Nuove promesse della Foglia

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20:42 Kaori:
 Uno spicchio di luna rischiara le tenebre che oscurano il cielo sopra la Foglia. Stelle di varie dimensioni trapuntano la volta buia scintillando qua e là in un tripudio naturale di luci dorate. E' una notte serena, tranquilla, e Kaori ricerca nel silenzio di quel luogo un po' di pace. Siede a gambe incrociate vicina al bordo dello strapiombo che si affaccia al di sopra della testa rocciosa del Nono indossando una felpa nera abbastanza stretta che le copre il busto rimanendo però parzialmente aperta fino all'altezza del seno. Da quello scollo si può intravvedere un maglioncino giallo con scollo a barca che va a lasciare le spalle scoperte al di sotto delle maniche della felpa mentre ai lati della gola sono visibili le bretelle rosse di una canottiera. Le cosce e le gambe sono coperte da pantaloni neri elasticizzati che ne risaltano le forme morbide, dolci, mentre il viso è piuttosto tranquillo. I capelli son lasciati lisci, corvini, a ricadere dal capo fin sulle spalle sfiorate appena dalle punte irregolari e sfilacciate di quel taglio. Da quando li ha recisi col suo kunai nel bagno della locanda hanno iniziato a ricrescere e sulla cima del suo capo inizia ad intravvedersi una ricrescita violacea segno del suo naturale colore di capelli. Siede sul pavimento in roccia del monte posto al di sopra del capo del Nono Hokage stringendo fra le dita un sottile pezzo di legno finemente intagliato, un flauto avvicinato alle labbra e da cui fuoriesce una melodia semplice, dolce. Una vecchia canzone tipica del Villaggio, la melodia di una vecchia ballata d'amore. All'anulare sinistro risplende il suo anello di fidanzamento che ormai considera come la sua vera e propria fede matrimoniale mentre alla gola reca con sé ben legato il coprifronte della Foglia donatole da Azrael Nara molto tempo prima. Suona serenamente, ad occhi chiusi, lasciandosi trasportare dalla melodia mentre un alito di brezza fresca le carezza il viso. Il chakra arde vivo dentro di lei mentre dal Villaggio sale un brusio leggero, distante, lontano. Le sue strade vivono in pace, serene, ormai prive della minaccia che fino a poco tempo prima incombeva oscura su di loro. [chakra: on]

20:52 Satoru:
 Nel pomeriggio una lezione impegnativa per il giovane Satoru, una lezione per la quale ha speso tempo e risorse, ma che al tempo stesso gli ha donato una grande soddisfazione, oltre al regalo di una nuova tecnica ninja, non molte ore sono passate dal suo essere in accademia, ma lo scorrere delle lancette del tempo è bastato per far si che il sole tramontasse per far posto alla luna. Dopotutto sole e luna sono come lo Yin e lo yang, due entità opposte, ma complementari, che formano la totalità, l'inizio e la fine di ogni cosa. Il cielo è completamente libero dalla presenza delle nuvole, l'assenza di queste permette di osservare numerosissime stelle, una quantità quasi infinita, al punto da rendere quasi impossibile contarle tutte, ma tra queste la fa da padrona la regina della notte, la luna, in tutta la sua maestosità, non è ancora piena, ma è circa a tre quarti e sprigiona una luce intensa e candida, una luce che rende ancora più suggestivo il loco magico in cui Satoru si trova. Il giovane studente indossa un abbigliamento semplice, le gambe sono avvolte in un paio di pantaloni morbidi di colore nero corvino, la maglietta, anch'essa del medesimo colore è aderente alla pelle del giovane, ma è nascosta da una felpa di colore viola che la va a coprire quasi interamente, completano l'abbigliamento del giovane un paio di scarpe anch'esse nere, insomma, non ha molta fantasia in quanto concerne l'abbigliamento, predilige i colori scuri, come scura è la sua storia, dopotutto. Il giovane si trova sopra ai monti raffiguranti i volti dei kage di konoha, è intento in una passeggiata rigenerante, i suoi passi si muovono con estrema calma sulla parete rocciosa, in quel luogo tanto affascinante da essere in grado di fermare letteralmente il tempo. Gli occhi del giovane sono rivolti al villaggio sottostante, Konoha in tutto il suo splendore, con le vie ancora brulicanti di gente, la città, luogo di caos e movimento, luogo di gente e di parole, luogo di nascita e di morte, gli occhi del giovane sono puntati sulla città, ma il suo corpo si trova in un luogo da essa distante, in un luogo di calma e di pace. Anche la città e i monti possono essere considerati come lo yin e lo yang, la quiete e la tempesta, la calma e l'irrequietezza, l'anima e il corpo, dopotutto ogni cosa ha il suo opposto, tutto quanto. I suoi passi continuano inesorabili in quel moto perpetuo, fino a quando senza nemmeno accorgersene giunge il prossimità del volto del nono hokage, ecco che qui è come stregato, rapito. oltre alla vista ed al movimento ecco che entra in gioco l'udito, un altro senso, un senso affascinante, un senso che in questo momento è ammaliato da una dolce sonorità, pare essere il suono di un flauto, un flauto che attira il giovane ninja. Ecco che Satoru volgerebbe lo sguardo in cerca del loco di provenienza della melodia. ecco che il giovane scorge una figura nella penombra, una figura femminile, è proprio da questa che proviene la soave melodia ed è proprio verso questa figura che si muove il giovane. E' interessato, ma al contempo riservato, quindi si limita ad avvicinarsi e ad osservare l'esecuzione della donna, godendosi la musica, senza proferire parola, non vuole rompere l'atmosfera magica che si è creata: un luogo isolato, una dolce musica ed una vista mozzafiato.

