Chiacchiere, solletico, pianti e speranze
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Giocata dal 21/02/2017 22:12 al 22/02/2017 01:43 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Deve fare ancora una cosa, deve andare a visitare una persona che per un motivo o per un'altro ha preferito lasciare perdere. Non voleva vederlo? no non è questo, ma aveva altre cose da fare e AKendo è capace di incasinarle ulteriormente la vita, senza contare che non voleva parlargli di Azrael. Eppure eccola li, di sera, quasi come se volesse prepararsi a dargli l'addio. Appena uscita dal Dojo la ragazza si è diretta verso la fonte di chakra più forte che c'è in questo villaggio chiamata Konoha. Le braccia sarebbero interamente ricoperte da una sorta di coprispalle in pelle, elaborato e rifinito che protegge l'interno arto verso l'esterno lasciando spazio all'interno in modo da non ridurre la mobilità delle braccia. Coprirebbero le scapole e si congiungerebbero verso il collo così da recare un colletto. Sotto il busto protettivo di cuoio, una maglia di colore bianco nero copre il petto lasciando le spalle scoperte. una larga cintura copre fianchi e ventre ed al di sotto una gonna che arriva a metà polpaccio di colore scuro presenta degli spacchi al livello delle gambe dove si possono chiaramente vedere le protezioni in pelle per le gambe legate ai pantaloni aderenti. Il tutto si conclude con un paio di stivali che arrivano a metà polpaccio inoltre porterebbe le solite protezioni ai vambracci ed i guanti ninja. Con se porterebbe il suo solito armamentario di fiducia all'interno di una tasca posteriore e nel cosciale legato nella gamba destra con all'interno un diversi kunai, 6 per la precisione, tre di questi sarebbero legati a delle carte bomba. Nel porta oggetti, 2 fumogeni,3 fuuda vuoti oltre a 2 tonici per il recupero del chakra e 2 coagulanti.Non porta altro se non il tanto in vista dietro la schiena infoderato.Arriva in direzione della porta e busserebbe. Completamente fradicia sotto la pioggia attende che quella persona possa aprirle la porta....ha davvero bisogno di parlare, no, di stare con qualcuno [ch on] [Casa Konoha] Non sa nemmeno più quanto tempo sia passato da quando è li, lasciato solo a riposare, nel silenzio più assoluto, rimembra con fatica gli ultimi ricordi legati alla resurrezione di Katsumi, gesto costato non poco per il Rikudo Sennin, che ha dovuto sacrificare gran parte della sua vita naturale, conscio o meno di quanta gliene rimanga realmente, ha voluto comunque correre questo rischio, poiché fa tutto parte di un piano più grande, non vi è confronto nel sacrificare qualche anno di vita relazionato a quella dell’immortalità, non vi è nemmeno da pensarci. Eppure egli pensa, non di certo a questo, bensì a Katsumi, partito per Kusa, così come Hana tornata al tempio Otsutsuki, li, seduto, con le spalle appoggiate al legno del matrimoniale, coperte e cuscini morbidi avvolgere le sue carni, nudo della parte superiore del corpo, del bianchiccio si comincerebbe ad intravedere nella sua famosa nera chioma che discende dal capo ed avvolge la spalla destra, segno del sacrificio e della forza vitale abbandonata. Riflette, portando il suo sguardo verso i palmi delle proprie mani, perché è li? Non ovviamente una domanda basata sul luogo ove ora risiede, una domanda di maggior scala, sa bene perché è sulla terra con questi occhi, sa bene perché è stato scelto, eppure non può fare a meno di domandarsi se nulla di tutto questo fosse accaduto, se fosse rimasto il semplice Seiun, maestro nelle arti samurai, fedele luogotenente…qual è l’esatto momento, storico, temporale, dove egli è stato scelto per adempiere ad un compito di gran lunga superiore ai comuni mortali, dotati degli occhi dell’unico creatore del mondo ninja. L’atto, il passaggio, l’azione o forse la parola, quell’esatto momento in cui i Kami hanno visto in lui il prescelto, anche solo pensarci gli verrebbe in mente la Magione samurai e l’attacco dell’Akatsuki, ma quell’evento storico fu un drastico cambiamento per Akendo, non ci è dato sapere se vale per i Kami quanto per Akendo, perdere tutto e lasciare che il mondo lo colmi d’odio, in ogni sua vena, raggiungere l’apice del possibile e della tolleranza e dover abbandonare ogni cosa in favore di un potere e di un compito superiore, forse fu quello il momento esatto in cui i Kami lo scelsero. Pensieri atti solamente a tener compagnia alla mente di Akendo, giocando con se stesso nel valutare ogni possibile variazione o contesto, si diverte con poco insomma, mentre l’odore della pioggia penetrerebbe i semplici picchiettii delle gocce d’acqua sul legno ormai fradicio della finestra, inclinerebbe leggermente il capo in alto a destra, mentre la destrosa lascerebbe il morbido velluto delle coperte, sollevandosi e portandosi poco sopra il proprio sguardo, lentamente discendere fino a coprire ambedue gli occhi…<un Seiun?> quelle ombre, quell’oscurità ove è nato e per tanto tempo lo hanno protetto e affiancato, dimora della solitudine e forza, non è più nemmeno quello, se glielo dovessero chiedere, non saprebbe nemmeno più lui come chiamarsi o chi sia realmente, non dopo tutto quello che ha visto e fatto, cose che non dovrebbero esistere in questo mondo eppure eccolo li, l’esempio lampante, l’insieme di tutti questi fenomeni misteriosi, risiede in un unico volto, un unico sguardo, due occhi. Il rumore alla porta, lo distoglierebbe da questi malsani pensieri di compagnia, attirando la propria attenzione, la barriera che si è fatto mettere attorno alla casa avrebbe reagito se fosse stato un estraneo ma così non è stato, dunque è un chakra a lui conosciuto, non volendo attivare inutilmente il Rinnegan, vocerebbe con un tono di voce affaticato < Entra pure, non vi chiave ne serratura che separi la tua figura dalla mia, entra dunque> nulla di più, attendendo che il volto a lui ancora nascosto si mostri, ovviamente qualche ipotesi già l’ha considerata, ma apparte estranei di conosciuti non sono così pochi che vorrebbero vederlo. [chakra off] [rinnegan off] [no equip] [no katane] Appena lo sente parlare, la ragazza apre la porta spingendola verso l'interno andando a chiudere la porta alle spalle ritrovandosi all'interno della casa di Konoha. Buio, vuoto, isolato..cosa ci fa Akendo in un bozzolo del genere. Quindi cerca e si guarda attorno, fino ad arrivare alla stanza matrimoniale. Mekura osserva, il Rikudo Sannin, nel suo letto, più o meno come lo ha lasciato l'ultima volta che si sono visti <...tu lo sai che ti piaghi a furia di stare in quella posizione vero?> risponde Mekura guardandolo mentre si avvicina a questo arrivando ad affiancarlo. Rimarrebbe in silenzio per un po' guardando i capelli bianchi, quel bianco che inizia a palesarsi, come se fossero consumati dal tempo. Non vuole neppure chiedere come è successo, non ce la fa a sopportare oltre tra le sue disgrazie, dovrebbe subire anche quelle degli altri? <il vicinato non è così buono da poter lasciare la porta di casa aperta, dovresti essere più cauto Akendo> abbozza un sorriso amaro continuando a guardarlo con sofferenza. La Hyuga ha una espressione spenta, sofferente, più del solito, come se il peso si fosse fatto tale da arrivare a consumarla nella preoccupazione crescente. <sei ancora debole?