Ti ho rubato l'ombrello

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16:49 Torihi:
  [Esterno] Le ultime ore, gli ultimi giorni, l’ultimo mese addirittura è tutto confuso, ricordi poco chiari di quella che è stata la sua vita e di ciò che ha fatto, una sorta di limbo offuscato. I suoi ultimi veri ricordi risalgono a parecchio tempo fa, molti anni in cui il suo ero un clan rispettato, potenti e temuti, lei era uno dei migliori, quella sensazione di superiorità la ricorda fin troppo bene, sa di cos’era capace eppure adesso persino il chakra non risponde al suo comando con la stessa facilità, deve concentrarsi per poterlo richiamare. Le energie fisiche che vanno a venir radunate all’altezza del basso ventre mentre quelle mentali vengono radunate nel cranio, dietro alla fronte. Ha gli occhi chiusi mentre le mani si alzano così da comporre il sigillo della capra <tsk> un suono seccato esce da quella bocca appena truccata, labbra che vanno a piegarsi in un’espressione infastidita mentre le energie andrebbero fatte muovere, tenterebbe di farle confluire all’altezza della bocca dello stomaco dove proverebbe ad unirle andando a controllarne la velocità di rotazione, solo così facendo dovrebbe riuscire a richiamare a sé la potenza del chakra <tsk> lo dovrebbe sentir scorrere nel suo corpo, un potere che però non la travolge, pallida imitazione di ciò che è stata un tempo ma perché è tutto così diverso? Sì sa che gli anni sono passati eppure non riesce a ricordare con esattezza nemmeno come sia arrivata fin lì. Riapre gli occhi rivelando un paio di occhi celeste, un tratto distintivo di quel clan altrimenti estino, pelle candida e occhi così azzurri da sembrare quasi finti, lei è una creatura della luna, figlia di un astro e soprattutto incarnazione dei desideri del clan. Fissa l’ingresso a quel luogo sacro per dei demoni così contrapposti a lei i Kokketsu. Sospira lasciando che la pioggia vada sui suoi capelli biondissimi, raccolti in due codini alti. Inclina appena il capo così che l’acqua possa scorrerle sul volto. Resta in silenzio, ai piedi di quel tempio lasciando che i pensieri possano accumularsi nella sua mente. Indossa un kimono che le fascia il corpo adulto e quel fisico da modella, rossa la stoffa con dei disegni astratti ricamati in bianco, non ha nulla con sé se non quel pallido potere che le è rimasto, l’accenno di una grandezza che ormai si potrebbe dire perduta [tentativo richiamo del chakra]

17:05 Itsuki:
  [Viale > Esterno] Piove. Uno schifo insomma. Di certo non è cosa che aggrada il nostro Itsuki, il quale già si trovava fuori di casa quando quell'improvviso cedere delle nubi nel cielo l'ha colto con tanto fastidio quanta la sorprsesa che l'ha costretto ad acquistare un ombrello lungo la strada, volente o nolente, altrimenti uno dei suoi preziosi libri a quest'ora sarebbe bello che fradicio, per non parlare dei capelli, al quale non possiamo attribuire un'effettivo aggettivo qualitativo, in termini di valore. Potremmo dire inestimabili, almeno per Itsuki stesso, ma adesso non è certo questo che ci importa. Prosegue lungo un Viale preciso che di lì in poi condurrebbe soltanto al Tempio dell'Erba, nella dritta vien retto lo scuro ombrello, semplicissimo e nero, abbastanza tradizionale nella fattura, si vede che ne ha preso uno tanto per, giusto perchè era scuro; invece nella sinistra permane fisso e immobile, quasi incollato, un libro che narra e racconta di quelli che sarebbero i presunti spiriti della mitologia, insomma, quelli che comunemente potremmo definire Yokai, dal lato degli osservatori. Leggende, favole, miti, la lettura semplicemente lo ha intrigato a tal punto da spingerlo a recarsi verso un qualche luogo più pacifico, qualcosa che potrebbe conciliarsi perfettamente in termini di atmosfera alla propria lettura, dato che di raggiungere casa sua non se ne parlava proprio. Troppo lontana la sua dimora da dove si è trovato costretto a comprare l'ombrello < Mmpf... > un qualcosa a meta tra un sospiro e un gemito prima di iniziare a salire quei pochi scalini che porterebbero al tempio, percorsi con un passo statuario per quanto rapido di volersi mettere al riparo, sperando di non disturbare nessuno, o meglio, che nessuno disturbi lui. Giunge sotto il largo tetto del tempio che già dovrebbe concedergi riparo, non si avvale - e manco si cura di farlo - della presenza di nessuno, semplicemente leverebe le scarpe, anch'esse nere a metà tra lo sportivo e l'elegante, e chiuderebbe dunque l'ombrello per accomodarsi a gambe incrociate a terra, non prima di aver piegato di lato la testa per scrollare quel minimo di umidità che aveva comunque intaccato i capelli, dandogli visibilmente fastidio < Uff. > è un sospiro secco, snervato, conciso, ma lascerebbe spazio al continuo della sua placida lettura, lì seduto quasi al bordo dell'esterno del tempio, non troppo lontano dall'ingresso ma nemmeno troppo vicino, continua da dove si era fermato per forza di cose al momento della chioma scura, mentre indosso porta come al solito, banale giacca e cravatta, le nere lunghissime ciocche cascano ai suoi lati e dietro di lui avvolgendolo quasi come un mantello, le rosse iridi puntate sui caratteri dalla sottile calligrafia.

