Legame di Sangue.

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21:35 Natsumi:
  [Mura] Indossa un maglioncino aderente nero sul busto, semplice, senza disegni particolari. A tinta unita. Un paio di leggins del medesimo colore fasciano le gambe, con un leggero strappo a ridosso delle ginocchia e una piccola cintura a completarne la composizione. Attaccati a quella cintola troviamo un fodero che trattiene in sé il suo coltello personale e un veleno inibente, un veleno da usare nella migliore delle occasioni di svantaggio. Eccome se lo userebbe. Scarpette blu sono indossate ai piedi, con un fiocco posto sulla punta e al centro di esso un piccolo brillantino, un piccolissimo punto luce. I capelli lilla, scalati, sono ordinati sul capo e iridi del medesimo colore si aprono sul volto roseo e dalle labbra rosse, come un rubino prezioso. Manca poco tempo all’inizio del suo scontro, al giorno in cui deve affrontare le tre donne segnate accanto al suo nome. Deve vedersela anche con Kouki, con la sua Kouki, con quella ragazzina che ha imparato a comprendere, ad accettare, a risollevare dal torpore del mondo, della realtà che quasi la voleva inglobare e far svanire nel nulla. Ma non lo ha permesso perché ogni vita è preziosa e lei lo ha compreso il giorno della rinascita, di come abbia visto la morte in faccia e sia tornata alla vita, più forte di prima, più determinata di prima. Si muove lenta, leggera, passi delicati che vengono appoggiati sulla pavimentazione sdrucciolevole delle mura. Altri scontri si stanno susseguendo all’interno dell’arena, altri scontri che preferisce non guardare. Altri scontri, altri Genin, altre kunoichi da affrontare, altri shinobi da affrontare. Non vuole ritrovarsi Sosachi contro di sé, non vuole obbligarsi a provocargli dei danni per vincere il torneo. Ma a lei non piace perdere, è questo il problema. Cammina tranquilla, si sente osservata. Sa che ci sono guardie preposte all’ingresso, vicino al portone principale, eppure per lei sarebbe difficile vederli con gli occhi. Eppure cammina lenta e tranquilla, senza preoccuparsi di quegli elementi: ha la coscienza pulita, non ha nulla da nascondere. [Coltello x1 – Veleno Inibente x1][Chakra Off]

22:16 Koichi:
  [Mura Esterne.] Buio. Buio pesto. Un panorma che si mostrerebbe delicato, con quelle nubi che andrebbero a danzare alte nel firmamento scuro, dando poco spazio alla luna ed alle sue figlie stelle; una fioca illuminazione che renderebbe il panorama un ambiente potenzialmente pericoloso, all'esterno delle mura cittadine, ove ogni istante potrebbe essere l'ultimo. Mare aperto, questa potrebbe esser la sensazione che si avvertirebbe, una volta oltrepassato quel lungo portone, di immense dimensioni, potrà proseguire solo di qualche ulteriore passo, prima di rischiare troppo, prima di addentrarsi in quella fitta foresta che avrebbe dinanzi. Un respiro lungo, poderoso, eliminando all'esterno, dalle proprie labbra, una piccola coltre di fumo, biancastro, che andrebbe a dissolversi rapidamente nell'aria circostante. Fumerebbe, come proprio solito: il Kiseru infatti andrebbe ad ospitare nel fornello metallico una discreta quantità di tabacco, d'ottima fattura, intento ad esser consumato, aspirato dall'organismo maschile. Un accessorio particolare, una pipa orientale, che andrebbe a riversare in una tinta bianca, come se fosse un oggetto formato da tre pezzi d'ossa. Singolare, ma lo avrebbe sempre adorato, ritrovato in chissà quale angolo del proprio appartamento, conciliando quell'abitudine all'intento di ammazzare il tempo prima d'esser divorato da quest'ultimo. Proiezione lenta la propria, godendosi quella marcia leggera, a piccole falcate, lasciando che le iridi arancioni, due gemme elettriche, possano accarezzare ogni cosa, dalla cosa più comune a quella più complessa, lì presente. Attento, lasciando che il proprio corpo possa già ospitare quel flusso energetico di cui potrebbe godere ogni Shinobi: il chakra, nella sua forma grezza, andrebbe a scorrere impetuoso, all'interno di quel sistema d'irrigazione, colmando il Chuunin da un potere che stuzzicherebbe, incentiverebbe, le proprie capacità umane, innalzandole al di sopra di un comune cittadino. <Non potevo credere che potesse esser così...> Sussurrerebbe fra sé, un insieme di fonemi strappati fuori, ad una potenza vocale minima. <...interessante.