[Missione D]Ferrovia-Collegamento Oto-Kusa
Quest
Missione di Livello D
Giocata del 25/02/2017 dalle 16:53 alle 20:08 nella chat "Centro di Kusa"
//: Missione Livello D per Kouki e Aiako. A voi la prima, chakra GIA' attivato. Convocati presso la stazione ferroviaria di Kusa, lungo il banchina 4
[Centro | Banchina 4 | Ferrovia] Alla fine ha deciso, ha scelto di tornare a svolgere il suo ruolo di ninja all'interno del villaggio ma purtroppo ha perso tanto, troppo del proprio potere. Non si è allenata per mesi e mesi preferendo l'ozio e il divertimento piuttosto che dedicarsi completamente al proprio lavoro. Non sa nemmeno lei come è riuscita a campare in questi giorni, i risparmi sono durati fin troppo e per troppo anche, deve ricominciare a infoltire nuovamente il proprio portafoglio. I capelli sono bordeaux, quasi a caschetto, la frangetta pende sulla fronte, sulla nuca permangono corti mentre ai lati scendono per tutta la lunghezza del viso. Indosso porta abiti prettamente normali e poco da shinobi: un semplice abitino, una maglietta a maniche corte rossa che le arriva a metà della pancia fermandosi prima dell'ombelico al quale ha applicato un piccolo piercing; i pantaloni sono neri e attillati in modo da mettere in mostra le forma e la propria femminilità; i sandali ninja sono sempre gli stessi, classici ma questa volta di colore nero. Alle labbra ha applicato un rossetto rosso e, infine, il consueto piercing alla lingua. Il braccio destro presenta vari tatuaggi a forma di nuvola con colori che spaziano dal viola all'azzurro, segno del passato ma presto o tardi deve eliminare anche loro. Il chakra come sempre è attivo per ogni evenienza. Più che una chunin assomiglia a una spogliarellista ma è quello il suo stile adesso, più sobrio e provocante allo stesso tempo. Come modo per rientrare ha deciso di svolgere una delle tante missioni di livello D riguardanti la ferrovia, precisamente quella che collega Kusa a Oto e per farlo si sta dirigendo alla ferrovia del paese dell'erba in compagnia di una ragazzina, una genin del villaggio. Nel mentre della camminata la scruta constatando quanto tempo ha passato lontana da questo modo e dagli affari di Kusa<Mi chiamo Aiako>si presenta per smorzare quel silenzio inutile che si crea fra loro e allo stesso tempo conoscersi. Continuano la camminata fino a giungere alla banchina 4 della ferrovia dove dovrebbe avere luogo la loro missione<Speriamo di finire in fretta>commenta guardandosi intorno. [Chk on][No equip] [Banchina 4] Un pomeriggio soleggiato oggi a Kusa, il cielo non presenta nuvole e nemmeno minaccia di piangere. Tutto sommato un tempo atmosferico accettabile per la piccola Genin fino a quando non ci sono temperature troppo alte ed afose. La ragazzina pare essersi tutto sommato ripresa dagli avvenimenti accaduti, anche se a dire la verità li ha solo accantonati nella propria mente per un periodo indeterminato, dato che prima o poi ci ritornerà senz’altro sopra. Al momento ha deciso di allontanarli dal proprio cuore e dal proprio animo, ed indossare la sua solita maschera di freddezza e distacco, a maggior ragione perché oggi deve affrontare la sua prima missione di livello D. Indossa i suoi soliti abiti composti da un paio di pantaloni neri lunghi e stretti alle caviglie, fatti di un tessuto morbido che non le impedisca i movimenti. Scarpe nere ai piedi e una canotta rossa infilata nei pantaloni. Sopra di essa indossa un giubbino nero corto, la cui lunghezza arriva fino al livello delle ultime costole, mentre le maniche sono lunghe fino ai gomiti. Fasciature bianche avvolgono il suo torace, le spalle e il collo, nascondendo le sue cicatrici e le bruciature, mentre gli avambracci sono nudi, liberi di mostrare tutte le ferite che percorrono la sua pelle pallida. Guanti a mezze dita neri alle mani, ninja con la solita placca di metallo sul dorso e copri fronte di Kusa parzialmente coperto dalla nera frangia. Alla coscia destra vi è il porta kunai e shuriken, mentre alla vita è allacciato il porta oggetti… in entrambi vi sono distribuiti sei kunai, sei shuriken, quattordici fukumibari, un set da cinque fumogeni e una manriki-gusari. Corporatura quella della Genin decisamente piccola in altezza, gracile e minuta decisamente appare sotto peso e con un paio di occhiaie a segnarle gli occhi gialli e magnetici. I capelli sono lunghi e neri, lisci e liberi in tutta la loro lunghezza fino al sedere, decisamente spiccano su quella pelle bianca. Espressione concentrata e seria, occhi freddi e distanti, ma nonostante quella sua maschera protettiva, dentro di sé sente scorrere il proprio chakra, attivo, bollente come il fuoco e che sembra dare al suo animo una carica in più. Ribolle dentro, emozionata per quella sua prima missione, ma ben attenta a non mostrare nessun tipo di sentimento che potrebbe distrarla. Il chakra quindi sarebbe già attivo, impastato con successo una volta ricevuta la convocazione per la stazione ferroviaria, banchina numero quattro. Cammina quindi con passo deciso e calcolato, verso il luogo prestabilito, ovviamente non da sola, ma in compagnia di quella che sarà la sua compagna. L’ha osservata, giusto per cercare di capire che tipo sia, ma senza pronunciare una singola parola, fino a quando non è lei ad aprire bocca per prima. L’ascolta ed annuisce, lentamente, recependo le sue parole, ma senza dare idea di avere intenzione di rispondere. Solo una volta giunte sul posto, allora si degnerebbe di dischiudere le labbra e far sentire la sua bassa voce sibilante. <Io sono Kouki, piacere.> freddo il tono, anzi, serio, come se stesse per effettuare chissà quale tipo di missione di vitale importanza. Sguardo che viene dato all’altra, annuendo. <Più che altro cerchiamo di fare le cose al meglio, senza avere la premura di finire in fretta.> sincera nel suo dire, sperando che non dover fare le cose in maniera superficiale. Quindi tace, guardandosi intorno lungo quella banchina. [Chakra on 20/20][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari]Dopo tanto tempo, il sole torna a splendere sopra al Villaggio di Kusa. La città è in fermento, la temperatura più che gradevole e permette a molti di abbandonare gli abiti invernali, per mostrare quelli primaverili. Insomma, è un tempo perfetto per farsi una passeggiata, all'insegna dello shopping o del semplice chiacchierare con amici.. Ma non oggi. Non per le due Kunoichi di Kusa. Entrambe si trovano alla banchina numero quattro, come indicato nelle istruzioni della missione. Il loro compito è semplice: dare una mano per terminare i lavori riguardanti i collegamenti con gli altri villaggi, a livello ferroviario. Per loro, c'è quello con Oto. Ad aspettare alla banchina vi è un omone di mezza età: basso, con una pancia prominente si avvicina alle due, camminando a gambe larghe. Indossa dei semplici jeans da lavoro, molto larghi, che terminano in scarponi da montagna. Sopra una canottiera bianca, sporca sia di sudore che di grasso nero, usato per i binari probabilmente. In testa indossa un semplice casco di sicurezza, mentre attorno alla vita una cintura tutto fare, con esposti alcuni attrezzi del mestiere. Il viso è cerchiato da una foltissima barba scura, lunga e grigiastra, mentre la prominente stempiatura è bellantemente coperta dal casco. Dietro, sporgono lunghi capelli grigiastri e din bocca c'è il rimasuglio di un vecchio sigaro. < Bene.. Siete arrivate eh?> Le squadra, da cima a fondo. Un ghigno quasi di disgusto nel vederle li, a fare lavori da veri uomini. < Dunque, l'Hasukage mi ha mandato due mocciose. Dannato sia il giorno in cui ci ha affibbiato questo compito.> Si toglie il sigaro dalla bocca, sputando per terra, lontano dalla due alla sua destra. <Sono Kyoshiro Huzui. Venite, vi faccio vedere che farete oggi.> Sapeva che sarebbero arrivate due ragazze, il rapporto parla chiaro. Però.. Non due mingherline come quelle. A dieci metri di distanza, si ferma e mostra quello che le donne dovranno fare. < Qui c'è da sistemare il binario. Come potete vedere..> Il binario si mostra relativamente bene. Mancano giusto qualche pala di legno, che servono come collegamento alle due linee metalliche, dei fermanti e alcuni pezzi di mattone. <.. C'è da mettere su quei pali, fissarli al terreno con i chiodi da trenta e sistemare i mattoni ai lati delle linee. Su su, che manca poco. Io lavorerò laggiù, insieme ai ragazzi. Meglio che lavoriate qua, voi..Alcuni di loro non vedono due belle tette da diversi mesi.> Dichiara, per poi sogghignare quasi malevolo. <Li ci sono tutti gli strumenti.> Una scatola di chiodi da trenta, le pale di legno, i mattoncini, il cemento già pronto e che continua a girare dentro la pentola e le palette per spargerlo a terra. Essis i trovano sopra la banchina, a mezzo metro di distanza dalla stessa. < Buon lavoro. Passo più tardi a controllare.> Dice, incamminandosi verso gli altri, dicendo. <OOOO QUESTE QUA SO DU BELLE FIGLIOLE. MOVEMOSE, CHE CE LE PORTIAMO A CENA!> Ah, uomini.[Missione D][Turni: Aiako-Kouki][Turni liberi no tempistiche.]
