Recuperare momenti, costruire rapporti.

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15:12 Kaori:
 Raramente si è sentita così tesa come in questo momento. Il tè sarà pronto a momenti, i biscotti sono stati sistemati sul tavolino del soggiorno in un piattino di vetro e la casa è in ordine. Raido è fuori ad allenarsi con il suo maestro nonché Mizukage della Nebbia e la madre di Kaori è fuori per alcune spese lasciando quindi modo alla giovane di ritrovarsi sola in casa propria. Non per molto, comunque. Approfittando della situazione ha pensato di mandare a Kouki una lettera per invitarla a passare da lei ed ora si sente estremamente ansiosa. Le ha proposto di aiutarla a studiare in ospedale eppure pensa che forse, prima di instaurare un rapporto sensei-allieva con lei, sia il caso di permettere ad entrambe di sentirsi più tranquille e a loro agio in reciproca compagnia. Così l'ha invitata per un té, per dare occasione a tutte e due di potersi conoscere, di poter legare. L'idea le era sembrata geniale in un primo momento, quasi catastrofica adesso. Non sa cosa dovrebbe dirle, di cosa potrebbero parlare e cosa potrebbero mai avere in comune ad eccezione di Raido. Il suono della teiera riscuote Kaori dai suoi pensieri portandola a dirigersi in cucina per toglierla dal fuoco e portarla in soggiorno su di un vassoio contenente, anche, due tazzine di ceramica bianca finemente lavorate e dipinte. Poggia il tutto sul tavolino basso al centro della stanza ove già aveva portato i biscotti e poi va a dare in un sospiro. Indossa, quest'oggi, abiti semplici e comodi di quelli che si usano solitamente in casa. Un maglioncino largo, morbido, traforato che arriva fino alle ginocchia andando a lasciare scoperta la spalla destra per via della taglia extra dell'indumento. E' di un giallo chiaro, leggero, e lavorato a maglia. Le maniche sono lunghe, larghe, e si restringono appena all'altezza dei palmi lasciando visibili le sole dita. All'anulare sinistro porta come sempre l'anello di fidanzamento di Raido mentre ai piedi porta semplici calzini bianchi. I capelli -che ora arrivano all'altezza delle scapole- sono ancora neri e ricadono morbidi lungo le spalle. Struccata, pettinata, senza alcun accessorio ninja a portata di mano ad eccezione del chakra che arde come sempre nel suo corpo. Attende l'arrivo della bambina torcendosi le dita con fare nervoso, sperando che quel pomeriggio non finisca col divenire semplicemente catastrofico. [chakra: on]

15:23 Kouki:
  [Esterno casa] La giovane Genin quest’oggi indossa i suoi soliti abiti leggermente più primaverili: pantaloni neri e dal tessuto morbido, lunghi fino a poco sotto le ginocchia e lì stretti mediante degli elastici, scarpe nere ai piedi e canotta blu infilata nei pantaloni. Sopra indossa un giubbino leggero e smanicato, di colore nero e tenuto aperto, mentre alle mani indossa i guanti ninja di colore nero a mezze dita. Gli stinchi, fino alle caviglie, sono avvolti da fasciature bianche, così come il torace, il collo, le spalle e le braccia fino ai polsi. Il tutto le dà l’aspetto di una mummia, ma tali bendaggi sono usati solamente per nascondere le cicatrici e i segni di bruciature che percorrono tutto il suo corpo, anche sotto ai vestiti. Carnagione candida, come una bambola di porcellana, sulla quale spiccano i neri capelli, lisci e lunghi fino al sedere, mentre la frangia nasconde appena il copri fronte di Kusa. Visino dai lineamenti infantili, ma duri… occhi gialli, grandi e magnetici. È sempre lei, sempre la stessa, con quella sua statura piccola data l’età giovane della bambina, la corporatura esile e sotto peso data la sua scarsa alimentazione e quelle leggere occhiaie sotto agli occhi. Alla coscia della gamba destra indossa il suo porta kunai e shuriken, mentre alla vita il porta oggetti… in entrambi vi è distribuito il suo equipaggiamento: sei shuriken, sei kunai, sei shuriken a spirale, ventotto fukumibari, una manriki-gusari, cinque bombe luce, un set da cinque fumogeni, cinque fuda con dentro sigillati in ognuno un tronchetto per la sostituzione, cinque tonici coagulanti e uno speciale, cinque tonici recupero chakra e uno speciale. Porta con sé anche i veleni. Insomma è vestita come al solito in tenuta da ninja, come se non avesse altro da mettere. Alla locanda dove alloggia le è stata recapitata una lettera, e dopo aver pensato ad un altro contatto con la kage di Oto, ha invece scoperto essere un invito da parte di Kaori. In un primo momento si è sentita esplodere di gioia nel petto, lì da sola nella sua stanza a noleggio, si è stretta quella lettera fra le braccia come se potesse assaporarne la consistenza. Persino la sua Voce è rimasta in silenzio, limitandosi a qualche commento ironico che però la bambina ha ignorato. Troppo felice… come in questo momento si sente fin troppo in ansia. Senza pensarci due volte è uscita e si è diretta verso l’indirizzo segnato, ma man mano che si è avvicinata ha sentito l’ansia crescere dentro di sé. Nervoso, paura… e se avesse rovinato tutto ancora una volta? E se le avesse fatto nuovamente del male? Così ora si trova dinnanzi a quella porta di ingresso, senza decidersi se bussare o meno. Nella mente il suo dilemma, quel suo vorrei, ma forse non merito. Quella sa felicità mista a dolore, quella sua paura di illudersi, abituarsi troppo al bello… dopo tutto poi sarebbe dovuta tornare a Kusa e probabilmente non avrà più modo di vedere Kaori. Forse dovrebbe non affezionarsi per rendere tutto più facile. Ma lo stesso discorso dovrebbe valere per Raido e Nahira. La piccola chiude gli occhi, andando a scuotere velocemente la testa, per scacciare tutti quei pensieri. Deve vivere il momento, lei può prevedere il futuro. Deve convincersi che tutto andrà bene. Prende un profondo respiro, gli occhi tornano a fissare la porta, quindi andrebbe a bussare un paio di volte con il pugno destro. Due colpi decisi ed espressione al momento tesa e seria. [Equipaggiamento: guanti ninja – Armi: 6 shuriken – 6 kunai – 6 shuriken a spirale – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 5 fumogeni – 5 fuda con tronchi – 5 tonici coagulanti e 1 speciale – 5 tonici recupero chakra e 1 speciale – 5 veleni composto speciale – 2 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C]

15:36 Kaori:
 Mentre i secondi passano e il silenzio della casa si fa quasi assordante, Kaori decide di iniziare a misurare ad ampie falcate il corridoio d'ingresso della casa, così da essere pronta ad accogliere la bambina in qualsiasi momento. Dalla porta fino alla fine della via e viceversa, con le mani intrecciate fra loro all'altezza dell'addome e l'espressione impensierita. Avrà fatto bene? Sarà stata una buona idea? Non lo sa, eppure sa che deve fare del suo meglio per potersi avvicinare a quella bambina, per poter quanto meno riuscire a capirla e conoscerla. E' importante per Raido, è una possibile parte del loro futuro e non può certo sfuggire al suo sguardo attento per sempre. Dopotutto l'ha già potuta incontrare varie volte in ospedale e ha potuto notare quanto sia una bambina attenta, meticolosa, sveglia e intelligente. Obbedisce sempre, fa tutto nel migliore dei modi ed è molto educata. A volte sembra quasi non capire bene certe situazioni con forti sfumature emotive, ma Kaori sa che quello dipende da quanto ha vissuto e che Raido le ha spiegato. Sembra una creatura estremamente sola e per questo, anche, desidera potersi avvicinare maggiormente a lei: così da poterle impedire di soffrire il dolore della solitudine ancora un altro giorno. Ecco dunque che la special jonin si ferma dinnanzi uno specchio posto nel corridoio d'ingresso osservando il proprio viso nervoso per qualche istante prima che un rumore ritmico e breve catturi la sua attenzione. Un bussare deciso, cauto, che va immediatamente a cogliere la di lei attenzione. Subito si dirige verso la porta andando ad aprire l'anta con un profondo sospiro silenzioso. Va aprendo la via di casa propria fino a ritrovarsi dinnanzi la figura della piccola Yakushi completamente bardata. Porta kunai, coprifronte, guanti ninja. <Ciao Kouki, benvenuta> la saluterebbe la Hyuga abbozzando un sorriso gentile, cordiale, spostandosi lateralmente di modo tale da permettere alla Yakushi di farsi strada dentro casa. <Prego entra, accomodati> la invita anche verbalmente andando ad allargare appena la mancina così da invitarla a lasciare la soglia alle proprie spalle. Se fosse entrata in casa sarebbe subito andata a richiudere la porta alle loro spalle per poi guardarla con espressione pacata, tranquilla, cercando di mettere a tacere l'agitazione interiore. <Se vuoi puoi toglierti la giacca, la appoggiamo qui> la accoglie gentile indicando l'attaccapanni vuoto al lato dell'ingresso. <Spero di non averti disturbato con questo invito improvviso, ma ho pensato che potessi sentirti sola lontana da casa e con Raido impegnato col torneo> aggiunge, poco dopo, cercando in qualche modo di mettere a suo agio la bambina. Oppure di impedire al silenzio di riempire la stanza e rendere tutto ancora più complesso. Una delle due. O forse entrambe. [chakra: on]