> chiede questa intendendo chiaramente al suo stato fisico, alla condizione attuale che sembra per lo più palese per quel disgraziato ridotto a stare a letto, magari per tutto questo tempo da solo, come una larva in un bozzolo. Sente le gocce d'acqua scenderle dai capelli e bagnarle il volto, fino a cadere dal mento verso il basso, rimanendo ferma a fissarlo dall'alto. [ch on] [Casa Konoha] Il viso femmineo che si palese oltre quella porta, sorprende, quanto basta, il Rikudo Sennin, che non si sarebbe mai aspettato di vederla in questo modo, né in queste condizioni, l’ultima volta se non altro era completamente incosciente e il nemico comune non ha lasciato spazio a rimpatriate o spiegazioni, questa volta invece di tempo c’è ne, eccome se c’è. In quella stanza, dove le ombre e le luci continuano a darsi battaglia sotto lo scroscio della pioggia, ora palesarsi la figura di Mekura, abbozzando un sorriso alle sue prime parole, lasciando ch’ella s’affianco alla di lui figura <ho fatto predisporre una barriera anti chakra, lasciando che solo i chakra conosciuti potessero varcarlo> in caso contrario verrebbe avvisato <te Mekura sei una di quelle eccezioni che ho lasciato apposta> quindi seppur sorpreso, forse ci sperava in una apparizione della donna Hyuga, d’altronde come dimenticarsi il loro primo incontro, strano quanto singolare, così come il loro addio sotto la pioggia alle statue, nulla di tutto questo è dimenticato, non per Akendo che ricorda come fosse ieri, nonostante anni e anni sono ormai passati, molto è stato detto e fatto <ho visto tempi migliori, non c’è dubbio ma ora il peggio è passato> taglierebbe così, chiunque vedrebbe il viso del Rikudo Sennin, scavato e consumato, così come i suoi capelli e la sua corporatura, una volta forte e muscolosa, capirebbe che non vi è un andare a migliorarsi e dunque perché mai dovrebbe mentirle dicendo che ora che il peggio è passato sta bene? Che si riprenderà? Non vi è ripresa, non per lui, una caduta libera, può solo scegliere se rallentarla o lasciarsi andare, evitando dunque di vociare più del necessario su quanto verte la sua condizione fisica e non, inutile addossare di propri problemi, per giunta irrisolvibili, non potrebbe mai fargli una cosa del genere, per questo risiedere solo ed isolato in una casa vuota, spoglia e buia ormai. Lo sguardo si posa sul volto della Hyuga, l’osserva, con attenzione, quel viola dai cerchi concentrici cerca il di lei sguardo, captando sofferenza e stanchezza di tanti eventi affrontati e tanto peso da sorreggere <vedo invece che te hai dovuto far fronte a diverse difficoltà, da sola, hai dovuto affrontare situazioni che ti hanno più o meno inflitto delle cicatrici, questo io posso vederlo> qualche attimo di pausa, mentre il proprio sguardo violaceo continuerebbe a rimanere in contatto con quello spento della ragazza dalla luna cremisi <per quanto rischi di piegarmi a furia di stare in questa posizione> facendo ovvio e scherzoso riferimento alle parole pronunciate poc’anzi dalla stessa Mekura <trovo che a te non farebbe male poterti poggiare su morbide lenzuola e tirare un sospiro, liberatorio o meno, un sospiro dopo tanto tempo> invitandola dunque a non sostare più in piedi ma ad affiancarlo in quell’immenso letto, a lei come posizionarsi, continuamente seguita dallo sguardo del Samsara. [chakra off] [rinnegan off] [no equip] [no katane] <ah> afferma solo questo in risposta alla sua domanda ironica sulla porta aperta, è confortante vedere che qualcuno le sorride ancora. Rimane a guardare quel corpo consumato, sembra invecchiato, come se si fosse prosciugato, secco come una pianta sotto il sole, <bhe wow...ti avrei picchiato se non lo fossi> ironizza ancora una volta con una stretta alla gola crescente, ma allarga il sorriso, andando a mordersi il labbro inferiore per trattenersi. Quando questo risponde alle sue domande Mekura azzarda un'altro sorriso, ma si trattiene dal dire altro e si avvicina al letto ancora un po'. Quando sente e vede il modo in cui si esprime, quando capta la sua sofferenza, lei abbassa il capo ancora sorridendo per nascondere le lacrime di frustrazione che vorrebbe far scrosciare fuori a fontana..è successo così tanto e non riesce a parlarne correttamente. <devo avere un aspetto pessimo allora> stringe le spalle e le braccia <ho fatto molti errori e forse qualcosa che non riuscirò mai più a riparare> si passa la mano destra per strusciarsi il volto e cercare di forzare una risata in modo da mantenere il tono scherzoso della vicenda. Quando la invita ad appoggiarsi Mekura sorride ancora di più <Signor Akendo, Rikudo Sennin, non lo sa che queste sono proposte sconcie da fare alle brave ragazze?> lo prenderebbe in giro, un po' prima di portare indietro i capelli ed appoggiarsi sul letto mettendosi a sedere, andando a togliersi le scarpe e parte degli indumenti che poteva togliere in modo da non bagnare il letto completamente. Rimarrebbe quindi solo con i pantaloni e la maglia, tutto il resto messo da parte ai piedi del letto andando infine a sdraiarsi per guardare in faccia Akendo. <..non dovrebbe esserci quella ragazza al posto mio qui adesso?> chiede lei incuriosita dal fatto che sia rimasto da solo, in quella casa [ch on] [Casa Konoha] Abbozzerebbe un sorriso, seppur tirato, dalla fatica, alle parole di Mekura, cercando di mantenere il contatto diretto con il suo viso, lasciandola solamente quando quest’ultima, abbasserebbe il proprio capo, ascolta le di lei parole, un sospiro, profondo, prima di risponderle…<si devo dire che pessimo è l’aggettivo che più qualifica il tuo aspetto ora come ora, non sei più il candido fiore che incontrai tanti anni fa> parrebbe più un insulto che un complimento o un rincuorarsi se non fosse per le sue ultime parole <ma d’innanzi a me ora vedo una donna forte, orgogliosa, il cui potere è maturato, capace di compiere scelte, giuste o sbagliate che siano> dando così ascolto alle parole successivi della Hyuga, ove risponderebbe con calma mentre ella si poserebbe sul letto <vi è sempre un rimedio ai propri sbagli, gli unici a cui non ci è concesso metter parola sono la vita e la morte> ironico detto da parte sua ma egli è una eccezione, su tutt’altro piano rispetto ai ninja che popolano queste terre, il concetto di vita e morte è relativo per lui, così come il tempo d’altronde….ironico, detto da uno che di tempo non ne ha più. Abbozzerebbe un sorriso alla provocazione scherzosa della ragazza <non sono mai stato famoso per essere un galantuomo ne rispettare il galateo, tendo più a seguire i miei istinti…tu no> attimi di pausa <Mekura Hyuga?> cercando nuovamente il contatto con la bella ragazza dai bianchi occhi. Ennesimo sospiro, mentre lascerebbe che la ragazza si spogli di quel che può, evitando d’infradiciare il letto e soprattutto posizionarsi come meglio crede e vuole <sono solo, questa in parte è la vita e la strada che mi attende> una risposta assai fredda quanto vera, è solo li, chissà da quanto tempo ormai, un riposo quasi criogenico, lontano dagli occhi di chiunque. [chakra off] [rinnegan off] [no equip] [no katane] Come li sa fare i complimenti lui alle donne, davvero pochi ci riescono. Sorride comunque ascoltandolo mentre lo osserva, quel vecchietto che alla fine le da della donna forte capace di fare le proprie scelte <...certo, ma in questo momento c'è solo una persona distrutta, altro che potere e forza> sussurra alla fine accucciandosi di più sul letto <alcune volte, vorrei rivivere quella sera, mi piacerebbe risentire quella donna al chiosco farsi una idea sbagliata> sorride ripensandoci <e poi stavi meglio con gli occhi verdi> non sa neppure perché sta dicendo queste cose, forse perché sta per partire per una missione mortale e seguendo l'idea di Hiashi non vuole lasciarsi nulla indietro. <lo spero, lo spero davvero> risponde riguardo alla possibilità di redimersi dai propri errori guardandolo in faccia. Sorride prendendosi il suo tempo con il petto che si solleva e si abbassa con ritmi rapidi <non lo so, ogni volta che provi a parlare inizi a filosofeggiare, dopo un po' diventa un po' frustrante seguirti> sorride prendendolo in giro ancora una volta, scherzosa mentre la domanda viene rigirata verso di lei <bella roba che hanno fatto i miei istinti> commenta questa prendendosi in giro da sola, amaramente andando a chiudere gli occhi per qualche secondo, sospirando: un letto, da quando non c'è un letto nella sua vita? Appena sente che è solo, nel suo solito modo vago di esprimersi, la ragazza rimane in silenzio per un po', abbassando lo sguardo e poi sollevandolo in modo da tenere d'occhio Akendo. <posso tenerti compagnia anche se solo per una notte?