21:04 Kaori:
 Le trasmette pace suonare quello strumento. Le piace sentirne le note per quanto non sia particolarmente brava. Ha ripetuto quel brano molte volte negli anni e per questo ha imparato a suonarlo abbastanza bene, ma non in maniera perfetta. Sicuramente un esperto avrebbe trovato l'esecuzione raccapricciante, ma per qualsiasi normale essere umano avrebbe potuto passare per una melodia piacevole. Lascia che le dita si muovano rapide sul flauto andando a tappare e liberare di volta in volta i fori necessari al compimento del suo obiettivo. Inspira silenziosamente col naso e poi lascia defluire l'aria incanalata dalle labbra verso l'interno dello strumento così da permettere al suono di uscire continuo e senza interruzione alcuna. Un meccanismo istintivo, naturale, che non le causa alcuno sforzo. Un alito di brezza va smuovendo i ciuffi corvini della sua frangia e le punte scure della chioma che scivola morbida fin sulle spalle. Sente il viso dolcemente carezzato da quel venticello gentile ed una sensazione di pace che la circonda. E' stata una giornata impegnativa, difficile, lunga, ma tutto sommato soddisfacente. Ha potuto medicare Nahira e assicurarsi che stesse bene dopo lo scontro del torneo, ha rivisto Kouki ed ha cercato di riparare come ha potuto al pessimo comportamento della sera precedente ed ora si è concessa una piccola pausa solitaria prima di tornare a casa da Raido. Per quanto sappia di aver bisogno di non esser lasciata sola con se stessa, a volte sente il bisogno e l'esigenza di ritagliarsi un attimo di tempo solo per sé. Un qualche momento dove poter essere sola coi propri pensieri e, perchè no? anche con le proprie delusioni e il proprio dolore. Sa che spesso questo vuol dire farsi del male da sola, ma non può fare a meno di crogiolarsi nei sentimenti negativi che ancora covano dentro di lei. Non ha superato del tutto ciò che ha appena vissuto, è ancora impantanata in un brutta situazione, tuttavia sta facendo del suo meglio per combattere quell'oscurità che dentro di lei avanza quotidianamente per trascinarla verso il fondo, verso l'Abisso. Continua a suonare indisturbata, tranquilla, accorgendosi grazie ai suoi sensi affinati [Mente: 90] della presenza di qualcuno non molto distante. Non si volta, non si ferma, permane serena sul posto a terminare quella melodia col proprio strumento. Solo a quel punto, al soffiare quell'ultima nota, va distaccando il legno dalle labbra carnose per volgere il capo in direzione del suo silente ascoltatore. <Spero di non aver disturbato> esordisce dunque, Kaori, con voce sottile, pacata, ed un piccolo distaccato sorriso sul viso. Non radioso, non solare, non allegro. Cortese, gentile, ma distante. [chakra: on]

21:18 Satoru:
 Il giovane si trova ormai nelle immediate vicinanze della flautista misteriosa, si avvicina tentando di non disturbare la donna, è ammaliato e rapito da quelle note che lo hanno portato a trovarsi in una situazione in cui forse non si sarebbe mai trovato, che strana la vita, un suono dolce e soave, un suono che distacca dai pensieri terreni e che appaga le orecchie di chi lo ascolta al punto da portare Satoru ad avvicinarsi ad una sconosciuta. Un suono, solo quello, un semplice flauto può fare la differenza e permette ai due ninja di incontrarsi, l'ambiente stesso influisce sulle scelte individuali, difatti lo stesso suono in una zona più caotica del villaggio non avrebbe attirato l'attenzione del nostro protagonista, bensì nel completo silenzio della natura lo ha fatto. Ecco che la donna rivolgerebbe brevi e concise parole al giovane, pensa di averlo disturbato, non sa che invece è riuscita, forse anche solo per alcuni istanti, a placare i suoi pensieri, infatti concentrandosi sul suono si è dimenticato di tutto, dei suoi incubi, persino della realtà. il futuro ninja resta ancora in silenzio, un sorriso prende forma sul suo viso, un sorriso fine e non troppo marcato, un sorriso che rispecchia il suo animo in quel momento, un sorriso che rappresenta la tranquillità. Ecco che il giovane andrebbe a prendere una posizione simile a quella della donna, sedendosi anch'esso sulla parete rocciosa, lasciando le gambe a penzolare nel vuoto, lasciando il suo corpo in una situazione particolare, con la parte inferiore del corpo, gambe e piedi, sospesi nel vuoto, proprio come è sospesa la sua vita in questo momento, ma al tempo stesso con la parte superiore del corpo ben ancorata alla roccia, proprio come è ancorato al suo unico punto di riferimento in questo momento, la volontà di diventare un ninja. Ovviamente il ragazzo prende posto non troppo vicino alla donna, a qualche metro di distanza, dopotutto non vuole mancarle di rispetto e non vuole invadere i suoi spazi, vuole semplicemente condividere la magia del luogo, la magia del silenzio e della musica della natura che ora ha sostituito quella artificiale del flauto. Gli occhi di Satoru andrebbero a volgersi ora verso la donna, una donna dai capelli scuri, proprio come lui, una donna forse in cerca di pace e tranquillità, proprio come lui, una donna tormentata, come lui del resto. Le labbra del giovane si schiudono leggermente, le parole già pensate dalla sua mente sono pronte per uscire dalla sua bocca. <scusi lei per la mia interruzione> ecco che alcuni istanti separerebbero le prime parole del giovane dalle successive. <Stavo camminando sul monte e sono stato stregato dalla sua musica, è davvero brava> un tono pacato, informale, calmo, un tono che rappresenta l'effetto che la musica ha fatto su di lui, la donna non lo ha affatto disturbato, ma al contrario è riuscita a fare tacere i suoi demoni. Ecco che lo sguardo del ninja sarebbe catturato inevitabilmente dal coprifronte esposto dalla donna, ecco la prima informazione sulla donna misteriosa, è un ninja, ovviamente questo non fa altro che accrescere la curiosità dal giovane.

