Muovere le redini del destino.

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Ambient per Giusca. Fai l'ingresso dove attivi il chakra. Hai ricevuto la lettera da parte dei genitori, con orario e luogo. Il luogo è il bosco di Ciliegi, nella zona sud-ovest rispetto all'ingresso. Orario intorno alle 15.00-Sakura-

15:02 Giusca:
  [Bosco] Eccola, finalmente è arrivata la missiva che il rosso aspettava con ansia da un bel po' di giorni ormai. Quella lettera che avrebbe voluto ricevere da piccolo dai suoi genitori per poterli riabbracciare. E invece eccolo qua, nel bosco di Ciliegi, alle tre di pomeriggio, sotto la pioggia, fradicio, impaziente di vedere i suoi, non tanto per riabbracciarli, ma per poter dimostrare loro la sofferenza che gli hanno procurato in tutti questi anni. Il cielo si amalgama perfettamente allo stato d'animo di Giusca. Turbato, nero. Lascia cadere incessantemente lacrime che bagnano i capelli ramati del giovanotto, rendendoli pesanti e umidi. Allo stesso modo il suo kimono viola si fa pesante, i suoi movimenti diventano più lenti e la sensazione della stoffa bagnata al contatto con la pelle gli provoca un senso di fastidio. I suoi occhi chiari scrutano attentamente ogni zona del bosco mentre le sue orecchie fanno attenzione anche al rumore più sottile. Ormai le parole del fratello gli rimbombano nella testa, è diventato un po' sospettoso. In vita la fascia viola scuro è tenuta ben stretta da un nodo, sul fianco sinistro invece vi è poggiato un portaoggetti con tre kunai. Ai piedi invece per fortuna non più le infradito, ma dei semplici calzari ninja blu i quali coprono maggiormente dalla pioggia. La sua fronte è leggermente corrucciata, aiutata dalle sopracciglia folte che si inarcano verso il basso. La sua bocca è serrata e il suo carnato pallido. Si posizionerebbe nei pressi di una panchina, sotto ad un albero, giusto per ripararsi un po' dalla pioggia. Al che deciderebbe di sollevare le maniche lunghe e ingombranti del kimono fino all'altezza dei gomiti per poterle congiungere all'altezza del plesso solare e comporre il sigillo della capra. Tenterebbe di richiamare quindi il chakra a sé, è meglio essere prudenti. Si immaginerebbe sdoppiato , come se si stesse specchiando nelle gocce limpide che cadono sul pavimento creando quell'armonia di suoni che da un lato lo rilassano. Procederebbe alla formazione di due sfere differenti, quella della mente nera, come il cielo, priva di speranze, concentrandosi sull'odio che prova nei confronti dei suoi genitori. La spingerebbe poi delicatamente all'altezza della fronte. La seconda invece del corpo di un colore decisamente più chiaro, concentrandosi sulla sua corporatura minuta per spingerla dalla direzione opposta alla prima, verso lo stomaco. Poi cercherebbe di farle ruotare in modo sempre più veloce sul proprio asse, fino a ricongiungerle in una sfera molto più grande e luminosa, in netto contrasto con il nero di quella della mente, all'altezza dello sterno. In caso di riuscita il giovanotto dai capelli mossi si sentirebbe pieno di vitalità. [Tentativo impasto chakra] [Equip: portaoggetti fianco sx:3 kunai]

