[Cura] - Dopo l'eliminatoria genin #2

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Giocata di Corporazione

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12:06 Kaori:
 Era seduta sugli spalti accanto a Raido. Aveva voluto accompagnarlo a vedere lo scontro delle eliminatorie genin per vari motivi. Uno perchè c'era Sakura e due perchè c'era Kouki. Si sarebbero trovate entrambe nel medesimo scontro e lei non poteva mancare. Aveva assistito in silenzio all'intero scontro fino a quando Sakura non era stata buttata fuori con una grave ferita proprio all'occhio. Si è irrigidita, si è spaventata e, senza neppure pensarci, ha deciso di correre in ospedale da lei. Non ha potuto assistere al resto dello scontro, non ha potuto vedere cos'è accaduto a Kouki perchè è corsa in ospedale ad assicurarsi che Sakura stesse bene. L'intervento è durato poco, è andato bene, e le ha tolto dalle spalle un grosso peso. Tuttavia, non appena è uscita dalla sala operatoria ed è tornata in corsia, si è vista quasi travolgere da un nuovo paziente portato d'urgenza in sala. Le è bastato vedere Raido correre accanto alla barella per capire di chi si trattasse. <Kouki...> un sussurro basso, preoccupato, che la porta a schiudere le labbra per diversi istanti. La scelta vien presa prima di poter ragionare su qualsiasi altra cosa. Si umetta le labbra, alza la mano e guarda gli infermieri che stanno trasportando la bambina. <Me ne occupo io: quali sono le condizioni?> domanda lei con fare serio, deciso, guardando i due uomini, seguendoli fino in sala operatoria. <Lui entra, viene con me, ho bisogno che tenga la bambina tranquilla mentre opero. Procurategli un camice sterile, un elastico ed una cuffietta.> aggiunge, subito dopo, indicando Raido. Non avrebbe potuto impedirgli di assistere, sa che non l'avrebbe permesso. I due annuiscono e guardano la special con fare serio. "Ha un taglio alla spalla sinistra piuttosto profondo. Lo abbiamo fasciato per bloccare il sanguinamento, ma va trattato. Inoltre il collo presenta un foro che si estende piuttosto in profondità ed un alone violaceo tutt'attorno che non sembra essere un livido..." Kaori ascolta, annuisce, mentre i due spostano il corpo della bambina sul lettino della sala. Essa è ampia, bianca, con una grande lampada al di sopra del lettino che illumina a giorno la zona sottostante. Kaori indossa il suo camice bianco da medico, si sposta alla sinistra della Yakushi e inizia a togliere il bendaggio che va a ad avvolgerle la spalla. Intanto gli infermieri escono dalla sala e tornano qualche minuto più tardi con tutto l'occorrente per Raido. Camice, cuffietta ed elastico per i capelli. La special analizza e studia con occhio attento le ferite della bambina ed assottiglia lo sguardo con fare attento, serio. Sentire Raido accanto che osserva tutto è un po' un peso, la fa sentire sotto pressione, ma deve cercare di ignorare quella sensazione. Avrebbe salvato la bambina, senz'ombra di dubbio. <Qui c'è qualcosa...> mormorerebbe lei andando ad osservare più da vicino la ferita al collo di Kouki. Qualcosa si muove sotto la pelle, qualcosa che non appartiene a lei. <Raido, ho bisogno che tu stia pronto a tranquillizzarla quando si sveglierà. Appena inizierò a trattare la spalla probabilmente riprenderà coscienza, dovrai cercare di tenerla ferma, di farla star tranquilla. Più si agita più il sangue verrà pompato con forza ed uscirà dalla ferita> lo avvisa seria, sollevando lo sguardo verso di lui. Andrebbe quindi a prendere, dal carrello degli attrezzi lì accanto, una piccola pinzetta sterile che avrebbe portato vicino la ferita al collo della bambina. Avrebbe teso la pelle con la mancina così da vedere più chiaramente il foro sulla sua carne ed allargarlo appena. Avrebbe assottigliato lo sguardo per poter meglio vedere la ferita e solo a quel punto avrebbe avvicinato la pinzetta al foro. Le punte sarebbero andate a superarne i bordi, entrando nella di lei carne, per poi andare ad afferrare quel qualcosa che si muoveva sottopelle. Un gesto secco, rapido, che andrebbe ad estrarre da lì quella cosa, come un pelo che viene estirpato dalle sopracciglia. Fortuna che Kouki è ancora svenuta, o chissà se avesse sentito dolore da quella operazione. [Competenze curative B] [chakra: on]

13:06 Raido:
  [Stanza] Lo scontro dei genin è appena finito e non è andato proprio nel migliore dei modi. Hanno colpito Kouki al collo ed è grave, molto grave. Dopo che l'hanno portata via ha cominciato a correre abbandonando le tribune per dirigersi in ospedale dalla ragazza o meglio, dirigersi verso la barella che la sta trasportando all'ospedale. Si è messo a correre non badando a nessuno, nessuno lo chiama e ringrazia di avere l'orecchio ancora fuori uso, ringrazia di non sentire chiunque lo stia cercando. Indosso porta un semplice kimono bianco che giunge fino alle ginocchia; le punte basse del kimono sono rosse così come le maniche. Una cintura rossa legato e stretta alla vita per tenere chiuso il kimono mentre sotto di esso non vi è niente ed è possibile vedere e notare il petto nudo del giovane. Pantaloni neri a ricoprire le gambe, pantaloni da ninja mentre ai piedi porta dei semplicissimi sandali neri, sempre ninjeschi. Alla vita, dalla parte sinistra ha una katana, una nuova dopo l'abbandono di quella vecchia mentre sulla schiena vi è la samehada. Prima di andarsene ha lasciato nelle mani di Yukio katana e pelle di squalo senza nemmeno pensare al modo in cui lo sta facendo, anzi, è andato diretto <Tienimele> il rispetto verso un superiore viene messo da parte per poi affrettarsi a raggiungere la Yakushi. Corre veloce, si butta letteralmente giù dagli spalti, atterra nell'arena dopo essere sceso per ben 15 metri. Una fitta al costato gli arriva, stringe i denti e va avanti. Torna a correre dinanzi alla folla, supera gli altri contendenti che stanno avendo battaglia per poi arrivare al fianco della barella <Kouki> pronuncia il nome della ragazzina, il tono è agitato, spaventato. Ha visto quel colpo arrivarle addosso e a ripensarci la rabbia sale, non tanto per quella che l'ha colpita, quanto per l'arbitro che non l'ha impedito. Stringe la mano destra, si sta arrabbiando e non deve, deve solo pensare a Kouki e al suo bene. Segue i medici fino all'ospedale, entra nella struttura riuscendo a vedere la figura di Kaori. Tutto quanto viene messo da parte, la rabbia, la vergogna, ogni cosa; non hanno tempo di scannarsi o di discutere, devono pensare alla genin in questo momento. Annuisce al dire della Hyuga per poi entrare nella sala operatoria di corsa senza guarda in faccia a nessuno. Attende pochi minuti prima di vedere gli infermieri entrare con la roba necessaria e subito va a mettere l'elastico sulla bocca, il camice sterilizzato addosso e nel mentre va a legare i capelli in una cipolla per poi adagiare sopra di essi la cuffietta per impedire che possibili capelli pregni di germi giungano sulla ragazza <Lo farò> risponde andando a prendere la mano sinistra della ragazza con la propria mano destra <Se la caverà?> chiede con un accenno di panico nella voce anche se riesce a mantenersi abbastanza calmo da vedere tutto quanto da un'ottica lucida. Gli occhi passano da Kouki a Kaori e da Kaori a Kouki in modo veloce. [Chk on]

