Vita

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14:00 Ikkino:
  [Strade di Kusa] Giornata temporalesca per il nostro giovane eroe, una di quelle giornate dove è meglio restare a casa piuttosto che uscire. Ciò nonostante Ikkino è fuori, si ritrova per le strade cittadine con suo solito look: stivali di un marroncino chiaro, blu jeans, maglietta a maniche lunghe con tanto di scaldacollo integrato e un paio di cianfrusaglie nelle tasche. Ombrello? Non ne ha ed ecco perché si ritroverà completamente fradicio da testa ai piedi con tanto di acqua piovana che inizia a colargli dalle ciocche di capelli fino ad arrivare sui suoi abiti. <Uhm?!? Non c’è qualche posticino caldo?> una locanda, un chioschetto, un qualcosa per ripararsi dalla pioggia. Sicuramente dovrà trovarsi un lavoro se vuole aumentare le sue finanze per permettersi un ombrello, dato che al momento sembra essere a corto i cash a parte quelli per sfamarsi. Il passo intercede per le vie di Kusa senza una meta precisa, lasciando che i suoi stivaletti inchiodino nelle pozzanghere che andrebbero a schizzare il suo liquido nerastro altrove.

14:09 Kouki:
  [Strada] Piove nuovamente a Kusa e ciò non può che mantenere l’umore della piccola stabile e calmo. La pioggia le piace, e anche se non lo da a vedere con qualche espressione facciale, lo si capisce dal fatto che se ne sta immobile sotto di essa, senza alcun riparo. La ragazzina quest’oggi è vestita con abiti pesanti per proteggersi dal freddo, composti da lunghi pantaloni neri che si stringono alle caviglie, scarpe nere ai piedi, una maglietta a maniche lunghe di colore blu e tenuta dentro ai pantaloni e un giubbino nero tenuto aperto. I capelli lunghi, neri e lisci sono tenuti sciolti, liberi di percorrere la sua schiena in tutta la sua lunghezza, mentre alcune ciocche le ricadono sulle spalle. La pelle si presenta bianca, diafana, le proprie cicatrici sono tenute nascoste dai vestiti, quindi non sono visibili. La frangia incornicia il suo visino fine e gli occhi gialli, dorati, sotto ai quali sono presenti due occhiaie che le danno giusto quell’aria da malata. La corporatura è piccola, esile, decisamente sotto peso e con poca carne attaccata alle ossa, l’espressione al momento non esprime alcuna emozione, neutra, con lo sguardo rivolto verso l’alto e perso in qualche suo pensiero. Si è isolata da tutto ciò che la circonda come tende a fare spesso, limitando il suo contatto umano con il mondo e le persone, lasciando che solo le gocce fitte di pioggia le bagnino il viso. I capelli e i vestiti, quindi, risultano decisamente zuppi ed appiccicati al proprio corpo, ma alla bambina non sembra importare molto di prendersi qualche malanno. Se ne sta quindi immobile sotto la pioggia, nel bel mezzo di una delle strade di Kusa, a guardare verso il cielo con fare assorto, labbra serrate e braccia lungo i fianchi. Un pulcino zuppo.

14:13 Hikari:
  [Centro di Kusa] Ora Hikari si sente meglio, quasi più parte della città, dopo la sera passata. Deve riuscire con tutte le sue forze ad accontenta il suo, forse, futuro capo di lavoro. Perciò, infila i volantini presi ieri in bottega in una borsa di tela scura, con la tracolla lunga. La pioggia batte sui vetri del suo piccolo monolocale, dicendo addio alla neve della giornata precedente. Ancora oggi, maglione nero, shorts di jeans e calze a rete che si tuffano un due lunghi anfibi, alti fino ad appena sotto il ginocchio. Non sente freddo finché è protetta dal suo amato mantello color zaffiro. Non c’è un motivo particolare nell’uscire sempre con la pioggia, forse è perché semplicemente non vuole starsene chiusa in casa, da sola. Vorrebbe incontrare qualcuno, magari di normale. Una volta sulla strada principale di Kusa, decide di imbucarsi presto in qualche posto caldo, scartando la pasticceria del giorno prima, onde evitare quell’odioso ragazzo fuori di testa. Anche oggi le andrebbe un buon dolce, o qualcosa di caldo da bere. Quindi, percorrendo le strade stretta dentro il suo mantello, si dirige verso il primo locale in cui è entrata arrivata a Kusa. Durante il tragitto, passa di fianco ad una ragazzina minuta, dalla pelle chiarissima, immobile sotto la pioggia. La giovane Hikari le rivolgerebbe uno sguardo, per continuare poi verso la sua destinazione.

14:19 Ikkino:
  [Strade di Kusa] [Dlin Dlin] L’acqua piovana si imbatte nella sua folta chioma corvina, umidifica il cuoio capelluto e successivamente ricade nuovamente dalle punte dei vari ciuffi. Se continua così si potrebbe persino prendere un malanno, ma Ikkino è un allievo, un futuro ninja, deve resistere… Le missioni non sempre verranno affrontate sotto il sole, ci saranno climi varianti dall’acquazzone ai temporali che si abbattono sulla nuda terra, dalle sabbie desertiche fino al clima nebbioso di Kiri. La giornata di oggi è un allenamento. D’altronde come potrebbe mai diventare ninja se non sa sopportare un po’ di pioggiarellina? Fato vuole che le gambe del giovane lo portano proprio nelle vicinanze di Kouki, una bambina, a quanto pare, che sembra avere il suo stesso problema dell’ombrello. <Anche tu senza un riparo?> una volta a distanza ravvicinata, il giovane esordirebbe con queste parole e con un grosso sorriso <Allora siamo in due!!!> Ovviamente Ikkino è un ragazzo sui 16-17-18 anni, decisamente più grande della bambina. Che sia un pedofilo ? (?). <Ti sei persa?> bè è una domanda più che lecita, oltretutto che è accompagnata da un nuovo sorriso.