Una tempesta in atto, vera e propria. Non tanto la quantità di pioggia che scende dal cielo, ma piuttosto il numero di fulmini che si susseguono in alto nel cielo. Tra una nube nera, una grigia, ogni tot di secondi si avverte un lampo che illumina la zona circostante, andando a squarciare il suono del posto, rendendolo molto più cupo e terrificante. Sebbene la pioggia possa essere una sorta di protezione contro occhi indiscreti, bisogna sempre far attenzione. Anche il minimo sbaglio, può rivelarsi fatale. Ed è proprio per questo motivo che i Genitori di Giusca hanno deciso di incontrarlo proprio li, in quel bosco. Il quantitativo di alberi e soprattutto il tempo, rendono la loro breve permanenza in quel posto molto più sicura di quanto non lo fosse prima. Sui rami degli alberi, alcuni boccioli di ciliegio si stanno facendo laro, per fiorire nell'imminente primavera che incombe. I genitori del ragazzo hanno seguito i suoi movimenti, rimanendo all'oscuro, in incognito, senza che l'altro potesse sapere che loro erano effettivamente li. Sono abili Shinobi in fin dei conti. E sono due figure, quelle che appaiono difronte a Giusca. Due figure incappucciate, con i capelli non visibili, perché ben nascosti dal cappuccio. I tratti facciali seppur visti per la prima volta, sono riconoscibili agli occhi del ragazzo. La bellezza stanca e provata della madre, i tratti duri e severi del padre. I segni riconoscibili, i suoi tratti, sono disegnati su entrambi i genitori, con alcuni anni di differenza. <Giusca.> Voce profonda e bassa, quella del padre che si ferma, con accanto la madre, a circa un metro e mezzo dal ragazzo. Nel frattempo, la donna controlla l'area circostante, con aria di segretezza nei movimenti. < Come ti ha detto tuo fratello, non abbiamo tempo. Spero vivamente che un giorno perdonerai i nostri errori, le nostre paure.> Di averlo abbandonato? Di essere scappati con la coda fra le gambe? Forse non si rendono conto di quanto quella solitudine e quella mancanza di affetto, hanno reso il ragazzo..ostile nel conoscere i suoi genitori. <Ma ora concentriamoci su quello che dobbiamo fare. Io e tua madre abbiamo un regalo da farti, così come l'abbiamo fatto a tuo fratello.> Direbbe, per poi inserire la mano dentro al lungo mantello, estraendone un rotolo. Un semplice rotolo, nulla di più. Ma ancora non lo da al ragazzo. Oh no, se lo tiene stretto. Perché..< Sei un Chikamatsu e come tale, oggi, verrai riconosciuto all'interno del clan.> Dichiara, guardando il ragazzo dritto negli occhi. [Ambient per Giusca][Chakra attivato][CHIUSO]-Sakura-

15:51 Giusca:
  [Bosco] Continua a piovere a dirotto, sembra proprio non voler smettere, mentre qualche bagliore si intravede nel cielo buio. Tra tuoni e lampi è il posto meno indicato quello per fare una bella passeggiata, ed è proprio quello il motivo per il quale è stato chiamato lì, per poter girare indisturbati, evidentemente. Ed ecco che all'improvviso sbucano dinanzi al rosso due figure incappucciate e bagnate. La rapidità con la quale si mostrano ai suoi occhi è notevole, tanto è vero che Giusca se ne accorge solo in un secondo momento. Capisce fin da subito però che si tratta dei suoi genitori, nonostante non si ricordi i loro visi, riesce a captare nei lineamenti dei due qualcosa che ricordano sia i suoi, che quelli di suo fratello Marek. D'altronde si sa, i figli in un modo o nell'altro, volendo o no, si assomigliano sempre ai propri genitori. E' fermo, davanti a loro, a circa un metro e mezzo, con le gambe leggermente divaricate e le ginocchia flesse, sempre pronte a scattare. Il suo volto cambia continuamente espressione, sono così tanti i pensieri, le domande che vorrebbe porre ai suoi e i sentimenti contrastanti al suo interno, che è impossibile riuscire a rimanere sereni o solamente arrabbiati. Sebbene non riesca a vedere il viso nella loro interezza e la loro chioma, si accorge subito di aver preso i lineamenti morbidi della madre. Ascolta la voce profonda del padre, sembra quasi calma. Quante volte l'ha sognata di notte, quante volte avrebbe voluto sentir chiamare il suo nome, anche solo per essere sgridato. "Giusca", un brivido pervade e scorre impetuoso lungo la sua schiena. Non sa se essere infastidito o meno, è sorpreso. Si è immaginato quella scena tante volte, in situazioni completamente diverse. Vorrebbero essere perdonati. Giusca non sa davvero cosa fare, forse è presto, non se la sente. Si sentirebbe ipocrita nel dire "va bene, ora ci siete" perché il dolore che ha provato in questi anni è stato tanto ed è difficile da dimenticare. Li guarda senza distogliere i suoi occhi dalle labbra del padre, cercando di mantenere una certa distanza, come se stesse conoscendo delle persone per la prima volta. Alla fine sono come degli estranei, come dargli torto? Un regalo? Non sarà di certo questo a riuscire a risolvere la mancanza di affetto, di certo il ramato non è uno di quei ragazzi che si lascia abbindolare in questo modo, riuscendo a dimenticare il tutto. Ha una mezza idea di quello che possa essere il suo regalo, lo stesso Marek gli aveva accennato qualcosa. Osserva con curiosità la mano destra del padre, la quale va ad afferrare un rotolo. Non ha la più pallida idea di cosa possa essere. "Chikamatsu" è la seconda volta che ascolta quel nome e si sente quasi parte integrante di esso. Deve essere riconosciuto all'interno del clan, ma come? Cosa deve fare? Nessuna domanda fuoriesce dalla bocca ancora chiusa di Giusca, non ha ancora voglia di aprirsi nei loro confronti, preferisce ascoltare prima tutto quello che hanno da dire. [Chakra 20/20][Equip: portaoggetti fianco sx:3 kunai]