17:24 Torihi:
  [Esterno] Un fulmine, potremmo definirlo così, la sorpassa con tanto di ombrello per poi entrare nel tempio, non si scosta, semplicemente si lascia evitare senza preoccuparsi d’essere d’intralcio, non importa quanto debole sia ora lei rimane pur sempre uno dei membri dell’élite del clan, certo ci fosse ancora un clan al quale tornare e qualcuno da cui farsi riconoscere, ma sono dettagli questi. Altezzosa riprende il suo passo, fa gli ultimi scalini iniziando a ripararsi parzialmente dalla pioggia grazie alla tettoia in legno del luogo. Continua il su passo, va a togliersi gli zoccoli che erano nascosti sotto a quel suo abito tipico prima di entrare e limitarsi a fare ciò per cui era venuta: guardare male tutto. La rabbia, il fastidio mischiato a quell’orgoglio e all’idea falsata di possedere l’intero mondo ninja si mescolano tutti insieme. Prende un profondo respiro lei mentre si blocca all’ingresso, fissando davanti a lei e ignorando la persona seduta al suo fianco. Statuaria e in piedi si concentra sul suo chakra andando a legarsi agli elementi. Per gradi. Deve ritrovare il suo potere e per questo pian piano inizierebbe a concentrarsi, gli occhi che vanno a chiudersi nuovamente in silenzio, il respiro che andrebbe a rallentare mentre la sua concentrazione si fa più profonda, inspira andando a percepire il suo legame con la terra, l’odore del terriccio all’esterno che bagnato si amplifica, lo sporco sui lembi del suo kimono, tutto questo viene riportato alla sua mente mentre proverebbe ad espandere il suo chakra all’esterno. I suoi occhi sono chiusi, momentaneamente, dato che sa perfettamente cosa l’aspetta, cerca di richiamare a sé il mondo doton ed è per questo che all’improvviso dovrebbe quasi teletrasportarsi, senza essersi effettivamente mossa, in cima ad una montagna, uno spiazzo roccioso a circondarla, un luogo chela sua mente conosce molto bene, il primo dei tanti che è in grado di aprire o meglio che era in grado di aprire. Delle enormi nuvole vorticano sulla sua testa, sembra quasi possibile toccarle tanto paiono vicine e solo al centro lasciano spazio al cielo così che la luce possa discendere su quell’arena ed illuminarla. A guardare oltre il limitare di quella montagna c’è una vesta pianura di spuntoni di roccia, a perdita d’occhio. Un mondo che dovrebbe essere richiamato grazie alla sua innata e in cui dovrebbe, per errore, aver portato anche Itsuki che si trovava semplicemente vicino a lei [chakra:29/30][kinshiki 1]

