Ramen e piccioni

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15:50 Hikari:
  [Chiosco di Ichiraku] Decisamente più tranquilla rispetto ai giorni passati, Hikari è ancora una volta a piedi tra le strade di Konoha, armata di ombrello, per poter mangiare. La visita a Shitsui è stata un’ottima occasione per potersi riunire con i suoi compagni di team, dato che era parecchio che non passavano del tempo assieme. Una riunione movimentata, ma divertente. Il tormento che ha attanagliato l’animo della genin sta andando lentamente a placarsi dopo l’incontro di ieri, grazie alle parole dell’unica persona che avrebbe potuto tranquillizzarla. Ciò che la aspetta adesso è la prossima e ultima fase del torneo. Non ci ha più pensato dopo l’ultimo combattimento avuto, poiché troppo lacerata dai sensi di colpa. Ma adesso, ora che quei sentimenti negativi stanno pian piano svanendo, si fa largo in lei la consapevolezza di dover sfidare ancora una volta altri due genin. Sa i loro nomi, o meglio, li ha sentiti dopo la vittoria nelle loro fasi eliminatorie. Ha assistito solamente al primo dei due incontri, quello che ha visto vincitore un certo Saisashi. Un tipo esuberante, che le ricorda qualcuno. A primo impatto non vi aveva fatto caso, ma poi ripensandoci è riuscita a collegare il suo viso ad un ricordo. E’ quello strano ragazzo che lei e Shitsui hanno incontrato tempo fa a Kusa. Urlava per le strade del villaggio, lamentandosi. Camminava come uno scimmione e il modo di parlare era più o meno lo stesso. Che ironia il fatto che uno dei suoi sfidanti sarà proprio lui. Da quando è giunta nel villaggio della Foglia, ha spesso sentito parlare di un chiosco famoso per il suo ramen. E’ lì che si sta dirigendo in questo momento la giovane, gettando gli occhi su ogni locale poiché non rammenta il nome del chiosco. < Deve essere quello. > “Ichiraku” le dice qualcosa. Una piccola struttura, al cui interno è posto il bancone su cui vengono serviti i piatti, e dietro di questo la cucina. Pochi sgabelli si reggono davanti ad esso. Deve ammettere che si aspettava qualcosa di molto più… grande, elegante? Però è un ambiente accogliente, e questo le piace. Si avvicina, scostando uno dei teli che nascondono la metà superiore dell’interno del locale. Non porta armi con sé, anche questa volta. Vuole sentirsi libera, in un certo senso. Indossa vestiti leggeri, giusto una maglietta nera a maniche corte, non troppo larga, infilata in un paio di blue jeans che le fasciano le gambe. Ai piedi sono tornati i suoi soliti anfibi neri, che le coprono interamente il polpaccio. < Buongiorno. > un saluto al cuoco del locale prima di sedersi. < Una ciotola di ramen, per favore. > abbandonato ai piedi dello sgabello l’ombrello, appoggia i gomiti sulla superficie del bancone, reggendo poi tra i palmi delle mani il proprio viso. Al collo, legato alla bene e meglio, porta il coprifronte del villaggio dell’Erba, giusto per farsi riconoscere come ninja. Solitamente lo porta legato in fronte, ma quest’oggi ha deciso di cambiare.

