Siete arrivati, infine, al dojo Uchiha. Avete percorso le vie, le strade del quartiere piuttosto liberamente, indisturbati, raggiungendo senza alcun problema il centro nevralgico del posto. L'edificio principale e centrale dell'intero quartiere, la magione di Arima, del capoclan. Nessuno ha fermato il vostro cammino fin qui, la notorietà di Katsumi gli apre molte porte, specialmente in quella che, per un certo verso, potrebbe e dovrebbe considerare casa sua. Varcate le soglie della magione, però, la situazione va lentamente cambiando. Kimi non dovrebbe trovarsi lì, nessun non-Uchiha dovrebbe se non espressamente richiesto ed autorizzato da Arima stesso. Neppure la fama e l'autorità del mezzo Seiun possono in questo caso fermare il malcontento e l'opposizione di chi si trova all'interno. Ma, dopotutto, non è neppure intenzione della Tigre Bianca dell'Akatsuki quella di scatenare inutili scontri, inutili polveroni. Desidera solo raggiungere l'apice di quel luogo, i piani superiori, alla ricerca dell'epilogo di ogni cosa. Kimi e Keizo devono semplicemente liberargli la via, impedendo a chiunque di fermarlo. E questo fanno. Lo scontro parte immediatamente quando la Doku attacca gli Uchiha presenti al pian terreno e, nell'avviarsi della battaglia, trovi facile accesso alle scale che portano al piano superiore, in fondo alla stanza. Nessuno ti ferma, nessuno pensa ad arrestare il tuo passo mentre al piano inferiore c'è sangue e morte. Avanzi indisturbato fino ai piani superiori -due- che ospitano diverse altre stanze fra cui, al terzo piano, gli alloggi del capoclan. Tuttavia, salendo, noterai come non vi sia nessuno a fermarti, a passare per quei corridoi. Nessuno che sembra abitare quelle stanze. Se fossi salito fino al terzo piano allora ecco che, avvicinandoti alle scale che portano sul tetto, potrai notare scendere un paio di uomini entrambi molto simili. Capelli scuri, Sharingan a tre tomoe negli occhi, espressione ferma, contratta. Deglutiscono appena fermandosi, fissandoti. "Ti stava aspettando" dice alla fine, uno dei due, spostandosi di modo tale da lasciar libero un passaggio. V'è contrarietà nello sguardo, la sua voce è amara. E' come se gli fosse costata fatica dirlo, come se non capisse quello che sta succedendo. E, beh, difatti nessuno potrebbe capire. Nessuno potrebbe analizzare e studiare quello strano, bizzarro legame che lega le vostre anime, le vostre menti. La via è quindi libera, il sentiero tracciato. Arima, a quanto pare, sembra attendere al vero ultimo piano dell'intera Magione. Sul tetto. [Quest Chiusa][Turni liberi (...)][E, sì, me ne pentirò: nessun limite di tempo][Ore: 11:00]
Plic. Plic. Plic. Al fare quell'ultimo passo oltre la soglia della porta che dà sul tetto, noteresti come dal cielo scenda scrosciante una pioggia non troppo violenta. La notte t'avvolge sotto le sue oscure spire e la luna è celata da banchi di nubi grige che s'addensano nell'alto, piangendo lacrime fitte e sottili che arrivano a bagnare il tuo capo, le tue vesti. Lontano, da qualche parte oltre il monte dei volti, un tuono ruggisce ringhiante ed un lampo illumina a giorno ogni cosa per un istante soltanto. Un bagliore improvviso, abbacinante, fastidioso, che svanisce nel giro d'un batter di ciglia. Plic. Plic. Plic. Ma dove ti trovi, ora, esattamente? Il tuo sguardo va stagliandosi verso il tetto della Magione notando come sia quanto di più simile vi sia ad un giardino. Aiuole di fiori bianchi si ripercorrono per la quasi intera superficie del posto tenendo liberi pochi passaggi ove poter camminare ed ammirarne la bellezza. Non v'è molta varietà, a dire il vero, in quell'assortimento bizzarro di fiori. Sono tutti identici, tutti gli stessi. Gigli bianchi. "Purezza. Fierezza. Nobiltà d'animo" Un messaggio lasciato a calare e