21:41 Kaori:
 Le prime parole esposte dal ragazzo portano Kaori a sorridere con fare ingentilito. <Non preoccuparti, non hai interrotto nulla> tenta di rassicurarlo lei con fare sereno, pacato, lasciando che la sua voce lo raggiunga trasportata dalla brezza serale. Un tono leggero, sottile, poco più di un sussurro. Abbastanza da farsi udire, non abbastanza per poter dire di essere "alta". Un tono medio, intermezzo, fatto per una conversazione leggera e civile. Si sente rilassata in quel momento, distratta dai pensieri che solitamente affollano la sua mente, isolata da paure e preoccupazioni, immersa fin nel profondo nella pace che quel luogo è sempre stato capace di trasmetterle. Nonostante i problemi, le difficoltà, le perdite e la paura ha ritrovato in quel posto il rifugio sicuro che si è sempre rivelato essere per lei. Ha avuto un periodo di dubbio, di tentennamento, quando appena tornata dal laboratorio nel quale era stata rinchiusa non era più in grado di affrontare la vita come sempre. Si è sentita persa, confusa e neppure lì era riuscita a ritrovare la pace di cui aveva bisogno. Questo perchè, semplicemente, non poteva trovare la pace lì se per prima cosa non era presente in se stessa. Rimane ad osservare il viso del ragazzo con fare cauto, tranquillo, udendo quelle successive parole e si ritrova a distendere ancora un po' quel sorriso sfumandolo di una nota di pura riconoscenza. <Ti ringrazio. Ma a dire il vero non sono molto brava a suonare> ammette lei con fare quieto chinando ora il capo per osservare il flauto che ancora regge tranquillamente fra le mani. <Ho solo fatto molta pratica su questo brano> chiarisce meglio il concetto rigirandosi lo strumento fra le dita affusolate. Aveva imparato a suonarlo da piccola quando aveva scoperto che suo padre amava quella melodia. Aveva deciso di voler imparare a suonarla per poterlo compiacere, per renderlo felice e fiero di lei. Ovviamente non era stato un gran piano: per molto tempo strideva e strimpellava quel flauto senza che il brano assumesse una forma precisa e riconoscibile finendo semplicemente col far ammattire i suoi genitori in casa per via di quei suoni sgraziati e disarmoniosi che uscivano scostanti dallo strumento. Ma a furia di allenarsi, impegnarsi e non arrendersi mai è riuscita a trovare il metodo giusto per affrontare quel particolare brano fino a riuscire a suonarlo abbastanza bene per i suoi standard da autodidatta. <E' una serata meravigliosa, non trovi?> domanda allora, dopo qualche attimo di pausa, sollevando il viso verso l'alto, reclinando il capo all'indietro per portare le iridi perlacee a cercare la sagoma radiosa e candida di quella luna incompleta. [chakra: on] [scusa scusa scusa ç_ç]

21:54 Satoru:
 Vediamo, come si può chiamare, empatia? esatto, non sono servite grandi parole, non sono serviti grandi fatti o eventi, sono bastate alcune parole gentili, uno scambio rapido di parole che appaiono rassicuranti, dopotutto non tutto il mondo è fatto di eroi, imprese, conquiste e azioni straordinarie, ma anzi, la maggior parte del mondo è fatta di parole semplici, parole però utili per entrambi, parole che forse aiutano a sentirsi meno soli, parole che fanno sentire la presenza di qualcuno. Empatia, proprio di questo si tratta, perché Satoru, solitamente introverso e sulle sue, si è trovato da subito a suo agio nonostante la presenza di una persona a lui sconosciuta, di una persona che non conosce, di cui non sa niente, difatti le uniche cose che sa sono che si tratta di una ninja della foglia, che sa suonare il flauto e che è stata gentile con lui. La gentilezza, se le persone fossero più gentili il mondo sarebbe un posto migliore, bastano poche parole, parole di interesse, parole gentili, parole che manifestino vicinanza, quanti legami nascerebbero ogni giorno, la parola è una via di cura per il male del mondo. La mente del giovane è ora totalmente incentrata sulla figura che ha di fronte, gli interrogativi sono tanti e la curiosità del giovane lo spingerà presto a fare qualche domanda, ma non è ancora il momento delle domande, dopotutto a volte è più affascinante non avere le risposte che si cercano, rimanendo in dubbio, senza sapere con precisione ogni cosa che ci circonda. Dopo aver ascoltato le parole della ninja e dopo non aver potuto fare a meno di notare il sorriso comparso sul suo viso, il giovane inizia ad acquisire fiducia in se stesso, qualcosa è nato, non sa spiegarsi cosa, un legame, è come se un filo rosso unisse le menti dei due giovani che altro non vogliono se non ricercare la pace e la tranquillità. le gambe del ninja ciondolerebbero sospese nel vuoto, quel luogo aiuta a capire quanto gli esseri umani siano piccoli in confronto alla natura, quanto lui si senta piccolo in questo mondo, dove le montagne svettano alte nel cielo e gli uomini costruiscono villaggi ai loro piedi, come umili servitori. il suo volto è girato in direzione della donna, i suoi occhi guardano i perlacei organi oculari della sua interlocutrice, la sua bocca si schiude nuovamente per permettere alle parole di uscire liberamente, producendo un suono nel silenzio. <Stupenda, amo la pace e la tranquillità di questo posto> il tono sempre calmo, calmo come il luogo in cui si trovano, un luogo dove la parola fretta non esiste, dove la frenesia è sostituita dalla quiete, un luogo rigenerante. Ecco che successivamente il ninja decide di presentarsi, l'atmosfera del luogo e il rapido scambio di parole gli aveva impedito di proferire il suo nome, ma ora, per non essere scortese, decide di presentarsi. <Piacere, Satoru, allievo ninja della foglia> si esatto, è un allievo, rango infimo, ma lui afferma ciò con fierezza, perché è fiero di quello che sta facendo e sa che si può arrivare in alto solo percorrendo tutti i gradini, partendo dal basso, procedendo passo passo verso la cima.

