Mr.Marionetta

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12:22 Saisashi:
 Dopo diverse giornate di sole, questo sembra aver voluto abbandonare il villaggio della foglia, lasciando spazio ad un cielo cupo e nuvoloso, che va a ricoprire gli abitanti con la sua fredda pioggia. Quasi a rispecchiare la psiche infranta ed insicura di Saisashi delle ultime settimane, ogni goccia si abbatte violenta contro il terreno, obbligando gli abitanti a rintanarsi nelle case o nelle locande. Per le strade il deserto, silenzio, pace. Il taijutser non potrebbe chiedere di meglio per compiere uno dei suoi lunghi giri riflessivi, per poter ripensare a ciò che è successo ilgiorno precedente. Sakura è nuovamente in ospedale ed il motivo? Il motivo è lui stesso. Ha perso il controllo, ha scaricato tutto sulla propria ragazza. Come ha fatto ad arrivare a tanto? Il suo animo più profondo sta davvero prendendo il sopravvento? Questo non è ancora dato saperlo, ma ogni giorno è una lotta continua contro se stesso e le sue idee di abbandonare Konoha. Quello che è stato rinominato da Hiashi, come la "bestia della foglia", si sta recando a passo lento e scadenzato in direzione dei campi d'addestramento. Che vorrà fare? Probabilmente osservare per l'ennesima volta l'arena, analizzarla, cercare forza per affrontare la finale. Indossa una canotta smanicata con cappuccio e laccetti sul fronte, nera con un teschio sul petto. Il cappuccio è tenuto rialzato nel tentativo di proteggerlo dalla pioggia, anche se egli è ormai bagnato fradicio. Pantaloni grigi abbastanza stretti, a sigaretta, tagliati sulle ginocchia, che poggiano su di un paio di sandali ninja neri. Guanti mezze dita alle mani, e null'altro con se. Il coprifronte? Beh lo ha gettato ieri nello scontro con Sakura. Un segno di incertezza totale del giovane.

12:24 Giusca:
  [Campi addestramento] Piove a dirotto, le gocce cadono incessanti da quel cielo plumbeo oscurato da nuvoloni che coprono completamente il sole, rendendo l'atmosfera triste e cupa. Il ragazzo indossa un kimono viola, rigato, lungo fino alle caviglie e le cui maniche raggiungono metà mano. E' chiuso in vita da una fascia viola scuro arrotolata per ben due volte e stretta in un nodo. Dallo scollo del kimono sbuca parte della maglia a rete di colore nero, mentre ai piedi indossa dei calzari ninja di colore blu, aperti nella parte anteriore. I folti capelli rossi sono tirati tutti all'indietro e fermati dal coprifronte di Kusa, lasciando libera la vista agli occhi cangianti che sono intenti a guardarsi intorno, spinti dalla curiosità di quei luoghi a lui sconosciuti, mentre porta in mano la sua piccola marionetta d'allenamento in legno, dalle sembianze umane appena accennate, che cerca di riparare il più possibile dalla pioggia. I suoi passi sono lenti e gli abiti cominciano a bagnarsi, ad inumidirsi, così come i suoi capelli e il suo viso, le cui gote ora sono rigate costantemente da quelle lacrime che scendono dal cielo. Si trova nei campi di addestramento, nemmeno la pioggia è riuscita a farlo rimanere al chiuso, nella stanza affittata a Konoha. La sua voglia di visitare terre a lui sconosciute è tanta, così come vuole vedere meglio l'arena del torneo.

12:38 Saisashi:
 Saisashi giungerebbe di fronte all'arena che ha orma ospitato diversi incontri. Non è l'unico ninja di Konoha ad aver avuto la meglio per ora, anche se come si è potuto capire non è per nulla soddisfatto per se stesso. FIssa scrupolosamente con verdi iridi assenti, il terreno di battaglia. E' insicuro, non si sente abbastanza forte. Anche con Sakura lo ha notato. Non possiede quelle capacità di cui vorrebbe essere padrone, i suoi allenamenti costanti e duri fino allo stremo, non hanno compensato come vorrebbe la sua incapacità ad utilizzare tutte le arti ninja. <fanculo...> blatera tra se e se, mentre silente andrebbe subito dopo a camminare intorno all'area dell'arena osservandola in ogni sua parte. Giungerebbe nei pressi della quercia, la SUA quercia, colei che ha sopportato duri colpi ed infiniti allenamenti. Mani che vengono inserite nelle tasche, per poi muovere passi in sua direzione. La fissa, come a volerle parlare con lo sguardo. Tutto ciò che ha fatto fino ad oggi gli passa per la testa, come un breve cortometraggio. Non è soddisfatto. La mancina viene sfilata dalla relativa tasca per poi andare a carezzare la corteccia dell'albero, andando ad attraversare tutti i solchi su di essa, causati dal ragazzo stesso, fino a giungere al grosso buco che ha provocato un paio di giorni prima con il suo sfogo in solitudine.

