Sogni e ambizioni

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22:10 Hikari:
  [Centro di Konoha] Una giornata del tutto diversa quella di oggi. Ma non per quanto riguarda il tempo o la temperatura, ma piuttosto per l’animo della giovane genin di Kusa che il giorno prima ha dovuto combattere nell’arena adibita per il torneo. Un combattimento piuttosto particolare, poiché ha dovuto lottare e, purtroppo, ferire il suo amato. E’ da quando sono stati entrambi portati via con la barella che non smette di tormentarsi. Lui le ha detto di non preoccuparsi, ma lei non riesce a smettere di pensarci. Per poco il suo compagno non ci rimette le gambe, e la colpa è sua. Si ripete che avrebbe potuto evitare tutto questo, ma se non fosse stata lei a ferirlo, sarebbe stato lui? In preda a questi pensieri, Hikari è seduta in una piccola area verde nei pressi del centro del villaggio della Foglia. Aveva bisogno di aria, ha cercato di passare il più tempo possibile in ospedale con Shitsui, ma dopo diverse ore le pareti sembravano restringersi, perciò ha deciso di uscire un po’, con l’intenzione di ritornare più tardi. Guarda in modo assente le persone che le passano davanti, persone estranee alle proprie preoccupazioni, forse le stesse persone che il giorno prima l’hanno vista combattere. Le ferite le fanno male, ma non sono nulla di grave. Una semplice fasciatura al ginocchio sinistro e una alla caviglia destra. E’ un po’ acciaccata, ma se la cava. E’ seduta, per l’appunto, a terra sotto un albero. I ciuffetti di erba fanno da contorno alla figura delle proprie gambe, mentre le mani sono posate sul ventre. Ha un’aria stanca, chiunque può notarlo. Si è cambiata dopo il combattimento, o meglio, l’hanno fatta cambiare. Adesso indossa una maglietta bianca a maniche corte, un po’ troppo larga per lei, mentre le leve inferiori sono fasciate da un paio di leggins neri. Ai piedi porta gli stessi anfibi con cui ha combattuto ieri. Nessuna arma, né guanti, né coprifronte che riporta il simbolo di Kusa. Ha voluto lasciare tutto in ospedale, per evitare di pensare. I capelli sono sciolti e le ricadono lunghi sulle spalle, fino a raggiungerle il petto. E’ in silenzio, dunque, sotto quell’albero.

22:30 Kaitsume:
  [Centro di Konoha] La notte, per molti é fatta per il riposo, un riposo dedicato sia al corpo che alla mente, per altri, come Kaitsume, é fatta per pensare; Kaitsume non si poneva dei interrogativi filosofici, ma si poneva semplici domande che però si sopraponevano una all'altra, e ciò lo mandava in tilt. Non riuscendo a prendere sonno decise di uscire da casa e fare una passeggiata notturna che gli schiarisse le idee. Prima di uscire indosso una semplice t-shirt nera con il simbolo in argento del villaggio della foglia e un semplice pantalone di tuta azzurro. Uscito di casa e passeggiando per la via, si sentì subito meglio: vedere la gente che passava, tutti impegnati per qualche ragione più o meno importante, ogni uno che si dirigeva in una meta ben prestabilita, lo rilassava. Continuò LS sua camminata fino a quando la sua attenzione fu attratta da una ragazza seduta sotto un albero, pareva stanca e preoccupata, allora decidendo di avvicinarsi si sederebbe accanto a lei, fissando le foglie dell' albero a cui è pogiato smosse dal vento. Dopo poco si sentì in imbarazzo e per smorzare quel silenzio diede fiato alla bocca e con un sorriso pronunciò poche e semplici parole "Giornata dura oggi eh?" sapeva che probabilmente sarebbe sembrato un impertinente, ma semplicemente voleva distrarsi dai suoi mille interrogativi, ed una semplice chiacchierata gli avrebbe fatto più che bene

