L'euforia della conoscenza

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19:56 Kouki:
  [Prati fioriti] La piccola Genin questa sera indossa dei vestiti un po’ diversi dal solito. Innanzitutto indossa pantaloni neri e lunghi, che si stringono alle caviglie, in modo da non dover indossare fasciature bianche e nascondere comunque le cicatrici e le bruciature presenti sulle leve inferiori. Il tessuto dei pantaloni è morbido, in modo da non crearle problemi nei movimenti e ai piedi indossa delle scarpe nere. Una canotta rossa infilata nei pantaloni, come al solito, e un giubbino nero tenuto aperto ma corto, che le arriva circa alla fine delle costole, lasciandole la pancia non coperta da questo indumento. Le maniche del giubbino sono lunghe invece fino al gomito e alle mani ha i guanti ninja neri a mezze dita, con la placca in metallo sul dorso. Indossa le bende bianche solo sul torace, e il collo, mentre le spalle e le braccia fino al mito sono coperte dal giubbino. Nasconde quindi solo le cicatrici in quel punti, mentre lascia nude gli avambracci dai gomiti ai polsi. Quelli sono gli unici punti del suo corpo in cui permette la visuale delle cicatrici e delle bruciature, che avvolgono come serpi silenziose le sue braccia, rovinando e spezzando quella pelle tanto pallida e delicata. Alla coscia destra vi è il porta kunai e shuriken, mentre alla vita il porta oggetti e in entrambi vi sono distribuiti sei shuriken, sei kunai, un set da cinque fumogeno, quattordici fukumibari e un manriki-gusari. I lunghi capelli neri e lisci sono tenuti sciolti, come al solito, liberi in tutta la loro lunghezza fino al sedere, mentre la frangia copre un poco il copri fronte di Kusa. Pelle pallida che spicca dunque, insieme a quei suoi occhi gialli e magnetici, sempre intenti in quella sua espressione perennemente apatica e fredda, senza emozione alcuna. La sua statura è piccola, decisamente gracile e sotto peso, a vederla pare che possa spezzarsi con un solo soffio di vento, ma in realtà la bambina potrebbe essere ben più forte di quanto sembri. Ha scoperto nuove cose di sé che l’hanno aiutata a portare più sicurezza nel suo animo, notizie che sono andate a solleticare ancor di più i suoi ricordi perduti, portandola ad essere quasi vicina a sbloccarne un altro blocco. Per il momento si limita ai propri incubi, i propri sogni poco tranquilli, che sembrano voler rivelare molto più di quanto lei non riesca ad afferrare. Per lo meno ora ha un cognome, una mezza identità, anzi, forse addirittura la sua identità potrebbe dirsi completa. Piove, anzi, vi è un vero e proprio temporale, ma ciò non ha certo impedito alla giovane ragazzina di uscire all’aperto. Addirittura ha camminato fino a raggiungere una grande distesa di erba e fiori che sicuramente in primavera e in estate farebbero una gran figura, ma stasera, con questo tempo e con queste temperature, non è proprio il massimo della bellezza. Alla ragazzina comunque non importa, si trova lì, senza ombrello, senza protezioni, in mezzo all’erba. Il viso è rivolto verso il cielo, bagnato da quelle fredde lacrime del cielo che rendono i suoi vestiti e i capelli zuppi. Gli occhi al momento sono chiusi, l’espressione rilassata e neutra, mentre le esili braccia sono alzate verso il cielo, coi palmi delle mani rivolti verso di esso. Da sola, si gode quella tempesta, si gode quel suono che le rinnova i sensi. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set di 5 fumogeni – 1 manriki-gusari]

20:09 Natsumi:
  [Prati Fioriti] E’ riuscita a rientrare presto a Kusa, dopo aver compiuto la missione assieme a Sosachi, lasciando la maggior parte delle sue armi nella sua stanza all’Anteiku. Non ha risposto subito alla richiesta del Doku per quell’appuntamento, non per oggi perlomeno. Ha effettuato un mordi e fuggi all’interno del bar, ha recuperato il suo ombrello ed è uscita nuovamente all’esterno, per svagare la testa, per alleggerire l’adrenalina. Indossa una maglietta a manica lunga grigio scuro, aderente, un paio di leggins neri a fasciare le gambe snelle e agili, un paio di scarpette nere, comode, ai piedi. Capelli lilla scalati sul capo, un paio di occhi lilla incastonati su di un viso rosato e un paio di labbra rosse. Sembra quasi priva di sentimenti, sembra quasi priva di qualsiasi sensazione, di qualsiasi senso di reazione. Un coltello è inserito nel suo fodero, all’interno della manica sinistra della maglia. Un fumogeno e del