15:47 Kouki:
  [Esterno casa] Non sa cosa aspettarsi, non è mai stata invitata da nessuno in nessun posto, è un’esperienza totalmente nuova e sconosciuta per lei. Non sa come comportarsi e cosa dire, non è pratica di queste relazioni sociali, sa solo come essere educata e gentile. Solo in quel momento, lì, davanti alla porta, si rende conto che forse avrebbe dovuto portare qualcosa. Nonostante non sappia come ci si comporta, la ragazzina è un’ottima osservatrice. Vivendo per lo più per strada e passando lì la maggior parte del suo tempo, ha sempre avuto modo di osservare gli altri… i loro incontri, i loro modi di fare, le loro espressioni. Ha anche avuto modo di notare che qualche volta la gente bussa a casa degli altri con qualcosa in mano. Gli occhi si abbassano sulle proprie mani, i suoi palmi aperti e vuoti, costatando che non ha nulla. Velocemente, nervosamente, andrebbe a cerca nel proprio porta oggetto e nel porta kunai e shuriken. Cosa potrebbe dare? Un’arma? Un tonico? Un veleno? La sua affannosa ricerca viene comunque interrotta dalla porta che si apre, e le mani vengono portate ad intrecciarsi dietro alla schiena. Il viso si alza, gli occhi si puntano sul viso di Kaori il quale fa nascere in lei un sincero e piccolo sorriso. <Ciao.> un sussurro infantile, impacciata ed emozionata. Non vuole rischiare di chiedere aiuto all’Altra, di richiedere un poco della sua freddezza, perché rischierebbe di rovinare tutto. Risponde a quel suo saluto, ricambiando il sorriso, per poi puntare il suo sguardo verso l’interno della casa. Sembra accogliente, calda, e l’invito della ragazza ad entrare la scuote pian piano da quel suo rimanere immobile sulla soglia. <Uh, si.> ed ecco che la piccola fa il suo ingresso, si guarda intorno cercando di scrutare ed analizzare ogni cosa con quei suoi occhi. Fin troppo meccanica ed improntata sull’essere ninja, ogni volta deve analizzare l’ambiente in cui si trova. Lo sguardo va ora all’attaccapanni, quando l’altra glie lo indica per togliersi la giacchina. <Okay. Grazie.> educata, si, ma fin troppo presa dalla tensione. Così tanto da sembrare quasi un automa. Andrebbe così a togliersi la giacchia, per poi mettersi sulle punte dei piedi ed allungarsi verso l’attaccapanni per appendere il proprio indumento. Rimane così con quella canotta blu e le fasciature a coprirle la pelle nuda. <Mi ha fatto molto piacere, mi ha colto di sorpresa. Ma sono stata davvero felice anche se adesso sono un po’ tesa.> ammette senza problemi, sincera ed abbozzando un piccolo sorriso sghembo. <E’ una situazione nuova, non so come comportarmi. E poi… ecco… non ho portato niente.> si sente quasi in colpa e lo sguardo va a puntarsi sul pavimento della casa, mentre le dita delle mani vanno a torturarsi tra loro, nervosamente. Torna a guardarsi intorno, rimanendo ferma immobile lì dove si trova, infine i suoi occhi tornano sulla figura di Kaori… così semplice, decisamente poco ninja in quelle vesti. <Come stai?> una domanda sincera, che le nasce spontanea, mentre si perde ad osservare quel suo volto così dolce. [Equipaggiamento: guanti ninja – Armi: 6 shuriken – 6 kunai – 6 shuriken a spirale – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 5 fumogeni – 5 fuda con tronchi – 5 tonici coagulanti e 1 speciale – 5 tonici recupero chakra e 1 speciale – 5 veleni composto speciale – 2 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C]

16:00 Kaori:
 La casa di prospetta, sotto gli occhietti gialli della bimba, piuttosto tradizionale. Un lungo corridoio d'ingresso s'affaccia sulla destra su un soggiorno ampio e luminoso con una grande finestra ed un affaccio in una cucina piccola e accogliente. Sul lato sinistro del corridoio, in fondo, c'è un piccolo bagno mentre esattamente opposte alla porta d'ingresso ci sono le scale che portano al piano superiore dove si trovano le camere da letto. I colori predominanti sono il bianco delle pareti e il legno chiaro dei pavimenti e del mobilio, mentre le porte son costituite, per lo più, da carta di riso e struttura in legno di ciliegio. L'ingressino è piccolo, pulito e composto da uno spazio in pietra grigia dove poggiare le scarpe appena entrati ed un gradino che dà il via al corridoio. Un mobiletto con su qualche foto e delle chiavi è posto alla destra, contro il muro, mentre sulla sinistra vi è l'attaccapanni. Lascia che la bimba si metta comoda e nota come sembri piuttosto tesa, meccanica nei suoi movimenti e nel suo dire. Forse è nervosa anche lei come Kaori stessa? Ode la sua voce, le sue parole, ed un sorriso sincero si apre sulle labbra della special jonin. <Oh beh, siamo tese in due allora. E' una situazione nuova anche per me> ammette la ragazza sentendosi un po' più leggera dopo quell'ammissione. <Però, ecco, ci tenevo a riparare a quella sera al chiosco. Mi sono comportata davvero male e non avevo ancora avuto modo di scusarmi fra il torneo e i turni in ospedale, perciò... beh, scusami tanto> Lo fa ora, si china appena col busto e col capo allungando le braccia verso le ginocchia. Non vuole che la bambina si senta responsabile o colpevole per la sua fuga di quella sera, non vuole che pensi ancora di non essere voluta. Non è stata colpa sua e lei non aveva mai avuto una occasione chiara per dirglielo. Si rialza quindi, a quel punto, tornando in posizione eretta e ascolta il resto del dire della piccola con fare intenerito. <Non c'era bisogno di portare nulla, davvero. Sono contenta che tu sia venuta, mi basta questo> dice cercando di metterla a suo agio prima di muovere qualche passo verso il corridoio. <Vieni, mettiamoci comode. Ho preparato del té, se ti va> la invita a seguirla verso il soggiorno sulla destra. La stanza è grande luminosa, con la finestra leggermente aperta ed un tavolino basso circondato da vari cuscini dove sedersi. La teiera è fumante, le tazzine riposte ancora sul vassoio così che le due possano accomodarsi dove preferiscono attorno al tavolino. Kaori si siede su uno dei cuscini con le gambe piegate sotto il corpo, le ginocchia a puntare dritte dinnanzi a sé. <Oh beh... un po' stanca. Sto lavorando molto in questi giorni in ospedale e mi sto allenando fuori da esso in vista dell'incontro col Rikudo Sennin. Sono molto nervosa> rivela la ragazza pensando al momento in cui si sarebbe trovata ad affrontare Akendo in persona. <E tu? Come stai?> domanderebbe, a sua volta, verso di lei, puntando le iridi perlacee sul suo viso. [chakra: on]