sovrastare sull'intero quartiere? O solo una bizzarra coincidenza? Ma, al di là delle aiuole, tutto ciò che puoi vedere, alla fine, è la figura di Arima che ti rivolge le spalle. In piedi, fermo, osserva il quartiere sotto di sé con le mani incrociate dietro la schiena. I suoi capelli scuri sono incollati alla nuca, al viso, per via della pioggia che cade incessante, l'impermeabile bianco che lo riveste aderisce al suo corpo come carta su un vetro. Le mani son guantate di nero, i pantaloni sono scuri al di sotto del soprabito. Bianco e Nero, a confronto. Parrebbe proprio essere una perfetta partita a scacchi, questa. Due re a confronto, a darsi battaglia per la conquista della scacchiera più importante di tutte. Ma quanti pezzi, quante energie avrebbero dovuto utilizzare per vincere questo scontro? Sarà solo una la vita che verrà strappata alla fine di questo incontro? Chissà. Chissà. <Avevo programmato ogni cosa> la sua voce giunge d'improvviso a straziar il silenzio di quella sacra notte, sovrastando lo scroscio dell'acqua, il fischio del vento. I rombi dei tuoni. Eppure non grida, eppure non eccede in uno sgraziato eccesso di tono. E' misurato, calmo, par quasi volerti donare una carezza con la sua voce sicura. <Fin dall'inizio, fin dal principio. Avevo preparato ogni cosa affinché arrivasse questo giorno, Katsumi.> rivela lui donando ancora le spalle, chinando solo ora, di poco lo sguardo. <E ce l'avevo fatta. Sei cresciuto. Sei maturato. Sei divenuto grande> e carezza quest'ultima parola con la voce come a voler sottolineare il grado di potenza raggiunto dal suo allievo prediletto. Grande. Non forte, non potente. Grande. Più di chiunque altro, più di ogni cosa. Ha raggiunto e superato limiti che forse persino Arima non era riuscito a prevedere. <Eppure...> e solo a quel punto va egli a voltarsi, a donarti la vista del suo viso, della sua espressione, lo Sharingan non attivo nel suo sguardo. Non ancora. <Mi hai deluso così tanto.> Lo sguardo s'assottiglia appena, le labbra si stringono osservando solo ora la diversità del tuo aspetto. I capelli nuovamente scuri, come l'erano stati un tempo, all'origine di tutto, all'inizio di ogni cosa. <Sei l'unico che poteva realizzare il nostro obiettivo finale. Ripopolare il clan di veri Uchiha. Uchiha puri, originali, nati dal grembo di geni naturali.> E si ritorna a danzare sempre la solita ballata, a cantare le solite monotone note. Il fulcro di ogni cosa. <E hai rovinato tutto. Rifiuti continuamente, ostinatamente questa possibilità ricercando la compagnia di quella donna. La sua progenie> scuote appena il capo con un sospiro stanco. Non potrà più inseguire questo sogno, è arrivato alla fine. Quella notte avrebbe perduto il suo unico esemplare puro, oppure non sarebbe vissuto abbastanza da vederlo proseguire per la sua strada. In ogni caso, il suo sogno, si spegne così. In parte. <Avevo preparato per te la compagna perfetta. Frutto del tuo stesso sangue, della tua stessa vita. E, lo sappiamo Katsumi, non c'è persona che ti affascini più di te stesso> Affascini, che parola interessante, non trovi Katsumi? Perchè sì, insomma, dire "ami" sarebbe parso quanto più inappropriato possibile. Tu che nonostante tutto, ancora, rigetti e rifiuti di abbracciare la reale essenza della tua anima. La tua parte complementare. Oh, Nemurimasen, ironico, non è vero? <Avresti realizzato finalmente il sogno di una vita. No, di generazioni e generazioni... Il sogno di Sasuke.> si ferma per un istante osservandoti con quell'espressione indecifrabile che forse solo tu potresti riuscire a leggere come sconfortata, sconfitta. <Come hai fatto?> domanda allora, alla fine, con un nuovo respiro. <A salvarla> specifica quindi arrestando infine il proprio dire. [Quest Chiusa][Feelz][E, sì, me ne pentirò: nessun limite di tempo][Ore: 12:01]