12:55 Giusca:
  [Campi addestramento] Continua a camminare con passo lento e indeciso, senza una meta. Il kimono si fa pesante e la sensazione di bagnato al contatto con la pelle morbida e candida di Giusca, comincia a provocargli sensazioni di fastidio. Le labbra sottili infatti si arricciano e leggermente divaricate, lasciano intravedere gli incisivi bianchissimi dell'arcata superiore, le sopracciglia folte e rosse si inarcano verso il basso corrugando la fronte, le narici si dilatano e le rughe di espressione si accentuano. Il capo viene ruotato di continuo verso destra e sinistra, i suoi occhi spalancati cercano di aguzzare la vista per non lasciarsi sfuggire nessun tipo di dettaglio di quei luoghi. Osserva con stupore le dimensioni notevoli dell'arena, che ora è ferma dinanzi ai suoi occhi, non ha potuto assistere a tutti i combattimenti, in quanto è giunto tardi a Konoha per altri impegni. Ma ogni volta che la osserva è come se fosse per la prima volta. Continua a guardarsi intorno, mentre la pioggia si fa più fitta e comincia anche a bagnare la sua amica, la quale silenziosa non si ribella alle condizioni atmosferiche, anzi sta lì fissa a guardare negli occhi il ramato, come se fosse innamorata o semplicemente provasse una forte ammirazione nei suoi confronti. Si rende conto che non può rimanere ancora a lungo allo scoperto, il suo burattino rischierebbe di ammuffirsi e di rovinarsi, lasciando una volta per tutte quella superficie dura, lucida e levigata che lo caratterizza. E' proprio per questo motivo che notando una grande quercia in lontananza, si accingerebbe a raggiungerla, notando anche una figura nei pressi di un grande buco.

13:13 Saisashi:
 <perchè....perchè proprio io....perchè non potevo essere come tutti gli altri......> fa riferimento alla sua sfortuna avuta fin dalla nascita. Saisashi non possiede nemmeno un elemento del chakra. Prova invidia per Sakura, nata persino cn una dote innata, così forte e rinomanta all'interno del vllaggio. Quegli occhi le consentono di vedere ogni cosa...e lui in confronto? Che cosa possiede? Nulla, se non la costanza e la sua voglia di rivalersi. Un paio di pugni verrebbero dati contro l'albero usando la destrorsa, finchè lo sguardo del genin non noterebbe qualcosa di insolito avvicinarsi sotto la pioggia. Una figura sembra aver fatto la sua comparsa, li a pochi metri da lui. <mh..?> mugugna riconoscendo un ragazzo giunto anch'egli ai campi d'addestramento. Che cosa vorrà? Che ci fa qui con una giornata del genere? Sperava di essere solo. Saisashi si sposterebbe lateralmente andando così a scrutare il tizio in ogni dettaglio. Non parrebbe essere di Konoha, non lo ha mai visto prima, ed avendo vissuto per strada si ricorda quasi tutte le facce degli abitanti. <beh...? Cerchi qualcosa...?> andrebbe a domandare con tono freddo, inclinando il capo sulla destra, con sguardo apatico. Sicuramente in queto momento non è il solito Saisashi urlante, stupido e solare.

13:32 Giusca:
  [Campi addestramento] Si avvicina con passo cauto verso quella figura misteriosa, un ragazzo intento a prendersela con un albero. Gli ricorda un po' se stesso, quando rinchiuso nella sua stanza e assalito dal passato, prendeva a pugni il muro, costringendo la sua debole e piccola mano ad arrossamenti continui e piccole fuoriuscite di sangue. Ma ecco voltarsi verso di lui, con un tono freddo e insolente se così si può definire. Evidentemente la sua presenza lì non è ben accetta, forse avrebbe preferito essere solo, immerso nei suoi pensieri, sotto la pioggia. <Nulla passeggiavo, spinto dalla curiosità e bisognoso di riflettere un po', ma se ti infastidisce la mia presenza posso tranquillamente cercare un altro albero per ripararmi dalla pioggia>. Il tono di voce è calmo e pacato, forse carico di una leggera ironia che non fa mai male. Ha capito che c'è qualcosa che turba quel ragazzo dai capelli neri, ma non ha voglia di infastidirlo in alcun modo. Ognuno è fatto a modo suo, c'è chi sente il bisogno di sfogarsi con gli altri, un po' come Giusca, che non riuscendo più a tenersi tutto dentro, scoppia, si apre come un libro, esternando tutte le sue debolezze, le sue paure, che ultimamente però sembrano averlo abbandonato in qualche modo. E c'è poi chi se la prende con il mondo intero, riversando la sua rabbia sugli altri, diventando aggressivo e incapace di dialogare in maniera tranquilla. <Mi ricordi me un po' di tempo fa, se hai bisogno di sfogarti in qualche modo mi trovi nei dintorni> direbbe con voce flebile e sottile, ricca di dolcezza e sensibilità, che caratterizzano il giovane rosso. Al che si guarderebbe intorno alla ricerca di un'altra quercia nei paraggi e avvistandone una a qualche metro da lì, si accingerebbe a raggiungerla.

