Please, don't leave me.

Free

0
0

20:39 Saisashi:
 Tap, Tap, Tap...Suono sordo dei sandali ninja a contatto con il terreno duro del centro di Konoha. Passi lenti si susseguono uno dopo l'altro, una camminata altalenante, a mostrare quasi insicurezza e voglia di tornare indietro piuttosto che proseguire in tale direzione. Fortunatamente il cielo sembr essersi calmato in questa serata, decidendo di non piangere sopra il villaggio. Il giovane ha le mani di fronte al petto, braccia piegate in modo da avvicinarle al petto. Le mani stringono qualcosa, un oggetto su cui le verdi iridi , questa sera assorbite in uno sguardo spento , si posano costantemente fissandola, mostrando una dispersione totale nei propri pnsieri. Si tratta di una lettera bianca , sigillata. Sopra di essa una sola scritta, con calligrafia tremande e malcurata "Per Sakura". I capelli corvini scompigliati vengono mossi da una folata improvvisa di vento, nel mentre il ragazzo alzerebbe il capo al cielo ad osservare un istante le stelle. Chissà a che cosa starà pensando in questo momento. Sarà dura capirlo. Ma ancora più dura sembra essere il compiere la strada in direzione di quella che è la sua meta. Casa Kuchiki. Con se non ha equipaggiamento, nulla di diverso dalla norma per il genin. PEr qualche strano motivo ha con se il coprifronte dellafoglia, dopo un mese di disuso. E' avvolto intorno al braccio destroa livello del bicipite. Indossa la sua tipica divisa composta dalla giacca nera in tessuto lucido con il colletto rialzato in modo maldestro, zip aperta mostrando al di sotto una t shirt semplice bianca, e gli interni arancioni della giacca. I pantaloni nello stesso materiale della stessa, con la parte mancante a partire dallo stinco sinistro in giù, mostrando avvolto ad esso una fasciatura bianca. Sandali ninja neri, e guanti neri mezze dita a coprire le mani. Cintura blu , la solita troppo grande, a sorreggergli i pantaloni penzolnti sulla sinistra. Giungerebbe silente, immerso nella sua mente, di fronte alla porta della casa Kuchiki. Si ferma. Assottiglia gli occhi, fissandola in modo preoccupato ed ansioso, mostrando indecisione sul da farsi. China il capo riportando l'attenzione su quella busta bianca.

20:49 Sakura:
 E' tardi. E' fin troppo tardi. Lei non è mai in ritardo. odia i ritardatari. Per questo motivo tenta sempre di arrivare puntuale a lezione, cercando di essere in anticipo anche. Sta infilando i sandali ninja, seduta sul letto della propria stanza e con fare maldestro, ci riesce sebbene i talloni incominciano a dolerle, per via della piccola ma abbastanza forte botta che ricevono con l'urto. I capelli sono tutti in disordine, mentre i vestiti traudano quasi l'ineguatezza della situazione: una felpa grigia con sopra stampato un gatto miagolante, a pancia all'aria, un paio di jeans corti, strappati a livello inguinale e al di sotto, dei pantaleggins con stampati sopra.. gatti. Tanti gati che giocano, mangiano, dormono e alcuni con un kunai fra le fauci. Dove deve andare, consideranod che si trova in ritardo? Molto semplice: a prendere alcune cose per le missioni. Non ha fatto in tempo a ritirarle oggi, per via del continuo studiare il cervello umano. Difatti, oltre alla sua inadeguatezza nel vestiario e nel presentarsi, si può vedere hc ela camera è un completo macello: libri sparsi dappertutto, vestiti messi qua e la e l'aria, consumata, ristagna li dentro da diverse ore. Odia il disordine, ma in questi giorni non ha fatto altro che studiare e studiare. E preoccuparsi. Non vede Saisashi da parecchio e non sa che fine abbia fatto. Di solito è sempre lui a cercarla ed ora, invece.. Non c'è più. Si da un paio di schiaffetti sul viso, alzandosi da li per prendere il cappotto e catapultarsi fuori. apre la porta della camera, esce infilandosi il cappotto grigio in maniera veloce, mentre scende le scale. Arrivata all'atrio, spalanca la porta e.. Arresta di colpo la corsetta. <Saisashi.> Dice, spalancando gli occhi per fermarsi li. Il ciondolo con il gatto che le ha regalato Saisashi si trova appeso alla collana di giada che indossa quasi sempre, vicino all'incavo tra le due clavicole. < Che succede? Stai bene? Che fine hai fatto?> Interrogatorio? Sì. Vuole sapere tutto. Sempre se c'è qualcosa da sapere.

