Giornata tranquilla in quel di Kusagakure. La gente passeggia serena per le vie del Terzo Cerchio indossando gli abiti più pesanti che possiede per via di quel freddo inclemente che ormai da un po' spira tutt'attorno. Non par esserci nulla di strano o di nuovo per quelle strade, non v'è nulla che possa lasciar presagire un cambiamento importante da lì al tramonto. Pare una giornata come tante, una qualunque, ma il nostro eroe sa benissimo che sarebbe stata la prima di un nuovo inizio. Sa cosa sta andando ad affrontare -circa- e sa che quando uscirà da quella porta non sarà lo stesso Katsumi che vi è entrato. Il solito campanellino dorato trilla cristallino al sospingere della porta d'ingresso del locale da parte dell'Uchiha; ne segnala l'arrivo, l'accompagna, andando a tacere nel giro di pochi istanti. Hiruma è di nuovo alla cassa e si ritrova a schiudere appena le labbra, con sorpresa, al notare il giungere del jonin. Il locale è piuttosto pieno, quest'oggi: sarà per via del freddo che vige fuori da quelle mura, sarà per il desiderio di bere qualcosa di caldo, ma i tavolini paiono essere quasi tutti pieni e il brusio chiocciante che sale dalla stanza è quasi confortevole. Dà un senso di quotidianità e pace al quale, forse, non sei propriamente abituato. Quando ti rivolgi al ragazzo -l'unico disponibile ad offrire una qualche informazione visto che il resto dello staff par essere impegnato dietro e davanti al banco- l'altro si ritrova immediatamente ad annuire come se quasi s'aspettasse quelle tue parole. < O-oh sì, sì, certo! > esclama annuendo con vigore, un po' teso, prima d'essere raggiunto da una giovane biondina armata di vassoio e cinque tazze con la divisa del locale. "No! Ma è vero allora! Non stavi mentendo!" esclama lei rivolta al biondino alla cassa mentre ti fissa con fare sconcertato. < Certo che non stavo mentendo! Ti pare?! > risponde Hiruma quasi oltraggiato dal fare sospettoso e incredulo di lei. "Mi pare sì, mi pare! Te ne inventi di ogni tipo tu..." lo stuzzica andando a sollevare il capo verso l'alto con fare superbo e vanesio. Ma i due non fanno a tempo a dire altro che, dal corridoio dietro al banco, spunta d'improvviso l'ormai ben nota e androgina figura di Nimura. Indossa anche lei la divisa da cameriera -sebbene al posto della gonna porti un paio di semplici pantaloni scuri- e ha sottobraccio un vassoio ormai vuoto. Sta per tornare al bancone quando i suoi occhi vanno ad incontrare la tua figura. Basta un attimo perchè le sue labbra vadano a distendersi in uno di quei suoi folli e assolutamente bizzarri sorrisi. < Oh oh oh! > ridacchia a mo' di Babbo Natale poggiando con malagrazia il vassoio vuoto sul banco e saltellando verso di te con le mani unite dietro la schiena. < Ka-tsu-mi ~ > ti saluta con quel suo solito fare divertito, confidente -troppo confidente- e si sistema il ciuffo corvino con una mano, una mano coperta da uno dei suoi guanti scuri, neri come la notte, aderenti. Paiono quasi simili ai tuoi se non fosse semplicemente per la sfumatura diversa. < Alla fine sei arrivato. Bene. Molto bene > annuisce compiaciuta sbattendo le ciglia, schioccando la lingua sul palato. < Vieni. Seguimi. Sono piuttosto sicura che non hai tempo da perdere. Oh, beh, e nemmeno io ovviamente > aggiunge andando ad indicarti di seguirla verso la solita porta preclusa ai non-membri dello staff. Lascia nelle mani del resto dei suoi compagni la gestione dell'affollato locale e accende la luce in quel corridoio buio su cui si affacciano numerose porte. Percorre l'intera via prima di fermarsi dinnanzi le scale. Una scala a salire ed una a scendere. < Di sotto > ti comunica con un sorrisetto divertito, prendendo a scendere gli scalini un passo per volta. Nel mentre va a liberarsi del suo grembiule marroncino della divisa slacciandolo dal collo e dai fianchi per poi lasciarlo ricadere -una volta giunti al piano di sotto- contro un attaccapanni posto dinnanzi una porta. Una porta diversa dalle altre, metallica, fredda. Dallo stesso attaccapanni va recuperando invece un camice bianco, di quelli usati generalmente dai medici, schizzato solo qua e là da qualche goccia di sangue non troppo fresco. < Mh. Dovrò lavarlo prima o poi > si stringe nelle