Rispettando una promessa - [Ricerca]

Free

0
0
con Kaori

10:24 Kaori:
 In seguito alle rivelazioni della sera precedente, Kaori ha avuto molto a cui pensare durante la notte. La storia degli Uchiha, i laboratori di clonazione ed il perchè dietro la loro stessa esistenza, le terribili vicende che hanno visto come protagonista Medusa e la sua bambina. E quella richiesta da parte di Katsumi di aiutarlo a "ripulire" il clan con la forza. Non si tratta di un vero e proprio sterminio, nel progetto che l'Uchiha le ha mostrato la sera precedente v'è persino clemenza. Avrebbe risparmiato i più giovani, i più piccoli, punendo solamente coloro i quali hanno attivamente partecipato a questo folle piano. Primo fra tutti Arima. Può davvero sobbarcarsi il compito di aiutarlo in una simile impresa? Non può dire di conoscerlo, lo ha incontrato una sola volta in vita sua proprio la sera precedente e, sebbene le sia parso una persona matura e giudiziosa, non può solamente affidarsi a queste blande sensazioni, ad un presentimento. Si parla di azioni enormi con conseguenze ancor peggiori e non può affidare alle sue simpatie personali il loro destino. Non che la sua presenza -a parer suo- possa poi essere determinante ai fini di tale battaglia, ma può esserlo in relazione ad un eventuale futuro rapporto con lo stesso Uchiha. E, insomma, un elemento come lui è sempre meglio averlo al fianco che contro, no? Sospira mentre indossa il camice bianco negli spogliatoi dell'ospedale; sebbene quel giorno il suo turno sarebbe iniziato solamente nel pomeriggio, ha voluto anticipare i tempi e affaccendarsi già al mattino al solo scopo di poter condurre le ricerche di cui l'altro le ha chiesto la sera prima proprio in quell'edificio. Goryo. Sì, è sicura di aver già sentito quel nome ed è abbastanza certa che sia stato un paziente: ma con tutte le cartelle lette, scritte e compilate, non può essere certa che la parola fosse proprio quella o che lo abbia effettivamente conosciuto. Perciò, al fine di rispettare in pieno la promessa fatta all'Uchiha, eccola giunta prima del previsto per condurre tranquilla le sue ricerche. Sotto il camice indossa una camicetta di un viola pallido e stinto ed un paio di pantaloni neri elasticizzati che le fasciano gambe e curve. Degli stivali ninja neri la ricoprono dalle ginocchia in giù mentre il coprifronte della Foglia fa sfoggio di sé attorno alla sua gola. I capelli viola -divenuti appena più scuri nel corso del tempo-, sono legati in una alta coda ed un paio d'occhiali da lettura sostano sul viso in una montatura nera e rettangolare, spessa appena un paio di centimetri. Il chakra scorre nel suo corpo come una fiamma divampante: solo ai medici è concesso di tenerlo attivo e, sebbene non sia in servizio ufficialmente, se dovesse giungere una emergenza che necessitasse anche il suo aiuto, vorrebbe farsi trovare pronta ad agire. Niente armi, niente strumentario con sé ad eccezione di una tasca porta oggetti appesa al fianco sinistro dalla sua cintura. Tonici e pillole, bendaggi, fuuda e rotoli per appunti giacciono in quella sorta di mini-borsa pronti all'utilizzo. [chakra: on]