21:02 Saisashi:
 Le palpebre di Saisashi verrebbero chiuse lentamente. Le mani, con presa salda su quell'oggetto a cui sembra attribuire grande importanza, verrebbero ora premute contro il petto. Lieve tremolio degli occhi unito al digrignare i denti per qualche istante. Non sembra convinto. Ma ormai è lì, ed in queste notti di incubi altalenanti e di semi "pazzia" ha avuto modo di pensarci, pensarci e ripensarci. Non può tirarsi indietro ora, non sarebbe un uomo. Anche se in questo momento l'unica cosa che vorrebbe fare, e poter piangere come un bambino, liberandosi di tutti quei pensieri negativi che frullano in testa. Andrebbe a flettersi sulle ginocchia, piegandole di 90 gradi arrivando ad accovacciarsi all'uscio della porta con busto leggermente piegato in avanti. Il tentativo sembrerebbe essere quello di poggiare la lettere sotto lo spiraglio della porta, così che possa essere letta una volta trovata dal destinatario: Sakura. Tutto però verrebbe interrotto di colpo. Non riesce ad incastrare la lettera come vorrebbe, poichè di punto in bianco la porta viene spalancata mostrando dietro di essa una figura magra e femminile. E' proprio lei. Con movimento impacciato ed istintivo , andrebbe rapidamente a portare le mani dietro la schiena, cercando di nascondere la lettera nella speranza che non avesse attiratolo sguardo della Hyuga. Si alzerebbe lentamente in piedi tornando in posizione eretta. Verdi e magnetiche iridi che si fissano sugli occhioni bianchi di quella che è la persona più importante nella vita di Saisashi, anch se ancora non è riuscito a dirgli una cosa del genere. Resta in silenzio, assottigliando gli occhi mostrandosi quasi dispiaciuto, scostando poi il capo leggermente verso il basso a destra, come se non riuscisse a mantenere oltre lo sguardo su di lei. Non lo merita. Aspetta qualche secondo prima di andare a dare una risposta. <oh..Sa..Sakura...quindi stai bene, per fortuna..> solo questo direbbe, con tono pacato, insolito per il genin, molto diverso da quello che userebbe nella norma. Sembra essere sollevato dalla cosa. In effetti dopo quel che è successo al circo, non aveva ancora avuto il coraggio di verificare che la genin stesse bene. Aveva il dubbio che tutto ciò che avesse visto non fosse solo uno strano incubo. <si...sto bene...> insomma, il suo comportamento paleserebbe tutt'altra cosa.

21:15 Sakura:
 Non ha scorto la lettera, purtroppo. Non è riuscita a vedere bene cosa fosse, ma ha visto un movimento. Il fatto che tenga la mano dietro alal schiena.. Non sa. Non le piace. Le stesse movenze del ragazzo, così come gli occhi verdi e lo sguardo che non incrocia il proprio, non le piacciono. Tutto quello che sta mostrando, non le piace. Sospira, rassegnata ormai all'idea di andare a prendere la roba che ha ordinato. Ci andrà domani, sempre se avrà la voglia di farlo o se lo studio glie lo permetterà. <Perché, dovevo stare male?> Domanda, con tono quasi sorpreso. Un po' stranita, magari.. Non ci sarebbe nulla di male, se sapesse cosa cavolo è accaduto. Ma in quel frangente, ritiene che la sua affermazione sottolinei in qualche modo, la mancanza di forza della ragazza. Quindi, rimarca il fatto che sia debole. Si appoggia allo stipite della porta, andando a socchiudere gli occhi. Le mani vanno entrambe a massaggiar ele tempie, mentre la mente pensa ininterrottamente. Cosa diavolo sta succedendo? Sono giorni che non si fa vivo, giorni in cui lei stessa è andato a cercarlo tra una lezione e l'altra, tra una missione ed un lavoro. Giorni in cui si è preoccupata, al punto tale da avvisare Mekura o Hiashi, o anche la stessa Kaori. No, Furaya no perché è bella.. Ce l'ha ancora con lei, per la questione delle Pere Infuocate e via dicendo. Nulla di drammatico, ma è una donna. E chi tocca qualcosa che è di una donna, muore. Sebbene in queste circostanze morirebbe prima lei. <Sai.. Non mi sono mai piaciute le menzogne. Denotano mancanza di coraggio.> Secca e diretta. Alzerebbe ora lo sguardo verso il ragazzo, marcando con efnasi la parola coraggio. Una delle quattro che si sono promessi di mantenere. <Senza considerare il fatto che sono giorni che non ti vedo.. E in questo stato, ridotto quasi come se fossi stato catapultato oltr ele mura cittadine, non posso che chiedermi se il tuo sia un modo come un altro di mentire, oppure di non tenermi informata di ciò che ti succede.>constatazione derivata più da una analisi visiva che da altro. Ed anche in questa, andrebbe a marcare con forza alcune parti, per sottolineare il fatto che non sta mantenendo la promessa fatta. Tutto questo non lo dice con tono di ripicca, né di rimprovero. E' completamente neutrale, sebbene un lieve tremolio nella voce potrebbe far intendere altre cose, rispetto a quelle che realmente pensa.