13:23 Kouki:
  [Stanza] L’eliminatoria del torneo si è conclusa, almeno per lei, e ha perso. Non ha nemmeno capito come sia successo, non ha idea di come all’improvviso la sua mente le abbia giocato quell’infame scherzo. Un’illusione, non c’è dubbio, ma da chi? E come? Non le è parso che Natsumi compisse sigilli, sempre che per quell’illusione ne servissero, quindi l’unica che rimane è l’Uchiha che per tutto il combattimento se ne è stata codardamente nascosta. Stava andando bene, no? E allora perché? Perché nel giro di un secondo si è ritrovata a perdere? I pensieri vorticano senza fermarsi nella sua mente ora immersa nell’oscurità. Ha perso i sensi durante il combattimento, qualcosa le ha perforato il collo e ha sentito il chiaro rumore secco di qualcosa che si spezza. Il cuore le batte all’impazzata nel petto, le fa male, sente la paura crescere in lei, sente l’altra urlare e urlare nella sua mente. È ancora lì, lei non morirà mai. Il suo corpo è immobile, gli occhi rimangono chiusi e la sua mente ancora sospesa nel limbo di incoscienza. Non può sapere cosa accade intorno a lei, non può sapere che l’hanno posizionata sopra una barella e portata in tutta fretta verso l’ospedale. Non può sapere che in quel momento è iniziato l’intervento per curare le sue ferite. Non può sapere che di lei si sta occupando proprio Kaori. Non può sapere che accanto a lei c’è anche Raido. Rimane in quell’oscurità che a tratti sembra essere avvolgente e rilassante, mentre in altri istanti terribile e cupa. Non sente dolore, come se nulla fosse successo, semplicemente è come se dormisse presa dal vortice dei suoi pensieri, mentre immagini irrompono come dei flash nel suo cervello. Un lungo sonno nel quale la sua mentre sembra cercare di elaborare quanto successo, mischiando presente e passato, dando voce a qualche lampo di ricordi perduti che iniziano ad accavallarsi veloce nella sua mente. Si ritrova inerme in uno spazio nero, inconsapevole che nel suo collo ci sia qualche corpo estraneo che la Hyuga è andata celere a rimuovere. Come sarà quando riprenderà i sensi? Cosa avvertirà? Al momento la sua mente non ci pensa, persa a vagare per quei pensieri e quei lampi che si alternano al buio profondo. Confusione e pace, tranquillità e paura, reale e irreale, passato e presente. Le fasciature che portava al collo, al torso, alle spalle e braccia… probabilmente saranno state tolte per permettere di agire sulle ferite. Dopo tutto non sono altre che ferite che si vanno ad aggiungere a quelle che ha già, niente di preoccupante, nulla che la faccia più preoccupare… e la paura sembra affievolirsi, cadere nell’oblio, per lasciare posto nuovamente a una calma inquieta.

13:35 Kaori:
 Kaori lascia cadere in una vaschetta metallica le pinze con annesso fra le loro punte un corpicino estraneo...vivo. Si muove, agita dei piccoli tentacoletti da cui gocciola il sangue della bambina. Si contorcono come a ricercar aria, ossigeno, o nutrimento. Tiene il carrello con lo strumentario accanto a sé e osserva attentamente la ferita. Nulla più par muoversi sotto la pelle della bambina ed il sangue riprende a fuoriuscire dal foro. <Credo di sì. Farò il possibile> risponde alle parole di Raido cercando di affrettare le procedure di soccorso. Immediatamente Kaori andrebbe quindi a porre le mani al di sopra della ferita, a circa una decina di centimetri di distanza, una sopra l'altra. Andrebbe a ricercare all'interno del proprio chakra parte delle energie fisiche che scorrono in esso. Andrebbe a ricercarle, richiamarle, fino a spingerle verso le mani, i palmi, lasciandole fuoriuscire attraverso gli tsubo ivi presenti. Il chakra medico andrebbe dunque ad avvolgere la pelle della Hyuga in un alone verdastro e rassicurante che andrebbe poi a lavorare per permettere l'inizio delle cure. <Tieniti pronto. Fra poco dovrebbe riprender conoscenza> direbbe rivolta a Raido prima di andare a far fluire il proprio chakra dai palmi fino alla ferita. Andrebbe a farlo vagare all'interno del foro, verso le vene, i muscoli, i tessuti, le ossa ferite. Andrebbe a riempire ed avvolgere parte del corpo della piccola con la propria energia nella speranza che essa sia sufficiente ad andare a riparare e rigenerare tutte le ferite presenti. La vertebra che si era rotta per via della violenza del colpo va assorbendo quel chakra lenitivo per prima andando lentamente a riprodurre nuove cellule ossee ad incredibile velocità. Fa male, è doloroso, brucia, ed è proprio questa sensazione penetrante e dolorosa che porta la bambina a riprendere lentamente conoscenza. Un dolore che riecheggia e si riverbera per la nuca, la testa, ridondante. Fa male. Fa molto male, ma Kaori cerca di mettere tutte le proprie energie in quel tentativo di cura, cerca di essere il più rapida possibile nel rimarginare tutto ciò che quella genin ha distrutto. Nel frattempo, fintanto che l'energia verdastra colma e rigenera i tessuti feriti, lo sguardo cala per un attimo nella vaschetta di ferro ove le pinzette giacciono insanguinate. Quel piccolo esserino tentacolare non si muove più, quei filamenti violacei e cremisi giacciono tesi e rigidi privi di vita. [Mani Terapeutiche B (Ps: +7)] [chakra: 90/100] [Ps Kouki: 56 + 7 = 63]

13:53 Raido:
  [Stanza] Stringe la mano della ragazzina, preoccupato per le di lei condizioni, si, si ritrova preoccupato per qualcun altro che non sia Kaori. Forse può far male, questo, alla special jonin, forse per essere odioso per lei ma non può farci niente, non può impedire alla preoccupazione di salire fino a rendersi insopportabile. Nota come quelle pinzette vanno ad estrarre un qualcosa, un esserino appuntito, un batterio forse o un parassita; non ha mai visto una tecnica del genere in vita sua, non ha mai visto niente di simile prima d'ora e la osa lo rende irrequieto. Non sapere di una possibile minaccia lo scombussola rendendolo letteralmente inutile, impossibilitato a fare qualcosa. Ha bisogno di studiare, di andare nuovamente negli archivi di Kusa per ricercare notizie su tecniche tanto omicide come quella usata su Kouki. Ascolta le parole di Kaori e quel credo gli raggela il sangue, immobilizza il corpo dell'albino portandolo a irrigidirsi perchè vuol dire che c'è una possibilità in cui lei non ce la faccia. Se dovesse succedere non darebbe mai la colpa a Kaori, lei non c'entra niente e non può nemmeno dare la colpa alla Goryo per quello che è successo bensì all'arbitro che non ha fermato lo scontro prima del tempo. Non parla, non risponde ma porta gli occhi verso la ragazzina, verso il di lei viso e nuovamente riecheggiano le parole della Hyuga per tutta la stanza; il braccio sinistro si alza, la mano va ad aprirsi e ad appoggiarsi sulla fronte di Kouki. Comincia a mettere su di essa una lieve pressione per spingerne il capo contro il cuscino e sa che, ora, deve usare tutta la propria forza per impedirle di muoversi <Sono pronto> risponde in modo semplice a quel dire osservando come le mani mediche vadano a curare il collo della ragazza. Non osa immaginare il male che possa provare in questo momento, non osare fare ipotesi ma può capire quanto questo sia elevato. Se si fosse mossa andrebbe a spingere il di lei capo verso il cuscino tenendo la mano ben ferma sulla di lei fronte impedendole di farsi del male; il braccio rigido, fermo e saldo su di lei mentre con la destra continua a stringere la manina <Kouki> pronuncia il suo nome, vuole tranquillizzarla in qualche modo, renderla inerme per se stessa <Ascolta la mia voce, concentrati su di me> è l'unico modo per poter fare davvero qualcosa di utile in una situazione come questa, una situazione in cui, per la prima volta, è completamente inutile. [Chk on][Forza 50]

