Un'illusione al giorno toglie il medico di torno

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21:40 Torihi:
  [Terzo Cerchio] Tutti a Konoha al torneo e lei invece ancora lì a Kusa che in quei giorni sembra effettivamente il deserto. Si pente, da una parte di non essere partita e aver saltato quella manifestazione in cui avrebbe potuto mettere in bella mostra il su potere e la sua esperienza eppure le è bastato ricordare a sé stessa il suo ritorno alla vita. Un risveglio misterioso fuori da Kusa in un nuovo corpo e troppi anni di distanza dall’ipotetico periodo della sua prima morte, insomma persino lei dall’alto del suo egocentrismo inizia a sospettare che ci sia un disegno più grande sotto, qualcosa che le sfugge e che forse prima è meglio scoprire. Cammina quindi per il terzo cerchio alla disperata ricerca di qualcosa da fare, un modo come un altro per rompere la noia che in quei giorni la sta prendendo, una routine fatta di estenuanti allenamenti nel vano tentativo di recuperare tutta la sua forza in poco tempo e poi il nulla più assoluto. Si sdraia nella sua casetta, da sola su quel letto e osserva dalla finestra la luna finché non crolla. Luna che per inciso ora le sfugge a causa della nebbia fitta che è calata sul centro del villaggio eppure lei par risplendere quando attraverso le goccioline d’umidità viene toccata dalla luce dei lampioni, capelli biondissimi raccolti in due alte code vaporoso, un viso dalla carnagione candida praticamente bianca a ricordare il colore di quell’astro, del satellite, che ha dato vita al suo intero clan ormai estinto, teme e che tutt’ora le permette di camminare, la stessa luce che ha visto il giorno della sua morte e che l’ha accolta nuovamente alla vita qualche anno prima. Il copro è fasciato in un elegante completo composto da minigonna a tubino nera e maglioncino abbastanza scollato rossa, insomma un’apertura abbastanza ampia da far ben osservare quelle forme femminili e sviluppate. Le gambe sono coperte da delle calze velate scure ma che sono abbastanza per tenerla al caldo. La mano destra si alza per andare a giocare con i ciuffi cotonati sul suo capo rivelando una cura dei particolari notevole, lunghe dita candide affusolate con smalto rosso sulle unghie a sottolineare non solo il candore delle pelle ma in qualche modo anche quella proponente ed elegante femminilità che la porta a sfilare per il centro della via principale del terzo cerchio. Gli occhi chiari vagano poi per quanto le è possibile, scorgono il più possibile di ciò che la circonda seppur continui a fingersi disinteressata, ormai ha preso il suo essere tornata una Kunoichi sul serio e come tale si atteggia, avrà anche perso le abilità ma la mente rimane quella di una combattente esperta e avvezza alle torture. Un’anbu prima ed ora, una donna letale che ora si ritrova in un nuovo corpo troppo debole per poter anche solo essere paragonato a ciò che era diventata

21:50 Futanjo:
  [Terzo Cerchio: Via Principale] Nebbia a Kusa. Come dire pioggia a Suna? Che iperbole! Quasi ogni villaggio avesse, ligio al nome, un suo proprio agente atmosferico di riferimento, che esclude tutti gli altri. Che poi, anche fosse, quale sarebbe esattamente quello di Kusa? Erba? Allora forse la 'nebbia' non è così fuori luogo... Chissà se tale evento climatico che ora lo avvolge luminescente per insegne e luci di splendore artificiale ricorda a Futanjo quello , ben particolare, di cui è stato testimone qualche giorno prima, sul tetto dell'accademia, in compagnia di quei due strani ragazzi. Ci si muove in mezzo, coi soliti passi svogliati e lenti, coperto con accorta disattenzione dai soliti vestiti: dei pantaloncini cargo verde scuro, ed una semplice maglietta nera a maniche arrotolate, su cui svetta ben visibile - se la nebbia lo permettesse - un bianco kanji 'ni' quasi stampato con due singole ed eleganti tracce d'inchiostro. Ai piedi sandali, più da spiaggia che da ninja, a suola bassa e di legno, e come al solito svetta su tutto un bastone - piuttosto un manico di scopa senza spolverino, ecco - stretto tra braccio e spalla destri, a mo' di canna da pesca, di certo la più eclatante delle sue peculiarità visive. La testa è leggermente china a destra, quasi gli pesasse tenerla dritta, e gli occhi socchiusi, più per noia che per migliore discernimento delle forme nebulose, tra le ciocche di capelli biondi che gli scorrono dalla fronte al principiare del naso. Avanza senza troppa convinzione sulla via centrale del terzo cerchio, insomma, ogni tanto fermandosi e guardandosi intorno di mezzo alle luci, come cercando qualcosa.