Ma che belli teneroni, ciccini piccini

21:39 Saisashi:
 Andrebbe ad osservare i movimenti di Sakura mantenendo il capo chino in basso a destra, con sguardo schivo. Le lancia quache occhiata con la coda dell'occhio, mentre manterrebbe la destrorsa dietro la schiena sperando di non destare sospetti. Lentamente tenterebbe con la stessa mano di infilare tale busta all'interno della tasca destra posteriore dei pantaloni, piuttosto capiente, così da evitare che possa essere scoperto. Non riesce a dargliela di persona, non ne ha il coraggio. La mancina nel mentre verrebbe portata sul retro del collo, a livello del coppino, cominciando a stofinare su di esso nervosamente, compiendo un movimento lento rotatorio del collo stesso, prima verso destra e poi verso sinistra. Una sorta di movimento volto a scaricare un pò dello stress del momento. Non una parola per quanto riguarda l'abbigliamento della ragazza. Di solito l'avrebbe presa in giro per scherzare insieme a lei, e poi magari avrebbe iniziato a tempestarla di solletico. Nulla di tutto ciò avviene. Solo istanti di imbarazzante silenzio, che fa si che l'aria diventi palpabilmente tesa. Ascolta le parole provenire da Sakura, a quanto pare non ci è voluto molto per essere scoperto. Effettivamente sarebbe stato difficile il contrario. Socchiude gli occhi ancora una volta, per poi espirare rumorosamente. <hai ragione.> tono secco. Ragione su cosa? Le braccia verrebbero portate lungo i fianchi, piegando leggermente i gomiti facendo in modo che le mani possano inserirsi con un movimento nervoso all'interno delle rispettive tasche. Strizza gli occhi. E' strano , molto strano. <non ho coraggio. Non abbastanza. Sono un perdente.> proseguirebbe dopo ualche istante di silenzio, concludendo il concetto. Per qualche istante il capo viene portato in direzione della genin, così da poterla guardare negli occhi. <l'ho fatto apposta..sono rimasto chiuso in casa , e sono uscito solo di notte in questi tre giorni. Volevo evitarti. Avevo paura. > continua cn questo tono che proprio non gli appartiene, come se fosse rassegnato per qualche motivo a Sakura ignoto. Conclude con frasi staccate, una dietro l'altra, senza tutta via dare ulteriori dettagli. <non voglio mentirti...> non lo farebbe mai. Ha fatto le sue promesse verso la Hyuga, ed il suo rancore sta proprio nell'aver capito quanto sia stato ingenuo a poter credere di essere abbastanza forte per poter meritare di stare al suo fianco. <ma non posso dirti altro..> come può spiegargli? Di un circo di cui nessuno sa nulla? Di qualcosa che sembrava un incubo un pò troppo reale, nella quale le sono state cucite le labbra e poi trafitti gli organi inuna fontana di sangue, di fronte allo sguardo inerme del taijutser, impassibile, incapace di difenderla? Non può.

21:54 Sakura:
 Non le piace. Il suo istinto la richiama all'appello, sussurandole cose. Che la natura di queste cose possa essere brutta, è un dato di fatto. Le parole che le rivolge non sono incoraggianti. Le dice di non fidarsi troppo, di non lasciare che i sentimenti offuschino la realtà delle cose. Nichilista, fin troppo logica nei suoi ragionamenti. Non materialista, ma abbastanza oggettiva da capire che di li a poco quel ragazzo farà qualcosa che non le andrà a genio. In fin dei conti, dovrebbe stare dentro gli ambu. Le insegnerebbero fin troppe cose, tra le quali anche lo stesso distacco emotivo da qualsiasi cosa. Non aggiunge altro, al discorso di Saisashi. Gli occhi sono lo specchio dell'anima e su questo non ci piove. Ma dai suoi che cosa si può intravedere? Sebbene i lineamenti del volto siano tirati, quasi in maniera innaturale e le mani si stringano a formare dei pugni troppo saldi, loro dimostrano che qualcosa di più profondo, di più doloroso la sta turbando. Ha permesso a qualcuno di entrare nel suo cuore, di rimanerci e di essere parte di esso. Ha permesso a Saisashi di essere quella parte mancante del suo mosaico emotivo, rendendola schiava della sua presenza. Desiderosa, nel vederlo. Esattamente come una droga, che crea una dipendenza mentale, fisica ed emotiva nei casi più gravi. Tenterebbe di afferrare la mano sinistra del ragazzo, all'altezza del polso, per stringerla con vigore, mentre la bocca si schiude andando a dire. <Vieni con me. Non opporre resistenza; se lo fai, ti ammazzo seduta stante.> Minacciosa fino al midollo. Tono rabbioso, che gratta in parte la gola, rendendola arida ed irta. Andrebbe a girarsi per percorrere il tratto di scale che la separano dalla camera. Aprirebbe la porta, per poi addentrarvisi insieme al presunto saisashi. Soltanto dentro la stanza, lascerebbe la presa sul polso, per poi chiudere la porta con forza, facendola sbattere contro lo stipite. <GUARDA.> Dice, andando a mostrare, in una mossa fin troppo plateale, le condizioni della sua stanza. < Lo Vedi? Vedi come mi sono ridotta?> Dice, alzando il tono di voce e mostrando quello che di sotto non ha voluto mostrare. < In questi giorni mi sono ritrovata a studiare, initerrottamente, pur di non sentire il vuoto che mi si stava creando. E tu? TU TE NE VAI IN GIRO DI NOTTE, CERCANDO DI EVITARMI?> Saisa.. Mi sa ch el'hai beccata nel momento del preciclo. Proprio quando i nervi sono alti e tesi, come corde di violino. < Oh no, qui non si tratta di essere un perdete, ma di avere il coraggio di dire determinate cose. Che c'è, vuoi lasciarmi? Ti sei trovato qualcuna alla tua altezza, per caso?> Una come Furaya, o Mekura.. O una delle tante Kunoichi presenti al villaggio. < PARLA.>Perché la sua preoccupazione maggiore è proprio quella. Lui si dichiara un perdente, ma lei non si ritiene all'altezza delle donne ninja di questo villaggio. O meglio, delle donne ninja che conosce Saisashi.