16:02 Saisashi:
 La pioggia non sembra voler abbandonare il villaggio della foglia. E' da questa mattina che cade imperterrita abbattendosi contro le strade del paese del fuoco, ricordando vagamente il clima di Ame. Questa mattina il giovane si è recato presso i campi di addestramento per riflettere un pò sugli avvenimenti degli ultimi giorni. Non è riuscito nell'intento avendo inconrato uno strano tizio di Kusa, che indossava un vestito viola ed amava le marionette. Alquanto particolare. Da poco ha abbandonato il luogo, per risolvere altre questioni in vista della finale. Ha deciso: vuole chiedere a Mekura di sottoporlo ad un allenamento speciale, il più duro che avesse mai subito. Solo così potrà sentirsi all'altezza degli avversari. Ha assistito a tutti gli incontri, sa che affronterà due ninjutser. Una, che ha ridotto a brandelli Sakura, al quale vuole farla assolutamente pagare...l'altra che aveva già incontrato da qualche parte. Non avendo ancora messo nulla sotto i denti, decide di fare la sua tappa giornaliera da Ichiraku. Dopo quanto successo con la Hyuga, non gli sembra il caso di andare a mangiare al ristorante Kuchiki. Il dolore riportato dalle ferite del torneo e dello scontro con la genin si fanno sentire, nonostante la sua resistenza corporea, ogni passo risulta comunque fastidioso e doloroso. Con la sua tipica camminata, con tanto di mani in tasca, giungerebbe al chiosco d Ichiraku. Le poche postazioni sembrano essere libere vista l'ora, fatta eccezione di una, che pare ospitare una ragazza. Poco importa, lo stomaco chiama..che sia in crisi esistenziale o meno, la fame non si placa con il pensiero. Indossa una canotta smanicata con cappuccio e laccetti sul fronte, nera con un teschio sul petto. Il cappuccio è tenuto rialzato nel tentativo di proteggerlo dalla pioggia, anche se egli è ormai bagnato fradicio. Pantaloni grigi abbastanza stretti, a sigaretta, tagliati sulle ginocchia, che poggiano su di un paio di sandali ninja neri. Guanti mezze dita alle mani, e null'altro con se. Il coprifronte? Beh lo ha gettato ieri nello scontro con Sakura. Un segno di incertezza totale del giovane. Giunto al chiosco, prenderebbe posizione di fianco alla ragazza senza darle sguardo. Ha altro per la testa. <Hey...come andiamo'?> cerca di mascherare il suo umore ad Ichiraku con cui ha un buon rapporto <il solito grazie, doppia porzione abbondante come sempre> accenna un sorriso forzato per poi attendere silente.

16:21 Hikari:
  [Chiosco di Ichiraku] E’ persa nei suoi pensieri la giovane genin, pensieri che si limitano soprattutto alla giornata precedente. E’ stata come una svolta, un rialzarsi ed uscire dal baratro in cui era caduta e dal quale non riusciva più a scappare. Infatti, nonostante la pioggia incessante, tutto sembra tornare ad avere un colore. In più, il locale in cui è seduta ha una bell’atmosfera, tranquilla, non impegnativa. Un bel posto dove poter mangiare e passare il tempo. Ora resta solo da assaggiare il cibo. La piacevole solitudine della genin ha breve durata, poiché una seconda persona raggiunge il chiosco, prendendo posto di fianco a lei. Come ogni volta, Hikari non può che lanciare un’occhiata fugace a chi ha vicino, un po’ per curiosità e un po’ per precauzione. La sua voce mascolina rimbalza contro le pareti del locale, chiaramente dirette al cuoco intento a preparare il pasto di Hikari. Una voce che non le è nuova. Le iridi castane sono ora posate sulla figura seduta accanto a lei, il cui capo è coperto da un cappuccio, completamente fradicio. Qualche ciocca di capelli neri fa capolino da sotto di esso. Lo osserverebbe per qualche istante, pronunciando il labbro inferiore, concentrata sul suono di quella voce. < Ci conosciamo? > una semplice domanda, pronunciata con tono basso. Non ha mai amato rapportarsi con gli sconosciuti, ma allo stesso tempo è una cosa che la incuriosisce. Una contraddizione, vero? Era incerta se parlare o meno, ormai dopo tutte le esperienze che ha avuto sa che può capitarle sotto mano qualunque tipo di persona. Nel frattempo, il suo ordine è pronto. < Grazie. >