spalle indossandolo ed infine pone la sua destrorsa sulla maniglia metallica della porta. La stanza che si rivela alle spalle di essa è principalmente bianca. Fastidiosamente bianca. Pareti, soffitto, pavimento, mobili. Ogni cosa è candida, par di essere immersi nella neve o nella più candida luce. Vi sono mobili composti da cassetti, sportelli, vetrine. Vi è un letto al centro della stanza dalle lenzuola pulite ed un cuscino apparentemente basso e molle. Le luci sono forti, accecanti, ovviamente bianche. Strumentari di ogni tipo affollano le pareti assieme ai mobili apparendo quasi un intero reparto ospedaliero compattato in una unica camera. < Benvenuto nella mia stanza dei giochi > dice lui inchinandosi verso di te e spalancando le braccia. < Prego! Togliti pure la camicia e mettiti comodo sul lettino, inizieremo fra un attimo > ti informa con un sorrisetto divertito sulle labbra prima di andare a portarsi in direzione di una delle vetrine lì presenti a passo deciso, meno folle e bizzarro di quelli mostrati fino a quel momento al piano di sopra. [Ambient per Ka-tsu-mi ~] [Nimura: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/31/2f/4d/312f4de31bad4e226dd50e29fc5239b7.jpg]
Alla tua domanda, durante il tragitto fra la zona delimitata allo staff ed il laboratorio sotterraneo, Nimura va a rispondere con una leggera e divertita risatina portando la destrorsa a coprire persino le labbra come a voler ricercare una sorta di grazia che decisamente non le appartiene. < Ti ci abituerai anche tu quando sarai dei nostri, vedrai > ti risponde con tono convinto, sicuro, come se non avesse dubbio alcuno che la tua permanenza lì, fra loro, ti avrebbe ben presto portato ad un cambiamento ben più profondo che da quello unicamente genetico. < Come ti ho già detto questa è una famiglia, perchè tenere questi noiosi musi lunghi in casa? E' qualcosa che non ho mai capito > si stringe nelle spalle con fare sincero, non sta scherzando nel dire quelle parole, sebbene il suo tono sia sicuramente leggero. < Perchè essere potenti preclude anche il potersi divertire come chiunque altro? > Misteri della fede. Ad ogni modo giungete infine nel laboratorio dove ti vengono date le prime -ed uniche- indicazioni da seguire. Mentre provvedi a liberarti della parte superiore dei tuoi indumenti, Nimura va ad aprire una vetrina in fondo alla stanza da cui preleva un paio di sacche ricolme di sangue apparentemente fresco. Richiude lo sportello e va poggiando le due sacche su di una sorta di carrello mobile posto accanto al lettino al centro della stanza. Non fa altro, si ferma, osservando i tuoi movimenti con un sorrisetto attento e malizioso stampato sulle labbra. Non è perfettamente comprensibile se si stia godendo lo spettacolo o se si stia divertendo all'idea di avere in mano la situazione: dopotutto chi può riuscire a capire davvero cosa passi per la testa di questa folle, bizzarra svitata? Osserva con attenzione il tuo fare fino a quando non vai a distenderti più o meno cautamente sul lettino precedentemente sistemato. < Oh no, nulla del genere. Te l'ho detto, non farà male > ti rassicura lei, in piedi alla tua sinistra, lasciando scivolare lo sguardo sulla tua figura. < Un trapianto sarebbe più efficace ed immediato, ma sinceramente non ho voglia di privare uno dei miei di qualche prezioso organo per donartelo, perciò procederemo con una semplice trasfusione di sangue > rivela lei con le mani puntellate sul bordo del letto. < Siccome sei un ospite speciale ho pensato di usare direttamente il mio: roba di qualità per il nostro membro d'onore > ridacchia lei fiera e compiaciuta notando solo a quel punto, durante la sua attenta analisi del tuo busto, quelle tomoe messe quasi a copertura di una cicatrice ancora visibile per chi ha un occhio attento e allenato come il suo. < Mh? > inarca un sopracciglio Nimura osservando ora con fare quasi serio quella vecchia ferita, decisamente sorpresa. < Sei stato impossibilmente fortunato a sopravvivere ad un colpo così vicino al cuore. Qualcuno deve volerti bene lassù > commenta stupita, strabiliata, senza sapere quanto invero sia stato vicino alla morte in quell'occasione. Era stato stretto dalle di lei braccia per lunghissimi istanti prima di