22:00 Torihi:
  [Terzo Cerchio] Come detto cerca solo una salvezza alla noia che ultimamente l’ha colpita, un modo per scappare da quell’insulsa monotonia da semplice genin nemmeno troppo richiesta tra le file anbu. Sospira mentre continua ad avanzare sinuosa e sicura di sé, mento ben alto e schiena dritta. Osserva tutto e tutti dall’alto in basso fino a quando non è costretta ad arrestarsi di colpo, un bastone all’improvviso supera la nebbia e il suo modo di fare per manifestarsi vicino a lei, troppo. Lo osserva interdetta andando a far arretrare appena la gamba sinistra dopo essersi fermata, agilmente andrebbe a spostare il peso del corpo all’indietro così da inclinare appena la schiena nonostante la sua non prestante altezza. Osserva ancora indecisa e non certo con benevolenza quell’oggetto in legno, lo sguardo segue il profilo di quella che al momento può definire solo con un generico “cosa”. Lentamente mette a fuoco delle spalle, un volto, dei capelli. La gamba destra arretra per raggiungere la gemella così da farle raddrizzare la schiena, continua a scivolare lungo il corpo dello sconosciuto cercando di mettere a fuoco più dettagli possibili senza mai togliersi quell’espressione da reginetta del ballo, come a voler far sentire tutti gli altri dei vermi in sua presenza <dovresti fare attenzione> un consiglio? No, dal tono pare più che lei voglia impartire un qualche ordine, distaccata e per nulla amichevole le voce dovrebbe essere abbastanza alza da raggiungere Futanjo <puoi ferire qualcuno così> come se le importasse di chicchessia, l’unica ad avere una reale rilevanza in quel contest è lei o meglio il suo nuovo corpo che pian piano inizia ad accettare come il suo, inizia a riconoscere pienamente smettendo di stupirsi ogni volta che lo sguardo cade sulla pelle identica ad un tempo o sul suo rifletto. Non è cambiata esteticamente rispetto alla sua vecchia vita, persino l’età più o meno quella della sua morte eppure per molte lune ha faticato ad accettare la sua presenza in quel contenitore, rifiutandosi di vederlo come proprio di definitivo ma solo come qualcosa di transitorio e non suo

22:10 Futanjo:
  [Terzo Cerchio: Via Principale] C'è folla, certo, il solito vociare di sottofondo, mentre i suoi occhi dal mezzo della via si gettano, emissici, in ogni direzione. Ma una voce in particolar modo, altezzosa e ben vicina, sembra attrarre la sua attenzione. 'Fare attenzione' riesce a sentire bene. Lascia dunque scivolare il bastone dal braccio in terra, vi si appoggia col destro, sulla gamba corrispettiva scaricando peso e baricentro, ed in questa posizione come d'attesa rimane un poco, massaggiandosi con la mano il mento, come riflettesse. Fa quasi spallucce, quasi ad ignorare il resto, prima di sentire le altre parole pronunciate da quella che - l'immagine inizia ad apparirgli un po' più nitida poco distante - sembra proprio una ragazza.<Ah... eri tu che parlavi> parla nella di lei direzione, con tono assente e la solita espressione un poco ebete; sbatte un paio di volte le palpebre tenendo gli occhi sgranati e la bocca un poco storta, come in una smorfia triste e assente <Ti ho fatto del male?> aggiungerebbe, come se non avesse capito bene né tono né contenuto delle affermazioni di quella e, immediatamente dopo e senza aspettare alcuna risposta chiederebbe con tono ed espressione molto diversi, amichevoli e brillanti <Posso chiederti un'informazione? Sai se ci sono alberi, aiuole, terra viva qui nei dintorni?> e resta così, sorridente e d'improvviso apparentemente allegro, poggiato al bastone di tre quarti, per guardare la sua interlocutrice.

