La strada per migliorare è irta di pessime azioni ~

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10:35 Kaori:
 Una nuova giornata in quel di Iwagakure saluta i nostri intrepidi eroi momentaneamente allocati in una locanda piuttosto tranquilla e pulita al centro del Villaggio. Kaori si è svegliata da poco, ha i capelli leggermente scompigliati e nonostante il viso appena lavato sente ancora il sonno gravare sulle palpebre pesanti. Ha fatto un sogno bizzarro quella notte, una sorta di ricordo tornatole alla mente durante il sonno. La sua ultima missione prima della partenza per Iwa aveva portato con sè rivelazioni sull'Oboro di cui non aveva mai sentito prima. Insomma, sa che i ninja per il bene di una missione devono essere pronti a tutto, ma è una realtà che le è sempre sembrata piuttosto astratta fino a quando non si è ritrovata a sbattere il muro con una esperienza così vicina. Il suo umore, quest'oggi, è piuttosto strano. Silenziosa, pensierosa, si riveste e sistema quasi senza aprire bocca. Nel suo sogno il Daimyo che ha scortato fino alla nave per Suna qualche tempo prima era inseguito da Raido che doveva terminare il suo compito di sterminare la sua cerchia e lei era stata posta come sua guardia del corpo. Nonostante sia ormai sveglia, lucida e vigile, non riesce a togliersi di dosso la spiacevole sensazione di dover affrontare un gran brutto scoglio. Insomma: i dispiaceri nella vita non finiscono mai. Rimane silenziosa mentre, davanti la toeletta nella camera, si pettina la lunga chioma andando a sistemarla in una comoda treccia di quelle che non usa fare già da un po'. [chakra: on]

10:47 Raido:
  [Locanda] Nuovo giorno si affaccia in quel di Iwagakure e il sole penetra all'interno della locanda in cui si trovano, piccoli spiragli di luce in attesa che qualcuno si svegli per ammirare il caldo sole e per sentire il pungente freddo dell'inverno, oramai arrivato e nel pieno delle sue forze. Mai come in questi giorni il letto è il migliore amico, caldo, confortevole, morbido, tutto ciò che si può desiderare dalla vita. Il Jonin dorme ancora, si gusta il sonno ancora per qualche minuto rannicchiato tra le coperte, coperte tirate su fino al collo mentre il capo giace sul cuscino senza emettere suono alcuno. Non indossa niente se non il consueto paio di pantaloni marroni come alternativa al pigiama, il busto è scoperto mettendo in risalto il fisico mentre la chioma bianca ricade lisca sul materasso, spettinata ma sempre elegante. Il petto fa avanti e indietro, il respiro è regolare. Sta sognando, sogna la prossima missione, l'incontro con il cappuccio rosso, la resa dei conti, una battaglia epica, spettacolare, piena di colpi, il sogno di tutta una vita che si concretizza ovvero trovare un avversario degno di questo nome capace di fargli provare quel brivido da troppo tempo assente. Si muove girandosi verso il lato opposto e tutto diviene nero, la mente rimuove il sogno e le palpebre vengono sollevate causandone la sveglia ma perchè? Un piccolo fascio di luce si va a insinuare sopra i di lui occhi disturbando il relax totale in cui si è calato durante la notte. Scosta il piumone e le lenzuola, gli ancora assonnati, lucidi e lacrimanti; la bocca viene aperta facendone uscire uno sbadiglio mentre muove le gambe portando i piedi a toccare il pavimento, la schiena curvata in avanti, braccia poggiate sopra le ginocchia e le mani a nascondere il viso. Qualche minuto di silenzio e immobilità totale prima di spostare il capo verso il bagno osservando Kaori pettinarsi e un sorriso gli si va a formare sul viso dandogli la forza di alzarsi. Cammina in silenzio, tranquillo verso di lei e una volta giunto le mani vanno a cingerle la vita in un piccolo abbraccio con il capo che scende per donarle un bacio sul collo<Buongiorno amore mio>il sorriso non scompare e gli occhi brillando alla di lei vista, bellissima come sempre. [Chk on]