17:38 Itsuki:
  [Esterno] Ok. Forse il ragazzo dovrebbe incominciare a fare attenzione a dove si reca e soprattutto se vi è già qualcuno, magari qualcuno che tipo si sta allenando, insomma, siamo in un mondo di Ninja, sarebbe più plausibile beccarsi una palla di fuoco in faccia se si passa spensierati in mezzo a un campo d'allenamento, ovunque o qualunque esso sia. Fattostà che nel mentre che le rosse iridi volgevano in una rapida discesa sulla pagina di destra, mentre la fluente calligrafia veniva rapita dai voraci specchi rossi di lui che quasi possono sembrare sgranati in quel suo concentratissimo leggere, quasi fosse uno stato catatonico nel quale, attraverso quegli stessi specchi, assorbe e registra, archivia, memorizza e cataloga tutto ciò che può passare sotto al suo occhio umano e non, cercando spesso di sforzarsi per capire cose che vanno bel oltre alle sue misere conoscenze da Deshi, un Deshi si acculturato, ma comunque un Deshi, il quale appunto nel mentre di quel voltar di pagina, eccolo che quasi in concomitanza con il flebile e delicato movimento dell'idice, si ritrova catapultato da un'altra parte, non spostato più in là, non sopra il tetto del tempio, nossignore, proprio in un'altra vera e propria dimensione. Tutto ai lati del suo libro pare essere cambiato, è tipo in cima a una montagna o qualcosa di simile, l'aria è fresca e pungente e quasi gli solletica i polmoni non essendoci molto abituato, ma non si scompone, non da di matto, tutt'altro, chiude il libro lì all'inizio della pagina che stava per leggere, tenendovi in mezzo il pollice della mancina, che rimane sollevata assieme al libro socchiuso, i rossi vanno per forza di cose sull'unica figura lì presente: bionda, con indosso un'abito tradizionale, la figura slanciata e probabilmente colei che, in un modo o nell'altro, intenzionalmente o non, l'ha portato lì, visto che altri in giro non ci sono < Non ho ben compreso se è una qualche dimostrazione delle proprie capacità o un tentativo di farsi notare. > dice lui con un tono piatto quanto l'acqua di un lago ghiacciato, rimane lì immobile senza alzarsi in piedi guardandosi intorno dopo aver tenuto per lunghi istanti le rosse incollate su di lei, studiata da capo a piedi, non gli interessa che lei possa scorgere quel suo sguardo indagatorio, per quanto altezzosa possa essere lei, non ha ancora avuto a che fare con quel finto damerino. Anche dal suo rimanere laggiù tiene sempre il mento sollevato, spalle ritte, posa statuaria che mai si scompone, quasi è tanto se il petto si gonfia per respirare ritmicamente < Dove saremmo, di grazia? > fa lui con lo stesso tono di prima, senza mai mutare espressione, ma aggiungendo un pizzico di divertimento, o forse curiosità, in quel suo accentuare con un tono domandatorio. Probabilmente il moro dovrà ben che rimandare la propria lettura.

17:48 Torihi:
  [Esterno] Se ne sta lì, ancora con gli occhi chiusi pronta ad ammirare il potere che le è rimasto, pronta a provare a spingersi oltre ai suoi nuovi limiti quando una voce, per nulla sconvolta, irrompe in quell’idilliaco silenzio andando a costringerla a voltarsi. Abbassa lo sguardo e punta su di lui i suoi occhi azzurri. Lo fissa in silenzio per qualche istante. Resta ancora zitta a guardarlo <e tu che ci fai qui?> infine schiude le labbra. Se da una parte c’è disinteresse e freddezza il suo tono non è certo da meno, domanda senza preoccuparsi d’aver fatto tutto lei, essì che l’aveva pure visto eh. Si è dimenticata di avere una persona accanto, sospira mentre lo osserva inclinando poi il capo verso destra. Poco furbo da parte sua scordarsi delle persone, o almeno lo è stato in questo caso. Non smette di guardarlo, l luce va ad illuminarli senza creare disturbo ai suoi occhi chiari, pretende una risposta, magari anche una seria ad una domanda che a voler ben vedere è anche stupida. Sospira ancora spazientita e infastidita lei mentre guarda il ragazzo, o la ragazza? Dubbio che nasce sul suo volto, certo indossa abiti maschili e non pare proprio essere dotata di femminilità ma quei capelli la confondono non poco <siamo nel mio mondo> il mondo di un clan intero un tempo ed ora solo suo. Scosta solo adesso lo sguardo da lui per potersi rivolgere a quelle nuvole, il mento si tende verso l’alto mentre lei resta lì silenziosa a riflettere ad ammirare quel luogo che tanto le mancava, si sente a casa come quando da bambina si esercitava in quell’antica arte, utilizzando quel potere altrettanto antico. Si perde nelle memorie e in quella che per lei è bellezza, quella dimensioni in cui è il doton a comandare non ha altro da aggiungere, praticamente finisce per dimenticarsi nuovamente del terzo incomodo, dell’imbucato alla festa, insomma si dimentica ancora del Denshi che è sempre lì seduto al suo fianco [chakra:28/30][kinshiki 1]