Mentre la madre è intenta a cercare dei presunti inseguitori, il padre si concentra su ciò che deve fare. Iniziare un nuovo Chikamatsu. Dargli le nozioni che gli servono per poter affrontare la vita di tutti i giorni e riuscire a trovare la giusta via, con l'aito del proprio clan. Del passato del Clan. delle arti del Clan. Ma tutto questo è un percorso che deve compiere lui, col tempo e con la giusta dose di impegno. Del chakra, una minuscal parte di esso, viene riversata dentro al rotolo e da esso, una volta aperto, ecco comparire una marionetta. Semplici forme basilari, che richiamano la figura di un uomo. Non ha un volto scolpito, ma soltanto degli abbozzi del viso. Intagliata in puro legno, essa galleggia in aria, come se fosse un pallincino. Dalla mano libera del padre, sgorgano cinque fili di chakra che vanno ad agganciarsi alle giunture della marionetta. Fili blu visibili, non c'è che dire. < Lei è stata la mia prima marionetta. Il mio primo esemplare.> Dichiara, continuando a guardare Giusca, senza distogliere gli occhi da quelli del ragazzo. < E' con lei che ho iniziato il percorso all'interno del nostro clan.> Diciamo, quindi, una sorta di piccola macchina che serve per aumentare la dimestichezza nella Innata. Ma soprattutto, riuscire a capire i meccanismi corretti di una marionetta. Essa non ha molte funzioni.. Anzi. E' molto semplice, senza armi, senza meccanismi particolari. Nulla. <Ed è un oggetto a cui sono affezionato. Il nostro clan utilizza il chakra per creare dei piccoli fili, proprio come questi. >Dice, andando a mostrare chiaramente i fili blu al ragazzo. <Essi si agganciano alle giunzioni della marionetta e tramite specifici movimenti delle nostre dita e delle nostre mani, possiamo governarla come vogliamo.> un marionettista è chiamato così in virtù della sua capacità di riuscire a muovere in maniera impeccabile una marionetta. La bravura di un Marionettista è data dal numero di marionette governabili. <Ed è quello che farai oggi.> Dice, andando a posizionare il rotolo, ormai vuoto, all'interno del proprio corpo, per recuperare in seguito un secondo rotolo che porge al figlio. Attenderebbe che lui lo prenda, per poi dire. < Qui dentro c'è una copia molto simile a questa marionetta. Evocala e ti spiegherò come creare i fili di chara ed agganciarli.> E in tutto questo sua madre sembra agitarsi un pochino. Non ci sono rumore sospetti di fondo, né movimenti improvvisi. Solamente un'agitazione crescente, dovuta molto probabilmente al fatto che stanno un po' troppo scoperti. < Tesoro..> Direbbe posando gli occhi su Giusca. Occhi preoccupati, certo ma che trasudano un sentimento antico. Un sentimento che ora vorrebbe semplicemente esprimersi, prima di fuggire nuovamente. [Ambient per Giusca][CHIUSO]-Sakura-