14:27 Kouki:
  [Strada] Il suono che la pioggia produce cadendo è qualcosa che lei ritiene meraviglioso. Il ticchettio che produce cadendo sui vestiti, per strada, sui tetti… un insieme di frequenze sonore che arrivano dolcemente alle sue orecchie e hanno questo potere magico di farla sentire rilassata. Non si accorge della gente intorno a sé, o meglio, la ignora bellamente per potersi concentrare solo ed unicamente su quello che passa nella sua testa al momento. Abbassa lo sguardo solo dopo qualche secondo, riportandolo dritto davanti a sé, ma se ancora smuoversi da quella posizione. Si guarderebbe intorno, e noterebbe forse la ragazza che, passandole vicino, le darebbe quella fugace occhiata. La osserverebbe anche lei, ma quello che attira la sua attenzione è il mantello color zaffiro. La seguirebbe con lo sguardo, voltando la testa in maniera lenta, quasi meccanica, come meccanici sono tutti i suoi movimenti. Ben calcolati e calmi. La sua attenzione viene però distolta da una voce, maschile, alta e decisamente rivolta verso di lei. Rieccola quindi che muove nuovamente la testa, andando a puntare i propri dorati occhi sulla figura del ragazzo. Non dice assolutamente nulla, non risponde alle sue domande, o alle sue frasi, rimanendo a fissarlo insistentemente, rimanendo in quella sua espressione neutra… inquietante quasi. Solo dopo qualche lungo istante andrebbe a dischiudere le labbra per rispondere al ragazzo. <Mi piace la pioggia, per cui ascolto il suo suono.> il tono di voce è basso, infantile, ma ben udibile anche se pare un sussurro, quasi un sibilo, ma calda e melodiosa. Gli risponde come se per lei fosse una cosa totalmente normale iniziare un discorso in quel modo. Ancora lo osserverebbe da capo a piedi. <Persa? No, io…> andrebbe a guardarsi intorno allora, come se stesse cercando qualcuno, ma poi torna su di lui. <Io abito qui.> e con quello potrebbe voler dire tutto o niente. Abita nella strada? In quell’esatto punto? Chissà. <Ah, mi piaceva anche quel mantello.> aggiunge subito dopo, con disinteresse, come se fosse solo un contorno buttato nel discorso così a caso. In seguito quindi cercherebbe di voltarsi in direzione della ragazza, e cercherebbe di individuare nuovamente quel mantello.

14:40 Hikari:
  [Centro di Kusa] Qualche metro distante dalla ragazzina cui ha lanciato un’occhiata poco prima, il piede della ragazza affonda in una pozzanghera, schizzando acqua ovunque, persino sotto il mantello. Le gocce d’acqua sono finite tra le calze a rete, sulle gambe, provocandole una miriade di brividi di freddo. Si fermerebbe, esclamando un < Diamine! > e controllando la situazione sotto il mantello. E’ proprio una testarda, avrebbe dovuto prevedere una situazione del genere. Si guarda attorno, per vedere se qualcuno si fosse accorto della sua brutta figura. Voltandosi, noterebbe che la ragazzina incrociata poco fa la starebbe guardando. Vicino a lei ora ci sarebbe anche un ragazzo, dai capelli neri, scurissimi. Sono entrambi bagnati fradici, senza ombrello, e questo distrarrebbe Hikari dalle proprie gambe bagnate. Perché in giro senza ripararsi? Deciderebbe quindi di farsi vicina a quelle due figure. A una distanza ravvicinata da loro, noterebbe gli occhi dorati della più piccola. Sono magnetici e particolari. Sposterebbe poi lo sguardo sul ragazzo. Le gocce che scivolano dalle ciocche dei suoi capelli formano piccoli rivoli d’acqua sul suo collo. < Come mai sotto la pioggia? > chiederebbe, curiosa. Anche se ormai, dopo i suoi vari incontri, può facilmente appurare che a Kusa la normalità non è all’ordine del giorno. < Venite, andiamo a ripararci là dentro. > indicherebbe quindi il locale verso cui era diretta uscita di casa.