22:13 Saisashi:
 Le mani verrebbero portate fuori dalle tasche, stringendosi in due pugni, che parrebbero tremare per qualche istante. E' dura, davvero più dura di quel che pensasse. Può immaginare la reazione che Sakura avrà di fronte alle sue parole. Ma non sapeva come altro comportarsi. Non riesce più nemmeno a guardarla in faccia senza vergognarsene. Quello che dovrebbe essere lo spavaldo, coraggioso ed intraprendente taijutser, che non ammetterebbe mai la sua sconfitta di fronte a nulla, in questo momento è in realtà palesemente sconfitto ed avvilito per aver scoperto che la realtà è ben lontana dalla sua immaginazione. Abbassa il capo nel sentire il tono forte ed arrabbiatto della Hyuga. Se lo aspettava. Di colpo verrebbe afferrato e trascinato per il polso. E chi mai opporrebbe resistenza? Si sente il peggiore dei vermi. I ciuffi scendono sulla fronte a coprire il suo sguardo nel silenzio più assoluto. Ben venga, così non dovrà evitare di incrociare gli occhi della giovane. Si lascerebbe trascinar seguendola con passo "molle", come se tutta la forza, rappresentante il pregio di Saisashi, fosse completamente assente in questo frangente. Si ritrova catapultato nella sua stanza, luogo che ormai conosce a memoria. La ascolta, non risponde. E' parecchio in disordine per essere la sua camera, normalmene è così puntigliosa ed attenta all'ordine. Tuttavia la ragazza non ha idea del cupo momento che Saisashi si è ritrovato ad affrontare, combattendo principalmente con se stesso. Sono state notti insonni piene di incubi, un trauma che lo ha colpito a fondo e che ha pensato lo portasse a diventare pazzo. L'arrivo di Mekura ha placato il tutto, e grazie a questo ha preso una decisione. Sakura può urlare ed arrabbiarsi quanto vuole. Non la accuserà per questo, ha completamente ragione, ma spiegare quel che è successo è pressochè impossibile. Non lo capirebbe. Non ora. Rimane ancora in silenzio all'ultima domanda accusatoria. Lasciarla? No, non è il termine giusto. Qualcuno alla sua altezza? All'altezza dell'ultimo dei "barboni" , giudicati teppistelli da quattro soldi nulla facente? E chi mai potrebbe essere di così tanta bassezza? Beh la stima che Saisa ha di se, a causa di ciò che è accaduto negli anni, non è di certo la più alta. Per lui Sakura rappresenta il meglio. Non esiste nessun'altra persona con cui vorrebbe sostituirla, ma non è facile farglielo capire. <tu....tu ti fidi di me...?> solo queste parole bisbigliate verrebbero pronunciate dalla bocca tremante del ragazzo, che mantiene il suo sguardo nascosto dai ciuffi sbarazzini dei capelli.

22:25 Sakura:
 Le fa male vedere il ragazzo inq uelle condizioni. Così come le fa male parlargli così.. Ma che altro potrebbe mai fare? Si è presentato dopo giorni, ha detto di averla evitata.. Insomma, non tutte le persone potrebbero pensare ad altre ipotetiche soluzioni che si prospettano davanti, se non quella che il ragazzo la voglia lasciare. Ma la cosa che le fa più rabbia è il suo non guardarla. Ed è qui che implode di rabbia. <GUARDAMI.> Urlerebbe in direzione del ragazzo, spalancando anche lei gli occhi, piegando leggermente il bsuto in avanti e portando il tono di voce ad un livello che prima non era mai stato raggiunto. < Fidarsi? Io mi sono fidata di te e sebbene ora non me ne dai motivo, mi sto fidando. Ma per farlo, devi dirmi che cosa ti sta succedendo. Questo silenzio non mi piace.> Le mette ansia. Il silenzio emotivo è forse la cosa più brutta che poss acapitare. Sul silenzio emotivo, potrebbe benissimo giocarci con le sue illusioni.. Riuscire a catalizzare tutto quanto all'interno di un unico involucro, pronto a racchiudere le emozioni della vittima. Potrebbe essere interessante, in un altro contesto. Porterebbe le mani all'altezza della cucitura dei capelli, pronta a stringerli come l'ultima volta. L'irrefrenabile desiderio di prendere un kunai e ragliarli, per evitare che si faccia del male, è imenso. Ma non pu e non vuole. <Che cos'hai? Perché mi nascondi le cose?> Chiederebbe, quasi in un momento di assoluta pietà, di completa sottomissione a quello che è il sentimento, o forse sensazione, che sta provando. Non lo sopporta. Non le piace. Se Saisashi è un debole, lei che cos'è? Sempre così attenta a tutto, pronta a mettere ordine dappertutto. Ed ora? Ora si ritrova nella condizione di non sapere da che parte sbattere la testa, dove riuscire a trovare un equilibrio. Tutto è confuso, disordinato. Una valanga di emozioni la sta travolgendo, portandosi dietro tutta la scia di cose represse che in questi giorni è riuscita a tenere a bada. Non vuole scaturire in un attacco di panico. Non può e non ce la fa. Semplicemente vuole andare avanti.. E riuscire a superare anche questo momento di debolezza. Ultimamente, si sente troppo fragile per riuscire a stare al mondo. < No.. Non voglio.. >Lui non riesce a parlare. E sembra che la ragazza sia fflitta dalla stessa malattia. Chiude ermeticamente gli occhi, mentre piegherebbe le ginocchia, portando il bacino a terra e il busto ancora più avanti. Cos'è che non vuole la ragazza? <..Non voglio perderti.>

