Bianco e Rosso

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con Giusca

18:11 Giusca:
  [Prateria] Seppur sia pomeriggio, ormai inoltrato, le temperature si mantengono abbastanza calde. Il sole è ancora lì, nel cielo azzurro, ad osservare dall'alto, brillando come una stella infuocata, tutto quello che circonda il giovane ragazzo. Si trova nella prateria della memoria, giunto quasi casualmente, spinto dalla curiosità e vagando senza meta. Indossa un kimono viola, lungo fin sotto le caviglie, mentre le maniche lunghe raggiungono metà mano. Dalla "V" del kimono sbuca parte della maglia nera a rete che lascia intravedere il petto appena accennato. In vita una fascia viola scuro chiude il kimono, alla quale è appesa una tasca porta oggetti sul fianco sinistro contenente tre kunai. Ai piedi invece dei calzari ninja di colore blu che lasciano le dita ben visibili. I capelli mossi e rossi sono tirati tutti indietro, fermati dal coprifronte di Kusa, la fronte è ben visibile, così come sono visibili quelle piccole e simpatiche rughe di espressione. I suoi occhi chiari sembrano quasi riflettere la luce solare sul suo carnato candido, mentre la sua espressione è serena. Tutti i suoi muscoli infatti sono rilassati, soprattutto quelli delle braccia, nelle quali tiene gelosamente la sua piccola marionetta in legno, dalla quale ormai è inseparabile. Pace e calma regnano in quel luogo di disperazione. Nessuno oltre al ramato è presente, dinanzi ai suoi occhi vi è un grande monumento in ricordo dei caduti di Konoha. Chissà se tra quei nomi ci sono anche gli amici di quella donna simpatica conosciuta il giorno prima, Furaya, come dimenticare quei capelli lunghi e rosei e quella bella chiacchierata tranquilla, tra risate e scherzi che per certi aspetti ha toccato anche punti delicati. Si guarda intorno, indispettito, ma sembra per davvero essere il solo lì, solo grandi alberi dalle fronde piene e verdi gli fanno compagnia, naturalmente oltre al suo giocattolino. Le parole del fratello Marek gli tornano alla mente, la promessa fatta sia di mantenere i segreti del clan, ma soprattutto di fare attenzione, di guardarsi intorno e di stare sull'attenti. E' proprio per questo motivo che decide, nel dubbio, di procedere all'attivazione del chakra. Si piega leggermente sulle ginocchia, portando il busto in avanti e allungando le braccia per appoggiare il burattino per terra, seduto. Poi si rialza e procede all'impasto. Porterebbe le piccole mani congiunte all'altezza dello sterno, componendo quel sigillo della capra che ormai conosce alla perfezione. Proverebbe a sdoppiarsi, come se si specchiasse in quella grande lapide che ora sta fissando, procederebbe poi alla formazione delle due sfere. La prima della mente, di un colore chiaro, brillante, sull'arancio, proprio come quella bellissima sfera che veglia su di lui, pensando ai suoi cambiamenti recenti, sia per quanto riguarda la sua vita, le sue esperienze, ma soprattutto per il suo modo di fare e di agire. La spingerebbe poi verso la fronte. La seconda del corpo, di un colore cristallino, proprio come il cielo, concentrandosi sulle sue mani dalle dita affusolate, sulla sua eccessiva magrezza, grazie alla quale però, si intravedono maggiormente quei piccoli muscoli e la spingerebbe nella direzione opposta, verso lo stomaco. Una volta fatto ciò, studierebbe un modo per conferire loro un movimento rotatorio sul proprio asse, dapprima in maniera lenta, aumentando sempre più la velocità, cominciando a portarle verso il plesso solare per amalgamarle in una sfera di dimensioni maggiori e molto più luminosa. Si sentirebbe quindi molto più sicuro di sé. [Tentativo impasto chakra] [Equip: Portaoggetti fianco sx: 3 kunai]