Omone Ciccione: https://i.ytimg.com/vi/HeHHUVohncg/hqdefault.jpg
[Centro | Banchina 4 | Ferrovia] Alla banchina cosa le aspetta? E' semplice, un omone brutto e ciccione che puzza di sudore, non poteva capitare niente di peggiore. Lo squadra dalla testa ai piedi in tutta la sua grossezza puzzosa<Mi manca Raion>eccome se le manca, almeno Raion possiede un fisico degno di nota, è bello, in forma, insomma è proprio il suo tipo anche se la di lei predisposizione per le donne non cessa mai di esistere ma qui, con questa sottospecie di orango tango con la panza, si cade davvero in basso. Porta lo sguardo su Kouki, la osserva con sguardo distrutto da tale visione per poi andarle a sussurrare<Aiuto>un semplice movimento di labbra per farle capire quella piccola e semplice parola. Il segno della croce oramai è fatto e non resta che ascoltare le parole di quell'uomo, parole che hanno un che di disprezzo misto a malizia<Mocciose?>inarca il sopracciglio sinistro nel sentirlo pronunciare quella parola, lei una mocciosa? Ma se ha 24 anni, al massimo la ragazzina lo è ma non lei. Sbuffa sonoramente non potendo replicare in quanto vi è una missione di mezzo, un compito più importante di una semplice litigata. Segue l'uomo, dapprima con lo sguardo e poi le gambe percorrendo quei 10 metri in tutta tranquillità e senza fretta, tanto è bel tempo, non hanno niente da temere nemmeno se le tenebre vanno a prendere il posto della luce. Resta silente ad ascoltare il dire dell'uomo, quello che devono fare e non è un qualcosa di pulito, tutt'altro, devono addirittura sporcarsi le mani e rimane ancora più sconcertata nel sentire quelle ultime e schifose affermazioni<Si vede che non si sono mai guardati allo specchio>va a dire in tutta risposta per riprendersi una piccola rivincita del "mocciose" di prima e si sa, non c'è trippa per gatti qui. Scuote la testa rinunciandosi mentre solleva lo sguardo verso Kouki<Diamoci da fare>si avvicina alla scatola piena di mattoni, la prende per un lato iniziando a trascinarla verso la ferrovia con quella poca forza che ha. Fa una fatica immane ma continua a tirare cercando di raggiungere il bordo dei binari dove dovrebbe sistemare mattoni e cemento<Io ho la forza di un vecchio morente e non credo di riuscire a sollevare le pale perciò mi occupo dei mattoni. Non me ne volere>è una mingherlina a tutti gli effetti. Cammina verso la pentola, va ad afferrare un possibile secchio nelle vicinanze in cui raccoglie abbastanza cemento da poter fare più del dovuto. Porta il tutto verso il bordo raccogliendo anche una piccola cazzuola<Iniziamo>dice fra se e se immergendo la cazzuola e iniziano a spalare cemento come se non ci fosse un domani. [Chk on] [Banchina 4] Si trattiene dall’esprimere commenti riguardo a come si presenta la sua compagna, optando per il silenzio invece che a delle chiacchiere inutili. Dopo tutto l’importante è che faccia bene il suo lavoro, o meglio il loro lavoro… si deve davvero mettere in testo che oggi dovrà collaborare con qualcuno. Piccolo sospiro che viene emesso dalle labbra pallide e quindi la corvina attende, diligente e riflessiva. Non passa certo molto tempo che un uomo di mezza età si avvicina a loro. La ragazzina lo osserva con molta attenzione, i vestiti, il viso, l’espressione, lo studia come suo solito insomma. Ascolterebbe il dire dell’altra, quell’aiuto appena sussurrato verso di lei, e la ragazzina non manca di ricambiare lo sguardo. Una sorta di solidarietà forse? Comunque giusto per farle capire che ha recepito il concetto e che la pensa esattamente come lei. Attende in silenzio che l’altro prenda la parola limitandosi ad annuire alle sue prime parole, mentre la seconda frase che viene detta è alquanto infelice per la piccola, che però di certo non se ne rimane in silenzio. <Non dovresti giudicare le persone per l’aspetto. Mai sottovalutare chi si ha davanti.> si limita a rispondere verso il grassone, sincera nel tono e distaccata. Non vuole certo dimostrarsi irritata dopo solo due parole che si sono scambiati. Sia lei che la sua compagna sembrano avere le stesse reazioni, solo che forza l’altra ragazza lo dimostra leggermente meglio di lei. Quindi in silenzio seguirebbe l’omone, mentre inizierebbe a spiegare il lavoro al quale sono destinate questo pomeriggio. In parole povere devono finire di fissare i pali di legno tra le due linee di ferro, fermarli con dei chiodi da trenta e mettere ai lati delle linee dei mattoni con il cemento. Semplice, no? Non può saperlo, non ha mai avuto modo di fare un lavoro manuale simile, ma di sicuro cercherà di farlo al meglio. Attende che l’omone abbia finito di parlare, alzando solo un sopracciglio nel venire a sapere che quegli uomini non vedono una donna da mesi, o meglio… delle belle tette. Be, con la ragazzina cascano male dato che non ne è ancora munita, magari per la giovane età o perché madre natura oltre che a farla bassa, non le ha dato curve ben specifiche. Comunque sia non le importa, è qui per portare a termine una missione, indipendentemente dalla simpatia che sprigiona il grassone. <Cercheremo di fare un ottimo lavoro, non ti preoccupare.> ignora totalmente le battute e le occhiatine, per limitarsi ad essere più professionale possibile. Una volta che l’uomo si allontana, la ragazzina però si lascerebbe andare a una smorfia di disgusto, seguita da un leggero sbuffo, per poi puntare il proprio sguardo verso gli attrezzi, il necessario e la betoniera che si trovano a circa mezzo metro sulla banchina. La ragazzina inizierebbe a muoversi insieme alla sua compagna e ovviamente cercherebbe di aiutarla nel trasportare la scatola, afferrerebbe con le proprie mani l’altro lato opposto a quello che afferra la ragazza. Quindi cercherebbero insieme di trascinare la pesante scatola il più vicino possibile ai binari, la ragazzina farebbe forza delle braccia, manche nelle gambe, flettendo leggermente le ginocchia e cercando di non perdere il passo e l’equilibrio. Scatola che quindi verrebbe rilasciata vicino ai binari da finire, mentre ora andrebbe ad ascoltare le parole di Aiako. In silenzio, la osserva, con uno sguardo che parrebbe vuoto e distante, quasi inquietante, ma alla fin fine annuisce. <Va bene, tu occupati dei mattoni da sistemare all’esterno, vicino alle linee di ferro. Io mi occuperò di fissare le pale tra di esse invece.> farebbe un piccolo punto della situazione, giusto perché le piace avere le idee chiare in mente. Quindi mentre l’altra si adopererebbe per usare mattoni, cemento, secchio e cazzuola, la ragazzina invece fletterebbe le gambe tenendo la schiena ben dritta, quindi cercherebbe di afferrare con entrambe le mani una prima pala di legno. Un’estremità cercherebbe di appoggiarla sull’avambraccio sinistro, mentre con la mano destra si assicurerebbe di sorreggere la pala per l’opposta estremità. Una volta appurato di avere una presa ferrea, cercherebbe di fare forza con le leve inferiori, cercando di raddrizzare le gambe così da sollevarsi. Infine cercherebbe di posizionarsi sopra al binario, osservare per bene quanta distanza vi è tra le pale di legno già fissate al terreno, quindi fletterebbe nuovamente le ginocchia, riabbassandosi e cercando di posare la pala di legno alla giusta distanza da quella precedente. Farebbe attenzione a non ferirsi le mani, quindi se fosse riuscita a sistemare quella prima pala, la ragazzina si rialzerebbe e tornerebbe alla scatola per poter prendere il martello e i chiodi da 30. Nessuna parola viene detta per tutto il processo, mentre