Nell'osservare il modo di fare di Katsumi, Arima rimane silente. Squadra gli abiti candidi al di sotto di quella mantella a nuvole rosse notando come sia probabilmente la prima volta dacché lo conosce a notargli un simile colore indosso. E si può dire quasi per certo che lui sia l'entità che più d'ogni altra lo conosce. Da più tempo di chiunque, forse meno soltanto dello stesso Nemurimasen. Alla domanda dell'altro il capoclan Uchiha si ritrova a non rispondere, a non dire nulla. E' davvero così? Arima ha già la vittoria in tasca a prescindere dalla fine di quello scontro? Non lo conferma, non lo nega, si limita a continuare ad osservarti con i suoi occhi scuri per poi assistere al tuo successivo fare. Le tue mani vanno ad unirsi a comporre una sequela di sigilli imparata solamente da pochi giorni, le tue energie vengono prosciugate, sacrificate, impiegate per l'immenso sforzo insito in quella tecnica. Arima non si muove, non ancora, limitandosi semplicemente ad andare a muovere al tempo stesso le proprie mani per andare a comporre i sigilli del serpente, del drago, del serpente, del topo e ancora del serpente in una rapida successione che termina con il pollice destro che viene portato alle labbra così da venir morso con forza. Morde lui fino a far scaturire del sangue dal suo dito così da far strisciare il polpastrello ferito sul palmo opposto macchiandolo di quel liquido cremisi. Il palmo viene rivolto al suolo e, in una esplosione di fumo ecco comparire accanto a lui un enorme, immenso serpente gigante a tre teste. Scaglie marroncine, sguardi ferini, lingue a venir esposte e agitate in un sibilo fastidioso mentre il marchio a tre tomoe di Orochimaru spicca nero e sinistro sulle loro fronti. Sa che Katsumi conosce perfettamente, ormai, le abilità dello Sharingan ed è piuttosto sicuro di aver più bisogno di un aiuto esterno che di un'abilità dall'altro prevedibile. Nel mentre tuttavia continua ad osservare quanto fatto da Katsumi e ciò che vede è semplicemente una sorta di liquame violastro che fuoriesce dalle suole dei suoi piedi disperdendosi nel terreno. Una specie di colata di chakra e sangue va a disperdersi tutt'attorno ricoprendo il suolo intero fino a raggiungere i limiti massimi di quella terrazza: 30 metri per 30. E una volta raggiunti gli angoli, gli spigoli del nuovo campo da gioco ecco che quel composto s'innalza, s'allunga verso l'alto andando a creare pareti, un tetto, una vera e propria barriera che li tiene rinchiusi e protetti da qualsiasi azione esterna. Persino la pioggia si trova a battere su di essa scivolando via, non potendo più raggiungervi al sicuro dal suo tocco. Ma poi... sarete al sicuro davvero? Katsumi, sicuramente, sì. Ha predisposto il suo campo migliore, ha intrappolato nella sua vischiosa rete una farfalla dai colori brillanti. Arima si guarda attorno rimirando quanto è appena accaduto e così fanno anche le tre teste dell'enorme serpentone appena richiamato il quale si presenta in parte acciambellato su se stesso ed in parte con la coda che occupa gran parte del tetto, dilungandosi mollemente fino a terminare praticamente alle spalle del mezzo Seiun. "[Ade]Arima. Ssssssono anni che non ci chiamavi ad aiutarti" nota la testa destra puntando le iridi ocra sulla figura dell'Uchiha. "[Edo]Che c'è? Manda era occupato?" fa sarcastica la testa centrale, portando l'ultima ad allungarsi verso di lei per lasciarle un morso sul collo. "[Oda] Piantala, sssstupido. Almeno posssssiamo divertirci un po'" lo rimbecca con fare stizzito, portando Edo a fissare Katsumi infastidito. "[Edo] ma l'hai vissssto? Divertirci? Contro il ragazzino?" Dà in un verso stizzito scuotendo la testa centrale per poi andare semplicemente a muovere l'enorme coda alle spalle di Katsumi nel tentativo di