10:58 Kaori:
 Di quei tempi, ormai, la tensione è la migliore amica del piccolo gruppo. Fra piccoli problemi interni e la paura di poter arrivare a scovare il cappuccio rosso da un momento all'altro, non si riesce mai ad esser tranquilli. Gli unici attimi di pace in cui sente di potersi rilassare sono quando, durante la notte, può stringersi a Raido e farsi cullare dal suo respiro, dal battito del suo cuore, ritrovandosi a scacciare dalla sua mente tutte le preoccupazioni e le paure raccolte durante il giorno. Ma quella mattina è diverso. Quella mattina non riesce a togliersi dalla testa quel dannato pensiero, quel sogno che la turba nel profondo. Avrebbe voluto parlargli di quell'episodio già da un po' di tempo, ma sono sempre venute a mancare le occasioni giuste fra i preparativi per la partenza e il viaggio a dir poco turbolento. Vorrebbe sapere se davvero ha ucciso quelle persone in virtù di quel dannato doppiogioco di cui aveva bisogno per entrare nelle grazie del Consiglio, vorrebbe sapere perchè ha dovuto uccidere persino il figlio di quel nobile oltre alla sua intera guardia. E' questo che vuol dire fare qualsiasi cosa pur di portare a termine la missione? Sospira appena cercando di riacquistare la calma, di non lasciarsi andare a troppe elugubrazioni. Questo non può cambiare in alcun modo ciò che prova per lui, ciò che li lega assieme. No? Avverte il suono di uno sbadiglio, il tonfo sordo di passi sul pavimento e poi lo vede raggiungerla cingendola alle spalle con le sue forti braccia. Un sorriso piuttosto tirato, piccolo, le si disegna sulle labbra mentre osserva il di lui viso attraverso il riflesso nello specchio. <Buongiorno a te> lo saluta mite, quieta, abbandonando il capo all'indietro contro la sua spalla, il corpo contro il suo mentre respira piano. <Dormito bene?> [chakra: on]

11:14 Raido:
  [Locanda] La stringe contro di se, contro il proprio corpo cercandone il calore e la presenza. Dopo la discussione di qualche giorno prima vuole stare con lei sempre di più, averla vicina in ogni momento dimostrandole che ha capito ciò che vuole dire. Il viso si posa sulla di lei spalla affiancandolo a quello di lei ma qualcosa non va, sente una certe tensione tra di loro come se qualcos'altro fosse successo, un pensiero è venuto a dividerlo ora che si sono riunito nuovamente dopo le turbolenze, seppur lievi, passate. La voce di Kaori arriva dolce e melodica alle orecchie nonostante il tono non sia lo stesso incrementando il dubbio nella mente del Jonin, un dubbio forte e forse insensato ma presente<Diciamo di si, ho sognato di combattere contro il cappuccio rosso. Non sono mai stato tanto emozionato per un combattimento in vita mia>l'eccitazione nella voce è palese, vuole combattere e mettersi alla prova contro costui, combattere contro un uomo che ha causato tanto terrore e orrore ma allo stesso tempo ha dimostrato di essere un valente avversario. La preoccupazione per il suo incontro è ancora viva, teme di quel che può succedere se dovessero incontrarlo ma il sogno fatto ha rinnovato quella piccola speranza che aleggia in lui, ha rinnovato una possibilità di vittoria oramai assente da tempo. Adesso vuole scoprire chi è e confrontarsi con lui e vuole farlo da solo, mettere alla prova tali abilità contro le proprie e forse, finalmente, può sfruttare il potere della samehada come si deve. I pensiero, però, vengono accantonati per qualche istante. Lascia andare Kaori, l'acqua del lavandino viene aperta, lo spazzolino preso, il dentifricio messo per poi cominciare a lavarsi i denti ma non prima di<Tu? Tutto bene?>aver posto quella semplice domande la cui risposta può essere di molte sfaccettature. Indagare su una sola sensazione, ora che sono insieme, non gli va a genio ma forse con una domanda più semplice, più naturale e disinvolta, qualcosa può venire fuori senza troppi indugi o giri di parole. Strofina lo spazzolino sui denti, più per l'alito mattutino che per i denti stessi, si rinfresca prima di passare alla vera avventura, sistemare e pettinare i capelli. [Chk on]