11:05 Kaori:
 Inspira a fondo, Kaori, andando a gonfiare i polmoni d'aria fresca, la cassa toracica ad alzarsi appena spingendo il petto all'infuori. Chiude gli occhi inclinando il capo all'indietro, sola nella stanza dove medici e infermieri si cambiano d'abito all'inizio ed alla fine dei turni, o durante. Cerca di rilassarsi, di concentrarsi sulla sola missione del giorno mettendo da parte qualsiasi altro pensiero e poi espira piano. Silenziosamente lascia defluire l'aria raccolta sgonfiando i polmoni, riabbassando petto e cassa toracica e tornando in posizione eretta col capo ben dritto sul collo. Ha pensato e ripensato per tutta la notte alla risposta da dare alla seconda richiesta dell'Uchiha ed è sicura che pensarci ancora ed ancora non le avrebbe reso più chiara la situazione. Non c'è un giusto ed uno sbagliato in casi come questi e perciò non esiste una risposta esatta da dargli, ma solo quello che lei sente sia più giusto fare. Perciò, scacciati pensieri, dubbi e paure dalla mente, si concentra sulla sola missione di quella mattina e si dirige verso la porta. Esce dalla stanza e prende lei ad avanzare per i corridoi dell'ospedale. Si trova al primo piano e questo vuol dire che lì può trovare documenti e cartelle di pazienti attualmente non in ospedale. Col camice ad ondeggiare alle sue spalle ad ogni moto delle leve inferiori, eccola dirigersi dunque verso i cassettoni pieni di cartelle alle spalle del banco informazioni. Ce ne sono due, in metallo, parte dei tanti sparsi per l'ospedale su ogni piano. Saluta le due infermiere sedute al bancone e apre il primo cassetto del mobile metallico. Con le dita scosta le varie cartelle -disposte fortunatamente in ordine alfabetico-, fino ad arrivare alla lettera G. <Garu... Genji... Goe...> Legge attentamente ogni nome e cognome indicato in quella parte di documentario medico alla ricerca della parolina magica assottigliando appena lo sguardo come a voler mettere ancora più a fuoco ogni parola. [chakra: on]

11:16 Kaori:
 Finito di controllare quel cassetto, che abbia trovato o meno quel che stava cercando, lo richiude accompagnando con la mano il suo moto così da non fare alcun rumore. Si china ad aprire il secondo, le gambe piegate, i talloni a sostenere il peso dell'intero corpo mentre si sporge appena con la schiena sul cassetto appena tirato verso di sé. Altre centinaia di cartelle a rivelarsi dinnanzi a sé, anche queste disposte in un meticoloso ordine alfabetico. Scorre con le dita i vari fascicoli fino a quando, anche in questo caso, non giunge alla lettera G. <Goryo... Goryo...> mormora a bassa voce, fra sé e sé, sperando di trovar qualcosa, ripetendosi quel nome quasi come a volersi incoraggiare o a voler pregare qualche strana divinità di farle vedere per iscritto quel nome. Trova una ventina di cartelle con quell'iniziale e legge e rilegge due volte ogni nome per assicurarsi di non essersi persa niente. Rimane china su quelle cartelle per diversi minuti prima di richiudere anche quel cassetto e rialzarsi in piedi. Ha promesso di fare una ricerca accurata e perciò non si sarebbe fermata alle sole cartelle site su quel piano. Avrebbe controllato anche i successivi otto e si sarebbe appuntata qualsiasi informazione o nome avesse trovato. Non avrebbe aperto alcuna cartella, non avrebbe letto informazioni specifiche. Solo il nome, sol questo Katsumi le ha chiesto. Perciò, in caso abbia trovato qualcosa, ecco che andrebbe ad appuntare il -o i- nomi trovati per poi aggirare il bancone e dirigersi verso le scale che conducono al piano di sopra. Le percorre a passo svelto, quasi saltando su ogni gradino, fino a salire al secondo piano. Esso è più ampio del primo perchè qui si trovano vari reparti e perciò vi sono molte più cartelle da dover controllare. La ragazza si dirige a passo svelto e spedito verso la stanza degli archivi dove trova una sorta di biblioteca fatta di sole cartelle. Scaffali e librerie colme di faldoni e cartelle, vecchie e concluse, che la lasciano spiazzata. Ringrazia i Kami dell'organizzazione maniacale dell'ospedale e va a cercare lo scaffale che tratta la sola lettera G. Si avvicinerebbe a quello una volta trovato e andrebbe a controllare ogni singola cartella pronta ad appuntare sul suo rotolo qualsiasi Goryo iscritto fra quei fascicoli. [chakra: on]