> Un volto rilassato, così che si presenterebbe al cospetto di chiunque gli rivolgesse sguardo, con quei ciuffi ribelli azzurri, che andrebbero a sfidare le stesse regole della fisica. Che si sia appena svegliato? No, semplicemente è la sua situazione comune: non potrebbe far nulla per vincolare quella chioma, la quale si estenderebbe fino a raggiungere la propria schiena, accarezzandola appena ad ogni movimento scandito. Intanto il proprio corpo andrebbe ad esser fasciato accuratamente da un haori e pantaloni, dal tessuto elasticizzato, di un color grigio, spezzato in vita da un obi, di piccole dimensioni, di color viola che terminerebbe con un fiocco alle proprie spalle. Il proprio equipaggiamento, per quanto possa risultare minimo, spartano, sarebbe comunque presente, concentrato in quelle tasche legate a sé, in cui risiedono una vasta quantità, di vario genere, di strumenti, pronti ad essere utilizzati in casi di necessità. Ignaro di chi abbia dinanzi, fra un paio di passi, e dovrà stare attento a non investirla durante il proprio camm..Ops! [Chakra On][Equip.Scheda]

22:34 Natsumi:
  [Mura] Non ha il Chakra attivo, non ne sentirebbe il bisogno in questo momento, si sente protetta e osservata da quelle guardie che, tuttavia, non potrebbe vedere con la velocità con cui si spostano. Sono ninja addestrati a dovere, non sono di certo semplici Genin inesperti. Un sorriso appena accennato sul volto giovane, un sorriso che è difficile vederle in volto. Ma nelle ultime ore sono successe diverse cose, nelle ultime ore sono successe davvero molte cose. I passi continuano a susseguirsi, senza sosta, fin quando non avvertirebbe qualcuno che urta contro di lei, anche in modo brusco. Si trova un attimo scombussolata e un attimo rintronata. Pochissimi secondi in cui lo sguardo si rabbuia, prima di riconoscere quei capelli e quello sguardo. Lo ha visto, è sicura di averlo visto, si ricorda di coloro che lavorano e che vivono all’interno dell’Anteiku. Sa chi sia, ma le sfugge il nome nell’immediato. Sa chi sia e prenderebbe parola <Ehi.. stai attento a dove appoggi i piedi. Potevi farmi davvero male..> decisa, diretta. Ma il tono muterebbe in poco tempo, dato che è quasi certa che si tratti di un Goryo, di un membro della sua famiglia. <Anche tu qui, a fare il torneo?> indaga, studia, medita. Non sa che grado occupi effettivamente l’altro, ma sa che non se lo ritrova contro al primo turno. Lo osserva e rimane in silenzio, avvicinandosi appena per scrutarlo meglio. Koichi è un viso familiare, un fratello su cui poter contare. [Coltello x1 – Veleno Inibente x1][Chakra Off]

22:49 Koichi:
  [Mura Esterne.] A volte si viene baciati dalla fortuna, a volte inseguiti dalla sua antogonista ed altre volte semplicemente ti trovi urtata da un individuo che stava semplicemente impiegando il proprio tempo nel rilassarsi; tentando almeno lontanamente di riuscire. Questa sera potrebbe però godere della presenza di una persona di cui potrebbe riconoscere i lineamenti facciali e quella capigliatura, con una tonalità non proprio facile da riscontrare. La propria mente si aprirebbe, una ricerca rapida ma basilare andrebbe ad esser applicata, fin quando dei risultati possono comparire, il tutto in qualche millesimo di secondo. <Tu...> Esordirebbe in quel modo, non ricordando quale potesse essere il nome d'ella, ma sicuro di averla già incrociata e si ricorderebbe anche il dove: Anteiku. Come potrebbe dimenticare quel volto, dopotutto, e quella divisa che caratterizzano i dipendenti della struttura? Questo permetterebbe di comprendere già da ora che si può trattare di una consanguinea, o qualcosa che possa avvicinarsi a tale significato. <Eri distratta, forse?> Intenderebbe al fatto che si sia fatta trovare in mezzo al proprio cammino, improvvisamente, senza alcun preavviso? <Quando vi è stata la presentazione del torneo, ero presente come te, all'interno dell'arena.> Un sorrisetto leggero, che verrebbe presentato: un abbozzo sincero, come se volesse tralasciare quell'errore così superficiale. Inspirerebbe dunque una netta quantità di quel composto, riempendo i propri polmoni d'aria. <Io...> Unica sillaba che riuscirebbe a comporre, prima di rigettare tutto quel fumo, non poco, verso il basso, quasi verso il bacino, lasciando che questa risalga lentamente verso l'alto, in un movimento ascensionale. E cosa farebbe, una volta che il proprio capo può essere totalmente coperto da quella nube? Una leggera quantità di chakra andrebbe ad esser richiamata a rapporto, andrebbe ad esser appena indirizzata verso l'alto, dal plesso solare per raggiungere, come una piuma sotto effetto di una forza di gravità opposta, la propria corteccia celebrale. Supererebbe anche la trachea, fin quando quella pillola d'energia potrà raggiungere la meta ed infine sciogliersi, rilasciando il flusso prima evocato. Questo dovrebbe permettere al Chuunin di infastidire quel gene, affinché venga risvegliato da quel lungo sonno, sopito da qualche parte del proprio subconscio. Come una porta che collegherebbe le due entità, la trasformazione verrebbe repentina, cogliendo quel prodotto di fumo per ottenere un cambiamento d'impatto, simile ad un'entrata scenica improvvisata. La capigliatura che andrebbe ad esser prosciugata dal proprio colore, fin quando non diventeranno dei semplici fili candidi, e quegli occhi che andrebbero ad assumere un'altra tonalità. Smeraldi, eccoli. Più pungenti, più perforatori. E non tentennerebbe nell'aggiungere ancora: <Voglio vederla.