18:38 Giusca:
  [Prateria] Un'energia misteriosa pervade tutto il corpo del giovane ragazzo, il quale ora ha la possibilità di riflettere e di lasciare invadere la sua mente, dopo un bel po' di tempo, dai quei pensieri che in passato l'hanno tormentato e l'hanno portato a morire lentamente, distruggendo la sua stessa identità e la sua vita. Ma che ora, per qualche strano motivo, non lo spaventano più di tanto, perchè qualcosa in lui sta cambiando, non si sa bene cosa, ma è diverso, non è più il rosso indifeso e debole che credevano tutti. Ricorda ancora le parole di quel tipaccio dai capelli bianchi che ha osato chiamarlo "coniglio", solo perché è stato difeso da Hikari a causa del suo pessimo modo di approcciarsi alla gente, dicendo che probabilmente suo fratello è morto. Ma ricorda ancora di più l'incontro con quel tipo folle che ha osato mettergli un coltello alla gola, un certo Zashiki, il cui modo di vestire dice tutto. E per cosa poi? Per aver mostrato le sue debolezze, il dolore dell'abbandono dei suoi genitori e quello ulteriore da parte del caro fratello che amava alla follia e che è stato per lui il suo punto di riferimento. Ma per fortuna ha trovato anche qualcuno che ha imparato ad apprezzarlo in qualche modo, non osando giudicarlo prima di conoscerlo realmente, dandogli un'opportunità. Come Hikari, per esempio, che è stata così gentile con lui, ascoltandolo, rassicurandolo nel momento del bisogno, facendogli capire che non si è soli se c'è qualcuno che ti vuole un minimo di bene e che può contare su di lei. Per arrivare poi a Furaya, l'unica che abbia avuto il coraggio o la voglia di parlare con lui, perfino in terra straniera, che gli abbia dato un certo valore in qualche modo, che l'abbia fatto sentire speciale, anche per un momento o anche semplicemente "normale". Perché si è sentito "speciale", ma in negativo per troppi anni, a partire dagli abusi da parte dei suoi compagni sia fisici che mentali, che lo hanno costretto a chiudersi dentro di sé, come un riccio, tenendosi tutta la rabbia e il dolore dentro, senza possibilità di uscire poco per volta, esplodendo con foga senza volerlo e succhiando tutta la sua linfa vitale. Costringendolo a portare una maschera, che ora non c'è più, perché ha deciso di metterla da parte, di ritornare ad essere se stesso, una persona dolce e gentile, ma con chi lo merita, scherzosa anche, nonostante sia difficile da crederci. La marionetta è ancora seduta, di fronte a lui, sembra quasi fissarlo, dargli un sostegno. Lo capisce, ormai da quando hanno stretto quel legame indistruttibile che può terminare solo con la morte, i due sembrano essere una cosa sola, due facce della stessa medaglia. Un po' come se egli stesso ora sia colui che decide per la sua vita, senza dover essere più marionetta di nessuno, come se il burattino fosse Giusca stesso, controllato dal medesimo ragazzo. Lo so, può sembrare un ragionamento contorto, ma se ci pensi bene ha un senso. La mano destra di Giusca è protesa in avanti e le ginocchia nuovamente abbassate. Sfiora la superficie liscia e lignea, mentre la mano sinistra è appoggiata alla fronte, come a voler condividere i suoi pensieri con lei, per renderla partecipe di quelle sofferenze e di quelle gioie. [Chakra 20/20] [Equip: Portaoggetti fianco sx: 3 kunai]

19:03 Giusca:
  [Prateria] <Tu mi capisci, dovresti essere motivo di odio per me, perchè mi ricordi i miei genitori, ma non riesco ad odiarti> parla da solo, il tono di voce è calmo, ricco di emozioni, lascia trasparire tutta quella dolcezza che si riesce a leggere tranquillamente anche dai suoi occhi, che ora sono fissi su di lei, come se ne fosse innamorato, come se volesse invitarla a rispondere, a dirgli che i sentimenti sono ricambiati, che ci sarà sempre e che non lo deluderà come in passato. Che ora finalmente ha qualcuno, che non è solo, che i problemi li affronteranno insieme. Starà forse impazzendo? Non credo, penso solo che dopo tutti questi anni, durante i quali non ha potuto sfogare le sue emozioni con gli altri, senta il bisogno di farlo, finalmente. E con lei, che è la compagna ideale, silenziosa perchè vogliosa di ascoltarlo e ferma immobile, perché vuole spostarsi di pari passo con il suo padrone. <Secondo te dovrei andare alla ricerca dei miei genitori e di mio fratello? Nonostante siano in pericolo di vita e mi abbiano chiesto di vivere ancora nell'ombra, finchè il peggio sia passato? Sono passati più di 20 anni, ormai ho perso il conto, non posso starmene con le mani in mani, devo agire, devo trasformarmi.> pone domande e si dà risposte da solo. Il tono di voce ora sembra essere carico di foga, sente un calore dentro che lo rende invincibile. <Mi mancano gli abbracci, mi manca sentirmi amato, essere sfiorato, quando ti accarezzano i capelli con le mani, le guance e il viso> gli occhi si riempiono di piccole lacrime, le quali cominciano a rigare le gote, inumidendole e arrivando a quelle labbra sottili, che assaporano involontariamente quella sostanza salina. Sul viso si disegna una vera e propria smorfia, la fronte si corruga mettendo in risalto ancora di più le rughe di espressione, le narici si dilatano, le parole escono con voce flebile, alternate da brevi singhiozzi e respiri affannati. Il battito del cuore non è più regolare, aumenta, va di pari passo con quel turbinio di emozioni che fuoriescono da lui. <Abbracciami ti prego, non tradirmi anche tu> la supplica, il sole ormai comincia ad abbandonare il cielo, la luce infatti diventa man mano più fioca, i capelli fiammeggianti si colorano di una sfumatura più scura, così come i suoi occhi, le cui pupille si fondono quasi con le iridi. [Chakra 20/20] [Equip: Portaoggetti fianco sx: 3 kunai]