22:11 Kaori:
 La voce del ragazzo giunge semplicemente al suo udito portandola a distendere le labbra verso l'esterno. Sì. Quel luogo reca sempre con sé una gran pace, una gran tranquillità ed un gran senso di protezione. Persino Hitomu stesso sembra recarsi lì quando sente il bisogno di un consiglio o di conforto. Il loro legame sembra essersi rafforzato proprio una sera durante la quale il nono Hokage era venuto a ricercare il consiglio dei volti di pietra lì scolpiti, come se solo il poter osservare quei visi intagliati nella roccia potesse dargli sostegno. Una sensazione piacevole, l'illusione di un supporto che a volte è difficile ricercare realmente negli altri, nel prossimo. Kaori inspira l'aria della sera, sente i polmoni riempirsi, gonfiarsi e schiocca la lingua sul palato con fare istintivo. <Quando ero piccola mi nascondevo dalle strigliate dei miei genitori venendo quassù. Mi bastava rimanere in silenzio ad osservare l'orizzonte per sentirmi meglio, per capire che non era successo nulla di realmente grave e tornare indietro più serena di prima> rivela quel piccolo sprazzo del suo passato per fargli intendere in che modo quel luogo ha inciso nel di lei animo, cosa possa significare ai suoi occhi. Un porto sicuro, un rifugio, un riparo accogliente dai problemi e dalle difficoltà della vita. Ma non solo. E' anche un soddisfacente modo di mettere in prospettiva qualunque situazione. Qualunque evento di poco conto, analizzato da lassù, avendo davanti la vastità del mondo diviene più piccolo, più sopportabile. Qualsiasi difficoltà viene ridimensionata se messa a paragone con qualcosa di così immenso ed eterno come il Villaggio che giace ai loro piedi. China il capo, la Hyuga, andando a ruotarlo nuovamente in direzione del giovane udendo quella presentazione che lo cataloga come un deshi dell'Accademia. <Kaori Hyuga, molto lieta> si presenta a sua volta senza specificare il proprio grado. Non ne sente il bisogno, non desidera mettere in risalto un titolo per cui -nelle strade del Villaggio- è già sufficientemente conosciuta. Le sembra ancora così strano pensare di essere una special jonin. Nel giro di un anno ha scalato la gerarchia della Foglia passando dall'essere una semplicissima allieva ad una special. <Così sei un allievo dell'Accademia, eh?> prosegue dopo poco andando a mantenere quel sorriso leggero e cortese sulle labbra morbide e rosate. <Come procedono gli studi?> domanderebbe cercando di non rimanere totalmente estranea all'istruzione delle giovani leve e promesse del suo Villaggio. [chakra: on]

22:26 Satoru:
 Il vento soffia dolcemente e trasporta le parole dei due questa sera, dopotutto il vento è solito trasportare ogni cosa, il vento trasporta il polline delle piante, ma anche i piccoli insetti, insomma il vento trasporta la vita, il vento dona la vita, dopotutto senza l'aiuto del vento non potrebbe nemmeno sbocciare la primavera. Ecco che il dialogo dei nostri ninja continua, continua con quella pacatezza che lo ha connotato fin dall'inizio, con una sorta di eleganza e di equilibrio, una serie di battute a testa, un rispetto reciproco e senza dubbio un interesse reciproco, tutte le parole condivise resteranno in quel luogo, lontano da occhi ed orecchie indiscreti, solo il monte potrà ricordarle in futuro, ma i monti per il momento non parlano, anche questo forse da sicurezza a Satoru, quel luogo così tranquillo quanto isolato allo stesso tempo rispecchia in pieno la sua anima, da un lato pacata e serena, ma al tempo stesso sola ed isolata dal resto della gente, nessuno è mai riuscito a capirlo fino ad ora. Satoru ascolta con attenzione le parole della ninja, un aneddoto della sua infanzia, un altro passo che manifesta vicinanza, parlare di sé, della propria vita, non è certo cosa che si fa con il primo sconosciuto che passa a meno che non si provi un sentimento di fiducia, fiducia che anche Satoru prova nei confronti della donna. Ecco che andrebbe a rispondere alle di lei parole, le labbra si schiudono, le parole escono fluenti come un fiume in piena. <ti capisco perfettamente, la natura ha questa capacità magica di calmare gli animi della gente, insomma, la natura ci ridimensiona, ci fa capire che tutto sommato la vita ci sorride, anche quando le avversità sono tante> il tono è meno calmo di prima, è un tono misto tra serenità e malinconia, dopotutto sicuramente la morte della madre del giovane, avvenuta solamente un anno prima, echeggia ancora nella sua memoria e parlare dei mali del mondo non può far altro che ricordagli quell'evento tanto traumatico che lo ha segnato e che inevitabilmente lo segnerà per il resto della sua vita. Ma ecco che la ninja pone un'altra domanda al nostro protagonista, una domanda che lo riporta subito alla realtà, dopotutto sta vivendo in maniera molto positiva il suo percorso accademico, la carriera ninja lo sta aiutando a focalizzare le sue energie in qualcosa di positivo, in qualcosa che lo riesce a distrarre, proprio come la conversazione che sta avendo in questo momento. Ecco che quindi altre parole escono dalla sua gola, passando per le corde vocali, poi per le labbra, poi ancora per il vento. <direi bene grazie, oggi stesso ho affrontato la terza lezione ed ho appena imparato la tecnica della moltiplicazione del corpo> c'è poco da fare, nonostante abbia davanti a sé una ninja esperta è fiero dei suoi piccoli risultati raggiunti, proprio come una formica è fiera di trasportare una briciola di pane, briciola di pane che sfamerà la sua intera famiglia. Ma le parole non sono ancora finite. <Sai, non vedo l'ora di affrontare l'esame genin, potrei specializzarmi nelle arti illusorie o diventare un ninja medico come lo era papà, chi lo sa> nomina il padre quasi inconsciamente, in realtà non sa perché lo ha fatto, forse per trovare conforto in una figura esterna ai suoi drammi.