venirne strappato nuovamente via. Ma avrebbero avuto tutto il tempo del mondo per parlarne, per sapere, per capire. Adesso è tempo d'agire. < Ad ogni modo, tornando a noi... > si schiarisce la voce andando a prendere dal carrello lì accanto, vicino alle sacche piene di sangue, una siringa collegata ad un tubicino. Estrae da un piccolo cassetto posto sotto il carrello una sacca vuota e la poggia al di sopra delle due ancora piene, per poi afferrarne una seconda anch'essa vuota. Collega il tubicino della siringa a quest'ultima e torna a posare su di te il suo sguardo. < Adesso procederò ad estrarre all'incirca due sacche del tuo sangue con questa banalissima siringa. Non farà male ma ti sentirai parecchio indebolito quando avrò finito coi prelievi, quindi cerca di tenere a mente che ti sentirai piuttosto strano fra un po' > ti spiega con quel suo sorriso sfacciato sulle labbra. < Quando avrò finito sostituirò il sangue perso con questo e poi procederò ad utilizzare una nostra particolare tecnica per andare ad unire e collegare queste nuove cellule al resto del tuo corpo. > Pare semplice a sentire, vero? Quasi fin troppo, eppure non pare stia nascondendo qualcosa dietro quel sorrisetto bizzarro. < Se hai qualche domanda da fare o hai qualche ripensamento, questa è la tua ultima occasione > Rimane quindi lei in attesa, accanto a te, fissandoti dall'alto della sua posizione con la sacca vuota e la flebo stretta fra le dita, il corpo pronto a muoversi e procedere al tuo minimo segnale. [Ambient per Ka-tsu-mi ~] [Nimura: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/31/2f/4d/312f4de31bad4e226dd50e29fc5239b7.jpg]
Una risatina glaciale fuoriesce dalle labbra della ragazza quando le rispondi con quelle brevi, fredde parole. Una vita fatta di dolore e sofferenza, una esistenza tracciata su esperienze atroci, da incubo, che ti hanno portato ad essere ciò che sei ora. Una fortuna, invero, che tutto quel dolore non ti abbia reso folle, ben più crudele e vendicativo di quanto tu in realtà non sia in questo momento. Se qualcuno potrebbe mai definire follia, la tua, sarebbe senz'altro lucida, limitata da regole e valori ben precisi nella tua mente. Qualcosa che pare essere totalmente estraneo allo stile della figura che ti precede in quella stanza. < C'è sempre una scelta, gioia > sorride lei voltando verso di te il capo, le labbra distese in una espressione quasi sadica su quella pelle lattea. < Anche se non puoi decidere cosa ti accadrà, anche se non puoi scegliere di non soffrire, puoi sempre scegliere come reagire a ciò che ti trovi davanti > spiega Nimura fissandoti dritto negli occhi, sogghignando con convinzione. < La vita mi offre calci in culo? Va bene. Gliene restituirò il doppio ridendole in faccia > Semplice, lineare. < Perchè dare a qualcuno la soddisfazione di vedermi in difficoltà? Di vedermi sofferente? > Inclina il capo verso la spalla sinistra, continuando a fissarti. < No. Preferisco mostrargli quanto possa continuare a vivere tranquillamente nonostante tutto. Dopotutto, poi, c'è chi di dolore ne ha sperimentato così tanto che ormai può solo sbadigliargli in faccia. > aggiunge stringendosi appena nelle spalle prima di procedere con i preparativi per l'operazione. Chissà quali dolori e quali scheletri si nascondono dietro quel sorriso imperturbabile? Chissà quali esperienze, quali eventi la hanno resa la folle buffona che è ora? Eppure c'è qualcosa nella sua voce, nelle sue parole, che lascia intendere una certa convinzione. Non sono parole dettate da un semplice pensiero, è qualcosa che par inciso bene a fuoco sulla sua pelle, nella sua carne. Ti si affianca accanto a quel lettino udendo quella cupa battuta autoironica che la porta semplicemente a ridacchiare. < Hanno tante colpe di cui risponderti eh? > incuriosita, divertita, sembra quasi meno pazza all'interno delle mura bianche di quella stanza. Meno esagitata, meno svampita. Imprevedibile coi suoi scostanti cambi d'umore e atteggiamento. Sistema tubi, cavi e siringhe e poi ti offre la spiegazione su quanto sta per accadere. Par sicura di ciò che sta facendo, le sue mani sono ferme e non v'è tremolio o titubanza nella voce. Padrona della situazione e della sala intera. < Perfetto. Allora