> chiede aspettando una risposta negativa o positiva [ch on] [Casa Konoha] I suoi più che sospiri, sono diventati ormai una sorta di richiesta di linfa vitale, provato dalle diverse fatiche che ha dovuto affrontare, l’ultima un qualcosa che solo gli dei fino ad oggi avevano il diritto di fare, giocare con la vita e la morte, un prezzo che però ha pagato per un qualcosa di superiore, si spera, in futuro. Ascolta le parole di Mekura, stanco per poter rimanere nella sua solita espressione, lascerebbe che una smorfia divertita si crei sul proprio viso, che da lungo tempo ormai non fa che provare sofferenza < una persona distrutta ma non spezzata, ricordatelo> vocerebbe così, passando poi a quella sfilata di ricordi che ormai paion quasi un sogno <una serata che rimarrà per sempre nella mia mente, chissà, come sarebbero andate le cose se quella vecchia ci avesse visto giusto…> con un lungo silenzio forse imbarazzante forse no, si lascerebbe a desideri mortali, d’altronde chi meglio di uno come lui non proverebbe ad anelare una vita mortale, semplice, senza problemi, un modesto lavoro nel villaggio, una moglie due bambini e quanto di più bello che la felicità possa donare, probabilmente questo sarebbe accaduto se la vecchia ci avesse visto giusto, ma il mondo è cinico e per i due ha visto ben altri progetti, eppure eccoli qua, sotto il cielo di Konoha, al chiuso o all’aperto non importa, eccoli la. Un sospiro <intanto signor Akendo non esiste> un tono tra lo scherzoso e il…non si capisce < sono pur sempre giovane> non si direbbe ora dall’aspetto ovviamente, nonostante la sua età nel mondo ninja venga vista come un premio per aver vinto mille e mille battaglie, rimanendo in vita a qualunque costo <ti comprendo Mekura, a volte, non mi capisco nemmeno io> ed è sincero probabilmente, la propria mente è un infinito Tesseract di informazioni e sensazioni, decifrarle tutte sarebbe come chiedere l’impossibile. Lo sguardo di lui, scivolerebbe sulle labbra e parole di lei, seguendo quelle ultime sillabe <certo mia cara Hyuga, certo che puoi e per facilitarti e non frustrarti, cercherò di essere il più genuino possibile> quella sua smorfia divertita, si paleserebbe nuovamente, questa volta più accentuata, quasi maligna adesso, ma un maligno come dire…complice della situazione, non di certo minaccioso. Qualunque cosa ella provi a fare, di scatto, ambedue le mani del Rikudo Sennin si avvinghierebbero ai di lei fianchi, sollevandola letteralmente e sbattendola a letto <vediamo quanto puoi resistere> parole inusuali, quanto la pratica che di li a poco proverebbe a compiere, tastando e pizzicando con estrema precisione ogni sensibile lembo della pelle, conscio del corpo umano e delle zone per l’appunto sensibili…altri non è che il…solletico. Una veste forse mai vista da Mekura eppure questa le si palesa d’innanzi, con il Rikudo Sennin troneggiante ora, lo sguardo e rivolto a quello della bianca Hyuga, il suo è un palese atto volto a renderle più leggero l’animo e forse questo è uno dei modi migliori, nonostante questo, del colorito tornerebbe ad adornare il volto del Seiun, illuminandolo di una qualche energia, un guizzo di vita, nonostante lo sforzo comunque non sia indifferente <per quanto sia stato poco presente nella tua vita> sussurrerebbe al di lei orecchio, mantenendo il profondo sguardo violaceo su di ella <ci sono sempre stato e ci sarò sempre Mekura, qualunque cosa accada io ci sarò sempre> forse è vero, forse no, forse è quello che una persona vorrebbe sentirsi dire, forse è quello che Mekura vorrebbe sentirsi dire, forse…è quello che Akendo vorrebbe sentirsi dire. [chakra off] [rinnegan off] [no equip] [no katane] [se tecnica del solletico] Chissà cosa sarebbe successo? chissà cosa avrebbe fatto, cosa sarebbe cambiato. <bhe...secondo il copione tu dovresti lavorare> cerca di ricordarsi quello che le aveva detto quella vecchia <a quest'ora avremmo guadagnato abbastanza per poter vivere in affitto, qualche possibilità in più di lavoro...figli? bhe io ne ho due acquisiti alla fine> afferma la ragazza seria per un secondo,mentre ripensa a Ken ed al fatto che forse sarebbe il caso di dirgli che è figlio di Azrael. Solleva un sopracciglio sentendo come Akendo si rivolge a se stesso, non un vecchio, ma giovane. <si, giovincello> afferma questa seriamente sorridendo verso Akendo, la questione invece passa sul fatto di non comprendersi e su cosa sia diventato < te lo dico io> sorride sotto i baffi guardandolo, assottigliando le palpebre mentre prende un lungo respiro <tu, sei un minestrone metafisico e filosofico> commenta questa ridacchiando prima di essere presa di sorpresa <?> sgrana gli occhi per poi spingerla nel letto cambiando la posizione e ritrovandosi con Akendo, il capo della Akatsuki, il presunto divino RIkudo che detiene il rinnegan, farle il solletico <cosa? n-no> cerca di trattenersi spostando le mani e le gambe per reazione, arrivando a ridacchiare quando questo inizierebbe a trovare i punti giusti <no! ahah no, no ti prego, no!> inizierebbe a piangere per quanto sta ridendo..o forse piangere perché ride. <no, noo> continua a ridacchiare instancabilmente portando le mani verso il petto scuotendo il capo furiosamente. Quando si ferma e lo guarda, con i capelli scompigliati che scendono sulla fronte ed a raggio per il letto. Solleva il mento e per una volta mostra i denti per quanto sorride, le fanno quasi male i muscoli della faccia per quanto non li utilizza più e poi..<...> la sua espressione cambia da felice, per un solo momento, felice e spensierata, si ritrova a mutare il suo volto ancora una volta. GLi occhi diventano lucidi rapidamente, sbatte le palpebre e le lacrime iniziano a scendere rigando il volto, bagnando tutto ciò su cui passano. Stringe i denti e gli occhi andando a cercare con le mani il collo di questo, cerca di avvinghiarsi a questo lasciandosi sfuggire un pianto silenzioso, senza parlare, senza dire nulla, cercando solo conforto da quel abbraccio. Potrebbe morire, potrebbe morire e fallire miseramente, tutto questo almeno è un bel modo per prepararsi a morire. [ch on] [Casa Konoha] Ascolta con attenzione le di lei parole, parlando di lavori e bambini al quale risponderebbe solamente dicendole <per quanto possa sembrare strano, non è una vita che odierei probabilmente, non oso immaginare poi un piccolo Akendo per casa> abbozzando un sorriso, più per i ricordi di quella sua infanzia così sola eppure fu la sua salvezza, ma come non pensare a cosa potrebbe dare ad un proprio figlio, forse quello che non è riuscito a fare con Kurako, suo enorme fallimento, come mentore e padre, lasciandogli ancora una volta un vuoto incolmabile. Ma tutto questo perde d’importanza, quando, grazie alla propria forza, per qualche istante Mekura si vedrebbe sollevata e buttata sul letto, nelle grinfie del Rikudo Sennin, vittima della più imponente delle tecniche del Rinnegan, Rinne-Solletico no jutsu, cercando di darle quanto più calore umano gli è rimasto in corpo <più che giovincello, piuttosto te, ormai non sei più un fiorellino> risponderebbe di rimando con la stessa provocazione, scontata, ovvia, ma ben voluta e scherzosa. Gioendo dell’incapacità di sganciarsi dalla sua presa, toccando i giusti punti sensibili della sua pelle, in balia di lacrime e risate, quando tutto cesserebbe, mentre lacrime di ben altri sentimenti righerebbe il volto della ragazza, alle quali, il pollice del Seiun, cercherebbe di carpirle, mantenendo il legame di sguardo con la Hyuga, mentre passerebbe sulla sua guancia, il medesimo pollice, scacciando le sue lacrime, come se cercasse di farsi peso delle altrui preoccupazioni e ferite, scacciandole da lei, senza ancora lasciarsi a domande o possibili spiegazioni, fissandola semplicemente con quel violaceo cerchio concentrico, quasi ipnotizzante, forse volutamente apposta in quel legame occhio su occhio, lasciando infine che cinga il proprio collo, abbandonandosi in quello stretto, quasi soffocante e silente abbraccio, inebriandosi dell’odore della pelle e dei capelli d’ella, senza accennare a nulla, senza vociare alcuna parola, rimanendo come immobili nel tempo in quella stretta, come se fossero esenti dal tempo, statue immortali. [chakra off] [rinnegan off] [no equip] [no katane] [Rinne-Solletico no jutsu] Una vita, una creatura da crescere, da amare, qualcosa a cui lasciare il nostro lascito, corredo genetico o meno. Sorride ridacchiando con la voce ovattata mentre piange sul suo collo. Completamente rapita da quella situazione, trovandosi a non lasciare la presa da quel abbraccio, come se non volesse mai più staccarsi da li. <mi dispiace> sussurra <non...non dovrei comportarmi così> sussulta ancora prendendo lunghi sospiri, mugugnando mentre cerca di calmarsi <non dovrei> ha cercato per così tanto tempo di non piangere che adesso le sembra irreale il fatto che non riesca a trattenersi. Ed allo stesso tempo trova così sbagliato che abbia cercato conforto nelle braccia di un'altro uomo che non fosse il suo Nara. Continua a mancarle, continua a ferirla nei suoi sogni più turbolenti e complessi. Anche solo un amico, ma gli amici poche volte ti parlano di bambini che potevano venire fuori tra una possibile relazione e ti guardano in quel modo no? Si calma, alleggerendo l'abbraccio per non soffocarlo oltre, per poi guardarlo, ricercando lo sguardo rimanendo in silenzio senza sapere cosa dire di più di quanto non si sia già visto e lo osserva, cercando di comprendere cosa segue dopo, che cosa succede ora. Tiene lo sguardo, piegando il mento, osservando quasi perduta rendendosi conto che forse è ora di una spiegazione. <potrei morire, potrei morire a breve, forse giorni> Spiega questa alla fine <è una storia così complessa e così orrenda che faccio fatica anche solo a parlarne> scuote il capo sospirando. <ma potrei morire in una missione...contro un nemico che ha il mio stesso sangue> abbassa il capo <volevo..dire addio a qualcuno che conosco nel caso non ce la facessi> [ch on]