18:04 Itsuki:
  [Dimensione Doton] A quanto pare nessuno dei due è propenso al porre attenzione riguardo a chi li circonda, hanno un punto in comune si può dire, tanto in comune da farli ritrovare lì da soli in queli posto appunto, del quale lui tutt'ora ignora l'identità, anzi, sembra che non si stia per nulla curando di quanto successo, non del tutto < Ah, l'ombrello. > direbbe lui, ricordandosene solo ora, visto che è rimasto di là, nell'altra dimensione < Era nuovo, anche se qui non penso servirà, Mh. > lo dice che se fosse un bambino che guarda un giocattolo rotto con il quale non giocherà più, ma lui invece fissà un punto vuoto, ed il problema più grande è che se al posto dell'ombrello o del giocattolo usato per fare l'esempio ci fosse un cucciolo, un bambino, o simili, il suo viso non cambierebbe di una virgola. Ma questi sono tratti dovuti ad un passato che ora non staremo a far riaffiorare, Itsuki non è certo nostalgico quanto la Otsusuki che si avvale quindi della chiara presenza del Moro che quindi farebbe sollevandosi in piedi, dando appena un paio di pacche gentili sui pantaloni scuri, il nero manto di capelli filiforme si solleva dietro di lui quasi avesse vita propria < Cosa non ci faccio qui è la vera domanda. > direbbe guardandosi intorno, riponendo il libro, dalle dimensioni tascabili, all'interno della giacca, portando poi la mancina in tasca al pezzo di sotto, con solo il pollice che rimane fuori < Di certo non concluderò la mia intrigante lettura, per quanto questo posto sia suggestivamente tranquillo. > si godrebbe quindi un'attenta vista del panorama, di quello che li circonda e di dove sia finito, non fa tutt'ora domande mirate ne precise, è curioso ma non ha intenzione di giungere sempre e subito al dunque, altrimenti non vi sarebbe gusto alcuno < Suona un pò pretenzioso detto così. > direbbe lui smuovendo un paio di passi intorno al picco su cui si trovano, trovandosi poi a braccia conserte, con le spalle rivolte verso di ella che a sua volta gli da le spalle, quasi uno da un ciglio e uno sull'altro, si volta il Deshi con la chioma che lo segue nel fare < Che senso ha questo mondo se ci vivi solo tu? È noioso. > dice lui sempre con le braccia conserte e con la testa che si piega appena appena di lato, la massa scura lo segue ovviamente e lui farebbe un lungo e profondo sospiro. Chissà se quella ragazza avrà qualche minuto da offrirgli degno della sua attenzione, di rado si sofferma a parlare con qualcuno che possa effettivamente stuzziare il suo interesse. Lei però ha incominciato portandolo in un'altra dimensione quindi, insomma come si suol dire, tanto di cappello.