iniziamo > batte le mani guantate le une contro le altre una sola volta per poi afferrare dal carrello una sorta di cordoncino di gomma verde che va ad avvolgere attorno al tuo braccio sinistro, un paio di dita sopra il gomito. E' freddo al contatto, il nodo è piuttosto stretto. Senti, in pochi secondi, il braccio farsi appena più freddo, un leggero pizzicore in direzione di quel laccio. Solo allora va lei ad avvicinare l'ago alla tua pelle, trapassandola con un unico fluido gesto in direzione di una vena pulsante e ben visibile. Il sangue prende a defluire in pochi istanti verso il tubo andando a riempire poco a poco quella prima sacca. < Ah sì? > domanda Nimura quando le riveli di come lei somigli a qualcuno che un tempo era stato come una sorta di spettro alla tua ricerca. < Qualcuno che ti piace? > chiede ancora distendendo ancor di più le labbra verso l'esterno. < Occhio alla tua risposta, eh? Ho pur sempre un ago collegato alle tue vene > aggiunge poi facendoti un occhiolino mentre il sangue continua a fluire dall'ago verso la sacca ormai piena già per metà. E' una sensazione strana quella del sangue che scivola via dal tuo corpo. Inizialmente quasi non avverti nulla, ne hai abbastanza da non sentirne propriamente la mancanza. Ma poi.. basta attendere qualche minuto perchè quella mancanza prenda a farsi notare. Fa più freddo? O è una impressione? Il braccio pizzica, formicola. Che cosa fastidiosa. < Un soprannome, dici? > mormora lei inarcando un sopracciglio. < Come una doppia identità? > chiede ancora inclinando nuovamente il capo, incuriosita. < Beh, non che m'importi come ti fai chiamare, basta che avrai tempo per essere anche uno di noi > risponde lei facendo spallucce, sostenendo la sacca ora quasi piena. < Comunque Hiruma ed un paio di suoi colleghi sanno già chi sei. Ma se preferisci che la cosa non sia di dominio pubblico... beh, sarà facile far mantenere loro il segreto > il sorriso inquietante che si dipinge sul di lei viso non ha proprio niente di rassicurante. Par quasi pericoloso se non fosse che par essere piuttosto legata ai suoi compagni. La sacca viene ora completamente riempita e Nimura procede a bloccare il prelievo per cambiare busta. Chiude quella appena riempita e va sostituendola con una vuota, trasparente, che ora collega all'ago ancora infilato nel tuo braccio. Assicuratasi che sia stato ben unito riprende col prelievo procedendo col riempire quella seconda sacca. Il bianco della stanza inizia ad essere quasi fastidioso mentre, lentamente, senti il tuo corpo farsi più fiacco, più debole. Più freddo. [Ambient per Ka-tsu-mi ~] [Nimura: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/31/2f/4d/312f4de31bad4e226dd50e29fc5239b7.jpg]
< Anche questo è vero > fa spallucce trovando che la cosa, dopotutto, non sia poi di suo interesse. Che la gente viva la sua vita come gli pare, l'importante è che lei e la sua famiglia non vengano in qualche modo ostacolati o feriti. Tutto il resto, come diceva un'antica canzone, è noia. Il tempo scorre. Ogni passo, ogni gesto, ogni parola strappa via secondi, istanti, momenti inquantificabili così immersi nel bianco assoluto di quella stanza. Nessun orologio, nessuna finestra, nessuna luce naturale. Solo quattro mura ed una porta. Nimura continua a muoversi ed agire con quella sua aria tranquilla ed imperturbabile, tiene le labbra distese in quei sorrisi ampi che sembrano quasi voler prendere in giro il mondo intero, e chiacchiera con te piuttosto serenamente. Par decisamente di buon umore tanto che, i brevi attimi di silenzio fra una parola e l'altra, vengono riempiti da un canticchiare a mezza bocca abbastanza allegro. Un motivetto che non conosci, forse inventato, che ricorda le melodie acute delle giostre che son solite divertire i più piccoli. < Sembra una figura interessante > sogghigna lei mentre il tuo sangue va a riempire questa seconda sacca, goccia dopo goccia. < Par essersi guadagnata il tuo rispetto, alla fine > ti osserva con quello sguardo fisso, deciso, che par volerti guardare al di sotto della pelle, della carne, oltre i tuo semplici occhi. E' come se volesse leggere di più, scovare più a fondo. Grattare non solo la superficie, ma raggiungere le vere profondità dietro