22:43 Hikari:
  [Centro di Konoha] Ancora persa nei propri pensieri, non si accorge subito del ragazzo che le si fa vicino, sedendosi per terra accanto a lei. Solo quando sente la sua voce le membra della giovane vengono smosse da un lieve scatto, segno di sorpresa. Volterebbe dunque il capo in direzione di lui, squadrandogli il viso cercando di ricondurlo a qualcuno di sua conoscenza, ma nulla. Non lo ha mai visto prima. < Oh! > esclamerebbe, portandosi una mano al petto. < Perdonami, non ti avevo visto. > direbbe con voce stanca, ma sinceramente dispiaciuta. Non ha parlato molto nelle ultime ore, anzi, quasi per nulla. Annuirebbe alle sue parole, abbassando lo sguardo sui propri anfibi, un ricordo materiale della giornata di ieri. Sono ancora sporchi a causa di tutti i movimenti che ha compiuto la giornata precedente. Le immagini del combattimento le si susseguono davanti agli occhi come se fossero reali. < Diciamo di sì. > si limiterebbe dunque a dire. Non è la solita Hikari, oggi è talmente piatta da non riconoscersi nemmeno lei stessa. Eppure ha vinto lo scontro, dovrebbe essere contenta, no? Le iridi castane si poserebbero nuovamente sul giovane seduto sull’erba accanto a lei. < Ci conosciamo? > domanderebbe, desiderosa di sapere come mai le si sia avvicinato e soprattutto se si sono mai incontrati prima. Forse lei non se ne ricorda, ma lui sì.

22:59 Kaitsume:
  [Centro di Konoha] Al ragazzo viene da sorridere per la grazia della ragazza, nonostante la sua chiara stanchezza. "No, non ci conosciamo" direbbe il giovane continuando a fissare le foglie che leggiadre danzano sotto le direttive del vento il quale pare che scandisca un ritmo ben preciso da dare alle foglie per orchestrare il loro ballo. "Sinceramente non ti ho mai visto da queste parti, quindi non credo che tu sua proprio di Konoha" direbbe poi ancora ripensando a tutti i volti che ha mai incontrato nel villaggio della foglia, in fondo si ricorderebbe di una ragazza con una tale grazia, ma nulla, perciò il giovane deduce che la ragazza non sia di questo paese. Ormai la curiosità nei confronti aumenta, facendosi spazio tra le varie domande che si era posto prima, e cercando di non essere troppo impicioso chiederebbe alla ragazza:"Da quale villaggio provieni? Se ti va sempre di rispondere eh" ormai era fatta, le varie domande che assillavano la sua testa scomparvero del tutto credendo il loro posto alla curiosità e alla voglia di conoscere la ragazza

23:11 Hikari:
  [Centro di Konoha] Dunque non si conoscono, quindi la memoria non l’ha ingannata. Con tutti i pensieri che ha adesso per la testa non si sarebbe sorpresa di non riuscire a riconoscere qualcuno. Il giovane continua a guardare verso l’alto, tra le foglie dell’albero. La genin segue il suo sguardo, osservandole anch’essa distrattamente. Da ciò che sentono le proprie orecchie, deduce che il suo interlocutore è di Konoha. < E’ vero, non sono di qui. > direbbe, lasciando ricadere appena indietro il capo, in modo da appoggiarlo alla corteccia dell’albero. Si sente talmente senza forze che potrebbe rimanere seduta lì sotto tutta la notte. Prova una strana sensazione, come se niente fosse più importante, come se tutte le certezze avute fino a quel momento crollassero come travolte da uno tsunami. Ma sa che tutto questo è solo frutto della negatività che la abita dopo il combattimento avuto. Dovrà portare pazienza. < Sono originaria di Kiri, ma attualmente vivo a Kusa. > gli occhi sono ancora persi tra le fronde dell’albero, assenti, pesanti. Non accenna al fatto di essere un ninja, ma se l’altro dovesse chiederglielo non gli direbbe certo il falso. Non ne avrebbe alcun motivo. Stranamente, non è sull’attenti, o tanto meno ha paura del ragazzo. Forse perché in lui non vede una minaccia, o forse proprio per quella demoralizzazione che l’ha caratterizzata nelle ultime ore.

23:26 Kaitsume:
  [Centro di Konoha] Sentendo fuoriuscire il nome del villaggio di Kiri, il corpo del giovane verrebbe percosso da un lungo brivido dato che anch'esso proviene dal medesimo villaggio; a quel punto lascerebbe perdere le foglie, le quali ormai con la loro armoniosa danza gli stavano facendo venire sonno, il ragazzo ora guardando dritto negli occhi la ragazza con un sorriso a 32 denti le direbbe:"Mi fa piacere dato che sono originario anche'io di Kiri" oramai sapendo che la ragazza è del suo stesso villaggio, la curiosità si fa più intensa, vorrebbe sapere come mai si trova proprio a Konoha ora, anche se avrebbe già una teoria dato che molte persone da villaggi diversi sono venute nel villaggio della foglia per il torneo che si sta svolgendo. Pian piano i pezzi del puzzle si sistemano al loro posto, e il motivo della permanenza della ragazza a Konoha si fa chiaro allora aprirebbe bocca per esporre la sua teoria:" Secondo me sei riguardante il torneo, non mi sembri una shinobi, quindi probabilmente sei in pensiero per un tuo amico, che probabilmente partecipa al torneo, o sbaglio? Insomma si vede lontano un kilometro che sei preoccupata" una volta detto ciò, continuerebbe a fissare la ragazza dritto negli occhi in attesa della sua risposta