Giocata dal 25/02/2017 22:41 al 26/02/2017 01:32 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Casa] Stretti ora ancora per qualche istante in quella morsa, che dolore non porta ma ne racchiude tanto, lo percepisce, eppure al tempo stesso si crogiola in quella stretta, assaporando ogni istante, inebriandosi del suo profumo, dai capelli alla pelle, ne inebria le narici e rimane, immobile, fermo, staccandosi solamente quando la ragazza decide di lasciar che dell’ossigeno si faccia spazio tra loro, ricambiandone lo sguardo, quel violaceo ipnotico le cui iridi sono adornate da cerchi concentrici, la fissa in silenzio. Attende fin a quando le di lei parole non lo raggiungono, come un enorme buco nello stomaco, lo colpiscono, forse più di quel che avrebbe pensato, sentirsi così, causa di quelle parole e della persona in questione, qualcosa che non si sarebbe mai immaginato, o forse si, d’altronde non lo ha mai realmente nascosto. Continua in silenzio ad ascoltare, quando sul calar dell’ultima frase, parola, sillaba di lei, d’istinto, la destrosa si staccherebbe da lungo il fianco, portandosi dietro la nuca della ragazza e spingendo il di lei capo sul proprio petto, portando così il proprio viso poco sopra la sua chioma di capelli, come in un nuovo abbraccio, pronunciando poche, semplici parole <se questo fosse uno scherzo allora sarebbe il più atroce, se le tue parole fossero semplici bugie allora risulterebbe le più dolci> poche parole ma cariche di un emozione strana eppure par ben chiara la motivazione e l’intenzione, andando solo a quel punto a staccarsi di pochi centimetri con il volto, solo quanto basta perché la destra si stacchi da quella presa e cinga la gote sinistra della ragazza, mentre il proprio viso si porti sullo stesso piano della Hyuga, ora…a pochi centimetri dal di lei viso, mischiandosi in quel turbinio dei loro occhi, così vicino dal poter percepire il caldo ed inebriante respiro della ragazza, se non venisse interrotto, così vicino dal poter percepire il calore e l’ardere delle di lei labbra, così vicini quanto basta perché i loro respiri si mischino, le labbra di Akendo lentamente si schiuderebbero lasciando che dolci parole macinino quei millimetri che lo separano da lei <non posso permettere che accada Mekura, non posso permettere che nulla ti possa accadere> e no non è una promessa fatta a qualcuno o a se stesso, non vuole che accade punto e basta, può fare tante cose una di queste è evitare che le persone muoiano <sai in cuor tuo che non posso perderti, qualunque sia il problema, non posso perderti> le violacee iridi rimbalzerebbero tra le di lei labbra e i bianchi occhi, come se non sapesse dove posarsi e dove finire <non ci sarà nessun addio> ultime parole poi solo sguardi e respiri. [casa] Non sa neppure perché tra tutti sta decidendo di salutare lui, alla fine, probabilmente perché era rimasto l'unico che poteva avere qualche interesse ad ascoltarla, l'unico di importante nella sua vita rimasto. Poteva correre a Kusa a salutare i suoi bambini..per poi soffrire come un cane a lasciarli andare di nuovo sentendo la delusione da parte loro di essere di nuovo lasciati ad altri e non stare con lei, a non dare spiegazioni a Yukio che magari è troppo impegnato ad amministrare un villaggio, salutare Kimi? e cosa avevano da dirsi loro due? alla fine la preoccupazione c'è stata sempre in modo unilaterale, in più, probabilmente avrebbe preferito non pensare ad altri problemi che non la riguardano: sua figlia è stata rapita e lei torturata, alla fine è come avere a che fare con Kaori. Katsumi...che senso avrebbe nel parlare con lei? cosa potrebbe anche solo dirgli? l'ultima volta le ha detto praticamente che era una impicciona e di non interessarsi a quello che decide di fare. Azrael....dove sarà mai lui? Era da sola, di nuovo sola ad affrontare il mondo e non è un semi dio, o qualche prescelto...è solo lei, la solita grande perdente di sempre, la solita che cerca di combattere il proprio destino come un marinaio nella tempesta, senza speranza e con disperazione, prima che la marea lo affondi.Sente ancora le lacrime appiccicarsi al viso e non sa se continuare a deprimersi all'idea o infuriarsi contro se stessa di essere così dipendente dalle altre persone, di dover ricercare qualcuno contro cui piangere per lo sfinimento. Chiude gli occhi appoggiando la testa sul petto di questo senza opporre resistenza, tremando mentre la mano destra si appoggia alla spalla di questo stringendo. Un gran male, un grande dolore, il cervello che le turbina nella testa: cosa è sbagliato cosa no? cosa è vero? cosa sono i ricordi, cosa? cosa. E poi, un gesto, un tono, che non sentiva da molto tempo riservato a lei. Apre gli occhi ancora illuminati da lacrime rabbiose e sconfortate guardando in direzione di Akendo..scoprendo che non lo ha mai visto così da vicino. <...> Il volto è caldo, stranamente caldo per lui, così distaccato dal mondo tale da essere più simile ad una statua che ad un essere vivente. Pochi millimetri, flebile contatto dovuto dal calore del loro respiro in quella notte solitaria. Lo osserva perplessa, confusa eppure cosciente di cosa vuole intendere e forse per questo non riesce a non sentirsi ancora una volta colpevole. Abbassa lo sguardo non riuscendo più a reggerlo, finendo per arrossire per la stanchezza e per quello che le è stato appena detto, per il fatto che alla fine non è stata abbandonata. <Akendo, non lo posso promettere> si lascia sfuggire a gola stretta guardandolo di nuovo mentre questo ribadisce che non ci sarà nessun addio. <...> non riesce a dire nulla se non portare la mano che stringe la sua spalla verso il volto andando sotto i capelli in modo da portare il palmo a contatto con la pelle del Sennin, rimanendo in silenzio con il petto che batte frenetico <ho....> fatto una promessa? l'ennesima promessa tradita, ma quanto vuole ancora soffrire per Azrael. <Akendo...perché non puoi perdermi?> chiede alla fine guardandolo, come se volesse sinceramene capire <io..non sono nulla, nessuno, solo una persona che non fa altro che sbagliare, ci sono molte persone che sbagliano, perché non vorresti perdermi?