira verso la Cascata, successivamente, dando a lui il mezzo busto e il profilo. Osserva lo scosciare cheto della Cascata, inspirando l'odore del luogo con tranquillità apparente. Rilassa ogni muscolo del di lei corpo, eccetto quelli che le permettono -ovviamente- di restare in piedi, con la schiena diritta e le inferiori leve appena divaricate. < Sai.. > Sbatte le palpebre, rivolgendo le di lei iridi verso i propri piedi, sul terreno, prima di riportarli di nuovo in quelli altrui. < ..mi dissero.. > Non specifica chi né vorrebbe farlo, in realtà: si astiene, pertanto. < ..che per essere un ottimo Ninja, bisogna nascondere le nostre emozioni più deboli, facendosi guidare dall'istinto, dalla furia della battaglia, ma anche dalla tecnica. > Alza gli occhi al cielo plumbeo pomeridiano. < Io sono contraria. Bisogna capire quando esternare le proprie emozioni, poiché anche durante una battaglia si rivelano essere utili. > Lei la pensa così. < In parte, è vero, però. Bisogna sempre essere sicuri di se stessi, su questo non posso che dargli ragione. Se ti fidi di lui e pensi possa darti una mano, non farti scappare l'opportunità. Io lo farei. > Ammette, stringendosi nelle spalle, se soltando ne avesse la possibilità s'intende. < Oh, meglio così. > Per quanto riguarda i Monti Ardenti. < Davvero? > Sorpresa. < Non l'avevo mai considerata in questo modo. > La flora del Bosco di Shukosato. < Appena avrò un momento libero.. > Difficile, direi. < ..andrò a visitarla volentieri. > Conclude. [Chakra ON]

19:22 Giusca:
  [Cascata] Si dispiace a sua volta per il dispiacere che ora può leggere sul viso della ragazza e percepire nel suo tono di voce. Non voleva farla sentire in colpa in nessun modo e non voleva deprimerla con i suoi racconti poco felici. <Non preoccuparti, non è di certo colpa tua> cerca di calmarla, celando la sofferenza dietro ad un sorriso. <Si, forse è il caso che non continui il racconto, ma non perché non mi va, ma solo per il fatto che è meglio non ricordare e poi non voglio renderti triste con le mie storielle>. Si potrebbe captare tanta tristezza dalle sue parole. <Ti prego, non scusarti, sono io che dovrei chiedere scusa a te>. Un piccolo momento di pausa, prima di inspirare una grande quantità di aria per calmarsi un pochino e per rilassare i muscoli tesi. <A dire il vero no, non ho avuto modo di darle un nome, non ci avevo pensato> è un po' in difficoltà, è la seconda volta che qualcuno gli fa quella domanda. La osserva voltarsi, intenta ad ammirare la Cascata che continua il suo lavoro, senza tregua. La ascolta, mentre quelle piccole pause sembrano interminabili e gli fanno battere forte il cuore. E' curioso di quello che l'altra sta per dire, di sicuro qualcosa di profondo. Ecco in parte è contraria a quello che gli ha detto Hitachi, per lei non sempre bisogna nascondere le proprio emozioni, in parte però concorda con il discorso fatto dall'Uchiha. <Si, mi è sembrato davvero sincero, avrebbe potuto prendermi in giro o non darmi certi consigli. E poi non era tenuto a offrirmi il suo aiuto. Molto probabilmente mi farò aiutare da lui. Ti ringrazio Furaya, davvero>. Il tono di voce è dolce, sottile. Gli occhi si socchiudono in segno di gratitudine. Continuerebbe ad ascoltare il resto, facendo un cenno con il capo. <Ora scusami, ma si è fatto tardi, forse è il caso di andare, è stato davvero un piacere rivederti Furaya. Ti avevo promesso che sarei venuto al tuo combattimento, ma non posso permettermi di rimanere ancora per molto a Konoha, mi grava troppo economicamente. Spero si tenga in questi giorni, altrimenti farai finta di avermi lì a fare il tifo per te> terminerebbe tornando ad essere scherzoso, come all'inizio. Si volterebbe, dopo averla salutata con la mano destra e si incamminerebbe verso Konoha. [End]

19:52 Furaya:
 Non che sia colpa della Nara s'è fatta così, certo, tuttavia ciò non vuol dire che sia corretto nei confronti degli altri, come in questo caso con il Chikamatsu. Quantomeno, egli appare piuttosto comprensivo. Ne ascolta, infatti, e con attenzione, il dire, senza perdersi neppur una parola da quegli espressa. Annuisce, tra l'altro, alle di lui giustificazioni. < Non c'è bisogno che ti giustifichi. > Ribatte la Consigliera, affatto crucciata, ma cheta e accondiscendente. < Se non hai voglia di parnarne, basta soltanto dire che non ti va. Non faccio altre domande. > Si stringe nelle spalle, piegando subito dopo le braccia sotto il seno e restando ancor in piedi e frontale al giovane genin. < Ma, comunque sia, non mi renderesti triste. Mi piace ascoltare e dialogare, come già ti dissi. Altresì, non costringo nessuno a farlo se non si ha desiderio. > Le di lei parole vengono pronunciate con la sua classica calma, dal momento che non ha interesse né potrebbe mai sembrare troppo cattiva o infastidita dalla situazione. Rispetta le decisioni e i modi di fare altrui, a meno che non siano eccessivamente illogiche. In quei casi, infatti, si impone fin quando non ammette tutto ciò che lei crede, discordando da quelli altrui. È tutta un'altra storia, giacché si riconcentra sulle espressioni di Giusca. < È questo Hitachi che dovrai ringraziare, non me. > Sorride verso questi. < Io posso consigliarti, ma lui vuol prendersi cura di te, in un certo senso. > Ammette, alzando gli occhi verso il cielo ancor più scuro, volgente al tramonto. < Non preoccuparti, Giusca. Non so ancora quando si disputerà, probabilmente giorno [X]. > Mormora, cominciando anch'essa ad incamminarsi verso il Villaggio. < Buon viaggio, in caso. Spero di rivederti. > E scompare, infine, tra la sterpaglia e la tundra (?). [End]

Incontrandosi per caso, i due parlottano delle ultime novità, come se fossero amici di vecchia data.