tornerebbe alla pala e cercherebbe ora di fissarla al terreno iniziando a martellare il primo chiodo. [Chakra on 20/20][Forza 20 – Resistenza 15][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari]Semplici azioni, quelle che fanno le due giovani Kunoichi di Kusa. La piccola Kouki si mette subito all'opera, andando a prendere la pala. Il posizionamento riesce discretamente bene. La distanza tra una pala e l'altra sul binario è di qualche centimentro, assimo una ventina a dir tanto. Le stesse pale, invece, sono lunghe quasi un metro e quaranta e larghe quasi sessanta centimetri. Insomma, delle vere e proprie pale, belle robuste in legno massiccio. Non pesano moltissimo, però a lungo andare porteranno la raazza ad accusare i primi sintomi di stanchezza, specie sulle braccia e sulla schiena. Il fissaggio al terreno, richiede un po' più di tempo (// La prossima azione, concentrati principalmente su quello), data la natura stessa del terreno sottostante che non è semplice terriccio, ma un misto di calce e cemento bianco, perfettamente piano. Dovrà lavorarci su parecchio la piccola. Quanto ad Aiako, si scelgie il lavoretto più semplice. COn il cemento già bello che creato, l'operazione non richiede un grosso sforzo fisico. I mattoni si presentano come semplici parallelepipedi, di colore bianco, lisci e ben levigati, che a contatto con i raggi solari assumono una lucentezza quasi vitrea. Ovviamente sono di qualità buona, ma non belli da vedere. Difatti devono essere semplicemente funzionali. Ognuno di essi pesa tre chili con dimensioni di 40x25x6 cm. posizionarli non sarà un giochetto da ragazzi. Mentre le due lavorano, dall'altra parte in lontananza si avvertono fischi su fischi, con commenti del tipo <Stasera ce la spassiamo!> [Missione D[Turni: Aiako-Kouki][Turni liberi no tempistiche.][Al prossimo giro, niente fato. Continuate con il lavoro]
[Centro | Banchina 4 | Ferrovia] Per il momento deve lavorare in silenzio, è vero, ha scelto il lavoro più facile e semplice ma il suo corpo le impedisce di svolgere compiti troppo pesanti, non ha tutte queste forze per poter sollevare pale di legno e sbattere chiodi sopra. Il massimo che può fare è sollevare una tazza di tè caldo la sera prima di andare a letto, quello riesce a farlo senza troppi problemi considerando che la di lei forza è anche al di sotto della media umana. Peccato non ricordi niente del proprio passato altrimenti avrebbe potuto tirare in ballo una famigerata nonna che la costringe a mangiare tanto perchè, secondo lei, non mangia abbastanza e da qui deriva la sua debolezza. Tutte quante baggianate ma al solo pensiero un velo di tristezza scende sul di lei volto. Gli occhi divengono più scuri del normale mentre il ricordo del passato assente torna a farle visita. Non si ricorda niente di quello che ha vissuto, dei legami, non ricorda le varie esperienze, niente di niente. La mente ha lasciato intatto solo il nome, l'appartenenza a un clan e il proprio lavoro nient'altro che questo, le uniche cose, nome a parte, che avrebbe voluto dimenticare veramente. Deglutisce cercando di non pensare più a questo genere di cose, deve concentrarsi sul lavoro e su quello soltanto. La destra si alza andando a immergere la cazzuola nel cemento prendendone una dose bella sostanziosa; abbassa il braccio verso il bordo della ferrovia e, con fare abbastanza delicato ma preciso, va a poggiare la cazzuola sul muretto mentre con la sinistra prende uno dei mattoni dal peso di ben 3 chili. Lo afferra avvinghiando le mani interamente intorno all'oggetto, tiene stretto il mattone cercando di trascinarlo verso di se , vuole sollevarlo dalla scatola e buttarlo fuori. Volta il capo ad osservare il tutto<Mh>qualche smorfia si crea sul di lei viso pensando a come deve fare per facilitarsi il lavoro e, alla fine, decide; afferra la scatola cercando di strattonarla e provando a tirarla giù di lato, farebbe piano e non troppo forte per non rovinare i mattoni e, se ci fosse riuscita, ricomincerebbe l'operazione. Afferra nuovamente il mattone imprimendo nelle braccia quel poco di forza che ha cercando di trascinarlo verso di se, lentamente, in modo pacato e, una volta fatto, proverebbe a buttarlo di lato sopra il cemento in modo che si attacchi completamente<Porca miseria>comincia veramente a sudare, non è abituata a questo tipo di lavori<Ecco perchè ho smesso di fare la ninja, troppa fatica>non è vero mai ma qualcosa deve pur inventarsi per sdrammatizzare la propria situazione. In tutto questo riesce a sentire i fischi degli operai e quelle parole in lontananza. Li fissa, li fissa malamente per poi rivolgersi a Kouki<Kouki, alla fine del lavoro facciamogliela pagare, che ne dici?>chiede la donna con uno sguardo abbastanza sadico, chissà cosa ha in mente. [Chk on] [Banchina 4] Non ha mai fatto di questi lavori, ma la ragazzina si sta davvero impegnando, perché nonostante si dimostri fredda e distaccata, cerca sempre di portare a termine qualsiasi di tipo di lavoro nel migliore dei modi. Lasca perdere ogni cosa per potersi concentrare solo su quello che deve fare. Continuerebbe a martellare il primo chiodo, lo terrebbe fermo con l’indice e il pollice sinistro con la mano appoggiata sulla pala di legno, mentre con la destra terrebbe il martello, cercando di dare colpi secchi e precisi alla testa del chiodo, cercando di metterci tutta la forza che possiede per fare in modo che il chiodo trapassi il legno e lo fissi al terreno. Un primo colpo, cercando di imprimerci tutta la forza di cui necessita. Il martello cozzerebbe sulla testa del chiodo, e la ragazzina farebbe forza col braccio destro per cercare di mantenerlo fermo ed evitare che il martello ribalzi troppo. Le ginocchia sarebbero appoggiate a terra, la sua esile figura china su quella pala che è di ben venti centimetri più lunga di lei. Legno massiccio, ma non troppo pesante per fortuna, di certo però già potrebbe immaginare la fatica che ben presto le si presenterà a gambe e schiena. Un secondo colpo col martello verrebbe portato alla testa del chiodo, cercando questa volta di imprimerci maggiore energia. Il viso concentrato, le labbra serrate per lo sforzo, fronte corrucciata e capelli che lentamente scivolano in avanti. Il terreno è ostico da perforare essendo formato da calce e cemento, e la ragazzina cercherebbe quindi di concentrare parte del proprio chakra lungo il braccio destro che al momento si sta sforzando per imprimere forza al martello. Lo farebbe scorrere dallo sterno, lungo la spalla, e quindi cercherebbe di avvolgere i muscoli presenti nel braccio destro con il proprio chakra, arrivando anche alle articolazioni della spalla, che meccanicamente è quella che si muove di più alzandosi ed abbassandosi, del gomito e del polso. Cercherebbe quindi di utilizzare il proprio chakra per rafforzare almeno un poco i muscoli e cercherebbe così di continuare il proprio lavoro di fissaggio della pala. Un terzo colpo col martello, e poi un quarto e un quinto, continuando ad alzare il braccio, portandolo sopra la propria testa, per poi riabbassarlo con forza, cercando di colpire la testa del chiodo con lo strumento. Il labbro inferiore della bocca viene trattenuto tra i denti, per lo sforzo, e continuerebbe il suo lavoro fino a quando quel primo chiodo non sarebbe completamente infissato non solo nel legno, ma anche nel terreno. Si prenderebbe il tempo necessario per poter fare le cose per bene. Se fosse riuscita nel fissare quel primo chiodo, passerebbe col secondo, andando così avanti