veleno debilitante sono portati alla cintola, precauzioni in una serata che vuole essere di relax e di tranquillità. Poteva rimanere all’interno dell’Anteiku, ma ha preferito uscire e prendere ancora un po’ d’aria. Si è portata in un’enorme distesa di fiori ed erba, con l’acqua che continuerebbe a scendere dal cielo e non donerebbe pace al corpo e alla mente della Goryo. La tempesta le stava causando troppi problemi nel pomeriggio, le stava rendendo la vita un vero e proprio inferno. Ma in fondo è una Genin e deve svolgere missioni. E’ suo compito aiutare, è suo compito agire, è suo compito essere all’altezza di ogni situazione. Passi che vengono portati in avanti, senza sosta, spaziando intorno con le iridi lilla e cercando qualche appiglio, qualcosa su cui posare la propria attenzione. Vuole stare da sola, le piace stare da sola dopo una missione ma l’essere completamente da sola non la fa sentire meglio in questa serata. Ha bisogno di fare qualcosa, ha bisogno di muoversi, ha bisogno di parlare e di sfogare. La sua controparte è molto meno loquace, più diretta, più istintiva, più precisa. Ha imparato a vedersi in lei, ha imparato ad accettarsi in lei, ha imparato a sentirsi meglio grazie a lei. Non sono due parti distinte, no: è sempre Natsumi, è sempre lei, in ogni sua sfumatura. Solo dopo qualche minuto riuscirebbe a percepire la figura della Yakushi in mezzo alla pioggia, in mezzo a quelle lacrime che scendono dal cielo. Priva di ombrello, priva di protezione, priva di qualsiasi mezzo per evitare di bagnarsi come un pulcino. I passi accelerano, si susseguono senza sosta: vuole capire chi sia, vuole capire se sia davvero la ragazzina conosciuta qualche tempo fa. [Coltello x1 – Fumogeni x1 – Veleno Debilitante x1][Chakra Off]

20:24 Kouki:
  [Prati fioriti] Perché si sia spinta fino a quel limite del confine del villaggio non lo sa, non se lo saprebbe dire. Eppure ha scelto di prendersi quel momento tutto per sé, sarà una lunga notte e lei accoglie con gran piacere quella tempesta che rispecchia lo stato d’animo che l’ha accompagnata per giorni. È come se si stesse esorcizzando. Le gocce cadono sul suo pallido viso e scivolano lungo tutto il suo corpo, portando via con loro tutta la negatività e la confusione. Le braccia lentamente si riabbassano, fino a portarle mollemente lungo i fianchi, mentre il viso rimane comunque rivolto verso il cielo in tempesta, lasciandosi toccare dalle gocce di pioggia. Le labbra vengono dischiuse appena per permettere alla lingua di uscire e raccogliere qualche goccia di pioggia, per poi saettare ad umettarsi le labbra, come se stesse assaggiando il gusto di quella tempesta. Un piccolo sorriso, tutt’altro che infantile ed innocente, mentre le labbra rimarrebbe dischiuse. <Piangi sangue.> un piccolo sussurro, un sibilo insinuoso nella sua mente, rivolta a sé stessa, mentre un qualche tipo di ricordo, vago e nebbioso, torna a galla. Il sogghigno si accentua, ed ora toccherebbe alle sue palpebre sollevarsi lentamente, permettendo al suo sguardo dorato di puntarsi verso il cielo. Si è abituata al freddo ormai, ha passato giorni per strada, mesi da quando è arrivata a Kusa, permettendosi un alloggio giusto per non fare la fine di una barbona, insomma cavandosela egregiamente da sola. Occhi persi a guardare lontano, osservando nei meandri della propria mente e della propria anima, trovando un piccolo spiraglio di benessere. Pace e solitudine. Quella situazione per lei, ora, è quasi paragonabile al nirvana. Dopo quello che ha scoperto, sente di poter fare molto di più e non vede l’ora di poter finalmente abbracciare il suo passato, per poter guardare al suo destino con maggior chiarezza. Il viso viene finalmente portato in posizione diritta e lo sguardo si punta davanti a sé… ed è proprio in quel momento che nota una figura in avvicinamento. <Abbiamo visite E-001.> sussurrerebbe ancora verso sé stessa, un tono di voce caldo e basso, armonioso con quella nota infantile che è caratteristica della sua giovanissima età. Ancora non riconoscerebbe la figura della ragazza che si avvicina, assottiglierebbe lo sguardo appunto per cercare di capire chi sia, se la conosce oppure no. Ma non appena ella si troverebbe alla distanza giusta, la ragazzina non farebbe fatica a ricollegare quel viso a quella donna incontrata al Bosco dei Ciliegi. L’espressione si fa neutra, apatica, quella ragazza ha il dono di comparire nei momenti più importanti della piccola. Che le sia appena successo qualcosa o che abbia preso gran parte della consapevolezza di sé stessa, quella donna appare. Ma questa volta la piccola Genin si sente in uno stato mentale ben più stabile dell’ultima volta. Almeno così crede. Non farebbe nulla, rimarrebbe immobile fino a quando non sarebbe l'altra ad avvicinarsi a lei... e la ragazzina non farebbe altro che fissarla insistentemente, come se volesse scavarla dentro all'animo. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set di 5 fumogeni – 1 manriki-gusari]