11:30 Kaori:
 E' strana la sensazione che prova la konohana in questo momento. C'è tensione nella sua mente, sì, eppure c'è anche il desiderio di rimanere ancora lì, abbracciata a lui, con il calore del suo petto a premere contro la sua schiena, le sue labbra sul collo. Rimarrebbe volentieri così per sempre, al suo fianco, ma al tempo stesso vuole sapere tutto ciò che può su di lui. Anche le cose più brutte, anche le peggiori. Forse, persino, soprattutto quelle. Ascolta le sue parole e si ritrova a pensare che non può comprendere la sua emozione. Lei non ama combattere: se potesse dipendere da lei eviterebbe qualsiasi tipo di scontro, ma sa che in un mondo come quello è una soluzione pressocchè impossibile. Nel mondo dei ninja vige la legge della giungla il più delle volte e combattere è necessario per sopravvivere o per proteggere chi non può difendersi. <Ti piace davvero combattere, eh?> mormora lei portando le iridi perlacee verso il soffitto, il capo reclinato all'indietro sulla di lui spalla, accanto al suo viso. <Quell'uomo mi fa sempre più paura ogni giorno che passa. Ma anche io non vedo l'ora di trovarlo. Ho bisogno di mettere fine a questa assurda storia...> già. Non vuole scovarlo per combattere, no. Vuole trovarlo per poter finalmente concludere il progetto e mettere al riparo ed al sicuro gli Hyuga attualmente in pericolo. Un pensiero forse fin troppo idealista ma in cui crede davvero. Lascia quindi che l'altro si scosti, che vada a darsi una meritata lavata, e si va scostando appena così da dargli lo spazio di cui ha bisogno. Si ferma alle sue spalle poggiandosi di schiena contro un mobile dietro Raido, i loro volti ad incontrarsi nello specchio del bagno. <Sì. Sì, sto bene> annuisce lei umettandosi le labbra, sistemandosi la frangia sul viso. <Ho solo fatto un sogno piuttosto fastidioso diciamo> aggiunge fissandolo e prendendo un profondo respiro. <Sai... qualche giorno prima di partire ho svolto una missione a Kusa. Ho scortato fino ad una nave diretta per Suna un Daimyo che...> si ferma un istante fissando il viso di Raido attraverso il riflesso dello specchio di fronte a loro. <che pare volerti morto.> deglutisce lei espirando piano, distogliendo lo sguardo dal vetro. <Dice che al tempo in cui eri dalla parte del Consiglio per conquistarti le loro grazie hai ucciso i suoi uomini e.. e suo figlio per portarlo a firmare un'alleanza con Crowler> la sua voce è meno squillante del solito, meno cristallina. Par quasi più scura, più bassa, come se avesse quasi paura a sfiorare l'argomento. <E' vero?> domanderebbe alla fine rialzando il capo verso lo specchio di fronte a loro. Ha bisogno di sapere... solo di sapere se è la verità e solo lui può farlo. Se avesse negato, se avesse smentito quelle parole, vi avrebbe creduto. Avrebbe scelto di crederci. [chakra:on]

11:47 Raido:
  [Locanda] Una domanda molto strana, non per la sua forma quanto per la risposta da dare. Combatte volentieri quando deve farlo, prova gusto nello sfoderare la lama e confrontarsi con avversari di un certo calibro, mettere alla prove le proprie abilità, capire dove pecca e agire di conseguenza per essere sempre il migliore in ogni missione o cosa che fa. Non ci riesce sempre, a volte fallisce, a volte perde ma anche da qui cerca di andare avanti, di reagire come in pochi riescono. Un sorriso viene a formarsi sul viso mentre pensa alla risposta. Il volto viene chinato leggermente<Mi piace il confronto, non il combattimento in se. Mi piace scoprire fin dove posso arrivare contro avversari degni di nota ma in sintesi, si; non c'è niente di più bello che combattere per uno spadaccino>la lascia andare avvicinandosi al lavandino, le mani poggiate ai lati di esso<Lottare con le armi ti porta corpo a corpo contro qualcuno, c'è un contatto fisico che ti permette di percepire ogni cosa ed è questo il bello, puoi sentire l'eccitazione e l'adrenalina dell'altro; un qualcosa che un'utilizzatore delle arti magiche non può avere>non è un qualcosa contro di lei o contro i ninjutser ma è solo il suo modo di vedere la vita di un ninja, di osservare la vita di un combattente come lui, niente di più, niente di meno. Ogni giorno percepisce la di lei paura per quell'uomo, la capisce e il timore è lo stesso; anche lui vuole mettere fine a questa storia una volta per tutte, mettere a tacere quell'uomo e renderlo inerme una volta per tutte. Strofina lo spazzolino sui denti, sputa il dentifricio nel lavandino per poi continuar quello strofinare incessante cercando di rendere il propria alito il migliore possibile impedendogli di compiere omicidi di massa. Prima sul davanti e poi verso l'interno, strofina senza sosta ripulendo ogni angolo della bocca mentre ode le parole di Kaori e di uno strano sogno<Fastidioso?>sputa nuovamente fino a quando il racconto comincia e, la giornata, si capovolge completamente. L'espressione si trasforma, diventa più serio, più scuro in viso nell'apprendere che è venuta a conoscenza di quel pezzo del suo passato, seppur recente. Resta in silenzio stringendo lo spazzolino mentre china il capo, abbassa lo sguardo distogliendolo da quello di lei. E' una cosa che avrebbe preferito mantenere segreta, mentire? Si, potrebbe farlo ma a che scopo? La verità può sempre venire a galla, in qualunque momento e sarebbe peggio, molto peggio<Si>una risposta secca, tono basso, calmo. [Chk on]