a martellare anche quello. La sua compagna si è scelta bene il lavoro da fare, ma lei non è qui per lamentarsi e perdere tempo, e inoltre in quel modo potrebbe anche cercare di dimostrare la sua forza. Si è presa il lavoro più difficile, così da cercare di dimostrare che è in grado di farlo ed essere migliore della sua compagna. Una sorta di competizione interiore che la spingerebbe a fare del suo meglio, sentendosi bruciare dentro, nell’animo e nelle vene. Cercherebbe di osservare, ovviamente, come il resto delle pale sono state fissate al terreno, e quindi cercherebbe di posizionare i chiodi negli stessi punti. Lo stesso procedimento verrebbe utilizzato anche per il secondo chiodo e per tutti quelli necessari per fissare la pala, mentre probabilmente potrebbe iniziare a sentire la fatica al braccio destro. Per questo cercherebbe di prendersi delle piccole pause ben distanziate fra loro e distribuite nel tempo, in modo da non stancarsi troppo e portare comunque a termine il suo lavoro. Ignora i fischi, ignora le battutine… se solo osano avvicinarsi a lei ha dei chiodi e un martello che potrebbero finire in posti spiacevoli. Ascolta il dire della sua compagna solo quando ella si rivolge direttamente a lei. Non volge lo sguardo verso di lei, troppo concentrata sul suo lavoro, ma sulle sue labbra si potrebbe facilmente intravedere un piccolo sogghigno. Evidentemente l’idea le piace. <E cosa avresti in mente?> andrebbe a domandare in un sibilo, tono rotto dalla fatica, ma alquanto incuriosita da quella malsana e sadica idea che non le dispiace poi tanto.[Chakra on 20/20][Forza 20 – Resistenza 15][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari] [Centro | Banchina 4 | Ferrovia] Ha lanciato la proposta a Kouki e nota fin da subito il sorrisetto formarsi sulle di lei labbra. La Hozuki va a sorridere a sua volta, un sorrisetto sadico e malizioso al tempo stesso, un espressione che cerca la vendetta più pura verso quel branco di porci sotto forma di uomini. Può capire verso di lei ma non verso una bambina la cui età non arriva nemmeno alla metà di quella della chunin. Si sente letteralmente schifata da questa situazione, mai avrebbe pensato che esistesse gente del genere al mondo, gente così schifosa ma gliela deve far pagare, oh si, DEVE fargliela pagare così che smettano di fare i pervertiti. Prima di rispondere a Kouki immerge ancora la cazzuola nel secchio prendendo un altro po' di cemento, la sinistra va a portarsi verso la parte dei mattoni andando ad afferrarne uno, nuovamente lo avvinghia con tutta la mano e con la solita dose di forza, molto meno del normale, cerca di tirare contro di se il pezzo bianco. E' difficile, tremendamente difficile eppure con le arti magiche ci sa fare, è anche forte per certi versi, come mai prova tanta difficoltà a sollevare e trascinare roba, non lo sa minimamente. Se potesse convogliare quella sua potenza nel Ninjutsu all'interno dei propri arti, sarebbe un vero toccasana per la sua vita. Porta la cazzuola verso il bordo continuando a spalare il cemento, lo distende per bene facendo scomparire tutte le sbavature ma, si sa, in questi lavori non si esce mai puliti ed ecco che uno schizzo va a colpire la sua maglietta, uno schizzo di cemento che cola in mezzo al corpo della donna<...>si guarda il petto, osserva il proprio vestiario rovinato da quello schifo grigio per poi alzare la testa verso il cielo<Kami..vi odio>evita le bestemmie, evita il linguaggio scurrile, si trattiene, trattiene qualsiasi parola oscena possa venirle in mente preferendo la calma e poi, deve dare il buon esempio alla ragazza che ha davanti, dimostrarsi matura e adulta...ma chi vogliamo darla a bere, non vuole solo farsi sentire da quel branco di cinghiali la infondo. Prende il mattone, lo solleva lentamente per poi buttarlo sul lato, sopra il cemento al fianco del mattone precedente<Beh, posso sparare una pallottola di acqua dalle dita e ti lascio immaginare dove gliela vado a infilare. Tu cosa sai fare?>qualcosa di simile vuole, qualcosa di molto simile visto che ancora non la conosce. Posa la cazzuola per terra mentre porta le mani all'altezza del plesso solare formando il sigillo del bue, il chakra comincia ad agitarsi nel di lei, percorre tutti i canali del chakra esistenti in essa, si muove a grande velocità dandole forza e resistenza maggiore e, nel mentre, cercherebbe di concentrare tutto il chakra verso la parte alta del corpo ovvero il volto. Cercherebbe di spingerlo verso quella direzione, si concentra e, se fosse arrivato, tenterebbe di farlo agire per tutta la zona del capo, in particolare il collo e i denti; muove il chakra in quelle zone sempre più forte cercando di spingere verso l'esterno, di farlo fuoriuscire dai punti di fuga e, se ci fosse riuscita, ai lati del collo dovrebbero formarsi due branchie, i denti diverrebbero appuntiti mostrando, così, la sua vera essenza. [Chakra 68/70][Se affinità acquatica II] [Banchina 4] Una volta finito di fissare la prima pala di legno, se mai ci fosse riuscita nella maniera più corretta, allora lascerebbe lì accanto a lei il martello i chiodi, per poi alzarsi e rimettersi dritta. Si stirerebbe le braccia per sciogliere un po’ di fatica e quindi si dirigerebbe verso la sua prossima gigantesca pala di legno. Butterebbe uno sguardo solo in quel momento al lavoro dell’altra, come a volersi assicurare che lo stia facendo al meglio. Ancora non le risponde, ma nota quello schizzo di cemento che le finisce sulla maglietta. Nessuna espressione da parte della ragazzina, che perde quel sorrisino di poco prima. Seria in viso, neutra e senza alcun tipo di sentimento ora. <Mi raccomando.> una piccola premura la sua, verso il lavoro dell’altra, mentre finalmente andrebbe ad avvicinarsi alla seconda pala di legno. Le ginocchia verrebbero nuovamente flesse e con le mani cercherebbe di raccogliere a sé quella pala. Ancora una volta cercherebbe di poggiare un’estremità dell’oggetto sul proprio avambraccio sinistro, mentre con la mano destra cercherebbe di sorreggere l’asse alla sua estremità opposta. In questo modo circa venti centimetri di asse sporgerebbe dall’avambraccio sinistro della ragazzina, in modo da poter sorreggerla al meglio. Una volta certa della sua presa, cercherebbe di immettere tutta la sua forza nelle ginocchia in modo da distendere le gambe e rimettersi in posizione eretta. Cercherebbe quindi di riavviarsi verso il binario, prendendo la giusta distanza dalla pala appena fissata e quindi fletterebbe nuovamente le gambe, in modo da portarsi il più vicina possibile al terreno. Quindi cercherebbe di mettere sul terreno la pala, alla giusta distanza e in modo che sia parallela a quella precedente. Nel farlo quindi cercherebbe di sistemarla al meglio, smuovendola con le mani. Una volta sicura della giusta posizione allora prenderebbe il primo chiodo con la mano sinistra e ne poggerebbe la punta sulla pala di legno nello stesso punto del precedente primo chiodo sulla prima pala. Quindi con la destra afferrerebbe nuovamente il martello e cercherebbe nuovamente di concentrare il proprio chakra nei muscoli del braccio destro. Ginocchia appoggiate sul terreno, e capelli che ora sono stati portati dietro alle orecchie, in modo da non darle fastidio. Dita sinistre salde sul chiodo e il braccio destro si rialza, pronto a far piombare nuovamente il martello sulla testa di quel primo chiodo. Ci mette forza, cercando in tutti i modi di tenere a bada la fatica, facendo profondi respiri e serrando le labbra ad ogni espirazione. Cercherebbe di darsi un tempo, di scandirlo, in modo tale da risultare piuttosto meccanica ed esorcizzare così la fatica. Sente le parole dell’altra, e la piccola va a pensare a quello che potrebbe fare lei. <Se parliamo di proiettili io posso sparare un colpo di fuoco.