la tua persona. Ridacchia quando pronunci quelle ulteriori parole, annuisce senza aggiungere altro. Un patto è un patto, non c'è cosa sulla quale Nimura potrebbe essere più d'accordo. Continua a riempire la seconda sacca, ormai finalmente colma, e t'osserva notando il pallore che ricopre lentamente il tuo viso, il tuo busto. < Come preferisci. Non sarà del tuo nome che ci serviremo per essere più forti > ridacchia lei allegramente tornando a canticchiare un motivetto bizzarro prima di stoppare l'afflusso di sangue dal tuo corpo alla busta. La richiude, la scollega dal tubo facendo attenzione a che non si versi alcuna goccia e poi la ripone con una certa cura sul carrello. Continua con l'intonare quella strana canzoncina muovendo il capo a ritmo di musica, muovendosi però con estrema precisione. Afferra la prima delle due sacche contenenti il proprio sangue e la collega al tubicino della siringa assicurata al tuo corpo per poi avviare il processo inverso. Il sangue non vien più risucchiato ma rilasciato all'interno delle tue vene. E' un fiotto di calore improvviso che prende a scivolarti dentro il braccio riempiendoti mano a mano interamente. E' un tepore piacevole che contrasta il freddo della tua pelle scoperta, che ti dà poco a poco nuove forze. Certo, è un processo più rapido rispetto al momento di perderle, ma almeno non ti senti più prossimo allo svenimento. Resistente, certamente lo sei abbastanza da poter sopportare una breve mancanza di sangue. < Piuttosto... non mi hai ancora detto chi è la persona che desideri salvare > inizia a dire Nimura dopo un po' portando le iridi a spostarsi dalla siringa al tuo volto. < Il tuo attaccamento mi porta a supporre che si tratti o della tua donna o di un parente stretto, come un fratello o un figlio > dice lei le sue supposizioni senza minimamente preoccuparsi di apparire piuttosto indelicata. Non è esattamente un argomento di gossip, questo, ma lei non è esattamente famosa per il suo tatto. < Non credo che qualcuno accetterebbe di modificare il proprio corpo e la sua stessa natura per un amico. Io, almeno, non lo farei > aggiunge stringendosi nelle spalle mentre la prima sacca va finire di svuotarsi nelle tue vene. [Ambient per Ka-tsu-mi ~] [Nimura: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/31/2f/4d/312f4de31bad4e226dd50e29fc5239b7.jpg]
< Non l'avrebbe ottenuto se non lo fosse, no? > sorride lei fissandoti dall'alto con fare divertito, interessato. E' piuttosto certa che una personalità qualunque non avrebbe mai potuto catturare il tuo rispetto. Per quanto non ti conosca, per quanto sappia di te solo ciò che il vento ha voluto portar con sé, è certa che quegli occhi così stanchi non si soffermino troppo a lungo su esistenze prive di un qualsiasi interesse per te. O forse è solo il suo personale punto di vista che considera anche come tuo: chi lo sa? La trasfusione procede come previsto e programmato lasciando così modo al corpo dell'Uchiha di riprendere quel colore che aveva perduto con i precedenti prelievi. Il sangue di Nimura scorre nelle tue vene unendosi al tuo ma senza ancora fondersi ad esso. E' come se fossero liquidi diversi a scivolare nei medesimi canali, una convivenza che non potrebbe durare a lungo senza il giusto intervento. Uno scontro di poteri che avrebbe portato a spiacevoli conseguenze nel tuo corpo. Ascolta il tuo breve racconto mentre prosegue in quello scambio di globuli scarlatti e rimane per un attimo persino basita nell'udire quella rivelazione. < Oh. > un semplice verso sorpreso che rimpicciolisce per un attimo appena le sue labbra ritirandole, tenendole schiuse in una piccola 'o'. < Brutta storia > commenta semplicemente, dopo qualche istante, scuotendo per un po' il capo con fare contrariato. < Non si scherza mai coi bambini > mormora lei divenendo improvvisamente seria, fissando il nulla dinnanzi a sé per qualche istante. < Poi ci si ritrova a vedersela coi genitori. E due genitori incazzati non sono mai un bell'affare. > La sua voce è diversa, ora. Più sottile, più decisa, leggermente più scura e seria. Ma non è solo la sua voce ad esser mutata, no. Ad osservarla meglio, Katsumi, noterai che la sua chioma scura par essere appena più lunga, appena più selvaggia, ed