16:23 Kouki:
  [Salotto] Osserva con cura ed attenzione quello che si trova davanti agli occhi. Un enorme soggiorno sulla destra, con tanto di tavolino basso e cuscini sparsi intorno. Un’ampia vetrata che rende quel luogo decisamente luminoso, così strano e lontano dai posti in cui è solita stare la piccola. Una cucina che si affaccia sul soggiorno, mentre dall’altro lato, in fondo al corridoio un’altra porta che non sa a cosa conduce, forse un bagno o uno sgabuzzino. Infine delle scale che salgono al piano superiore. Lo sguardo della ragazzina si fa piacevolmente stupito nell’osservare la casa, i colori e gli arredi. Tutto così diverso da lei, ma che sembra rendere luminosa anche la propria testa. Di sicuro non le fa poi molto bene stare in luoghi piccoli e scuri, nonostante ci si trovi comunque a suo agio. <E’ bella la tua casa.> commenta sincera, andando ad osservare ancora per un po’ la zone intorno a lei. Si volta nuovamente verso Kaori, ascoltando quelle sue prime parole e ritrovandosi sorpresa, confusa nel sentire che sia qualcosa di nuovo anche per lei. <Non sei mai stata invitata a casa di nessuno?> domanda inclinando leggermente la testolina di lato e lasciando spostare così anche quella cascata di capelli neri. Le successive scuse di Kaori la prendono un po’ di sorpresa… non si aspettava quello, dopo tutto non è colpa della ragazza. Lei si inchina e la ragazzina scuote la testa. <Sono stata io a rovinare tutto. Sono stata velenosa e subdola. Mi dispiace per averti ferita.> ammette infine con sincerità… certo era stata l’Altra a dire e a comportarsi in quel modo, ma è comunque sé stessa, quindi una sua colpa e responsabilità. Più una responsabilità, ecco. <La tua reazione è stata più che giusta, tranquilla.> le sorride, sembra volerla rassicurare, ma alla fine è lei che la mette a proprio agio, rassicurandola sul fatto che non c’era bisogno di portare nulla. <Oh, okay. Ho visto che a volte le persone portano qualcosa quando bussano a casa d’altri. Pensavo fosse una regola.> in seguito andrebbe a togliersi le proprie scarpe, rimanendo a piedi nudi, quindi seguirebbe la donna nel salotto. <Il thè?> gli occhi si posano sulla teiera, le tazzine… un altro sorriso affiora sulle sue labbra. Il thè le piace, delicato e poco impegnativo. <Mi piace, che fortuna.> fortunatamente non deve rifiutare nulla, il proprio stomaco sembra voler accettare di buon grado quella bevanda. La piccola va a sedersi dunque di fronte a Kaori, posando le proprie ginocchia sul cuscino ed appoggiando il sedere sui talloni. <Grazie per il thè.> educata e composta, schiena dritta e manine appoggiate delicatamente sul bordo del tavolo. Va ad ascoltare la risposta alla sua domanda e quindi annuisce. <Lo conosci il Sennin? Deve essere una persona davvero molto forte, io non vedo l’ora di vederlo in azione.> ammette con sincerità, per poi andare a rispondere alla domanda che le viene posta. <Io sto… bene. Cioè, né bene né male, sto normale, come al solito. Fisicamente non ho niente che non vada, mentalmente ho un bel po’ di pensieri.> una risposta sincera e molto logica, ha voluto analizzare e distinguere per bene come si sente al momento. Ancora non si smuove per prendere la tazzina o il thè, aspettando un cenno e il permesso della ragazza. [Equipaggiamento: guanti ninja – Armi: 6 shuriken – 6 kunai – 6 shuriken a spirale – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 5 fumogeni – 5 fuda con tronchi – 5 tonici coagulanti e 1 speciale – 5 tonici recupero chakra e 1 speciale – 5 veleni composto speciale – 2 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C]

16:50 Kaori:
 <Ti ringrazio> sorride Kaori a quell'iniziale complimento da parte della bambina per poi udire quella sua domanda. <No, non è questo... cioè sì, sono stata invitata qualche volta, ma... beh, intendevo il nostro... ehm... rapporto> Ecco, sì, iniziamo bene. Si è già incartata e Kouki è in casa da meno di cinque minuti. Fantastico. Brava Kaori, continua così! Comunque cerca di sistemare la situazione e correggere il tiro andando a tentare di mettere l'altra a suo agio e, quando ode le parole della bambina, va subito ad osservarla con fare colpito, stranito, chiedendosi se ella dunque sia cosciente di ciò che accade nella sua mente quando E-001 prende il sopravvento. Non ha capito benissimo la sua situazione, ha potuto solo leggere quanto Raido le ha lasciato scritto per missiva, ma pensava che quando una delle due aveva il controllo del corpo allora l'altra fosse come assopita. <No, Kouki, non è così. Non è stata giusta, non dovevo farlo> ammette la ragazza sospirando appena, passandosi una mano fra i capelli. <Dovevo essere io l'adulta della situazione e invece sono stata scortese. Ma ci tenevo a farti capire che nonostante quello che è successo quella sera non voglio evitarti o escluderti dalla mia vita. O quella di Raido> cerca di dire la giovane tentando di affrontare quello spinoso momento nel modo più cauto e chiaro possibile. <Volevo cercare di mostrarti che ci sto provando, ecco. A... a stabilire un legame o comunque a conoscerti> Le labbra tenterebbero di andare a distendersi verso l'esterno mentre il colorito pallido del viso si tinge d'un tratto di un rosa più acceso. <Oh uhm... beh, non è proprio una regola. Diciamo che può essere un gesto di cortesia. E' visto come una gentilezza. Ma non è una cosa obbligatoria da fare> le chiarisce la cosa al meglio delle sue possibilità prima di guidarla verso il soggiorno. A quanto pare ha fatto una cosa buona decidendo di preparare del té e la cosa la solleva. Di tutte le piccole pessime figure fatte finora con lei forse ha anche fatto qualcosa di giusto, qualcosa di carino. La stanza si rivela essere piuttosto calda ora che la primavera è ormai sbocciata e le due si siedono attorno al tavolino con fare tranquillo. Kaori dispone le tazzine dinnanzi ad entrambe e quindi va versando un po' del caldo liquido ambrato in ambo le chicchere lasciando in mezzo ad esse il piccolo piattino coi biscotti. Sono semplici, fatti di pasta fresca, e con una sorta di decorazione gommosa alla frutta al centro. <Prendi pure i biscotti se vuoi, non fare complimenti> la invita quindi cercando di essere ospitale prima di udire la domanda della piccola circa il Rikudo. <Oh... beh, l'ho conosciuto. L'ho incontrato una volta, mi ha dato dei consigli su una situazione difficile. E' una persona... strana.> rivela e ammette lei ripensando a quello strano individuo. Mistico e terreno al tempo stesso, un punto fisso nel tempo, un uomo come tanti. <Ma sì, sicuramente è molto forte> conferma poi con un sorriso prima di andare a portare alle labbra la tazzina bianca. Beve un sorso ascoltando attentamente le parole della piccola circa le sue condizioni e si ritrova ad aggrottare appena le sopracciglia quando l'altra le rivela di avere molti pensieri per la testa. <Se hai bisogno di un consiglio o semplicemente di parlarne sentiti pure libera di dirmi o chiedermi ciò che preferisci, Kouki. Se posso aiutarti mi farebbe piacere farlo, davvero> cerca di offrirle la propria mano, il proprio sostegno, depositando nuovamente la tazza nel piattino e accennando un mezzo sorriso timido. Osserva i lineamenti della piccola, il suo viso delicato, le spalle minute e nota quanto siano folti e lunghi i suoi capelli. Considerando il caldo nella stanza e la temperatura della bevanda, avrebbe rischiato di sentire davvero troppo caldo di quel passo. <Mhn. Se i capelli ti danno fastidio posso darti un elastico. Magari legandoli in un treccia ti peseranno di meno addosso> prova a dire la ragazza inclinando il capo verso la spalla sinistra, osservando al contempo la piccola con fare sereno. [chakra: on]