22:44 Kaori:
 E' strano come quell'incontro si riveli così pacato, così sereno, così rispettoso. Forse è proprio la magia di quel luogo a rendere l'atmosfera leggera e rassicurante, forse è merito della musica che ha dato inizio a tutto o forse, semplicemente, è desiderio di entrambi quello di continuare a mantenere quello stato di quiete e pace che si è venuto a creare. Kaori non lo sa e al tempo stesso non le importa saperlo. Non potrebbe trovare una verità certa ed assoluta a quella osservazione che silenziosamente fa nella propria mente per cui tanto vale smettere di chiedersi quale sia la realtà dei fatti e godersi, semplicemente, quell'attimo eterno di pura serenità. Un momento raro, prezioso nella vita di un ninja, che intende conservare e ricordare a lungo nella propria memoria. Ode la voce del ragazzo, il suo pensiero e si ritrova ad annuire leggermente col capo andando a smuovere la mancina per andare a sistemare una ciocca corvina dietro il relativo orecchio. Mantiene il flauto con la destrorsa senza aggiungere nulla. Concorda con lui e non sente che qualunque altra parola potrebbe aggiungere nulla a quel discorso, nè tanto meno esprimere meglio quel concetto che apparentemente sembrano condividere. Il tempo scorre lento, silenzioso, inavvertibile mentre il discorso prosegue, avanza verso l'istruzione del ragazzo agli esordi della sua carriera da ninja. Kaori l'osserva, lascia che le iridi perlacee studino i lineamenti del suo viso incontrando la forma dei capelli scomposti, delle iridi cremisi, del viso regolare e definito. <La moltiplicazione, eh?> ripete lei ripensando alla prima volta che ha tentato quella tecnica in Accademia ormai un anno prima. Le era riuscita subito, semplicemente, senza eccessivo sforzo. Era difficile mantenere l'assoluto controllo del proprio chakra ma la sua concentrazione era ferrea e l'impegno massimo in quell'esercizio. Non avrebbe deluso suo padre ritardando le sue lezioni, i suoi studi. <Ormai sei vicino al diploma, allora> osserva la special puntando le iridi ora in quelle di lui, ascoltando quelle parole che la portano a sentirsi ora sorpresa, colpita. <Perchè non entrambe le cose?> domanda la giovane inclinando appena il capo verso la spalla mancina, lo sguardo tenuto fermo sul viso altrui. <Il fatto di prediligere le arti illusorio non deve necessariamente essere un freno per seguire la carriera medica. Beh, sempre sperando che tu non abbia troppe difficoltà con l'arte magica ovviamente> prosegue lei per mettere in chiaro le cose. Essere un medico vuol dire riuscire a poter padroneggiare l'arte magica in maniera abbastanza completa. Non deve necessariamente essere il più forte della sua classe, ma avere almeno le capacità di base per poter controllare i jutsu medici. <Puoi essere ciò che più desideri, Satoru, ti basta semplicemente volerlo.> lo sprona allora andando a ridistendere quel sorriso verso l'esterno, cercando di risultare rassicurante e incoraggiante con le sue parole. <Ma ovviamente non devi decidere subito. Hai ancora del tempo prima del diploma e anche dopo di quello potrai prenderti tutto il tempo di cui hai bisogno per decidere. Ma... in caso tu volessi sapere di più sui ninja medici o se avessi qualche domanda in merito da fare, sappi che sono a disposizione> aggiunge poco dopo cercando di offrirgli la propria disponibilità. Lo avrebbe aiutato volentieri se avesse sentito il bisogno di sapere qualcosa di più su quella specializzazione che sembra interessargli. <Oh beh, ovviamente se non preferisci chiedere a tuo padre> si corregge subito dopo con fare leggero, semplice, andando ad alzare nuovamente il viso verso l'alto, a ricercare con lo sguardo mesto la delicata forma di quella splendida luna. [chakra: on]