11:36 Kaori:
 La ricerca di questo piano si protrae per diverso tempo. Due interi scaffali di una libreria son colmi di cartelle e faldoni di pazienti il cui cognome inizia per G e lei si ritrova ad ispezionarli tutti uno per uno, leggendo e rileggendo il nome iscritto più volte per essere sicura di non lasciarsi sfuggire proprio ciò che sta cercando. Non s'avvede quasi del tempo che passa e scorre e sobbalza ogni volta che sente uno strano rumore. Non sta facendo nulla di male, certo, ed essendo un membro dell'Organizzazione ha diritto di vedere quegli archivi come qualsiasi altro superiore, eppure è come se portasse incisa a fuoco sul viso la ragione delle sue ricerche. Una sensazione bizzarra e fastidiosa cui cerca di non dar troppo peso. Dopo più di mezz'ora di controlli depone l'ultimo faldone estratto dalla sezione "G" e lo ripone delicatamente nel suo scaffale ritrovandosi a sospirare appena e sgranchirsi la schiena. Si strofina pollice e indice contro le palpebre chiuse, al di sotto degli occhiali, e ritorna immediatamente all'azione uscendo da quella stanza. Ripercorre il corridoio d'ingresso di quel piano fino a raggiungere il banco informazioni dove infermiere e infermieri si occupano di registrare visite, operazioni, controlli e chissà che altro. Al momento, su quel piano, non c'è nessuno dietro al bancone e perciò si ritrova a controllare indisturbata il registro dei pazienti attualmente presenti nei vari reparti. Scivola alla pagina della lettera che le interessa e legge ogni nome nella colonna dei nomi con estrema rapidità. Anche in questo caso sarebbe pronta ad appuntare qualsiasi nome in caso avesse trovato quel che sta cercando sul rotolo che ha deposto precedentemente nella tasca porta oggetti appesa sul fianco sinistro. Finito di ispezionare il registro si andrebbe in fondo alla sala principale del piano, lì dove vi sono le scale. Sale al terzo piano grande almeno quanto il secondo e con altrettanti reparti e cerca sul tabellone nella sala principale la posizione degli archivi. Avanza a passo svelto, col camice a seguire ogni suo fare, fino alla stanza e andrebbe ad entrare nella camera con un nuovo sospiro. Avanti, Kaori, da questa ricerca può dipendere una vita. Ancora una volta, esattamente come accaduto per il piano inferiore, si ritrova a cercare gli scaffali della sezione "G" trovandoli dopo diversi minuti. Quattro intere mensole colme di cartelle e documenti. Respira a fondo -come per volersi dar forza- e si mette subito all'opera. <Gashinki... Geyoshi...> sussurra i nomi che legge man mano che con le dita scorre i fascicoli dinnanzi a sé osservando ogni etichetta con lo sguardo assottigliato, concentrato. Gli occhiali scivolano appena sul naso, ma non importa. Non può fermarsi a sistemarli, ha una ricerca da fare. <Gokaku... Goketsu... Goshiba...> e così fino a controllare tutte le cartelle depositate in quegli scaffali, in quei faldoni polverosi e vecchi di anni. Un'ora vola via senza che quasi se ne accorga portandola infine a rimettere a posto l'ultima cartella e sospirare. Un lavoro stancante nella sua semplicità, meccanico, che la porta ad allontanarsi con meno fretta per dirigersi al banco informazioni. Si risistema gli occhiali sul viso e si avvia verso il bancone dove trova un infermiere bassino e grassoccio che beve un caffè. <Buongiorno Ioshi, posso chiederti un favore?> saluterebbe lei con la solita cordialità sorridendo al giovane. Il ragazzo la fisserebbe quasi annoiato ritrovandosi a risponderle con una semplice scrollata di spalle. <Potresti passarmi il registro? Dovrei controllare una cosa> calma, tranquilla, non sta facendo nulla di male. Il giovane pare non fregarsene niente e, con uno sbuffo, le depone davanti il pesante registro. <Grazie> chiosa lei con la solita educazione di sempre. Ed eccola andare a sfogliare le pagine piene, fitte di nomi e informazioni, fino a giungere nuovamente alla sezione interessata. Sono tre pagine che divora rapidamente con lo sguardo assorbendo quasi ogni nome lì segnato. Ancora una volta, come fatto in precedenza, segnerebbe sul suo rotolo qualsiasi Goryo che fosse riuscita a trovare -se vi fosse riuscita-, prima di restituire il registro all'infermiere svogliato e dirigersi verso le scale che portano al quarto piano. [chakra: on]