17:15 Kouki:
  [Salotto] È una strana ma bella situazione. È tutto così tranquillo, luminoso, caldo. È decisamente il primo luogo accogliente in cui sia mai stata, dato che persino alla magione degli Yakushi c’è qualche scelta poco azzeccata dell’arredamento. Che sia scuro o meno non le importa, ma che almeno l’arredamento sia carino. Comunque ora la mente della ragazzina sta decisamente divagando, scuote appena la testa e riporta il proprio sguardo sul viso della ragazza di fronte a sé. Come si fa per conoscersi? Le prima parole di Kaori la colgono un attimo impreparata. <Il nostro rapporto?> corruga appena la fronte, non capendo, ma poi qualcosa le torna chiaro, almeno per lei. <Oh, si, capisco.> abbassa appena il viso, senza aggiungere altro. In effetti c’è sempre stata tensione, qualcosa che la piccola non avrebbe mai voluto causare, e non sa proprio come rimediare a questo. <Mi dispiace, so che a volte non mi comporto bene. E la mia presenza ti mette a disagio, ma non vorrei, davvero.> se la sua Voce ridere nella testa, ma in risposta la ragazza compie un sorriso verso Kaori. Non vorrebbe emanare tutte quelle sensazioni sgradevoli e spera di riuscirci un giorno. In silenzio poi ascolta l’altra che mette in chiaro il suo punto di vista, ma la ragazzina continua a scuotere la testa lentamente. <Ritengo sia stata comunque una reazione normale… insomma, non mi conoscevi e ti sei ritrovata forse a sprofondare in qualcosa che sentivi troppo grande.> dice la sua, senza problemi, se poi si sbaglia sarà l’altra a correggerla. <Insomma so che è difficile avere a che fare con me. Non lo augurerei a nessuno, rischio continuamente di fare del male a chi mi sta accanto, anche se io non lo vorrei.> una piccola pausa, durante la quale va ad abbassare lo sguardo. Le parole dell’altra vagano nella sua testa e lei le assimila con cura. Quando lei chiarisce che vuole stabilire un legame, velocemente gli occhi vengono alzati e puntati sul viso dell’altra, raggianti. È una notizia che la solleva, la rende più leggera e felice. <Io… anche io lo voglio!> il tono della voce si alza leggermente, più allegra ed emozionata. <Cioè… mi piacerebbe.> un legame come quello che ha con Nahira, anche se unico nel suo genere… anche se in fondo, dentro di sé, vorrebbe qualcosa di diverso, più profondo. Ma quello rimane un desiderio che forse non pronuncerà mai. Si siedono dunque attorno al tavolo, e la ragazzina osserva le movenze dell’altra che va a riempire le tazzine di thè, e il centro del tavolo di biscotti. Li osserva, quei biscotti, mentre il proprio stomaco inizia a ribellarsi. <Li hai fatti tu? Sono belli.> commenta accennando un piccolo sorriso, per annuire a quell’invito a servirsi. Lentamente andrebbe prima però a sfilarsi i guanti dalle mani, andando poi a riporli nel porta oggetti… fa caldo effettivamente, ma non può certo togliersi le bende dal corpo, almeno i guanti si. Infine andrebbe a prendere la tazzina con la mano destra per poi sollevarla e portarla alle proprie labbra. Soffierebbe un po’ di volte, prima di assaggiare in maniera decisamente pacata ed elegante quel thè. Si sente rigenerata nel sentire quel liquido dorato scivolarle lungo la gola, fino allo stomaco. Chiude gli occhi e sorride. <E’ davvero buono.> c’è sincerità nel suo tono, e una vasta serenità. Ascolta le parole di Kaori riguardo il Sennin, andando ad annuire, per poi sorriderle. <Strano… e forte. Pensi che potrai tenergli testa?> non conosce esattamente il livello di forza dei due, quindi chiede direttamente a lei, curiosa. Infine ascolta quelle sue ultime parole, rimanendo in silenzio fino a quando non le offre un elastico. < Si, in effetti un elastico sarebbe comodo. Ma non so fare la treccia.> è già tanto che sa farsi una coda alta. Lo ammette con un po’ di vergogna, abbassando lo sguardo sul thè e poi sui biscotti… dovrebbe davvero assaggiarli. <I miei dubbi? Ecco… non so, io non vorrei rovinare ancora tutto. Metterti a disagio o farti paura. Hai preparato tutto questo per me e mi riempie di gioia. Ho ricevuto quel tuo invito e mi sono stretta al petto la lettera dalla felicità.> allunga una manina per prendere uno dei biscotti e guardarlo attentamente. <Vorrei parlare di molte cose, ma non so poi cosa potresti pensare di me.> ammette infine una delle sue grandi paure. [Equipaggiamento: guanti ninja – Armi: 6 shuriken – 6 kunai – 6 shuriken a spirale – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 5 fumogeni – 5 fuda con tronchi – 5 tonici coagulanti e 1 speciale – 5 tonici recupero chakra e 1 speciale – 5 veleni composto speciale – 2 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C]

17:49 Kaori:
 Quando Kouki va pronunciando quel primo dire Kaori si ritrova immediatamente allarmata. Subito impallidisce andando a sgranare gli occhi e agitare le mani dinnanzi a sé con fare nervoso, agitato, intuendo di aver decisamente lasciato intendere qualcosa di sbagliato. <No no no no no no! Non è quello che intendevo!> cerca di dire frettolosamente onde evitare che quell'idea malsana vada mettendo radici dolorose nella mente della piccola. Si umetta le labbra agitata passandosi una mano fra i capelli, nervosamente, cercando il modo migliore per spiegare il concetto che non era riuscita bene ad esplicare poco prima. <Non ti sei comportata male Kouki e non mi metti a disagio. Non tu, almeno.> inizia col dire la Hyuga cercando di procedere per gradi. E' un argomento complesso da affrontare, specialmente considerando l'età della sua controparte e la sua predisposizione a non comprendere appieno quanto riguarda i sentimenti e le situazioni di vita comune. <E' la situazione che si è venuta a creare attorno a noi. Vedi... quando Raido quella sera ha avanzato quella proposta circa... l'esser tutti parte di un'unica famiglia...> la voce è tesa, le parole vengono accuratamente selezionate e calibrate onde evitare di mal volgere una volta ancora i suoi pensieri. <Non ha tenuto conto di alcune cose. Ha agito di fretta. Lui è molto legato a te, vuole proteggerti e vederti felice. Vuole essere un... padre, per te> è la prima volta che pronuncia ad alta voce quella parola, soprattutto con la bambina. <Ma nel cercare di trasmetterti questo non ha pensato al fatto che io non ti conoscessi. Che io non potevo sentirmi una madre per te perchè non ti avevo mai vista prima. E questo ha complicato le cose... perchè se avessi detto questo, in quel momento, sarei parsa cattiva. Sarei apparsa come una specie di porta sbarrata verso di te e non voglio che tu mi veda in questo modo.> spiega la ragazza con una certa difficoltà, non sapendo bene se effettivamente le sue parole riescano a spiegare appieno quel che prova. <Ho bisogno di conoscerti e di affezionarmi a te prima di poter pensare di essere una famiglia. Non voglio che tu ti senta esclusa, o che ti senta allontanata da me... ma voglio avere del tempo per legarmi a te. E questa situazione ha portato ad un rapporto strano fra noi... insomma, è la prima volta che riusciamo a parlare così tranquillamente da sole, no?> Spera di essere riuscita a trasmettere alla bambina i suoi sentimenti e pensieri senza ferirla, di non aver rovinato tutto con un discorso troppo grande e complesso. Spera davvero di non averla ferita ma di averle permesso di capirla un po' più a fondo. Si è aperta lei, non senza una certa difficoltà, e si augura davvero che questo non abbia incrinato ancor di più il loro rapporto. <Tutti facciamo involontariamente del male a qualcuno. Non è stata colpa tua, quel giorno. Io e Raido abbiamo agito d'istinto per motivi diversi e tu ci sei finita in mezzo. Credimi, sei l'ultima a doversi sentire responsabile per quanto successo> tenta di indirizzarle un sorriso gentile, cordiale, mentre d'istinto la destrorsa sarebbe andata a poggiarsi fra i suoi capelli per carezzarli con fare rassicurante. Il successivo dire di Kouki porta Kaori ad aprirsi in una espressione più leggera, più sollevata, soprattutto grazie al tono sincero e felice della bambina. Sembra che anche lei desideri compiere qualche passo verso la sua direzione e questo sicuramente è un buon inizio per il cammino che si è preposta di seguire. Si accomodano tranquillamente, senza fretta, iniziando a sorseggiare il tè caldo mentre parlano del più e del meno e di biscotti. Kaori sorride annuendo appena col capo. <Sì. Non sono buoni come quelli di mia madre, però non dovrebbero essere male> dice tranquilla e con fare sereno prima di permettere alla piccola di gustarsi la sua bevanda. Parlano, chiacchierano e quando quella domanda giunge la Hyuga si ritrova a storcere le labbra con fare pensoso. <Penso di no. Lui è un ninja incredibile, il suo potere nasce e muore nella leggenda. Forse è il guerriero più forte attualmente in vita nei territori ninja, è un avversario temibile. Ma di sicuro farò il possibile per metterlo in difficoltà, per durare il più possibile. Ho già preparato il borsone con i ricambi per l'ospedale> ammette seria in un primo momento per poi usare un tono amaramente ironico verso la fine. Ci scherza su, certo, ma la valigia l'ha preparata davvero. Quando la bambina poi le rivela di non saper fare la treccia ai capelli Kaori va schiudendo le labbra e osservandola in silenzio per un attimo. Il pensiero che nessuno le abbia mai insegnato come fare la colpisce dritto al cuore e subito va muovendosi d'istinto. <Aspetta un momento> le chiede alzandosi per poi correre di sopra verso la sua stanza e andare ad afferrare da essa un piccolo astuccio dove conserva elastici, pettini e fermagli per i capelli. Ritorna al piano di sotto dopo pochi minuti reggendo l'astuccio fra le mani e andrebbe ad avvicinarsi a Kouki. <Te la posso fare io, se vuoi> le proporrebbe con fare morbido, basso, e un po' timido. Se Kouki avesse accettato Kaori sarebbe andata a sedersi alle di lei spalle inginocchiandosi sul pavimento con l'astuccio poggiato al suolo al suo fianco. Sarebbe andata a pettinarle la chioma con uno dei suoi pettini, ciocca per ciocca, assicurandosi così di non farle del male. Quindi, a quel punto, sarebbe andata a suddividere i suoi capelli in tre grandi ciocche corvine mentre avrebbe preso ad ascoltare le parole di Kouki sulle proprie condizioni. Ferma per un attimo il suo fare tenendo le tre parti dei suoi capelli ferme fra le dita, separatamente, andando a cercare di sporgersi verso la sinistra della bambina e osservarla in viso. <Kouki, non hai rovinato nulla. Non rovinerai nulla. Io voglio conoscerti e conoscere qualcuno vuol dire imparare a scoprire i suoi lati belli ed anche quelli meno belli. Qualunque cosa tu possa dire non mi vedrai scappare da quella porta a gambe levate, okay?> cerca di sorriderle, di incoraggiarla a parlare senza timore, prima di tornare col tronco dritto alle spalle della bambina -se mai lei avesse acconsentito a farsi sistemare i capelli da Kaori ovviamente- per continuare con la sua opera. Avrebbe iniziato ad incrociare le ciocche di capelli l'un l'altra con fare lento e ritmato, attenta a non tirare mai quei lunghi fili d'ombra e a non lasciarsi andare a movimenti violenti. Avrebbe tentato di incrociare le ciocche con fare cauto, leggero, fino a giungere al termine della lunghezza delle stesse. Solo a quel punto avrebbe preso un elastico con la mano che non regge la treccia dal suo astuccio per poi iniziare a legare la chioma con cura e terminare il suo lavoro. Se fosse riuscita in questo ecco che sarebbe andata a sorridere e spostarsi così da poter osservare la bambina negli occhi. <Che ne pensi? Ti senti più leggera?> le avrebbe domandato con fare tranquillo, disponibile, sorridendo appena. <Se vuoi in camera mia ho uno specchio dove puoi vedere com'è venuta> [chakra: on]