i suoi occhi divenuti diversi fra loro. L'iride sinistra è infatti divenuta ora scarlatta e la sclera solitamente candida par essere un profondo abisso tinto del buio più oscuro. Sposta sul tuo volto lo sguardo, non canticchia più, non par voler scherzare. < Mi dispiace > aggiunge quindi, apparentemente sincera, tornando a tacere, lasciando che quella seconda sacca si svuoti del suo contenuto. Le energie tornano lentamente, sei ancora provato dalla repentina perdita di sangue sebbene sia appena stato reintegrato, ma come promesso non v'è stato alcun dolore. Non dalle sue azioni, almeno. Le sue parole... beh, quelle sono un altro conto. < Nulla. Non c'è nulla che non farei per loro. > risponde lei, semplicemente, tornando a fissarti con fare serio, deciso, ricercando il tuo sguardo. < Ma far parte della mia famiglia non vuol dire che siano ammessi gli errori. Sarei la prima a strappargli il cuore dal petto se dovessero... doveste osare tradirmi. > E le labbra fino a quel momento tenute strette in una linea seria e sottile vanno ora a distendersi in un nuovo sorriso. Un sorriso ampio, apparentemente allegro, ma estremamente inquietante quando lo si considera assieme alla minaccia appena pronunciata. Va a questo punto, lei, a tirar via -lentamente- l'ago dal tuo braccio per poi sciogliere il nodo del laccio emostatico precedentemente stretto. < Alzati, siediti di fronte a me > ti intima poi scostando appena da voi il carrello con le sacche di sangue e gli aghi appena usati. < Adesso facciamo sparire questa fastidiosa debolezza > le labbra vanno ad incresparsi in un ghigno divertito, compiaciuto, mentre le mani andrebbero -se avessi accolto la sua richiesta di sederti- a posarsi entrambe sul tuo petto. Non v'è traccia della malizia dimostrata fino a poco prima questa volta, però. Non v'è traccia di gioco o diletto, ma solo di impaziente soddisfazione. Al momento di sentire le sue mani sul tuo corpo andresti ad avvertire un tepore intenso e piacevole pervaderti dal busto per tutto il corpo. Il chakra di Nimura viene infuso in te, nelle tue vene, circola nel tuo intero organismo mischiandosi al sangue che fluisce in te. Va a divenire un tutt'uno con esso e grazie al potere sconosciuto di questo clan, andrebbe a permettere una sorta di perfetta fusione fra il tuo nuovo sangue e quello vecchio. Non viene più visto come estraneo dal corpo, non è più un virus da estirpare e contro cui combattere: è parte di te. Il chakra lo fa fondere alle tue cellule, ai tuoi tessuti, al tuo dna. Si mescola e concilia col resto del tuo organismo fino a divenire, nel profondo, parte integrante della tua natura. E' una sensazione rigenerante, inebriante, ti ridona le forze perdute e forse persino qualcosa di più. < Mpf > sorride lei finalmente felice di aver attuato quella parte del suo progetto. Non appena le mani della donna vanno a distanziarsi dal tuo petto, tuttavia, l'espressione di lei va a rivelarsi d'un tratto sorpresa nel guardarti. < Oh > mormora colpita. < Okay, forse ho guarito anche qualcosa di troppo > si ritrova ad osservare inclinando il capo verso la spalla destra, andando ad afferrare dal carrello un vassoio metallico liberato di tutti gli strumenti precedentemente poggiati su di esso. Te lo porge lei offrendotelo come fosse uno specchio per permetterti d'osservare la tua immagine sulla sua superficie riflettente sebbene appena opaca. Sulle prime sembrerebbe essere tutto normale. Pelle bianca, capelli bianchi, naso dritto, benda al suo posto... E poi... e poi basta un attimo per notare qualcosa di nuovo sul tuo viso, qualcosa di diverso. La tua iride scarlatta è ora attorniata da una sclera perfettamente bianca, candida come la gemella, come quella di chiunque altro e priva di quei solchi rossastri che ne crepavano le palpebre circostanti. Alcuna cicatrice ne circonda la forma, nessun graffio strazia l'omogeneità della tua pelle. Per la prima volta dopo molti anni, potresti notare il tuo viso quasi pulito, quasi privo di quel dolore che permane tuttavia vivo e pungente sottopelle. [Ambient per Ka-tsu-mi ~] [Nimura: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/31/2f/4d/312f4de31bad4e226dd50e29fc5239b7.jpg]
