[Ambient]Lavora tatuatrice lavora!

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A te la prima azione... mentre girovaghi ti imbatti in questa bottega all'interno delle mura di Kusa

21:21 Hikari:
 La giornata era cominciata bene. A Kusa quest’oggi ha nevicato, e l’aria per le strade sembrava più allegra. O almeno lo è stata finché la nuova arrivata della città non si è imbattuta in quello strano tipo in pasticceria. Ormai lo ha già incontrato due volte, e non vuole che riaccada una terza. Uscita in strada, nota che non nevica più, ma il suolo è ricoperto da un soffice manto bianco. Ben coperta dal suo mantello, Hikari si fa strada tra l’aria fredda che aleggia tra le vie di Kusa. Si è finalmente risoluta a cercare un’occupazione, ed è quello che sta facendo da ormai un giorno, più o meno. Ha bisogno di qualcosa per vivere. Nonostante sia sera, non si dà per vinta, perché ha le antenne ben dritte per captare qualsiasi possibilità. Certo, ha scartato a prescindere il bordello che le è stato proposto in modo poco gentile qualche giorno prima. Non avrebbe neanche lontanamente detto di sì, a un tipo come quello poi. Girovagando per le strade, decide di esplorare zone ancora a lei sconosciute. In una di queste, nota una piccola costruzione, infilata tra altre due. Ha la facciata il legno, e sul cartello appeso alla vetrina vi è scritto “Bottega dell’Inchiostro”. La giovane ragazza guarda quel cartello per diversi secondi. Si definirebbe una brava disegnatrice, dato che sono parecchi anni che si dedica a questo “hobby”. Ha persino disegnato il logo per il negozio di suo zio, al villaggio natale. In casa, ha quaderni su quaderni pieni di schizzi e disegni. Le si illumina il volta a pensare che per lei potrebbe diventare una professione. Notando che la bottega è ancora aperta, decide di entrare.

Una sera tranquilla, una volta tanto a Kusa non piove e c'è in giro più gente del solito ma non tutti sembrano frequentare quella che viene chiamata come Bottega dell'Inchiostro. Non tutti sanno cosa succeda la dentro e guardando da fuori non si riesce a capire bene cosa possa esserci di bello... o di brutto. Intanto però il proprietario, che sembra un signore distinto e per bene perfettamente integrato nella società -ironia portami via- [Propietario: http://img1.gbpicsonline.com/gb/72/061.jpg ] se ne sta a petto nudo appoggiato ad uno dei battenti della porta d'ingresso del proprio negozio a fumarsi una sigaretta in santa pace. Sembrerebbe addirittura aver raggiunto la pace dei sensi dato che tiene gli occhi socchiusi e l'espressione è praticamente beata o almeno è questo ciò che sembrerebbe trasparire guardandolo ma sarà seriamente così? Scopritelo se ne avete il coraggio [Ambient per Hikari]

21:37 Hikari:
 Diretta verso l’entrata, non si è ancora accorta della figura nella penombra. Nel momento in cui la vede, si ferma. La scruterebbe, notando che non porta la maglietta. E’ la prima volta che vede qualcuno a petto nudo con un tempo così freddo. I muscoli del suo corpo sono ben definiti e non sembrano minimamente reagire al freddo. Le spalle sono ricoperte da due grandi tatuaggi che ad occhio e croce ricordano dei soli. Tatuato è anche il suo collo, il cui disegno sembra scendere fin dietro la schiena, appoggiata sulla porta d’entrata della bottega. Nella penombra, non riesce a distinguere bene i vari disegni impressi nella pelle con estrema precisione, ma vede la cenere di una sigaretta che brucia. Poi un alone di fumo alzarsi verso il cielo. < Scusa? > chiederebbe con voce pacata, facendosi vicina a quel ragazzo. Da questa nuova distanza nota i suoi capelli biondi, di cui alcuni ciuffetti ricadono sulle spalle. Sembrerebbe avere un’espressione trasognata, spensierata. < Posso chiederle una cosa? > certo, a prima vista non sembrerebbe il ritratto di un angelo, ma qualcosa nel suo atteggiamento farebbe sentire Hikari un po’ fiduciosa.