22:58 Satoru:
 Ah la sera, il buio, la luna, quale momento magico, momento di quiete assoluta e di relax, si ritorna a casa dal lavoro, si finiscono le lezioni, si esce dal mondo della società e ci si si può semplicemente rilassare, la sera è un momento di pace, ma questa sera è un momento ancora più speciale, questa sera Satoru si trova in un luogo che lo fa stare meglio della sua stessa casa, un luogo in cui può immergersi nella natura, parlare con essa, ascoltarla, ma al tempo stesso un luogo in cui ha incontrato una persona che gli sta dando precise e giuste indicazioni riguardo al futuro, che lo sta consigliando, senza costringerlo, che gli sta facendo capire che il futuro è nelle sue mani. Esatto, perché siamo noi i fautori del nostro destino, certo, la natura e la vita sono incontrollabili e indomabili, ma si può fare tutto quello che è nelle proprie forze per combattere, combattere a denti stretti e soprattutto per sorridere, per riuscire a sorridere anche quando tutto sembra andare storto, solo questo significa vivere, le altre persone si limitano a sopravvivere alla vita. Il discorso si sposta sulle arti ninja, un argomento interessante che sta cuore al giovane Satoru, un discorso che ha trovato un facile inizio, dopotutto entrambi sono ninja ed entrambi in qualche modo devono aver scelto questo cammino. Ecco che Satoru si appresta a rispondere alle prime domande della ninja, le sue labbra si schiudono rapidamente, le parole escono senza problemi. <Hai ragione, potrei provare a specializzarmi in entrambe> un breve periodo di silenzio, in cui il ninja ripensa alle parole della donna circa il suo futuro, per poi proseguire. <Hai ragione, è tutto nelle mie mani e non sprecherò l'opportunità che mi è stata data, accrescerò la mia conoscenza e con essa quella di Konoha> tono che si mantiene calmo nella prima parte, ma che da segnali di orgoglio nell'ultima, dopotutto il ragazzo è fiero di quello che sta facendo e non ha motivo per nascondere questo suo sentimento. L'ultima frase della donna inevitabilmente va a toccare un tasto dolente, il padre del giovane, dopotutto lei non può sapere dello stato in cui riversa ora, un ninja medico del suo stampo ridotto ad alcolista, ah l'alcool, ci induce a far credere che ricucia le ferite e invece ci trasporta in un abisso senza uscita. Tuttavia, nonostante questo, il giovane è in una situazione tale da riuscire a parlare della sua storia, di suo padre, la calma del luogo senza dubbio lo aiuta, il fare gentile e premuroso della donna anche. il suo viso appare ora leggermente amareggiato, ma comunque non triste, sembra più responsabile, dopotutto a soli 18 anni si è preso numerose responsabilità, la madre è morta e lui si occupa del padre, insomma non è un ragazzo che fugge di fronte ai problemi. Ecco che quindi afferma. <Beh vedi, purtroppo dalla morte di mia madre> ecco che il fiato viene a mancare, un nodo in gola lo ferma, ma basta il tempo di prendere un respiro profondo per poter continuare. <è perso nell'alcool, è già tanto se sa come mi chiamo> proprio così. <Comunque tu conosci le arti mediche? lo terrò a mente e se avrò bisogno saprò a chi chiedere, grazie mille> ennesima pausa. <Sai, vorrei trovare una cura alle tante malattie che esistono, tra le quali quella che ha ucciso mia madre> finalmente le labbra si chiudono nuovamente, il ragazzo cede la parola.

23:14 Kaori:
 Le parole iniziali del ragazzo portano Kaori a sorridere con orgoglio e fierezza. E' soddisfatta di quelle che sono le nuove promesse di Konoha, le nuove leve che giorno dopo giorno costituiscono il futuro della Foglia. Un tempo lo è stata anche lei e della gente ha creduto nelle sue capacità portandola a crescere e maturare fino a farla arrivare alla sua attuale posizione: special jonin di Konoha, abbastanza nota persino a Kusa per l'aiuto dato nella rivoluzione contro il Consiglio e famosa all'interno del clan. Certo, quest'ultima parte forse non dipende da suoi meriti personali ma per cause esterne che l'hanno vista purtroppo protagonista, ma almeno è riuscita ad uscire da quella condizione grazie alle sue forze e a quelle dei suoi compagni. Adesso tocca a lei credere nei nuovi ninja che la Foglia sta istruendo, tocca a lei spronarli a fare meglio, incoraggiarli nelle loro scelte fino a divenire migliori. E' quello che sta provando a fare con Nahira, è quello che vorrebbe provare a fare con Kouki nei prossimi giorni per quanto riguarda l'ambito medico ed è quello che può provare a fare per Satoru assicurandosi di seguirlo fin dal vero principio del suo cammino. <Sono sicura che riuscirai a trovare la tua strada e a sfruttare al meglio le tue possibilità> lo incoraggia lei con tono cortese, gentile e carezzevole. E' sicura che una buona spinta ed una buona dose di fiducia nelle capacità di chiunque possano portare ad ottimi risultati e, se nel suo piccolo, può essergli in qualche modo di conforto allora è felice di potergli offrire qualche parola gentile. Un nuovo alito di brezza va a scompigliarle la chioma corvina, le scivola sulla pelle d'avorio, andando a fischiare lontano al di sopra della Foglia. Kaori si ravvia i capelli con una mano, cerca di sistemarla con le dita nel tentativo di non apparire disordinata e di non ritrovarsi ciocche e ciuffetti negli occhi o sulle labbra. Ascolta il racconto del ragazzo e, lentamente, la mano scivola dai suoi capelli fino al terreno, come sconfitta. E' mortificata per la storia che sta udendo e si ritrova a chinare lo sguardo in segno di rispetto per quanto ha appena udito. <Mi dispiace molto per tua madre> mormora con voce sinceramente contrita, addolorata, pensando a quanto bene possa conoscere la sensazione della perdita di un genitore. Suo padre è morto, dopotutto, solo da poche settimane. Ucciso sotto i suoi occhi da un mostro che voleva fare di lei la madre di una nuova generazione di Hyuga artificiali, creati e sintetizzati in laboratorio dalla fusione e dal trattamento di semi diversi. Il dolore è sempre vivo, sempre acceso, la investe in ondate continue senza mai risparmiarsi. E' un dolore che non diminuisce, che non va via, ma col quale si impara semplicemente a convivere giorno dopo giorno fino a farselo quasi amico. Una compagnia che ci si porta dietro per la vita. Non dice nulla su suo padre, non pensa sia un argomento che l'altro desideri toccare e preferisce concentrarsi sul resto delle sue parole per tentare di alleggerire di poco l'atmosfera cupa che si è venuta a creare. <Sì. Sono un ninja medico di Konoha> annuisce e chiarisce lei guardando in viso il ragazzo, sorridendo poco dopo a quel suo dire. <La mia porta sarà sempre aperta, vieni pure quando vuoi e vedrò di aiutarti come posso> lo esorta quindi a non farsi da parte a non risparmiarsi in caso di bisogno. Avrebbe tentato di essergli d'aiuto in qualsiasi modo le fosse stato possibile. Ascolta il suo desiderio, il suo obiettivo di vita e si ritrova a rimanere in silenzio per qualche attimo. Non sa se dovrebbe soffermarsi oltre su questo argomento o se dovrebbe rifuggirlo, eppure la domanda viene naturale alle sue labbra dopo quelle parole. <Cosa l'ha portata via?> domanda con una palese nota di contrizione nella voce, chiedendosi quale strano male possa avergli portato via la madre così presto. <Ovviamente non sei tenuto a parlarne, immagino quanto sia difficile farlo.> specifica subito dopo volendo lasciargli modo di rifuggire quella domanda senza alcun risentimento. [chakra: on]