< Mhn? > Un sopracciglio viene alzato mentre t'osserva, l'espressione sinceramente perplessa, turbata. Non comprende, non capisce le tue parole, il senso nascosto dietro di esse. < E per cosa? Giustizia? > domanda lei con una vena leggera di sarcasmo nella voce. < A volte sono modi diversi per intendere la stessa cosa. > Non vuole prenderti in giro, non vuole stuzzicarti o rimproverare le tue parole. Ma non può concepire lei l'idea di non volersi vendicare di un torto simile. Lei, personalmente, non lascerebbe mai impunita un'azione così deplorevole. Ma lei, d'altronde, è molto diversa da te. O forse meno di quanto ci si potrebbe aspettare. Chissà? Le parole scivolano via più lentamente ora, misurate, cadenzate. Le chiacchiere semi-frivole di poco prima lasciano spazio ad una ben più tranquilla e silenziosa serietà che, nel giro di qualche minuto, viene spezzata dalle parole ironiche e sarcastiche del mezzo Seiun. Le labbra di Nimura vanno a distendersi in un sorriso, le iridi a puntarsi nelle tue, trattenendo a stento una risatina divertita. < Ti ci vedrei bene. Inoltre è rilassante > dice lei mentre avvia il processo di guarigione e rigenerazione per perfezionare l'operazione appena conclusa. < Ma qualcosa mi dice che non sei dello stesso avviso > Il sorriso va a svanire nel giro di vari istanti mentre il suo chakra va a diffondersi nel tuo corpo come un vero e proprio virus. Un virus che invece di danneggiare, erodere e consumare va a ripristinare e rafforzare il tuo corpo, la tua carne, andando ad eliminare cicatrici, graffi, segni e ultimi resti di dolori passati. Una "pulizia" solo superficiale, che non potrà diffondersi più in profondità, nel tuo animo. Si sofferma al corpo, alla superficie. Lascia lei che tu possa osservarti, guardarti, rimanendo quasi spiazzato dalla perdita di quei piccoli dettagli che ti rendevano più... te. < Ora vediamo se riuscirai a risvegliare il nostro potere > risponde Nimura con un sorriso mesto, serio, fissandoti con serietà. < Non è nulla di troppo difficile, è piuttosto semplice in verità. Per farlo basterà che tu invii una certa quantità del tuo chakra nel solco che divide i due emisferi del tuo cervello, fino a riempirlo. Cerca di immaginare e visualizzarlo nella tua mente e fai affluire la tua energia in quella specie di canale. Ti accorgerai immediatamente del tuo successo o del tuo fallimento > spiega la donna andando a permanere ora in piedi, dritta di fronte a te, con le gambe unite e ben strette fra loro e le braccia incrociate al petto, sotto quello che dovrebbe essere il suo seno ma che non par affatto trasparire sotto le vesti maschili. Non chiosa altro, non verbia, limitandosi a fissarti con estremo interesse, quasi dimenticandosi del resto della stanza attorno a voi. A te, dunque, procedere con la prossima mossa. [Ambient per Ka-tsu-mi ~] [Nimura: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/31/2f/4d/312f4de31bad4e226dd50e29fc5239b7.jpg]
EDIT: Dimenticavo. E' possibile descrivere fin da ora le modifiche fisiche e psicologiche del personaggio derivanti dall'attivazione dell'innata -sempre previo giusto utilizzo di condizionali e periodi ipotetici- ♥
E ora, il momento che noi tutti stavamo attendendo. Prego, Katsumi, lanciaci pure un bel D50. *parte la ola*
tira un D50 e fa 40
Ti osserva, Nimura, sinceramente sorpresa ora da queste tue parole. Lascia che escano libere, tranquille dalle tue labbra prima di ritrovarsi a sorridere con fare mesto, particolarmente interessato. < Credo che tu sia meno freddo di quanto non appaia, in fin dei conti. > commenta semplicemente con voce bassa, mite. < Tieni a più persone di quanto non si crederebbe guardando questi vecchi occhi stanchi > Appari così distante, distaccato, al di sopra di ogni cosa con quello sguardo fermo e serio, eppure le tue azioni, le tue parole, lasciano trapelare un attaccamento sincero e profondo verso un clan che non molti avrebbero descritto con le tue stesse definizioni. Famiglia. Un termine che gli Uchiha non usavano per identificarsi ormai da molti anni, forse da prima dello stermino attuato dal fu Itachi Uchiha, fratello di Sasuke. Forse, alla fine, puoi comprendere meglio di altri il legame che lega Nimura ai suoi compagni, ai suoi piccoli Goryo. Piccole somiglianze che