Hikari si fa coraggio ed avanza nonostante il proprietario della bottega non sia sicuramente il più buono degli amiconi a giudicare dal suo aspetto. Viene interrogato ma non risponde subito, tira dalla sigaretta, inspira e poi lascia uscire quel fumo grigio dalle narici prima che si dissolva passando ad accarezzagli il petto e quindi svanire disperdendosi del tutto. Apre un solo occhio, quello sinistro e guarda Hikari da capo a piedi. Prende una nuova boccata dalla sigaretta ormai finita ed il braccio destro viene abbassato andando a lanciare il mozzicone qualche metro più in la. Non le risponde, le da le spalle e va a varcare la soglia del negozio dopo averne aperto la porta... il fumo viene buttato verso l'esterno ed il varco viene tenuto aperto <se vuoi un tatuaggio sei la benvenuta sempre che tu abbia i soldi per pagare, se devi vendermi qualcosa levati dalle p***e che non ho soldi da buttare in stronzate> bello ma stronzo? Così sembrerebbe. Hikari accetterà quell'invito? [Ambient per Hikari]

21:56 Hikari:
 Il biondo non sembra ascoltarla. Anzi, continua a fumare la sua sigaretta, espellendo il fumo dal naso in due ricche folate che si dissolvono nell’aria fredda. Il ragazzo si degna di aprire soltanto un occhio per giudicare chi ha davanti, con aria indifferente e sembrerebbe allo stesso tempo di superiorità. Dopo quel breve sguardo e aver tirato un’ultima volta dalla sigaretta, le dà le spalle, da vero gentiluomo quale appare, per poi aprire la porta della bottega. Dall’interno fuoriesce una grossa ondata di fumo. Servirà forse una maschera antigas per entrare là dentro? < Non devo venderti nulla. > risponderebbe, sentendosi in diritto di usare quel tono dopo le parole del ragazzo. Ma è possibile che i ragazzi di Kusa siano tutti così dannatamente scorbutici? < Volevo chiederti se avessi bisogno di aiuto, qui in bottega. > si limiterebbe a dire, seguendo quello strano tipo. Ora la giovane avrebbe modo di osservare meglio il tatuaggio che si estende per tutta la lunghezza della schiena del ragazzo biondo, scendendo fino al bacino. Non saprebbe come identificarlo, ma gli dona parecchio. Ha un debole per i tatuaggi, soprattutto quelli vistosi. Ma ora non è il momento di pensare a queste cose.

Non le impedisce di entrare ed anzi sembra quasi invitarla -a proprio modo- a farlo dunque Hikari avrà tranquillamente modo di poter vedere l'interno del locale che in quanto arredamento è estremamente spartano e questo è poco ma sicuro dato che può contare solamente un bancone a far da divisorio a quello che è il laboratorio stesso che è comunque tenuto a vista. Un lettino con rotelle, una sedia mobile anche questa ed un carrellino ricco di inchiostri e strumenti anche questo mobile. La cosa particolare però è che, nonostante sia tutto completamente fatto di legno l'arredamento, -non la strumentazione- non si riesce a vedere neppure un centimetro di marrone. Tutte le pareti ed il bancone... anche il soffitto -no il pavimento no- sono interamente coperti di fogli bianchi disposti in modo molto disordinato ed ognuno raffigurante un disegno di un tatuaggio o una parte di esso. Sono tutti bloccati da punte da disegno e mettono in mostra la mano di un vero maestro [Ambient per Hikari]