20:38 Natsumi:
  [Prati Fioriti] L’ombrello viene continuamente stretto tra le dita della mano destra, maneggiato con cura, per evitare di bagnarsi ancora una volta, ancora di più di prima. Si era asciugata, si era sistemata velocemente ed era uscita di nuovo. Insomma, una giornata lontana da casa, quella che ormai è diventata la sua casa. Un luogo dove ama stare, un luogo dove trova sempre calore e affetto. I passi vengono mantenuti verso l’avanti, andando ad accorciare la distanza rispetto alla Yakushi. L’ha riconosciuta, sa di chi si tratta e sa con si ritrova a parlare. Sguardo lilla che non cade dalla figura della fanciullina, così minuta, così fragile, così forte e determinata. Nei corpi più piccoli si trovano le belve più feroci, molte volte. Ha diversi pensieri per la testa, come l’appuntamento che deve tenere con il Doku a breve. Non si sarebbe aspettata una simile uscita da parte di quel ragazzo, soprattutto dopo aver squartato un uomo ancora vivo e avergli tolto i reni di netto. Eppure quell’immagine le procura un sorriso sincero e vivo sul viso, la diverte. I passi verrebbero arrestati poco dopo, a circa un metro e mezzo dall’altra e la voce prenderebbe forma dalle labbra, dalle corde vocali <Ciao, Kouki> si limita a questo, per ora. Non vuole osare nulla, non vuole spingersi oltre, vuole che sia la piccola a rapportarsi a lei con domande, richieste, affermazioni. Vuole lasciarle campo libero per il primo discorso, come a voler percepire il suo modo di fare, il suo modo d’agire, il suo modo di pensare. E’ una ragazzina enigmatica, è una ragazzina tutto pepe sotto sotto. Due donne tranquille in apparenza, ma spesso la prima impressione è ben diversa da quello che è realmente una persona. [Coltello x1 – Fumogeni x1 – Veleno Debilitante x1][Chakra Off]

20:50 Kouki:
  [Prati fioriti] Espressione che non lascia trasparire nulla, sguardo inquietante quello che punta sull’altra ragazza. Non la conosce, l’ha solo vista una volta, eppure quel comportamento che ha tenuto con lei non ha fatto altro che scaturire nuove emozioni in lei. Emozione che le hanno fatto male e che mai più vuole provare nella sua vita. Non si scompone la piccola, lasciando che l’altra accorci la distanza, e a lei non rimane che osservare il suo modo di essere vestita, il suo ombrello, quella sua espressione anch’essa neutra. I capelli lilla scalati, quel suo incedere sicuro verso di lei. Non la conosce e ancora non la comprende, ha molto da imparare sul comportamento altrui e spera di riuscire a capire qualcosa di nuovo. Immobile, in silenzio, fino a quando la ragazza non arriva alla distanza desiderata e si ferma. Silenzio, che dura solo pochi istanti prima che l’altra vada ad esporre quel suo semplice saluto. Tace. La ragazzina non smuove nemmeno un muscolo e continua a fissare la ragazza davanti a sé. Un solo saluto e poi più nulla, come se stesse aspettando lei. Ma lei cos’ha da dire? Proprio nulla. Un lungo silenzio, come se la piccola non fosse altro che una bambola di porcellana inanimata, uno spettro che non ha sentito le parole che le sono state dette. Eppure qualcosa cambia, un piccolo sorriso sinistro si delinea sulle sue labbra, rivolgendolo verso la ragazza con l’ombrello. <Ciao tirocinante.> ricambia il saluto, ricordandosi della professione della giovane. Seguirebbe poi un altro lungo silenzio, durante il quale la ragazzina non perde quel sorrisino e gli occhi vanno a vagare intorno a sé. <Hai visto? Piove ancora. Il cielo piange le sue lacrime e chissà quando le finirà.> sibila qualcosa di ovvio, qualcosa che però ci teneva a dire… ed ecco che il braccio destro verrebbe teso verso di lei, mettendo a nudo le cicatrici e le bruciature davanti agli occhi della ragazza. Si sta abituando a vederle come parte di sé, sta facendo passare quella vergogna che si portava dietro. Glie le mostra, come a voler continuare quel discorso che era stato lasciato perdere quella notte al Bosco. Braccia martoriate e torturate. <Ora puoi vedere le mie braccia, tirocinante. Non ho più paura.> si limita a dire questo. Lo sguardo appare come vuoto e fisso sul viso dell’altra, mentre sulle labbra rimane stampato quel suo sorrisino. Se sia effettivamente stabile mentalmente non è dato proprio saperlo. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set di 5 fumogeni – 1 manriki-gusari]