16:33 Saisashi:
 Le mani del giovane vengono portate ora fuori dalle tasche, cominciando a strofinare nervosamente sul bancone, mostrando il suo umore irrequieto. Ichiraku risponde con un cenno del capo ed un sorriso alla sua richiesta, come fa sempre insomma, nulla id nuovo. Non si osa chiedere al taijutser il motivo del suo umore nero, sa che è un ragazzo piuttosto chiuso, che non è in grado di esporsi, ed è giusto che gli conceda il silenzio di cui ha bisogno durante il suo pasto, piccolo momento di distrazione quotidiana. Silenzio che va ad interrompersi rapidamente dalla domanda della ragazza seduta a fianco. Non l'aveva ancora degnata di sguardo, motivo per cui non si aspettava una sua domanda. <mh...?> mugugna non aspettandosi di essere interpellato da uno sconosciuto, per di più una donna. Quando mai le ragazze hanno avuto la prima parola con lui? Mai. Ruoterebbe quindi il capo verso sinistra, quanto basta per poter spostare le verdi iridi verso la figura alla sua sinistra, andando a scrutarla con la coda dell'occhio, nascosta sotto i ciuffi corvini. Con entrambe le mani andrebbe poi a sfilarsi il cappuccio ormai fradicio, come il resto dei vestiti, scuotendo il capo per togliere un pò di acqua, stile cagnolino bagnato. Ora che la vede bene...è lei, quella che dovrebbe chiamarsi Hikari, una delle finaliste. Tutto pensava tranne che di trovarsela li. Inoltre si ricorda di quella ragazza...l'aveva incontrata a Kusa durante il suo viaggio in cerca di se stesso, e non aveva avuto quella che si suol dire una "calda" accoglienza. Ma a Konoha le persone sono diverse, ed anche il modo di fare. <uhm. Tu devi essere...Hika...Hikacosa vero? Si. Ci siamo già visti...e non solo durante il torneo. Non molto tempo fa ho fatto un salto nel vostro piccolo paese di psicopatici....ehehe> ridacchia in modo strano attendendo conferme da parte sua.

16:49 Hikari:
  [Chiosco di Ichiraku] Il ragazzo non sembrava aspettarsi di essere interpellato, in più sembrava non essere del tutto con i piedi per terra, visto il movimento nervoso delle sue mani. Quando si accorge di lei, anzi, quando viene richiamato da lei, Hikari riesce finalmente a guardarlo in faccia, dopo che qualche goccia di pioggia sia finita sul suo viso a causa dello scuotere i capelli dell’altro. Le iridi verdi dell’altro si rivolgono a quelle di lei, chiare e analizzatrici. In quel momento, ricorda bene il suo viso. E’ lo scimmione di Konoha! Proprio quel ragazzo urlante e lamentoso che si aggirava per le vie di Kusa diverso tempo prima, ed è proprio lui a confermarlo subito con il suo dire. Un’incredibile coincidenza incontrarlo, prima del torneo poi. Non capisce se l’altro non rammenta il nome della genin o lo faccia di proposito a chiamarla “cosa”, quasi si conoscessero da un po’. < Mi chiamo Hikari, non cosa. > ribatte subito, ferma, chiaramente non divertita da quell’appellativo. < Mi ricordo di te, “Sublime”. > volta ora il capo, abbassando lo sguardo sulla propria ciotola di ramen, ricordandosi dell’appellativo che egli stesso si era dato quando si sono incontrati nel villaggio degli “psicopatici”. Un tipo simpatico o che si diverte a provocare gli altri? Ancora non può definirlo con precisione. Bacchette in mano e la ragazza è pronta ad affondarle nel brodo per tirare su il primo boccone. < Sai > comincia a dire, con la bocca piena < Non siamo mica tutti psicopatici a Kusa. > nel frattempo, lo scrosciare della pioggia si è fermato. Il sole comincia a fare capolino da dietro le nuvole e ad illuminare il villaggio della Foglia.