18:25 Kouki:
  [Salotto] Kaori si agita, muove le mani, inizia a parlare in maniera nervosa cercando di spiegarsi meglio alla ragazzina. Lei la osserva con cura, ascoltando in silenzio tutto quel discorso che ella va a farle. Quella sera, al chiosco, è successo qualcosa… quella sera, nonostante le migliori e sincere intenzioni, è stata un disastro. La colpa però non sembra essere di nessuno se non della situazione. La ragazzina si sente sollevata nel sapere che non è esattamente lei che emana quel disagio, riuscendo a rilassare di molto il proprio viso. Ma quando sente quel dire riguardo a Raido, quella parola… padre… be, la ragazzina si irrigidisce. Il cuore inizia a batterle forte e con grande forza di volontà trattiene le lacrime. Lo vorrebbe, eccome se lo vorrebbe. Non desidera altro che fare parte della loro famiglia, non desidera altro che sapere cosa si prova nel pronunciare le parole mamma e papà. Non desidera altro che sapere cosa si prova nel camminare tutti insieme per strada tenendosi la mano, dormire insieme, mangiare insieme. Lo stesso profondo desiderio che vorrebbe per Kaori, la stessa speranza che possiede nel trasformare quel loro legame appena accennato in qualcosa di più. Ma come la ragazza spiega, le serve tempo per conoscerla ed affezionarsi. Ma è proprio lì che sta il problema per la piccola. Non dice nulla però al momento, si limita ad annuire, sorridendo alla ragazza. <Ho capito. Sono felice di non essere io la causa della tensione… spero che tutto si risolva per il meglio, davvero.> è vero, stanno parlando in maniera molto più sciolta ora, lei si è aperta con la ragazzina, così ha avuto modo di comprendere tutti i punti di vista. Siedono al tavolo, quindi, fra una chiacchierata e l’altra. La ragazzina osserva con attenzione quel biscotto che tiene nella mano destra, dopo aver adagiato nuovamente la tazzina sul tavolo, ovviamente. Dovrebbe davvero assaggiarlo e lo vuole, solo che il proprio stomaco non ne è abituato. Inoltre li ha preparati per lei, o sistemati comunque, non importa. Il fatto è che ha fatto tutto quello per lei e come minimo dovrebbe sforzarsi di mangiare quel biscotto. <Hai la mamma?> è una domanda che le nasce spontanea nel sentirla nominare dall’altra. Sguardo completamente curioso e sincero, e nel frattempo proverebbe a dare un piccolo morso al biscotto. Mastica per bene, ne assapora l’aroma. <E’ davvero buono, davvero.> sorride, trovandosi un’esplosione di bontà nella bocca, sensazioni piuttosto rare per lei e spera davvero che il proprio stomaco lo accolga con altrettanta sicurezza. Nel frattempo ascolta il suo punto di vista riguardo la sua forza e quella del Sennin, andando ad annuire. <Capisco… ma sono sicura che ti farai valere. Sei molto forte e caparbia.> ammette con sincerità, andando poi ad abbassare lievemente il viso, imbarazzata forse per quello che vorrebbe dire. <Be… magari potrei alleviare un po’ le tue ferite se le subirai.> dopo tutto è quello che ha fatto anche la ragazza per lei, e non ha potuto ricambiare se non aiutandola ad occuparsi di qualche ferito. In seguito Kaori si alza e sparisce al piano superiore in gran fretta, e la ragazzina si ritrova sola a guardarsi intorno. Le piace quell’ambiente e quella situazione, il viso si sposta verso la finestra, osservando l’esterno. <Non ti adagiare troppo, potresti avere brutte sorprese.> un leggero sorrisino si dipingerebbe sulle sue labbra, mentre l’espressione si fa malevola, subdola… ma è questione di attimi, la ragazzina va a scuotere la testa, lasciando il biscotto sul tavolo e dandosi dei leggeri colpi alla testa con le mani. <Sparisci, non adesso. Non so cosa potrebbe accadere, ma lasciami godere questo momento.> sibila verso sé stessa, maledicendo quella Voce che ora sente solo nella propria testa. Forse si è rilassata troppo, e in quello spiraglio l’Altra ha preso per qualche secondo il sopravvento. Si zittisce, sentendo i passi di Kaori scendere le scale, e lei si sforza di tenere equilibrata la propria mente. Sorride verso la Hyuga non appena torna nel salotto, cercando di fare finta di nulla, e quando sente quella sua proposta sul farle la treccia, gli occhi si sgranano e l’espressione si fa sorpresa. <Oh… okay.> un piccolo sorriso timido mentre l’altro va a sedersi dietro di lei. SI sente felice, ma tesa. Cosa dovrebbe fare? Che cosa rappresenterebbe un momento simile? Le pettina i lunghi capelli, e a quelle attenzioni il proprio cuore non può che piangere dalla gioia. Farsi sistemare i capelli di per sé potrebbe non sembrare nulla di che, ma per la piccola sembra essere qualcosa di veramente profondo e importante, nuovo. Momenti che non può godersi appieno, perché deve occuparsi di tenere a bada l’Altra. Dopo che la piccola le espone quella sua paura, la ragazza cerca di confortarla. Il sapere che non scapperà, il sapere che vuole conoscere tutto di lei, sembra tranquillizzarla. <Ecco… al momento io sento di volere delle cose, ma allo stesso tempo mi procurano del dolore e allora penso che dovrei fare meglio a non desiderarle. Penso di non meritarmi molte cose. Tu vuoi conoscermi, vuoi affezionarti a me, e io ne sono felice, ma allo stesso tempo ho paura che proprio conoscendomi non ti affezioneresti.> comincia, lentamente… ci sono talmente tanti dubbi, che sarebbe difficile parlare di tutto ora. <Sto bene nella solitudine, perché non sento nulla, come galleggiare nel nulla oscuro. Ma allo stesso tempo desidero avere qualcuno con me. Fare chiarezza è molto difficile… e non mi posso rilassare un attimo per Lei è sempre in agguato, anche se cerco di trovare un equilibrio.> cerca di rimanere immobile con la testa, mentre Kaori finisce. <E’ tutto molto frustrante, una perenne lotta, e io vorrei solo rilassarmi ed essere felice. Con voi…> infine tace, lasciando che Kaori finisca la treccia, e lei annuirebbe, ritrovando il sorriso. <Non avevo mai avuto una treccia, grazie! Mi piacerebbe vederla, si.> accetta quindi di vedere la propria acconciatura allo specchio, cercando di voltarsi e sorridere sincera e dolce verso Kaori. [Equipaggiamento: guanti ninja – Armi: 6 shuriken – 6 kunai – 6 shuriken a spirale – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 5 fumogeni – 5 fuda con tronchi – 5 tonici coagulanti e 1 speciale – 5 tonici recupero chakra e 1 speciale – 5 veleni composto speciale – 2 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C]