22:46 Saisashi:
 Muove qualche passo lento, all'interno della stanza, posando lo sguardo sui vari elementi che la caratterizzano nonostante lo strano disordine che ne fa da padrone in quel momento. Osserva ogni piccolezza. Dai piccoli oggetti che poggiano qua e la su eventuali mensole o mobili, fino ad arrivare al letto, che custodisce quei preziosi ricordi che porterà sempre con se. L'odore della stanza, intenso, che rappresenta a pieno Sakura ed il suo profumo, di cui lei probabilmente nemmeno si accorge. Quello splendido profumo della sua pelle che tanto gli fa perdere la testa. Accenna un sorriso nelllo scorgere la porta del bagno, tornandogli in mente il giorno in cui lei lo accudì per via della febbre, e tutto portò a strane situazioni, tra cui la doccia e le stramberie che la stessa ha fatto si che avvenissero. Ricordi che saranno indelebili ne è certo. Ed è proprio per non infagare tutti quei momenti che in parte ha deciso di compiere determinate cose. La richiesta di Sakura di guardarla, con quel tono gridato, viene accolta un istante. Volta il capo in sua direzione, la fissa. Il tutto dura giusto un paio di secondi, mentre tornerebbe a muovere qualche passo lento all'interno della stanza. La sensazione che da, è quella di essere spaesato, ed allo stesso tempo di andare piano, assaporando ogni dettaglio come a voler fare in modo che quel momento possa durare il più a lungo possibile, non volendosene andare da li. Alla prima frase non darebbe risposta. Ma dentro di se è felice che la fiducia nei suoi confronti sia stata riconfermata. Dopo tutto è stata una richiesta del ragazzo, quella della massima fiducia l'uno dell'altro, sancita nel patto di quella indimenticabile nottata. <non ti nascondo le cose. Semplicemente..non....non è il momento...> il tono viene rotto un istante dall'emozione, come se in quell'istante stesse quasi per iniziare a piangere, ma il tutto non accade. Nel vedere la ragazza accovacciarsi in quei movimenti tristi, si avvicinerebbe a lei, per poi lento chinarsi piegando le ginocchia , proprio di fronte a lei , ritrovandosi con il capo di fronte al suo. Lentamente le poggerebbe la mancina sul capo, scendendo verso il basso sul lato sinistro del suo viso, andando a portare la ciocca di capelli dietro al suo orecchio. La mano lentamente proseguirebbe in quel movimetno dolce e silente, che per lui esprime tante cose. Si concluderebbe con una carezza sulla guancia, per poi tenere le dita li immobili qualche istante. La guarda pochi istanti negli occhi. Si rialza in piedi per poi darle le spalle, recandosi ora verso il letto. Si siede su di esso. Passa le mani sopra le coperte, lente, come a voler godere di ogni sensazione che esse possano trasmettere al tatto del giovane. Afferra un cuscin, portandolo al petto. Lascerebbe cadere ora il buso all'indietro, andando a sdraiarsi su di esso, con le gambe che scendono al di fuori del bordo arrivando a toccare terra per via della sua altezza. BRaccia spalancate come a formare una croce, lungo e lento sospiro assaporando l'odore delle coperte che è possibile sentire stando sul letto. Occhi ch vengono chiusi lentamente mentre il cuscino afferrato cadrebbe sul suo petto lasciato andare dalle mani nel distendere le braccia. <Sakura....mi aspetterai...?> aspettare? Chd intende dire? Non si può ben sapere. Ma l'unica cosa che chiede è questa. Ed attende ora una risposta, li, immobile.