> Terminando così la frase, intenzionato a scoprire l'altro volto della controparte. Questa sera non vorrebbe nessun altro, in quella minuscola zona: solo loro. Un incontro familiare, uno dei primi degni di nota. [Chakra On][Equip.Scheda][Attivazione Innata “Sindrome – Secondo Stadio”]

23:03 Natsumi:
  [Mura] Lo guarderebbe senza declinare lo sguardo. Lo guarda e non si lascerebbe ostacolare da quel carattere forte, da quel carattere che quasi vorrebbe dominare su di lei. Lo ascolta, ma non batterebbe ciglio. Lo ascolta, ma non muterebbe alcunché nelle sue parole, nel suo atteggiamento. <Sì io. E non ero distratta, no. Semplicemente c’erano tante persone, tanti volti, tante parole buttate nell’aria. Non mi ricordavo, semplicemente> schietta, concisa, senza aggiungere molto. Ma ci vorrebbe poco per farla sobbalzare, per farla sentire a casa, per farla sentire in famiglia. E’ lontana da casa, entrambi lo sono, eppure quello spazio sembra assumere quelle sembianze con il fratello che prende il suo aspetto originale. Lo scruta, lo guarda e ne rimane affascinata. Rimarrebbe a bocca aperta, senza sapere cosa dire, senza sapere cosa pensare. Decide anche lei di fare qualcosa. Andrebbe a ricreare davanti al proprio corpo, al proprio petto, il sigillo della capra. Le mani verrebbero avvicinate tra loro, con i palmi che si sfiorano e le dita che si incrociano, riproducendo la figura richiesta. Cercherebbe di occludere i sensi da tutto, per potersi concentrare, per poter essere momentaneamente isolata e raggiungere il punto stabilito. I ricordi riguardanti il suo passato, le immagini inerenti all’attuale presente e quelle di un futuro mutato, plasmato, ricreato. Immagini che passano e vengono cancellate, come se avesse un cancellino dentro la propria mente. I rumori che la circondano in questo luogo: il rumore dei passi dei suoi familiari, di scricchiolii del legno, delle voci che continuano a passare dentro la propria testa, le sue mani che tamburellavano poco prima al di sopra del comodino. Vorrebbe eliminare tutto questo e procederebbe con la parte successiva, con una concentrazione che dovrebbe essere raggiunta ormai. Proverebbe a ritrovare la forza mentale: astratta e invisibile, a cui lei dona sempre un color blu scuro, intenso ma meraviglioso. E, assieme a essa, dovrebbe riuscire a ritrovare la forza fisica: concreta, visibile, tangibile, a cui lei dona sempre un leggerissimo color giallo, delicato. Tenterebbe di fonderli insieme, di donare a entrambe un’unica entità, un’unica realtà, un’unica essenza. Il tutto per poter impastare il Chakra, il tutto per poter spingere il Chakra in parti eque in giro per il corpo e poterlo utilizzare a tempo debito. Sente quell’energia scorrere, ma ancora attenderebbe qualcosa prima di prendere vita davvero, prima di prendere quei colori che sono parte della sua reale essenza, di quell’essenza che conoscono realmente solo loro. Allungherebbe la mano nella sua direzione, quasi a voler lambire quei crini bianchi, quei crini candidi come la neve. E’ affascinata dall’aspetto dal fratello, ma ancora non si trasforma. Vuole aspettare ancora qualche secondo, vuole aspettare solo un altro accenno da parte dell’altro. [Attivazione Chakra: 30/30][Coltello x1 – Veleno Inibente x1]

23:20 Koichi:
  [Mura Esterne.] Rimarrebbe lì, immobile in quella posa appena assunta, totalmente eretto, ad una distanza totalmente irrisoria dalla controparte: le sarebbe ora dinanzi, lasciando che lo sguardo possa estendersi su quel corpo femminile, su una dei due volti della stessa medaglia. Scruterebbe quel movimento lento d'ella, in quell'esecuzione del sigillo caprino, atto nel richiamo delle energie psicofisiche; un passo importante, necessario, prima di poter incrociare ciò che avrebbe ambito, vocalmente. <Uh...> Solo questo fuoriuscirebbe, dalla propria cavità orale, lasciando che la fanciulla possa concentrarsi tranquillamente, possa avvolgersi da tutta l'attenzione possibile, nell'atto ultimo di far circolare quel composto correttamente, in modo fluido come un torrente in piena. <Non dovresti mai uscire senza aver richiamato il chakra.