14:06 Kouki:
  [Stanza] La ragazzina se ne sta lì, ferma immobile, sdraiata su quel lettino. Nella propria mente aleggia in una sorta di oscurità che sembra avvolgerla amorevolmente senza farle provare alcun dolore. Abbandonata alla propria coscienza, non può che ascoltare solamente quello che l’altra le urla addosso. Ha fatto degli errori? Forse avrebbe dovuto far combattere lei? Tutti questi pensieri vengono interrotti di colpo. Quell’oblio attorno a lei si fa freddo e fitte di dolore iniziano a pervaderle il collo, e da lì si dirama verso la testa, il cervello e per tutto il corpo. Un dolore acuto e bruciante che spazza via quelle ombre, riportandola ad uno stato di coscienza. Gli occhi gialli si spalancano, le labbra si dischiudono in un urlo muto di dolore, mentre il cuore inizia a balzarle in gola in preda alla paura e al dolore. Una paura che viene accentuata dall’associazione mentale che ella compie in quel preciso momento, in quella frazione di secondi. I suoi ricordi sopiti si sovrappongono alla realtà, come lampi. Alle figure di Kaori e Raido si sovrappongono quelle di due uomini. Non si trova in ospedale, ma in un laboratorio. Che le stanno facendo? Il panico balena nel suo sguardo, non riconoscendo quelle figure accanto a lei. La sua mente si disconnette per qualche istante dal presente. <C-cosa… mi fate…??> il respiro è affannoso, la voce bassa e roca, sofferente e dolorante. In fin dei conti non ha nulla di grave a livello fisico, anche se il dolore che prova è acuto e le prende la bocca dello stomaco… ma purtroppo la mente le sta giocando dei brutti scherzi e nel panico la porta a pensare di stare vivendo chissà quale esperimento o tortura. Istintivamente cercherebbe di muoversi, confusa e disorientata, anche se avverte la spossatezza in tutto il suo corpo, oltre al dolore che si propaga nelle sue ossa. Ma non riesce a muoversi. La forza che Raido impiega la tiene bloccata al lettino e questo non farebbe che aumentare il suo panico. Ma la voce del sensei arriva chiara alle sue orecchie, una voce che finalmente riconosce e che sembra spazzare via quell’accavallamento di ricordi. Le palpebre vengono sbattute più volte e lentamente il viso di Raido diviene visibile e riconoscibile. Non ci sono uomini, né strumenti di tortura, e lei si trova in una stanza di ospedale. Terrebbe gli occhi puntati sull’uomo, ancora spaventati per quell’attimo di confusione. <Sensei…?> sussurra appena, forse non riuscendo ancora ad equilibrare per bene la sua mente, a calibrarla. Occhi che ora verrebbero spostati sulla figura che sta operando, riconoscendo forse Kaori da quei suoi occhi particolari. I denti vengono stretti e le labbra serrate in un’espressione di dolore. Non è messa male in fin dei conti, si tratta solo di far passare quel momento, no? Cerca di calmare il proprio cuore, mentre va ad osservare il soffitto della stanza. <Era… da tanto… che non provavo… un dolore simile…> andrebbe a sussurrare, assottigliando gli occhi e irrigidendo i propri muscoli. Le mani andrebbero a stringersi, la sinistra probabilmente stringerebbe le mani del sensei con forza, mentre la destra si chiuderebbe a pugno. E’ un dolore fisico forte per lei, un dolore per il quale era solita difendersi con E-001. La sente premere nella sua testa, come se volesse uscire in sua difesa, in difesa di sé stessa. Ma la ragazzina si concentra, sa che quella situazione è ben diversa. può affrontarla. Kaori la sta curando, è lì… ed è lì anche Raido. Può farcela.

14:25 Kaori:
 La vertebra del collo che si era spezzata va lentamente rigenerandosi andando a tornare sana. E' un processo che richiede diversi minuti durante i quali il chakra medico di Kaori va forzando le cellule a moltiplicarsi e riprodursi molto più rapidamente del normale così da tornare ad una struttura ossea sana e completa. Tuttavia anche risistemando il danno all'osso, rimane da curare e ripristinare la funzionalità dei muscoli e dei tessuti che sono stati lacerati dall'entrata di quell'ovulo contenente il parassita. Ovulo che, lentamente, man mano che le cure procedono, viene a risalire verso il foro ricadendo sul lenzuolo. Un piccolo ovale appuntito, avvolto di spuntoni affilati, viola e rosso. Una volta che avesse terminato di curarla l'avrebbe raccolto e conservato assieme all'esserino tentacoloso per capire poi di cosa si fosse trattato. Intanto però la Hyuga procede nell'opera di guarigione mentre Kouki va pian piano svegliandosi. E' confusa, agitata, spaventata e tutto questo lo si nota dalla sua voce, dal suo sguardo, dal corpo che tenta di dimenarsi e sfuggire a quelle procedure. <Kouki, per favore, non agitarti... passerà, starai meglio, ma resisti ancora un po'> cerca di confortarla a sua volta prima di stringere le labbra. Le dispiace per il dolore che sta provando, le dispiace per questa brutta esperienza e le dispiace che una bambina così piccola debba essere soggetta a pericoli di questo genere. Eppure, al tempo stesso, si sente anche in difficoltà, a disagio. E' la prima volta che opera con una simile pressione sulle spalle, che permette ad un caro del paziente in questione di rimanere in sala. Non avrebbe dovuto farlo, non avrebbe dovuto lasciare Raido lì, si sente doppiamente responsabile per la vita della bambina. Eppure sembra che la ferita non sia mortale, che le condizioni siano critiche ma non gravi. Ce la farà, starà meglio, la ferita al collo sembra star rigenerandosi come da programma, eppure continua a sentirsi una spada di damocle a pendere sul capo. Una situazione scomoda, difficile e tesa. Avverte la voce di Raido che la rincuora, che la rassicura, vede il modo in cui le resta accanto, in cui l'accarezza. Avrebbe potuto dire o scegliere qualsiasi cosa, ma in cuor suo, l'Oboro, ha già fatto la sua scelta. I suoi gesti nascondono in essi una promessa. Lui è già suo padre, che lei lo accetti o meno. Ma lei...? Lei sarebbe mai stata una madre per quella bambina? Stringe i denti, le labbra, cercando di scacciare quei pensieri in opportuni dalla testa. No. Non può distrarsi a questo modo. Quella non è una bambina ora, non è la figlioccia di suo marito, e suo marito non è lì. Sta curando un paziente, uno qualsiasi, e deve immettere in quelle cure tutta la concentrazione di cui è capace. Tenta di allontanarsi col pensiero da quel momento, di estraniarsi, di divenire fredda e razionale nel tentativo di rendere le proprie cure le migliori possibili. Non sono ammesse distrazioni, Kaori... non ora, non con questa bambina. [Mani Terapeutiche B (Ps ripristinati: +14)] [chakra: 89.5/100] [Ps Kouki: 63 + 7 = 70]

14:37 Raido:
  [Stanza] Come predetto da Kaori, eccola che si risveglia all'improvviso dal suo sonno, dal suo svenimento. Il sangue esce dal piccolo collo, sporca le coperte, le mani di Kaori ma non importa, purchè la si curi. La mano sinistra preme ancora contro la di lei fronte lottando contro la forza della ragazzina, cerca di avere il sopravvento su di lei, di vincere quello scontro per evitare che si faccia del male inutilmente mentre la vocina esce strozzata, spaventata da quello che succede. E' brutto il non sapere, forse è la cosa più brutta e che spaventa maggiormente l'essere umano <Ti sta curando> la sta curando, è Kaori che sta facendo tutto quanto. Il cuore batte veloce, violento e prepotente e l'ansia sale di minuto in minuto, un ansia che persiste sempre di più. Ha fiducia in Kaori, sa che sta facendo del suo meglio, sa che sta facendo tutto il possibile e non può chiederle di più, non può metterle pressione. Per pochi attimi alza gli occhi portandoli sul viso della Hyuga, ne osserva lo sguardo e capisce, capisce tutto quanto. Non sarebbe dovuto rimanere, non avrebbe dovuto accompagnare la ragazza ma come avrebbe potuto non restarle accanto in una situazione del genere? Come avrebbe fatto ad abbandonarla? Deve chiedere scusa a Kaori per questa pressione che le sta mettendo ma non vuole, non vuole metterle pressione, non vuole renderle il lavoro ancora più complicato. Cerca di liberare le mente, cerca di rendere il tutto vuoto e nero per concentrarsi solo ed esclusivamente sulla ragazzina. L'orecchio destro inizia a fischiare violentemente, il dolore acuto gli arriva all'improvviso, stringe gli occhi e digrigna i denti; vuole e deve resistere, non può abbandonarsi al dolore fisico proprio adesso e per questo va a risollevare le palpebre, va a portarle in alto guardando negli occhi la ragazzina che va a parlare nuovamente. Sembra ritrovare la calma, torna tranquilla ma ne vede gli occhi doloranti <Si> risponde con semplicità, una semplice risposta per farle capire che è li con lei mentre sente la di lei manina stringere quella di lui con più forza <Passerà tutto quanto, cerca solo di resistere e ti sentirai meglio> la rassicura ancora, prova a calmarla ulteriormente ma sa che non basta questo. Calmarla soltanto non è efficace, ha bisogno di distrarla, ha bisogno che pensi ad altro al momento <Oggi sei stata bravissima, sono fiero di te> è la prima cosa che gli passa per la testa, l'unica cosa che avrebbe potuto dire effettivamente. [Chk on][Forza 50]