> chiede alla fine guardandolo fissa [ch on] [Casa] Nel silenzio più totale, lo scroscio della pioggia fa di quel rumore semplice ambientazione e contorno, mentre i loro respiri si intrecciano, quando il bollente respiro intacca l’un l’altro la pelle dei due e ad un loro contatto quel calore persiste ed è più che mai vivo e presente. In quel silenzio totale, si potrebbero sentire i loro cuori battere, più che mai, sembra quasi siano immobili, poiché da quel contatto Akendo non se ne vuole separare, ora più che mai, dopo aver udito quelle parole da Mekura, ora più che mai farà di tutto perché quel momento duri in eterno, sa bene che non può fermarla, o meglio potrebbe e lo farebbe anche, ma rispetta troppo le scelte altrui per potersi imporre o meglio, rispetta troppo le scelte di Mekura, lo ha sempre fatto. Si gode, quel momento, interrotto, per così dire, dalle parole di Mekura, che, data la vicinanza donano una ventata di calore, donandole una carezza quando il di lei sguardo per qualche istante cala, mentre l’indice e il medio della destra strusciano, dolci, morbide sulla gote della ragazza, ascolta fino all’ultima sillaba ch’ella gli rivolge, avvicinandosi ancora di più, quanto basta perché si possa perdere in quel infinito bianco dei suoi occhi e viceversa, un sospiro, investendo la ragazza di un bollore proveniente dal proprio corpo, come fosse febbricitante, ma non lo è <perché sei più simile a me di quanto tu possa credere Mekura> le sue non sono parole, sono sussurri, respiri di vita che giungono verso la Hyuga <perché fi dal nostro primo incontro> rimembrandole da quanto tempo ormai si conoscono <fin da quella notte> riportando ambedue a quella notte piovosa alle cascate <ho realizzato quanto tu fossi speciale> all’ultima sillaba le di lui labbra sfiorerebbero per qualche istante quelle della ragazza, ardendo in quell’istante, riportando lo sguardo su di lei <non importa cosa tu possa pensare di te, o dire, dopo tutti questi anni, sono ancora qui per affermare il contrario> piccola pausa, momenti che parrebbero secoli, anni…<io sono ancora qui, siamo ancora qui, sotto la pioggia, come quella notte, noi due> Akendo crede molto in queste cose, forse non ha mai dimenticato quella notte così come in tutti gli anni che sono passati <nonostante tutto>. [casa] Kurako le diceva una cosa molto simile: che era simile a lui, più di quanto non credesse...il che si fa inquietante detto dalle parole di Akendo, vista la vicinanza con lui, visto che era praticamente suo figlio acquisito. Anche lui deve aver sofferto per lui, non si è mai domandata nella sua rabbia verso Kurako quanto Akendo possa aver sofferto quella situazione. Lui lo aveva avvicinato, lui ha creduto in lui tenendolo vicino...e alla fine chi c'è stato per lui? Lo hanno rapito ed hanno cercato di riprenderlo il più velocemente possibile, ma dopo, chi è stato con lui? chi gli è rimasto accanto. Sono soli, lui più di tutti e lei non è esente da certe colpe. Ripensa in parte a quando erano loro tre, insieme a Yukio, a quel stupido ricordo che pensava di aver rimosso quando il tessai le ha lanciato una serie di panni con la carta bomba appresso. Ricorda che era li e le ha dato una strana impressione. Quindi le sta dicendo che è sempre stato così? <non...non paragonarmi a te, insomma, guardami> il sussurro si fa sconfortato, imbarazzato, preoccupato, teso come se stesse combattendo una guerra interna con le immagini che si sommano, le cascate...è quasi sbiadito, il ricordo di se, eppure ricorda gli occhi verdi, ricorda i fiori rossi che stava raccogliendo. Sussulta sentendo il contatto con le sue labbra stringendo inevitabilmente le dita sulla pelle della guancia, senza fargli male, uno spasmo prendendo un lungo respiro ascoltandolo, con gli occhi semi chiusi, assottigliando le labbra continuando a respirare con un certo affanno per varie cose. Silenzio, silenzio e pioggia, l'odore che si porta dietro e l'acqua che batte sulla finestra e loro sono li, si è rimessa in quello che per esperienza sa bene che è un guaio. Non sperava e non desiderava mai più seguire l'istinto o la passione o anche solo l'amore, ha sofferto troppo anche per questo. <nonostante tutto> si lascia sfuggire alla fine ripensando tra se e se piegando la testa guardandolo dal basso avvicinandosi con la fronte a questo. <nonostante tutto> ripete cercando di avvicinare le labbra alle sue per poggiarle sopra. <mi dispiace..per tutto> afferma andando a baciarlo alla fine arrendendosi. Oggi sia il cielo a piangere, non lei. [ch on] [Casa] Se solo Akendo sapesse cosa Mekura stia pensando probabilmente sul suo volto comparirebbe un tormento senza fine e senza precedenti, riportando la mente del Rikudo Sennin a quello che reputa sia stato il suo più grande errore, forse l’unico che reputa reale errore in tutta la sua vita, se Mekura sapesse che tutta la follia è iniziata perché Akendo ha voluto scoprire le carte in tavola, spiegare perché è cosa significhi il Rinnegan, cosa gli è stato mostrato alla sua attivazione è tutto quello che c’è dietro il semplice mondo dei ninja, tutto quello che si nasconde oltre il semplice occhio e visione umana. Quel giorno Kurako perse la concezione di se stesso, sprofondando lentamente nel baratro della follia, e Akendo…non se ne accorse. Potrebbe pensare di non aver avuto colpe se non quella di vedere in Kurako ben oltre un figlio acquisito, ma la figura che avrebbe proseguito nel suo operato, portando avanti quello che Akendo, alla sua morte, avrebbe lasciato in terra. Nonostante questo, Akendo continuerà, fino al giorno in cui non chiuderà i propri occhi, a reputarsi l’unico colpevole di tutta questa vicenda, senza possibilità di redimersi se non evitare che una storia simile si ripeta, tacendo su tutto ciò che riguarda la sua figura di Rikudo Sennin. Fortunatamente, Akendo non ha il dono della lettura del pensiero, e ora, ogni sua attenzione è rivolta alla bella Hyuga, attenzione e non solo, sguardo, respiro, cuore, battito, ogni cosa all’unisono della sua si mischia, vortice di emozioni, pochi millimetri a separar le due anime, mentre ascolterebbe quelle parole che spezzerebbero quel silenzio, ascoltando quei frammenti di frase unirsi infine in un unico mi dispiace che il poco tempo non permette al Seiun di comprendere interamente prima che le ardenti labbra di Mekura si scontrino con le sue, accendendole, di rimando non si tirerebbe certo indietro. La destra si staccherebbe dall’altrui gote, cingendole il collo, mentre la sinistra, si porterebbe dietro di lei, sulla schiena, afferrando le sue carni, un bacio più che appassionato si potrebbe chiamare, mentre le due labbra continuerebbero a premersi l’una sull’altra, si schiuderebbero, la lingua cercherebbe la gemella, cercando di intrecciarsi in un gioco vizioso in cui ogni parte del corpo è coinvolta, dalla semplice saliva al respiro, al calore emanato dai due corpi, ancor più da Akendo a torso nudo, mentre ambedue le mani solcherebbero i lembi della schiena di Mekura, stringendosi di tanto in tanto ad ogni nuova spinta di vigore del Rikudo Sennin sulla Hyuga, un bacio ricambiato, lungo, i cui attimi di pausa, sporadici darebbero un apertura ad Akendo per sussurrare per pochi istanti <non hai nulla di cui scusarti…mai> prima di incontrare nuovamente le labbra della giovane, cose se per tutto questo tempo non avesse fatto altro che desiderare quelle labbra, sotto sotto, nel profondo del suo animo, riservando tutto questo pathos e vigore proprio per questo momento, immortale, lontano da tutti e unicamente loro, un nuovo ricordo. [chakra on] [casa] Tiene gli occhi chiusi ascoltando ogni movimento di quel uomo rimanendo sorpresa a sentire quel bacio farsi più appassionato come se infondo fosse umano. Apre gli occhi gemendo prima che la mano scivoli dietro il collo di Akendo reggendosi mentre la libera viene poggiata sul suo fianco cingendolo. Tiene gli occhi chiusi cercando di calmare il respiro che stava sfumando sulle labbra del uomo, mentre il bacio si fa più umido con le loro lingue a contatto perdendosi ed ascoltando quei gesti che nessuna parola, nessun discorso, poteva esplicare in quel modo, con la stessa emozione e forza con la quale la stava baciando. Le lacrime si calmano, smettono di solcarle il viso lasciandosi trasportare a sua volta, lasciando che il suo istinto le parli, che il desiderio di avere pace, seppure per poco, seppure sentendosi colpevole verso molte persone per quello che sta facendo, ma ne ha abbastanza di essere giudicata da tutti persino della sua stessa coscienza..se anche stesse sbagliando, se anche questo fosse un tradimento verso qualcuno, non le può andare peggio di come le sia già andato fin adesso. Anzi, vorrebbe ripetere quel errore per sempre, le sarebbe piaciuto rimanere così per sempre. Non sarebbe successo, ha molto da fare ora. <..> lo guarda sentendo quelle parole, di non chiedere mai scusa prima di tornare a baciarla con la stessa foga. Kurona..perché pensa a lei? perché deve rovinarsi la vita pensando che sarebbe oro questo? dato che ha avuto relazioni o pseudo tali praticamente con tutta l'akatsuki. Scaccia via il pensiero avvicinandosi e stringendosi ulteriormente staccandosi solo per riprendere fiato baciandolo sotto il mento prima di richiedere ancora le sue labbra. <ogni volta che mi passa l'idea della morte, zittiscimi così> ironizza lei tra se e se prendendo un lungo sospiro <e...spero che la tua opera di convincimento non implichi sempre baciare qualcun'altro> [ch on]