alzarla appena a usarla per colpirlo alle spalle, dargli come una "affettuosa" pacca sulle spalle che, tuttavia, considerando forza e dimensioni dell'appendice rischierebbero di scaraventarlo via. <Non ti consiglio davvero di tenere la guardia abbassata, Edo> si limita a dire semplicemente Arima tenendo sott'occhio la scena, gli occhiali a venir sistemati elegantemente sul viso. <Nessuno di noi tre sopravviverà a questo scontro se non staremo attenti> E questo sì, lo sa perfettamente. Tuttavia, in tutto questo, cosa sta succedendo? La barriera non è certamente stata evocata da Katsumi per bellezza, no? Difatti, non appena va a richiudersi sopra le teste dei presenti -tutte quante- ecco che lentamente l'aria infetta che li circonda va ad infiltrarsi poco a poco nel loro corpo, fra le loro scaglie, iniziando a lasciare una prima chiazza violacea su di loro. Su Arima comparirà alla base del collo, nel punto visibile fra i due lembi del colletto dell'impermeabile, mentre per il serpentone gigante, andrà a comparire proprio sulla promimente pancia. Parte del loro chakra viene assorbito, risucchiata dal loro corpo, andando a venir trasferita -in parte- al corpo stesso del Goryo. Una quantità abbastanza massiccia da portare entrambi gli avversari a sentire quel principio di debolezza dovuto ad una spesa non indifferente d'energia. <Oh. Quindi è questo, che fa> mormora Arima osservando con occhi nuovi le pareti ai loro fianchi. <Capisco> [Quest Chiusa][Mappa: http://i.imgur.com/0gWkjyv.png][Difesa: 1/4][Testa + collo = 8 metri; da collo in poi, corpo unico, 24 metri; spessore coda: 3 metri][Chakra Arima - 10; Chakra Oda-Edo-Ade -10; Chakra Katsumi +10][E, sì, me ne pentirò: nessun limite di tempo][Ore: 15:05]
La reazione di Katsumi, grazie ai suoi sensi estremamente sviluppati, va ad essere praticamente istantanea. Un semplice scatto, una schivata elegante, pulita, che lo porta a spostarsi alla propria destra della massima distanza percorribile in quel perimetro in pochi secondi, evitando per un pelo quel colpo di coda che fende il vuoto. Un solo istante d'esitazione in più ed ecco che quell'appendice scagliosa l'avrebbe preso in pieno. L'evocazione sibila infastidita dalla sua testa centrale mentre le altre due ai suoi lati si ritrovano a fissare silenti la figura del mezzo Seiun. Arima, dal canto suo, è piuttosto preoccupato per la barriera attorno a loro. Ha avvertito quel senso di debolezza andare ad appesantirlo, come energie spese ma mai utilizzate e sa che più di ogni altra cosa potrebbe costituire un problema per lui. Per loro. Anche gli stessi serpenti hanno avvertito questa sensazione portando tutte le teste, per una volta a ritrovarsi immediatamente concordi. "[Ade] Arima, ma dove diamine ci hai convocati?" domanda la testa destra dando voce al pensiero delle altre due. "[Ade]Chi è il ragazzino?" domanda ancora sibilando, agitando la coda nervosamente. Arima, dal canto suo, andando a risvegliare il proprio Mangekyou, va a puntare lo sguardo sulla figura dell'ormai lontano Katsumi, rintanato nell'angolo più remoto e distante della barriera. <Lui è il passo successivo a Sasuke.> dice la voce decisa, ferma, sicura dell'Uchiha fissando il viso di Nemurimasen con le sue iridi scarlatte, il disegno originale ed unico del suo mangekyou ad essere indistinguibile a quella distanza sebbene ormai Katsumi lo conosca da molti, molti anni. Forse da una vita diversa. <E' un tipo di Uchiha completamente nuovo. Mai visto prima.