23:43 Hikari:
  [Centro di Konoha] Alla risposta quasi estasiata del ragazzo, la giovane sposterebbe le iridi castane nelle sue, che sembrano brillare. Anche lui proveniente da Kiri, incredibile. < Dici davvero? Sei il primo che incontro dopo aver abbandonato il villaggio. > la voce della giovane donna sarebbe ora più animata, quel discorso sembrerebbe in parte distrarla dai propri pensieri. Kiri, quanti ricordi. Sia belli che brutti. E’ da tempo che non pensa al proprio villaggio natale, dato che nell’ultimo periodo è rimasta concentrata sul torneo di Konoha. Ma ecco che la contentezza per aver incontrato un compatriota viene smorzata dalla sua frase successiva. I pensieri tornano al torneo bruscamente, e questo si ripercuote sull’espressione della giovane, il cui sorriso diventa pian piano spento. Un sorriso presente, ma triste. < In realtà sono proprio un ninja. > comincerebbe a dire, spostando lo sguardo sulle proprie mani, appoggiate sul ventre. < E sì, sono preoccupata per qualcuno, su questo hai ragione. > farebbe una piccola pausa, sbattendo più volte le palpebre e lasciandosi scappare un sospiro. Stringerebbe le labbra prima di continuare. < Partecipo al torneo anche io. > allora si chinerebbe appena, andando ad afferrare tra le dita l’estremità inferiore destra dei leggins, sollevandola appena e mostrando così la fasciatura sulla caviglia, nascosta sotto l’anfibio, a prova di ciò che sta dicendo. La ricoprirebbe poi dopo pochi secondi, continuando nel suo racconto. < Ho dovuto combattere contro la persona che amo. > direbbe a voce bassa, quasi facesse fatica a pronunciare quelle parole. Non sa neanche perché lo sta raccontando a un completo sconosciuto. Forse per sfogarsi. Gli occhi si velano di una patina umida, che la ragazza cerca in tutti i modi di non lasciar trasformare in lacrime. Attimi di silenzio seguono la frase di lei, che crede che forse sia meglio cambiare discorso, sia per non ripercorrere brutti ricordi, che per non annoiare il ragazzo vicino a lei. < Come mai non sembro una shinobi? > domanderebbe dunque, tentando di allungare le labbra in un sorriso curioso.

00:00 Kaitsume:
  [Centro di Konoha] A sentir quelle parole si sente in colpa, non voleva proprio toccare un tasto del genere, vorrebbe chiedere scusa, ma sa che servirebbe a poco, perciò cerca di cambiare discorso rispondendo alla sua domanda "Beh, come dire sembri una ragazza alquanto indifesa" direbbe imbarazzato accarezzandosi la nuca "Cioè, non voglio dire che tu non possa essere un ninja, ma non ne hai l'aspetto... Insomma... Cioè... Okay basta" non volendo mettersi ulteriormente in ridicolo decise di terminare la frase lì. Da lei si aspettava tutto tranne un ninja, ma è meglio così, incontrare qualcuno che sia riuscito a raggiungere il suo scopo è stupendo, gli fa ricordare che ogni cosa, con il giusto impegno si può realizzare. Cercando di non dire altre idiozie, farebbe un enorme sospiro oper poi aprire la bocca ed iniziar a parlare "Sai, sono felice di averti incontrato qui, essere un ninja è il mio sogno, continuare a mantenere la pace, al costo della propria vita, è un onore enorme secondo me." Chiuse la bocca e tirando un altro sospiro chiederebbe abbassando lo sguardo su una foglia appena caduta dall'albero su cui i due sono poggiati:"E dimmi... Com'è Kiri? Ero piccolo quando io e mio padre ce ne andammo da quel villaggio per venire qui, perciò non ricordo quasi nulla" pronunciò queste parole in un tono quasi malinconico al ricordo di sua madre morta nella fuga proprio da quel paese che chiamavano casa