Giocata dal 04/03/2017 22:27 al 05/03/2017 02:20 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[casa] Il momento idilliaco par non avere fine, fosse per Akendo non finirebbe mai, immortalato nel tempo, patto suggellato dalle due labbra che in un moto continuo, un gioco semplice come l’acchiapparello, si cercano, si trovano, si uniscono per poi ricominciare, come se non vi fosse una fine, di rimando le gemelle lingue trarrebbero piacere da quel gioco che per attimi li allontana aumentando solamente e ancor di più il desiderio di ricongiungersi con l’altra metà mancante, sugellando nuovamente questo momento nell’intreccio delle stesse, nelle carni delle labbra premersi l’una contro l’altra. Una unione che vede misti i loro respiri, i loro affanni, mentre le nude carni del petto del Rikudo Sennin si scaldano sempre più e non solo, man mano che il gioco continua, che le loro labbra s’incontrano e le loro menti scivolano sempre più nell’oblio della passione. Passione che forse Mekura non si sarebbe mai aspettata da una persona come il Seiun, eppure di molte capacità è dotato il possessore del Rinnegan, questo doveva aspettarselo…a dar del tempo al loro moto continuo, mentre le mani del Seiun continuerebbero a scivolare lungo la schiena e oltre, premendo ogni singolo polpastrello su ogni lembo di carne afferrabile o sensibile, premendolo con decisione ma dolcemente, non vi è forza in quel gesto eppure si sente, le parole della Hyuga raggiungono la mente di Akendo che per pochi istanti donerebbe nuovamente il proprio sguardo a quello della ragazza, perdendovisi in quel mare bianco infinito per poi risponderle <cercherò di fare del mio meglio> riferendosi al zittirla ogni volta che possa pensare una cosa del genere, donandole a quel punto un bacio, più dolce, più lento, molto più marcato, denso d’emozioni, lasciando poi qualche istante, staccandosi da lei nuovamente per dirle poche, serie, profonde…parole <non diniego che ho condiviso diverse volte il letto con qualcuna, eppure puoi star certa che non ho mai baciato> poche parole ma pregne di significato, un significato ben chiaro per Mekura, l’atto fisico è animale, istintivo, baciare è voluto, meditato, non con la mente ma con il cuore, la volontà di mischiare la propria essenza con l’altra persona, per Akendo è l’atto massimo d’intimità che possa dare e ricevere, spera che Mekura comprenda l’importanza di quelle parole e cosa significhino realmente…un gesto…non a caso. Ma le parole hanno un tempo ed ora è scaduto…nuovamente, porterebbe nuovamente le proprie mani a muoversi sul di lei corpo, portando il capo avanti e poggiando le proprie calde labbra sul collo della ragazza, per gioco e per malizia, andrebbe a donarle lenti e cocenti baci sul di lei corpo, con altrettanta lentezza le staccherebbe, ripetendo questo forse all’infinito, dipenderà da lei, mentre le mani del Seiun comincerebbero a stropicciare le vesti umide della ragazza. [chakra on] Era da tanto, tanto tempo che non si sentiva così impacciata, difettava non di inesperienza ma di tempo e attenzioni, cose che si è privata per cercare di preservare se stessa, per proteggere la sua mente dall'impazzire del tutto e uccidere la ragazza per sostituirla con la donna. Questo, insieme all'inaspettata passione del Seiun l'hanno lasciata all'inizio stordita e alla fine sempre più sorpresa, quasi emozionata con un senso di gratitudine per ricevere quelle attenzioni, in una situazione così nera. Si muove, cercando di assecondare i movimenti del Sennin continuando a mantenere quel contatto, inseguendolo con il volto quando questo le risponde mugugnando, con una certa impazienza di avvicinarsi ancora per poi fermarsi, placandosi quando sente quel bacio differente carnale certo, ma più lento più, intimo, più una cosa loro da condividere, solo loro. Le braccia scivolano di nuovo dalle spalle al collo e la destra si ferma alla testa premendola contro di se con delicatezza mentre piega il collo tenendo gli occhi chiusi condividendo con questo il momento, perdendosi contro le sue labbra, donando se stessa in quel bacio fino a sentire e percepire la pelle staccarsi ed il suo respiro che si infrange e prosegue dove il bacio non vi è più tra le sue labbra dischiuse mentre la voce del uomo fa tremare le sue convinzioni come se in questo momento ci fosse un terremoto. Lo rimane a fissare, se prima con sguardo perso poi con maggiore coscienza, fino a sgranare gli occhi, innocente come una bambina <bugiardo> si lascia scappare, flebile, mentre le mani vanno al viso di questo, incorniciandolo <come...come è possibile che non hai mai baciato nessuno?> potrebbe credergli: è Akendo, è sempre stato, spiritualmente elevato, potrebbe aspettarsi di sentirsi dire che il bacio è l'unione di due anime, non di due corpi, ma sapere che quello è stato il primo...per lui, per il potente Akendo..non riesce a fare a meno di stranirla. A questo punto una parte di lei, vorrebbe saltare fuori ed ironizzare con un bel complimenti al Rikodu, un'altra tiene a bada quella ironia perché non vuole rovinare il momento..tutto ormai le sembra così fragile. Ma l'unica cosa che farebbe sarebbe sorridere, aspettando che continuino. Il rossore sul volto aumenta dopo quello che fa successivamente, arrivando a piegare di istinto le ginocchia verso l'alto stringendole contro i fianchi del moro, lasciandosi sfuggire un gemito un po' troppo forte. <o-oh...> stringe le spalle guardando verso l'alto mentre continuerebbe a stringere la testa con le mani, invitandolo a continuare <h-ho....fatto un po' troppo forte> le esce fuori con imbarazzo guardando in alto prima di ritornare finalmente zitta ed accogliere l'uomo cercando di coccolare il capo di questo con cura, con delicatezza. [ch on] [casa] Sorride o per quel che gli riesce all’udir le parole della giovane, quasi imbarazzato all’inizio, lasciando sfuggire all’ultimo una sorta di risatina <hmff> la guarderebbe ora negli occhi, dandole un break da quel continuo assorbirla e premere con le proprie labbra sul derma del di lei collo <di certo non è la prima volta che bacio, è una cosa rara poiché quel che penso è che aldilà dell’istinto carnale e passionale vi sia un qualcosa che unisca anche le menti e gli spiriti delle persone affini, credo che questo sia il bacio, un qualcosa che si decide di donare all’altro via propria volontà, un qualcosa di intimo e profondo da donare> sott’inteso dunque in quel silenzio che ora lascerebbe, fissandola negli occhi con lo sguardo violaceo che lei è questo per Akendo, lo è sempre stata. Lasciando dunque spazio ad una possibile mossa o meno della ragazza, non aspetterebbe troppo prima di tuffarsi nuovamente sul collo della ragazza, lasciando che ora le mani si posino, coi loro palmi, sulle lenzuola, mentre le braccia tese, solleverebbero il busto del ragazzo, rimanendo pur sempre chino sul di lei collo, mostrando la sua cassa toracica nuda la cui pelle ormai sudata, per meglio dire, perlata, si mostrerebbe alla fanciulla, per quanto provata dai molti sforzi e ferita, infinite cicatrici, ognuna per ogni battaglia combattuta. Ma per quanto sapiente a paziente sia il Seiun, non di certo lo è in queste situazioni, soprattutto con Mekura, non ora, riprendendo con maggior foga all’udir del suo gemito e delle sue parole, sfoggiando un sorriso quasi compiaciuto, forse godendosi il momento in generale, non lasciando un solo istante sprecato in quella notte piovosa, assorbendo l’essenza della ragazza ad ogni suo tocco, ove il loro respiri si mischia e l’umido delle loro pelli si unisce, ove le loro gemella s’intrecciano come una danza, bella, sinuosa, passionevole…infinita. Le mani lascerebbero il posto ai propri gomiti, avvicinandosi con il proprio busto alla Hyuga, mentre le mani si porterebbero nuovamente dietro la figura di Mekura, cingendola, cominciando a tirare su i lembi di stoffa che proteggerebbero le di lei morbide carni, dapprima infilandosi le mani, poi tirandole su poco alla volta, ad ogni suo centimetro preso le unghie solcherebbero con forza le carni ormai scoperte della giovane, un po’ strascinato dalla foga, un po’ dalla passione un po’ da quel bisogno e volere di lei, ora più che mai in quel momento. [chakra on] Prende un lungo respiro, rilassando i muscoli, chiudendo gli occhi, lasciandosi