17:03 Saisashi:
 La pioggia termina il suo corso, lasciando che il sole con quale timido raggio possa tornare a splendere su Konoha. Come se il tempo atmosferico volesse realmente rappresentare l'umore del ragazzo, che in questo attimo di pausa, in attesa del ramen, può rilassarsi e distogliersi un istante dai suoi pensieri. <uh si. Il sublime sottoscritto, sono proprio io. E come potevo immaginare ho lasciato il segno. Tutti sentiranno parlare di me un giorno> prova a darsi fiducia da solo, anche se attualmente non ci crede più così tanto. Nel mentre Ichiraku con un enorme sorriso poggia il doppio ramen di fronte a Saisashi "ecco qui caro, ti ho messo anche un bell'uovo sopra, omaggio della casa! Tifo per te nelle finali genin, onora il nostro villaggio! ahahah" solare e divertente, cerca chiaramente di tirare su il morale al giovane abbattuto. Ed è più che normale che tifi per uno del proprio villaggio piuttosto che due di Kusa. <tu dici? non siete psicopatici? beeeeh mi è bastata una sola settimana li da voi, per notare la vostra calda accoglienza. Non una sola fottuta persona che non sia stata sulla difensiva o che non avesse quello sguardo diffidente o pazzo sulla faccia. bah...> cnclude sbuffando. Non capirà mai il loro atteggiamento. <ed ora addio ai pensieri. MIA CARA PANCIA, QUESTO E' PEEEER TE!> attimo di "follia" umorale del genin, che preso dai profumi del cibo sembra rinsavire un istante, afferrando poi le bacchette eportando la ciotola al volto con la mancina, cominciando ad ingozzarsi senza sosta. <graffie per l'omaggio Ifiraku! Fercherò fi fafe del mio feglio!> risponde all'uomo con le guance piene, gonfie di ramen stile criceto. <GULP> butta giù il boccone <a proposito. Quella volta insieme a te c'era pure quello strambo tizio...come ...come si chiamava..mmmm..AAAH SI! Mr. Pallidino! Uhuhu> ridacchia un pò tra se e se <uh credo di dovergli ancora dei soldi. Anche lui era al torneo se non ho visto male...proprio contro di te. Gliele hai suonate eh? Si è lasciato colpire ne sono convinto. Riconosco i movimenti del corpo. Le battaglie per me parlano più di mille parole. Speeero quella volta di non aver interrotto nulla allora...seeentivo puzza di amore eheheh...> riprende a mangiare qualche grande boccone <gli devo anche dei soldi mi sa. Se lo becco sarò di parola. Gli offrirò un buon ramen qui dal migliore> spollicia con un OK Ichiraku.

15:48 Hikari:
  [Chiosco di Ichiraku] Mentre mangia, ascolta le parole dell’altro. O meglio, l’elogio a se stesso. Però c’è qualcosa di diverso in lui, non è sfacciato ed esuberante come la prima volta che lo ha incontrato. Lo guarda di sottecchi, un po’ perplessa. Forse ha semplicemente avuto un’impressione sbagliata su di lui, chi lo sa. < Sembri essere parecchio sicuro di te. > dice, affondando nuovamente le bacchette nella ciotola. Non sa ben dire se l’altro sembra uno con parecchia autostima o solamente un montato che non fa altro che vantarsi. Parlando, probabilmente la sua natura verrà fuori. Il cuoco del locale sembra essere in buoni rapporti con lo shinobi, evidentemente si reca lì spesso. Sembra quasi volergli tirare su il morale. < Psicopatici è un po’ esagerato, non fare di tutta l’erba un fascio. > gli risponde, portando poi alla bocca una manciata di spaghettini e ingoiandoli, dopo averli masticati. < E’ vero che certa gente è poco normale, ma non si vede spesso gente gridare come hai fatto tu. > un breve pausa in cui si pulisce le labbra con un fazzoletto di carta < Credo sia giustificato un comportamento un po’ scettico. > fa spallucce, tornando in seguito alla propria ciotola di ramen. Eccolo poi apparire per un attimo lo stesso ragazzo che ha incontrato per le strade del villaggio dell’Erba, in un impeto di fame. La giovane nota però una parola, tra le varie che ha detto: pensieri. Evidentemente c’è qualcosa che frulla nella testa dell’altro, e forse è proprio per questo che il tipetto sembra una persona completamente diversa da quella di un mese fa. Ma ora il discorso cade bruscamente su di lei. Anzi, su lei e Shitsui. < Sì… sì, ero con lui. > annuisce, non distaccando lo sguardo dal proprio pasto, quasi non volesse dargli la soddisfazione di averla praticamente colta con le mani nel sacco. < Credo tu abbia ragione, probabilmente se non ci fossimo conosciuti ci sarebbe andato giù pesante. > una consapevolezza che la tormenta dal giorno del combattimento. Lei non voleva fargli male, ma in qualche modo è stata presa dall’istinto quando lo ha visto contrattaccare, e da lì non è riuscita a contenersi. Un sussulto poi smuove le membra della genin all’insinuazione dell’altro sull’ amore. Eppure, i sentimenti che provano ora in quel momento non erano ancora emersi. Le gote della ragazza acquisiscono un colorito purpureo. < No, non hai interrotto nulla. > un balbettio imbarazzato quello di lei, che non lascia spazio a dubbi. Si legge a distanza di chilometri che è innamorata.