19:25 Giusca:
  [Prateria] <Perché mi ignori? Non vuoi abbracciarmi?>. Sta cominciando a perdere il controllo, troppi pensieri tutti in una volta, lo stanno portando di nuovo verso quel burrone dal quale è partito e non riusciva più ad uscire. La testa sta scoppiando, sente fitte acute, come se se lo stessero pugnalando più volte. I singhiozzi non aiutano di certo, lo fanno respirare a fatica, rendendo quella situazione ancora più insopportabile, costringendolo a digrignare i denti bianchi e rendendolo nervoso. Le vene infatti cominciano a farsi strada sulle sue tempie, belle evidenti, di quel colore tra il verde acqua e il viola. Ora entrambe le mani sono ferme all'altezza della fronte, come a volersi mantenere quella testa che ora sembra essere così pesante e incapace di rimanere in piedi da sola. <Ahhhhh> il dolore è insopportabile, i ricordi si insinuano nella mente con prepotenza, cercando qualsiasi spiraglio libero, sopprimendo ogni forma di ribellione. Caldo, tanto caldo, bagnato, all'altezza della narice destra. Cominciano a colare gocce di sangue, istintivamente Giusca porta la sua mano destra all'altezza del naso, facendo sì che anche essa si riempia di rosso, si sporchi fino a che quelle mani pure e innocue, sembrino essere diventate mani di un assassino. Di colui che ha voluto sopprimere il vero ramato, tenendolo rinchiuso da qualche parte dentro di sé, soffocandolo poco per volta, agonizzando la sua sofferenza, per prolungare il divertimento. Anche l'erba sottostante si riempie di rosso, mentre gli occhi fissano la marionetta, le chiedono perdono, come se fosse stata lei ad avergli lanciato quella maledizione per una sua mancanza di rispetto. Sente quasi le forze abbandonarlo, si sente svenire, preme forte la narice destra con quella mano rossa, con le ultime forze che gli restano, sporcandosi tutto il viso pallido, per bloccare il flusso di sangue. Ci riesce, anche se dopo qualche minuto, durante i quali non ha smosso il suo sguardo ed è rimasto immobile. Ed ecco che ora sembra abbia versato del sangue in un luogo dove sangue non dovrebbe essercene perché di commemorazione ai caduti di Konoha. Non voleva ed è profondamente amareggiato per questo. <Mi dispiace> a stento escono dalla sua bocca che va ricercando una grande quantità di ossigeno, si vuole scusare sia con i defunti che con il suo giocattolo, ma soprattutto con se stesso, per aver perso il controllo, per essere arrivato a tal punto. [Chakra 20/20] [Equip: Portaoggetti fianco sx: 3 kunai]