13:42 Saisashi:
 Inarca il sopracciglio destro, compiendo una smorfia stranita, insoltente nell'andare ad assimilare ogni dettaglio di Giusca. Ascolta la sua risposta, lasciando che il so sguardo non trapeli alcun tipo di emozione. <i campi d'addestramento sono proprietà del villaggio...questo vuol dire che puoi andare dove ti pare, non ho nulla da ridire a riguardo..> voce secca contro quella "dolce" del rosso. Il pover Giusca ha incontrato Saisa proprio nel suo peggiore dei momenti. Sarebbe stato totalmente diverso in altre circostanze. Ad ogni modo non ha intenzione di cacciare lo sconosciuto dalla zona. Anche se la maggior parte dle suo tempo viene passato all'interno dei campi ad allenarsi, facendogli quasi sentireche essi appartengano a lui, ciò non vuol dire che sia così. Tutti hanno diritto di allenarsi e non haintenzione di ridire su questo. <sei qui per allenarti...? anche se...> indica lasua figura con la mancina <quei vestiti da donna non credo siano poi tanto adatti....hai qualche perversione forse??> il fatto che sia incazzato con il mondo, ed in crisi esistenziale non va a modificare il suo solito essere strafottente ed incacapace di avere rapporti con la gente. <di qualche tempo fa dici....? Tu non sei di qua vero? Sei venuto per cmbattere al torneo? > cerca di strappare qualche infrmazione dallo sconosciuto, che bene o male ha interrotto il suo momento di solitudine. <un modo ci sarebbe se proprio ci tieni....ma non ne sono convinto nemmeno io...> ripensa a cosa ha fatto a Sakura, ed un nodo lo prende allo stomaco. Non riesce a controllarsi, e questo non può che portargli insicurezza.

14:01 Giusca:
  [Campi addestramento] Ascolta le parole che fuoriescono stizzite dalla bocca dello sconosciuto, osserva con attenzione ogni espressione che assume il suo viso come a voler capire il male che lo affligge, così da poterlo aiutare in qualche modo. Cerca di leggere dentro ai suoi occhi, cogliendo tanto dolore, un dolore che lo porta ad essere così scorbutico e a tratti violento nei confronti del povero Giusca. Risponde alla sfilza di domande che gli vengono poste e che dovrebbero mettergli agitazione, ma che al contrario lo mettono a suo agio, come se ora quella figura gli stesse dando una certa importanza, volendosi interessare della sua vita e del motivo della sua presenza lì. <Come ti ho già detto prima non sono qui per allenarmi eh si hai ragione, ma non ho abbastanza soldi per comprarmi qualcosa di decente> cerca di stare allo scherzo e di prendersi in giro da solo, così che magari questo possa servire a calmare un po' l'altro, magari a rilassare quei muscoli tesi del suo viso e costringerlo in qualche modo ad accennare un sorriso. <Si, mi piacciono molto le marionette> aggiunge socchiudendo gli occhi e lasciando intravedere tutta la dentatura perfetta. <Esattamente di qualche tempo fa e sono di Kusa, se così si può dire> la mano destra lascerebbe il burattino per andare ad indicare il coprifronte che blocca il ciuffo ancora bagnato. <Non partecipo al torneo, tu si?>. Si avvicinerebbe di schiena alla quercia e flettendo le ginocchia si lascerebbe scivolare così da potersi sedere per terra, su quel campo erboso completamente bagnato. <Se ti riferisci ad un combattimento non sono proprio la persona indicata, ma se hai voglia di parlare con me puoi farlo tranquillamente> il tono di voce è sempre sicuro, non ha paura dello sconosciuto, semplicemente il ramato è un tipo pacifico ed è dell'opinione che la violenza non riesca a risolvere i tormenti interiori, lo sa bene, l'ha passato anche lui, è meglio riuscire a ragionare su cosa ci fa stare male, così da poter abbandonare una volta per tutte il dolore.