22:59 Sakura:
 Cosa dovrebbe mai fare, ora come ora? Non il momento.. Ma il momento per cosa? Per raccontarle cosa gli è successo? Perché non lo è? Cosa nasconde di così brutto da non riuscire a dirle tutto. QUesta potrebbe essere interpretata come codardia.. O forse come non fiducia. Ci sono diverse interpretazione e la mente della ragazza cerca di rielaborarle tutte, associandole ad ipotetici scenari che potrebbero esser successi. La carezza di Saisashi l'avverte chiara e la sente più come uno schiaffo, che come un gesto spensierato di.. vicinanza? Amore forse? Non lo sa. Non si scosta di certo da quel contatto, il primo che è avvenuto da diversi giorni. Assaporarlo sarebbe ottimo, se non fosse che in quel momento non lo vede come qualcosa di bello. I movimenti successivi del ragazzo la portano ad alzare la testa e ritrovarsi accanto le gambe di Saisashi. Le guarda, come se effettivamente fossero dei pezzi di carne. Un misto di curiosità e disinteresse, unito alla sfrenata voglia di sapere che cosa passa per la testa al ragazzo. Si alzerebbe da li, per poi abbandonare il cappotto a terra. L'espressione in viso non è mutata. Non piange, ma gli occhi trasudano una parte di lei debole, fragile La bocca è tirata, non si vedono quasi più le labbra, mentre i capelli si muovono ondeggiando con l'avanzare di lei. Andrebbe dunque a posizionarsi sopra Saisashi, tentando di prendere il cuscino e gettarlo via. Le gambe proverebbero a posizionarsi al lati del ragazzo, con le ginocchia all'altezza del suo bacino. Poggerebbe subito dopo il suo di bacino sopra al pube del ragazzo, mentre le mani tenterebbero di tenerlo fermo, posizionate sopra alla cassa toracica. Gli occhi andrebbero a cercare quelli del ragazzo, mentre con voce bassa e roca, interrotta da qualcosa in gola, andrebbe a dire. < Aspettarti? Che devi fare?> Domanda, tentando di stringere le mani sul tessuto che ricopre le vesti superiori del ragazzo. La voglia di strappare qualcosa, di tirare pugni ora è più forte che mai. <Dove devi andare?> Domanderebbe, per poi avvicinarsi un pochino di più a lui, portando il busto in avanti. < Voglio delle risposte. >Le desidera al punto tale da non riuscire a ragionare lucidamente.

23:22 Saisashi:
 Non ha intezione di aprire gli occhi. Mantenendoli chiusi può in qualche modo ingannare il tempo e lo spazio intorno a lui, potendo far finta che tutto si fermi senza che il tempo scorra inesorabile. Quegli attimi di silenzio vengono captati dalle orecchie del genin come delle note sonore di pura tristezza. Eppure non può farci nulla. Espira nuovamente svuotando completamente l'aria dai polmoni, nel tentativo di rilassarsi il più possibile. Quel momento non durerà per sempre. La sua domanda seppur priva di apparente logica era piuttosto diretta. Non sembra tuttavia giungere una risposta dall'altra parte. Sakura sembra decidere di applicare le "maniere forti". Percepisce il suo corpo poggiare sul proprio, fino a trovarsi sopra di lui. Le sue manine poggiano sul petto nel vano tentativo di bloccarlo. Quanto è bella. E' così ingenua da tentare di poterlo bloccare in quel modo. Basterebbe utilizzare un pò della sua forza per scostarla senza troppi problemi. Ma non sarà certo ciò che Saisashi intende fare. Lascia che la giovane faccia, senza oppore nessun tipo di resistenza proprio come in precedenza. <non conosco ancora la meta precisa. Ma devo andare... ti spiegherò tutto... a tempo debito...> non è molto chiaro, eppure il suo tono triste presenta le classiche note dela sincerità <te lo chiedo ancora....tu...mi aspetterai...?> ancora non accenna a ciò che è successo, non rivela il motivo dell suo "andare" e soprattutto il luogo. Ma nella testa del ragazzo ormai è impressa a fuoco un'idea indelebile. Finchè non farà ciò che ha stabilito, potendo forgiare se stesso diventando meritevole della vicinanza della Hyuga, potendo mantenere la sua promessa, si vergognerà anche solo a guardarla. I suoi occhi ora punterebbero verso quelli di Sakura, fissandola con due piccole gocce che sembrano inttravedersi dai lati degli stessi. Non vorrebbe passare del tempo lontano da lei. Dopo tutto si è abituato così tanto a passare la maggior parte del tempo insieme riempiendo il vuoto che presentava la sua vita. <abbi fiducia in me...>. Silenzio. Non aggiungerebbe altro. LAscerebbe che sia lo sguardo a parlare esprimendo ciò che sente. Il suo dolore, la sua afflizzione, il suo trauma, la sua insicurezza.