11:58 Kaori:
 Ascolta le sue parole, i suoi pensieri e si ritrova ad annuire lentamente di tanto in tanto, così da mostrargli di star comprendendo il suo discorso sebbene non sia sicura di poterlo condividere. <Capisco> mormora semplicemente lei non avendo molto altro da aggiungere in proposito. Il suo ragionamento ha dopotutto senso: lei è solita combattere per lo più dalla distanza evitando lo scontro diretto e ravvicinato a meno che non si riveli strettamente necessario. Così lascia che lui prenda a darsi una rinfrescata per poi esporgli i pensieri che quella notte hanno preso a pungolarla, a tormentare la sua ritrovata ma sottile pace. Dentro di lei sapeva già quale sarebbe stata la di lui risposta. Sapeva già che quell'uomo non aveva mentito: a che pro avrebbe dovuto farlo? Il ruolo di Raido di infiltrarsi nel Consiglio doveva essere il più realistico possibile, non poteva permettersi di essere scoperto, e immaginava che questo avrebbe significato dover compiere azioni estreme. Ma erano proprio necessarie? Sempre? Questo non saprebbe dirlo Kaori. Ma non vede nell'altro un assassino assetato di sangue. L'uomo che ama non ucciderebbe mai qualcuno senza che ve ne fosse effettivamente bisogno, di questo ne è certa. Eppure perchè l'idea di quella storia la fa sentire così strana? Forse l'espressione del nobiluomo quando ha spiegato della morte di suo figlio l'ha colpita più di quanto non vorrebbe ammettere. <Nel mio sogno dovevo proteggerlo di nuovo> spiegò lei dopo qualche attimo di silenzio, respirando piano, col cuore che le martella forte nel petto. <Ma questa volta dovevo farlo da te. Volevi completare l'opera e ucciderlo> rivela non senza una certa difficoltà la ragazza. Sarebbe mai stata capace di combattere contro di lui se ve ne fosse mai stato bisogno? Sarebbe stata capace di mettere da parte i suoi sentimenti per fermarlo? Dentro di lei teme profondamente di non esserne capace, di non poter ferire l'uomo che ama con le sue stesse mani e percepisce questa convinzione come un segno di debolezza.[chakra: on]