14:46 Ikkino:
  [Strade di Kusa] [?] Attimi di pausa […] la ragazzina non sembra rispondere fin quando… <Eh eh> se la riderebbe <Allora sai parlare> altro sorriso divertito e contento che la ragazza per lo meno non abbia preso un colpo di freddo alla testa talmente grave da farle perdere la ragione. <Ti piace la pioggia? > guarda verso l’alto tutte quelle goccioline cadergli sul volto <Già…> ritorna alla ragazzina <Davvero impressionante> altro sorriso <Abiti qui?> ripete stupito infine. Che sia realmente possibile che abiti per strada? Ma d’altronde dopo la Grande Guerra parecchie persone si sono ritrovate senza casa così come senza qualche familiare. <Qui per strada?> si guarda attorno in attesa di una risposta. Per il resto anche Ikkino andrebbe a girare lo sguardo verso Hikari nel tentativo di ammirare anche lui questo “fantomatico” mantello. Il volto di Ikkino andrebbe ad arrossarsi per la vista di Hikari e delle sue gambe scoperte (?). “La bionda colpisce e la mora rapisce” (?). Ad ogni modo quest’ultima andrebbe addirittura ad arrivare da loro per portare qualche domanda <Ehm!!!> smanacciata sulla propria cute capelluta prima di andare ad accarezzarsela, concludendo il processo di imbarazzo con un'unica pettinata all’indietro dei suoi capelli <Perché adoriamo la pioggia ahaahah> se la riderebbe dato che era il loro argomenti di discussione <E anche perché non abbiamo un ombrello!!!> altro imbarazzo <Per me non c’è problema> sorride prima di dare uno sguardo verso la bambina <Ma lei?>

14:54 Kouki:
  [Strada] Ascolta il dire del ragazzo, con attenzione, limitandosi ad annuire rimarcando quella sua passione per la pioggia. Lo osserva, si guarda intorno, tenendo a mente ogni parola che esce dalla bocca del ragazzo, per poi lasciarlo in sospeso nuovamente. Muta, per altri lunghi istanti, mentre va a stringersi nelle spalle. <Di sicuro non ho una casa. Ma presto avrò un luogo dove stare.> risponde tranquillamente al dire dell’altro. La cosa non sembra preoccuparla, ne parla come se stesse raccontando quello che ha fatto nella giornata. Non aggiunge altro, rimanendo ad osservare ora quella ragazza che si sta allontanando da loro. I vestiti bagnati ed appiccicati ancora di più al suo corpo, non fanno che mettere in risalto il suo essere gracile. Priva di ogni accenno di forma, se non per i fianchi, e con i capelli ormai appiccicati anche sul viso. La pioggia continua a scendere e porta via tutto, ogni pensiero… ma di certo a quanto pare non porta via le seccature. Continuerebbe a fissare la ragazza, vedendola poco dopo affondare il piede in una pozzanghera ed imprecare. La ragazzina ecco mutare per la prima volta quella sua espressione, alzando un sopracciglio ed accennando un piccolo sorrisino divertito. La ragazza si guarda quindi intorno e si accorgerebbe dello sguardo della piccola, e della presenza dell’altro ragazzo anche. Ed eccola che si avvicina a loro. La ragazzina inclinerebbe la testa di lato, leggermente, cercando di capire cosa stia spingendo quella ragazza a riavvicinarsi. Non appena si ferma davanti a loro, la ragazzina si prende qualche altro momento per fissarla in viso, ma inevitabilmente lo sguardo poi si sposta su quel suo mantello, quasi ne fosse attratta magneticamente. E sempre rimanendo fissa su quell’indumento andrebbe a rispondere alla ragazza, dopo che il ragazzo ha parlato anche a nome suo. <Mi piace la pioggia. Ne ascolto il suono.> ripete anche a lei quella risposta, con quel suo tono sempre basso e sibilante. Tranquilla nei modi di fare e nel tono, con quel fare disinteressato e meccanico che la contraddistingue. <Io?> domanda, quando il ragazzo la indica e fa quella sua ultima domanda. <Vengo.> risponde infine, dopo aver guardato a lungo quel mantello. Quindi alla fine seguirebbe i due, senza un’apparente ragione valida, spinta solo dalla curiosità più che altro. Ci mette zero entusiasmo, ma se non volesse trovarsi lì, se ne sarebbe già andata ignorandoli bellamente.

15:16 Hikari:
  [Centro di Kusa - Locale] Il ragazzo di fronte a lei sembrerebbe in evidente imbarazzo, ma Hikari fa finta di non accorgersene, per farlo sentire più a suo agio. E’ tenero. Tutto zuppo di pioggia, si passerebbe la mano tra i capelli corvini, e di conseguenza più gocce gli scivolerebbero sul viso e lungo tutta la lunghezza del collo, nascondendosi poi tra i suoi indumenti. Ora il suo viso sarebbero scoperto. < Vi piace la pioggia? Beh, anche a me piace, ma la preferisco quando è più caldo. > direbbe, accennando una dolce risata. La più piccola non la guarderebbe in viso, ma il suo sguardo dorato è attirato dal mantello zaffiro di Hikari. Il suo viso sembrerebbe inespressivo, e i suoi movimenti, appena accennati, meccanici. Le ricorda un po’ la ragazzina che ha incontrato due sere prima. Chissà se anche lei è una ninja. Avuta la conferma di entrambi all’invito, Hikari direbbe < Benissimo. Seguitemi. > e poi, con un cenno del capo, li inviterebbe a seguirli. Il locale non è distante, giusto qualche metro più in là. A quest’ora del pomeriggio non è affollato, al contrario della prima sera in cui è uscita per Kusa. Fortunatamente è disponibile un tavolo con tre posti. La giovane ragazza si dirigerebbe diretta verso di esso, prima che qualcun altro lo occupi. Allora si sbottonerebbe l’unico bottone del mantello, zuppo di pioggia, facendolo scivolare lungo le braccia, per appoggiarlo poi ai propri piedi una volta seduta, al fine di bagnare solamente il pavimento. Libererebbe così i lunghi capelli color nocciola, che le ricadrebbero sulle spalle. Aspetterebbe poi che anche i suoi due nuovi conoscenti si siedano, per poi chiedere loro: < Qual è il vostro nome? >