23:34 Sakura:
 Lo sa. Sa che quelle maniere non servono a nulla, contro di lui. Sa che la sua forza non risiede nei muscoli, ma nel cervello. Sa che non sarà mai una prima linea.. Ma il tentativo deve sempre farlo. Deve riuscire nell'intento di trattenerlo li, di non lasciarlo andare. Alle parole del ragazzo, lascerebbe andare la presa sul suo busto, per poi cadere, direttamente, su di lui. non le importa se si farà male, o se ne farà a lui. Non ha la forza necessaria per reagire. Se ne va.. Ma dove vuole andare? Perché vuole partire? E da li, le cose che era riuscita a trattenere, sebbene a stento, vengono fuori. Le lacrime comincerebbero ad inondare il viso della ragazza, mentre i singhiozzi, che prova a trattenere, scuotono il corpo. < Non mi lasciare da sola.. Non te ne andare.> Direbbe, cercando di assumere un tono più stanco, più afflitto. Di una cosa è certa: se dovesse partire, lei non lo ritroverebbe mai più. La lontananza porta a cose che non si possono nemmeno descrivere, per quanto orribili. Il distacco non è l'opzione migliore. Di certo non vuole che se ne vada, non vuole che l'abbandoni li, sola dentro ad un villaggio al quale solamente in queste ultime settimane si è sentita parte integrante. Ora che le cose cominciavano a sistemarsi, ora che i suoi legami si saldavano, sembra quasi che una lama di chakra li stia tagliando tutti. <I-io.. Non ce la faccio senza di t-te. Ti prego, rimani qui. Affronta qualsiasi problema con me..> un ultimo disperato tentativo, quello di lei, di raggirare la domanda. Sebbene la sua risposta glie l'abbia data, anche se indirettamente, non vuole pronunciarla a voce alta. Perché quando si pronunciano determinate parole, esse non rimangono astratte. Diventano realtà. UNa realtà che non pu ancora accettare e che non deve accettare. Perché.. E' troppo brutto. Il solo pensiero di non vedelro più li, sdraiato accanto a lei, a quattro di spade. Il suo calore, le sue coccole.. I suoi momenti di fragilità. Il suo essere chiassoso e egocentrico. Tutto le sembra essere un amo al quale appigliarsi, per poter rimanere mentalmente stabile. <Io mi fido di te, ma no-non posso farcela da sola..Ti prego.> E' debole. E' troppo debole.

23:59 Saisashi:
 Le lacrime iniziano a cadere incessanti bagnando gli occhioni bianchi della Hyuga. Le parole che sta dicendo, che si sente obbligato a dire, quella decisione così difficile..E' probabilmente molto più dolorosa per lui che ne è l'artefice. Ma non può darlo a vedere. Deve essere forte, oppure la motivazione per cui lo sta facendo perderebbe di significato in partenza. Odia udire il rumore del suo pianto, ogni singhiozzo è paragonabile ad una coltellata al petto. Fa male. Troppo male. Come si può dover dire certe cose alla persona più importante della propria vita? Perchè dover soffrire così tanto? L'unica risposta valida potrebbe essere: per assicurarle il meglio in futuro. Che cosa può dire, o fare in questo momento? Il silenzio non può più essere la soluzione. Anche perchè esso farà da protagonista per tutto il tempo in cui saranno distanti. Deve approfittare e godere di ogni istante. Ogni parola potrebbe essere fondamentale. La afferra. La stringe forte a se avvolgendola con le braccia intorno alla sua esile schiena. Vuole sentire il suo calore, il suoaffetto. Perchè per un pò non potrà piùù essere cullato dai suoi dolci occhi e dalle sue delicate carezze, ne dalle sue attenzioni, ne dalla sua presenza. Trattiene cn tutto se stesso le lacrime. Non PUO' PIANGERE. <non sarai sola... quando vorrai vedermi potrai chiudere gli occhi...e pensarmi...sarò sempre con te...> direbbe stringendo i denti per non lasciarsi commuovere. Che situazione. Perchè proprio a lui? Sapeva sarebbe stato diffiicile. Ma senza la lettera non riuscirà certo a dire tutto ciò che deve. Questo era il motivo per cui non voleva incontrarla. Ma forseè meglio così. Glielo doveva. <quando vorrai sentirmi...stringi il gattino che ti ho regalato...in quel momento la mia mano stringerà forte la tua...> che parole dolci, cose che fino ad ora solo Sakura ha potutos entir dire da Saisashi. <vedi queste occhiaie? Non ho chiuso occhio questi tre giorni...fidati ci ho pensato allo sfinimento, alla nausea..e potessi non prenderei questa decisione , ed affronterei tutto con te...ma è qualcosa che posso affrontare soltanto da solo....per te...> in effetti è tutto per lei. Anche se ora non può capirlo, ache per mancanza di spiegazioni. <se ti fidi di me...allora non pensare a nient'altro... e prosegui ogni giorno al meglio, diventando sempre meglio..> anche se per lui, lei è già perfetta così. <io mi fido di te...sei la migliore...ma ora...> la sua voce si rompe. Non ce la fa più. Ogni istante è più doloroso. La forte stretta di quell'abbraccio si risolve lasciando andare la giovane. Lentamente tenterebbe di scostare da sopra di lui il corpo leggero di Sakura per poi poi alzarsi in piedi dal letto dandole la schiena. In questo modo le lacrime possono cominciare a scendere senza che lei lo veda. Andrebbe a sfilarsi la sua giacca nera. La prenderebbe poi con la mancina per compiere un leggero slancio e far cadere tale giacca sul suo letto. <questa...un tempo l'hai rifiutata...ricordi?? eheheh....beh ora te la lascio...sperando possa scaldarti nelle notti più fredde...tornerò presto...è una promessa...> parlerebb a denti stretti ridacchiando in misto alle lacrme come a cercare di non far capire il proprio pianto alla ragazza. Non si accorge tutta via di un dettaglio. Nello sfilare la giacca , alzandosi in piedi la lettera è sfilata fuori dalla tasca del pantalone, cadendo li ai piedi del letto. Inizierebbe a muovere i passi versol aporta, aprendola a chiudendola dietro di se. Aspettare oltre sarebbe tropo doloroso, e sa che se si dovesse voltare non troverebbe più a forza di andarsene. Scnederebbe rapido le scale per poi uscire dall'abitazione. Inizierebbe a correre, con lacrime agli occhi in direzione di casapropria, accompagnato dal silenzio della notte e dalla luce delle stesse. Nella lettera, vi era scritto il seguente messaggio: DAN DAN DAAAAAN VOLEVATE!!. Ti verrà mandato per missiva [End]