> La ammonirebbe, ma come lo farebbe con una gentilezza disumana, quasi come se le importasse di una ragazza con cui non avrebbe condiviso praticamente nulla. Può il semplice gene piegare qualsiasi ostacolo morale? A quanto sembrerebbe, questo sembrerebbe avvenire ed il Chuunin non si preoccuperebbe più di molto. Istinto, potenzialmente, o semplice volontà di vivere senza alcun remore, senza pentirsi di ciò che avrebbe voluto fare e che non ha poi fatto. Solo quando potrà accorgersi di quel braccio femminile alzato, di quell'arto che pericolosamente andrebbe ad avvicinarsi oltre, fino a raccogliersi, ad intersecarsi, nella propria capigliatura, potrà rispondere correttamente. E non parole, ma semplici eventi, movimenti lenti come quello elargito dall'altra, in cui prenderebbe una presa di posizione non indifferente. Un sorrisetto che verrebbe esteso, allargato, mostrando la dentatura perfetta, bianca come la neve, innalzando accuratamente quegli angoli della bocca; ed il capo che appena si piegherebbe, leggermente, nella direzione in cui potrà sentire il tocco d'ella. Qualche ricordo, qualche frangente, che sembra illuminargli la mente, ma senza dare il tempo di metabolizzare quella sensazione. Mano destra che andrebbe a congiungersi con il fianco sinistro di lei, appoggiandosi delicatamente. Non prenderà eccessiva confidenza, avvicinandosi ulteriormente, attendendo che l'operazione proceda, volendo godersi di quel rito da cui sono accumunati. Attimi lunghi, ere che non sembrano sintetizzarsi: quanto altro tempo maledetto dovrà attendere prima di esser accontentato, da quel capriccio richiesto, come se fosse un diretto ed esplicito ordine. Non una richiesta, una pretesa. Sia chiaro. E solo quando potrà avvertire i primordiali cambiamenti estetici dell'altra, andrebbe a sussurrare: <Sono Chikage.> Nessuno sembrerebbe conoscere l'identità, l'altra, del Goryo, a parte coloro i quali lui può definire simile ad una famiglia. Chi poteva immaginare che in quel metro quadro in cui staziona il duo, poteva accadere tutto ciò? [Chakra On][Equip.Scheda][Innata “Sindrome – Secondo Stadio”]

23:31 Natsumi:
  [Mura] Lo ascolterebbe in quelle prime parole, non appena raggiunge l’impasto completo del Chakra. <Hai ragione. Ma non mi sembrava imprudente allo stesso tempo. Non mi sentivo troppo… in pericolo> e sbaglia, sa che ha sbagliato in un certo senso. Il suo primo gesto viene accolto in qualche modo, il suo gesto viene accettato e contemplato. Il suo gesto viene compreso e sentirebbe la mano dell’altro sul fianco sinistro, un appoggio delicato e ricercato. Ma non si fermerebbe qui. No. Si porterebbe a prelevare un’altra piccola quantità di Chakra dal centro dello stomaco, una quantità atta a mutare, a modificare, a rendere tutto un’essenza nuova, un’essenza viva, un’essenza unica. Porterebbe quindi quella piccola quantità a transitare attraverso quello stesso stomaco, a muoversi attraverso i condotti dei polmoni, dell’esofago, delle stesse corde vocali presenti all’interno della gola. Spingerebbe ancora più su, per far passare quella quantità attraverso la bocca, i condotti del naso, dietro le nervature degli occhi e far giungere così il tutto al cervello, in quell’organo essenziale per la vita ed essenziale per poter pensare e poter ragionare in un mondo complicato e colmo di imprevisti. Cercherebbe di inserire quella quantità all’interno di quel canale vuoto, di quella rientranza presente tra i due emisferi, tra le due zone del cervello che svolgono diversi compiti in un corpo umano, in un corpo provvisto di ragione. Una piccola zona vuota da colmare, da riempire, a cui donare un senso di pienezza ed è lì che si andrebbe a incastrare quella piccola quantità prelevata poco prima dalla bocca dello stomaco. Spinge e spinge, ancora e ancora, per permettere a quel corpo di mutare di nuovo, per andare a riabituarsi a quella forma vista solo due volte dalla giornata di ieri. Ed ecco che i capelli lisci e scalati dovrebbero iniziare a mutare di nuovo e mostrare una tonalità corvina lucente, viva, radiante, come se delle pietre d’onice fossero state fuse e inserite nel cuoio cappelluto della ragazza. Le iridi lilla assumerebbero un color verde vivo, un verde intenso, quel verde che richiamerebbe il colore delle foglie di piante sempreverdi, di quella tonalità che luccica al contatto con la brina, al contatto con le goccioline di pioggia che scendono durante le giornate uggiose. E la pelle assumerebbe una colorazione particolare, una colorazione strana, una colorazione che richiamerebbe il ritorno di un cadavere dalla tomba. Bianca, bianchissima, dalla tonalità perlacea, quasi avessero posti dei brillantini al di sopra di essa. Labbra rosate, un rosa appena accennato, si porterebbe sulle labbra della Goryo, su labbra che si schiuderebbero per far fuoriuscire una voce melliflua, una voce angelica, una voce