12:17 Raido:
  [Locanda] I ricordi tornano vividi nella di lui mente, ricordi di un recente passato e di una rivoluzione in atto, di un doppio gioco portato a termine con fatica e tanto spargimento di sangue. Ricorda la missione dal daymio per convincerlo ad allearsi con il consiglio e smettere di pubblicare infamia su di esso; ha provato a parlarci, ha provato ad andargli in contro svelandogli la verità mettendo a rischio la propria missione e copertura ma quell'uomo non ha sentito ragioni. Una contro proposta ha fatto ma molto insoddisfacente e pericolosa, avrebbe rischiato non poco se avesse accettato e combattere si è rivelata l'unica alternativa possibile. Ha ucciso tanti uomini quel giorno, ha combattuto addirittura contro un dainin per completare la missione e tenersi buono il consiglio. Avrebbe preferito evitare, scegliere di non osare tanto ma come? Mandato a Kusa per infiltrarsi tra le fila di Crowler, diventare uno dei migliori pezzi del loro esercito, scoprire cosa effettivamente hanno in mente. Mandato direttamente da Hotsuma come segno di alleanza con Yukio. No. Non avrebbe mai potuto mettere a rischio una missione del genere deludendo il suo sensei, il suo Kage, l'uomo che l'ha cresciuto quasi come un figlio agli occhi del villaggio della nebbia. Ascolta in silenzio le ultime parole di Kaori, il proseguo di quel sogno arrivato come una tempesta in un giorno di sole, un ricordo mirato per abbattere quel po' di serenità che vi è tra loro in questo periodo turbolento pieno di tensione. Posa lo spazzolino, si sciacqua il viso per poi richiudere l'acqua. Il panno alla destra viene usato per asciugare il volto mentre un sospiro profondo e rassegnato viene fuori con la dovuta forza<Quel daymio si era apertamente schierato contro il consiglio e il mio compito era quello di torturarlo per fargli cambiare idea, dovevo usare la forza>comincia a raccontare come si è svolta realmente la missione quel giorno di mesi fa<Mi sono diretto al suo palazzo con due special jonin e li ho cominciato a dialogare con lui, a parlarci per convincerlo con le buone; gli ho anche rivelato la mia vera missione per certi versi ma non ce stato verso>gli duole dover raccontare tutto ciò, la missione sarebbe potuta finire in 5 minuti ma i politici sono stupidi e poco collaborativi<Ha lanciato contro proposte che avrebbero messo a rischio la mia missione rendendo vani gli intenti di Hotsuma. Così attaccammo i suoi uomini, una piccola squadra formata da 4 jonin e un dainin>un numero basso in fin dei conti ma la potenza di attacco era alta, molto alta<Li abbattemmo tutti tranne un jonin che sopravvisse per pura fortuna. Ordinai alla mia squadra di torturare il daymio ma quest'ultimo cedette ancora prima di cominciare e così portai a compimento la missione>finisce il racconto voltandosi a guardare Kaori direttamente negli occhi. Qualche attimo prima di abbassare il volto iniziando a camminare verso la stanza da letto<Solo in seguito scoprii che il dainin era suo figlio>ammette con un senso di amarezza nel tono della voce. [Chk on]

12:28 Kaori:
 Il racconto del ragazzo porta Kaori ad ascoltarlo in religioso silenzio. Non lo critica, non lo giudica, vuole solo sapere. Solo capire. Vuole sapere tutto di lui, di ciò che vive, di ciò che ha vissuto. Così come vorrebbe che lui sapesse ogni cosa di sé. Ascolta in silenzio, lo lascia libero di raccontare e si ritrova a sospirare appena, stancamente, quando il racconto volge al termine. Lo segue nell'altra stanza con passo lento, tranquillo, andando a quel punto a tentare di raggiungerlo e stringergli le braccia attorno al busto, situata alle sue spalle, il viso a poggiarsi contro la sua schiena ancora nuda, i capelli d'argento a solleticare leggermente la cute candida del suo volto. <Mi dispiace> mormora lei d'un tratto con voce bassa, piccola, sincera. <Hai dovuto fare tutto questo solo per guadagnarti la fiducia di quegli uomini. Hai dovuto uccidere queste persone per non farti scoprire...> mormora lei andando a stringere con maggior dolcezza e forza la presa delle braccia attorno alla sua vita. <Dev'essere stato orribile> aggiunge chiudendo gli occhi, rimanendo così poggiata contro di lui e avvertendo il ritmico battere del suo cuore per tutto il corpo. Vuole rimanere così ancora un po', stretta a lui, in quegli attimi di vita che vorrebbe poter vedere ripetersi ogni giorno per l'eternità, al suo fianco. Assapora a pieno la di lui presenza al suo fianco, il calore del suo corpo contro il proprio e riapre gli occhi solo qualche attimo più tardi. <Non ce l'ho con te. Non ti critico nè giudico... hai fatto quello che era necessario per portare a termine il tuo compito> la sua voce è ferma, decisa, crede davvero in queste sue parole, non è solo un modo per evitare discussioni fra loro. <Quelle morti hanno portato alla salvezza di un intero villaggio per quanto sia forse orribile da dire> mormora lei con un ultimo piccolo sospiro, cercando di mostrare a lui tutto il suo appoggio, il suo sostegno. Lei è lì ed è dalla sua parte. [chakra: on]