21:10 Natsumi:
  [Prati Fioriti] Non è mentalmente stabile nemmeno la Goryo. E’ tutta apparenza quella che mostra, è irreale quella calma e quella pace che trasporta nel viso e nelle movenze. Lei si è sempre dovuta sostenere da sola, si è sempre dovuta arrangiare da sola e ritrovarsi con una sorta di famiglia, beh.. le ha scombussolato i piani. Ha iniziato a provare una sorta di affetto fraterno verso tutti i Goryo, un affetto materno avvertito da Nimura. Deve la sua intera esistenza a quella donna, deve la sua vita a quella donna. Senza quella trasfusione, senza quel sangue… lei non sarebbe nemmeno qui adesso. Sangue che scorre fiero nelle vene, sangue che scorre e che la rende ciò che realmente è. Una parte assopita, mai esplosa, una parte assopita che pian piano prende forma e prende consapevolezza di sé. Lei è anche Sumi, lei è anche cinica, macabra, subdola. Tutti reprimono qualcosa di sé stessi, ma prima o poi quella forza viene a galla e ti rende completa. Le parole dell’altra tardano ad arrivare, voleva come agevolare quella conversazione e, invece, si ritroverebbe con una sorta di muta davanti agli occhi. Si sente fissare, li vede quegli occhi grandi rivolti a lei, eppure non le danno fastidio, non le donano rabbia o violenza. No. Ma ecco che la piccola prenderebbe parola, quasi con fatica e con un sorrisino alquanto particolare sulle labbra bianche. Sembra di vedersi in una sorta di specchio, sebbene sia più grande d’età e più colorita in viso. La lascia fare, la lascia dire, non le risponde subito. Si avvicinerebbe con l’ombrello, volendo coprire la figura della Yakushi, prima di guardare quel braccio colmo di cicatrici e di bruciature. Segno del tempo passato, segno di torture, segno di violenze subite. Ma non replica a quel gesto, non dice nulla riguardo quei segni. Non vuole vederli, non vuole metterla in soggezione dopo il loro unico incontro. <Copriti. Non sono il tuo medico. Non mi interessano più> ed è sincerità quella che mostra, realmente disinteressata di quello stato pietoso in cui riversa il corpo della piccola. Ognuno ha effettuato le sue scelte e ognuno ha il suo passato con cui fare i conti. Lei è cresciuta da sola, lontano da tutti, lontano dalla realtà e stava finendo per morire senza aver compiuto nulla di essenziale, nulla di importante, nulla di vero. E’ stata raccolta da una donna estranea, da una Chunnin che effettuava una missione con lei e che l’ha portata a nuova vita, senza alcun interesse, senza niente in cambio. E’ una Goryo, per lei è importante il sangue, per lei è importante la famiglia, per lei è importante la sopravvivenza del suo Clan. Porterà prestigio, porterà splendore. <Sì, piove. E’ tutto il giorno che l’acqua scende su di noi. E anche i fulmini. Ma almeno quelli sono svaniti, la pioggia mi piace> le mette tranquillità, le rischiara la mente e la riporta con i piedi per terra. Nessuna emozione traspare sul volto rosato, storce appena il naso per il freddo che ne tocca le narici. [Coltello x1 – Fumogeni x1 – Veleno Debilitante x1][Chakra Off]

21:25 Kouki:
  [Prati fioriti] Mostra le sue ferite con orgoglio e soddisfazione. Quelle cicatrici e bruciatore che a forza di martoriare quel piccolo corpo, l’hanno formata e resa la persona forte che è adesso. Avverte una flebile e sibilante voce dentro di sé, melliflua, ammaliatrice, ma al momento non le da’ retta. L’ascolta, ma non ribatte. I vestiti zuppi le si appiccicano alla pelle, i capelli diventati ormai un tutt’uno col proprio viso. Anche se l’altra alla fine avvicina il suo ombrello per poter riparare anche la piccola dalla pioggia. Non dice nulla, la osserva, vuole vedere ogni tipo di reazione, se mai ci sarà, sul viso della ragazza. Non può leggerle nel pensiero, non può comprendere il suo vissuto, anche perché non ha nessun tipo di indizio a suo favore. Le dispiace non poter capire, ma dopo tutto non si sente nemmeno così volenterosa di scoprirlo forse. Alle sue prime parole in risposta al gesto della piccola, non procurano nulla nell’animo della Genin, se non una certa ilarità. Il braccio viene riportato lungo il fianco, e la piccola esprime una sorta di espressione scettica e divertita. Rotea leggermente gli occhi e il sorrisino si accentua. <Non sei nemmeno un medico, sei solo una tirocinante. Non sai nemmeno che farne della conoscenza che hai probabilmente.