16:48 Giusca:
  [Bosco] E' difficile rimanere concentrati a seguire tutti i movimenti del padre e le sue parole se lo sguardo si posa costantemente sulla madre, la quale si guarda preoccupata attorno. Forse è davvero pericoloso per loro stare lì, forse stanno rischiando per loro figlio, come non hanno mai fatto in passato. Forse è un gesto da apprezzare, che potrebbe in qualche modo aprire un varco nel cuore freddo di Giusca e dar loro una possibilità, in futuro. Solleva la mano destra all'altezza della fronte e si scosta la frangia bagnata che offuscava la vista. Concentra la sua attenzione sulla mano del padre che rilascia lentamente la giusta dose di chakra sul rotolo, il quale aprendosi fa comparire una marionetta. Non ne aveva mai vista una a dire il vero o semplicemente non se la ricorda. Sembra molto semplice, in legno e ricorda vagamente la figura di un uomo. Resta stupito a guardare i fili che fuoriescono dalla mano libera del padre. Sembra chakra, ma non ne ha la certezza. Essi vanno ad avvolgere le giunture della marionetta, come se ora fossero una cosa sola. Gli sembra tutto così strano, dovrebbe essere anche lui in grado di fare tutto ciò? Non sa nemmeno da dove partire. Ascolta con curiosità le parole del padre. Per un momento riesce a mettere da parte l'ira e a svuotare la sua mente per lasciare posto alle nuove conoscenza che gli stanno per essere insegnate. Anche lui vorrebbe avere un giocattolo simile, qualcosa che potrebbe fargli compagnia e che lo farebbe sentire meno solo. Quindi se è solo il primo esemplare, vorrà dire che ne ha molte altre. <Potrò crearmi da solo una marionetta?> chiederebbe al padre con un tono di voce sottile nel quale si evince una grande voglia di fare e di imparare. In più potrà comandarla a suo piacimento, grazie ai movimenti delle dita e delle mani. Sembra stancante, ma la voglia di mettersi alla prova e in gioco è di gran lunga superiore alla paura della fatica. Nota poi la mano del padre che nuovamente, dopo aver riposto il rotolo vuoto, va ad afferrare un nuovo rotolo e viene consegnato a Giusca. Lo afferrerebbe con la sinistra dopo aver ascoltato i consigli del padre e cercherebbe di convogliare una parte del suo chakra all'interno del palmo della mano destra, la quale si appoggerebbe sul rotolo stesso e cercherebbe di far fuoriuscire da essa il chakra utile alla fuoriuscita della marioetta. In caso di riuscita sul viso di Giusca si disegnerebbe un sorriso, le labbra sottili e pallide infatti lascerebbero intravedere la dentatura bianca e perfetta, mentre i suoi occhi sarebbero fissi sul suo giocattolino. Al che la sua espressione cambierebbe nuovamente ascoltando per la prima volta la voce della madre, dolce e preoccupata al tempo stesso. [Chakra 19/20] [Tentativo liberazione marionetta] [Equip: portaoggetti fianco sx:3 kunai]