00:24 Hikari:
  [Centro di Konoha] Il ragazzo sembrerebbe non voler infierire sui ricordi tristi della genin, che sembrano essere chiari sul viso di lei. Lo ringrazia mentalmente per farle quel favore, poiché probabilmente non ne avrebbe la forza emotiva di parlarne. E’ contenta che lui abbia risposto alla sua domanda successiva, in questo modo hanno la possibilità di parlare più tranquillamente. E’ un po’ impacciato l’altro ragazzo, e questo la fa sorridere, la distrae. < In effetti sembro una ragazzina. > porterebbe la mano sinistra a grattarsi la nuca, un po’ imbarazzata. < Davvero vuoi diventarlo? > si chinerebbe ora in avanti, portandosi le ginocchia al petto e abbracciandole con le braccia, posandovi il capo. Rimane affascinata dai suoi ideali, lei, che è diventata ninja per tutt’altro motivo. < Secondo me ce la farai, sembri avere le carte giuste. > quel ragazzo sembra essere molto più deciso di lei nell’intraprendere quel cammino. < Ti ammiro. > seguono poi le domande sul villaggio natale dei due: Kiri. Già, com’è adesso Kiri? Ormai le interessa poco visto che ha deciso di intraprendere un cammino personale. Le ultime cose che ricorda sono tranquille, nulla di speciale da segnalare. Qualche lotta intestina, vista la storia travagliata del villaggio. < Kiri? Beh, sinceramente non saprei come descrivertela. > lo sguardo della genin si perderebbe in avanti, non puntando un punto preciso. < Nebbia, tanta nebbia. Non c’è un clima molto piacevole, sia per quanto riguarda la popolazione che per il meteo. > sospirerebbe, ripesando ai propri genitori e anche a quel bastardo di Yuu. Forse è meglio non pensare troppo, questa sera, ha già abbastanza pensieri per la testa. < Se posso chiedere… perché avete lasciato Kiri? > domanderebbe, guardandolo di sottecchi. Non vorrebbe essere troppo indiscreta.

23:23 Kaitsume:
  [Centro di Konoha] Perché aveva abbandonato Kiri? La risposta é tanto semplice quanto dolorosa, allungherebbe un braccio verso il ramo più basso dell'albero e andrebbe a a staccare una fogliolina e spassarsela tra le dita <Beh, siamo stati costretti ad abbandonare il villaggio> direbbe un po' titubante <Praticamentia madre era un esponente del clan Kori, e come dire... Quando sono nato io, quel clan non era ben accetto. Infatti veniva perseguitato, ed i suoi membri, venivano uccisi brutalmente> continuerebbe. Si concentrerebbe sulla fogliolina tra le mani per non ripensare troppo a quei ricordi <Quando gli anziani del villaggio scoprirono che lei apparteneva al clan Kori, diedero la caccia a lei e a me, perché erano preoccupati che ereditassi i suoi geni.> pronunciò queste parole con un dolore lancinante al petto <Quindi fummo costretti a fuggire, lei trattenne i ninja del villaggio di Kiri al confine combattendo fino alla fine permettendo di farci scappare ed arrivare a Konoha facendo perdere le nostre tracce> direbbe per poi gettare via la fogliolina e fissare le stelle alte nel cielo che insieme alla luna rischiarano la notte

23:42 Hikari:
  [Centro di Konoha] Ascolta il racconto dell’altro, un racconto triste, doloroso, un pezzo di vita di una famiglia che ha dovuto affrontare ciò che molta gente non riesce neanche ad immaginare, compresa Hikari. Anche lei ha avuto dei momenti critici nella sua vita, ma non può immaginare cosa significhi perdere qualcuno per sempre. Riesce a leggere nella voce dell’altro le emozioni negative provate, senza piuttosto poterle comprendere a pieno, dato che quel tipo di dolore è unico. E’ una persona molto empatica, lei, si dispiace di ciò che l’altro le sta raccontando, è un po’ come se la tristezza dell’altro diventasse un po’ la sua. < Oh.. > un breve sussurro abbandona le labbra della giovane donna, che sta osservando il suo interlocutore con occhi attenti e allo stesso tempo comprensivi. < Una donna fantastica. > pronunciate queste parole, abbasserebbe le iridi castane sulla foglia che Kaitsume ha tra le mani da un po’ ormai. Osserva quella foglia finché non viene gettata in terra, cadendovi tuttavia con grazia. Sua madre era esponente di un clan, una storia che le ricorda la sua, per certi versi. Anche alla propria, essendo parte del clan Yoton, è capitato un incidente terribile, che la ha lasciata in fin di vita. Il solo pensiero distrugge la genin, che cerca di scacciare quel pensiero in tutti i modi. Si parla di Kaitsume ora, non di lei. E in più, nel suo cuore ora non c’è spazio per altro dolore.