15:22 Ikkino:
  [Locanda] Mancano solamente le caramelline e il duo potrebbe finalmente rapire la bambina per vendere i suoi organi interni ai migliori offerenti. Quanto varrà un rene di bambina? 1000 monete? So’comunquesoldi!!! <COMEEEEEE!!!!> gli occhi quasi gli escono dalle orbite nel constatare che Kouki è effettivamente senza un tetto sotto cui vivere. <Nono!!> incrocia le braccia all’altezza del petto, chiude gli occhi e minacciosamente andrebbe a scuotere la testa a destra e a sinistra. <Qui dobbiamo rimediare assolutamente!!!> riapre gli occhi e si gira verso Hikari. <Allora andiamo subito alla locanda e vediamo di chiarire meglio la situazione!!!> non sia mai che Ikkino la lasci in mezzo alla strada col freddo e il geeeeelo (?). Qualcuno ha una grotta? [Tap Tap] Il passo dell’allievo intercede a seguire il mantello della giovane e buttando ogni tanto un occhiata alla bambina nel caso si perda. Una volta dentro i piedi andrebbero ad essere puliti sul relativo tappetino prima di andare ad intercedere verso le postazioni scelta da Hikari. <Fiuuuu qui si sta meglio però> sorride il giovane prima di andare a posizionare entrambe le mani sui suoi capelli corvini. Questi ultimi andrebbero ad essere strizzati adeguatamente e fatto cadere le relative gocce per non prendere un immediato malanno, andrebbe a rispondere alla domanda <Mi chiamo Ikkino> sorride verso la giovane. Momentaneamente evita di indicare il suo cognome Kiriano e limitandosi a riproporre l’argomento < Come mai abiti per strada?>

15:32 Kouki:
  [Strada->Locale] La sua attenzione viene riportata sulla ragazza non appena anche lei accenna a parlare. La pioggia piace a tutti, punto. Ed è già una cosa che ha in comune con quei due sconosciuti, ma non sa se esserne felice o meno. Continua a rimanere nel suo silenzio, mentre alle orecchie le arriva quella dolce risata della ragazza. È dolce, e la ragazzina si ritrova nuovamente a fissarla assottigliando appena gli occhi, come se la stesse studiando. Come se stesse cercando di capire come funziona. Quel suo tepore mentale andrebbe ad essere interrotto dall’esclamazione troppo alta del ragazzo. Così alta che per un attimo la piccola sussulta. Lo sguardo viene assottigliato, ed infastidita lo punterebbe, gelido verso di lui. Non è infastidita per averla sorpresa con il suo tono, ma le fa rabbia di essersi lasciata sfuggire una reazione come quella, rischiando di farsi vedere debole. <Non c’è bisogno di rimediare, rimedio da sola.> si limita a dire, sibilante e tagliente, per poi crollare ancora nel suo silenzio. Cercando di riprendere il proprio controllo, cerca di assumere nuovamente quella sua maschera di indifferenza. Senza dire una parola, quindi, seguirebbe la ragazza e il ragazzo, rimanendo accuratamente dietro di loro, ad osservarne le schiene. Sembra solo l’ombra di sé stessa, e in silenzio va a rimuginare su qualcosa di nuovo che la ragazza le ha fatta sovvenire alla mente, ovvero le risate. Corruga appena la fronte, lasciando che quei ragionamenti non la portino da nessuna parte. Quindi arriva al locale insieme agli altri, entrando per ultima. Si fermerebbe appena dopo l’entrata ed alzerebbe le braccia sulla propria testa, portando le manine a raccogliere i capelli come se volesse farsi una coda, ma in realtà andrebbe solo a strizzarli in modo da far ricadere l’acqua tutta sul pavimento. Proprio lì, davanti all’ingresso, dove potrebbe causare certi scivoloni che nemmeno immagina probabilmente. Dopo aver creato la sua perfetta pozzangherina, andrebbe a seguire gli altri verso il tavolo, prendendo posto. Si siede in maniera composta, appoggiando la schiena allo schienale e lasciando le proprie mani sulle ginocchia ossute. <Mi chiamo Kouki.> risponde alla domanda, rivelando il proprio nome. Così, si presenta per la prima volta a qualcosa. Permane nel suo silenzio, osservando la superfice del tavolo davanti a sé, come se volesse ignorare la domanda del ragazzo, al quale infine va a rispondere con una semplice alzata di spalle. <Non lo so.> niente, non c’è altro da dire per lei, nulla che ricorda e che possa raccontare. Lì dentro però c’è un bel calduccio, e ora tornerebbe a fissare entrambi, studiandoli.