19:05 Kaori:
 Per fortuna Kouki non sembra prendersela per le parole di Kaori ma, anzi, par quasi capire ciò che ella intende andando a rispondere con fare accomodante e comprensivo. Kaori trova sollievo nell'atteggiamento della bambina e si sente infinitamente più leggera ora che lei sa ogni cosa. <In qualche modo andrà tutto bene, vedrai> le sorride morbidamente prima di udire la domanda della piccola quando iniziano a parlare dei biscotti precedentemente preparati per lei assieme al tè. <Sì. Adesso è fuori per via di alcuni servizi però> spiega Kaori tenendo le labbra distese, lo sguardo a volgersi ora verso un mobile nella stanza ove è poggiata una cornice con una foto. <E' la donna in quella foto> andrebbe quindi ad indicare la stessa con un cenno del capo, così che Kouki possa dare una occhiata. E' una foto che raffigura tre persone. Una donna dai lunghi capelli viola e gli occhi verdi, un uomo dai folti capelli neri, gli occhi perlacei di Kaori e l'espressione seria con le labbra che abbozzano un piccolo sorriso, ed una bambina in fasce fra le braccia della donna. Una fitta al petto porta Kaori a ripensare per un attimo a suo padre, all'uomo che ha perduto da troppo poco tempo, e le fa distogliere lo sguardo dalla foto. Fa troppo male osservarla ancora. <Mi fa piacere che ti piacciano. Prendine pure quanti ne vuoi, se ti va, non farti problemi> la invita con fare tranquillo prima di sentire quanto ella le dice circa il vicino scontro contro il Rikudo. Kaori sorride, la osserva ed addolcisce poco a poco lo sguardo. <Ti ringrazio. E... sì, mi farebbe piacere essere curata da te se dovesse essercene bisogno> aggiunge poco dopo sinceramente toccata dalla di lei proposta. E' a quel punto che la lascia qualche attimo da sola per andare a prendere l'occorrente necessario a preparare la di lei treccia. Accorre in breve tempo nuovamente giù da lei ed inizia a sistemarle i capelli dopo aver avuto il suo consenso. <Hai dei bei capelli. Sono lisci e morbidi> le dice mentre li afferra fra le dita, cautamente, cercando di non farle del male. Nel mentre, poi, lascia che lei si esprima, che le offra i propri dubbi ed ascolta in religioso silenzio ogni suo dire. Comprende quel che l'altra intende e le fa male al petto pensare che possa provare questo tipo di sensazioni. Ascolta, la lascia parlare, e solo quando lei va tacendo si ritrova a prendersi un attimo di tempo prima di offrirle una risposta. <E'... normale che tu ti senta così combattuta.> inizia col dire Kaori con fare mesto, basso. <Raido mi ha detto che fino ad ora sei sempre stata sola, che non hai una famiglia o degli amici. Che sono cose che stai scoprendo solamente adesso, poco per volta> .. <Sei stata sola negli anni più duri e più belli della tua vita ed hai imparato a vivere contando sulle tue forze. Hai imparato a non soffrirne.> Si ferma per un attimo mentre lo sguardo si fa lentamente sempre più buio, alle spalle della bambina. <Anche io sono stata sola negli ultimi mesi. Per un mese intero sono stata completamente sola, rinchiusa in una cella, in un laboratorio> Non sa neppure quanto la sua permanenza nei laboratori di Cappuccio Rosso possa esser stata in qualche modo simile a quella di lei. <E quando mi hanno tirato fuori da lì non volevo avere nessuno attorno. Volevo rimanere sola come lo ero stata in quel periodo perchè così non avrebbero potuto deludermi o ferirmi e al tempo stesso volevo che qualcuno mi offrisse la sua mano. Mi sentivo impazzire perchè desideravo due cose diametralmente opposte e non sapevo cosa desideravo davvero.> Ha allontanato tutti, in un primo momento. Ha urlato, pianto, offeso e insultato. Ha quasi lasciato che Raido la abbandonasse per via del suo atteggiamento aggressivo... <Ma lascia che ti dica che nessuno vuole essere solo, non davvero. Si ricerca la solitudine quando si ha paura che qualcuno possa farci del male se solo gli permettessimo di avvicinarsi abbastanza da poterci toccare. L'essere umano ha bisogno di essere capito, compreso, vuole sentirsi desiderato e amato da qualcuno. Ha bisogno di non essere solo con se stesso...> le dice queste parole con tono più morbido, più dolce ora, andando a rilasciare la treccia lungo la sua schiena e ricercando adesso il suo sguardo, i suoi occhi. Sapere che quell'orribile esperienza che lei ha vissuto per un interminabile mese, l'altra possa averla vissuta per una vita intera le fa venire voglia di piangere, voglia di stringerla. <Ti sono mancate tante cose in questi anni, Kouki... e la comprensione di qualcuno è una di queste. Ma ora siamo qui. Vogliamo capirti, vogliamo ascoltarti... e vogliamo aiutarti. Quindi non avere paura a cercare la nostra mano quando ne sentirai il bisogno> le sussurra allora andando a sporgersi appena verso di lei, l'espressione sincera, dolce ed accogliente, mentre va a tendere appena la destrorsa verso la piccola. <Va bene?> E, in qualche modo, dentro di sé ha già iniziato ad avvolgere quella bambina del suo affetto, del desiderio che nessuno al mondo possa mai farle del male. Cerca allora di fare qualcosa per lei, qualcosa che possa tirarla su, che possa alleggerire quel momento così delicato. La invita nella propria stanza e, quando l'altra accetta, va alzandosi da terra per poi iniziare ad incamminarsi verso di essa. Si assicura che Kouki la segua e, arrivate al piano di sopra, andrebbe a portarla nella propria camera. E' una stanza grande con un letto a due piazze che occupa il centro della parete principale. Una finestra chiusa dalle tendine rosate si staglia di fronte alla porta mentre un grande armadio a parete occupa tutto il muro di fronte al letto. Un tappeto sosta fra i due, a terra, mentre uno specchio lungo e stretto è posto sulla parete accanto alla finestra. Infine un mobile a cassetti occupa la parete accanto alla porta con varie foto su di esso. Due comodini son posti ai lati del letto e su questi vi sono due lampade e vari ninnoli. Alcune delle armi di Raido e i suoi vestiti son poggiati qua e là per la camera. <Vieni> la invita ad entrare avviandosi verso lo specchio dove andrebbe a far sistemare la bambina di tre quarti così da permetterle di vedere i suoi stessi capelli. <Che ne pensi? Ti piace?> le domanderebbe, allora, con un sorriso morbido e dolce sulle labbra. [chakra: on]