> La sua creatura. Il suo pupillo. Il suo più grande successo e la sua più profonda delusione. La pioggia continua a battere contro le pareti della barriera e il tempo scorre lento, placido, mentre dal piano di sotto s'odono urla, grida e rumori di colpi e battaglia. <Fermatelo mentre io cerco di distruggere la barriera> ordina quindi all'evocazione notando come, ancora, le sue energie vadano diminuendo pericolosamente. Quel posto può essere la sua tomba se non trova il modo di abbatterlo. L'idra, dunque, annuendo e concordando con il dire dell'Uchiha, si ritrova a strisciare pericolosamente in direzione di Katsumi andando ad agitare le sue tre teste di modo tale da creare con esse una sorta di ostruzione. Andrebbe a fermarsi ad otto metri da te di modo tale da tenerti bloccato nell'angolino nel quale sei finito con due teste, quelle laterali pronte a mordere con le loro zanne affilate, e cercare al tempo stesso di morderti con quella principale. Oh, beh, forse la parola migliore per descrivere ciò che Edo vuole fare con te è: d i v o r a r t i. Par quasi una parola ricorrente nella tua esistenza, non è vero? Ma mentre sei impegnato a cercare di evitare l'offensiva dell'idra, ecco che Arima, dal canto suo, va a comporre dei sigilli per te ormai ben noti: Drago, Serpente, Tigre, Cavallo, in questa esatta sequenza, i sigilli delle palle di fuoco tipicamente utilizzate dagli Uchiha. L'uomo va a portare la destrorsa a comporre una sorta di mirino attorno alle labbra per poi rilasciare da quello spazio, il proprio chakra katon sotto forma di due sfere infuocate del diametro di tre metri ognuna, una dopo l'altra. Sfere che vanno ad impattare contro la parete della barriera mirando entrambe sullo stesso punto, alla sua sinistra, infrangendosi contro la parete violacea fatta di sangue e chakra. Il colpo è senz'altro potente, i danni sostanziosi, ma non sufficienti a distruggere l'integrità della barriera. E' senz'altro danneggiata, certo, ma non abbastanza da abbatterla. [Quest Chiusa][Mappa: http://i.imgur.com/Uzo7jyi.png][Difesa: 2/4][Testa + collo = 8 metri; da collo in poi, corpo unico, 24 metri; spessore coda: 3 metri][Chakra Arima - 20; Chakra Oda-Edo-Ade -20; Chakra Katsumi +20][Ps Katsumi: 95/100][Resistenza attuale barriera: 50][Ore: 16:36]
Le chiazze viola vanno ad aumentare sui corpi dei tuoi avversari. Arima ha diverse macchie sul collo, sul viso, mentre l'idra da marroncina che era inizia a divenire lentamente violastra. La fatica viene accusata rapidamente da tutti i contendenti man mano che le energie vengono usate o risucchiate. Ma vediamo nel dettaglio cosa sta accadendo: l'attacco dell'Idra atto a cercare di fermare e neutralizzare Katsumi viene fermato sul nascere da un genjutsu richiamato dal puro. Nella mente delle tre creature va a dipanarsi la stessa identica illusione che mostra loro un Katsumi predatore. Pericoloso, oscuro, iracondo, capace di nutrirsi delle loro paure più profonde. Nelle loro menti si va dipingendo l'immagine di vari scenari comprendenti la loro morte. Immagini sinistre, vivide al punto da risultare reali, come fossero ricordi vissuti da loro stessi, talmente ben disegnate nella loro mente da portarli ad immobilizzarsi sul posto, impietriti. Le tre teste rimangono immobili, rigide, mentre le pupille serpentine si restringono terrorizzate alla vista di tali immagini. La creatura va così a crollare al suolo, immobile, sotto il controllo del genjutsu dell'Uchiha, distendendosi al suolo con le fauci aperte, gli occhi sgranati, e le scaglie a divenire sempre più violacee. Arima, intanto, nel mentre che questo accade è ancora impegnato a cercare di abbattere la barriera che li circonda. Una barriera che sta nutrendosi della sua stessa linfa vitale, di quella del suo compagno, sottraendogli energie preziose. Un'arma estremamente pericolosa e che non aveva idea esistesse. Dove avrà trovato, Katsumi, questo assurdo potere? Non ha tempo di chiederselo, però, in quanto ogni secondo trascorso sono energie perdute e, per questa particolare occasione, solo i Kami sanno di quante forze abbia bisogno per poter contrastare