E grazie al rilascio del Chakra da parte di Giusca, che entra subito in contatto con il rotolo, ecco sbucare da esso una marionetta. Molto simile a quella del padre: semplice, in legno e con le fattezze umane. Nulla di spettacolare o strano. Semplicemente una marionetta- <Con il passare del tempo, potrai progettare le tue marionette.> Dichiara, mentre la marionetta si posiziona sulla panchina accanto a Giusca. < Ma per ora, allenati con questa. > Dice, mostrando con un cenno del capo la marionetta appena evocata. Insomma, ora dovrebbe arrivare la parte divertente della cosa. < Per muoverla, devi riuscire a creare i Fili di Chakra.> Non sembra essere difficile? In verità, lo è. E molto. <Per fare i fili, occorre un ottimo controllo del chakra. Devi farlo fuoriuscire dai polpastrelli delle dita, localizzando gli tsubo presenti su di essi. Una volta fatto ciò, cerca di plasmarlo e fargli assumere la forma di fili. Questi fili, dovranno essere posizionati sulle giunture della marionetta.> E questo sembra essere la parte più difficile. Ma una volta iniziato, il gioco diventa ancora più tosto. < Vedi, le dita fungono come degli arti. Ogni movimento di esse, scaturisce un movimento della marionetta. Ora prova.> Dichiara, posando lo sguardo su sua moglie che è passata dal guardare il giovane Giusca a riprendere il lavoro di prima. <Come stiamo messi?> Chiede il marito, per poi sentir la voce della donna dire. <Meglio sbrigarsi. Giusca, provaci ora. Non abbiamo altro tempo.> Altro tempo servirebbe a tutti per poter spiegare bene la situazione. Altro tempo servirebbe a lui per capire come muovere correttamente la marionetta. Ma no, per ora non c'è tempo. [Ambient per Giusca][Chakra attivato][CHIUSO][A fine azione, tag di Tentativo attivazione Innata Chikamatsu]-Sakura-

17:46 Giusca:
  [Bosco] Ed ecco la sua prima marionetta fuoriesce dal rotolo e si posiziona accanto al ragazzo. E' un'emozione indescrivibile, per la prima volta si sente preso in considerazione, si sente qualcuno ed è fiero di se stesso. Tutti i pensieri negativi che lo hanno afflitto in questi anni sembrano scomparsi o forse è solamente riuscito a metterli da parte. Ma in ogni caso il viso è sereno e dai suoi occhi cangianti traspare la sua gioia. Non saprebbe nemmeno lui spiegare il perché della sua emozione, alla fine è una marionetta molto semplice, nulla di così particolare, anzi è molto simile a quella del padre. Probabilmente è l'aver finalmente dato una risposta alle domande che lo turbavano, l'essersi tolto un grande peso dentro, l'aver ritrovato i suoi e l'aver capito le sue origini. Sa benissimo che ora come ora non è assolutamente in grado di fabbricare una marioretta, ha tanto da imparare, ma la sua era solo una domanda venuta di getto a causa della sua curiosità. Creare i fili di chakra, detto così sembra un gioco da ragazzi. Ascolta attentamente le parole del padre, tutti i consigli che gli vengono dati per cercare di non deludere le loro aspettative, per essere all'altezza del clan e della sua voglia di cambiare. Quindi bisogna avere un ottimo controllo del chakra e farlo fuoriuscire dai polpastrelli della mano dando ad esso una forma filiforme, consentendo poi di aggrapparsi alle giunture della marionetta. Già è tanto se sa richiamare il chakra, figuriamoci se riesce ad eseguire alla perfezione tutte le istruzioni che gli sono state date. Ogni movimento delle dita è un movimento della marionetta. Cerca di riassumere le parole del padre per meglio imprimerle nella sua testa, così da ricordarle nel momento in cui gli serviranno. Sa anche che i suoi non possono restare a lungo e perfino le parole della madre che lo incitano a sbrigarsi gli danno un'ulteriore conferma. Al che socchiuderebbe gli occhi e farebbe un grande respiro. Poi li riaprirebbe e fisserebbe la mano destra, come a voler studiare alla perfezione la sua anatomia, la lunghezza delle sue dita affusolate e sottili. Sentirebbe dentro di sé scorrere un fiume di chakra che raggiunge ogni parte del corpo, come se stesse viaggiando senza meta. Quindi cercherebbe di incanalare una quantità consistente, ma non tutta, dapprima nel braccio destro. Poi si sforzerebbe digrignando i denti per farlo scendere lentamente sempre più, dapprima nel polso e poi nella mano. Una volta raggiunta la mano, cercherebbe di separare ulteriormente la quantità di chakra in 5 vie, ognuna delle quali corrisponderebbe alle dita, pollice, indice,medio, anulare e mignolo. Sentirebbe le dita forti e piene di vita, che non accusano facilmente stanchezza. Poi si sforzerebbe un'ultima volta per far uscire il chakra nel medesimo tempo dai cinque polpastrelli, penserebbe ad un ragno che tesse la sua ragnatela per poter plasmare il chakra dando loro la giusta forma, come delle fruste, che andrebbero ad allungarsi, fino ad agganciare la marionetta nelle giunture, per farla sua, come a voler dire che è lui che comanda o semplicemente come a voler creare un rapporto intimo con essa, un rapporto di amicizia, che non ha mai avuto con nessuno e che gli è mancato in tutti questi anni. In caso di riuscita proverebbe a sollevare prima singolarmente le varie dita, per vedere i movimenti della marionetta, e poi comincerebbe a ruotare il polso. Tenterebbe quindi di far alzare in piedi la marionetta sollevando il mignolo e l'indice e lasciando il pollice destro rivolto verso sinistra e il medio e l'anulare dritti, paralleli al pavimento, accompagnandosi con un gesto del braccio che spingerebbe verso l'alto assieme a quello del polso. [Chakra 18/20] [Tentativo attivazione Innata Chikamatsu] [Equip: portaoggetti fianco sx:3 kunai]