22:24 Torihi:
  [Terzo Cerchio] Continua a fissarlo dall’alto verso il basso, senza mai distaccare lo sguardo chiaro, pare quasi volerlo mettere in soggezione, farlo sentire inferiore ed in colpa quasi dovesse sentirsi semplicemente sbagliato a stare lì al suo cospetto, lei figlia della luna. Si prende tutto il tempo che vuole prima di rispondere, quasi a voler sottolineare ulteriormente il divario tra loro <no era la nebbia> eccola la prima risposta a cui segue un sorrisetto divertito, insomma ha trovato qualcosa da fare per ingannare il tempo <si può sapere a che cavolo ti servirebbe una cosa simile?> domanda ancora in sua direzione, senza rispondere, senza perdere nemmeno un solo attimo per focalizzare e cercare un posto simile a quello da lui richiesto, strafottente verso il prossimo fondamentalmente troppo egocentrica e pigra per faticare, sia pure con un mero esercizio di memoria, per uno sconosciuto, qualcuno di cui si dimenticherà molto presto, girato l’angolo questa sera avrà con ogni probabilità rimosso quell’uomo dalla sua mente, lui e tutte le sue eventuali stravaganze

22:33 Futanjo:
  [Terzo Cerchio:Via Principale] Non pare avere alcuna intenzione di mutare quell'espressione di gioviale e sorridente ottimismo; neanche quando, date le circostanze, sembra piuttosto indice evidente di deficienza mentale. Ascolta l'altra con un sorriso sereno in volto, inclinando di nuovo un poco il capo a sinistra, e sarebbe pure potenzialmente un'espressione ed un atteggiamento per così dire 'carini' se non fossero completamente fuori luogo. Non sembra minimanente notare - o dare conto - al portamento dell'interlocutrice, al suo incarnato così pallido da neanche parere umano, allo sguardo fiero, neppure ai vestiti che ne esaltano le forme così femminili. Pare cieco e sordo a tutto questo; forse anche al buon senso. Difatti al sorrisetto della ragazza risponde con una leggera risata, apparentemente genuina e di cuore, quasi si stesse ridendo d'altro amabilmente. Solo alla domanda successiva muta occhi e bocca in interrogativo stupore, spalancando quelli con fare fanciullesco e imbronciando un minimo le labbra. Resta un poco così, osservandola con fare interrogativo, come se la sua richiesta fosse normalissima e sia invece il minimo tocco di stupore di lei ad essere completamente insensato. Dopo un interminabile - e probabilmente estenuante - silenzio finalmente direbbe, come cosa totalmente ovvia <Be'... devo pescare>

22:47 Torihi:
  [Terzo Cerchio] Flette lievemente il capo verso destra in attesa di una risposta, fissandolo quasi dubbiosa a questo punto, perplessa decisamente da ciò che sta accadendo, lui resta in silenzio dopo una domanda assurda e lei che dovrebbe fare aspettare? Come no. Eccola quindi sospirare e mentre finge di attendere andare a formare il sigillo della capra davanti al suo petto, un respiro profondo mentre tenterebbe di evocare le energie fisiche all’interno del basso ventre, tutte le sensazioni che i suoi muscoli le comunicano, le dita stesse piegate così da comporre il sigillo, tutto questo andrebbe a convergere, insieme alla sua bassa prestanza fisica, in un primo vortice. Similmente andrebbe a concentrarsi sulle energie mentali che andrebbe a convogliarsi dietro alla fronte, qui tenterebbe quindi di andare a far convergere i suoi pensieri e le sue emozioni, i ricordi della vita passata che si mischiano a quella di ora, la frustrazione per non essere più quella di un tempo, l’ansia che nutre rispetto ad un ritorno in vita misterioso e anche la noia provata in questi ultimi giorni. Se fosse riuscita quindi a questo punto andrebbe semplicemente a muovere id ue vortici controllandone la velocitò di rotazione così da renderla uguale, mentre abbassa le energie mentali e alza quelle fisiche. Dovrebbero incontrarsi all’altezza della bocca dello stomaco e proprio qui unirsi naturalmente amalgamandosi per dare vita al chakra che ora dovrebbe scorrere nel suo corpo. Giusto in tempo per udire quella risposta. Sorride osservandolo, divertita e con una strana luce negli occhi <ahn per quello!> esclama lei voltandosi appena <sì seguimi> e con queste parole inizierebbe a percorrere a ritroso, rispetto a dov’era arrivata, qualche metro procedendo piano così da farsi seguire [tentativo richiamo chakra]