23:27 Satoru:
 Il vento continua a soffiare in una melodia, passa attraverso le foglie degli alberi, scompiglia i capelli dei due ninja presenti, solleva ogni tanto qualche ondata di polvere dovuta al terreno roccioso su cui si trovano, il vento da proprio significato alle parole tristi dei due, il vento ha la funzione di portarle via, esattamente, il vento scorre, proprio come il tempo e come ben si sà il tempo è un rimedio terapeutico naturale, capace di cucire le ferite, di riempire i buchi del passato con le speranze del futuro, proprio come sta facendo Satoru, combatte i suoi demoni dedicandosi all'arte ninja, apprende nuova conoscenza per dimenticare il male del passato e per tentare di sconfiggere quello del futuro, dopotutto questo è uno dei suoi obbiettivi, il sapere, è curioso, affamato di conoscenza, non gli importa l'argomento, lui ha bisogno di scoprire cose nuove, di sviluppare nuovi sogni, di crescere nella sua carriera ninja e soprattutto nella sua vita. Liberare quelle parole strazianti dalla sua gola hanno aiutato il ninja a liberarsi di un peso che si trascina dentro, dopotutto le parole sono terapeutiche e buttarle fuori a volte è il primo passo verso una possibile guarigione. Un sorriso si delinea nuovamente sul suo volto, un sorriso diverso dal precedente, non manifesta certo felicità, manifesta consapevolezza, consapevolezza che il passato è passato e che deve costruirsi il suo futuro, consapevolezza di aver trovato una persona di cui fidarsi, una persona con cui parlare, una persona che inoltre potrebbe aiutarlo a crescere in questo mondo non sempre corretto. il vento si calma per un istante e Satoru incomincia a parlare proprio nell'attimo in cui non c'è vento e il silenzio avvolge completamente quel luogo isolato. La sua bocca si apre nuovamente, dopotutto non si può parlare con la bocca serrata, le parole cominciano ad uscire, rompendo il silenzio quasi surreale che si è venuto a creare per l'assenza del vento. <Tranquilla, sono forte, ho deciso di diventare un ninja proprio a seguito di quell'evento, per tentare di salvare altre persone> tono composto, tono tranquillo anche se accompagnato da un velo di sofferenza. Una breve pausa, la seconda domanda della donna arriva dopo la gentilezza manifestata nel mostrarsi disponibile e pronta ad aiutare l'allievo, ha davanti un ninja medico, ha davanti quello che vorrebbe diventare egli stesso in un futuro prossimo, un ninja medico che per di più è interessato a sua madre e alla sua malattia, è il momento di parlare, di tentare di capire, chissà che riesca a scoprire qualcosa di più. Ecco che quindi andrebbe nuovamente a parlare, un fiume di parole senza tregua <Ecco, si trattava di una malattia sconosciuta in letteratura medica, dopo un anno di agonie e di tentativi di salvataggio purtroppo è morta> l'ombra prevale in questa parte del discorso, dopotutto si tratta del più grande demone del passato del giovane Satoru, che tuttavia è decisamente più positivo nella conclusione del suo discorso. <Sai, se un giorno diventerò ninja medico potremmo studiare insieme quella malattia, potremmo sconfiggerla, non riporterà indietro mia madre, ma potremo salvare altre vite> si, il discorso sarebbe ora concluso.