17:18 Kaitsume:
  [Centro di Konoha] Sembra che la luna quasi gli osserva, mentre i due stanno seduti sotto l'albero e pian piano le strade iniziano a svuotarsi lasciando i due compaesani da soli, intenti ad ascoltare l'un l'altro, anche se il ragazzo si limitava per lo più a parlare di se stesso e della famiglia, non che gli dispiacesse, ma non era il massimo deprimersi poco prima di iniziare le lezioni. In realtà ha parlato fin troppo lasciando poco spazio alla ragazza. Ora è il suo turno, gli farebbe piacere sentire la genin, sentire la sua storia, e sapere come mai lei si trova a Kusa. Il ragazzo squoterebbe la testa per poi sorridere scacciando i brutti pensieri <E te invece? Come mai vivi a Kusa?> direbbe velocemente il giovane. Riaprirebbe la bocca nuovamente e sta volta con più calma direbbe <perché hai lasciato Kiri? Se posso saperlo naturale> non vuole essere troppo invasivo, perciò cerca di non abbandonarsi alla curiosità che ora gli pervade il corpo.

17:40 Hikari:
 Del silenzio segue la conversazione dei due su Kiri e il passato dell’altro. Le persone stanno lentamente abbandonando le strade del villaggio per rientrare nelle proprie abitazioni. Ormai si è fatto piuttosto tardi, ma Hikari non sente l’impulso di tornare al chiuso, in preda dei propri pensieri. In questo momento, lasciarsi abbandonata sotto quell’albero la tranquillizza, in qualche modo, nonostante un sentimento malinconico non proprio precisato. Il discorso si sposta poi su di lei, che fino a quel momento è stata spettatrice della vita dell’altro. Un ragazzo che ha conosciuto da poco ma che in qualche modo è interessato a sapere come sta e cosa ha passato. Sembra uno tranquillo, deciso. Una bella persona. < Per diversi motivi. > lo sguardo si sposta dinanzi a sé, abbandonando quello del ragazzo. Hikari è ancora china, abbracciata alle proprie ginocchia. < Volevo essere indipendente, vivere la mia vita. > una piccola parte della storia che andrà a raccontare. Una storia che ha raccontato forse solo una volta, al proprio compagno. < Sai, lasciare il proprio villaggio, vivere da soli, cose del genere. > un piccolo sorriso le compare sul viso, soddisfatta di ciò che è riuscita a fare da sola. Ma questo si trasforma poi nel sorriso di chi è stato preso in giro. < In più, sto cercando una persona. > il tono di voce diventa serio, come lo sguardo. < Chi ha tradito la mia famiglia. > non crede sia il caso di continuare a raccontare, ha già diversi pensieri per la testa. Ed ora, pensandoci, è un po’ che non pensa a Yuu, il ragazzo che sta cercando. Da un lato forse è meglio così, in questo momento non avrebbe la forza mentale per farlo. < Ma sto andando un po’ alla cieca. > la mano sinistra sale a grattare la nuca, mentre sul viso della giovane si profila un’espressione un po’ imbarazzata.

18:00 Kaitsume:
  [Centro di Konoha] Due motivazioni totalmente diverse per abbandonare il villaggio d'origine. Lei cerca una sorta di vendetta, lui invece, di vendetta non ne cerca, vorrebbe solo portare pace in quel villaggio, che ne ha viste tante, un villaggio impoverito dall'avarizia della gente che ne era a capo, e di certo, un membro del clan Kori, che era considerato una letale arma da guerra, spaventava tutti; infondo non volevano altre guerre che attraversassero il loro paese. Oltre proteggere Konoha, il ragazzo vorrebbe aiutare anche il proprio paese d'origine, ma sa che può essere fedele soltanto ad un villaggio, così da poterlo rendere un posto tranquillo, un posto in cui tutti potessero vivere in pace, ma sa benissimo il deshi che quel suo desiderio è tanto lontano quanto irrealizzabile. Kaitsume si alzerebbe in piedi e strapperebbe nuovamente una foglia per poi aprire la bocca e dire <Sai, oltre a proteggere Konoha, io ho un altro sogno> farebbe un breve sospiro <Far diventare Kiri un posto pacifico, anzi, non solo il villaggio della pioggia, ma tutti i paesi, far si che essi possano vivere in armonia una volta per tutte, senza guerre, unire tutti i paesi ninja, in un unico grande paese, nel quale ogni shinobi, ogni persona si possa sentire a casa, senza più distinzioni tra le varie nazioni.> infine alzerebbe lo sguardo verso il cielo, e il braccio si alzerebbe con il palmo rivolto verso la luna il quale poi si chiuderebbe in un pugno e finirebbe la frase <Un posto dove ogniuno possa essere al sicuro.> sa che il suo sogno é troppo grande, perciò vorrebbe iniziare a proteggere il villaggio della foglia, per poi arrivare a Kiri, non gli importa se resterà solo, ma non gli interessa, il suo sogno é proteggere tutti quanti ogni singola persona dalla prima, all'ultima.