Lancia un D50, pls.

Giusca tira un D50 e fa 29

Il processo di creazione e mantenimento dei fili di Chakra è abbastanza duro. richiede una concentrazione ed un equilibrio pari a quelli che si possono ottenere solo col tempo. Ma non in questo caso. Giusca sembra riuscire egregiamente nella creazione dei fili. Dai polpastrelli delle dita il flusso di chakra esce, assumendo una forma di filo, che si va ad agganciare alle giunture della marionetta come indicato dal ragazzo. Edè in quel momento, che potrà percepire la propria mano come se si fosse allungata, come se la marionetta fosse l'estensione del proprio braccio. Le dita che si muovono vanno a far muovere anche la marionetta, facendola alzare dalla posizione seduta. Pochi movimenti, veramente pochi, prima di cadere a terra, priva di quella vitalità di prima. < Uhm.. Come primo tentativo, è andato bene.> Direbbe il padre, avvicinandosi a sua madre e incominciando a guardare sempre attorno a lui. <Giusca, mi raccomando. Allena sempre la tua innata. Padroneggia i fili di Chakra e diventa un maestro. Questo è tutto quello che possiamo darti, figliolo.> Direbbe il padre, prima di retrocedere. Sua madre guarda Giusca, con occhi quasi morenti, per poi dire. <Tesoro, allenati. Tuo fratello ti raggiungerà presto. E noi anche. >Dice, e scoccando un ultimo bacio con la mano in direzione del ragazzo, entrambi spariscono nel nulla. Una velocità di scatto tale che Giusca non se ne rende nemmeno conto. Fugaci e veloci, scappano tra le ombre del pomeriggio inoltrato, mentre la pioggia continua a cadere incessante sul bosco di Ciliegi. [END]

Ingresso nel Clan Chikamatsu per Giusca

Tiro di Dado: 29/50

Valutazione Master: Lascio tutto a Raido.

Commento: allora, devi essere più veloce. Per un ambient di questo tipo, starci sopra per più di tre ore, non è pensabile. Ribadisco quanto detto nel precedente post, bravo. Sei migliorato parecchio dalle primissime volte che ti ho visto giocare. Ma ci sono ancora dei punti da migliorare.
No PX data la natura della quest.