14:52 Kouki:
  [Stanza] Chiude gli occhi, cerca di rimanere immobile, di farsi coraggio ed aspettare che quel dolore passi da solo, o meglio… con le cure di Kaori. Sente qualcosa risalire dal suo collo, qualcosa che lascia quel foro per poi ricadere sul lettino accanto alla sua testa. Non si volta, non guarda, ascolta la voce della ragazza e stringe i denti. Gli occhi vengono riaperti lentamente, tornando ad osservare il soffitto, mentre si concentra il più possibile per rimanere immobile. Non piange, non una lacrima viene versata e il viso si fa corrugato e serio, concentrato. Freddi i suoi occhi, mentre cerca di esorcizzare quel dolore che continua a sentire… ma anche di tenere a bada l’altra nella sua testa. <Scusa… starò ferma…> sussurra in maniera roca e sforzata verso Kaori, a quel suo dire. Non vuole complicarle il lavoro e sa quanto tutto può essere più difficile se il paziente si dimena come un’anguilla. Lucida anche in quel momento di dolore, e spera che pian piano esso si affievolisca. Ascolta le parole di Raido quando egli riprende a parlare, e lei sposta lo sguardo su di lui. Non risponde a quella sua prima frase, ha capito cosa sta succedendo e si limita ad annuire in maniera molto, ma molto flebile, per evitare di andare a complicare il lavoro a Kaori. <C’è di peggio…> insomma, non ha idea di come siano le sue condizioni, ma pensa che al mondo le persone abbiano subito ben di peggio. Lei stessa ha subito peggio in passato, anche se non ricorda, lo sente. Stringe nuovamente i denti, cercando di rimanere immobile, lasciando che il chakra curativo della ragazza inondi il suo collo facendo il suo lavoro. C’è della tensione probabilmente, e anche lei l’avverte, difficile non comprenderla. L’ultima volta che sono stati tutti e tre insieme è successo un disastro. Si detesta per questo, al solo pensiero di essere ostacolo. Le parole di Raido tornano prepotenti alle sue orecchie, ma lei non gli risponde… torna ad osservare freddamente il soffitto. Bravissima? Ha perso. Ma la cosa che più la irrita, è che non ha avuto modo di dimostrare nulla delle sue capacità. Il pugno destro si stringe, così come la mano sinistra che sembra voglia infilare le proprie unghie nella mano del sensei. <No.> sussurra aspramente quell’unica parola, per poi piombare nuovamente nel silenzio, per lunghi attimi prima di poter continuare. <Non ho… dimostrato nulla… avrei potuto fare meglio.> ha compreso solo dopo come doveva muoversi in quello scontro, quando ormai era troppo tardi. Fredda verso sé stessa mentre con la mente ripercorre ogni momento di quella sfida. Come abbia sbagliato ad approcciarsi in quel combattimento contro la Hyuga, di come sia debole ed inerme davanti a un’illusione. Di come Natsumi l’abbia colpita al collo senza che lei nemmeno se ne accorgesse. Tutto sbagliato. Chiude gli occhi, lascia passare qualche secondo mentre la mente corre verso altro, verso quel qualcosa che rende l’aria tanto tesa, facendola sentire un peso. Riapre quindi nuovamente le labbra. <Avete fatto… pace?> domanda infine, tornando ad osservare il soffitto.

15:10 Kaori:
 <Non preoccuparti, so che fa male... ma finirà presto> Non ha bisogno di scusarsi, Kouki, no davvero. Soffre, sta male, è più che normale che non riesca a rimanere immobile, che sia difficile l'idea di rimanere bloccata in quel dannato letto mentre il corpo par ribellarsi contro di lei. Non vuole che si scusi, non ne ha motivo, è lei la vittima in tutta quella storia ed è sempre lei a dover essere confortata e rassicurata. Non ha sbagliato, non ha nulla di cui dover chiedere perdono. Cerca di rassicurarla, cerca di tranquillizzarla, ma sa che il suo non è esattamente un ottimo lavoro. La sua mente è divisa a metà fra la concentrazione per proseguire la cura e il tentativo di non pensare allo strano e denso imbarazzo che riempie la stanza. Insomma, la sua voce può apparire leggermente distratta ma dentro di lei sta davvero facendo il possibile per salvare quella bambina. Il proprio chakra continua difatti a fluire dalle mani fino alla carne ferita andando a risanare sempre più i tessuti lacerati. Ormai il sangue ha smesso di fuoriuscire, il bruciore dovrebbe andare finalmente scemando mentre ad occhio nudo è possibile vedere come quel rossore violento vada lentamente a svanire sostituito da uno strato di pelle nuova, sana e fresca. Il livido violaceo rimane, circonda il punto in cui era stata ferita, ma il danno sembra essere totalmente guarito. <Senti ancora dolore, qui?> domanderebbe allora Kaori, incerta, alla volta di Kouki. Non ha mai visto nulla del genere prima d'ora sul corpo dei suoi pazienti, quella chiazza scura che par essere diversa da un livido. Eppure la ferita è svanita, par essere rimarginata, per cui l'unica che può dirle se sente ancora male è proprio la stessa bambina. Bambina che, nel frattempo, dovrebbe non avvertire più alcun bruciore o dolore al collo, ma solo la sensazione di pesantezza ed intorpidimento dovuta al forte trauma appena subito. Lascia che i due parlino, che Raido la conforti, che lei si sfoghi, e rimane per un attimo a boccheggiare quando ode la di lei domanda. Rimane con le mani a mezz'aria, ancora avvolte di quell'alone verdastro, ed osserva il viso pallido della piccola con espressione sorpresa. <Ah... sì, sì, va tutto bene> cercherebbe di dire per confortarla non osando aggiungere altro. Hanno chiarito, certo. Ma non ha ancora una risposta da dare e non vuole dire nulla che possa portare la bambina a credere il contrario. Ci sta ancora riflettendo, ci sta ancora pensando, e più il tempo passa più si sente assalita da mille responsabilità. Non ha avuto modo e tempo di conoscere Kouki fra il torneo e i turni in ospedale mentre il rapporto fra lei e Raido sembra farsi sempre più profondo. Per assurdo, in realtà, si sente lei quella a dover chiedere il permesso per entrare nella loro piccola amorevole famiglia. E si schifa per questo, per provare questo sentimento così triste. Sa che nessuno le sta togliendo niente, che Raido la ama ancora come prima, che non le sta in alcun modo voltando le spalle o lasciando indietro. Ma dentro di sé non riesce a smettere di sentirsi una intrusa fra loro. <Adesso passo alla spalla, va bene? Farà un po' male ma una volta guarita la ferita avremo finito e potrai riposare, okay?> cerca di avvisarla così da permetterle di poter sopportare ancora il dolore che sarebbe arrivato di lì a breve. <Sii forte ancora per un po'> tenta di abbozzare un sorriso al suo indirizzo prima di andare a scoprire la spalla ferita con gesti lenti e cauti, così da poter successivamente porre i propri palmi al di sopra della di lei carne. Sovrastano la zona ad una distanza esigua, di sicurezza, mentre il chakra medico verrebbe nuovamente fatto fluire dalle mani fino alla ferita. Anche qui, come in precedenza, l'energia andrebbe a mescolarsi alle di lei cellule per velocizzare ed accelerare il processo di rigenerazione e riproduzione così da permettere ad ogni lesione subita di ristabilirsi, ad ogni lacerazione di ripararsi, ad ogni tessuto strappato di riunificarsi. [Mani Terapeutiche B (Ps ripristinati: +21)] [chakra: 89/100] [Ps Kouki: 70 + 7 = 77]