14:18 Saisashi:
 Al contrario di tutte le persone incontrate finora, quello strano tizio dai capelli rossi non sembra demordere, e nonostante l'atteggiamento di Saisa non abbandona la conversazione, anzi decide di dare ragione al taijutser ridendo di se stesso. Sicuramente una rivelazione che lascia un istante di stucco il ragazzo, si aspettava sicuramente il suo abbandono oppure qualche risposta a tono. Fa spallucce in silenzio chinando lo sguardo, come a perdere interesse nell'insultarlo, non ha trovato gusto. <mh...quindi siccome non hai soldi...hai deciso di indossare abiti da donna...beh io ho vissuto per strada quasi tutta la mia vita eppure ho dei vestiti maschili > si avvicinerebbe alla sua figura mentre il rosso si lascia scendere andandosi a sedere. <se non partecipi sei venuto qui per assistere...? > scuote il capo, stranito. Non comprende come qualcuno non possa essere interessato a combattere, è l'unica cosa che Saisashi è in grado di fare, l'unico modo per esprimersi senza usare le parole di cui non sa fare assolutamente uso. <chiaramente si. Questo torneo è stato forse una delle poche cose ad avermi spinto ad andare avanti in questo periodo. Anche se allo stesso tempo mi ha fatto prendere coscienza di diversi fattori di cui non ero a conoscenza...ha distrutto certe mie convinzioni. Ed eccomi qua a non saper più che cosa voglio. > muoverebbe qualche passo indietro tornando sotto la pioggia alzando il capo al cielo come a volersi bagnare il viso. <beh...intendevo proprio questo. Non sono bravo con le parole. > si espone senza aggiungere troppo. Non è in grado di esporsi ed esprimersi con le pcohe persone con cui ha confidenza, figuriamocicon uno sconosciuto, per quanto lo abbia sopreso nei suoi modi. <marionetta dici.....non so se aver paura o meno...intendi sesso?> Inarca nuovamente il sopracciglio restando li sotto la pioggia a fissare il ragazzo.

14:33 Giusca:
  [Campi addestramento] Nota un piccolo cambiamento nel modo di atteggiarsi del nero, un piccolo spiraglio di luce che possa far nascere una conversazione interessante e che possa servire ad entrambi come crescita personale e a migliorare nei rapporti umani. Alla fin fine sembra un bravo ragazzo, il suo modo di essere scontroso di sicuro è solo una maschera per celare le debolezze e le paure e Giusca questo lo capisce da subito, proprio perché non è il tipo di persona che si ferma alle apparenze, che giudica in base a quello che vede o sente. E' una persona sensibile, che cerca di scavare in profondità, di immedesimarsi negli altri per cercare di capire i loro bisogni, per tendere loro una mano, così che anche gli altri possano farlo con lui. Non è pietà la sua, non sta lì con il dito puntato a giudicare, a mettersi in mostra, a dire "io sono superiore". Anzi, si è sempre sentito inferiore agli altri, non ha mai avuto autostima nei suoi confronti, ma ultimamente sta capendo tanto, sarà il fatto che si sta impegnando a lasciare la sua mente libera, a non pensare costantemente al passato e alla sua vita, così che possa cogliere anche le piccole cose belle che la vita è in grado di offrire. Ascolta con attenzione le parole dell'altro, quelle piccole prese in giro lo divertono, si limita a sorridere. <Si, sono qui per assistere, ma sono arrivato tardi e ho perso un po' di incontri> risponde tranquillamente a tutte le sue domande. <Ah bene e come è andata? Di quali fattori parli? Se ne hai voglia naturalmente> è incuriosito, lo sguardo rivolto verso di lui, ma non vuole costringerlo a parlare. <Spesso ci poniamo dei limiti che in realtà non esistono, anche io non sono un tipo che si sa relazionare con gli altri, eppure eccomi qui a parlare con te> cerca di rassicurarlo, continuando a sorridere, fino a quando non scoppia a ridere per la parola "sesso", si porta la mano destra all'altezza della bocca e qualche lacrima scende da quegli occhi chiarissimi. <Ma no stai tranquillo, mi serve solo per allenarmi>