22:57 Futanjo:
  [Terzo Cerchio:Via Principale] Intorno ai due, passanti singoli o in gruppo scorrono ora frettolosi ora placidi comparendo dalla nebbia e sparendo in essa. Dal sottofondo costante di vociare informe di tanto in tanto alcuni spezzoni di frasi incautamente pronunciate troppo vicino, nella supposta intimità nebulosa, giungono prossime alle orecchie di entrambi i giovani; dalle più dolci e fasulle d'amore agli epiteti più o meno scherzosamente ingiuriosi che, va da sé, qualche giocoso ragazzo lancia all'amico mentre il gruppo procede quindi e quinci nel tentativo serale di scacciare la noia. In mezzo a tutto ciò, Futanjo dal volto ignaro - incurante? - che di nuovo sorride felice e soddisfatto per la risposta affermativa della ragazza <Oh! Finalmente un volto amico!> esclama, iniziando ad incamminarsi dietro la ragazza diafana, adoperando dunque il bastone per l'uso suo proprio, stretto a tre quarti nella destra, ad ogni passo accompagnando i due con il leggero 'toc' della sua punta al suolo <Sei anche tu una pescatrice? Conosci il posto adatto?> chiederebbe all'altra, continuando a seguirla con fare apparentemente distratto. Come sempre, il tono resterebbe ottimista e positivo, genuino a sentirsi, privo di incrinature. Seguirebbe, semplicemente, attendendo eventuali risposte

23:07 Torihi:
  [Terzo Cerchio] Si concentrerebbe maggiormente sul suo flusso di chakra ora mentre cammina, <già> replica quasi distratta mentre invece tutta la sua attenzione è rivolta verso il flusso del suo chakra che andrebbe a muovere facendolo fuoriuscire con attenzione dal suo corpo, si volta quel tanto che le basta per osservare il ragazzo, tenterebbe quindi di andare semplicemente a raggiungerlo con il suo flusso, farlo entrare in circolo al ragazzo limitandosi in qualche modo a sconvolgere la realtà ai suoi occhi, provando a soggiogare la mente del ragazzo. Il flusso di chakra dovrebbe quindi raggiungerlo e appunto andare ad intaccare i sensi del ragazzo, da qui è solo ciò che lei vuole. Infatti se fosse riuscita i sensi colpiti sarebbero udito e vista all’improvviso il ragazzo non percepirebbe più alcun suono se non un lontano frinire dei grilli e qualche gracchiare di un corvo altrettanto lontano, non ci sarebbe più, d’improvviso, il vociare dei ragazzi e di tutta la folla che quel giorno aveva deciso di stare per le strade di Kusa nel terzo cerchio. Così simultaneamente anche il paesaggio davanti a lui dovrebbe mutare, la luna illuminerebbe con la sua luce pallida una distesa di verde, erba ai loro piedi che però NON provoca davvero un cambiamento di sensazione ai piedi nudi di lui. Oltre al verde un laghetto su cui si riflette il satellite della terra, non è particolarmente mosso, anzi pare essere calmo, acqua cheta che lambisce i bordi di quel piccolo laghetto. Tra la distesa d’acqua e il punto in cui si torva lui la figura della bionda non dovrebbe essere scomparsa, anzi lei vorrebbe appunto continuare quel gioco inserendosi nell’illusione, dovrebbe poterla vedere di spalle, proprio come poco prima, i suoi codini sobbalzano ad ogni elegante e sinuoso passo <eccoci> la sua voce giungerebbe alle orecchie del ragazzo <qui va bene?> domanderebbe quindi se fosse riuscita fino a quel punto [illusione di due sensi: vista e udito][chakra:23/30]

23:24 Futanjo:
  [Terzo Cerchio: Via principale] Da un passo all'altro, da un momento all'altro, la nebbia, i ragazzi, le voci, le luci, gli edifici, Kusa tutta e persino il 'toc' del bastone che consuona ad ogni passo svaniscono come per naturale conseguenza, per fisiologica decorrenza. I suoi passi procedono, totalmente catturato dall'illusione che, anche volendo, di certo non avrebbe potuto evitare. Dal sorriso ebete e plastico, palesemente fasullo, il volto di Futanjo muta, per così dire, diviene vuota ed inespressiva, se non per un leggero sorriso che rimane fisso in volto, come un ghigho leggero ma sereno, nella pur piacevole sensazione del frinir dei grilli, dei riflessi lunari che argentei riluciono sulla piatta calma del lago di fronte a lui. Rallenta i passi osservando e godendo del tutto, stavolta i suoi occhi sono diversi, socchiusi e persi, per nulla allegri e infantili come prima. Forse più sinceri? Le parole della ragazza attraggono la sua attenzione, lui appena volge il capo a sinistra, la osserva immobile, si fa serio. Di nuovo scorge tutto intorno prato e lago, luna e grilli. Indi a lei <No... non va bene...> principia, il tono piatto e statico <...come potrei pescare in un lago con un bastone da scopa senza lenza, senza amo, senza esca? Così rigido e corto da non poter flettersi alla tensione, completamente inutile...> tenterebbe di avvicinarsi a lei, interrogativo ma completamente ignaro dell'illusione <Volevo terra, terra viva da raccogliere, da utilizzare... perché mentirmi?> ancora osserva lei, senza nessuna minaccia - quasi ne potesse valere alcuna - intesa nella voce o nell'atteggiamento. Ma un briciolo di sincera - eppur divertita - delusione traspare dalle sue ultime parole