14:57 Raido:
  [Locanda] Non è facile raccontare qualcosa del genere, specialmente a lei, così pura e buona, sapere che il proprio ragazzo ha fatto qualcosa di tanto terribile quanto necessario. Non sa come possa essere visto adesso ma sa che non non ci penserebbe due volte se una missione del genere dovesse rispuntare fuori. Nemmeno la vita con lei può cambiarlo totalmente. Ne sente il corpo addosso, le di lei braccia avvinghiarlo in un abbraccio e quel calore, quell'amore che percepisce quando è con lei torna su violento con una forza indescrivibile. Chiude gli occhi godendosi quel piccolo momento di intimità, un momento magico come ogni altro vissuto in sua compagnia e poi quelle parole arrivano; le dispiace, dispiace per cosa è costretto a fare e nonostante ciò non può impedirsi di pensare a cosa è lui. Sospira pesantemente, le braccia perpendicolari al corpo, gli occhi puntati in avanti<Orribile si...>bofonchia piano con un tono quasi impercettibile se non fosse per la vicinanza. E' orribile quello che ha fatto ma lo rifarebbe altre cento volte, altre mille volte se fosse ancora necessario perchè è quello che è, lui è questo<Non rimpiango ciò che ho fatto, sono un ninja e la missione ha la priorità su tutto>per un ninja portare a compimento la missione è fondamentale, niente va guardato, nemmeno i compagni di squadra. Se fosse rivelato necessario, avrebbe sacrificato persino Thoki e Toshi per convincere quell'uomo, li avrebbe fatti uccidere e lo farebbe ancora adesso senza molti problemi. Pensa al suo essere, al suo non aver rimpianti, forse è un mostro? No ma solo il frutto di un'educazione più severa di quella di Konoha e di Kusa, un'istruzione più matura e ferrea dove il fallimento non è contemplato se non si vuole ricevere una punizione. Solleva le mani andando ad accarezzare le di lei braccia mentre un piccolo sorriso si forma sul volto, delicato, sincero<Già, per un bene superiore, è questa la politica e purtroppo la condivido perchè rifarei ciò che ho fatto senza pensarci>pian piano svela parti di se che ha sempre preferito tenere nascoste per evitare di mostrare chi è realmente, un ninja assassino senza rimorsi. Afferra il di lei polso cercando di liberarsi dalla presa per fare qualche passo avanti<Non mi giudichi ma so già che non sono chi credevi, almeno sotto questo aspetto, vero?>si volge a guardarla con un sorriso fin troppo tirato, finto e forzato. [Chk on]

15:32 Kaori:
 La domanda di Raido porta Kaori a seguirlo, a muoversi di qualche passo seguendo il suo fare. Percepisce in quel tono cupo ed in quel sorriso appena tirato la difficoltà e l'amarezza dietro le sue parole. Non pentimento, non rimorso, ma forse il solo difficile accettare che nella vita certe cose sono necessarie. Andrebbe lei ad inclinare appena il capo verso la spalla sinistra fissandolo in viso, nelle iridi dorate, andando a scuotere appena il capo dopo qualche attimo di silenzio. <No, non è questo> dice respirando piano e guardandolo con espressione mite, appena buia. <E' che fin da piccola sono stata cresciuta con l'idea di diventare un ninja. Papà mi ha raccontato di molte storie di guerrieri incredibili e mi ha sempre detto cosa è necessario che un ninja faccia in certe situazioni.> inizia col dire prendendola larga, per meglio far comprendere all'altro il suo pensiero. <Poi è arrivata l'Accademia, i libri, gli incontri con altri ninja più esperti di me. E fino a quel momento erano tutti concetti che potevo dire di sapere ma non di conoscere. Sapevo che un ninja per il bene della missione è costretto a fare qualsiasi cosa, ma è la prima volta che mi ritrovo a sentire di una esperienza così vicina a me...> rivela lei con un leggero sospiro, distogliendo appena lo sguardo da lui. <Credevo di essere cresciuta, sai? Di aver capito cosa fosse un ninja con le prime missioni, con la guerra. Ma in fondo ancora non so proprio un bel nulla> continua lei chinando il capo, lo sguardo a posarsi improvvisamente sui piedi nudi posti sul pavimento di legno freddo. <Credevo di sapere tante cose. Ma ancora ho troppo da imparare, ancora non sono abbastanza forte. Abbastanza esperta.> un sospiro stanco esce dalle sue labbra mentre si ritrova inaspettatamente a fare i conti con la propria debolezza, con l'inesperienza dovuta al tempo ancor troppo breve nelle vesti da kunoichi. <Mi chiedo se al tuo posto sarei stata in grado di uccidere quegli uomini che, giustamente, diffidavano del Consiglio> Dentro di lei, però, il timore di conoscere la risposta a quella domanda si fa sempre più vivo e pressante. No. Probabilmente non sarebbe mai riuscita ad uccidere un innocente. [chakra: on]