il suo nemico. Così ecco che Arima va semplicemente a ripetere l'attacco precedentemente portato contro la parete della barriera. Un attacco che ha di molto indebolito la sua integrità e che ha reso la parete sicuramente più fragile, più debole. Non può spendere molte energie e per questo si limita, una volta compiuti i dovuti sigilli -Drago, Serpente, Tigre, Cavallo- a lanciare una sola palla per volta fin quando la barriera non sarà abbattuta. Porta la destrorsa alle labbra unendo pollice ed indice in un mirino e soffia l'ennesima sfera, l'ennesima palla infuocata, mirando al punto precedentemente colpito. Un'altra sfera dalla larghezza di tre metri viene soffiata contro la barriera e, questa volta, l'intera costruzione non riesce a reggere alla moltitudine di colpi, finendo così distrutta e lasciando nuovamente modo alla pioggia esterna di scrosciare sul terreno sotto ai vostri piedi. Un ostacolo in meno, certo, ma il combattimento non è ancora finito, anzi. Il suo avversario è ancora in piedi e, in realtà, par proprio pronto ad attaccarlo dopo aver messo al tappeto la potente idra. Una ondata di chakra illusorio sta infatti giungendo estremamente rapida in sua direzione, troppo perchè egli possa riuscire in qualche modo a schivarla. Un trucchetto che lui stesso ha insegnato a chissà quanti dei suoi allievi... forse persino a lui. Conosce la tecnica, sa cosa è a impedirgli di muoversi, a causargli quelle vertigini, quel forte senso di stordimento. Lo sa... lo sa... eppure, non di meno, non può far altro che soccombere a quell'effetto sapendo che sarebbe terminato di lì a breve. Non può muoversi, non può agire, può solo sentirsi terribilmente stanco, svuotato di gran parte delle sue energie. Osserva nonostante tutto, ancora, il suo prediletto e il suo Sharingan brilla di una luce lontana, sincera. Ammira il livello raggiunto dal ragazzo, le sue capacità, la fredda logica attraverso la quale reagisce ad ogni situazione senza minimamente darsi per vinto. Osserva incapace di far altro, sentendosi impossibilitato a muoversi, a compiere qualsiasi gesto. <Ebbene... Cosa farai, adesso?> domanda quindi, sinceramente incuriosito, guardandolo fisso, a testa alta, senza mostrar paura od astio per quella situazione, per ciò che sta per arrivare. [Quest Chiusa][Mappa: http://i.imgur.com/IG3fQCx.png][Testa + collo = 8 metri; da collo in poi, corpo unico, 24 metri; spessore coda: 3 metri][Chakra Arima - 10; Chakra Oda-Edo-Ade -10; Chakra Katsumi +10][Ps Katsumi: 100/100][Ore: 18:13]
Rimane immobile, Arima, fermo sul posto ed incapacitato a muoversi. La barriera è stata demolita, è vero, tuttavia la situazione non è migliorata poi molto. La sua evocazione è immobilizzata, vittima di un genjutsu dell'Uchiha, mentre lui stesso è impossibilitato a muoversi per via degli effetti del genjutsu attuato dal mezzo Seiun. Caduto nell'illusione di un suo allievo... troppo lento, troppo stanco per respingere una simile ondata di chakra. E' davvero possibile che, alla fine, Katsumi l'abbia effettivamente superato? Perchè no? Non è forse questo l'obiettivo di ogni allievo? Superare i propri maestri? Vede il ragazzo avvicinarsi, le sue iridi tornare ad essere quelle con le quali si era presentato lì al principio dell'incontro. Disattiva lo Sharingan, ne disdegna il potere, andando ad osservare Arima in viso, negli occhi, rispondendo alla sua domanda. Arima l'ascolta, sì, e lo fissa intensamente in volto. Rapito dalla sua voce, dal suo dire. <Deve?