22:17 Hikari:
 Il ragazzo non le risponde, ma è ancora troppo distratta dalla sua schiena per rivolgere alla questione l’attenzione che meriterebbe. Entrata nel locale, e nella coltre di fumo, nota un ambiente piuttosto disordinato. Com’era possibile intuire dalla facciata, non è una costruzione moderna, anzi. Però è difficile definire che stile sia esattamente, perché Hikari si ritrova circondata da fogli su fogli. Fogli sulle pareti, fogli sul soffitto, fogli sul bancone. < Wow… > sussurrerebbe piano, catturata da quella visione. Sembra lo studio di un artista, un po’ simile alla sua vecchia camera. Ma questo… questo è uno spettacolo. Questo è uno studio vero. Disegni, schizzi, colori, c’è tutto. Dai fogli traspare professionalità, precisione, dedizione. Il biondino le è apparso scorbutico e scontroso, ma sembra applicarsi pienamente a quello che fa. Poserebbe lo sguardo su di lui, ancora intento a ignorarla. La ragazza non riesce a nascondere la sua sorpresa. < E’ bellissimo qui. > gli direbbe, tentando di rivolgergli un sorriso, anche se non se lo meriterebbe. A parte il fumo, è davvero un bell’ambiente. E’ ispirante. Tornando con i piedi per terra, la ragazza ora vorrebbe una risposta. < Allora? > chiederebbe, sperando che la conversazione sfoci in qualcosa di buono.

Hikari insiste, sembrerebbe una ragazza più determinata di quanto l'aspetto possa lasciar trasparire <questo posto è una merda> alcuni artisti non sono mai contenti delle loro opere no? Ecco, lui è uno di quelli! <vuoi lavorare per me eh?> prende un'altra sigaretta e lo zippo e la accende prima di prendersi qualche istante per riflettere <non c'è abbastanza lavoro per assumere qualcuno ma soprattutto... perchè vuoi lavorare per me?> non la conosce, non l'ha ancora capita evidentemente <non è il posto adatto a te questo signorina, faresti più soldi andando a servire il sakè a qualche riccone> con un cenno del capo indica un mazzo di fogli sotto il bancone <ma se proprio insisti puoi fare un tentativo: spargi in giro la voce, trova clienti e potrei veramente decidere di insegnarti qualcosa ma se e solo se ti dimostrerai degna e volenterosa> si siede sul lettino, si stende, incrocia le mani dietro la nuca e... sembra mettersi a dormire. Sembra abbia riposto tutto nelle mani di Hikari, sta a lei prendere la decisione che la vedrà dentro o fuori [End-End obbligatoria]

23:02 Hikari:
 E’ un classico degli artisti ritenere certi lavori non all’altezza, non lo biasima per ciò che dice. Dagli occhi di uno spettatore, sembra tutto più semplice. La sua affermazione la scoraggia, in effetti in una bottega così piccola non ci sarebbe tutto questo bisogno di personale. Ma lei è convinta di poter essere utile, però questo dovrà appurarlo solamente quel biondino ricoperto di tatuaggi. Ha un modo di fare sicuro. < Mi è stata già detta una cosa simile, anzi, mi è stato proposto di peggio. Non è il lavoro giusto per me, quello. > affermerebbe, distogliendo lo sguardo da lui, o forse meglio dire da quel suo bel fisico. La ragazza si darebbe un’occhiata in giro, avvicinandosi alle pareti per osservare gli schizzi di un artista all’apparenza incompreso. < Ho incontrato qualche tipo che ti assomiglia, qui a Kusa, e non mi faccio dare della ragazzina capace solo a servire gli uomini, chiaro? > direbbe, seria, continuando a far scorrere gli occhi sui disegni, come se stare lì dentro fosse la cosa più normale del mondo. < Vorrei lavorare con te, e farti vedere di cosa sono capace. > sentenzierebbe, dirigendosi verso il bancone e prendendo tra le mani il plico di fogli cui accennava il ragazzo. < Farò quello che mi hai chiesto. > rivolgendo lo sguardo verso di lui, noterebbe che anche la parte anteriore del suo corpo presenta dei tatuaggi. Sarà meglio che la prossima volta che si vedranno indossi una maglietta, Hikari non può certo rimanere concentrata con uno che va in giro così. Conclusa la conversazione, la giocane ragazza si dirigerebbe verso l’uscita della bottega, lasciando quel biondo steso sul lettino. [End]

Semplice ambient per Hikari in cui conosce il suo Sensei tatuatore decidendo di cominciare a lavorare per lui

No px ma brava
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