15:47 Raido:
  [Locanda] E' più esperto di lei, molto di più di quanto si pensi, ha vissuto per anni la vera condizione dell'essere ninja e anche a Kiri ha dovuto agire come tale, uccidere per un bene superiore senza ribattere minimamente, senza disobbedire perchè la missione ha la priorità assoluta. In accademia, in famiglia, ovunque viene spiegato cosa deve fare uno shinobi, persino i libri lo dicono ma conoscere la teoria non serve, è la pratica quella che conta, almeno in questo caso. I libri non ti preparano ad affrontare la cruda realtà, non ti insegnano come comportarti in certe situazioni, non ti guidano verso la luce. Molti, dopo aver ucciso, cadono in un antro oscuro senza riuscire ad emergerne, si lasciano andare ai sensi di colpa, alla depressione per ciò che hanno fatto<E' lo stesso discorso del capire come gira il mondo, ognuno ha una propria concezione ma sono le esperienze che ce lo fanno capire. Per capire cos'è un ninja bisogna viverlo in ogni sua parte, è l'unico modo>cammina per la stanza tornando vicino a Kaori, le mani vengono posate sui di lei fianchi ricercandone il viso, ricercandone gli occhi, occhi che ama più di ogni altra cosa anche se non condivide quelle parole, non è debole, non è debolezza non sapere qualcosa<Perchè mai? Solo perchè non sei stata costretta a fare ciò che ho fatto io, ti reputi debole?>domanda sorridendo mentre la destra si alza a sfiorarne il corpo, ne percorre ogni sua parte, ne carezza ogni sfaccettatura senza disdegnarsi di passare per zone spinte fino a giungere al viso dove vi poggerebbe il palmo e con il pollice ne carezza la gote. Sguardo serio, occhi pieni d'amore per quella ragazza che lo ha salvato per ben due volte da se stesso e dall'imminente distruzione interiore<Non ero freddo solo per il mio passato ma anche per il mio lavoro. In missioni del genere i sentimenti uccidono, per questo ho imparato a reprimerli a comando. Non posso permettermi di fallire>non può, ne vale della sua stessa vita e del suo sommo compito, ovvero onorare Kiri e il suo Kage, portare gloria a quel villaggio da troppo tempo sottovalutato<Ma spero che tu non debba mai fare niente del genere>è un fardello pesante da portare e vederla struggersi per qualcosa di così marcio, lo ucciderebbe. [Chk on]

16:02 Kaori:
 E' sempre difficile ammettere di non sapere qualcosa. Ma è ancor più complicato dover ammettere di non sapere molte cose, specialmente dopo essersi convinti di aver capito un po' di più come gira il mondo, come sia fatta la strada che si è scelto di proseguire. Molti ninja ben più valorosi di lei hanno riposto sulle sue spalle la loro fiducia, la convinzione che sarebbe potuta diventare una grande kunoichi, ma man mano che scopre coi suoi stessi occhi cosa quel cammino comporta non può fare a meno che credere sempre meno nelle loro speranze. Si sente inadeguata alla grandezza, incapace di svolgere incarichi che richiedano una cieca freddezza e analisi della situazione. Troppo istintiva, troppo passionale, si lascia trascinare e condizionare da ciò che sente e prova senza riuscire a metter a tacere le parole ripetute dal suo cuore. Ascolta la voce di Raido e avverte il di lui corpo avvicinarsi, fermarsi dinnanzi al proprio fino a prenderla per i fianchi, osservarla in viso con quella dolcezza che l'ha conquistata. Solleva di poco lo sguardo andando ad incrociare quello di lui ritrovandosi ad arrossire appena quando le di lui mani vanno sfiorando il suo corpo, ogni lembo di pelle raggiungibile, ogni angolo, fino a far sorgere quel calore ormai ben noto al centro esatto del suo petto. <Non ho fatto molte cose... come posso credere di essere forte se non posso neppure immaginare ciò che tu o Mekura o chissà quanti altri avete vissuto?> domanda lei sentendosi improvvisamente incerta, la destrorsa a salire per ricercare il di lui viso, le dita a sfiorarne la pelle umida per il recente lavarsi. Sente la sua voce, le sue parole, e sente che avrebbe voluto poterlo proteggere da molti dei dolori che ha dovuto affrontare per seguire quella via, per realizzare il suo nindo e tener fede agli incarichi ricevuti. Quanti di quegli atti doveva aver compiuto senza nessuno accanto ad offrirgli sostegno? Od anche solo un tacito perdono? <Io vorrei solo essere abbastanza forte da poterti difendere. Dagli altri e da te stesso. Da quello che sei costretto a fare per onorare il tuo nome, il tuo incarico> lo guarda negli occhi la mancina si solleva a sua volta per sfiorare l'altra gota dell'altro, il viso imprigionato fra le sue dita leggere. <Farò il possibile per diventarlo> mormora alla fine andando ad avvicinare il volto al suo, quel tanto che basta per poter poggiare la propria fronte contro quella dell'albino.[chakra: on]