19:40 Kouki:
  [Salotto-> Camera] Si sente rassicurare che in un qualche modo le cose si sistemeranno. Ci vuole credere, ne ha bisogno… del resto Raido le ha già dato delle alternative, le ha offerto un aiuto che potrebbe migliorare la sua vita da adesso in avanti. Lei deve solo evitare di andare da Otsuki dopo che ha perso il torneo. Lo sguardo ora viene rivolto verso la fotografia che Kaori le indica, e la ragazzina si alzerebbe dal proprio cuscino giusto per avvicinarsi ed osservare meglio quella foto. Osserva la donna dai lunghi capelli e l’uomo con quel piccolo sorriso. Distrattamente la piccola solleverebbe la mano destra, fino a sfiorare l’immagine con il dito indice. Si sofferma su quella bambina in fasce, che dovrebbe essere Kaori ed è in quel momento che sente prepotentemente la Voce nella sua testa. Un ordine, una prepotenza che fa nascere in lei dolore, cattiveria ed invidia. Gli occhi sono fissi su quella foto di famiglia, mentre nella sua mente elabora solamente il fatto che lei non ne ha. E urla la sua Voce nel giro di qualche istante, spronandola a sfogare la sua rabbia su quella foto. Prenderla, lanciarla, romperla. La mano destra si stringe a pugno, e il braccio viene riportato lungo il fianco. Occhi che vengono chiusi, forte… molto forte, mentre nuovamente combatte contro di Lei fino a riportarla al silenzio. Un’ondata di sollievo la pervade, raggiante per essere riuscita a resistere e di nuovo torna con sguardo più dolce alla foto, accennando un sorriso sincero. <E’ davvero bella. E il tuo papà?> domanda quindi tornando a sedersi. Di certo non può immaginare che non ci sia più e la domanda nasce spontanea, ignorando il fatto di poterle procurare dolore. Rimane seduta a bere il suo thè e mangiare ancora quel primo biscotto, annuendo a quella sua offerta. <Grazie.> cortese nei modi, ma per fortuna il suo stomaco si sta aprendo e rilassando. Si sente sollevata, almeno non dovrà offendere Kaori non mangiando i suoi biscotti. Si sente raggiante quando l’altra accetta un suo futuro aiuto, sperando che comunque non ne abbia bisogno, ma non dice nulla, rispondendo con un sorriso più marcato e solare. In seguito la ragazza si impegna per sistemarle i capelli, e la ragazzina ascolta quel complimento senza però dire nulla di particolare… non sa come rispondere a complimenti del genere. Nessuno le ha mai fatto un complimento simile? <Davvero? Grazie. Sono… capelli.> imbarazzata, inciampa con la voce e mugugna. Riconosce che la sua è stata una risposta sciocca, eppure non sa come rimediare… fortuna che l’altra la sprona a parlare dei suoi dubbi, e così va a fare, per poi ascoltare quello che l’altra inizia a dirle a riguardo. Raido le ha raccontato… ma quanto le è stato detto? Avverte una leggera paura dentro di sé, ma se il suo sensei le ha raccontato tutto, proprio tutto, allora il fatto che Kaori sia lì a parlarle la rende decisamente sollevata. Se sa già dell’esistenza di E-001 e l’ha invitata comunque, allora gran parte delle sue paure potrebbero risolversi. Non dice nulla, rimane in un religioso silenzio ad ascoltare… la sua solitudine, tutto quello che le è mancato e si rende conto che forse lei la conosce già abbastanza. Si fa più attenta quando scopre che anche Kaori ha passato dei mesi in solitudine, in una cella, in un laboratorio. I suoi ricordi perduti riaffiorano prepotentemente, facendola sentire vicina a Kaori come non mai. Può comprendere quello che ha passato, può comprenderne la solitudine, la paura, il dolore. Mai fino ad adesso si era sentita tanto vicina a qualcuno, mai era riuscita a comprendere qualcuno così bene. Ascolta e capisce, quel suo allontanare le persone ma desiderare una mano, quel suo desiderare cose opposte. Ed è come se un enorme macigno le venisse tolto dalle spalle. Un sollievo tale da farle nascere le lacrime in quegli occhi gialli. <Mi dispiace…> si volterebbe verso di lei, osservandola negli occhi. <Sono sensazioni orribili. La solitudine e la reclusione, mi dispiace davvero tanto che tu ci sia passata. E mi dispiace ancor di più se ti hanno fatto cose orribili in quel mese. Se hanno giocato con te, se hanno tentato di farti a pezzi mentalmente.> abbassa un poco lo sguardo, mentre il cuore nel petto le batte forte. Vorrebbe buttarsi contro di lei, toccarla, stringersi a lei… ma non osa. <La rabbia che hai provato, il senso di abbandono, il sentirsi completamente inermi… e poi arrabbiarsi ancora perché le persone ci hanno magari messo tanto a tirarti fuori. Le vuoi allontanare, ma allo stesso tempo sai che non è colpa loro e le vorresti vicine.> un’altra piccola pausa, lo sguardo rimane basso. <Allontanare tutti per evitare di essere feriti nuovamente.> ora tornerebbe a guardarla, con forza. <Mi è facile comprendere tutto questo, so che è orribile e non deve essere stato bello per te.> non è mai bello. Il viso si abbassa nuovamente ed infine tace ascoltando quelle sue ultime parole, mentre la mano le viene offerta. <Io non ero totalmente sola, avevo… ho un’amica. Lei mi ha protetta ed aiutata. E io ho sempre fatto affidamento su di lei.> accenna un piccolo sorriso, per poi prendere coraggio, mettere da parte la sua titubanza ed afferrare la sua mano, per alzarsi. La stringerebbe piano, beandosi di quel semplice contatto. In seguito la seguirebbe fino alla sua camera, si guarderebbe intorno come di consueto e quindi si farebbe sistemare di fronte allo specchio. Osserva quella treccia, così bella e ben fatta, e il visino si illumina. <E’ bellissima, grazie!> il cuore si riempie di gioia e lei continua a specchiarsi… in quel riflesso dove inizia a rivedere anche l’Altra. Uno sguardo carico di commiserazione e dissenso, e un piccolo ghigno. È lei, e la piccola velocemente va a coprirsi il viso con le mani, voltandosi e dando le spalle allo specchio. Rimane immobile in quella posizione, sperando con tutto il cuore che Kaori non abbia visto quella sua rapida trasformazione. Non può rischiare di rovinare tutto. [Equipaggiamento: guanti ninja – Armi: 6 shuriken – 6 kunai – 6 shuriken a spirale – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 5 fumogeni – 5 fuda con tronchi – 5 tonici coagulanti e 1 speciale – 5 tonici recupero chakra e 1 speciale – 5 veleni composto speciale – 2 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C]

20:04 Kaori:
 La domanda innocente di Kouki va a portare Kaori a fermarsi per un attimo. Quella sola, banale, ovvia domanda le brucia dentro, le logora lo stomaco, e la porta a stringere le dita attorno la tazzina da té ormai mezza vuota. <Non c'è più.> Risponde, alla fine, cercando di abbozzare un sorriso che voglia tranquillizzare la piccola. Non poteva sapere della di lui dipartita e per questo non poteva sapere quanto male quella domanda avrebbe fatto. Non ce l'ha con lei, ma il ricordo si suo padre fa ancora terribilmente male nel suo cuore. I secondi, i minuti, le parole, ogni cosa passa e si sussegue in quella stanza mentre, poco per volta, senza quasi rendersene conto, le due vanno avvicinandosi, unendosi, ritrovandosi ora più legate che mai. Un legame fragile, un legame acerbo, fresco, appena nato, ma presente. Un filo sottile che inizia a collegare le loro menti, le loro anime, che attende solamente di mettere radici profonde ed inspessirsi. Un inizio. Un ponte che le colleghi. Kouki ascolta silenziosamente le parole di Kaori, le sue rassicurazioni, e quando la Hyuga tace va semplicemente a risponderle guardandola dritto negli occhi, per come può. La sua voce è bassa, cauta, dolce nel suo essere così piccola ed infantile, ma le sue parole sono forti. Sono parole che non dovrebbero poter uscire da labbra così giovani, parole che hanno sperimentato il dolore, la sofferenza e l'isolamento. Sono parole di chi ha vissuto un incubo, di chi ha visitato l'Inferno e ne è ora testimone. Kaori guarda le iridi dorate della bambina rimanendo travolta da un miscuglio di sensazioni diverse e contrastanti. Le dispiace che lei possa capirla, è sollevata di sapere che invece possa farlo e al tempo stesso è mortificata all'idea di sapere che quella piccola creatura possa aver subito chissà quali torture lì dentro. Dopotutto i segni che le ha visto per tutto il corpo non sono altro che la dimostrazione di quanto possa essere accaduto nel suo passato, no? <Non dev'essere stato bello neppure per te. E mi dispiace davvero che tu possa capire quello che ho passato, anzi. Mi dispiace sapere che probabilmente quello che hai vissuto è stato di gran lunga peggiore. Ti hanno privato di molte cose, di molte possibilità, ma adesso potrai pian piano recuperare ogni cosa. E in questo ti aiuteremo noi> cerca di dirle Kaori d'istinto, senza quasi ragionare sulle sue parole. Le ha chiesto tempo per considerarla una parte della famiglia, eppure già da ora non è forse la premura di una madre quella che sta riservando alla piccola? <Sappi che ora potrai contare anche su di me, su Raido e su Nahira. Tutti saremo davvero felici di aiutarti, di starti vicino. Quindi, qualunque cosa provi o senti di voler dire, non aver paura nel rivelarcele. Noi siamo qui per te> e, detto questo, andrebbe a sentire la mano piccola e calda della bambina andare ad afferrare la sua. Un contatto profondo che si riverbera in Kaori come balsamo. Il primo reale contatto fra loro, il primo vero punto d'unione. Qualcosa è cambiato, oggi. Qualcosa è nato, o forse è cresciuto. Qualcosa sta mettendo radici profonde nel cuore della Hyuga che ora va a guidare la Yakushi verso la sua camera. La guarda, la osserva, nota il suo viso felice mentre studia la propria nuova treccia allo specchio. Kaori si sente sollevata, più leggera, mentre inizia a sentirsi a proprio agio in compagnia della piccola Kouki. E' contenta di averla accanto a sè, contenta di averla potuta conoscere almeno un po'. Per un istante l'espressione di Kouki pare quasi mutare, oscurarsi, incupirsi, ma è solo un momento prima che le sue mani vadano a coprirle il viso portando la Hyuga ad osservarla con fare preoccupato. <Ehi, cosa succede Kouki? Perchè nascondi il tuo viso?> le domanderebbe con fare cauto, chinandosi alla di lei altezza, cercando il suo viso con le iridi perlacee. <E' successo qualcosa?> [chakra: on]