15:29 Raido:
  [Stanza] Stare fermi è essenziale durante una cura come questa e lui lo sa, lo sa perchè il primo che non sta fermo quando lo curano, è il primo che tende a muovere il corpo anche se cerca di resistere al dolore. Giorni ha visto Kaori all'opera mentre lo ha curato da quelle ferite, il dolore alle costole è qualcosa che non augura a nessuno, non lo augura nemmeno al suo peggior nemico perchè sa quanto effettivamente faccia male una cosa del genere e durante quella cura ha inarcato la schiena parecchie volte, a gridato un paio di volte e tutto questo per via di quello che ha combinato. Se paragonati, Kouki è più forte di Raido, molto più forte di quanto si possa immaginare, anche per la forza di volontà. Non parla ne risponde a quelle scuse verso Kaori, non ha il diritto di dire niente in tal proposito, non può parlare al posto della Hyuga ma segue tutta quanto la cura. Osserva come il collo va a risanarsi e quella macchia violacea che continua a essere presente sulla di lei pelle, un altro segno di quel combattimento appena passato. Osserva la macchia con più attenzione, la scruta cercando di capire cosa effettivamente sia e, per un attimo, si distrae portando l'attenzione altrove, non verso Kouki. Passa gli occhi su quell'affare che le esce dal corpo e ritorna sulla macchia <Non ho mai visto niente di simile> questa volta si rivolge a Kaori con fare preoccupato. Davvero non sa cosa sia, non ha la minima idea che questo faccia parte di un'innata batteriologica e lo spaventa <Che cos'è?> chiede alla ragazza che, essendo medico, forse ne sa di più, è più informata di lui riguardo determinate questioni. L'attenzione viene recuperata dalla Yakushi per via di quell'affermazione dura verso se stessa, verso la propria persona e si ritrova a dissentire. Non è d'accordo, non lo è per niente <Non è vero, hai dato il massimo e basta questo a dimostrare quanto vali> è fermamente convinto di ogni cosa perchè è così che bisogna ragionare durante un evento come questo e in generale. Bisogna dare sempre il massimo in ogni occasione, solo così si può andare davvero avanti senza avere rimpianti <Con il tempo migliorerai ancora ma oggi hai dimostrato che sei diventata molto più forte> molto più forte dell'esame che ha sostenuto. Lo ricorda, ricorda che avrebbe dovuto bocciarla, farle ritentare un'altra volta ma ha visto qualcosa in lei, ha visto qualcosa che ora sta uscendo fuori ed è contento di ciò, contento che ancora una volta la ragione è dalla sua parte <Si, non preoccuparti> non aggiunge altro come Kaori, non è il luogo ne il momento per parlare di queste cose. Le stringe ancor di più la mano mentre con la sinistra allenta di poco la spinta sulla di lei fronte <Resisti> ancora una volta. [Chk on][Forza 50]

15:50 Kouki:
  [Stanza] Ascolta le parole di Kaori continuando ad osservare il soffitto. Fa male, certo, ma in realtà non sa quale sia il tipo di dolore a farle più male al momento. La sconfitta? Quella situazione? Le mille mila incertezze che popolano la sua mente? L’altra che preme per predominare? E’ tutto un unico grande dolore. Fortuna vuole, però, che il collo sembra stare via via sempre meglio. Il bruciore scema, così come il dolore che pare lasciarla respirare. Non può vedere come sia messa la situazione sul suo collo, avrà modo in futuro di guardarsi allo specchio. Non sa nemmeno se rimarranno segni, ma tanto il collo lo copre sempre con le bende, non sarebbe nulla di nuovo per lei. Solo un segno in più. <Ora va meglio.> sussurra verso di lei alla sua domanda, andando a sospirare appena. Si sente sollevata di non sentire più quel dolore, e ora può tornare a muovere la testa, nonostante si senta spossata e stanca. Segue il discorso di Raido verso Kaori, mentre va a domandare qualcosa riguardo alla vista di qualcosa. Lei non può sapere cosa ci fosse nel suo collo, ma ciò la spinge a voltare il capo cercando di vedere anche lei. <Cosa?> domanda anche lei, incuriosita e preoccupata. C’era qualcosa? Cosa? Vuole sapere. Tuttavia Raido torna a risponderle riguardo al torneo, e lei torna ad osservare il soffitto. <Si, ma non sono sicura di aver dato il massimo.> conclude così, senza sapere se avrebbe potuto fare di meglio o meno. Non è totalmente sconsolata dalla sconfitta, ma forse poteva fare di più. La risposta di Kaori alla domanda della piccola non pare molto decisa. E’ come se ci fosse dell’altro nascosto molto in profondità e che non ha intenzione di rivelare. Il viso si fa sempre più distaccato, mentre ora la ragazza passa alla spalla. Scosta i bendaggi i vestiti, è alla sua mercé e lei non può che rimanere immobile mentre si sente gli occhi di entrambi addosso. Tutte quelle sue cicatrici messe a nudo. Annuisce all’avvertimento che Kaori va a darle, lentamente. <Va bene.> un altro piccolo sussurro seguito dal silenzio… dopo tutto non ha nulla da dire al momento, se non rimanere immobile per lei. <Nessun problema.> può resistere ancora, dopo tutto non ha fatto altro che resistere nella sua vita. Non dice altro, prende dei profondi respiri per controllare il proprio dolore e prepararsi a quella prossima cura. Si sente meglio, si, anche se stanca. <Grazie…> mormora appena, come se si fosse ricordata solo in quel momento che è educato almeno ringraziare per quello che stanno facendo per lei. Prende un altro profondo respiro, e pare in parte rilassarsi. <Chi… chi ha vinto? Si sa?> domanda infine, il tono di voce sempre basso, ora un po’ titubante. Sarà già finito lo scontro? Dipende da quanto tempo si trova lì.

16:01 Kaori:
 Kaori si ritrova a stringersi nelle spalle e scuotere il capo alla domanda di Raido. Ne sa quanto lui, in questo momento, su ciò che si nascondeva nel corpo della piccola Kouki. <Non lo so, appena avremo finito cercherò di dare una occhiata e scoprirlo. Ma penso che non sia rimasto altro da togliere> ammette cercando di dar sollievo ad entrambi. In realtà si è fatta una idea di ciò che possa essere quell'affare, sebbene non possa ritrovare certezze o risposte senza accurate e dovute analisi. Per prima cosa ha tolto un qualcosa di vivo dalla sua pelle e poi un ovale apparentemente fatto della stessa materia che è venuto fuori da solo durante la cura. L'unica cosa alla quale riesca a pensare è che si tratti di un uovo schiusosi dentro di lei e dal quale è successivamente fuoriuscito l'esserino tentacolare. Ma è qualcosa che preferisce non dire adesso ai due per evitare preoccupazioni non necessarie. Dopotutto, poi, è solamente una teoria di cui non può essere certa per ora. Lascia che Raido cerchi di confortare la bambina mentre il chakra medico continua a venir immesso nel corpo della Yakushi. Andrebbe a cercare di rigenerare tessuti e muscoli strappati con l'ausilio della propria energia, ritrovandosi a notare come la kusana rimanga ferma ed immobile al suo posto per agevolare le di lei cure. Ha un controllo di sè davvero disarmante, una capacità di sopportare il dolore incredibile. Non ha mai visto nessuno reagire a quel modo alla sofferenza: neppure Raido riesce a essere così tranquillo durante una operazione medica. Si chiede cosa possa aver vissuto per essere arrivata ad una simile condizione, se forse tutto dipenda da quelle cicatrici che ne cospargono il corpo, eppure non dice nulla. Ogni cosa rimane celata dentro di sé fino a quando la bambina, poi, non va ringraziando con un sussurro sommesso i presenti. Kaori si riscuote, la osserva, e abbozza un piccolo sorriso di cortesia. <Non dirlo neppure, Kouki. Non saresti rimasta sola in queste condizioni> cerca di dirle per confortarla, per rassicurarla, ben sapendo che a qualunque sua ferita, Raido sarebbe accorso ad aiutarla, a salvarla, pronto a lenire ogni suo dolore. E lei... beh, lei lo avrebbe aiutato in un modo o nell'altro. Alla sua domanda, poi, la Hyuga si ritrova a non aver idea della risposta: è andata via dall'arena già dopo l'uscita di Sakura dallo scontro, non ha saputo chi è riuscito alla fine a prevalere nello scontro. <Non saprei... non ho seguito tutto l'incontro> [Mani Terapeutiche B (Ps ripristinati: +28)] [chakra: 88.5/100] [Ps Kouki: 77 + 7 = 84]