15:48 Hikari:
  [Centro di Kusa - Locale] All’interno del locale si sta decisamente meglio. C’è una piacevole atmosfera e soprattutto non è molto chiassoso. La giovane scruta gli altri due ragazzi, ancora zuppi di pioggia. Sarebbe un peccato se si prendessero un malanno. Dovrebbero scaldarsi velocemente, qui dentro. La ragazzina è un po’ strana. Non sembrerebbe una che spende parole inutilmente, e le sue risposte sono dirette e sintetiche, nessun giro di parole. < Io invece sono Hikari. > direbbe, appoggiando gli avambracci sul tavolo. Ikkino sembrerebbe parecchio interessato alla vita della più piccola, che però gli fornisce solo risposte circostanziali e vaghe. Sembrerebbe proprio che non abbia voglia di parlare di sé. Perciò, per sviare l’attenzione dal quel discorso, e sperando di fare un favore a Kouki, Hikari sorriderebbe in procinto di fare una domanda, al fine di apparire una ragazza gentile, tutto quello che non è riuscita ad essere dal suo arrivo a Kusa a causa delle persone che ha incontrato. < Prendete qualcosa da mangiare? > I due sembrerebbero diversi dalle persone finora incontrate in città, in particolar modo il ragazzo, che appare molto amichevole. Sarà forse la volta buona per Hikari di stringere amicizia con qualcuno? Kouki, con gli occhi che balzano da Hikari a Ikkino, e viceversa, sarebbe intenta a studiarli. La giovane ragazza deve ammettere di sentirsi un po’ in soggezione.

15:55 Ikkino:
  [Locanda] <Quindi…> ricapitolando con un bell’indice in direzione di chi chiama <Hikari e Kouki> detto ciò andrebbe a ritornare con l’attenzione verso la bambina <Strano!!!> indice e pollice che vengono posati sul mente prima di andare a fare una bella smorfia per l’elevato pensiero che sta progettando nella mente [Stack] Indice e pollice andrebbero ad essere schioccati contro il palmo della mano emettendo quel rumore <Vedrò di trovarti una sistemazione… Sfortunatamente non so quanto mia madre sarebbe d’accordo sul portare persone a casa.> già non sono ricchi da permettersi un ombrello, figuriamoci avere un’altra bocca da sfamare <Però posso trovarmi un lavoro per poterti pagare per lo meno una sistemazione momentanea…> non gli va di mandare una bambina in mezzo alla strada, piuttosto fa dei sacrifici pur di dare una ragione di vita alla bambina. <Certo!!! Un ramen può andar bene per me> sorride verso Hikari <Ben caldo che le vie del naso si liberano in un istante con quel brodo eh eh> e sorriso nuovamente andrebbe a domandare curioso <Che fate nella vita?> non si sa mai che abbiano gli stessi interessi.

15:59 Kouki:
  [Locale] In quel locale si sta davvero bene, la ragazzina non può non ammetterlo e non ha nemmeno motivo per esserne scettica. Rimane seduta su quella sedia, intenta ad osservare i due, senza preoccuparsi di sembrare maleducata o di mettere in soggezione le persone. C’è poca gente, e quello è un altro punto a favore di quel locale. La ragazzina infine si avvicinerebbe di più col busto al tavolo, posandoci sopra le braccia e tenendo le mani su di esso, coi palmi aperti contro la superfice. Memorizzerebbe entrambi i nomi dei ragazzi, cercando di non dimenticarseli, ma in un qualche modo sono riusciti ad avere la sua attenzione. Il ragazzo, però, con quel suo modo di fare, la irrita. Lo sguardo si acciglia nuovamente, mentre lui va a tirar fuori un’opzione che per lei non deve nemmeno essere contemplata. <Non mi serve aiuto. Sto bene così e poi presto miglioreranno tante cose, lo so.> risponde secca, non ammette repliche. Non vuole che nessuno faccia sacrifici per lei. <Me la so cavare.> conclude poi, salvo ritornare sulla ragazza, sentendosi lievemente sollevata quando cerca di cambiare discorso. Annuisce, prenderebbe mano al menù e inizierebbe a leggere quanto offre il locale, tenendo d’occhio i relativi costi forse troppo alti per lei. <Io studio all’accademia. Diventerò ninja.> risponde anche all’ultima domanda del ragazzo, senza staccare gli occhi dorati dal menù, e senza degnarli di uno sguardo. Una risposta veloce, disinteressata.

16:23 Hikari:
  [Centro di Kusa - Locale] La conversazione tra Ikkino e Kouki sta divertendo Hikari, che si porterebbe una mano davanti alla bocca al fine di nascondere un sorriso divertito. E’ chiaro che la piccola non vorrebbe accettare l’aiuto di nessuno. Parla poco, ma sembra forte. Sì, sembrerebbe proprio avere un carattere forte. < Un ninja? > allora prima la domanda che si era posta tra sé e sé era lecita: forse conosce quella ragazzina dai capelli azzurri che ha incontrato qualche sera fa. Dal canto suo però, il ragazzo sembrerebbe avere davvero un cuore d’oro. Prodigarsi così per una ragazzina che conosce appena è davvero una bella cosa. La giovane ragazza sorriderebbe nella direzione di lui, affascinata. < Io sto cominciando a lavorare in una bottega per diventare tatuatrice. Sono solo un’apprendista al momento. Anzi, sarebbe meglio dire che faccio pubblicità. > rivelerebbe, appoggiandosi allo schienale della sedia, con le braccia incrociate sul petto, conserte. Magari i due ragazzi saranno dei futuri clienti. Anche se la più giovane apparirebbe ancora troppo piccola per farsi “cucire” addosso dell’inchiostro. Deve ammettere che l’idea di distribuire volantini in giro non la entusiasma particolarmente, ma se è quello che serve per far carriera, allora non batterà ciglio. < Tu invece, Ikkino? > rivolgerebbe nuovamente lo sguardo verso il ragazzo dai capelli corvini, che piano piano sembrano asciugarsi. Nel mentre, al loro tavolo giunge il cameriere a prendere le ordinazioni. Ramen per Ikkino, una torta alla frutta per Hikari e… < Tu invece, Kouki? Niente? > domanderebbe alla più piccola, che non ha proferito parola sulla questione.