E all'improvviso, un piccione viaggiatore entra nel Chiosco di Ichiraku, svolazza sopra le teste di Hikari e di Saisashi e spruzza una piccola quantità di cacca nera,verde e bianca sopra la loro testa.

16:12 Saisashi:
 Procede nell'affondare le bacchette all'interno di quella ciotola, che in pochi istanti passa dall'essere colma di ramen, all'esser pressochè finita. <SLURP> risucchia gli spaghetti tirandoli su con la bocca per poi richiedere a gestiun bicchiere d'acqua, iniziando a strozzarsi in modo buffo, facendo smorfie a guance gonfie. GLi viene dato in pochi secondi da Ichiraku che scoppia in una sincera e grossa risata, mentre il giovaner inizierebbe a bere evitando la propria morte. <HEY COSA RIDI, POTEVO MORIRE !AHAH> pochi istanti di mente libera per il ragazzo, che ha modo di staccare la spina. Il ramen ha questo potere con lui. Rivolta ora il capo verso Hikari ascoltando le sue affermazioni, che terminano poi con uno sguardo fisso sulla sua ciotola con tanto di guance rosse. <uhuhu...ho colpito nel segno. Lo avevo capito...sai con le parole non sono molto capace. Ma ho quello che può definirsi un dono secondo mio parere. Mi bastano pochi gesti per capire tante cose, in silenzio. > concluderebbe sbattendo la ciotola sul bancone, ormai completamente ripulita. <pff. Io sicuro di me? Si vede proprio che non mi conosci.> in effetti, Saisashi per quanto conil suo carattere sia impulsivo ed estroverso, è probabilmente la persona con più insicurezze e paranoie in tutta Konoha. Queste sono tuttavia motivate da ciò che ha dovuto affrontare negli anni passati, convivendo con una perenne esclusione da parte degli altri. <beh voi di Kusa siete un pò esagerati. Dopo tutto ero soltanto in visita turistica, mica stavo venendo ad un funeralee! Che cazzo! > si slancia ora sullo sgabello ruotando uhn paio di volte su se stesso. <in effetti qualcuno di Kusa mi sta simpatico. Il mio nuovo maestro, Jin. E poi quel King Kong di Shiro. Con lui è sempre puro divertimento ahahah!> ripensa all'ultimo loro incontro terminato con un Saisashi ubriaco. <per caso hai notato un buchetto in centro? Beh siamo stati noi. > si impettisce con una smorfia buffa, quasi a rendersi orgoglioso di tale opera. <in ogni caso. Parlando di cose serie. > tornerebbe di colpo serio. Le verdi iridi si poggiano a scrutare il volto della ragazza, assottigliando lo sguardo. Cupo, freddo. Cambia completamente. <come tu sia arrivata in finale non mi interessa. La cosa certa è che siamo rivali giusto..?>