16:16 Raido:
 Un mezzo sorriso si va a formare da sotto l'elastico che gli copre la bocca, un sorrisetto tranquillo; si sta riprendendo, le ferita si stanno rigenerando con una certa velocità e la ragazza sta per tornare a essere quella di un tempo, solo un po' più forte sia nel fisico che nell'animo. Il sorriso scompare, poi, sentendo il dire di Kaori, anche lei non lo sa e il problema aumenta ancor di più, accresce in modo esponenziale perchè non sa come comportarsi. Cerca di ripensare a ciò che ha letto nei libri di Hotsuma, a Kiri eppure niente gli viene in mente, niente gli arriva, solo vuoto, il nulla più totale gli da fastidio, gli da tremendamente fastidio questa sua condizione improvvisa di ignoranza <Non ho letto niente di simile durante l'addestramento> parla ad alta voce, pensa ad alta voce anche se si rivolge direttamente a Kaori <Dovrò fare delle ricerche a Kusa. Se questa cosa è un pericolo devo agire subito> deve mettersi subito in movimento per evitare che essa colpisca ance Kaori facendole del male, riducendola in questo stato. Si preoccupa per lei anche in questa situazione la cui preoccupazione dovrebbe essere tutta per Kouki ma non ci può fare niente <La tua ferita> risponde alla Yakushi togliendole quella piccola curiosità <E' strana> la ferita che ha da poco subito, è molto strana e non si risparmia nel dirglielo. Non vuole farla preoccupare, non vuole metterla in allarma ma il corpo è il suo e merita di sapere qualcosa, anche se in minima parte <Per ora pensa a riprenderti, poi ne parleremo con calma> la guarda ancora una volta, sorride per confortarla. Nemmeno per questo argomento, ha capito, che non è il momento adatto; deve prima rimettersi in sesto, essere nuovamente in grado di muoversi, parlare con libertà senza provare dolore alcuno. Odia vederla in questo stato ma la Hyuga sta facendo un lavoro eccelso ed è anche in questo che percepisce la sua forza e a quella domanda, non sa cosa rispondere. <Non lo so, sono sceso dalle tribune subito dopo che ti hanno colpita> non ha voluto vedere la fine perchè, a conti fatti, non fa parte dei suoi interessi. Ci è andato solo per lei, non per vedere gli altri ed è per questo che non prende parte agli altri scontri, non li guarda eccetto per quello di Kaori in finale. Questo torneo è pieno di rivelazioni, molti sono i ninja potenti e abili, molti di essi sono forti e Kusa è praticamente piena, forse anche più di Konoha stessa che ha il vanto di essere una delle più grandi potenze dell'alleanza ninja. Alza il viso, va a guardare Kaori, una momento gli arriva nella mente, un piccolo momento <Lei si ricorderà di te, per sempre> una semplice frase ricollegata al discorso che hanno fatto quel giorno in ospedale. [Chk on][Forza 50]

16:31 Kouki:
  [Stanza] Non si sa cosa ci fosse nel suo corpo, lei non sa nemmeno che fosse qualcosa di vivo. Un’orribile essere tentacolare che forse avrebbe vagato per il suo corpo facendole chissà quale danno. Ma per fortuna rimane all’oscuro di questo, sollevandosi del fatto che secondo Kaori non ci sono più oggetti estranei nel suo corpo. Annuisce, trattenendo una smorfia di dolore… riesce a sopportare perché probabilmente è l’altra che la sta dando la forza. A dolori del genere lei sarebbe già corsa al riparo, nel buio della sua mente, lasciando l’altra, E-001, come scudo. L’altra che si è sempre presa cura di lei in quei frangenti. Ma ora la ragazzina è sé stessa, sta solo prendendo parte di quella forza, forse collaborando, così come le aveva consigliato Raido. Sente una nota di disagio dentro di sé, qualcosa che si mescola alla tristezza… e il viso non può che rispecchiare questo suo stato d’animo. Rimane ad ascoltare il dire di Raido che si confronta con la sua amata, e la piccola semplicemente rimane in silenzio, ascoltando con attenzione, tra una fitta di dolore e l’altra. Quando sente quel dire sulla sua ferita, la ragazzina non pare essere presa dal panico. <Se… è guarita ed è solo strana, non importa.> un lieve sorriso ora si dipinge su quelle labbra pallide, un sorriso triste e sinistro allo stesso tempo. Sconfortata, stanca… ne ha tante di ferite strane, in posti che ora non sono proprio visibili ai due. Nessuno dei due comunque sa chi possa aver vinto quella eliminatoria. In cuor suo non sa proprio a chi vorrebbe dare la sua vittoria, ma probabilmente a Natsumi. Era l’unica che conosceva e per lo meno ha combattuto. Il viso si corruga in un’espressione leggermente arrabbiata. <Non capisco… cioè si in realtà… le illusioni sono comunque delle tecniche e dimostrano le capacità di un ninja… eppure…> mugugna, digrigna i denti, infine scuote la testa, lasciandosi andare a quella sua piccola confidenza. <Non credo di poter sopportare chi le utilizza… ti colpiscono… e tu rimani inerme, ferma immobile, mentre qualcuno può farti quello che vuole… arrecarti danno fisico oltre che mentale.> le parole sembrano scivolare via, lontane, in un qualche tipo di ricordo che sembra riaffiorare per poi sprofondare nuovamente. <Non mi hanno testata abbastanza sulle illusioni.> non sta più parlando del torneo, ed è ovvio, si sta confidando riguardo a qualcosa che sente. Rimane ora in silenzio, ascoltare quelle loro ultime parole. Non risponde a Kaori e nemmeno a Raido. Che sia sola o meno, ma in realtà interessa seriamente a qualcuno? Mentre le parole del sensei rivolte alla Hyuga non sa proprio a cosa si riferiscano. Sospira, espelle violentemente l’aria andando a guardare il soffitto. Sente dolore, gli occhi iniziano a farsi umidi. Quand’è che la sua mente potrà trovare una certa calma e un certo equilibrio? Quando potrà sentirsi effettivamente libera? <Non importa. Migliorerò.> taglia corto ai suoi stessi pensieri, andando a scuotere la testa lentamente, molto lentamente.

16:51 Kaori:
 Tipico di Raido: fare ricerche per qualsiasi cosa non riesca a comprendere, a capire. Buttarsi a capofitto in esplorazioni, piani improvvisi pur di capire qualcosa. Una mossa da un lato giusta, sacrosanta, dall'altro troppo istintiva talvolta. La conoscenza è potere, certo, ma talvolta è semplice pericolosità. Kaori è sicuramente colpita, incuriosita, affascinata da quello che si è celato nel corpo della ragazza, ma non sa se sarebbe giusto andare in giro a fare ricerche in proposito. Molte persone sanno fare cose assurde e pericolose con le proprie capacità: lei può chiudere gli tsubo di un avversario fino ad impedirgli di utilizzare il chakra o colpire direttamente gli organi interni invece che la carne superficiale, altri possono creare travi di legno capaci di creare barriere o lame appuntite, qualcuno sa perfino creare il ghiaccio come vide fare da Yumire molto tempo prima. E' giusto cercare i segreti alla base di ognuna di queste arti? Andare dalla Goryo e cercare di capire cosa ha fatto? Non lo sa, non ne è sicura, per quanto sarebbe curiosa di sapere con certezza di cosa si sia trattato. <Un altro viaggetto a Kusa?> domanderebbe Kaori contrariata fissandolo con espressione di rimprovero. L'ultima volta è tornato mezzo morto e ancora non è tornato pienamente in forma. <Può aspettare. Tu sei ancora convalescente e non ti muovi di qui finché non sarai del tutto guarito> E guai a chi osa ribattere alle indicazioni di un medico. Specialmente se il medico in questione è anche una donna. Specialmente se la donna in questione è anche la propria moglie. Un deficit dell'udito può comportare un pericolo immenso in missione dove ogni minimo dettaglio può essere una trappola pronta a scattare o un rivelatore di illusioni arrivate alla propria mente. Non l'avrebbe lasciato andare fin quando non fosse stata sicura che si fosse totalmente ripreso, a costo di fermarlo con la forza. Raido va parlando alla bambina della ferita e Kaori si ritrova a fulminarlo con lo sguardo: è lì per rassicurarla e confortarla, non per farla spaventare sulla natura della sua ferita. Per fortuna però Kouki non sembra quasi interessata a saperne di più, come se ormai fosse così abituata a riceverne da non sentire neppure il bisogno di capirne la natura. <L'importante è che sia guarita, alla fine> cerca di dire la Hyuga cercando di non far cadere ulteriori pressioni nella stanza, che già così è bella satura di sentimenti contrastanti. Il discorso della bambina, poi, porta Kaori ad ascoltarla e ritrovarsi a comprendere come mai nel bel mezzo dell'incontro la Yakushi si sia fermata per farsi colpire dall'altra avversaria rimasta in gara. Era preda di una illusione, quindi? E da parte di chi? Probabilmente della Uchiha in gara svanita alla vista fin dai primi attimi della competizione. <Testata...?> tuttavia è quella la parola che colpisce la special jonin che, continuando a profondere le proprie energie nel corpo della bambina, vede la ferita alla spalla andare a guarire sempre più rapidamente. Il colorito torna ad essere roseo tutt'attorno, la carne, i tessuti si rimarginano pian piano, ed anche il taglio più superficiale è vicino ad una totale e completa guarigione. E' a quel punto che la voce di Raido raggiunge la ragazza che si ritrova ad osservarlo per un istante in silenzio. Ricorda il discorso che entrambi hanno fatto in ospedale non molto tempo prima. Ricorda quello che lui le aveva detto sull'essere ricordata o meno dalla gente e si ritrova a chiedersi se sarà davvero così. Kouki la ricorderà come la persona che l'ha salvata e guarita da una brutta ferita, o come la moglie del suo maestro? <Mhn..> mormora lei cercando di accennare un piccolo sorriso, cercando di sforzarsi nel voler credere che forse la bambina avrebbe ricordato tutto di lei. Le cose brutte ma anche quelle belle. [Mani Terapeutiche B (Ps ripristinati: +35)] [chakra: 88/100] [Ps Kouki: 84 + 7 = 91] [//OFF: in ON Kouki non può sapere di esser stata vittima di una illusione ~]