12:13 Kaori:
 Arrivata al quarto piano decide di fare l'operazione inversa e, prima di controllare gli archivi, va a fermarsi al bancone centrale dove sorride gentile all'infermiera dietro di esso. <Shiori, buongiorno> la saluta cordialmente la Hyuga. "Kaori, buongiorno a te. Non ricordavo fossi di turno questa mattina" le sorride di rimando la donna dal fare materno. <No, infatti. Sto facendo un po' di ricerca in realtà.> ammette prima di riprendere. <Devo chiederti una cosa, potresti passarmi il registro dei pazienti?> domanderebbe sorridendole con fare sereno portando la donna a guardarla incuriosita. "Mh? Certo, come mai ti serve?" non sospettosa, no; solo curiosa. <Mi è stato chiesto se conoscessi una persona e sono piuttosto sicura di aver già sentito quel nome, perciò sto vedendo se forse non l'abbia letto qui in ospedale> cerca di dire la verità senza però entrare troppo nello specifico mentre va a sfogliare le pagine e controllare i nomi in esse scritti e segnati. Analizza ogni cognome, lo legge attentamente e lentamente fino a finire la sezione dedicata alla lettera 'g' prima di rialzarsi con la schiena ben dritta e restituire il librone alla donna. La ringrazia e si dirige poco dopo negli archivi di quel piano ripetendo lo stesso procedimento fatto nei piani inferiori. Trova gli scaffali interessati e, ancora una volta, va estraendo da essi i faldoni con le cartelle lì riposte riprendendo la sua spasmodica ricerca di quel nome che ormai sembra essersi inciso a fuoco nella sua mente. Attenta, scrupolosa, legge lentamente ogni etichetta facendo attenzione a non distrarsi e lasciarsi sfuggire qualcosa. Legge e rilegge ciascun nome due volte fino a quando non si ritrova ad aver analizzato e controllato ogni cartella posta in quelle due mensole e mezzo di libreria. Sente gli occhi bruciare appena, le lettere confondersi sotto le iridi perlacee, ma continuerà comunque la sua ricerca. E' arrivata a metà strada, può farcela. Ripone a posto l'ultimo faldone e ripercorre a ritroso la sala principale per poi dirigersi verso le scale in fondo ad essa. Ancora una volta la sua meta è il piano superiore, un gradino per volta. Qui, come accaduto al secondo piano, non trova nessuno dietro il banco e perciò approfitta del colpo di fortuna per aggirarlo ed impadronirsi del registro. Scorre la lista di nomi con lo sguardo fino a quando non trova ciò che le interessa, la sezione G. Scruta e legge ogni nome segnando sul proprio rotolo eventuali pazienti corrispondenti al suo metro di ricerca. Nomi su nomi le si affollano nella mente fino a quando, terminato di analizzare quel libro, non si ritrova a rialzarsi in posa eretta e strofinarsi gli occhi provati dalla lunga e attenta lettura. Gli archivi del quinto piano sono stranamente più piccoli, forse perchè gli ultimi piani del palazzo sono di più recente costruzione e per cui possiedono meno storia da conservare nelle sue stanze. Qui, infatti, trova una sola mensola di pazienti col cognome che inizia per G e la cosa la risolleva. Riprende la sua ricerca allo stesso attento e meticoloso modo di sempre mentre la giornata inizia a raggiungere la sua esatta metà. E' quasi ora di pranzo eppure neppure pare accorgersi dell'incedere dei minuti e dei secondi presa com'è dal suo fare. Legge le etichette di ogni cartella lì presente, in quella sezione, e poi ripone i tomi prelevati nelle loro originarie posizioni. Abbandona la stanza sistemandosi gli occhiali sul viso e tornando a percorrere la sala d'ingresso in direzione delle scale. [chakra: on]