16:28 Ikkino:
  [Locanda] La bambina fa la ribelle conscia magari che il futuro lo possa sorprendere in qualche modo senza l’aiuto di nessuno. E se il futuro è oggi? <Non fare la solitaria…> si rivolge proprio a Kouki <Se ti voglio aiutare… Ti aiuto… Punto!!!> braccia incrociate al petto e segno di autorità <Sono più grande di te e devi “obbedire”> rimarca molto l’ultima parola come se fosse un padre autorevole. Non sa cosa gli frulla per la testa, non sa cosa ha passato la bambina, ma ciò che sa è che non potrà mai guardarsi allo specchio la mattina se non l’aiuta. Non è prettamente quel ninja senza freddezza il nostro Ikkino, sembra tutt’altro che un pazzo omicida di Kiri. <Specialmente se sei allieva dell’accademia… Non te l’hanno insegnato a rispettare quelli più grandi di te?> ovviamente insegnano a rispettare e obbedire gli ordini dei superiori di grado e non di età, ma Ikkino punta sulla sua inesperienza molto probabilmente. <Io?> smanacciata destra sul bicipite sinistro con tanto di mano relativa chiusa in un pugno indicante il soffitto <Anche io sono un ninja… Bè…> si corregge <Lo sarò appena farò l’esame…> per non dire che ha fatto solo una lezione per il momento. <Non mi occorrono al momento tatuaggi… Ma… se posso ti sponsorizzo. Dove hai la tua bottega?>

16:30 Kouki:
  [Locale-> fuori] Nota tante cose di suo gusto su quel menù, ma nota anche dei prezzi irraggiungibili per lei. Ovvio che sia così magra, poi. Man mano che legge, lo sguardo si fa sempre più duro, arrabbiato… come se stesse dando tutte le colpe a quel menù malefico. Ascolta in silenzio quanto dicono i due ragazzi, senza interessarsi più di tanto in realtà, o per lo meno così da a vedere. Tranne che per il ragazzo, lui la irrita. <Se dico di no, è no. Tu non sei nessuno per darmi ordini.> e così conclude con quel suo modo tagliente. La cameriera arriva con le loro ordinazioni e la ragazza si rivolge a lei per la sua. Ma non avendo trovato nulla di suo interesse, prenderebbe la decisione di andarsene. non ha nulla da fare, se non ripassare qualche nozione teorica, quindi si alzerebbe lentamente dalla sedia. Soliti movimenti lenti e meccanici che la porterebbero alla posizione eretta. <Devo andare.> non dice altro, basso il suo dire lievemente irritato, mentre il menù viene lasciato sul tavolo con un certo disprezzo. Nonostante la voce e il viso siano abbastanza neutri e controllati, non si può dire lo stesso di quei gesti. Che nonostante siano lenti e calcolati, fanno comunque intuire quanto sia stizzita. Si allontanerebbe quindi dal tavolo, senza salutare le sue due conoscenze, e senza perdere altro tempo uscirebbe dal locale, ributtandosi sotto la sua amata pioggia che avrà certo il potere di calmare nuovamente il suo animo. [END //scusate, ma devo uscire, grazie mille per la giocata e alla prossima!]

16:42 Hikari:
  [Centro di Kusa - Locale] La conversazione tra i due si sta facendo parecchio accesa. L’impressione di Hikari sul cuore d’oro del ragazzo, sembra lentamente svanire quando quest’ultimo decide di voler imporre il suo aiuto alla ragazzina. Apparirebbe un po’ troppo eccessivo alla ragazza che sta facendo da spettatrice alla discussione, che solleverebbe un sopracciglio, con lo sguardo puntato su Ikkino, come per dire “Cosa stai dicendo?”. Quello che non si sarebbe aspettato è stato la reazione della piccola Kouki. Dopo una risposta secca, la ragazzina dai lunghi capelli e la pelle candida come la deve, avrebbe decido di abbandonare del tutto la conversazione, dandole un taglio netto. Hikari l’aveva inquadrata bene, è una che si fa rispettare, questa qui. Nei suoi gesti, sebbene ancora meccanici, sembrerebbe leggervi un certo nervosismo. Una volta che la piccola ha fatto la sua uscita dal locale, Hikari volterebbe lentamente lo sguardo verso Ikkino. Probabilmente nemmeno lui si sarebbe aspettato una reazione simile. < Credo che tu abbia un po’ esagerato > esordirebbe Hikari, accavallando la gamba destra sulla sinistra, avvolte nelle sue amate calze a rete < Ti ha più volte ripetuto di non volere aiuto, mi pare > assottiglierebbe ora gli occhi, quasi fosse un rimprovero.