15:06 Saisashi:
 Stranamente si sente a suo agio con quel tizio malato di marionette. Non avverte pregiudizio da parte sua, ne scherno...cosa che invece prova ogni volta che si imbatte inq ualche nuova conoscenza. Sarà forse che non sta urlando come sempre e non sta facedo l'idiota, ma il modo di fare di Giusca ha sicuramente raggirato il modo di Saisashi di respingere le persone, tanto da portarlo a scambiare persino qualche parola. <beh sei un pò in ritardo Mr. Marionetta....siamo pressochè arrivati agli incontri finali...> direbbe facendo poi ritorno al riparo sotto la querciaa, per poi lasciarsi scivolare qualche istante a mezzo metro da Giusca, sedendosi a terra. <com'è andata..??> china il capo socchiudendo gli occhi rannicchiando poi le gambe al busto. <male...sono in finale. E' andata decisamente male.> che cosa vuole dire? Ciò che dice è una contraddizione, è riuscito ad arrivare in finale eppure è andata male? Chiaramente c'è molto altro dietro. <molto semplice. Non sono abbastanza forte. Tutti i miei sacrifici non sono stati abbastanza..continuo a sentirmi perennemente inferiore, come se non potessi raggiungere gli altri. Credo aver avuto un colpo di fortuna...in quell'arena mi sono sentito inferiore.> conclude senza entrare nel dettaglio. Si andrebbe poi ad alzare nuovamente n piedi aiutandosi con un colpo di reni. <ti capisco. In effetti è strano che io sia riuscito a parlare con qualche sconosciuto. Ma dopo tutto insultarti non ha avuto effetto, mi hai fatto passare la voglia. Probabilmente perchè non ho avvertito pregiudizi da parte tua..> metterebbe ora le mani in tasca, a ricomporre la sua posa svogliata e bulleggiante, dando le spalle al ragazzo. <beh meno male...una marionetta non è poi così sexy. E non voglio sapere come la utilizzi per allenartici. > direbbe smuovendo un leggero sorrisetto sul lato destro delle labbra. <se sarai in giro a Konoha, avremo modo di ribeccarci per il villaggio. Ora ho alcune cose a cui pensare. Che devo assolutamnete risolvere per la finale. Devo distruggermi per raggiungere più forza. > conlude con tono deciso , cominciando ad allontanarsi dalla querci facendo un cenno di saluto con il dorso della mancina [end]

15:22 Giusca:
  [Campi addestramento] L'atmosfera si fa più calma, forse l'altro è riuscito a capire che il rosso non è andato lì con brutte intenzioni. Forse ha avvertito qualcosa di buono nei suoi modi di fare e nelle sue parole, tanto da spingerlo ad aprirsi un po' di più nei suoi confronti. <Lo so, ma sono stato impegnato> risponde mentre osserva l'altro intento a sedersi accanto a lui. Non comprende quei controsensi, l'essere in finale e il fatto che sia andata male, fino a quando non ascolta il resto delle sue parole. Non si sente forte abbastanza e allora Giusca cosa avrebbe dovuto dire? Non sa combattere e da quando ha scoperto le sue origini non ha fatto altro che allenarsi, senza utilizzare la sua marionetta in uno scontro vero. <Sai... i sacrifici prima o poi vengono ripagati. Purtroppo ci sarà sempre qualcuno meglio di noi, ma per fortuna anche qualcuno peggio di noi. Non devi demoralizzarti, l'importante è che tu ci metta tutta la determinazione e l'impegno possibile. Sono sicuro che ti farai valere nella finale. Non importa che tu vinca o meno. La sconfitta non implica necessariamente un fallimento, anzi, ci permette di crescere, di migliorarci, di capire cose di noi che non siamo in grado di capire altrimenti>. Il tono di voce è calmo, gli occhi puntati su di lui come a volerlo consolare, a volergli spiegare che non deve lasciarsi abbattere dalle difficoltà. <Sono contento ti sia aperto un po' con me, nonostante io sia un estraneo> aggiungerebbe portando nuovamente la mano destra sulla marionetta, ancora bagnata. Sorride ancora ascoltando le altre parole scherzose del giovane. <Certo vai pure, ci vediamo> direbbe, sollevandosi da terra, facendo leva sui polpacci di entrambe le gambe e tenendo la schiena appoggiata al tronco dell'albero, lo osserverebbe andare via, scuotendo il capo in cenno di saluto e si incamminerebbe verso la sua stanza. [End]

Saisashi si reca ai campi in cerca di solitudine sotto la pioggia. Vuole riflettere su ciò che è accaduto il giorno precedente con Sakura. Una figura fa la sua comparsa, rivelandosi essere un Kusano dalla strana passione per le marionette. Il suo carattere riesce in qualche modo a prendere Saisashi per il verso giusto.