> sibila contro di lei, mentre l’espressione sembra farsi cattiva ora. Lo sguardo tagliente si posa senza paura sul viso freddo dell’altra e permane il mezzo ghigno sulle labbra pallide. Non può coprire comunque il braccio, la manica le arriva fino al gomito. Rimane in ascolto delle sue successive parole, mentre l’espressione pian piano torna sempre più neutra… il sorriso si perde, gli occhi tornano assenti. L’interesse che aveva avvertito prima sembra stare scemando lentamente fino a farla sentire nuovamente vuota. <La pioggia è elegante e rilassante.> afferma solamente, dando un proprio commento non richiesto. Guarderebbe ora alle spalle della donna, ma senza vedere nulla di interessante. <Da dove arrivi?> domanda solo dopo lunghi attimi di pausa, tornando a fissarla. Forse mossa dalla curiosità, forse ha posto una domanda tanto per fare, chi lo sa. Sta di fatto che è stata la ragazza a venire da lei, e la piccola permane nella sua posizione aspettando una motivazione, un qualcosa che dia un perché a quell’incontro. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set di 5 fumogeni – 1 manriki-gusari]

21:39 Natsumi:
  [Prati Fioriti] E’ tutto così strano, è tutto così particolare, è tutto così lineare quanto confuso. Pioggia che scende ancora, senza sosta e pioggia che scendeva pochi giorni prima, al loro unico incontro. Sembra quasi che debba essere proprio la pioggia a sugellare ogni loro incontro, ogni loro scontro, ogni loro scambio di opinioni e pensieri. Due generazioni diverse, due volontà diverse, due caratteri completamente diversi quanto simili, in un certo senso. Volto che rimane distante per alcuni istanti, volto che rimane freddo e imperturbabile per altri lunghissimi secondi. Volto che prenderebbe una piega ironica quando l’altra pone la sua considerazione, quando l’altra rivela quell’affermazione fuori luogo. Le sue conoscenze sono sacre, le sue conoscenze torneranno presto utili anche sul campo di battaglia. Conoscere i punti vitali, i punti focali, i punti mortali di un corpo… è qualcosa che molti devono apprendere con il tempo mentre lei lo apprende curando le persone, curando sé stessa, studiando i libri di anatomia che le hanno assegnato. <Non dare nulla per scontato, piccola Kouki. Tutto ciò che si impara, torna utile prima o poi. So cosa faccio e cosa posso fare, quindi non preoccuparti troppo di questo> e lo dice con un sarcasmo pungente, un sarcasmo che non ha mai usato prima. Ma ci vuole come difesa, come scudo contro il suo carattere, la sua voglia di demolire le certezze delle persone. La lascia proseguire, senza fiatare, senza aggiungere nulla. Non mette becco nelle parole riguardanti la pioggia, perché dice semplicemente quello che pensa anche lei. La domanda successiva, invece, le giunge particolarmente strana, forse buttata lì per caso, per dire qualcosa, per proseguire con un discorso diverso. <Io vengo da Kusa. Sono nata e cresciuta lì, non mi sono mai spinta troppo lontana dal mio villaggio> perché si comportava come i gatti, diciamo. Pian piano aumentava il suo raggio d’azione, la sua conoscenza del territorio, la sua voglia di scoprire il nuovo, lo sconosciuto. <E tu da dove arrivi? Non mi ricordo del tuo viso a Kusa…> dato che ormai moltissime persone vivono nel paese dell’Erba, da quando le acque si sono calmate. Rimane con l’ombrello aperto, a coprire sé stessa e la Yakushi, due figure minute che si studiano e cercano di comprendersi. [Coltello x1 – Fumogeni x1 – Veleno Debilitante x1][Chakra Off]

21:56 Kouki:
  [Prati fioriti] Cosa stia succedendo in questa piovosa serata è difficile da affermare. Un incontro? Uno scontro? Nemmeno la ragazzina sa se quella che ha davanti sia una nemica o meno. Per quel che ne sa al momento è una sconosciuta che ha casualmente incontrato per la seconda volta e che lei cerca di comprendere. Perché l’ignoto non è contemplato nella sua mente. La osserva e la risposta al suo commento le torna indietro con altrettanta ilarità. Sarcasmo. Si trova a sentirsi incuriosita da quel tono che viene usato, ma ancor di più dalle parole che le vengono dette. Corruga la fronte, alza poi un sopracciglio, pondera le parole, le elabora, in seguito annuisce rispondendo a una voce che solo lei può sentire al momento. <Capisco. Si, certo che capisco. Non me ne preoccupo mica, no, no.> sibila la sua voce attraverso la gola e le labbra, andando ad umettarsi quest’ultime con la lingua, veloce. Il sorrisino torna, come se avesse scoperto qualcosa di estremamente interessante. Gli occhi brillando ardentemente di una nuova consapevolezza. <Come e dove si impara quello che sai, tirocinante?> chiede di punto in bianco, mentre ora lo sguardo viene distrattamente portato sulla mano dell’altra che stringe l’ombrello. Sembra disinteressata alla risposta che l’altra potrebbe darle, ma in realtà attende con grande impazienza. Conoscenze, conoscenze e ancora conoscenze. Effettivamente la meccanica di un corpo umano è la conoscenza più potente che si possa avere. La vuole. La desidera. Gli occhi si spalancano, si fanno sempre più lontani e perso nella sua mente, fissi sulla figura della ragazza, e la testolina ondeggia lentamente da un lato all’altro. Si riscuote solo quando lei risponde a quella sua domanda buttata lì a casaccio, o forse no, e quindi torna a ad osservarla con una certa presenza ora che lei le rigira la domanda. <Sono a Kusa da qualche mese. Non ricordo da dove vengo però.> sincera in quell’affermazione, dopo tutto i suoi ricordi sono ancora molto confusi su questo punto. Sa a che famiglia appartiene, ma effettivamente non ha idea di dove stata prima di trovarsi qui. Probabilmente ha già la risposta a portata di mano, sapendo da dove arriva il fondatore del clan, ma ancora non vuole osare. La manina ora si muoverebbe verso la ragazza, e cercherebbe di afferrarle la mano non impegnata a stringere l’ombrello. Il movimento non è veloce, anzi, è meccanico, come assorta in un qualche tipo di pensiero. E se vi riuscisse, semplicemente cercherebbe di avvicinarsi ed osservare la mano della ragazza tenendola fra le sue piccole. Non ci sarebbe un perchè e nemmeno una parola, ha agito forse di impulso, oppure seguendo una qualche logica nella sua testa. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set di 5 fumogeni – 1 manriki-gusari]

22:16 Natsumi:
  [Prati Fioriti] Un incontro molto casuale, un incontro molto strano, un incontro molto particolare. E’ tutto dettato dal caso, è tutto dettato dal destino e noi siamo gli artefici del nostro stesso destino. Un incontro che non è stato nemmeno voluto, non è stato cercato ed è capitato.. e basta. Quel sorrisino rimane vivo sul volto della piccola, dando modo alla Goryo di percepire qualcosa di subdolo dentro di lei, qualcosa di sinistro, qualcosa di altamente pericoloso. E’ pur sempre una Genin, il primo gradino della scalata verso la forza di un vero ninja. Non è esperta come molte persone presenti attorno a lei, in ogni singolo giorno e questa bambina potrebbe essere una spanna sopra di lei. Non la conosce a fondo, anche se vorrebbe tanto sapere qualcosa di più di lei. Non aggiunge nulla alle sue prime parole, osserverebbe quella lingua che umetta le labbra e la lascerebbe proseguire con le sue considerazioni, con le sue domande, con le sue curiosità. La lascia fare, la lascia indagare, la lascia parlare senza sosta. Poche e semplici sillabe, un quesito che farebbe ampliare il sorrisino sarcastico di Natsumi. Qualche pensiero che balena nella propria mente, prima di fornire una risposta corretta, una risposta veritiera, una risposta alquanto sincera. Non ha nulla da nascondere, in fondo si tratta di un luogo pubblico, aperto a tutti <Quello che sto imparando si impara in ospedale, Kouki. Ci sono i medici affermati, ci sono le infermiere e ci sono i pazienti. Ci sono tanti libri su cui studiare e ci sono anche cadaveri su cui fare pratica. E’ in ospedale che si impara a conoscere a fondo il corpo umano, ogni sua singola funzione, ogni suo singolo punto vitale. Se vuoi, puoi venire con me un giorno. Ti faccio vedere cosa faccio e come imparo> un invito innocente, un invito che non ha alcuna malizia alle spalle. La curiosità si deve incitare, la curiosità si deve coltivare, la curiosità va trasformata in sapere. Lei si sta prendendo cura di lei in qualche modo, vuole fare in modo che quell’apatia esterna si trasformi in sete di conoscenza, in sete di sopravvivenza, in sete di vita. <Se sei a Kusa, allora potrebbe capitare di incontrarci per le vie del villaggio. E’ un