23:40 Torihi:
  [Terzo Cerchio] Lei dall’esterno osserva i movimenti che paiono ancora più assurdi davanti alla realtà delle cose, non c’è alcun lago. E così lo lascia illudersi ancora per un po’, ne ascolta le parole prima di recidere di netto il flusso di chakra che lo raggiunge. Lei si è fermata ed è per questo che si trova in realtà alle sue spalle, nella folla che torna a sommergerli con il loro rumore <perché mi annoiavo> replica solamente a quell’ultima domanda senza nascondere il sorriso divertito dalle sue labbra <ma consolati avrei potuto fare di peggio> come rinchiuderlo davvero in un mondo parallelo, certo insieme a tutti gli altri presenti e svelando la sua innata ma sono dettagli no? Sarà. Comunque concluse quelle parole lascia che attraverso la nebbia il suo sorriso sia visibile ancora qualche istante prima di farlo semplicemente svanire dal suo volto, alza la mano destra per poi agitarla lievemente in segno di saluto, come a volerlo prendere in giro ancora una volta con un gesto decisamente fuori posto se unito alle parole altezzose e sicure pronunciate poco prima, se paragonato a quel sorrisetto affilato appena fatto svanire. Si volterebbe a questo punto per tornare ancora una volta nei suoi passi, ondeggia con i fianchi, si muove sicura e padrona quasi del mondo intero, come a voler sottomettere chiunque la guardi, a voler ricordare nelle menti di quelle persone troppo giovani e lontane dai suoi tempi chi è stata lei cosa era in grado di fare e soprattutto come a voler avvisare, annunciare, il ritorno di un antico e potente clan, i figli della luna che di essa si nutrono e da essa traggono il vero potere. Una conoscenza che va oltre a quella del semplice mondo terreno, insomma sì se la mena parecchio mentre avanza dritta per la sua strada, al centro della strada, scostandosi appena con il busto per evitare d’essere spintonata ma senza mai permettere a qualcuno di deviare il suo cammino, resta sempre nel centro della strada per farsi osservare [end]

23:52 Futanjo:
  [Terzo Cerchio: Via Principale---> Altrove] La nebbia gli offende gli occhi. Ritornare alla realtà così di netto è quasi un'offesa: li socchiude e fa un piccolo balzetto indietro, urtando uno degli ignari passanti. Sospira, irrigidito, si guarda intorno per la prima volta con una onesta espressione inquieta. Solo ora la scorge, finalmente, alle sue spalle, sorridente, esprimere con adorabile alterigia il motivo e motore del suo agire: "perché mi annoiavo"; e tanto basta. A lei e a Futanjo ancor di più, che a quelle parole improvvisamente si calma e torna dritto, occhi socchiusi, sorriso per la prima volta vero, come precedentemente nel pieno dell'illusione, ora lucido e calmo. La sinistra si poggia al fianco, mentre il bastone in un rapido scatto della mano è afferrato come una mazza, tenuto per il quarto finale, poggiato tra spalla e collo come in attesa. Alla menzione del 'peggio' esclama un <Peccato...> di risposta, alto abbastanza da farsi sentire, quasi voglioso, con lo stesso tono serio e statico che, evidentemente, è il suo più sincero. La seguirebbe finché possibile con lo sguardo, mentre si perde nella nebbia. Solo ora, persi i di lei occhi, tra sé e sé sussurrerebbe <Mi piace> prima di perdere la postura stabile e ritta, tornare ciondoloni, incamminare passi lenti e senza ritmo, lasciar scivolare il bastone, con poca cura, tra braccio e spalla come una canna da pesca, e canticchiando col tono assente e svogliato di sempre, via nella nebbia <Ore wa... ne kamome ni horeta... tasogare oyaji...> [Exit]

Eri combina guai.
No vabbè si incontrano e Futanjo sperimenta sulla sua pelle il potere dei genjutsu