00:25 Sakura:
 Quell'abbraccio, forte, possente le da un attimo di sollievo. Un momento in cui non pensa a nulla, in cui tutto diventa ovattato e durante il quale tutte le cose che si sono detti, tutte quelle incertezze fluttuano da un'altra parte. E' il momento perfetto, per stare bene. E' il momento perfetto, per alleviare quella strana sensazione al petto. Le orecchie sentono le parole del ragazzo. Il cervello le elabora. Ed il momento di perfezione assoluta, di rassicurante pace, è finito. Catapultata nuovamente dentro al mondo reale, quelle parole sono come delle coltellate. Come se una katana la stesse trapassando. Ogni singola sillaba è una pugnalata, diretta alla parte più importante di tutto il corpo: il cuore. Non dice nulla, ma continua a singhiozzare rumorosamente. Si lascia spostare da Saisashi, ricadendo sul letto e mantenendo la posizione di quando era sopra di lui. Non lo guarda, non ne ha il coraggio. L'unico movimento che compie è quello di afferrare il gattino, che ha appeso al collo e di stringerlo con la mano destra chiudendo gli occhi mentre le lacrime cadono giù dalle palpebre, imbrattando il volto di salate ed amare emozioni. Lei è la migliore. No, non lo è. Se lo fosse, probabilmente adesso non starebbe li, a piangere e a disperarsi per una persona. Se fosse la migliore, non avrebbe questo continuo scontro interiore tra ci che è giusto per un ninja e ciò che il suo cuore comanda. Non sarebbe in perenne lotta tra ci che possiede e ciò che vuole. Avrebbe una vita molto più semplice. Non commenta il lascito del ragazzo, sul suo letto. Non lo fa. Le parole, le sue ultime parole, sono quelle che le danno la mazzata finale. Lei ha un problema con le incertezza non sa dove metterle. Nel suo complesso quadro mentale, governato da una assoluta ed incredibile rigidità, dove tutto ha un nome ed un posto, le incertezze risultano essere obsolete. Non dovrebbero esserci li e vanno ad intrecciarsi in quel mosaico perfetto, rendendola schiava del panico, dell'insicurezza e della costante paura. Se solo avesse dato un tempo massimo a quel suo partire, forse avrebbe agevolato l'accettazione di quella partenza. Forse non l'avrebbe resa così.. Debole. Sarebbe migliorata, con il tempo. Solamente quando il ragazzo se ne è andato, tra un singhiozzo e l'altro, cercando di tirarsi su con tutte le forze che possiede, proverebbe ad afferrare la felpa nera con la mano libera. Ora ha due oggetti di Saisashi e lui non ha nulla di lei. Niente che possa ricordargli la sua figura, i suoi occhi, la sua logica o il suo comportamento. Nulla, se non il suo ricordo. Una flebile immagine incisa nella memoria, che ogni giorno diventerà sempre più sfocata, fino a non essere più riconosciuta. Una miriade di pensieri avvolge la mente della Kunoichi, che si accascia nuovamente sul letto, in posizione fetale, stringendo quei due oggetti come se fossero le uniche cose che la tengono in vita. La mente è pervasa da tutta una serie di connessioni mentali, difficili da decifrare. Pensieri che sfuggono al suo comando, alla sua analisi. Pensieri che hanno un unico filo conduttore, che esterna in un unico, drammatico, potente e straziante grido. Il nome di Saisashi rimbomba all'interno della sua camera, mentre la sua voce che esterna tutto quello che ha appena provato, diventerebbe sempre più flebile ed interrota dai singhiozzi. un unico urlo, potente e drammatico, che spezza quel momento di travolgente patior (nel vero senso latino, ossia soffrire) portando la ragazza ad accasciarsi sul letto, inerme e completamente esposta alle conseguenze di quell'atto.[END]

Dal nome, capite che non è una cosa bella.
Saisashi parte e Sakura muore dentro.
Buona lettura <3