17:08 Raido:
 E' molto strana come ferita e di questo è consapevole, molto consapevole e ha bisogno di sapere, conoscere il più possibile per non trovarsi svantaggiato durante un qualsiasi scontro e per proteggere chi di dovere. Vuole proteggere entrambe, proteggerle da quel male che ha colpito Kouki così all'improvviso. Forse sono abilità particolari di un determinato clan, forse sono cose di cui non dovrebbe venire a conoscenza ma non se lo può permettere perchè si, la conoscenza è il vero potere, non quello fisico. Conoscere una determinata abilità, può essere molto più utile perchè si sa come contrastarla mentre la pura forza bruta porta solo a morte certa ed è quello che vuole evitare a tutti i costi. Porta gli occhi su Kaori mentre pone quella domanda, molto ironica e contrariata alla decisione dell'albino <Non ho intenzione di combattere, solo studiare> questo vuole vuole fare alla fine, niente di più, niente di meno anche se molte delle sue ricerche lo hanno portato in ospedale un gran numero di volte, un numero talmente elevato da essere impossibile da contare. Continua ad ascoltarla, nota la determinazione nella sua voce, la fermezza di quelle parole che non ammettono regola. La bocca si apre incredula, vorrebbe ribadire qualcosa ma cosa davanti a chi ha ragione? <E va bene> cede alla fine. Non vuole farla o vederla arrabbiata, meglio mantenere la calma, almeno in questi momenti di alta tensione ma è fortunato ad averla con se, ad avere qualcuna che si preoccupa così tanto per lui come fa lei. Vorrebbe andare li e abbracciarla ma al momento Kouki è in gravi condizioni e non può permettere ai sentimenti di prevalere. Ancora una volta lo sguardo di Kaori va a fulminarlo, a rimproverarlo per quello che ha detto alla ragazza sulla ferita <Ho capito, meglio se sto zitto> ci rinuncia, non può parlare o finisce che veramente fa a botte con sua moglie ma almeno c'è un lato positivo in tutto questo, è già in ospedale, non deve fare fatica per farsi curare perchè si, vincerebbe Kaori. L'attenzione viene totalmente presa dal dire di Kouki, da ciò che fuoriesce dalle di lei labbra e questo lo porta a pensare. Ecco perchè si è fermata all'improvviso dinanzi alla sua avversaria, l'ha colpita un'illusione, è caduta in un genjutsu. Tutto si spiega dunque <Ne sei sicura?> è difficile capire quando si è dentro un'illusione, molto difficile ma, come Kaori, nota quella particolare parola. Testata. Non è qualcosa di bello da dire, non è qualcosa che qualcuno vorrebbe provare <Quando ti sarai rimessa ci alleneremo per poter uscire da un genjutsu> va a dirgli tranquillo mentre pensa a cosa effettivamente possono fare. [Chk on][Forza 50]

17:19 Kouki:
  [Stanza] Chiude gli occhi ora, vuole solo dormire e riposare. Il dolore è quasi del tutto sparito, ma la spossatezza rimane e scuote quel suo piccolo corpo fin nel profondo. Non si intromette nei loro discorsi, non vuole farlo e al momento non ne ha interesse. Si ritrova a sentirsi a disagio e a voler solo scomparire in quel momento. Diventare invisibile, per lasciare lo spazio a loro, diventare una qualsiasi paziente bisognosa di cure. Lascia che i due parlino, si confrontino, lasciando che quel momento sia solamente un profondo silenzio per lei. Non ha bisogno di attenzioni continue dopo tutto, non ne sente la necessità… e come poi va a ribadire anche Kaori, l’importante è che la ferita sia guarita. A tal proposito annuisce verso di lei, trovandosi d’accordo. <Già.> non ne vuole sapere nulla, non le importa se le rimarrà una ferita strana, l’importante è che il suo corpo stia bene. La cura sembra stia procedendo bene e man mano il dolore si affievolisce lasciando posto a una grande spossatezza. Sente in seguito le parole di Raido che le chiede se sia sicura riguardo all’illusione e la ragazzina non risponde. Rimane in silenzio, a pensare. Lo aveva quasi dato per scontato, più che altro forse per non ammettere a sé stessa di essersi fatta colpire da Natsumi con così tanta facilità. Il perché abbia vacillato. <Non so… il terreno si è aperto sotto i miei piedi.> che sia successo davvero? Magri tramite una tecnica di terra, dopo tutto non può effettivamente saperlo dato che ha perso i sensi. Non aggiunge altro comunque, limitandosi ad annuire all’ultimo dire del sensei. Di sicuro ha bisogno di allenamento. Chiude nuovamente gli occhi pensando a quel preciso istante, tutti e tre in quella stanza, con quel perenne senso di disagio. Va ad osservare Kaori ora, voltando il viso e puntando il suo sguardo su di lei. La mente torna a quel chiosco, l’espressione si fa stanca. Cosa potrebbe aver mai provato la Hyuga in quella situazione? E cosa starà provando ora? Per la prima volta la ragazzina sembra voglia comprendere il prossimo, mettersi nei suoi panni. Ma è davvero difficile, tanto che ci rinuncia quasi subito al momento, tornando ad osservare il soffitto. <Non ho bisogno di tante attenzioni, quindi non preoccupatevi. Sto già meglio.> afferma dal nulla, senza che ci sia un qualche motivo per dirlo, ma forse si rivolge più a Raido che a Kaori, che al momento sta facendo il suo lavoro e le sue attenzioni sono in qualche modo costrette dalle circostanze.