18:22 Hikari:
 L’altro la ascolta in silenzio. Anche questa volta non fa domande o cerca di approfondire la storia della giovane genin di Kusa. Forse ha capito, già da un po’, che non è il caso di far troppa leva su discorsi importanti per lei, e di questo gliene è grata. Sembra uno empatico, lui. A differenza di lei, Kaitsume pare essere parecchio legato al proprio villaggio natale, anche se costretto ad abbandonarlo. E’ ammirevole, deve rendergliene merito. A quanto pare, tutti intorno a lei sembrano avere le idee chiare sul cammino da intraprendere. Hikari non ha mai avuto obiettivi, almeno fino a qualche mese fa, quando ha lasciato Kiri. Vendetta può definirsi un obiettivo, no? Forse non del tutto nobile. In questo momento si sta chiedendo se sia stato giusto intraprendere il cammino ninja per questo motivo. Un po’ se ne vergogna. < Wow… > un sussurro abbandona le labbra della giovane, che osserva l’altro, catturata da quel suo sogno di pace. Non ha mai sentito nessuno parlare così, con tanta decisione. Un po’ lo invidia, anche lei vorrebbe sapere bene cosa fare. < Un desiderio davvero nobile. > un sorriso rivolto verso l’altro. Si alza in piedi anche lei, andando poi a posare la mano destra sulla sua spalla. < Se avrai bisogno di aiuto… > non sa bene perché glielo stia dicendo, dato che si trova in un momento molto incerto della propria vita < … conta pure su di me, Kiri è casa mia. > forse per poter perseguire anche lei un qualcosa che possa renderla fiera di se stessa.

18:39 Kaitsume:
  [Centro di Konoha] Il ragazzo sorriderebbe sentendo la mano della genin sulla sua spalla, sorriderebbe malinconico anche se felice di poter contare sul suo aiuto <Kiri é casa nostra, e la salveremo, un giorno>direbbe deciso dando le spalle alla ragazza. Ma purtroppo sa che la strada che lui vuole intraprendere è molto ardua, ed é contento di sapere che ha qualcuno al suo fianco. Si girirebbe verso la ragazza ora guardandola negli occhi <In fondo anche tu stai cercando la pace. Una pace personale, che ti faccia sentire bene, ma sappi che, se riuscissi ad attuare la tua vendetta, non avresti la pace, perché vendicandoti di quella persona, riuscirai solo a creare ostilità, nei parenti i nei amici di quella persona> farebbe un sospiro deciso esponendo la propria ipotesi, ma poco dopo inspirirebbe aria per continuare <Sai, é questo che crea le guerre, questo modo di pensare, cercando la propria pace interiore, si semini, in qualcun'altro il seme della guerra che prima o poi sboccerà in un fuore di distruzione. Facendo questo, inescherai in qualcuno la voglia di vedetta, e continuerebbe così, in un ciclo che continua a ripetersi ed ad allargarsi, passerebbe da una singola persona, alla famiglia dalla famiglia, al clan, dal clan ad un villaggio... > il ragazzo detto ciò abbasserebbe lo sguardo, di certo non voleva essere aggressivo, non vorrebbe mai far sentire in colpa la ragazza, non é nelle sue intenzioni, ma vuole solo esporre il suo modo di pensare. Infine aprirebbe di nuovo bocca <Questo desiderio di pace interiore è infantile, avvantaggia se stessi svantaggiando gli altri. Bisognerebbe far maturare il mondo, come se fosse un bambino in crescita, così chevimpari a non pensare esclusivamente al proprio bene, ma al bene comune, solo così, solo facvenso maturare il mondo si riuscirebbe a portare la pace ovunque>