paese carino, ma può ancora migliorare> spiega semplicemente il suo punto di vista, senza dilungarsi ulteriormente nel discorso. Ma quello che compie la Yakushi, poco dopo, la lascerebbe un attimo sorpresa. Iridi lilla che si spalancano, si concentrano, con la mano della piccola che va ad afferrare la sinistra della Goryo, quella libera dalla presa sull’ombrello. Rimane ferma, immobile, quasi fosse diventata una statua di cera. La guarda, l’osserva, la studia, cerca di comprendere un gesto semplice quanto complesso. Non può sapere cosa voglia fare Kouki, semplicemente acconsente a quel tocco senza fiatare, senza negare. L’attenzione è massima, la mente ragiona, il respiro rallenta appena così come il battito del cuore. Deve rimanere lucida per poter agire, in caso di imprevisti. [Coltello x1 – Fumogeni x1 – Veleno Debilitante x1][Chakra Off]

22:33 Kouki:
  [Prati fioriti] Non fiata, non parla. Quell’incontro si sta rivelando ben più utile del previsto. Il cervello corre, pensa, elabora, studia. Idee malsane le balenano nella mente, supportate da quella voce che sente dentro di sé… le scorre nel corpo, nelle vene, scorre nel suo sangue serpentino. Sibila dolcemente alle orecchie della sua mente, svegliando i suoi sensi e la sua sete di conoscenza. La ragazza risponde a quella sua domanda, e la piccola trova la risposta altamente soddisfacente. Gli occhi si illuminano, come se avessero appena detto a una bambina che l’avrebbero accompagnata al luna park. Solo che l’invito per lei è ben diverso. Si spalancano gli occhi, il viso pare assumere un’espressione gioiosa, ma senza perdere quel velo di inquietudine che l’accompagna. Il ghigno si allarga, le labbra si dischiudono. <Oh, si. Mi piacerebbe moltissimo venire con te. Ed osservarti. Con cura.> un sibilo infantile ed inquietante, sinistro il suo tono, eppure è sincera. Non c’è nessun secondo fine, e nel mentre punta il suo sguardo dritto negli occhi lilla dell’altra. <Voglio imparare anche io. Lo desidero tanto.> brucia il sangue dentro di sé. La gola le pare quasi secca, assetata di quello che potrebbe imparare. Il suo modo di vedere le persone potrebbe allargarsi a dismisura. Il suo modo di operare, il suo modo di sapere. Si sente in estasi alla sola idea. Non si perde nelle considerazioni riguardo a Kusa, non le interessano. Non le ascolta e le ignora. Tutto quello che riuscirebbe a fare, dunque, sarebbe quello di afferrare la mano sinistra della ragazza. Una presa che vorrebbe essere ferrea, ma senza farle male. Avvicinerebbe il proprio corpo a quello della ragazza, azzerando del tutto le distanze, quindi cercherebbe di sollevare la mano sinistra dell’altra, sempre tenendola con entrambe le manine. Cercherebbe quindi di portarla al proprio livello degli occhi. Non le importa della reazione dell’altra, sembrerebbe concentrarsi solo ed unicamente su quella mano. Ne osserverebbe la pelle, le dita, le unghie, il dorso, il palmo… rigirandosela tra le mani come più le aggrada, se questo ovviamente le fosse permesso. Farebbe scorrere le proprie dita sulla pelle dell’altra, saggiandone la morbidezza o meno, percorrendo il tratto delle vene. Quindi cercherebbe di portare le dita al polso di quella mano che tanto l’attira, e premerebbe giusto un poco per sentirne il battito. Accelerato o calmo? In seguito avvicinerebbe il viso, come presa da chissà quale strana euforia, e appoggerebbe la guancia destra levigata contro il dorso della mano della ragazza. Ne sentirebbe il calore, o la freddezza, a seconda della temperatura ed infine appoggerebbe le labbra sulla pelle del dorso, e rimarrebbe così in quello stato per qualche lungo istante. Chiuderebbe gli occhi, prenderebbe un profondo respiro, e quindi dischiuderebbe appena le labbra in modo da poter saggiare con la punta della lingua il dorso della mano dell’altra. <Mh.> un sorriso, un apprezzamento, e così rimarrebbe. [Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set di 5 fumogeni – 1 manriki-gusari]

22:54 Natsumi:
  [Prati Fioriti] E’ tutto così palesemente sinistro e subdolo da chiunque arrivi come spettatore esterno. Due donne, due bambine all’apparenza, ferme, da sole, sotto la pioggia che non smette di cadere verso il terreno. Un ombrello viola che copre il corpo di entrambe, le isola dalle gocce, le rende impermeabili. La mano destra che continuerebbe a stringere il manico, fermo, in modo tale da offrire stabilità a quel tocco e a quella posa. Il corpicino dell’altra sembra quasi prendere vita tutto ad un tratto, sembra brillare di luce propria, sembra offrire qualcosa di speciale a una mente contorta e subdola, forse più cinica della sua. Quelle parole la colgono impreparata, senza aspettarsi quella reazione improvvisa, senza aspettarsi quel genere di parole, senza aspettarsi nulla da quel corpicino fragile e delicato. Sembra davvero di avere davanti una bambolina di porcellana, una bambolina così simile a Sumi, così simile a quella figura che stanzia dentro di sé, la sua parte inconscia e fredda. Freddissima, fin troppo razionale. <E allora vieni in ospedale a trovarmi, un giorno. Il mio nome lo conosci, l’ospedale lo trovi nel centro del villaggio ed è una struttura facile da individuare. Ma è ciò che segue che lascia la Goryo…stupita. Gira e rigira la sua mano, compie diversi gesti, compie diversi controlli, quasi dovesse reciderle la mano, quasi dovesse prendere possesso del suo corpo, di quella precisa parte del corpo. La lascia fare, non la bloccherebbe, non le da un freno. E quell’ultimo bacetto, quell’ultimo tocco, quella lingua che lambisce la sua pelle… non sa come reagire, non sa come comprendere quel gesto. Un sorrisino che viene avvertito su quel volto cadaverico, il calore della mano di Natsumi che dovrebbe pervadere il corpicino gracile della Yakushi. Il freddo che diventa tepore, tiepido, una sensazione diversa. E’ come avere davvero una sorellina al proprio fianco, una piccola gemma da istruire e migliorare. Ma il suo tempo è giunto al termine e sfilerebbe la mano dal tocco leggero dell’altra. Le dona una delusione, forse, ma ha bisogno di andare all’Anteiku, nella sua camera e trovare finalmente un po’ di riposo. <Vieni, ti accompagno fino al villaggio. Non è prudente stare al di fuori delle mura, da sole, a quest’ora. Su…> e se l’altra acconsente a quella richiesta, inizierebbe a riportare i passi verso Kusa, verso il cuore del villaggio. <Exit> [Coltello x1 – Fumogeni x1 – Veleno Debilitante x1][Chakra Off]

23:07 Kouki:
  [Prati fioriti] Persa nel suo mondo. La sua mente vaga, segue le indicazioni di quella voce… sa che non le è nemica, sa che è presente anche nel suo passato, anche se non ricorda cosa le veniva detto. Quell’invito giunge come un dolce miele alle sue orecchie… un’invitante proposta, qualcosa che aspettava in maniera impaziente. Sono due sconosciute ancora, eppure hanno comportamenti così contorti e simili che pare possano essere capaci di una confidenza sfacciata. Almeno da parte della piccola. Le interessa, più sta vicino a quella ragazza, più sente di interessarsi a lei. Non riesce ancora a comprendere in quale modo, ma di certo non è un interesse sano. Sorride. <Verrò di certo.> sibila, quella risposta sicura, come se tutto d’un tratto, questa sera, avesse deciso il proprio percorso. Come se davanti a sé si fosse aperta una strada, ed è quasi certamente convinta che non si discosta dal destino che deve abbracciare. Se ne sente attratta, e quella ragazza l’ha aiutata. Le dovrebbe essere grata. Il sorrisino si accentua mentre continua l’esplorazione di quella mano. Le piace, le piace quel calore, le piace quella pelle e quella consistenza al tocco. Le piace il sapore e le sue manine inizierebbero a tremare. Non di freddo, non di paura, ma di eccitazione. Nella sua mente sta scattando qualcosa che lei fatica a controllare, se mai dovesse lasciarsi andare a quel suo istinto, sa che potrebbe compiere qualcosa che la metterebbe fin troppo in mostra. Qualcosa che nella morale di tutti sarebbe sbagliato, tranne che nella sua. Sa di aver già provato tali istinti, ma non ricorda dove e quando. È molto simile a quando ha stritolato a morte quello scoiattolo nel bosco… un’euforia tale al quale lei vorrebbe tanto lasciarsi andare, ma per fortuna ha un freno. Stringerebbe la mano dell’altra, più forte, per poi lasciarla andare all’improvviso, come se scottasse. Ed è in quel momento che l’altra la ritira. Una conclusione perfetta. Lei alza quindi lo sguardo sulla ragazza, un sorrisino mellifluo sulle sue labbra, insana follia nei suoi occhi che impongono la calma. <Si, va bene.> camminerebbe al suo fianco, passo tranquillo, animo felice e sorrisino stampato sulle labbra. [END][Equipaggiamento: guanti ninja – 6 kunai – 6 shuriken – un set di 5 fumogeni – 1 manriki-gusari]

Si incontrano ancora le due ragazze, dando vita a un dialogo contorto e particolare. Sono bellissime çwç <3