> commenta facendo spuntare nuovamente quel piccolo ghigno. Ha forse trovato qualcuno col quale condividere il suo sadismo e non è un bene non dare freni alla ragazzina. Volge ora il capo verso l’altra, per cercare di notare la sua espressione alla risposta appena data, fermandosi ovviamente qualche secondo dal martellare… e la vede. Noterebbe quei leggeri cambiamenti sul viso e sul collo dell’altra. Branchie sul collo e denti che si fanno più aguzzi… i denti uguali a quelli che aveva quel pagliaccio alla festa di carnevale. L’espressione si fa leggermente stupita, ma anche diffidente dato che associa quella dentatura a un episodio poco piacevole. <Come mai? Voglio dire… perché ti sono spuntate le branchie e i denti a quel modo?> domanda, curiosa e sospetta, ma vuole sapere, vuole conoscere. Probabilmente sarebbe una tecnica, un’innata forse, ma ne vorrebbe avere la conferma direttamente da lei. Per il momento permane a fissarla, lasciando che il braccio destro rimanga abbassato con la mano stretta al manico del martello, mentre le dita sinistre continuano a sorreggere il chiodo. [Chakra on 20/20][Forza 20 – Resistenza 15][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari]Signori miei, un D100. Da 0 a 50 Sorpresa bella, da 51 a 100 Sorpresa brutta
tira un D100 e fa 9
Kouki tira un D100 e fa 97
Il lavoro delle ragazze continua, incessante. Si potrebbe dire che stanno facendo un buon lavoro. La metodologia non è di certo delle migliori, dato che non sono delle manovali, ma non stanno andando male. Tra una pala infilata, chiodi conficcati e cemento steso, le due proseguono meditando sulla vendetta per quei birboni di paponi arrapati e ciccioni. L'Innata Hozuki viene attivata correttamente da Aiako, che si ritrova delle belle branchie sul collo ed i denti affilati, come uno squalo. Insomma,non è un aspetto piacevole quello della ragazza. Forse a pochi piace, a conti fatti non è un bellissimo spettacolo. Nel frattempo, proprio mentre Aiako attiva la sua innata, dei passi non troppo pesanti giungono alle orecchie delle ragazze, mentre il sole comincia a calare e le luci del campo di lavoro si accendono. Un passo ritmato e semplice, non troppo veloce, ma incisivo. Una figura compare sul binario quattro, camminando in modo elegante e preciso. Snella, alta e ben formosa, la donna si sta avvicinando alle due che stanno lavorando. Indossa un semplice completo da lavoro d'ufficio, nero, composto da gonna stretta, tacchi a spillo, camicetta con barze ed un paio di occhiali senza montatura superiore. I capelli neri sono raccolti in un morbido Chignon, che ondeggia all'incedere della donna. In mano porta un plico, con dentro probabilmente dei piccoli fogli, documenti e, a giudicare dalle urla che provengono dall'altra banchina, forse lo stipendio. < Buonasera, giovani Kunoichi.> Voce sensuale, mentre fissa le due al lavoro. < Vedo che state andando bene.. Non manca molto.> Dichiara, andando poi ad accucciarsi verso di loro osservando meglio il lavoro della piccola Kouki. <Una ragazzina piccina come te, che sposta quelle grosse pale.. Deve essere dura. E tu..> Inarca un sopracciglio, in direzione di Aiako, storcendo la bocca in un sorriso quasi sensuale. <.. Sei strana. Ma carina.> Uhm. Strane cose. [Missione D[Turni: Aiako-Kouki][Turni liberi no tempistiche ]
[Centro | Banchina 4 | Ferrovia] L'innata viene attivata in modo corretto e le sfumature del suo clan, branchie e denti appuntiti. Non è un bellissimo bel vedere ma è funzionale a quello che deve fare, anzi, si sorprende di essere riuscita a richiamare il suo potere. Non ci avrebbe mai sperato ma così è la vita e le sue abilità sono ancora in lei, pronte a venire fuori in qualunque momento. Trova in Kouki una complice eccezionale, partecipa al suo piano di vendetta eppure si vede in lei la curiosità di una bambina, una ragazzina che vuole scoprire di più su quello che vede intorno a se. Apre maggiormente gli occhi nel sentire quella precisa domanda<Oh, beh, è un'abilità del mio clan. Io, a quanto pare, provengo da Kiri e li c'è molta acqua così il mio clan si è evoluto per sopravvivere in essa...proprio come fanno i pesci>alla fine è quello che sono gli Hozuki, dei pesci sotto forma di umani, uomini pesce per così dire e donne pesce nel suo caso. Una spiegazione rapida e veloce ma non vuole dilungarsi molto, ha già detto abbastanza dei segreti del suo potere, segreti che dovrebbe tenere nascosti. Purtroppo, però, hanno un lavoro da finire e così ricomincia con la solita tiritera. La cazzuola vien sollevata per l'ennesima volta, buttata dentro il secchio così da prendere e raccogliere altro cemento, la sinistra invece va ad afferrare uno dei mattoni che verrebbe trascinato verso di se con bassa, bassissima forza ma questo passa il convento, bisogna conviverci<La prossima volta devo richiedere una missione meno faticosa e più adatta a me>magari in un bel fiume dove poter nuotare tranquillamente e in libertà. Nonostante ora prediliga il rosso, sente la propria affinità con l'acqua sempre presente, forte, si sente legata a quell'elemento tanto da volerci vivere all'interno per il resto della vita. E' strano il potere degli Hozuki, molto strano e allo stesso tempo lo considera magistrale per quello che riesce a darle. Spalma il cemento per poi ficcare il mattone nella solita posizione in modo orizzontale al fianco dei gemelli fino a quando non sente passi, fischi. Qualcuno si sta avvicinando e, d'istinto, volta il capo in quella direzione notando qualcosa di meraviglioso, una dea all'orizzonte. Sgrana completamente gli occhi, la bocca si apre nel vedere un Kami avvicinarsi<Bu--buonasera>balbetta leggermente, completamente ammaliata da tale bellezza. La lingua fuoriesce dalla bocca andando a leccarsi le labbra fino a sentire quell'affermazione<Cosa?>che brutti effetti fanno gli ormoni. Fa cessare l'afflusso di chakra, le branchie scompaiono, i denti tornano normali, disattiva l'innata<Ora sono meglio?>domanda guardandola negli occhi. [Chk on] [Banchina 4] Si sta lasciando distrarre dal suo dovere e non è una buona cosa per lei, eppure in quel momento si sente decisamente incuriosita dalla ragazza che si ritrova ad osservare. Dopo tutto sembra essere a buon punto nonostante non sia un’esperta di quei lavori manuali. Piccola pausa che si concede quindi, attendendo una risposta dalla ragazza riguardo quel suo strano aspetto. Certo, non è che le piaccia molto, preferisce di gran lunga il suo aspetto serpentino a quello di… pesce dell’altra. Ma sono gusti che si tiene per sé, limitandosi ad osservarla con un leggero stupore. Ascolta il dire dell’altra riguardo il suo clan e quella che pare essere a tutti gli effetti un’innata. <Capisco, un po’ come me.