16:31 Hikari:
  [Chiosco di Ichiraku] Osserva quasi disgustata l’altro mentre divora il contenuto della ciotola senza un briciolo di grazia. Quando lo ha definito scimmione, non aveva tutti i torti. Anzi, probabilmente quei poveri animali sono più posati di lui. Rischia persino di strozzarsi, che elemento. < Beh, un bel dono, o no? > una domanda quasi retorica, che non necessita necessariamente di una risposta. In certi casi, non è positivo riuscire sempre a capire tutto. Talvolta è meglio non avere intuizioni o rimanere all’oscuro di alcune cose. Però, per l’appunto, dipende dalle volte. Saisashi, nonostante l’apparenza, sembrerebbe essere un tipo piuttosto acuto. < Non so, è l’impressione che mi hai dato. > ancora una volta che piccole spalle della ragazza di sollevano verso l’alto. Questo ragazzo ha un modo particolare di rapportarsi con le persone che non conosce. Insomma, le sta parlando quasi la conoscesse già e non avesse remore nel dirle ciò che pensa. Cosa che ella non farebbe mai con uno sconosciuto, e soprattutto non le si rivolgerebbe con così poco tatto. < Scusa se non siamo tutti amichevoli come te. > ironica la ragazza, che non degna l’altro di uno sguardo. Di fatti continua a mangiare il proprio ramen, ascoltando distrattamente le sue parole sui Kusani che ha incontrato. Uno dei due nominati dal taijutser è una conoscenza in comune con Hikari, ovvero Shiro. Ma lei non ha mai saputo il suo nome, quindi non ha alcuna reazione. < In effetti sì, ho visto una bella voragine, altro che buco. > una risata abbandona le labbra rosee di lei, che finalmente volta lo sguardo verso il ragazzo che le siede a fianco. < Complimenti. > Deve ammettere di essersi un po’ agitata all’improvviso cambiamento d’espressione dell’altro, che è diventanto improvvisamente molto serio. < Sì, siamo rivali. > gli risponde, sostenendo il suo sguardo, e assottigliando a sua volta le palpebre. < Ti ho visto comb-… > non riesce a terminare la frase, poiché sente alle sue spalle muoversi uno dei tendaggi che coprono la parte alta dell’entrata del chiosco. Uno strano verso si disperde nell’aria, poi un battito d’ali. Sente poi qualcosa atterrarle sui capelli. L’odore è terribile. Allunga quindi lentamente la mano verso i capelli, sfiorando con la punta delle dita qualcosa di viscido e molle. Nota poi con la coda dell’occhio un piccione svolazzare all’interno del chiosco. < Oh, cazzo. > non è assolutamente da lei dire parole del genere, ma non ha potuto contenersi. < Non posso crederci! > quel volatile la ha davvero lasciato un regalino in testa? E non solo a lei, anche i capelli del ragazzo sono impregnati di quella stessa schifezza.

16:44 Saisashi:
 <fiuuuu....grazie mille per il pasto, era squisito coooome sempre. Segna tutto sul mio conto come sempre, ti pagherò alla fine del mese. Dopo tutto ti confido un segreto. > si guarda intorno con la coda degli occhi con un aria scema, come a voler rivelare un gran segreto. <saaaai sono diventato ricco. In parte anche grazie a questa qui a fianco. Eheheh> bisbiglia con la mano di fronte alla bocca ad Ichiraku, anche se con i tuoi toni si riuscirebbe a sentire anche a distanza di metri. Terminati i convenevoli riporterebbe l'attenzione sulle parole della ragazza. <tsk non mi meraviglio. Questo è ciò che pensano tutti. Sono in pochi quelli che vanno oltre alla prima impressione..ma ci sono abituato, è il mio vivere quotidiano. > proferisce freddo ad Hikari. Pochi istanti dopo le sue parole vengono interrotte da qualcosa. Il tutto è confuso, riesce solo a percepire un "cazzo" uscire dalle labbra della tizia, che probabilmente ha già contagiato con la sua presenza. Pochi secondi dopo una sensazione di calore sui capelli. Qualcosa è finito sopra la sua testa, e non ci mette molto a capire di cosa si tratti, vedendo svolazzare un fottuto piccione sulle loro teste, e notando del verdino viscido finire anche sulla testa di Hikari. <beeeh almeno non è finita nel piatto mentre mangiavamo. Altrimenti avrei dato di matto. Fanculo al piccione, vuole interrompere i miei discorsi seri!> direbbe rimendo immobile, come impassibile alla cacca ch gli è appena finitain testa. Con bocca che si allarga e sguardo sottile resta immobile a fissare il dimenarsi della Kusana. Fa piuttosto ridere il fatto che non si scosti di un millimetro, come se fosse qualcosa di normale. <hey quanti problemi per un pò di cacca. Ho vissuto sulle panchine nel parco per anni, non sai quante altre cose mi sono finite in testa.> sbuffa senza far capire se volesse esser divertente o meno. <ecco, tieni qui.> andrebbe a sfilarsi la sua canotta con cappuccio con entrambe le mani, per poi cercare di lanciarla rapidamente sulla testa della ragazza . <dovresti riuscire a pulirti senza troppi problemi.> terminerebbe alzandosi in piedi di fronte a lei.