17:45 Kaori:
 A quella rinuncia da parte di Raido circa il proferire ancora parola Kaori non riesce a fare a meno di ridere. Le viene spontaneo, naturale, ritrovarsi a sorridere di quello strano modo di fare già complice fra loro. Sembrano già sposati eppure in qualche modo non lo sono ancora. Ancora per poco. Lo osserva addolcendo appena lo sguardo ora, scuotendo il viso. <Ti insegno un piccolo trucchetto: mai contrariare un dottore in sala operatoria. In genere non si vince mai> sorride più dolce, più tranquilla, cercando di far cessare quella sorta di tensione fra loro. La situazione è già abbastanza scomoda così com'è, non c'è bisogno di complicare le cose. Sa che in parte è colpa sua e dei suoi "rimproveri", ma dentro di sé è davvero e sinceramente preoccupata per le condizioni del kiriano. Se avesse trovato qualcosa nelle sue ricerche sarebbe davvero rimasto fermo senza far nulla? Una parte di sé teme che avrebbe potuto agire, fare qualcosa di avventato e sul quale avrebbe rimuginato poco e che avrebbe potuto finire nei guai. Non è uno stupido, certo, questo lo sa benissimo, ma a volte il suo desiderio di giustizia annebbia altri dettagli nel suo processo decisionale. Non potrebbe sopportare di saperlo nuovamente ferito, di non aver fatto nulla per impedirgli di fare qualche sciocchezza mentre è ancora acciaccato e non del tutto guarito. Non se lo sarebbe mai potuto perdonare. Kouki sembra darle ragione e questo la fa sentire meglio. In qualche modo, per una volta, si ritrova come a sentirla dalla propria parte e questo la sorprende con forza. Volge lo sguardo sulla bambina osservandola a labbra schiuse mentre il chakra medico termina di rimarginare quella ferita. Muscoli, tessuti, fibre, vene, tutto viene riparato e la pelle va rigenerandosi del tutto lasciando una piccola cicatrice alta tre centimetri a ricordo di quella ferita. Un nuovo segno a macchiare la sua pelle d'avorio. Le mani andrebbero a disperdere quell'alone verdastro mentre le mani lascerebbero scivolare bende e abiti al di sopra della spalla così da coprirla nuovamente. <Vedi? Anche lei la pensa come me> andrebbe quindi a quel punto a chiosare verso Raido cercando di risultare tranquilla, leggera, quasi scherzosa. Adesso che non deve più concentrarsi sul processo curativo le viene più semplice fingere calma e spensieratezza. Dentro di sè, però, la tempesta infuria ancora violenta. La cura è terminata e non v'è più dolore ad avvolgere le membra della bambina ma solo una profonda stanchezza. Kaori, a sua volta, è stanca ma soddisfatta di esser riuscita ad intervenire in tempo. <Abbiamo finito. Adesso ti farò scortare in una stanza dove potrai riposare tranquilla. Per questa notte dormirai qui, domattina potrai andare con calma. E' bene che riposi per riprenderti da questa giornata> la avvisa Kaori andando a passarsi una mano sulla fronte per asciugare il sudore. Solo a quel punto, poi, si volge ad osservare la vaschetta contenente gli oggetti estratti dalla ferita al collo della Yakushi e, ciò che vedrebbe, sarebbe semplicemente sangue che macchia l'acciaio. <Mhn?> aggrotta le sopracciglia osservando più da vicino il contenuto, ma non v'è altro da vedere se non la pinzetta e del sangue che ricopre il fondo dell'oggetto. Avrebbe fatto delle analisi, dei controlli, ma ora deve davvero occuparsi dei due nella camera. <Vado a chiamare un infermiere per far preparare la camera. Chiederò di far sistemare una branda per te, così potrai assisterla durante la notte> dice rivolta all'albino cercando di ignorare il moto pressante che le sconvolge le viscere. <Stanotte dovrò occuparmi di controllare Sakura, perciò non sarei tornata a casa. Quindi immagino vorrai rimanere con lei> aggiunge scrollando appena le spalle, cercando di essere comprensiva, di fare un passo verso di loro. A quel punto, dopo aver udito il dire dei presenti, sarebbe andata verso la porta e, prima di uscire per andare a cercare un infermiere che si occupasse di loro, ecco che sarebbe andata a volgere su Kouki le proprie iridi. <Cerca di riposare, quando ti sveglierai andrà tutto meglio, vedrai> Un piccolo tentativo di darle forza, di farla sentire meno sola. [END]

18:01 Raido:
 Un po' di complicità va a formarsi tra Raido e Kaori, la sente e vede ridere per la prima volta durante tutta l'operazione, durante tutta questa faticosa giornata. Anche il Jonin ridacchia, felice per quello che sta sentendo <Ti è solo andata bene> sorride mentre risponde ma sa che ha ragione. Può succedere di tutto e ha imparato che le sue ricerche non sono sempre perfette, anzi, riservano sempre grosse sorprese, sorprese fin troppo grosse che lo portano in ospedale a fare compagnia a tutti i malati. La frase successiva lo fa ridere nuovamente notando come un'altra complicità ma tra Kouki e Kaori, qualcosa che non ha ancora visto <Vi siete coalizzate contro di me, e va bene, me lo ricorderò> lascia andare la testa della piccola. Toglie la mano dalla di lei fronte così che possa muoversi tranquillamente per poi udire le parole della Hyuga annuendo a ogni singola cosa viene detta rimanendo sorpreso nel sentire la parola "branda". Lo lascia con lei in quella stanza mentre Kaori bada a Sakura, l'altra Hyuga che ha partecipato al torneo. Annuisce soltanto, non fa altro ma annuisce a quelle parole e prima che possa uscire dalla porta <Grazie> un grazie sincero, forse uno dei più sincero che le abbia mai detto. Sa quanto le costa fare tutto questo e non sa come ringraziarla in modo vero, non sa come farlo purtroppo ma deve trovare un modo <E tu> rivolgendosi a Kouki nuovamente <Ne hai bisogno e non ammetto repliche signorina> sorride mentre va a sedersi sulla sedia al fianco del letto perchè anche lui, in qualche modo, è stanco. [END][Scusate ma ho problemi di connessione T_T]

18:10 Kouki:
  [Stanza] Li ascolta mentre parlano fra di loro e si sente sollevata nel sentire Kaori ridere. Quel suo rendersi invisibile forse ha dato i suoi frutti e la tensione sembra scemare. Un sorriso sincero verrebbe accennato nel vederli così, un sorriso sincero e un po’ triste. Decisamente si toglie l’idea di intromettersi fra loro, lasciando che entrambi vivano quel momento senza tensioni. In silenzio rimane distesa mentre quella ferita viene infine medicata a dovere e il dolore sparisce totalmente, lasciandole addosso un’enorme stanchezza. La sua spalla viene ricoperta e lei permane nel suo silenzio ascoltando la voce della ragazza e rivolgendola un altro sorriso. La pensa come lei e in quell’istante si rende conto che non vuole essere un’estranea, avvicinarsi a lei, comprenderla. Sente di stare male nell’essere la causa di eventuali arie pesanti da quel giorno al chiosco… ma dopo tutto lei che c’entra in quella coppia? Marito e moglie. Per quanto le parole di Raido le diano forza e le facciano piacere, sa benissimo che non potrà mai essere come vuole lui. È forse meglio limitarsi ad un rapporto allievo-maestro, e bloccare sul nascere una qualsiasi speranza di qualcosa di più. Non la vuole quella speranza, le cose possono migliorare per lei, ma senza insinuarsi come una serpe nella loro vita. Stanno così bene insieme loro due. Ascolta le parole di Kaori riguardo al suo stare in ospedale per quella notte e lei annuisce. <Va bene, grazie…> pronuncia di nuovo, sincera, salvo poi irrigidirsi a quelle sue successive parole. C’è qualcosa che non va e non sa se sia lei oppure l’atmosfera generale. Lo stomaco le si contorce, ma è troppo stanca per poter pensare in maniera giusta. <Passerai a trovarmi… uhm… solo per un saluto… stasera?> borbotta facendo emergere quel lato impacciato che c’è in lei. Frase rivolta a Kaori, non pretende di avere la sua completa compagnia, solo un saluto. L’altra esce dalla stanza e lei si ritrova a sentirsi stupida. Voleva sparire, lasciarli soli, e invece ora che fa? Certo… non sarebbe del tutto normale pensare di vedere Kaori come Nahira? Un’amica… questo le è concesso? Non riesce a mettere ordine nella sua testa al momento e sinceramente non ce la fa. Quindi va ad osservare Raido, annuendo alle sue parole. <Va bene…> sussurra appena, mentre il ninja va a sedersi. Le fa piacere, le dona un sentimento bello sapere che qualcuno si preoccupa per lei. Nel suo cuore, nonostante cerchi di stroncarlo, non fa che nascere un forte desiderio in lei. E non va bene… sa che la porterà a soffrire, forse dovrebbe davvero allontanarsi da tutto questo. Rendersi invisibile per davvero. [END]

Dopo aver curato Sakura Kaori si ritrova a doversi occupare delle ferite riportate da Kouki a seguito dello stesso incontro. Con l'aiuto di Raido che calma e distrae la piccola Kaori va curando e medicando le sue ferite ritrovandosi improvvisamente in una strana e stressante situazione familiare. Alla fine tutto va per il meglio e forse un piccolo passo avanti vien fatto fra loro.

Salute a Kouki già uppata ♥