> non aggiunge altro però, vedendo solo la somiglianza in un’innata che da’ caratteristiche animali. Di certo non va a dirle che lei sarebbe una specie di… ragazzina-serpe. La sua curiosità è stata parzialmente soddisfatta e l’altra si rimette al lavoro. La ragazzina invece si perde ancora un po’ nei suoi pensieri e soprattutto cercando di riprendere le energie. Nel mentre il buio scende e le luci vengono accese per permettere ai lavoratori di continuare il loro dovere. Infine dei passi sopraggiungono non molto lontani… dei passi leggeri e ben scanditi in avvicinamento sulla banchina numero 4. Lo sguardo viene voltato in quella direzione e quindi potrebbe notare l’elegante e slanciata figura della donna in avvicinamento. Completo nero, formale, plico di documenti in mano, chignon e un’espressione sorridente ed affabile. Ascolta le parole che vengono dette verso di loro, e la ragazzina si limita a salutare con un cenno del capo. Espressione che si fa seria, mentre con i suoi occhi gialli cercherebbe di studiare al meglio quella nuova figura che si accovaccia vicino a loro. Nessuna parola viene detta dalla piccola, fino a quando la donna non si rivolge proprio a lei. <E’ dura, ma mi impegno.> ammette sincera, secca, senza bisogno di aggiungere altro. Dopo tutto non ha idea di chi sia, ne tanto meglio cosa voglia… quindi rimarrebbe sull’attenti, aspettandosi di tutto. Le reazioni di Aiako non le comprende, non sa cosa l’abbia spinta a disattivare l’innata e lei volge il suo sguardo verso la donna. <Chi sei, comunque? Desideri qualcosa da noi?> domanda infine, decidendosi a fare quella domanda che da un po’ le ronzava in testa. Insomma, un’identificazione, un motivo per il quale si trova lì a disturbarle. Mantiene un’espressione fredda e distaccata, la sorpresa è sparita ormai dal suo viso. Non si perde tuttavia in quelle parole che vengono dette, incupendosi in un certo senso, dato che la donna sta comunque interrompendo il loro lavoro. Sta già perdendo fin troppo tempo. <Scusa, riprendo a lavorare intanto.> afferma infine verso la donna, dimostrando un certo grado di educazione almeno… e di fatto la ragazzina cercherebbe di rimettersi al lavoro, puntando quel suo sguardo sul chiodo che ancora stringe fra le dita, mentre il braccio destro tornerebbe a rialzarsi per poi permettere al martello di abbattersi sul chiodo, continuando quel suo lavoro di fissaggio. Il chakra ancora cercherebbe di scorrere attraverso i muscoli del suo braccio, per cercare di darle forza e resistenza ad ogni colpo. Cercherebbe di essere il più precisa possibile, cercando di ignorare quella strana donna. Passerebbe di chiodo in chiodo, cercando di colpirli nella maniera più precisa, con la dovuta forza e sempre premurandosi di effettuare le sue dovute pause. [Chakra on 20/20][Forza 20 – Resistenza 15][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari]
Giocata del 25/02/2017 dalle 21:45 alle 23:31 nella chat "Centro di Kusa"
Ahh, quando si dice che la curiosità è donna,non si hanno tutti i torti. Sebbene Aiaiko sia più matura ed abbia maggiore esperienza rispetot a Kouki, è l'unica dele due che rimane ferma ed immobile. Certo, forse non ha glis tessi gusti sessuali di Aiako, ma farle addiruttra il terzo grado, non appena arrivata le sembra del tutto eccessivo. Sorride la giovane donna, andando a dire. < Sono Kikyo Takegawa, la seretaria particolare del capo dei Lavori sulla ferrovia.> Ammette, continuando a sorridere verso la piccola Kouki. Una piccola che, tuttavia, non ha fatto bene i conti con l'oste. Il movimento, per quanto semplice, del braccio con il martello, va giù certo ma non tocca la piastrina del chiodo, quanto più le dita della ragazza. La stanchezza, purtroppo, comincia a farsi sentire per la giovane, sottoposta ad uno stresso fisico non indifferente. Per quanto comunque sia una missione di livello D, spostare e collocare quegli oggetti non deve essere stato semplice. Proprio per niente. Il dolore sarà abbatanza intenso per la giovane, non tanto quanto quello di Aiako. Purtroppo per lei la segretaria sexy del capo non va con le donne. <Ehm, si meglio.. Ma vestita così non ci siamo. Dovresti metterti qualcosa di più.. Intrigante. Attireresti molti più uomini. Proprio come me.> Dichiara, puntando il ditone in direzione della folla di uomini che con la bava alla bocca, le panze scoperte, la puzza di sudore ed i martelli in spalla, si stanno ammassando li. <Eh eh eh, Ciao tesoro.. Ben arrivata! Che mi hai portato oggi?> Chiede uno, mentre il compare aggiunge. < Ma ovviamente lei.. Guarda che gambe! Uuuuuuh, sposami> Molesti,decisamente troppo per i gusti di qualsiasi donna. < Buoni buoni. Ho solo le buste paga. Ed una lettera del capo.> Che legerà successivamente. < Intanto voi due, finite pure di lavorare li. C'è qualcosa anche per voi.> Un occhiolino alle due, prima di continuare con la distribuzione dei pani e dei pesci. [Missione D[Turni: Aiako-Kouki][Turni liberi no tempistiche ]
[Centro | Banchina 4 | Ferrovia] Ha disattivato la propria innata, ha disattivato il proprio potere per essere più appetibile per quella donna, una donna attraente e affascinante allo stesso tempo. Qualcosa di meraviglioso che non vede da tanto, tantissimo tempo. Non fa domande, preferisce gustarsi il di lei aspetto in silenzio, squadrandone le forme in ogni loro parte; è Kouki la curiosa e la lascia fare, non dice niente, non osa interromperla ed ecco che le risposte arrivano. Aiako si beatifica della di lei voce, ne gode ogni attimo e momento in assoluta tranquillità fino a sentire quell'orribile suono di martello e dita pestate. Solleva il capo d'istinto voltandosi verso Kouki, sgrana gli occhi<Ehi ragazzina, stai bene?>si rimette in piedi camminando verso di lei. Si avvicina lentamente al di lei corpo per poi inginocchiarsi al fianco, con la destra cerca di prenderne la mano, sempre se la genin lo permetterebbe, e con fare da "mamma" va a guardare la zona lesionata. Osserva il colpo, le dita sono una zona delicata, si rompono facilmente ma per fortuna non è questo il caso<Devi stare più attenta>voce stranamente premurosa per la Hozuki, forse per via dell'età della Yakushi<Diventeranno un po' viola...mh...aspetta un attimo>ripete la chunin per poi guardarsi intorno alla ricerca di una pietra abbastanza piccola da stare nella mano della ragazzina. Se l'avesse trovata si alzerebbe andando a prenderla per poi posizionarla davanti a se. Le mani vengono portate all'altezza del plesso solare per formare i sigilli del gallo, del bue e delle lepre in rapida successione; il sigillo della lepre permane mantenuto. Inspira l'aria mentre il chakra all'interno del proprio corpo va a muoversi veloce e violento come non mai, percorre ogni essere della ragazza cercando di convogliarsi nei polmoni dove risiede l'aria, qui vi mettere il fuuton, elemento peculiare della ragazza. Se ci fosse riuscita tenterebbe di soffiare l'aria in direzione della pietra, un'aria gelida e glaciale che dovrebbe abbattersi sulla pietra andando a congelarla all'istante. Un getto molto ma molto freddo e se fosse andata in porto, la pietra dovrebbe essere letteralmente un cubetto di ghiaccio. Rilascerebbe il sigillo della lepre per abbassarsi e prendere la suddetta pietra che porgerebbe, infine, a Kouki<Tienila per un po' sulle dita, diminuirà il gonfiore>consiglia la donna aspettando che questa venga presa. Nel mentre ode le parole dell'altra la quale rivela di essere interessata al sesso maschile e non a quello femminile<Personalmente, tranne rare eccezioni, trovo gli uomini degli obbrobri della natura>risponde mentre la osserva andare via per distribuire roba. In tutto questo, alla fine, va a rimettersi al lavoro con cemento e mattoni. [Chakra 56/70][Se aria gelida] [Banchina 4] Cercherebbe di ignorare la presenza della donna, concentrandosi unicamente sul fissare quella pala di legno al terreno. Il lavoro è quasi finito, quindi perdere tempo ora sarebbe veramente da evitare. Le labbra vengono serrate e il petto si alza e si abbassa velocemente, inspirando ed espirando dal naso. Sta facendo fatica, ma almeno ce la sta mettendo tutta. La fortuna dopo tutto è anche dalla loro parte dato il meteo favorevole… non c’è pioggia, il cielo è sereno con qualche nuvola, ma ottimo per poter lavorare. Continuerebbe il suo lavoro, cercando di colpire con forza il chiodo con il martello che continua a stringere nella mano destra. Farebbe colpi secchi e precisi, nella speranza di riuscire a fissare anche quell’asse di legno. Nel mentre la donna decide di presentarsi, e la ragazzina non può che ascoltare con cura quello che viene detto. Sposta appena appena lo sguardo per osservare la donna, un gesto, insieme alla stanchezza che le indolenzisce il braccio, che le costerà un errore mica piccolo. Il braccio si muove verso il basso, ma il martello anziché colpire il chiodo come avrebbe dovuto, va ad impattare dolorosamente contro le dita della ragazzina. Indice e pollice della manina sinistra che finiscono sotto al peso del martello, aumentato dalla forza che ci sta mettendo. <Aah!