19:48 Giusca:
  [Prateria] Il suo viso fa quasi impressione, quel candore in netto contrasto con quel rosso, che lentamente comincia a diventare più scuro e ad asciugarsi a causa delle temperature ancora calde. Il palmo della mano destra sfiora il tappeto erboso sottostante alle ginocchia del giovane, per rimuovere gli ultimi residui di sangue ancora bagnato. Perfino il labbro superiore ha assunto un colorito più vivace, dipinto di rosso e la sua lingua ha potuto assaporare in parte quel liquido che gli appartiene. Il chakra è ancora in circolo e vaga, rimbalzando da ogni zona del suo corpo, è solo grazie a quello se è ancora in piedi. Si concentra, ormai conosce alla perfezione le sue mani, la lunghezza delle sue dita e del suo palmo, così come conosce bene il modo ideale per attivare la sua innata. Va ad una ricerca interiore del suo chakra, dove è collocato? Lo rintraccia, cercherebbe quindi di prelevare una parte consistente, suddividendola poi esattamente a metà e spingendola nelle braccia, costringendola ad andare ancora più giù, attirato dalla forza di gravità, per giungere nelle mani, che ora sono così diverse, una bianca, come la sua purezza, l'altra rossa, come l'assassino che potrebbe diventare. Sentirebbe i palmi delle mani gonfi, proverebbe a suddividere il chakra giunto a destinazione, ulteriormente, in cinque vie, corrispondenti a ciascun dito della mano, obbligandolo poi a fuoriuscire come raggi solari dagli tsubo dei polpastrelli, penetrandoli, come liane consistenti, che vanno ad afferrare le giunture della sua marionetta, precisamente i fili della sinistra quelle della parte superiore, mentre i fili della destra quelle della parte inferiore del burattino. Perchè abbia deciso di attivare l'innata, resta un mistero, una cosa è certa però, non ha voglia di allenarsi. Ora i due sarebbero nuovamente uniti da quel legame speciale, che gli altri non sono in grado di capire, ma che lui reputa unico. Forse è un modo per scusarsi, non più con le parole, ma non i gesti. Perché si sa, le parole volano nell'aria, ma poi si disperdono, mentre i gesti restano impressi negli occhi, nella testa e nel cuore e difficilmente si cancellano, soprattutto se ti segnano in particolar modo. [Chakra 19/20] [Tentativo Fili di Chakra I] [Equip: Portaoggetti fianco sx: 3 kunai]

20:11 Giusca:
  [Prateria] Finalmente uniti, come in matrimonio, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, finché morte non li separi. La marionetta viene afferrata dai fili di chakra, visibili solo ai suoi occhi cangianti. Il polso destro resta fermo, il braccio è leggermente piegato ma quasi parallelo al pavimento, le dita delle mani sono distese, nessun movimento da parte loro. Un movimento repentino e sicuro porterebbe il braccio a sollevarsi sempre parallelo alla terraferma, così che la marionetta possa alzarsi in piedi e fluttuare a circa 10 centimetri dal suo viso. Per quanto riguarda il polso sinistro invece verrebbe ruotato verso destra, quindi una rotazione scomoda, verso l'interno, limitata, mentre il gomito sinistro si andrebbe a sollevare in direzione ovest per facilitare la rotazione. Il braccio protratto verso la marionetta, come a volerla stringere a sé, mentre le dita da stese si andrebbero a piegare, così che la marionetta possa allungare a sua volta le sue braccia e ruotando leggermente il busto e la testa verso la sua sinistra e verso la destra di Giusca, visto e considerando che sono uno di fronte l'altro, stringerlo in un caloroso abbraccio, quell'abbraccio di cui aveva bisogno da tanto tempo, che ha sognato tante volte e per il quale è arrivato anche ad impazzire. E ora i due sarebbero ancora uniti da quel legame magico e a stretto contatto gli uni con gli altri, creando un'atmosfera speciale, di comprensione reciproca e di sopportazione, perchè nel bene e nel male devono fare questo. Resterebbe quindi ancora in quella posizione, con le ginocchia ancora appoggiate a terra, osservato dal buio e dalla natura che lo circonda, ma soprattutto da chi veglia da lassù e che viene ricordato in quel luogo grazie al monumento, ancora di fronte a lui, imponente e marmoreo, nero come il dolore che deve assolutamente lasciarsi alle spalle, ripensando a quella donna dai capelli rosa che probabilmente fa visita spesso a quel luogo. Una volta soddisfatto dell'abbraccio e ricaricatosi dell'affetto di cui aveva bisogno, si solleverebbe da terra, si volterebbe indietro, cercando di ripercorrere la strada fatta al contrario, per raggiungere la sua stanza, mentre la marionetta lo stringe ancora al collo e mentre le ripete <Sei tutto per me>. [Chakra 18/20] [Equip: Portaoggetti fianco sx: 3 kunai] [End]

Giusca si trova nella Prateria della Memoria per puro caso, spinto dalla curiosità. Viene assalito ancora una volta dai ricordi che lo spingono a diventare nervoso e gli provocano dolori e fastidi fisici. Comincia a parlare con la sua marionetta, confidandosi, cercando da lei un abbraccio, che finalmente arriva chiudendo il tutto in bellezza.