addirittura andare in un sorriso liberatorio, solo per un attimo, prima che la figura di Akane non venga a tormentarla. Rivolge la propria attenzione su Akendo, l'unico che al momento sembra tenerla ancorata al presente e non a quello che accadrà. Non dice nulla in risposta, lo fissa, assottigliando gli occhi mentre le sfugge una mezza risata dopo aver previsto in parte le sue parole. Non c'è nulla da aggiungere, ha detto quello che pensava. dischiude le labbra, occhi che fissano quelli dell'altro portando le mani sulle spalle di questo percorrendo il petto bloccandolo per un secondo prima che si avventasse, ponendo una leggera resistenza, ma non per diniego, solo per prendere i suoi tempi ad osservarlo, per come era, per come è ora, un lungo respiro e portando le mani sulla schiena lo accoglie abbracciandolo, lasciando alla fine che continui, sollevando la testa e mordendosi le labbra per trattenersi, almeno da non fare troppo rumore. C'era tanto da scusarsi con lui, tanto che le viene in mente e tutto questo potrebbe rovinare quella situazione, tutto e qualcosa più di altre tra le varie domande. Lascia scorrere le mani finendo per lasciare delle tracce con le dita, delle linee dove l'effetto causato dal sudore si perdeva, svanendo in lunghe linee per tutta la schiena arrivando fin sotto le coperte tastando la pelle, arrivando a graffiare con le unghie per afferrarsi alla carne per poi convincere questo a stendersi completamente sopra il suo corpo in modo che siano a contatto aiutandolo successivamente a spogliarsi degli abiti umidi un pezzo alla volta, forse con troppa lentezza da causare nella ragazza un roco sospiro di frustrazione ed uno successivo di liberazione cercando ancora una volta il volto di Akendo baciandolo vicino all'orecchio spingendo con il volto, cercando di attirare di nuovo la sua attenzione ed i suoi baci. <tornerò> si lascia sfuggire in un sussurro. <voglio tornare, non voglio morire> C'è sempre un tono che prima era rasente alla rassegnazione, ora è si spaventato ma di diniego alla idea di morire, <vorrei....non uscire mai di qua...Akendo, dovresti imparare a fermare il tempo> ironizza sul suo potenziale ed al tempo stesso lo chiama, lo attente e sospira nell'attesa <sarebbe utile> [ch on] [casa] Profondi respiri nel percepire le unghie affondare nelle proprie carni, un dolore…piacevole se non lascia spazio a lamentele se non a rendere ancor più grande il fuoco che divampa e arde così come il proprio animo, ormai cocente, così come la pelle, ora schiacciata a quella della Hyuga, uniti come fossero un'unica cosa, laddove si uniscono perle di sudore ed umido, mentre il proprio torace preme sul seno della ragazza mentre questi continuerebbe, centimetro per centimetro, aiutato infine da Mekura, ritornando infine l’uno sull’altra, percependo ora le nude carni a contatto tra loro, come i continui baci e le lingue gemelle, il proprio petto contro il di lei seno, il proprio respiro, mischiarsi con quello della ragazza, lasciando tregua al collo, focalizzando la propria attenzione sulle morbide labbra, ormai rosse dai continui scontri tra le loro carni, la morde, appena, quanto basta a sentirlo, lecca per qualche istante le di lei labbra, aprendo a sprazzi le proprie iridi, volendola ammirare per ciò che era e per ciò che è. Si potrebbe pensare che questi p un malefico piano congeniato dall’alba dei tempi da parte del Rikudo Sennin e la sua mente malata, la verità è che forse Akendo questo momento lo ha percepito forse sperato, fin dal loro primo incontro tanti anni fa, perdendosi allora come questa sera nei di lei occhi, sguardi, movenze, la pelle e l’odore, non è solo un atto fisico no, non questa volta. Ode i suoi sussurri, a cui ricambierebbe, sfiorando appena con le labbra il di lei collo e orecchie, punti sensibili, lasciando quasi che sia il suo caldo respiro ad entrare in contatto con essi più che le proprie labbra, risponde solo allora, con un flebile tono di voce <tornerai> un tono così dolce e al tempo stesso quasi un ordine, l’ordine di vivere e di sopravvivere, non lasciarsi sopraffare e tornare…da lui, un tono deciso il suo che lascerebbe spazio ad ultime parole sussurrate <e dopo…vorrei che venissi con me a Kusa> attimi di silenzio mentre donerebbe baci schioccando le labbra in quella silente attesa per poi con ironia aggiungere <non dopo aver festeggiato ovviamente> un chiaro richiamo a ciò che ora sta accadendo, questo è ovvio. Tornando nuovamente a dedicarsi al di lei corpo, non prima di averle donato ultime e dolci parole..<se fermassi il tempo poi non potrei più godermi questo momento come se fosse l’ultimo o nella speranza di un futuro> attimi di silenzio <se il tempo non scorresse, io…> aprendo le violacee iridi fissandola nei di lei occhi, come a voler raggiungere l’animo della Hyuga <non potrei guardarti così, come se fosse la prima o l’ultima volta…nella speranza di un futuro> donandole un semplice bacio sulle labbra, di certo non facili parole. [chakra on] Stringe le spalle, gonfiando il petto lasciando la presa sul corpo di Akendo lasciando cadere le mani sul lenzuolo con un rotto respiro, continuando a sorridere se non quando ricambia i suoi baci e attenzioni, ridacchiando quando questo arriva a morderla <ahi> non le fa male, è sussurrato, ma è provocatorio . Le braccia si spostano, con le dita che tastano in giro alla ricerca di quelle del sennin afferrando i polsi, fermandosi li per poi cercare di stringere le dita tra le sue. Solleva il busto tenendosi con la fronte a contatto con quella di Akendo, facendo forza sui propri muscoli, annuendo, a quello che le sta dicendo, fino alla richiesta riguardo ad andare a Kusa <hum?> probabilmente è per via della Akatsuki, devono cercare Yukio ancora, bhe ha i suoi figli, trovarlo non sarà difficile, poi c'è Katsumi e Kimi, ...loro due, si è praticamente dimenticata di loro con tutto il casino che è successo <curioso che a Kusa ruoti tutta la vita dei ninja e anche la mia nel bene o nel male> afferma amaramente alludendo al fatto che deve proprio andare li <è vero, dobbiamo parlare con gli altri membri della Akatsuki...dobbiamo come sta Kimi e cosa> era rimasta ferma a quando ha visto Kimi in quel modo ed ha visto e parlato con Katsumi, il quale le ha gentilmente chiesto di farsi gli affari suoi. Tuttavia quando sente che avrebbero festeggiato prima lei lo guarda perplessa <sei sicuro? potrebbero essere cose importanti...posso aspettare..> a malincuore ma la stessa espressione, il sorriso accentuato, lo sguardo fisso, l'attesa di una risposta fanno intendere che preferirebbe sentirselo dire comunque, una...piccola voglia personale, per vedere come avrebbe reagito o risposto. Sospira affranta infine facendo fatica a gestire i suoi sbalzi d'umore attuali, a causa della sua propensione al dovere e il desiderio del piacere, della pace <ti..ti spiegherò meglio quello che sta succedendo appena ritorno, ci vorrà un po' ma quando sarò capace di parlare di questa cosa, ti dirò ... perché sembro> sorride prendendosi in giro <sono, così distrutta> La sua risposta non si fa attendere in ogni caso: lei lo ascolta, paziente e lo lascia parlare, rispondendo al bacio alla fine ammirandolo prima di Stringere le mani tra le sue e guidarle sui propri fianchi lasciandole li a contatto sotto i suoi palmi. <..infondo, molte cose le abbiamo impresse come fotografie nella nostra memoria vero?