20:27 Kouki:
  [Salotto-> Camera] Quella sua domanda innocente sul padre di Kaori, sembra rinnovare nella ragazza una profonda tristezza che si tramuta nel suo stringere quella tazza. Piccole cose che la ragazzina osserva ma non comprendere almeno fino a quando non sente quelle poche e semplici parole. Il padre non c’è più, forse morto, o forse lontano, tuttavia rende triste Kaori nonostante quel sorriso che accenna. <Mi dispiace.> ammette solamente, sincera nel suo dire. Lei non può sapere cosa significhi perdere qualcuno, dato che di base quel qualcuno non lo ha mai avuto, quindi forse non può comprendere del tutto quel suo dolore, ma può dispiacersene. Quei loro discorsi e vissuti le legano, la ragazzina sente di sentirsi vicini a Kaori, molto vicina… si sente sollevata di poter essere compresa e dispiaciuta che anche l’altra abbia vissuto una simile situazione. Ascolta infine le sue parole, quelle parole che escono sincere dalle labbra della Hyuga. <Ho perso molto, ma cercherò di recuperare, si…> abbassa il viso, va a pensare a quelle cicatrici, quei segni, esperimenti e torture. Non tornerebbe mai indietro ora, mai. Sorride verso di lei, candidamente, annuendo. <Grazie, state facendo molto per me.> ammette, sentendosene grata, ma percependo anche un’ombra su tutto quello. <Solo che… tu e Nahira siete di qui, di Konoha. Tu e Raido vi sposerete ufficialmente dopo il torneo e probabilmente lui verrà qui con te… io resterò a Kusa e là non ho nessuno se non una persona che mi procura dolore.> non si sentirà mai sicura fino a quando Otsuki continuerà ad esistere. Scuote appena la testa, comunque, tornando a rivolgerle un sorriso. <Scusa, non volevo dire nulla di triste.> ecco, sta rovinando ancora tutto. In silenzio dunque successivamente salirebbero le scale per entrare nella stanza di Kaori, ed è lì, di fronte allo specchio, che la ragazzina vede l’Altra. Il viso viene coperto dalle mani e può sentire la voce di Kaori, preoccupata. L’Altra ha trovato un altro spiraglio. <Succede che vi dimenticate sempre di fare i conti con di me.> la voce è fredda, tagliente e sulle sue labbra si dipinge un piccolo ghigno arrogante. Un ghigno che presto scompare, per lasciar posto a un’espressione spaventata. <Smettila, smettila di rovinare tutto!> le mani passano alla bocca, si portano alle labbra, coprendola, e gli occhi spaventati e colpevoli si puntano in quelli bianchi di Kaori. Scuote la testa, mentre le lacrime scendono. <Mi dispiace…> mugugna attraverso le dita, la voce ovattata. <Forse è meglio che vada, prima di rovinare tutto. Grazie… davvero grazie per avermi fatto dono di questa giornata!> le mani tornano ad affiancare i fianchi, lasciando posto ad un sorriso ricolmo di gratitudine. Un viso raggiante anche se solcato dalle lacrime. Prende un profondo respiro, chiudendo gli occhi e provando ad accorciare le distanze fra lei e Kaori. Non sa se farlo, non sa se lasciarsi andare. Ma alla fine si butta, proverebbe ad abbracciare Kaori, gettandole le braccia attorno al busto e cercherebbe di appoggiare la propria fronte sulla spalla di lei. <Grazie… per il thè, i biscotti, hai fatto davvero tanto. Spero che ci rivedremo ancora, ciao!> proverebbe a stringersi contro di lei, piccola e gracile, per poi distaccarsi e scendere al piano di sotto. Lì raccatterebbe le proprie cose, magari qualche biscotto se Kaori vorrà, e quindi, una volta indossata la giacchetta uscirà dalla porta per dirigersi nelle strade di Konoha. [END][Equipaggiamento: guanti ninja – Armi: 6 shuriken – 6 kunai – 6 shuriken a spirale – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 5 fumogeni – 5 fuda con tronchi – 5 tonici coagulanti e 1 speciale – 5 tonici recupero chakra e 1 speciale – 5 veleni composto speciale – 2 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C]

20:58 Kaori:
 Alla riflessione di Kouki circa la distanza che avrebbe nuovamente diviso la piccola da Kaori e Nahira, la Hyuga si ritrova a schiudere appena le labbra avvertendo il dolore e la paura di sentirsi nuovamente sola di lei. La guarderebbe con fare cauto, gentile, tentando di sorridere con dolcezza e fare rassicurante desiderando lenire la preoccupazione e la paura della bambina. <Anche se siamo di Konoha non vuol dire che non ci vedremo più. E Raido anche se si sposerà con me rimarrà un ninja di Kusagakure e non potrà abbandonare il Villaggio, né abbandonerebbe mai te> le dice con voce morbida, gentile, ricercandone le iridi dorate. <Ti dico un segreto. Quando ci sposeremo andremo a vivere vicino le colline di Kusa, proprio vicino il confine fra il Paese dell'erba e quello del Fuoco, vicino la stazione, così in un'ora di treno potremo raggiungere sia Konoha che Kusa ed essere vicini sia ad un Villaggio che all'altro> dice Kaori tentando di confortarla, di rassicurarla, distendendo le labbra verso l'esterno con gli zigomi che si sollevano morbidi sul viso. <Non sarai sola. Saremo con te> aggiunge, alla fine, con dolcezza, prima di chiedersi se forse, la verità, non è che sarebbe stata Kouki stessa a rimanere con loro. Ancora non azzarda a dir nulla in tal proposito, ancora non è certa di quella possibilità. Ha appena fatto enormi progressi con lei e finalmente sono riuscite a trovarsi, eppure passare da questo all'idea di farla divenire sua figlia è troppo per lei, in questo momento. Ha bisogno di tempo. E' una scelta importante che avrebbe portato grandi cambiamenti nella vita di Kouki e non può prenderla con leggerezza o lasciarsi prendere dall'istinto. E poi deve anche fare i conti con quanto si ritrova ad accadere una volta raggiunto il piano di sopra. In un istante la Yakushi muta, cambia e la sua voce è fredda come neve. Le sue parole sono velenose, taglienti e Kaori la osserva con le iridi grandi di sorpresa. Schiude le labbra, ritrova in quelle parole la creatura che tormenta la vita di Kouki. <Kouki...> sussurra lei non sapendo bene cos'altro fare, cos'altro dire, inginocchiata alla sua altezza. Ma la bambina è forte, reagisce, combatte la Voce e riprende presto il controllo andando a versare lacrime spaventate. Lacrime che spezzano il cuore della Hyuga mentre nota il tentativo di lei di scusarsi. Non sa cosa dire, non sa cosa fare, paralizzata dall'incubo che la piccola è costretta a vivere. Boccheggia mortificata mentre lei trema e mormora e si ritrova ad osservare addolorata quel sorriso triste. D'istinto va semplicemente ad accogliere l'abbraccio della bambina andando a cingere il suo esile corpicino con le braccia a sua volta. L'abbraccia, la stringe, tenendo una mano contro il suo capo e l'altra attorno la schiena. Tenta di donarle calore, rassicurazione e conforto. <Non hai rovinato nulla. E lei non rovinerà nulla. Va tutto bene Kouki... va tutto bene. Ci sono io qui> tenterebbe di mormorare al suo orecchio carezzandole la folta chioma scura. Ma l'abbraccio non dura molto perchè Kouki presto, spaventata, scioglie la presa per correre al piano inferiore. Kaori fa per seguirla per assicurarsi che stia bene ma comprende la paura che può star provando. Forse questa è una battaglia che per ora deve combattere da sola. Forse ci sono lotte, dentro di lei, che è giusto affronti con le sue forze. Loro rimarranno però al suo fianco pronti a sostenerla, ad aiutarla non appena lei avesse avuto bisogno d'aiuto. La vede quindi andar via così, triste e spaventata, sentendosi improvvisamente triste all'idea di vederla varcare la soglia di casa. Forse, solo per un momento, avrebbe desiderato rimanere ad abbracciarla ancora per un po'. [END]

Kaori invita Kouki a casa sua per poter finalmente conoscere meglio la bambina che Raido desidera adottare.

Dopo un iniziale momento di difficoltà da parte di entrambe, l'atmosfera si scioglie e le due iniziano ad avvicinarsi ad un livello profondo ed emotivo. Qualcosa sta sbocciando, qualcosa sta nascendo nei loro cuori e prima o poi Kaori dovrà riuscire a dare un nome a queste sensazioni.