> domanda il clone con un mezzo sorriso a palesarsi sulle labbra. Freddo, vuoto, quasi circostanziale mentre continua a fissare le iridi bicromatiche del puro. <Non è ancora finita, Katsumi. Non ancora> ed è allora che potrai notare, Nemurimasen, come d'improvviso non potrai più muoverti. Stanco, spossato, preda di un violento senso di vertigine che ti sale improvviso alla testa. Sei indubbiamente affaticato dall'incontro affrontato fino ad ora, hai speso non poche energie fino a questo momento, eppure conosci queste sensazioni. Sai che non nascono da te. Sono sensazioni indotte. <Mi offendi affrontandomi senza il potere che più di tutti ti ha portato così in alto, Katsumi.> aggiunge Arima ancora immobile, ancora bloccato dagli effetti residui dell'illusione dell'Uchiha. Vi ritrovate ad osservarvi, immobili, come immagini riflesse in uno specchio. Vittime entrambi dello stesso bizzarro sortilegio, in attesa della prossima mossa. Intanto, mentre i secondi scorrono e l'illusione trova suo termine -da ambo le parti- [//OFF: fine turno paralisi per Arima; Mente Katsumi > Mente Arima quindi termina l'illusione anche per te senza conseguenze nel prossimo turno] la pioggia continua a scendere e dal basso, dai piani inferiori, grida si elevano in coro adesso dalle strade del quartiere. Non più uno scontro, non più una battaglia, ma una vera e propria lite. Una scissione che non può raggiungervi, non ora, mentre il cielo piange le sue ultime lacrime. [//OFF: Prigione incandescente annullata, chakra non speso.] [Quest Chiusa][Mappa: http://i.imgur.com/Z1WuX7V.png][Testa + collo = 8 metri; da collo in poi, corpo unico, 24 metri; spessore coda: 3 metri] [Turno paralisi 2 di 4][Chakra Katsumi: 35/90 (avevo dimenticato di correggerti il costo in chakra del turno precedente)][Ps Katsumi: 100/100 || Chakra Katsumi: 50/90][Ore: 19:25]
Lentamente, poco a poco, entrambi tornano ad essere liberi del controllo mentale altrui. I loro corpi sono stanchi, certo. Affaticati, anche. Ma liberi. Non più schiavi della debolezza imposta dal chakra avversario, ancora capaci di muoversi, seppur per poco. La pioggia batte ancora scrosciante attorno a loro. Non forte, non violenta, quasi gentile, ad accompagnare quasi con grazia quel momento. La fine di uno, oppure dell'altro. Arima sorride alle parole dell'altro ben sapendo quanto abbia ragione. Le mani dei due vanno contemporaneamente ad alzarsi al petto ed insieme compongono sigilli diversi. Entrambi si stanno preparando alla loro ultima offensiva. Il tempo per confrontarsi è finito, per giocare, studiare i punti di forza o di debolezza dell'altro. C'è solo il tempo per quell'ultima onta, quell'ultimo colpo. Ma solo uno dei due troverà vittoria, solo il più veloce. Entrambi terminano di comporre con le mani i sigilli richiesti per la loro tecnica ma, una frazione di secondo, va a far la differenza in questo scontro. Le dita di Katsumi vanno a fermarsi un solo istante prima di quelle del suo maestro. Il suo chakra viene rilasciato in una onda d'urto senza pari che si propaga attorno a lui per metri e metri. Arima si ritrova investito prima di poter completare il suo jutsu e sgrana gli occhi a labbra schiuse. Avverte qualcosa di strano nel suo corpo, qualcosa di bruciante. Le infezioni che lo avevano cosparso per il corpo si gonfiano poco a poco prima di esplodere come fossero ordigni in scala, colpendo, straziando la carne. Il sangue schizza, sgorga copioso dal suo corpo martoriato, andando a buttarlo al suolo in un tonfo sordo, uno scalpiccio d'acqua che schizza tutt'attorno al suo cadere. Par quasi il riverbero causato dai cocci infranti d'una tazzina che cade al suolo, ormai rotta. L'Idra, a sua volta, vien colpita dalla tecnica di Katsumi e, forte del dolore appena provato, si risveglia dalla paralisi contorcendosi e sibilando furiosamente. La sua corazza scagliosa è resistente, certo, potrebbe ancora combattere, sì. Ma a che pro combattere per la battaglia di uno sconfitto? Le tre teste notano il corpo di Arima giacere riverso nel suo stesso sangue diversi metri più in là e, sbuffando stizzite, vanno