18:15 Torihi:
  [Esterno] Persa nei ricordi di una grandezza che non le appartiene più come un tempo una voce irrompe ancora distraendola e portandola a guardarsi in giro, senza però abbassare lo sguardo motivo per cui volta il capo e semplicemente resta perplessa, qualche lungo istante prima che gli occhi si abbassino abbastanza da intravedere la figura del moro <oh tu> lo dice come se fosse una novità e in un certo senso così dato che la sua presenza le era passata nuovamente di testa <no leggi pure non mi servi> replica lei scuotendo le spalle e dandogli così implicitamente un permesso di cui in realtà non aveva alcun bisogno, i capelli bagnati e il kimono abbastanza fradicio tradiscono la loro provenienza da un mondo differente. L’altro parla senza però riuscire a catalizzare pienamente le sue attenzioni che restano tuttavia abbastanza presenti quel tanto che basta per ascoltare e non dimenticarsi di lui. Si guarda intorno <sola?> ancora una volta il tono pare dubbioso, proprio come prima come se non capisse cosa le sugge <oh> ecco forse ci è arrivata. Non è facile per lei immaginarsi come ha appena detto il denshi eppure è la semplice realtà, entità tornata al mondo di un clan antico e per quanto ne sappia estinto <beh tu sei qui, quindi non sono sola e poi posso portarci chiunque io voglia> come a sottolineare il dato di fatto che lui non era voluto <solo tu rischi la solitudine in questo mondo> eccola sbattere lentamente le palpebre per tornare ad osservarlo, dall’alto verso il basso, busto ben eretto, altezzosa e orgogliosa [chakra:28/30][kinshiki 1]

18:59 Itsuki:
  [Dimensione Doton] La sta forse infastidendo? Può darsi, e la cosa non fa altro che divertirlo terribilmente, tanto che quasi un piccolo sorriso contorto si dipinge sul suo volto, senza che manco un dente compaia, sia ben chiaro < Sì, sola. > rincara la dose permanendo lì sul posto, sollevando il mento e lasciando che la parola spiri con un pizzico di acidità, come se gli avesse appena dato dell'incompetente. È fatto così, non possiamo farci niente. Però non è che vuole effettivamente farla star male o farla dispiacere, no, le sue sono solo frecciatine ben mirate ma senza alcune fondamenta, tanto che sicuramente la ragazza non si lascerà sbilanciare tanto facilmente < Non fraintendermi, ma un mondo senza abitanti, che mondo è? > direbbe lui affiancandosi a lei con la chioma scusa che si sofferma da quel dondolare causato dai suoi passi nel raggiungerla. Lui la fa molto semplice, terra terra, è che non ha minimamente idea del fatto che quella dimensione sia un derivato della stessa Innata di Eri, sulla quale comunque per ora non si interrogherebbe particolarmente, tutt'altro. La lascia nel suo momento in quella sua immaginazione poco piacevole o comunque la si voglia etichettare comunque sgradita, fino a quando poi non andrebbe lei stessa a dire qualcosa che coglie nel profondo Itsuki, il quale inizialmente sento come un brivido percorrergli il cervello, un piccolissimo shock mentre sgrana gli occhi, li sbarra per un'istante quasi a remprimenre un'indignazione che altrimenti sarebbe sfociata in un nervoso esagerato < Non posso rischiare quando è ciò che ambisco - quasi - ogni giorno. Solo. Io e me stesso. E stiamo benissimo. > direbbe volgendo solo le iridi verso di lei, di lato, di sbieco, al fine del proprio dire, solo per poi continuare < Le persone sono noiose, immeritevoli, incapaci di tramettermi interesse. > fa una breve pausa e le rosse si spostano da lei e ritornano lungo il panorama. Chiude gli occhi per qualche lungo istante e si perde in quanto di più spiacevole ha da ricordare, ciò che la reso ora così mentalmente elitario e dedito a mantenere un'ambiente quanto più personalmente puro intorno a lui, quasi quella montagna gli si addicesse perfettamente < Tu se non altro, pari mezzo gradino sopra a loro. > si riferisce alle persone, insomma, è solo apparenza o scena che sia voglia dire, ma comunque - anche se non era intenzionale - quella ragazza l'ha letteralmente teletrasportato in un'altra dimensione, e perdonatelo se Itsuki è solo un misero Deshi e di queste cose non ne vede tutti i giorni, anzi, nell'onestà con se stesso riconoce chiaramente che quella capacità è un qualcosa di insolito, non è roba da Ninja di tutti i giorni.