23:46 Kaori:
 La forza d'animo del ragazzo nel voler perseguire la carriera ninja per salvare altre vite dopo aver sofferto il dolore di una perdita così importante, porta Kaori a vedere in lui una maturità non comune per un ragazzo così giovane. Beh, alla fine hanno la stessa età dopotutto, ma lei non sarebbe mai stata capace di fare gli stessi ragionamenti che può fare ora se non avesse vissuto un certo tipo di esperienze dopo il suo diploma da ninja. Se fosse rimasta una ragazza come tante, comune ed ordinaria, probabilmente non sarebbe stata ugualmente matura come il giovane. E' cresciuta rapidamente a seguito delle dure esperienze vissute in guerra ed in rivolta, ed è colpita ed ammirata da quel giovane che anche senza aver conosciuto gli orrori di uno scontro ravvicinato con degli avversari è capace di così grande maturità. Ascolta in religioso silenzio le sue parole non volendo in alcun modo interrompere o disturbare il suo discorso, andando ad annuire col capo al termine della sua prima osservazione. <Sì, hai ragione. Sei un ragazzo forte> conferma e sottolinea lei in un primo momento. <Molta gente si sarebbe abbandonata al dolore a seguito di una esperienza simile, invece tu hai trovato la forza di andare avanti, di fare di quella sofferenza un tuo obiettivo di vita. E' qualcosa di cui puoi andare fiero Satoru, ricordalo sempre> E di questo, Kaori, ne è profondamente e sinceramente convinta. Anche lei è fiera di quel ragazzo per questo, sebbene non lo conosca davvero, sebbene l'abbia conosciuto ora per la prima volta. E' ammirata dalla sua forza e dalla sua volontà d'animo e vede ardere in lui quella volontà del fuoco di cui i konohani sono da anni eredi e conduttori. Lascia che lui parli, si sfoghi, rivelandole quelle verità sicuramente dolorose. Non ha offerto molte informazioni di più, non può stabilire che malattia fosse senza conoscere almeno i sintomi, ma non è il momento di indagare questo. Sorride alla proposta dell'altro ritrovandosi a rimanere compiaciuta e fiera di quella determinazione che brilla nel di lui sguardo, nel di lui cuore. <Se diventerai un ninja medico farò il possibile per aiutarti nelle tue ricerche. Potrei aiutarti a studiare e seguire i tuoi progressi in ospedale, farti da guida se dovessi averne bisogno> gli offre un punto di partenza sicuro da cui poter partire se mai avesse realmente deciso di voler intraprendere quella carriera. Una compagna sulla quale poter contare per non cadere, per andare avanti senza fermarsi. E' sempre meglio sapere di poter percorrere una strada sconosciuta in due piuttosto che da soli, no? E lascia quindi che il vento soffi ancora, gentile, attorno a loro, che il Villaggio s'addormenti sotto i loro occhi mentre la notte avanza e la stanchezza cala. Si è fatto tardi, probabilmente dovrebbe tornare da Raido. Va sciogliendo l'intreccio delle gambe per poi usarle come perno per rialzarsi in piedi. Il flauto è ancora stretto nella destrorsa, gli abiti a venir colpiti un paio di volte con le mani per ripulirli dalla polvere che probabilmente quel terreno aveva ospitato. Ruota il corpo in direzione del ragazzo andando a muovere qualche passo verso di lui, bruciando quella distanza che li ha separati fino a quel momento. <Mi ha fatto davvero piacere conoscerti, Satoru. Spero davvero che ci rincontreremo> gli dice con tono sincero e pacato allungando una mano per aiutarlo a rialzarsi. <Purtroppo per stanotte il nostro tempo è finito. Ma magari ci rivedremo in Accademia. O all'ospedale. Chissà?> un sorriso più brillante va ora delineandosi sulle di lei labbra, la speranza di rivederlo, di incoraggiarlo a scivolarle nel cuore. Ha fede che quel ragazzo sarebbe presto divenuto una grande speranza per la Foglia e non vede l'ora di poter assistere coi propri occhi alla sua crescita. <Ti auguro una buonanotte, Satoru. Alla prossima> e così dicendo si congeda, chinando il capo in segno di saluto prima di voltarsi e rivolgergli le spalle. S'incammina così verso la scalinata che porta alla valle, al Villaggio, pronta a ripercorrere la via che in breve tempo l'avrebbe ricondotta verso casa. [END]

23:53 Satoru:
 La sera lascia al posto alla notte, ormai il buio è quasi totale e nell'immensità del cielo nero solo la luna riesce ad illuminare la presenza dei due ninja sul monte, nessuna luce artificiale, nessun intervento umano, solamente la roccia, la natura, gli alberi e la luna circondano i due, questo aiuta a rendere l'atmosfera ancora più suggestiva, dal momento che il contrasto con le luci ancora accese giù a villaggio è davvero enorme, sembrano due mondi differenti, il mondo umano e quello della natura, due mondi tanto diversi quanto destinati a convivere per sempre.
Quest'oggi è stata una giornata diversa e piacevole, il nostro protagonista è riuscito a sfogarsi parlando di un argomento tanto delicato quanto a lui caro, tutto questo con una ragazza semi sconosciuta, con la quale è entrato subito in contatto, empatia immediata. Numerose parole sono state trasportate dal vento e ancora altre devono essere trasportate, siamo solo all'inizio di questa nuova amicizia che sicuramente ci proporrà altri scambi di parole in futuro.
Il giovane dopo esseri sfogato ascolterebbe le parole della ninja medico, parole rassicuranti, di conforto, parole in grado di donargli forza e determinazione, mai nessuno aveva creduto così tanto in lui, nessuno prima d'ora lo aveva aiutato così tanto a sopportare il dolore, Kaori ha assunto la funzione di terapeuta per il giovane, sicuramente questa serata è servita molto a Satoru, per crescere, per credere maggiormente in se stesso. Ecco che le sue labbra vanno a schiudersi nuovamente, ormai il discorso sta volgendo al termine, ma c'è ancora tempo per qualche scambio. <Diventerò un ninja medico, prima o poi succederà, è scritto nel mio destino, non so quando, ma succederà> tono deciso, quasi illuminato, è uno dei suoi obbiettivi primari e prima o poi riuscirà a salvare delle vite umane, questo gli serve, lo deve a sua madre. Ecco che la ninja si congeda, lo saluta, sempre con fare gentile e premuroso, Satoru non può non rispondere con parole educate e gentili. <Sarà un onore essere aiutato da te nello studio delle arti mediche, mi farò sentire presto> una breve pausa, quasi ad indicare il cambio di argomento. <Grazie ancora per la chiaccherata, hai fatto più di quello che pensi, ci rivedremo in giro per Konoha, buonanotte Kaori> queste sono le ultime parole, il dialogo è concluso. la giovane donna lascia il loco in cui si trovava e si dirige verso casa.
La notte è tarda, le parole odierne sono state consumate, la stanchezza incomincia a pervadere il giovane e a farsi sentire, dopotutto oggi è stata una giornata impegnativa in accademia, è ancora un allievo e impastare il chakra ed utilizzare tecniche inevitabilmente lo fa stancare. Uno sbadiglio andrebbe a mostrarsi sul suo volto, uno sbadiglio rumoroso che non indica noia, ma semplicemente stanchezza. Il giovane si alza quindi e passa dalla posizione seduta a quella eretta, i suoi passi si incamminano in direzione della via di casa, è giunta l'ora di calare il sipario e di concedersi il meritato riposo nel mondo di morfeo. [End]

Kaori suona col suo flauto una semplice melodia senza nome.
Satoru ascolta quella musica e rimane ad ascoltarla fino al suo termine.

Basta qualcosa di così banale e semplice per permettere ai due di iniziare uno scambio di battute e pensieri che porta ben presto la Hyuga a riscoprire nel ragazzo una giovane nuova promessa della Foglia.