16:56 Hikari:
  [Chiosco di Ichiraku] Nonostante l’altro tenti di parlare con voce bassa, il tentativo non gli riesce affatto, e l’altra riesce a sentire tutto quello che ha detto. E la cosa la interessa particolarmente poiché è stata messa di mezzo. < Scusa, che significa “grazie a questa”? > dato che lei non crede di aver fatto nulla che possa aver fruttato al ragazzo qualche denaro. Vuole andare in fondo a questa storia, non ha ben chiaro cosa stia capitando. Con sguardo incuriosito scruta il ragazzo, in attesa di una risposta. < Hey, sta calmo, non ti ho mica insultato! > esclama in risposta al dire stizzito e serio dell’altro. Gli ha solo rivelato la prima impressione che ha avuto su di lui, non lo ha mica preso in giro. In più, sentirsi dire di sembrare sicuri dovrebbe essere una specie di complimento velato, o no? Il konohano sembra essere del tutto impassibile al regalino lasciatogli dal volatine, e subito viene spiegato il motivo. Non vuole infierire sul suo stile di vita passato, quindi si limita a non rispondere a quella che per certi versi sembra una provocazione. < Non amo le cagate in testa, tutto qui. > sbuffa anche lei, scocciata dal tono dell’altro e anche dall’incidente, se così lo si può chiamare, appena avuto. Disgustata da ciò che le è rimasto sulla mano, non fa in tempo ad accorgersi che la felpa dell’alto sta volando verso di lei. Le atterra esattamente in testa, macchiandosi di quella sostanza verdastra. < Hey, ma che ti- > scostandosi la felpa, ha modo di vedere che il busto del ragazzo è rimasto praticamente scoperto. Si volta quindi in direzione opposta, lievemente in imbarazzo. Ma che modi ha questo qui? < Posso usare un fazzoletto, non necessariamente la tua felpa. Rivestiti, per favore. > detto questo gliela tirerebbe indietro, afferrando il fazzoletto di carta che aveva usato per mangiare. Se lo passa sui capelli, voltandosi poi verso l’altro. Non c’è motivo di imbarazzarsi, su. < Grazie, però. > un ringraziamento sincero, proferito però con tono un po’ stizzito.

17:17 Saisashi:
 China il capo mostrando uno strano sorrisetto diabolico, con una nota buffa. Gli occhi vengono chiusi qualche istante, e le braccia andrebbero a serrarsi di fronte al petto. Di sicuro non ha intenzione di spiattellarle tutto , le scommesse che ha fatto sono del tutto illegali, così gli è stato detto dai loschi tizi che lo han convinto a puntare. Probabilmente è già nei guai per il buco fatto in centro a KOnoha, meglio non cacciarsi in altri guai e godersi cautamente la ricchezza. Sfortunato nei rapporti umani, ma a quanto pare un asso nel gioco d'azzardo. <beh. Diciamo solamente che speravo nella tua vittoria.> e non aggiunge altro. Fa spallucce poi vedendo la kusana agitarsi e rispondergli incarognita. <pfff più calmo di così si muore. Sai alla fine non mi spiaci affatto. Sembri cazzuta ed usi le parolacce fottendotene di ciò che una ragazza dovrebbe dire. > dovrebbe essere un complimento? per il suo punto di vista si, anche se non è facile capirlo. <ma che ca!!> esclama nel vedersi tornare indietro la canotta smanicata ormai sporca di cacca. L'ha sporcata, tanto valeva usarla fino in fondo no? La poggerebbe con la mancina sul bancone, per poi tornare su di lei. <tsk...io non sono in grado di lavarla..ormai era sporca, tanto valeva usarla no? Valle a capire le donne. > direbbe per poi fare due passi accanto a lei, che parrebbe mostrare imbarazzo nel vedere il giovane a petto nudo. I suoi muscoli definiti ed i segni degli allenamenti, tra cicatrici e contusioni sono ben visibili su tutto il corpo. A parole potrà anche mentire, ma i suoi allenamenti costanti e struggenti sono avvertibili osservando la sua pelle. <se vuoi utilizzala, altrimenti Ichiraku la butterà. Ne comprerò una nuova.> beh dopo tutto è una persona che non ha mai posseduto nulla e non ha particolari piaceri o voglie di acquisti. Tanto vale quindi aver motivo di spendere un pò di quello che ha vinto, comprandone una uguale. < ad ogni modo. Ti ho vista combattere. In qualche modo sei riuscita a farti valere anche se tutti ti davano per persa. Un pò come me...anche se nel mio caso penso sia stato più un colpo di fortuna. In ogni caso...a parte questo nostro incontro....> il suo guardo si accenderebbe di una stran fiamma <sappi che io voglio vincere. IO DEVO VINCERE. Ad ogni costo. Anche della mia stessa vita. Questa è la mia unica occasione per rivalermi su tutto e su tutti. Non mi arrenderò finchè non mi toglierai l'ultimo respiro. > serio e conciso per poi farle un cenno di saluto con la mancina <il mio primo bersaglio non sarai tu. Ho una certa puttana con cui fare due chiacchiere. Giusto un paio di parole da chiarire. QUindi cerca di non stare in mezzo> fa riferimento a Natsumi e quanto successo con Sakura. La visione della sua amata a terra in condizioni critiche lo manda in bestia tutt'ora. Avrà la sua vendetta, glielo ha promesso. <che vinca il migliore. Buona fortuna ragazza cazzuta> piccolo sorrisetto, per poi allontanarsi dandole le spalle in totale lentezza. Si è distratto fin troppo,, è tempo di tornare a pensare all'allenamento speciale e tutti i problemi a cui deve trovare soluzione [end]