18:54 Hikari:
 Pesanti arrivano le parole dell’altro, che non sembra essere affatto in linea con l’idea della giovane per quanto riguarda la vendetta. Prima di incontrare Shitsui e raccontargli questa storia, non aveva mai definito quell’obiettivo “vendetta”. Poi, parlandone con lui, è riuscita a definirlo tale. Si è sempre detta di non essere una che la fa pagare agli altri, ma di essere buona, non abbassandosi al livello di chi è sciocco e fa del male. Però si sbagliava. Si credeva una persona diversa, e da quando ha lasciato Kiri ha imparato a conoscersi meglio. Sì, lei vuole vendetta, e soprattutto una spiegazione. Non ha intenzione di uccidere, è pur sempre il suo migliore amico quello che l’ha tradita. Vuole solo farlo vivere con il costante rimorso di ciò che ha fatto. < Creerei ostilità, eh? > una domanda piuttosto sarcastica, come il sorriso che si è trasformato sul suo viso. < C’è già ostilità, sia con questa persona che con la sua famiglia. > lapidario il dire della giovane, che nonostante le risposte che sta dando all’altro riconosce che il suo pensiero è giusto. Eppure, nonostante sappia questo, il rancore che cove dentro di sé è grande, non riesce a placarlo. < Sì, forse è un desiderio infantile, e ammiro il tuo modo di pensare, però tra il dire e il fare, sai com’è. > auspicare alla pace nel mondo, un desiderio immenso che molte persone potrebbero condividere, anche lei, come gli ha prima detto. Nonostante ciò, lei vuole vendetta. Una situazione piuttosto contraddittoria, vero? < E di certo, se il mio rancore si placasse, il mondo non cambierebbe. >

19:15 Kaitsume:
  [Centro di Konoha] Forse sta esagerando, ma naturalmente ha estremizzato la situazione della ragazza, non conosce i suoi veri obbiettivi, quindi é meglio che smetta, non bisogna criticare i sogni altrui, per quanto siano diversi dai propri; in fondo ogni persona é diversa e ogniuna ha un proprio sogno. Certo, il sogno del deshi é infantile e anche molto, insomma come si può pensare di raggiungere la pace universale? Una cosa probabilmente irrealizzabile, forse qualcuno ci ha già provato, forse anche in un modo sbagliato, ed è morto invano. Ma lui vorrebbe essere uno di quelli che ci prova, anzi vorrebbe essere colui che ci riesce, diventare una specie di salvatore, gli basterebbe solo la pace, non vorrebbe nessun riconoscimento. <Hai ragione, tra dire ed il fare c'é di mezzo il mare, ma indovina un po'? Vengo da Kiri, l'acqua é mia amica> direbbe sorridendo cercando di non essere offensivo per la frase detta prima. <Scusa per ciò che ho detto prima. Forse sogno troppo in grande. Ma almeno ci proverò, anche solo con Kiri, proverò a portare la pace li, e se ci riuscirò, il mio sogno si sarà realizzato. Ma proverò a portare la pace, pure al costo della mia stessa vita> direbbe il ragazzo sorridendo sentendosi in colpa per aver quasi insultato la ragazza ed il suo desiderio, perché non era sua intenzione

19:34 Hikari:
 Un sogno tanto grande quello del ragazzo, probabilmente nemmeno lui stesso se ne rende conto. Una pace mondiale è difficile da immaginare, e soprattutto da creare. Un mito che non appartiene a nessuno ma che conoscono tutti. Sembra piuttosto deciso l’altro a perseguire il proprio desiderio, ma deve tenere bene a mente che il cammino che gli si parerò davanti non è affatto semplice. Sorride di rimando all’altro, a quel “l’acqua è mia amica”. Un modo carino di abbassare la poca tensione che si è creata per un attimo dopo il discorso di lui e le conseguenti risposte della ragazza. < Se ci bastasse l’acqua sarebbe tutto più facile. > una risata rassegnata riecheggia sotto quell’albero. L’altro non ha idea di ciò a cui sta andando incontro, e forse continuando si spaventerà. < Quando sarai ninja la tua vita cambierà, lo sai? > e parla per esperienza lei, che fino a un paio di mesi prima non faceva che gironzolare per le strade di Kusa in cerca di un lavoro, mentre ora è una persona piuttosto diversa. Parte per le missioni, che per ora non sono nulla di pericoloso, ha imparato a combattere, scoperto di discendere da un clan. La sua vita è stata completamente stravolta da quando ha messo piede in Accademia. Intraprendere questo percorso non era nei suoi piani, sono stati i suoi compagni a persuaderla e ora come ora sente di aver fatto la scelta giusta. < Se vuoi continuare a seguire il tuo sogno, tienitelo stretto. > Un sogno che ora pare essere ridimensionato e limitato solo a Kiri. Di certo più abbordabile come impresa, anche se molto, molto complicata. < Non scusarti, davvero. > agita la mano, facendogli segno di non preoccuparsi. Comprende l’ingenuità di chi sogna in grande, come faceva lei d’altronde. Man mano che si cresce e si va avanti, le idee cambiano, e talvolta con loro anche i sogni.