> presa alla sprovvista, si lascia sfuggire un piccolo urlo di dolore, un dolore non indifferente, che presto dalle dita si propaga lungo tutto il braccio, attaccando ogni fibra nervosa fino ad arrivarle al cervello. Gli occhi vengono chiusi in maniera forte e i denti stretti, mentre la mano destra lascerebbe la presa dal martello, il quale cadrebbe a terra. Le dita infortunate inizierebbero a pulsare violentemente, e la ragazzina andrebbe ad afferrare il proprio polso sinistro con la mano destra, stringendo forte la presa. Il respiro ora verrebbe trattenuto, mentre nella sua mente cercherebbe in tutti i modi di far passare il dolore. Cercherebbe ora di aprire e chiudere le dita della mano sinistra, assicurandosi che il movimento non sia stato compromesso e che si tratti solo del dolore per la botta. Insomma, aspetterebbe che passi quel male pulsante una volta costatato che non ci sia nulla di rotto… almeno spera. Tuttavia la sua compagna pare avvicinarsi ed interessarsi a lei. Non la guarda, sfugge al suo sguardo facendo una lieve resistenza quando l’altra prova ad afferrare la mano, ma infine la lascerebbe fare. Inutile dire che non presta assolutamente attenzione a tutto il discorso che la donna andrebbe a fare con Aiako. Quest’ultima è intenta a fare qualcosa con una pietra, la ragazzina però continua ad osservare le proprie dita con espressione contrita. La rabbia le sale lentamente in corpo, andando ad aumentare i battiti cardiaci. <Che stupida.> sibila un insulto gratuito verso sé stessa, maledicendosi per quell’errore che per quanto piccolo possa apparire agli altri, per lei è decisamente enorme. Una distrazione che non si sarebbe aspettata da sé stessa. <Non è necessario…> ma non fa in tempo a completare la frase che l’altra le piazza in mano quello che dovrebbe sembrare un cubetto di ghiaccio. Sguardo che ora passa dal sassolino nella sua mano al viso della ragazza. Uno sguardo confuso, come se non stesse capendo cosa l’altra sia andata a fare. Tuttavia terrebbe quel sasso per un po’, mano chiusa attorno ad esso, lasciando che il freddo lenisca un po’ quel dolore. Non ringrazia, forse dovrebbe, ma non sa esattamente come comportarsi in quel preciso momento. Quella che alla fin fine è una sconosciuta si è prodigata per darle delle cure. Qualcosa si smuoverebbe dentro di sé, ma con violenza la ragazzina ricaccerebbe quelle emozioni in un angolino buio del suo animo. Non è il momento. Silenzio quindi, e solo dopo qualche minuto riporrebbe il sasso per terra. Si prenderebbe qualche altro attimo, quindi cercherebbe di afferrare nuovamente il chiodo con le dita infortunate, solo che invece di usare l’indice tenta almeno di salvarlo usando il medio… per il pollice, be… non può farci nulla, deve utilizzarlo per forza. Piccoli e profondi respiri verrebbero eseguiti, prima di riprendere con la mano destra il martello e cercare di finire di fissare quei chiodi sull’asse di legno. Altri, ennesimi colpi diretti e precisi, ma questa volta lo sguardo non si staccherebbe nemmeno un momento da quello che sta andando a fare. Si assicurerebbe in maniera diligente che il martello colpisca il chiodo, più e più volte, e si lascerebbe persino andare a qualche colpo un po’ più violento dettato dalla rabbia. [Chakra on 20/20][Forza 20 – Resistenza 15][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari]Si, Aria gelida è sicuramente un Jutsu strabiliante. Considerando le dimensioni ridotte del sassolino preso di mira da Aiako e la sua potenza nellos ferrare quell'attacco, attorno ai lati del sassolino comincia a formarsi uno strato di ghiaccio visibile ad occhio nudo che, come se stesse cristallizzando, ricopre tutta la superficie aumentando di qualche millimetro le dimensioni totali. Insomma, un vero e proprio ghiaccio portatile, ottimo per situazioni come questa. <Brr.. Che sfolata di vento.> Andrebbe a dire la Segretaria Sexy, coprendosi appena le spalle. Per quanto le loro posizioni siano lontane, comunque l'aria fredda è arrivata a tutti i presenti, più come semplici folate. <Comunque, ecco a voi. >Direbbe, successivamente, andando a consegnare ad ognuno di loro la busta paga. Fors eè per questo motivo che prima facevano tanto i gradassi con le ragazze, risultando anche abbastanza opprimenti. <Fate i bravi voi. Vi ho sentiti prima. Loro ci stanno dando una mano, visto che con quelle panze di fuori non siete riusciti a completare la ferrovia in tempo. > Dice, additando ognuno dei presenti che, felici per lo stipendio, sembrano non volerla minimamente ascoltare. < Oh zitta donna.. Qua ci facciamo il culo dalla mattina alla sera, non rompere.> Oh, quanta cattiveria. Chiamare una bella donna in quel modo? Siamo seri? Con due Kunoichi li presenti, che stanno terminando il lavoro affidatogli per oggi? Sì, Kouki ha due dita praticamente quasi inutilizzabili, ma c'è sempre Aiako. E lei ha le branchie (?). <Piantala imediatamente Choojuro. O chiamo tua moglie.> Una minaccia bella e buona, quella di Kikyo.[Missione D][Turni: Aiako-Kouki][Turni liberi no tempistiche ][Penultimo fatarello]
[Centro | Banchina 4 | Ferrovia] Si, l'aria gelida è decisamente potente come tecnica, ha congelato abbastanza e facendo diminuire la temperatura di parecchi gradi ma questo dovrebbe impedire alla mano di Kouki di peggiorare ulteriormente, anzi, forse il giorno dovrebbe averla anche mano gonfia. Purtroppo la piccola Yakushi è fin troppo determinata a completare il suo lavoro. Resta ferma a guardarla, un piccolo sorriso si forma sul volto della chunin per poi alzarsi e tornare al posto di lavoro. Sospira nel vedere quello che ancora bisogna fare, deve metterci più impegno, un maggiore impegno se vuole completare il tutto nel modo più veloce possibile eppure niente è semplice in questo mondo, nemmeno costruire una caspita di ferrovia e mettere dei semplici mattoni. In tutto questo le parole degli uomini si fanno sempre più presenti, parole di perversione, uomini lezzi che non pensano ad altro e la pazienza della chunin si sta veramente riducendo ai minimi storici. Ha la pistola acquatica praticamente pronta, il colpo è già in canna per essere sparato nel chiappone di uno di loro. Stringe le mani cercando di calmarsi, è solo una semplice chunin, non ha chissà quanto potere al villaggio e non è nemmeno così famosa da incutere timore alle persone, tutt'altro, non la conosce nessuno in questo mondo. In questi casi vorrebbe essere famosa per la propria