16:51 Ikkino:
  [Locanda] Incrocia le braccia al petto nuovamente autoritario e in pieno disaccordo con Kouki. La ribella a quanto pare fa la sua figura da delinquente (?) scappando ben presto via senza che Ikkino possa fare niente. <Esagerato?> ripete un po’ irritato alle parole di Hikari <Ma non l’hai vista? > parla quasi come se fosse ovvio <Non ha una casa. Vive per strada sotto la pioggia e sotto la neve…> cose normali per una probabile orfana dal suo modo di vederla <… A mala pena ha un po’ di carne …> già, sono cose che ha notato <Ed è stata più tempo a guardare il prezzo del menù che noi…> la squadra dei giovani Detective colpisce ancora con le loro deduzioni. <Sono un ninja… Bè si… Frequento ancora l’accademia… Ma lo diventerò presto…> e su questo ne è certo <E come tale è mio diritto e dovere difendere la gente…> che poi sia di Kusa o di Kiri che importanza ha? Vive a Kusa e la sua gente è Kusa ora <Come potrei mai difendere le persone che amo se non riesco nemmeno a proteggere una semplice bambina? > breve pausa <Potrebbe persino morire di fame o rimanere vittima del clima… Nessun bambino deve provare un simile dolore a quell’età… Dovrebbero giocare spensierati …> e magari non come ha fatto lui molto probabilmente. Che le sue parole siano le sue esperienza di vita?

17:04 Hikari:
  [Centro di Kusa - Locale] Hikari ascolta attentamente le parole del ragazzo, e quasi le dispiace di aver risposto in quel modo. Anche lui sembra impegnarsi al massimo in quello che fa, ed è ammirevole. Però la sua proposta è stata declinata più volte, e avrebbe dovuto smettere. Ecco il risultato. < Sai, anche io come te ho notato il suo aspetto, insomma, è difficile non farlo, però se ti ha risposto in questo modo un motivo ci sarà, no? > gli direbbe la giovane, pacatamente, chinando leggermente il busto nella direzione del ragazzo. Assumerebbe ora un’espressione preoccupata, non vorrebbe che lui iniziasse farsi troppi pensieri per non essere riuscito a fornire aiuto a quella giovanissima ragazza. < Frequenta l’accademia, come te. Un posto in cui stare e svagarsi ce l’ha. > in effetti il ragionamento non farebbe una piega. Certo, non sempre si vedono in giro ninja così giovani. Solitamente i ragazzini di quell’età giocano per strada, insieme ai propri amici. Kouki, invece, è apparsa come un automa. Chissà cosa ha passato nella sua vita, per essere così. < Quello che hai detto è ammirevole, Ikkino, hai fatto il possibile. > gli direbbe dolcemente Hikari, notando con la coda dell’occhio che il loro ordine è arrivato al tavolo.

17:12 Ikkino:
  [Locanda] Si alza per un momento data tutta quell’ira che lo ha fatto parlare così all’impazzata e poi… <Ahhhh> [STAMP] Un grosso respiro, una smanacciata sul proprio volto e il corpo ricade all’indietro impattando contro lo schienale della relativa sedia. La testa andrebbe ad essere rivolta verso il soffitto anche se il suo volto non vedrà altro che il palmo della sua mano dato che quest’ultima rimarrebbe ancora attaccata al volto. Qualche istante di pausa quasi come se volesse riprendersi e la mano andrebbe ad essere spostata. A quanto pare le ordinazioni sono arrivate compreso il ramen del giovane bello caldo e fumante. <Non è così che funziona la vita… Fare il possibile a volte non basta!!!> chiaro e conciso. E’ sua responsabilità se gli accade qualcosa là fuori, lui l’ha lasciata andare senza nemmeno offrirle un pasto, senza nemmeno esser riuscito a darle un riparo. I traumi della vita (?). Il piatto è lì e Ikkino è immobile in silenzio perso nei suoi pensieri vagando confusamente in uno sguardo fisso al piatto di ramen.

17:23 Hikari:
  [Centro di Kusa - Locale] Il ragazzo sembrerebbe preso da un impeto di rabbia e sconforto. Le parole di Hikari si sarebbero dissolte nell’aria, a quanto pare. Il giovane parla come se il fulcro di tutta l’esistenza sia vivere per gli altri, e potrebbe anche capirlo, visto che vuole diventare ninja, ma non sembra altro che tormentarsi, ora come ora. La ragazza, osservando quel suo sguardo vuoto e fisso nel ramen, lo guarderebbe per qualche istante. Prenderebbe tra le dita della mano destra la forchettina servita insieme alla torta e la punterebbe verso il giovanotto. < Guardami. > sentenzierebbe, fredda, aspettando che lui sollevi il capo nella propria direzione. < Ora ti insegnerò qualcosa sulla vita. > comincerebbe. < Si fallisce, chiaro? Sì, anche quando si dà il meglio di sé. > farebbe una breve pausa, scrutando l’altro < Purtroppo non viviamo in un sogno, okay? Falliamo perché è giusto fallire per poi rialzarci, ed agire meglio di prima. > Ikkino sembra più giovane di lei, quanti anni può avere, diciassette? < E hai ragione, fare il possibile talvolta non basta. Però cosa potresti fare oltre tutto il possibile? Nulla. > abbasserebbe ora la forchetta e prenderebbe un piccolo pezzo di torta, avvicinandoselo alle labbra < Devi essere soddisfatto di ciò che hai fatto oggi. > mangerebbe poi il pezzo di torta, abbassando lo sguardo su di essa. < Non puoi tormentarti così ogni volta che qualcosa non va per il verso giusto, altrimenti non vincerai mai. >