19:13 Torihi:
  [Esterno] Continua ad osservarlo per poi limitarsi a scuotere le spalle <oh beh> ammette semplicemente ancora abbastanza distaccata quasi non lo prendesse davvero sul serio, come se le sue parole fossero in grado giusto di arrivare alle sue orecchie senza poter tuttavia lasciare un chiaro segno nella sua mente <se ti piaci così tanto ti lascio qui> ed eccola semplicemente limitarsi a fare qualche passo per allontanarsi, non che in quel silenzio la voce del ragazzo non riesca a raggiungerla sia chiaro, continua ad ascoltarlo mentre ascolta le sue parole, quel discorso sulle persone che viene degnato di ben poca attenzione, ancora una volta c’è altro a preoccuparla, il mondo che ha evocato è quello del doton ma è anche l’unico che riesce a richiamare a sé attualmente cosa che ha l’assurdo potere di infastidirla non poco < ti ringrazio> replica alzando appena il tono <ancora non sai come mi chiamo e già mi fai complimenti> anche se forse non era proprio sua intenzione lusingarla. Ad ogni modo cammina lasciando che pian piano sotto ai raggi di quel sole invisibile i suoi capelli si asciughino, si avvicina alla sporgenza della montagna a quel limite sotto cui si estende la pianura di spuntoni, le mani vanno a portarsi dietro alla sua schiena così da permetterle di osservarli senza troppi disturbi, chissà se in quel posto il suo potere è rimasto immutato. Un sorrisino nasce sul suo volto appena la domanda sfiora la sua mente e lenta si gira per poter osservare il moro, su di lui puntale iridi celesti, curiosa. Potrebbe trovare una risposta a quella domanda [chakra:27/30][kinshiki 1]

19:27 Itsuki:
  [Dimensione Doton] Effetivamente l'offerta di lei non è così male, certo è però che non conosce nulla di quel mondo e sicuramente sarebbe ben più comodo e piacevole poter avere libero accesso e viceversa come lei, piuttosto che rimanerci intrappolato < Magari con una dozzina di libri in più sì, potrei farci l'abitudine. > direbbe lui a sua volta che probablimente come unica compagnia ha proprio quei lavorati di carta, seppur mai si lamenta a riguardo, a lui va bene così, anche se è un dato dsi fatto che i legami rafforzano, così come i legami indeboliscono. Un'arma a doppio taglio della quale un Ninja non può decidere se servirse o no, una volta imbracciata, sarà al tuo fianco fino alla fine. Si perde in lunghi e profondi pensieri, mentre il vento smuove la sua chioma nera e la fa danzare di lato rispetto a lui, sembrano quasi nere lenzuola della più morbida e pregiata seta che danzano quasi con furia scosse da quell'aria di montagna, quando il suo ringraziare lo riporta alla realtà, le rosse puntate su quegli spuntoni di terra la sotto. Non stava immaginando nulla di buono se ve lo stavate chiedendo, fidatevi < Non è certo il nome che qualifica una persona. > dice lui, che detiene un nome di un certo spessore se collegato a ciò che ha passato, ma non staremo qui a dinoccolarci ora su quisquiglie che non vogliamo stare a sentire, dato che del passato non ce ne curiamo più di tanto ora come ora < E poi sei tu che l'hai preso come un complimento. > direbbe lui di nuovo con un piccolo contorto sorriso, il suo era più un dirgli come mai non se ne era ancora andato, come mai stava parlando ancora con lei, anche se pur volendo, di certo non è che possa andarsene da lì, piuttosto. È ancora presto per i complimenti, anche se forse è quasi ora di andare per lui, seppur non sia per nulla certo dello scandire del tempo in quella dimensione, tanto che farebbe per voltarsi e domandare che ore sono, insomma, per regolarsi tra la dimensione normale e quella Doton, ma ancora prima di schiudere le labbra ecco che noterebbe quello sguardo con il quale lei lo guarda, lo osserva, un sorrisino sul volto di lei < Quello sguardo non promette nulla di buono. > direbbe lui sciogliendo l'intreccio delle braccia portandole lungo i fianchi alargando apena appena le gambe, quasi a prepararsi ad un colpo imminente. Sarà che Itsuki pensa sempre al peggio, ma anche se dovesse tirargli solo un sassolino lei, sempre meglio essere pronti no?