17:30 Hikari:
  [Chiosco di Ichiraku] Il ragazzo sembra divertito dalla domanda che ella gli ha appena posto, come un bambino che vuole mantenere un segreto, rivelandone però una piccola parte. Piccola ma importante. Infatti, non ci vuole molto a collegare il denaro con la vittoria di Hikari. < Un momento. > un’espressione basita compare sul viso della giovane che, alzandosi in piedi, si avvicina di un passo all’altro. < Non sarà mica una scommessa, vero? > esclama, sperando in una risposta negativa dell’altro. Risposta che per altro non arriverà mai, lasciando nella giovane un perenne dubbio. Le parole che poi susseguono, non sa come prenderle. Un complimento? Sembrerebbe di sì. < Suppongo di dover dire grazie. > in effetti, non è proprio una di quelle ragazze posate e perfettine, anzi. Un po’ il contrario. < Come non sei in grado di lavarla? Su. > un po’ incredula a quell’affermazione. Non ci vuole questa gran tecnica per lavar via quella robaccia. Lo vede poi avvicinarsi, e, anche non volendo, gli occhi le cadono sul busto scoperto di lui. L’attenzione di lei è attratta dai diversi segni e cicatrici che esso riporta. Non dice nulla, per il semplice fatto di non voler infierire. < Grazie, anche se credo che anche con me la fortuna si sia un po’ divertita. > risponde secca, non indugiando oltre. Come gli ha detto prima, se tra lei e Shitsui non ci fosse stato nulla, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. Gli occhi scivolano poi in quelli dell’altro, accesi ed allo stesso tempo pregni di astio, ma non nei confronti di lei, questo lo capisce. Il torneo sembra per lui l’occasione di potersi finalmente riscattare, ma da cosa Hikari non può saperlo. E’ sollevata nel sapere che l’altro ha una specie di conto in sospeso con l’altra sfidante, in qualche modo potrà far leva su questo “vantaggio”. < Sì, che vinca il migliore. Buona fortuna anche a te! > gli dice di rimando, ricambiando quel sorrisetto che le ha lanciato. Il ragazzo ha ormai abbandonato il locale, e sono rimasti lei, Ichiraku, e la felpa sporca. E’ un peccato buttarla, no? Perciò decide di prendersela, non si sa mai che ai suoi compagni possa far comodo. [End.]

I due si trovano al chiosco di Ichiraku. Già si conoscono in seguito ad un incontro a Kusa. I discorsi sono vari, e uno di questi lascia intendere alla giovane che potrebbe esserci un circolo di scommesse legate al torneo. Ma sono solo supposizioni. I due ricevono anche un regalo da parte di un piccione.