forza ma purtroppo ne deve fare di strada, ha lasciato la via del ninja da troppo tempo per pretendere così tanta roba. Le orecchie sentono quella piccola affermazione e di scatto va a voltarsi verso il ciccione<Ma tua moglie non si fa schifo ad aver sposato uno come te? Le cose sono due, o se ricco e continuamente cornuto o lei è peggio di te ma essere peggio di te è impossibile. Ti consiglierei di andare a casa, chissà cosa sta facendo in questo momento e con chi lo sta facendo>insinua il sospetto nell'uomo prima di ridere e voltarsi verso la ferrovia. Cazzuola in mano e buttata nel secchio del cemento e poi spalmata sul muretto; il mattone viene preso, trascinato e anche questo poggiato al fianco degli altri. Tutti vicini, uno dopo l'altro li va a mettere cercando di finire il prima possibile e che questa tragedia abbia. [Chk on] [Banchina 4] La ragazzina rabbrividisce per quelle folate di vento gelido, ma cerca di non darci molto peso. Intorno a loro intanto la segretaria distribuisce le buste paga e quegli uomini sembrano decisamente contenti di quello che ricevono. Ascolta si e no lo scambio di battute tra i presenti, scegliendo di non intromettersi… dopo tutto nemmeno le importa poi molto alla fine. Gli esseri umani sono fatti così, no? Quindi cercherebbe di portare a termine il suo lavoro, usando il dito medio e non l’indice per sorreggere il chiodo, ma purtroppo deve comunque utilizzare il pollice che le fa un gran male. Stringe i denti, cercherebbe di sopportare, dopo tutto ha subito di peggio. Altri colpi quindi verrebbero mossi con il martello, sollevando il braccio e lasciandolo ricadere in modo da cercare di fissare quell’asse. Cercherebbe di rispettare lo schema della pala di legno precedente, mettendo lo stesso numero di chiodi e negli stessi punti. Se fosse riuscita a fissare anche quell’ennesima pala al terreno, allora si rialzerebbe dal binario, riportandosi in posizione eretta. Lo sguardo dorato di porterebbe nuovamente alle dita infortunate, lasciandosi sfuggire una smorfia di dolore e rabbia. Le dita sono importanti, non solo in quel momento particolare di lavori manuali, ma soprattutto perché sono indispensabili per formare i sigilli. Andrebbe a dirigersi verso un’altra pala di legno, mentre intorno a lei quel vociare inizia ad infastidirla. E’ stanca, molto stanca, le gambe e la schiena le fanno male, per non parlare delle dita e le braccia, ma cerca di tenere duro e nuovamente flette le ginocchia per poter abbassarsi e prendere l’asse. Per sollevare un’estremità dell’asse, la ragazzina userebbe il medio, l’anulare e il mignolo della mano sinistra, aiutandosi ovviamente con la destra, in modo da non sforzare l’indice e il pollice doloranti. Quindi se ci fosse riuscita posizionerebbe quella stessa estremità sull’avambraccio sinistro, facendo scivolare oltre circa venti centimetri per poi afferrare l’altra estremità con la mano destra. Sicura della sua presa, la ragazzina andrebbe a risollevarsi con fatica, per dirigersi verso il binario. Non chiede aiuto e mai lo farà, sia chiaro, piuttosto soffre in silenzio, ma non demorde. Una volta arrivata al binario cercherebbe di posizione anche quell’asse, riflettendo nuovamente le ginocchia ed appoggiando l’oggetto con le mani, sempre ben attenta a non usare le dita infortunate ovviamente. Se ci fosse riuscita cercherebbe di sistemare quell’asse al meglio, alla stessa distanza dalle altre e quindi andrebbe a posare nuovamente le ginocchia per terra. Le manine verrebbero sollevate ai lati del viso, per poter sistemarsi i capelli dietro alle orecchie con un semplice gesto, quindi andrebbe a riprendere chiodi e martello. Meccanicamente, come un automa dall’espressione neutra, andrebbe a continuare il suo lavoro, come una vera e propria stacanovista, cercando in tutti i modi di resistere alla stanchezza. Ma probabilmente potrebbe essere al limite. Nel mentre che cerca di fissare l’asse di legno al terreno, alle sue orecchie arriva chiaro e tondo il dire di Aiako rivolto verso uno degli uomini. La ragazzina darebbe qualche altro colpo di martello ai chiodi, quindi si fermerebbe per evitare l’errore precedente, e volgerebbe lo sguardo verso di lei, alternandolo fra la ragazza e i presenti. Quelle battutine non sono più rivolte alla ragazzina, quindi quelle persone nella sua mente hanno raggiunto il posto che più le spetta, la polvere. <Cerchiamo di mantenere tutti la calma. Siamo tutti stanchi, nessuno lo mette in dubbio, cerchiamo di avere tutti il rispetto gli uni per gli altri e completiamo il lavoro di oggi.> tono gelido, sguardo tagliente e deciso che andrebbe a posarsi sia sugli uomini che sulla ragazza sua compagna. Probabilmente rideranno in faccia alla piccola, ma a lei non importa. Ha detto quello che pensava e quello che ognuno dovrebbe fare. Non aggiunge altro e non perde ulteriore tempo, quindi ritornerebbe al lavoro col proprio martello per poter sistemare quella dannata asse. L’unica cosa che le interessa ora, ma che le è sempre interessata, è finire quel lavoro nel migliore dei modi… inoltre si sente già abbastanza irritata per l’errore di distrazione da lei stessa commesso. Continuerebbe quindi, come un piccolo automa. [Chakra on 20/20][Forza 20 – Resistenza 15][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set da 5 fumogeni – 14 fukumibari – 1 manriki-gusari]Gli animi si stanno riscaldando e non è cosa buona, far irritare gente che possiede martelli pesanti o vanghe di metallo. Ci potrebbero scappare fuori diversi morti. <Calma tutti quanti.> Direbbe la segretaria, andando a fissar eognuno di loro. <Voi andate pure dove volete.. Basta ch ela piantate!> dice, muovendo entrambe le mani su e giù, come se volesse chiuderle, indicando poi la via di uscita. Riluttanti ed alcuni ancora con la lingua un po' troppo affilata, se ne vanno da li, mentre il capo mastro con aria di sfida, continua a fissare la segretaria e Aiako. Risponde prima alla Kunoichi < Non schifo quanto te.> Dichiara. già da prima le ha disprezzate. Il perché è abbastanza semplice: gli hanno rovinato la manovalanza pura. Quel tipo di lavoro spettava a loro, alla sua compagnia, non di certo a degli Shinobi. Poi si lamentano che l'economia del paese v in fumo. <Senti donna, tornatene a fare il tuo lavoro. Ed io faccio il mio. Addio. Ah e voi due.. Potete pure smetterla. Quella era l'ultima parte sa sistemare. No credo che abbiate conoscenze di fisica applicata.> Beh, oddio.. Sicuramente hanno più conoscenze di lui, dato che sono appunto shinobi. Per loro, la fisica è una materia con la quale hanno a che fare giorno e notte. Se ne va, il panzuto, camminando a gambe aperte e continuando a borbottare, probabilmente insulti. Quanto alla segretaria, semplicemente si gira verso di loro, andando a dire. <Scusateli. Sono arrabbiati perché non ricevono più lo stipendio totale, visto che non hanno terminato i lavori in tempo.> Dichiara sorridendo tristemente. Per quanto abbiano ragione a lamentarsi, anche la stessa società ha ragione nel pagarli di meno. <Grazie, comunque, per l'aiuto.. Sia fisico che morale. Forza, andate a casa tutte e due. Qui dentro..> Dice, andando a tirare fuori due belle bustarelle chiuse da un sigillo in cera lacca. <..C'è il compenso per l'aiuto ricevuto.> Dice, andando poi a sorridere verso le due. < E qualcosa di più in caso vi servisse una mano.> Dice, per poi andarsene anche lei, ancheggiando in maniera provocatoria. Missione finita, andate in pace.[End]End non obbligatoria, basta che avvisiate.