delicata, una voce che pare esser giunta da un mondo parallelo. Lo guarderebbe ancora una volta e non si scosterebbe da quella posizione assunta poco prima, da quel tocco che il fratello offre nei suoi confronti. Un leggero tocco, prima di prendere parola. Una voce che gratta nelle corde vocali, una voce poco abituata al dialogo <Io sono Sumi> direbbe semplicemente, dando modo all’altro di guardarla completamente nuova, di quell’essenza che li accomuna, di quel sangue che li accomuna. Ecco quello che l’altro ricercava, ecco quel volto che l’altro voleva scrutare da vicino. Eccola qui, senza filtri, senza nulla che possa occludere quella visione. [Attivazione Innata Goryo – Contraente][Chakra On: 29/30][Coltello x1 – Veleno Inibente x1]

23:55 Koichi:
  [Mura Esterne.] Ed il proprio sguardo andrebbe ad oscillare su quella figura femminile, dalla punta dei piedi, alle sue gambe e nella zona in cui vi sarebbe maggior cambiamento: quel lilla che sembrerebbe scurirsi, a dismisura, andando a perdere ogni sorta di luminosità. Nero, un color pece, che andrebbe indi a contraddirsi con la maschile chioma, in cui mancherebbe proprio quella tonalità. Curioso, vero? Ma non sarebbe terminato lì, in quanto, quasi come se fosse influenzata, l'altra andrebbe ad assumere una tonalità prettamente simile alla propria: un verde intenso, carico d'energia e di vitalità. Eliminerebbe una parte di quel tabacco mediante un ulteriore respiro, avanzando quel fumo in una direzione opposta alla posizione attuale della ragazza, in modo tale che questa non venga infastidita da ciò, non cosciente se quel gusto possa realmente infastidirla. <Mmmh...> Mugunerebbe appena, lasciando che le dita della mano destra, quella poggiata sul fianco di lei, vadano quasi a tastare la carne sottostante, a stringere e rilasciare la presa un paio di volte, tentando quasi di tastare la zona in modo leggero, non pressando troppo. <In carne ed ossa.> Non una semplice trasformazione, non una illusione creata dalla propria mente. Ed è forse in quel frangente che un solo passo, unico e solo, verrebbe compiuto per spezzare a metà la distanza minima che fino ad ora si poneva tra loro. La fisserebbe, con interesse e curiosità. Piegherebbe anche il capo dall'altra parte, torcendo a sufficienza il capo per far sì che la mano femminile possa continuare a trovarsi lì, quasi a costringerla moralmente di non abbandonare la zona. Si sente piacevolmente tranquillo, tralasciando appena le palpebre, ma senza socchiuderle del tutto. Sarà difficile che lui riesca a chiuderle totalmente, per rilassarsi, intimorito dal fatto che potrebbe risultare sempre in pericolo e, per tale motivo, non può abbassare la guardia, neanche alla presenza avversa. <Partecipo al torneo, insieme a lui.> E si riferirebbe all'altra metà di se stesso, se non si intuisse facilmente. <Ma nel girone dei Chuunin.> Una piccola smorfia andrebbe a dipingersi lentamente, quasi di disappunto. <Non punto a vincere a qualsiasi costo, anche se può far piacere, certo...> Decanterebbe appena il discorso, per assumere altro tabacco, con un altro tiro. <Ma almeno sarà un buon modo per allenarsi e vedere quanto questo corpo può offrire.> Come se fosse un'entità ospitante, ma in realtà anch'esso possessore. Non ospite, ma coproprietario a tutti gli effetti. <Tu non farti troppo male, altrimenti dovrò curarti personalmente.> Una voce che si tramuta in una carezza vocale, metaforicamente parlando. Si comporta come se fosse realmente un fratello maggiore, prendendosi cura di quella donna che avrebbe dinanzi. <Vuoi assaggiare?> Chiederebbe cortesemente, indicando il proprio oggetto, dal quale continuerebbe ad aspirare, seppur la scia di fumo si faccia man mano più debole, segno che il composto sta terminando. Un peccato: questo direbbe, se fosse in una situazione differente, ma in questo caso... [Chakra On][Equip.Scheda][Innata “Sindrome – Secondo Stadio”]

21:16 Natsumi:
  [Mura] Il cambiamento riesce, il cambiamento avviene in modo tranquillo e assolutamente naturale. Un cambiamento che, ormai, la ragazza ha imparato ad accettare, a farlo divenire parte di sé stessa perché è sempre lei la ragazza che si mostra al fratello di sangue. Sumi Goryo, la parte più infima e nascota, corrisponde alla vera Natsumi. Stessa persona in due aspetti differenti. Iridi smeraldine che osserverebbero la figura dell’altro, che la scruterebbero senza battere ciglio, che la studierebbe e la memorizzerebbero. Non vuole dimenticare nulla di quel viso, di quei colori così chiari che sanno di casa. Sentirebbe la mano dell’altro che preme appena contro il fianco sinistro, un movimento delicato e appena percepito, un tocco delicato e concesso da chi può reputarsi degno