semplicemente svanendo, tornando nel loro Regno. Il clone rimane immobile sotto quella pioggia di fine inverno, rantolando i suoi ultimi stanchi respiri. Se ti fossi avvicinato a lui lo vedresti disteso al suolo privo di un braccio, l'addome ferito in più punti sotto gli abiti, il sangue a colare copioso. Il viso è pallido, macchiato di gocce cremisi salite fin lì nell'esplosione. Le di lui labbra si distendono in un sorriso per la prima volta felice. Le nodose falangi della morte stringono con sempre maggior decisione la loro presa su di lui, questo è evidente ad occhio nudo. Lo si vede dal candore sinistro della sua pelle, dall'energia vitale che scorre via in fiumi di porpora che vanno ad innaffiare e nutrire quei fiori bianchi tutt'attorno. Alcuni di essi sono ormai macchiati di un rosso violento, pennellate decise di un Dio annoiato. I secondi scorrono e così i fotogrammi di memorie credute perdute sotto i vostri occhi. Rivivete momenti della vostra vita assieme, di quel malsano e perverso rapporto al vertice del quale sei sempre stato tu. Ogni cosa è sempre stata fatta, pensata, sacrificata per te. Ed ora ultima, ma non ultima, persino la sua stessa vita. Il sacrificio finale. Arima lo sa, lo ha sempre saputo. Una preveggenza diversa da quella tipica dello Sharingan, la consapevolezza di un padre che perde tutto ciò che possiede per donare al proprio figlio il grandioso futuro al quale è destinato. <Tu crederai che tutto ciò che ho fatto sia stato ferirti, ucciderti, torturarti. Che tutto ciò che abbia voluto darti sia dolore...> Il suo sguardo è fermo, stanco, e allo svanire delle iridi cremisi ecco comparire due iridi di un nero scolorito, sfumato di un velo biancastro che ti osservano distanti, probabilmente senza neppure vederti. La sua voce è rauca, debole, flebile, ma non perde nella debolezza della morte la sua fierezza. <Ma ti ho solo preparato. Ti ho voluto donare tutta la forza che ero capace di farti scoprire e utilizzare. Volevo che tu fossi pronto per questo momento...> la mano stanca, l'unica rimastagli, va estraendo dalla tasca del suo soprabito bianco un piccolo oggetto. Le forze stanno rapidamente abbandonando il suo corpo ma ancora resiste come può. Tende verso te le dita tremanti, chiuse verso il palmo, per poi distenderle e mostrare un piccolo anello in metallo bianco: se sia argento o oro non si sa. L'effige su di esso raffigura lo stemma del clan Uchiha e, fra i ricordi di Akendo seppelliti in te, lo riconosci come un antico cimelio appartenuto negli anni al fu Madara. <Tocca a te, adesso. Crescili.. guidali... proteggili. E non avere paura di dover fare cose terribili per riuscirci> se tu avessi preso l'anello precedentemente la mano tremante di Arima andrebbe ad appoggiarsi contro il tuo petto, contro quella giacca bianca che andrebbe ora macchiandosi di ciò che resta della sua vita, afferrandola debolmente. <Rinasceremo... gli Uchi--ha.. torneranno a...> Le dita ricadono stanche al suolo, il respiro rallenta pericolosamente e il capo si abbandona pesante all'indietro. <...vivere> L'ultimo ansimo di Arima, dedicato alla vita, alla speranza, ad un futuro che ha preparato per altri sapendo di non potervi prendere parte. Chissà da quanto tempo, ormai... La vita abbandona definitivamente il suo corpo, le sue labbra permangono schiuse, immobili, ferme in un sorriso finalmente appagato, soddisfatto, che permane sul suo volto come uno spettro. Sarebbe rimasto lì, ormai, per sempre. Gli occhi ciechi rimangono a fissare il nulla sopra di sé mentre una nuova era trova adesso la sua alba. Non tutti, forse, ti accetteranno. Non tutti ti riconosceranno come nuovo Arima. Non tutti ti seguiranno. Ma gli Uchiha hanno adesso trovato una nuova guida, una nuova speranza. Un nuovo Re.[END] [END OBBLIGATORIA COME MINIMO.]