> sospira <è un po' come fermare il tempo, infondo> [ch on] [casa] Continua la loro danza, bacio dopo bacio, respiro dopo respiro, perdendosi in quegli odori, sprofondando in quel miscuglio di respiri, sospiri e pelle cocente, mentre la voce di Mekura lo raggiungerebbe ed abbozzando un sospiro, donandole un po’ di break risponderebbe <non riuscirai a farmi parlare di lavoro, non ora> ironico ovviamente il proprio tono, come l’espressione sul suo viso, per come meglio gli riesce ovviamente aggiungendo subito dopo <comunque no, non è per l’Akatsuki ne altro, ti voglio solamente al mio fianco, dove ti avrei dovuto avere fin dall’inizio e nulla ti sarebbe accaduto> accascerebbe il capo sul petto della ragazza, un po’ per immergersi nei dolci e morbidi seni un po’ per rammarico, di non essere riuscito a proteggere quella che, a conti fatti e a quanto pare, è l’unica cosa che ha sempre voluto <l’Akatsuki potrà aspettare> rispondendo di rimando con un sussurro alla domanda sui festeggiamenti, baciandola proprio in mezzo ai seni al finir di quella frase. Un sospiro, come se la vita, gli eventi, i doveri, il dolore, avessero rubato tutto questo tempo, lasciando che solo ora i due s’incontrino in tale modo, forse le circostanze, forse i tempi dovevano maturare affinché tutto ciò accadesse. Si cullerebbe in mezzo ai di lei seni mugugnando poco dopo <comunque Kimi sta bene, ho avuto modo di tenermi in contatto> apperò dai, non è co fuori dai giochi il Rikudo Sennin dopo tutto, l’unico motivo per cui si è pronunciato è solo per dare sollievo alla ragazza con cui ora sto condividendo le sue più intime paure e desideri, si sfilerebbe da quella dolce presa, tornando a guardarla sul volto, mentre, ormai sopra di lei con l’intero corpo si avvicinerebbe col viso fino a pochi millimetri, ascoltandola, ascoltando ogni parola, mentre comincerebbe a baciarle in maniera casuale spazi del suo viso, dal naso al mento così come le guance e così via..<quando vorrai e quando sarai pronta io ci sarò sempre per te…lo sai> non ama ripetersi ma vuole che finalmente questo concetto sia un dogma per entrambi perché da ora in avanti non sarà mai più sola…non più, quel tempo è giunto al termine. Riprenderebbe a baciarla, sussurrando a spezzoni ultime famose parole <Solo> <i> <momenti> attimi di pausa <più importanti> riprendendola infine a baciare senza fermarsi, alternandosi coi seni ed il collo, mentre le proprie braccia la cingerebbero nuovamente. [chakra on] Solleva le spalle, colpevole, arrossendo e guardando altrove <colpa mia..difettaccio> mordendosi il labbro solleva lo sguardo per guardarlo di nuovo ascoltandolo, sentendo il rammarico, un rammarico che ha già sentito. Sospira portando le mani sulle spalle e sulla testa di questo portando le dita all'interno dei capelli giocando con questi <Akendo...> sospira pesantemente. <tu sottovaluti la mia eterna sfortuna> cerca di ironizzare sulla sua condizione, ormai le è successo così tanto che ormai immagina che sia il suo destino <quella è imbattibile e senza risoluzione fino a quando non hai sofferto e pagato dazio> sorride < ma almeno, sai, più capita, più vedi il mondo con occhio ironico, meno tragedie, meno urla e la capacità di apprezzare quello che si ha nel tempo che si dispone> porta un dito sulle labbra di questo, dopo aver sentito quell'umido contatto contro il petto <pensala così Akendo: a conti fatti se non mi fosse successo niente a te sarebbe successo di peggio, non saresti qui tanto per cominciare> ritorna a pettinare i capelli con le dita riportandole sul capo di questo prendendo un lungo respiro dopo una pausa, rimanendo in silenzio mentre pensa a quello che il suo "malvagio se" le ha mostrato allora, l'inizio di un incubo <ci ho messo un po' a capirlo ma...sofferenza e dolore mi hanno temprato per proteggere gli altri, sono stati i miei maestri insegnandomi le lezioni che dovevo imparare e come allora, quando mi ha visto per la prima volta con le nuvole rosse> sospira <non puoi fare l'impossibile,..perciò, se posso chiedere, fai l'unica cosa mi può davvero aiutare: stringimi e stai con me anche se fosse solo oggi> chiude gli occhi abbassando lo sguardo verso questo <non sono neppure costosa hum?> continua a ironizzare ridacchiando e aggiungendo <ma non è poco quello che ti chiedo> Lo bacerebbe a sua volta, non appena si fosse avvicinato: se lui sul naso, lei sul collo, se lui sulle guance lei vicino agli occhi. Intanto Kimi sta bene ed è una consolazione: se sta bene significa che ha trovato sua figlia..l'idea di quello che le è capitato è oscena. <Kusa...mi piace l'idea> ci ripensa alla richiesta di Akendo, persa nei suoi pensieri, un si, cinguettato fuori dalle labbra presa tra gemiti che non cerca più di nascondere troppo e sospiri come se cercasse l'aria, [ch on] [casa] Ascolta le di lei parole, mentre si lascerebbe cullare e toccare dalla ragazza, lasciando che un sospiro di pace e tranquillità lascino le schiuse labbra del Rikudo Sennin, librandosi nell’aria, gioendo del momento ma mentendo la concentrazione sulla giovine e sulle parole da lei pronunciate. Parola dopo parola, assorbito da quelle parole, medita e pensa a cosa effettivamente sarebbe successo, che fine avrebbe fatto se non fossero venuti a salvarlo, se non fosse venuta a salvarlo e come ricompensa? Solo altro dolore, domande, dubbi, un nemico dal potere oltre ogni concezione possibile e Akendo? Poco ha detto, mantenendo il silenzio su di una grande verità pronunciata dalla stessa dea Kaguya, il mondo non è pronto per sapere, così’ come ha taciuto su quell’occhio chiuso, in attesa di chissà cosa o chissà che potere, il mondo non è pronto, forse nemmeno lo stesso Akendo è pronto, di certo non ora. Come può dunque rivelare qualcosa che distruggerebbe in primis lui stesso? Non ama mentire seppur si è servito in passato di bugie e menzogne per ottenere ciò che voleva, con Mekura tutto diviene più difficile, forse arriverà il momento in cui potrà liberarsi con lei dei suoi peccati e di ciò che nasconde ma ora… Alla di lei affermazione ironica, Akendo abbozzerebbe un sorriso, mentre le braccia la cingerebbero nuovamente e con un minimo di sforzo rotolerebbe sul fianco portandosela prima sopra, baciandola, poi rotolando nuovamente per portarla sotto alla sua forza, quasi forse un imporsi selvatico ma che sfocia in un gioco, baciandola nuovamente mentre le solleverebbe le gambe sfilando ciò che rimane affinché le nude carni rimangono scoperte, come le proprie del resto al finir di quel gesto <probabilmente mi costerai qualche anno di vita> ironizzerebbe rispondendo di rimando alle di lei parole, donandole novelli baci, lasciando che nuovamente le lingue gemelle s’intreccino, distaccandosi e ritrovandosi, una danza, dolce, pregna di passione, di calore, staccandosi solo per pronunciare ultime parole <ti stringerò e farà di tutto per non lasciarti andare> una promessa, una frase detta, una sfida lanciata per ciò che avverrà a breve, un gioco, in ogni caso questa è la loro notte, tutto il resto non conta. Infine nudi, inarcherebbe al schiena, quasi come un gatto, lasciando nuovamente che il capo si accasci sul viso d’ella, baciandola con foga, passando infine per il collo, donandole baci di tanto in tanto su ogni parte del collo e del busto, scendendo sempre più, a discapito di cosa le accadrà, cosa potrà succedere in futuro, cosa l’enigmatico tempo riserverà a queste due giovani figure ora unite in un intimo atto, nulla importa poiché ora i loro copri e le loro anime sono unite, così come le loro menti, a discapito di tutto, questa sera sono li, uniti. [End?] Ed in quel momento sembra quasi di giocare, tornare alla fanciullezza, tutto quanto sembra così lontano dalla attuale realtà dove i protagonisti della vicenda se sapessero che lei si permette d'avere un minimo di pace, probabilmente questo avrebbe causato non pochi altri guai, grattacapi e commenti non indifferenti su come si permette di pensare a queste cose. Quando sente la risposta sorride <prezzo minimo> ironizza a sua volta prima di poggiare le sue labbra ancora una volta, portando avanti quel contatto umido, intrecciandosi con lui, duellando con la sua lingua ed invitandola a inseguirla, sfuggendo con le labbra, tentandolo e poi spingendosi di nuovo scontrandosi per baciarlo ancora. Ascolta ed asseconda, venendogli incontro il più rapidamente possibile rimanendo in questo stato così che non ci fossero blocchi, o limitazioni tra di loro. Sorride alla promessa, credendoci, per un po'. Ma la verità è che ad un certo punto il sole sorgerà e lei dovrà affrontare il suo destino, sua madre, il loro nemico e l'odio dei suoi stessi compagni. Dovrà rendere conto dei suoi dubbi, drammi, paure e dovrà reprimere tutto, ma solo una cosa forse, la salverà. Una speranza, l'ennesima, ma che decide di credere, aggrappandosi ad essa con la stessa ferocia con la quale si aggrappa ad Akendo il quel momento. Cosa potrà accadere in futuro? che cosa diventerà SE, ritornerà a casa da lui e dai suoi figli? sarà ancora quella di questa sera? o negherà la sua vita? Non si sa, non lo sa...ma quella flebile speranza la tiene in questo modo, ora adesso e le da una motivazione insieme ad Ai ed a Ken di tornare a casa [end]