di nota ai suoi occhi. Una mente perversa, una mente subdola, una mente piuttosto cinica e calcolatrice. Lo vedrebbe avvicinarsi, lo percepisce e lo lascerebbe fare. Non ha timore di lui, non sente il bisogno di ringhiare come un animale pronto a difendersi. No. Continuerebbe ad accarezzarlo in quei crini bianchi, a sentire il contatto con lui, senza volersene minimamente privare. Lo guarda, lo fissa a dire il vero, vedendo come l’altro non declini il suo gesto cosiddetto “affettuoso”. <Sei un Chunnin, dunque. Io sono ancora una Genin, non sono esperta quanto te> anche se vorrebbe esserlo perché lei vuole essere la migliore, in assoluto. <Io voglio vincere, invece. Non mi basta partecipare, non mi piace perdere, non mi piace sentire la carne lacerarsi sotto i colpi dei miei avversari. Sono io che devo squarciare loro, non viceversa> sanguigna, diretta, cattiva. Sorriso lievissimo che andrebbe a dipingersi sul volto niveo, ad accettare quella sorta di attenzione che il fratello le rivolge. Le piace il suo modo di fare così tranquillo e pacato, le piace potersi confrontare con qualcuno che ritiene davvero al pari della propria mente, delle proprie aspettative. <Non preoccuparti. Farò in modo che tu non veda ferite gravi sulla mia pelle> ed è una certezza per i suoi pensieri, per i suoi obiettivi finali. Negherebbe con il capo, poi, quando le viene offerto il tabacco. <No, grazie…> e il “grazie” è un onore che concede a pochi. Tirerebbe giù la mano dai suoi capelli e la avvicinerebbe al suo viso. <Anche tu sei vero, non sei un miraggio> un pensiero come un altro, come a volersi sincerare della presenza del fratello. Non ha mai tempo di parlare con lui o con gli altri, non così a lungo e le sembrava quasi di vedere un ologramma in questa serata. [Innata Goryo Attiva][Chakra On: 29/30][Coltello x1 – Veleno Inibente x1]

22:58 Koichi:
  [Mura Esterne.] Silenzio, una frazione di tempo così breve che verrebbe avvertita come se fosse un lustro, in una condizione che permarrebbe immutata. E sarebbe quell'assenza di suoni a dare possibilità al giovane di contemplare la propria consanguinea, mentre sarebbe lì dinanzi al proprio sguardo elettrico, alimentato da una fiamma senza fine. Non si preoccuperebbe di quel tastare, di quell'accarezzarla, lasciando che i due corpi si godano delle carezze dell'altro. Leggere, appena accennate. Soffici, come se fosse semplice vento. <Non importa quale grado tu possa coprire...> Prenderebbe atto di quelle parole appena avvertite, all'interno dei propri padiglioni auricolari. <...ma è la volontà che tu imprimi a dettare.> Ed una ferrea capacità di imporsi sugli avversari e sul proprio destino sarebbe la soluzione a molti problemi, il requisito fondamentale per poter riuscire nei propri obiettivi. Un dono di pochi eletti, in effetti; e tra questi, ancora meno saprebbero utilizzare questa fonte di energia. <Oh Sumi.> Ne evocherebbe il nome, lasciando che un ulteriore passo vada a compiersi in avanti, azzerando le distanze che prima ostacolava il duo, lasciando che la gamba mancina possa sfiorare leggermente la destra avversa. Ora sarebbero vicini, così drasticamente vicini. Maledizione, ma la mano destra del Chuunin andrebbe, come se fosse un lento serpente, a risalire verso la schiena, lasciando che il palmo aperto possa strofinarsi su quel maglione, ricercando un contatto leggermente più rude rispetto a quello precedente. <Se dovesse mai accadere qualcosa del genere...> Intenderebbe delle ferite gravi, nel caso in cui queste comparissero a ledere l'organismo d'ella. <Dovresti sapere che...> Non argomenterebbe tutto rapidamente, preferendo spezzare l'intero periodo in varie frasi, lasciando che ognuna possa separare un nuovo gesto, un nuovo elemento. Infatti, se gli fosse possibile, andrebbe a calare il capo in avanti, per l'ipotetica differenza d'altezza che possa scorrere, affinché la propria fronte vada a poggiarsi contro quella della Genin, non preoccupandosi di punzecchiare il suo naso col proprio. <...farei in modo di eliminare ogni fonte...>... che ti ha ferito, che ti ha fatto sentire, anche per un solo istante, debole. E non si porrebbe limiti in ciò, procedendo in tale intenzione, con qualsiasi mezzo...<...Con le buone o...> Dovrebbe dire le cattive? Così come ci si attenderebbe da un'argomentazione del genere? Da uno che ricerca di salvaguardare la vita, in veste di medico? <...Meno buone.