17:33 Ikkino:
  [Locanda] “Guardami” e Ikkino andrebbe ad alzare lo sguardo dal suo ramen fino alla ragazza. […] Ascolta in silenzio tutte le parole della giovane prima di andare a riabbassare lo sguardo verso il suo ramen. Si sente un po’ indispettito ma comunque contento che qualcuno tenti di rassicurarlo. Un mix di sentimenti ed emozioni che non fanno uscire il suo carattere solare al momento. <Hai ragione!!!> o forse tenta solo di zittirla dato che si sa che le donne hanno il potere (?). La bacchetta per il ramen andrebbe ad essere presa e divisa in due prima di fare i preparativi del suo pasto. <Fuuuu Fuuuu> un paio di soffi per far raffreddare la pietanza ed ecco che le bacchette impatterebbero nella brodaglia per prendere un paio di spaghettini. Il tutto andrebbe ad essere portato alla bocca e masticato come si deve. <Piuttosto…> cambiando discorso <Si guadagna bene come tattuatori?>

17:43 Hikari:
  [Centro di Kusa - Locale] Il ragazzo sembrerebbe essersi calmato, per fortuna. Hikari è soddisfatta del proprio discorso, alla fine non sono cose che si dicono tutti i giorni. Ora lui sarebbe intento a mangiare il ramen ordinato, finalmente, mentre lei si gode la sua torta. < Guadagnare? > ripeterebbe lei, sollevando poi lo sguardo verso l’alto, come se stesse pensando. Lo riabbassa poi sul dolce, dicendo: < Ho cominciato solo ieri, non ho ancora nulla tra le mani. Devo trovare dei clienti per ora. > è emozionata all’idea di andare avanti in questo nuovo cammino, non vede l’ora di cominciare. < Per il momento non ho bisogno di una valanga di soldi, ma giusto quello che mi serve per mantenermi. Sono arrivata da poco qui a Kusa. > ingoierebbe un altro pezzo di torta, sollevando lo sguardo verso il ragazzo < Sono ottimista, per ora. > si ricorderebbe poi che Ikkino gli aveva precedentemente chiesto dove si trovi la bottega, ma lei era troppo distratta dalla conversazione con Kouki. < Comunque, la bottega è qualche strada più in su di qui, non so quante con precisione. Si chiama “La bottega dell’Inchiostro”. >

17:50 Ikkino:
  [Locanda] E riuscendo a calmare, almeno all’apparenza, il suo animo, Ikkino andrebbe a consumare il suo ramen con tranquillità fra una chiacchiera e l’altra. <Ho capito.> chiaro e conciso ma privo del suo vecchio sorriso. Probabilmente sono discorsi seri questi. <Stavo vedendo se riesco a trovare un lavoro extra… Qualcosa che mi dia dei buoni introiti> qualcosa che possa farlo diventare un po’ più ricco di quant’è ora <Un lavoro manuale…> e non intellettuale <Quindi pure una fallegnameria… Un fabbro!!> insomma qualcosa dove deve costruire. Che gli piaccia il fai da te? <Quindi è da queste parti la tua bottega… Uhm> si schiarisce le idee <Vedrò se riesco a reperirti qualche cliente… Io personalmente non ho questa mania di farmi imbrattare la pelle.> ma col tempo si può sempre cambiare idea.

18:00 Hikari:
  [Centro di Kusa - Locale] La conversazione sembra essersi stabilizzata. E’ forse la conversazione più normale che la giovane ragazza dai capelli castani abbia avuto dal suo arrivo a Kusa. < Ci sono un sacco di botteghe qui, credo che se ti armi di pazienza troverai facilmente qualcosa. > ormai la torta è quasi finita, e forse sarebbe anche ora di tornare a casa e rilassarsi un po’ sul letto. La ragazza si sente stranamente stanca. < Ti ringrazio tantissimo! > esclamerebbe con un sorriso appresa la notizia del suo aiuto. Fa sempre comodo una mano in più. Sorriderebbe verso il giovane, appoggiando il gomito sul tavolo e il mento sul palmo della stessa mano. < Uhm, a me invece frulla da un po’ in testa l’idea di farmene uno, ma non ho ancora ben chiaro cosa. > il suoi occhi si spostano in direzione della finestra. La pioggia batte ancora forte sui vetri. Sono ore che sta piovendo ininterrottamente. < Credo sia ora di tornare a casa, non vorrei dovermi ritrovare a farmi largo in qualche pozzanghera, come prima. > accennerebbe una debole risata al pensiero della sua figura di prima, in mezzo alla strada.

18:05 Ikkino:
  [Locanda] <Eh eh> sorride finalmente <Ti capisco…> per quanto riguarda la pioggia e all’andarsene prima <Vedrò quel che posso fare per trovare una sistemazione adeguata!!!> riferendosi al lavoro extra dato che vorrebbe racimolare una bella sommetta per fare quel che gli pare. Ad ogni modo è tempo anche per lui di finire quel ramen per poi andarsene. Ed ecco perché la brodaglia andrebbe ad essere bevuta tutto d’un fiato prima di portare il proprio volto verso la ragazza. Dopo una bella scorpacciata è decisamente più allegro <Buonagiornta allora…> fa verso la donna prima di andare alla cassa, pagare e scappare pure lui probabilmente all’accademia. [END]