16:21 Raido:
  [Locanda] Si toccano, si carezzano facendo sentire la presenza l'uno e dell'altro ma l'argomento continua ad aleggiare tra di loro, a dividerne i pensieri e portando molti dubbi e domande nel mente e nel cuore della ragazza. Ha ragione, non può nemmeno immaginare cosa ha fatto nel corso di 15 anni di operato ma basta questo a decretare la forza di una persona? No, di certo non basta perchè non è la sua vita ma quella di un Jonin con anni e anni di esperienza alle spalle, forse è questa la parte più difficile da comprendere e da capire<Infatti non devi>schietto e diretto risponde a tale domande. Perchè farsi tanti problemi? Perchè voler immaginare a tutti i costi cosa hanno vissuto gli altri? Si può imparare ma non emularli, non è così che si diventa forti<Io sono un Jonin, sono ninja da 15 anni e ho fatto le tue stesse esperienze, mi sono posto le stesse domande che stai ponendo a me ora e ti posso dire che non c'è una risposta, non esiste>qualche attimo di pausa, ferma il proprio dire continuando ad accarezzarle la gote con la solita gentilezza e attenzione<Devi solo vivere, tutto qui. La forza, fisica e non, arriverà con il tempo; non avere fretta>non bisogna averne, si diventa forti con il tempo, bisogna solo saper sfruttare i vari momenti della vita, capire cosa farne, in quale direzione mandarla. Le parole di lei provocano un piccolo sorriso nel volto dell'albino mentre sente le di lei mani sfiorarne il viso, toccarlo<Mi basta averti vicino, poi posso superare qualsiasi avversità>averla al proprio fianco gli dona una forza senza eguali, sarebbe capace di combattere contro un demone e uscirne vincitore se sapesse che Kaori lo sta aspettando, potrebbe addirittura ribaltare l'intera Kusa se dovesse tornare da lei. Kaori gli da la forza di vivere, nessun'altro, la sua vita appartiene a lei<So che ci riuscirai amore mio>un'altra carezza per poi avvicinare il viso a quello di lei poggiando le labbra sulle sue per un piccolo bacio, il buongiorno che non si sono dati prima<Ora però mettiamo tutto da parte e andiamo a fare colazione, ho fame>e con una certa velocità lascerebbe andare la ragazza cominciando a vestirsi, ha davvero fame, è dal pranzo del giorno prima che non tocca cibo. [END]

16:37 Kaori:
 Un mezzo sorriso viene accennato sulle labbra della Hyuga quando l'altro va a carezzarle il viso andando a cercare di calmare il suo animo in tempesta. La tranquillizza, la rasserena andando a far leva sulla sua esperienza. Si fida di lui, si fida del suo giudizio e decide di smettere di pensare a tutti quei pensieri, a tutte quelle paure e quei dubbi. <Ti amo, lo sai?> un sussurro leggero che lei lascia sulle sue labbra prima di accogliere quel bacio, prima di cercare di abbracciarlo a sé per pochi istanti. Una stretta che vuole infondere in lui tutti i suoi sentimenti, la sua dolcezza. Pochi attimi, pochi secondi prima che lasci andar la presa e che gli sorrida con nuova forza, nuovo entusiasmo. <Sì, andiamo> sorride con più serenità annuendo, lasciando modo all'altro di prepararsi prima di seguirlo verso l'uscita della stanza. [END] [Scusa la end misera, odio le end, sono distratta, ciao y.y ♥]

Kaori confronta Raido su alcune vicende venute a galla dopo una missione fatta qualche tempo prima.

Qui si ritrova a rivalutare la sua esperienza come ninja andando ad ammettere la sua ancora acerba preparazione per quella che è la vita di uno shinobi.