> Sembrerebbe salvarsi quasi in angolo con quell'ultima uscita, lasciando estendere un pericoloso, ma forse affascinante, sorriso. Uno differente da quelli prima avanzati, mossi, dal quale si avvertirebbe un pizzico di sadismo, di quella negatività che si celerebbe nell'oscurità del proprio animo. Alla fine, non ne sarebbe sprovvisto, neanche lui, ma saprebbe convogliare quella forza nella giusta direzione, con il fine ultimo di non essere etichettato come detentore del male. Buffo, però. Un cattivo che viene definito tale da una serie di individui che potrebbero nascondere macchie più pesanti, nel loro armadio. Ed ora? Se fosse visti dall'esterno, se tutto ciò che avesse tentato andasse a buon fine, potrebbe sembrare l'esordio di un bacio. Eppure non si muoverebbe da quella posa, lasciando semplicemente che il respiro dei due si avvicini e si mescoli lentamente, in una sensazione che dovrebbe limitarsi ad un delicato inebriamento. Un'attrazione che alla fine non porterebbe a nessun contatto concreto, almeno da parte sua. Non tentennerebbe però, non in disagio in quella stramba situazione. Di-ver-ten-te. [Chakra ON][Equip.Scheda]

23:21 Natsumi:
  [Mura] Parole che giungono vive nel suo corpo, parole che sanno di molto e che sanno di forza, di tempra formata, di esperienza. Parole che arrivano e che vengono immagazzinate, parole che arrivano e che le permettono di comprendere l’indole diretta del fratello. Maschera ogni cosa, per viaggiare sulla stessa linea d’onda di Sumi. Sembrano essere quasi dei gemelli separati dalla nascita, gemelli che non possono fare a meno l’uno dell’altro. Gemelli che si ritrovano e che hanno bisogno di sentirsi completi, l’un l’altro. Ma lei ha Sosachi, il Doku la fa sentire bene, la fa sentire a suo agio, la fa sentire amata e compresa. Eppure il fratello le sembra così vero, così presente, così meravigliosamente attraente. Sumi è Sumi, in queste circostanze. Natsumi sa dove fermarsi, sa essere fedele, sa essere ferma sulle sue decisioni, su quei sentimenti che sta comprendendo lentamente. Lei vuole Sosachi, sa che vuole. <Infatti non intendo perdere, non intendo farmi mettere i piedi in testa da quelle ragazzine smorfiose> non le ha mai viste, ma è la lingua biforcuta di questa Sumi che parla, pensa e agisce. Le parole che seguono, quel tocco sulla schiena, quella distanza azzerata… farebbero un attimo desistere la Goryo, farla indietreggiare per qualche istante, come se qualcosa le desse fastidio. Ma, allo stesso tempo, non vuole distanza, vuole colmare quel vuoto, vuole sentirsi protetta da qualcuno che condivide il suo stesso sangue. Ma non può tradire Sosachi, non può fargli un torto, non può convivere con il pensiero di fare quello sgarbo. Eppure una molla contraria si muove in quella testolina, una molla che la fa sorridere in modo sarcastico e subdolo. Decisamente subdolo. <Faresti davvero tutto questo…per me?> e passerebbe la lingua sulle proprie labbra, assaporando le proprie parole, come se fossero un nettare buono e accattivante. Quella fronte si appoggerebbe senza problemi contro la propria, lasciando fare all’altro, lasciando che si avvicini pericolosamente al suo viso, a quella labbra, a quel nasino appena all’insù. Sente il fiato dell’altro contro di sé, sente quell’odore familiare che ne intacca le narici e la mente, sente quella voce melliflua, così simile alla propria, così pericolosa e così influente. Non sa cosa fare, sta combattendo una battaglia immensa dentro all’animo. Ha paura delle conseguenze, ha paura di quello che potrebbe essere, ha paura di fare troppo male a chi non se lo merita. Quindi, decide di fare un gesto inaspettato, un gesto del tutto privo di sentimento, privo di quell’amore vero che può essere donato solo a uno, solo a chi dice lei. Si avvicinerebbe, quindi, ma non dona enfasi al bacio, semplicemente donerebbe al fratello di sangue un bacio a stampo, veloce, appena percettibile. Un istante veloce, senza una sorta di affetto che potrebbe farla sentire in colpa. <Chikage. Sei…troppo vicino> gli direbbe, voce che tremerebbe appena, ha un tentennamento, come se avesse paura di rompere quel legame consanguineo come un cristallo delicato. Ma non può tradire Sosachi, vuole troppo avere quel Doku accanto a sé. Ma quella sorta di “incesto” non se lo aspettava, qualcuno che potesse interessarsi a lei all’interno dell’Anteiku. [Innata Goryo Attiva][Chakra On: 29/30][Coltello x1 – Veleno Inibente x1]

23:53 Koichi:
  [Mura Esterne.] E chi l'avrebbe mai detto che questa sera sarebbe stata una serata così movimentata? Quella proiezione maschile che verrebbe prima accompagnata da una simile, atta a distanziarsi, della controparte. Infastidita, terrorizzata quasi da quella presenza in avvicinamento; lo intuirebbe con una certa facilità. Ma l'occasione diventerebbe più interessante, quando il corpo femminile sembrerebbe eliminare ogni attrito e procedere per esser fulcro dell'attenzioni d'egli. Si lascerebbe raggiungere, anche catturata in quella sorte d'abbraccio, senza portare alcun fastidio. Sembrerebbero in armonia, ignaro del combattimento morale che si dimorerebbe all'interno della mente, e non solo, della giovane lì presente. Eppure non avrebbe ricercato nessun bacio, nessun contatto, lui. Forse per questo che verrebbe appena colpito da quelle labbra femminili che si appoggerebbero sulle proprie, portandolo a serrare appena le labbra, accompagnando quel gesto così rapido, così... insignificante. <Zucchero filato.> Sussurrerebbe appena le labbra si distanziano e sopraggiungerebbe anche quella richiesta. Anomalo? Non lo definirebbe tale, ma lasciando decadere la mano quasi a peso morto, per farla ritornare lungo il proprio fianco. La fisserebbe. Poi un passo, un altro ancora, prima di far scomparire quel sorriso complice che prima si era presentato sul proprio volto. <Dolce..> Ripeterebbe ancora una volta, attribuendo l'aggettivo per eccellenza dello zucchero: <...ma vuoto.> Così definirebbe quel contatto, appena ricevuto, descrivendolo in modo lievemente brusco. Rude. Eppure non sembrerebbe avere intenzioni ostili, o macchiare quel contatto ricevuto. L'avrebbe gradito, comunque: lo si potrebbe notare da come la punta della propria lingua verrebbe estratta per inumidire ambedue pareti delle proprie labbra, sia quella superiore che quella inferiore, in un movimento lento. <Eppure le persone continuano a cibarsene, seppur non soddisfi lo stomaco.> Una riflessione ponderata, su quella similitudine che avrebbe appena suggerito. Tranquillo, totalmente pacato dinanzi alla figura di Sumi. Una piccola mole d'ossigeno, per continuare ad esplicare e colmare i dubbi della Kusana: <Sicuramente non posso tollerare che qualcuno ferisca un membro di ciò che è diventata la mia famiglia.> Argomenterebbe, chiarendo le idee all'altra, quasi sottovalutando ipoteticamente quanto sarebbe accaduto: lei sarebbe solo una delle tante? Forse sarà questo il pensiero che sopraggiungerà all'altra, ma quello sguardo smeraldino fa intuire la risposta. Una risposta che potrebbe esser letta con semplicità, se l'altra mantenesse costante il contatto visivo. Ed ora? Semplicemente andrebbe a posare finalmente quel Kiseru, oramai inutile da mantenere, lasciando che l'accessorio venga semplicemente agganciato attorno al busto, mediante un piccolo marchingegno, costruito appositamente. <Piacevole.> La serata, l'incontro od altro? Non darebbe ulteriore commenti, mentre la notte continuerebbe ad inoltrarsi. Che sia tempo di ritorno o meno, a loro può fregar qualcosa? [Chakra ON][Equip.Scheda]

00:13 Natsumi:
  [Mura] Non si aspettava nemmeno lei questo genere di reazione da parte della propria mente, da parte del proprio cervello. Lei non è una traditrice, lei non è una ragazza frivola, lei non è una ragazza priva di principi e di valori. E’ diretta, affilata, calcolatrice ma sa quando fermarsi e dove proseguire. Un bacio dato volutamente a stampo, volutamente vuoto, volutamente privo di qualsiasi forma di sentimento dietro. Sentirebbe quelle labbra serrate da parte dell’altro, a voler forse creare un muro con le proprie, nonostante non ci stia provando totalmente con lui. Lei ha Sosachi, questo è un fattore chiaro e preciso. E’ un punto fermo nella sua esistenza, è un punto fermo nella sua realtà, nel suo animo, nel suo cuore. Non batte forte nel petto, non con Koichi davanti ai suoi occhi. Lei fa battere il cuore solo per il biondo, nessuno può fregiarsi del diritto di portarsi via Sumi, nella sua completezza. Nessuno. Non coglie completamente la metafora, sebbene abbia capito il senso delle parole esternata dalla Sindrome. Lei non ha messo sentimento in quel gesto, ha saputo dare un freno da subito, ha saputo dare un punto fermo a tutta questa…follia. Una follia che rischiava di rovinare un rapporto che sta costruendo lentamente e con estrema fatica. Annuirebbe appena, prima di replicare, finalmente <Puoi contare anche su di me. Non permetto che qualcuno mi strappi via qualcosa di essenziale, una famiglia che mi ha riportata alla vita, che mi ha fatta rinascere con una linfa nuova e vera> non ringrazierà mai abbastanza Nimura per questo gesto di bontà nei suoi confronti. <Andiamo a dormire, Chikage. Dobbiamo rimanere in forze> direbbe semplicemente, troncando il discorso principiando, in modo tale da poter tornare nei rispettivi alloggi e sentire il dolce abbraccio del sonno. Si sta comprendendo, stanno cercando di sentire un legame parentale che è mancato troppo. A entrambi. <End> [Innata Goryo Attiva][Chakra On: 29/30][Coltello x1 – Veleno Inibente x1]

Finalmente i due "fratelli" si incontrano e chiaccherano tra loro per la prima volta. Si studiano, cercando di comprendersi e cercano di mettere in chiaro i loro limiti u.u