19:51 Kaitsume:
  [Centro di Konoha] <Si, seguirò il mio sogno, ma so già che sarà difficile, soprattutto se sarò da solo in quest'impresa.>direbbe il giovane accarezzandosi la nuca leggermente, sa che dovrà faticare ma non importa, inseguirà quel sogno e lo realizzerà. Il deshi ritornerebbe al discorso del ninja, sapeva già che la sua vita sarebbe cambiata del tutto, ma il cambiamento non lo spaventa, anzi, sarà capace di navigare in quel oceano in continuo mutamento, riuscendo a sfruttare ogni singola onda a suo vantaggio per avvicinarsi alla sua meta. <So che la via del ninja è dura, e che è piena di rischi, ma non importa, riuscirò a cavarmela, e diventerò ogni giorno più forte, così forte che il mio nome sarà conosciuto in tutto il mondo> andrebbe ora a rivolgere lo sguardo verso i volti di pietra in lontananza, e distendendo una mano indicherebbe con l'indice il volto del primo Hokage per poi muoverlo verso il volto del nono e continuerebbe a parlare nuovamente <Sarò più forte di loro ed esaudirò il mio sogno>

20:05 Hikari:
 < Posso assicurarti che con dei compagni al tuo fianco sarà tutto meno difficile. > un sorriso le si dipinge in volto a quelle parole, poiché lei sa per esperienza quanto sia importante avere persone fidate al proprio fianco. E’ contenta di far parte di un team di genin che tra di loro si amalgamano alla perfezione. Ognuno con abilità diverse ma che completano quelle degli altri. < La determinazione è importante, non perderla nel corso del tempo. > segue poi con gli occhi il dito indice dell’altro, che punta in direzione del Monte dei Volti di Pietra. Un’ambizione piuttosto elevata quella del ragazzo, forse troppo. Non è ancora genin ma i suoi sogni di gloria sono piuttosto importanti. Rimane un po’ spiazzata al suo dire. < Dovrai sudare sangue, allora. > deve ammettere di non sapere che cosa dire. Non vuole dire qualcosa che potrebbe ferirlo oppure incrementargli quell’ambizione che sembra davvero, davvero lontana. < Devi stare attento ad una cosa, però. > ecco, sa cosa dirgli. < Non crearti troppe aspettative, potresti rimanere deluso. > e detto ciò, distoglie lo sguardo dal Monte in lontananza per poter tornare al ragazzo. < Credo che tonerò in ospedale. > una voce stanca, quasi distrutta. < Ti sono grata per la chiacchierata, spero di rivederti prima di tornare a Kusa. > inclina appena il capo verso destra, rivolgendogli un’espressione contenta e in parte sollevata. E’ stato bello poter parlare un po’ e distrarsi. Ora però i suoi pensieri torneranno ad essere dei tormenti, in attesa che il proprio compagno torni in piene forze. Si allontana in direzione dell’ospedale di Konoha, pronta ad affrontare un’altra nottata al fianco di un letto.[End.]

20:20 Kaitsume:
  [Centro di Konoha] <I compagni servono sempre, é più facile quando si uniscono le forze con qualcun'altro> sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta da solo, probabilmente non riuscirebbe nemmeno ad arriva a Kiri senza aiuto di qualcuno fidato, ma ancora non sapeva di chi potersi fidare, ma qualcuno un giorno l'avrebbe aiutato. <Troppe aspettative? Intondo cosa sarebbe la vita senza aspettative?>direbbe facendo un respiro profondo <Sono le aspettative a farci essere ciò che siamo> sa che la ragazza lo dice per non farlo illudere troppo, infondo quante possibilità ha nel riuscirci? Beh, sono infime, sarebbe più facile trovare un ago in un pagliaio, ma non vuole arrendersi, sarà felice, anche se non realizzerà totalmente il suo sogno. Infondo li basterebbe proteggere la gente che ora ha attorno, Kiri e le nazioni ninja sono un ambizione a cui potrà puntare solo raggiunta una forza necessaria, e avere a suo fianco persone fidate. Il giovane saluterebbe la ragazza con un gesto della mano, e tornerebbe a sedersi alla base dell'albero ad osservare i monti di pietra, vorrebbe amirarli ancora un po', giusto quel che basta per infoderli forza e sicurezza per continuare a credere nei suoi sogni.
[End]

Un discorso che gira particolarmente attorno alle ambizioni di Kaitsume e ai suoi sogni, che puntano molto in alto. Un incontro che a Hikari è servito a distrarsi dai propri tormenti e confrontarsi con qualcuno.