12:33 Kaori:
 Il sesto piano è piuttosto silenzioso e tranquillo. Non vi sono rumori di macchinari o di medici che parlottano: un vago brusio giunge solo dalle stanze dei pazienti dei vari reparti mentre i corridoi si rivelano quasi vuoti. Sarà l'ora di punta, ma c'è una certa desolazione qui in giro. Kaori si avvicina al bancone informativo trovato vuoto andando ancora una volta a controllare il registro dei pazienti presenti in quell'ala dell'edificio. Mentre sta leggendo ed analizzando i nomi segnati nelle pagine "G" del volume, una voce la riscuote dal suo fare. "Scusi, che sta facendo?" domanda una donna dal naso aquilino e il viso tagliente, affilato, fissandola duramente oltre gli occhiali a mezzaluna. Kaori rialza il viso guardandola e schiude le labbra sorpresa. <Sto cercando un paziente> risponde semplicemente battendo le palpebre. La donna fissa torva il suo camice e stringe le labbra in una linea dura. "Beh, poteva chiedere a me" stizzita, infastidita che qualcun altro sieda al suo posto. <Non c'era quando sono arrivata. Comunque ho quasi finito, me ne vado subito> e, terminando di leggere i nomi posti in quell'ultima colonna, eccola richiudere il registro ed alzarsi dal trono della collega. <Fatto> dice semplicemente lasciandola tornare al proprio posto, per poi dirigersi a passo cadenzato verso l'archivio. Anche questo è piuttosto piccolo se paragonato a quello dei piani inferiori, ma comunque piuttosto pieno. Segue il medesimo fare degli altri piani e si ferma dinnanzi la libreria dove risiede la sezione G. Uno scaffale e mezzo, poco male. Estrae di volta in volta i fascicoli e le cartelle leggendo i nomi scritti sulle etichette che sporgono al di sopra dei fogli. Scosta ogni cartella che non corrisponde al suo obiettivo e prosegue con la successiva fino ad esaminare tutti i nomi dei pazienti presenti nella sezione apposita di quella stanza. Venti minuti più tardi si trova sulle scale che conducono al settimo piano dove incontra un paio di medici che chiacchierano dinnanzi il banco informazioni. Schiude le labbra salutandoli con un cenno del capo e si dirige quindi agli archivi del piano; meglio controllare i registri senza medici nei dintorni, la fa sentire più sicura. Ed eccola quindi entrare nella stanza colma di vecchi fascicoli e cartelle trovando stranamente vuoti gli scaffali. Ora che ci riflette i reparti di quegli ultimi piani sono davvero recenti e perciò è normale che vi siano ben poche cartelle registrate. Almeno questo avrebbe velocizzato la sua ricerca. Ancora una volta va a scrutare e controllare i nomi dei pazienti passati col nome che inizia per G e, in caso avesse trovato qualche Goryo, andrebbe a trascrivere i loro nomi sul suo rotolo con grafia chiara e lineare. Ecco allora che, una volta che avesse finito, andrebbe a lasciare la stanza nello stesso ordine in cui l'avrebbe trovata per poi dirigersi verso il banco. I medici son spariti, spostatisi a parlare per il corridoio del reparto di Oncologia e questo la porta ad avvicinarsi al bancone lasciato incustodito per analizzare quell'ultimo registro. Ripercorre i nomi con fare stanco ma comunque attento sperando di trovare ciò che sta cercando voltando le pagine con cura ed estrema attenzione fino a quando non giunge all'ultimo nome trascritto nella sezione G. Sospirando va richiudendo anche questo volume per poi avviarsi verso la tromba delle scale. Non sale i gradini, si sofferma a leggere il tabellone posto sulla parete prima della salita. L'ottavo piano era dedicato ai laboratori analisi e a varie stanze dove venivano fatti esami e test specifici mentre il nono piano era interamente occupato da stanze per i pazienti. Nessun altro archivio da controllare, nessun registro. Ha letto e visto ogni nome presente che potesse aiutarla a rispondere alla richiesta dell'Uchiha: la sua missione, per quel giorno, è conclusa. [END]

Kaori si reca in ospedale per cercare fra i registri dei pazienti ricoverati e le cartelle di vecchi pazienti stipate negli archivi qualunque tipo di riferimento al nome "Goryo".


{ Si richiede fato che mi dia responso per la ricerca fatta ♥ }