soltanto un occhio attento potrebbe notare tra voi. < Allora vedrò di scommettere al più presto con te > sorride lei, divertita, andando a snudare ora i denti bianchi in quel gesto. < Vorrei proprio vedertici con la nostra divisa addosso, un vassoio fra le mani. Ma prima, in realtà, dovremo insegnarti come si prepara un caffé degno di questo nome > mormora con fare pensoso roteando le iridi bicromatiche verso l'alto. < Beh ci sarà tempo per ogni cosa quando avremo rispettato il nostro accordo > aggiunge poco dopo annuendo appena col capo. Prima avrebbe terminato quel processo, prima avrebbe potuto assicurarsi che anche tu fossi divenuto parte della famiglia, prima ti avrebbe aiutato a salvare quella donna. Sarebbe stato sciocco aspettarsi aiuto da te prima di averti aiutato a realizzare i tuoi obiettivi, di questo ne è perfettamente conscia. Così procede lei nel spiegarti come risvegliare il raro potere nascosto nei loro geni, nel loro sangue, andando a darti le direttive che tu solo avresti potuto poi seguire. Ti osserva in silenzio lasciandoti il tuo spazio, la tua concentrazione, limitandosi a scrutare con occhio attento ogni minimo possibile cambiamento. E, oh, ve ne sono diversi in verità. Il colore dei capelli va sfumando fino a divenire di un nero brillante, l'iride sinistra torna ad acquisire quella sclera nera che aveva perduto solo pochi istanti prima mentre l'occhio destro diviene un unico profondo baratro d'oscurità. La pelle diviene appena più scura, l'espressione più pacata, intoccabile. Occhiaie scure fan sfoggio di sé sul viso e le unghie vanno tingendosi di un nero lucido. Tanti piccoli dettagli che, nel profondo, devono significare qualcosa e che portano Nimura a sorridere sempre più soddisfatta ed orgogliosa. I suoi nuovi geni hanno svolto a dovere il loro compito, la loro innata è stata correttamente risvegliata e quei cambiamenti fisici ne sono la palese dimostrazione. Osserva il comparire di quei piccoli centipedi neri sulla tua pelle e prende a camminare con passo piuttosto lento e misurato attorno al lettino. Ti osserva da ogni angolo, lentamente, scrutando e studiando la tua nuova figura fino a tornare nuovamente di fronte a te, con un sorriso compiaciuto sulle labbra e lo sguardo fiero ed ebbro di pura gioia. < Eccoti qui, finalmente > mormora lei con voce bassa, quasi solenne. < Katsumi. Uchiha. Goryo. > Schiocca la lingua mentre pronuncia lentamente ogni parola con fare calcolato, misurato, carezzando ogni sillaba con premura. Ma è solo quando pronuncia quell'ultima parola che si ritrova a bloccarsi e soffermarsi per un istante a labbra schiuse, come se si fosse appena accorta di aver commesso un errore. < Oh, dimenticavo. Non sei Katsumi Uchiha. Non qui, non per noi. > continua correggendosi ed inchinandosi dinnanzi a te quasi fosse un suddito adorante ai piedi del proprio Re. < Con quale nome dovremmo chiamarti? > domanda, infine, rimanendo col busto inclinato verso di te e le braccia piegate dinnanzi e dietro il busto. Il sinistro con la mano chiusa a pugno ed il dorso a poggiar contro la propria colonna, poco sopra la regione lombare, ed il destro piegato dinnanzi al torace con il palmo aperto premuto contro il seno sinistro. Alza appena il viso per osservarti, per puntare le iridi nelle tue, ricercando in quei nuovi occhi la verità. O, forse, una qualche traccia d'intesa. Complicità. Solo una volta che l'altro le avesse rivelato il suo soprannome, ecco che Nimura tornerebbe in posizione eretta andando quindi a sorriderti con viva soddisfazione. < Per oggi è meglio lasciarti ad un po' di sano riposo. Puoi fermarti qui, posso portarti in quella che può essere la tua nuova casa, oppure puoi andare nella tua vecchia. Sei libero di agire come preferisci > Ti pone lei dinnanzi le tue possibilità, le scelte possibili da poter cogliere per procedere sul tuo cammino, o almeno per quella notte. < In ogni caso, qual che sia la tua decisione... > ti sorride con maggior sicurezza ora, con uno sguardo intenso, sottile, ricco di un qualche sentimento ancora senza nome. < Benvenuto in famiglia. > [END] [Ambient per Ka-tsu-mi ~] [Nimura: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/31/2f/4d/312f4de31bad4e226dd50e29fc5239b7.jpg]