19:39 Torihi:
  [Esterno] Al momento la sua testa sta elaborando varie immagini, vari modi per convincerlo a lanciarsi dal dirupo anche perché in quel corpo dubita di essere fisicamente in grado di costringerlo, sospira appena per poi lasciar perdere, giusto quando lui si volta a guardarla <già> conferma placidamente quel dato di fatto prima di riprendere a camminare in sua direzione <ma sarà per la prossima volta> il sorriso svanisce da quel volto mentre lenta torna in sua direzione <e comunque sei tu ad avermi fatto un complimento> puntualizza alla fine di quel discorso quasi si fosse scordata di farlo prima ancora una volta a sottolineare quanta poca attenzione gli stesse donando dall’alto di quella stupida superbia di cui è donata e che probabilmente un giorno le costerà cara ma insomma lei era davvero molto potente anche se a guardarla adesso non si direbbe affatto. E così come entrambi sono entrati in quella dimensione ora tornano nel tempio, chiude gli occi lei limitandosi a scandire nella sua mente la precisa, seppur amara, volontà ad uscire, andarsene da lì e questo dovrebbe bastare per andarsene, tornare al mondo a tutti conosciuti. Non dice altro tornando verso l’uscita per rimettersi i sandali senza aver bisogno di parlare, così come era giunta fin ì in silenzio e ignorandolo adesso si limita ad andarsene con lo stesso stile, conoscerlo è stato un errore, un problema dato dalla sua poca attenzione, averlo trasportato nella prima dimensione di quell’innata non era affatto voluto motivo per cui non sente di dovergli nemmeno un saluto, ammesso e non concesso che prima o poi lei sentirà di dover qualcosa a qualcuno. Ahn per inciso mentre si allontana se arrivasse prima si limiterebbe a raccogliere l’ombrello che incontra all’uscita ed usarlo poi per affrontare la pioggia, senza nemmeno preoccuparsi di quell’oggetto, chi gliel’ha portato non lo sa ma sicuramente qualcuno ha pensato a non farla bagnare[end]

19:51 Itsuki:
  [Dimensione Doton] Sarà per la prossima volta. Significa che ci sarà una prossima volta? Chi lo sà, di certo è sempre più interessante andare in quella dimensione e perchè no, un giorno magari esplorarla, piuttosto che starse sempre, tutti i giorni, a Kusa. Sbadiglia appena appena, stanotte non è che abbia dormito alla grande, porta la dritta davanti alla bocca per coprirsi, senza che nessun animalesco suono accompagni quel suo fare e senza che gli si deformi il viso in maniera esagerata, quasi sembra che non stia manco sbadigliando, conclude e pochi istanti dopo schiude gli occhi mentre vorrebbe andare a risponderle nuovamente su quel punto del complimento ma niente, è un complimento bello che fatto ormai, tanto che lascia da parte la questione e semplicemente gli direbbe < Aspetterò che me ne faccia uno tu allora, chissà che quel giorno magari nevicherà rosso. > ma chissà se si rivedranno, se si incontreranno nuovamente prima di tutto, insomma, il Villaggio è grande e lui non può accedere a quella dimensione come gli pare e piace, sarà quel che sarà, se il destino vorrà farli incontrare nuovamente lo vedremo. Per ora, così come è giunto, in un singolo istante, eccolo di nuovo fuori dal tempio, scalzo, con la pioggia che ancora regna sovrana nell'area e gli occhi che solo dopo un secodno di troppo andrebbero li dove ci sarebbe dovuto essere il suo ombrello, il quale invece pare essere comparso nel nulla, o meglio, i rossi occhi si spostano da lì dove doveva essere l'ombrello a lì dove ora vi sarebbe la figura di Eri che si allontana in fretta, un sibila < Maledizione. > direbbe lui con un grugnito chiaramnte infastidito, per qaunto poco gli si addice. Dovrà per forza di cose aspettare che smetta di piovere, ma per fortuna ha con sè il suo buon libro, perchè di bagnarsi i lunghi capelli neri non se ne parla, una cosa del genere non può nemmeno passargli per l'anticamera del cervello, quello stesso cervello che ora ha da tenere in mente una persona in più, tra quelle pochissime persone già catalogate nella testa, la bionda senza nome della montagna è di certo una nuova aggiunta. Interessante.[End]

Non so come descriverla è qualcosa di delirante e bello