{ A casa. Da te. }

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11:41 Kaori:
 Il cappuccio del mantello è ben calato sul capo della chuunin. Ciocche sparute di capelli viola sfuggono al suo controllo ondeggiando ai lati del suo viso al minimo soffio di brezza lasciando smuovere quella frangia folta sui suoi occhi. Non sembra ma ormai son passate settimane dal suo ultimo soggiorno lì a Kusa ed in quel poco tempo il Villaggio sembra già rinascere. Le vie sono più popolate, la gente è più felice e i lavori continuano instancabili da un lato all'altro della città. Sta rinascendo esattamente come Yukio aveva promesso e lei ne è felice. Ancor di più, però, è felice di star avvicinandosi sempre più a lui. A Raido. E' appena arrivata al Villaggio e la sua prima meta è casa sua. Ha bisogno di vederlo, di stringerlo, di potersi abbandonare contro il suo petto per lunghi istanti. Le è mancato. Le è mancato da morire ed essere nello stesso Villaggio, separati, le fa mancare il respiro. Deve trovarlo. Mekura si è diretta, per prima cosa, al Palazzo del Governo per assicurarsi di lasciare i suoi figli in buone mani, per rivedere il Tessai, ma Kaori non ha potuto seguirla. Sarebbe certamente andata da lui in quei giorni per ringraziarlo dell'ospitalità, per chiedergli in che modo avrebbe potuto rendersi utile, ma ora... ora no, ha bisogno di andare dall'Oboro. La figura della Hyuga si presenta come piuttosto semplice: un mantello nero è ben calato su di lei a chiudersi dinnanzi alla gola calando sul suo corpo fino ad ondeggiarle attorno alle caviglie. Il cappuccio è ben calato sul capo, nasconde parte del viso alla vista ad un primo impatto. Ma sotto quella veste indossa una sorta di camicetta di un viola pallido e smorto che la copre dal collo fino alla vita ed una cintura alta e grigio scuro ad avvolgerle i fianchi. Una tasca porta oggetti pende al fianco sinistro mentre un porta kunai e shuriken è legato attorno alla coscia destra. Un paio di pantaloncini marrone scuro le coprono le cosce superiori per poi mostrare un po' di pelle scoperta e delle calze di un nero trasparente discendere dalle ginocchia fino ai piedi. Schinieri neri vanno a coprirla dalle rotule in giù offrendole protezione allo stesso modo dei vambracci attorno a gomiti e polsi. Il coprifronte della Foglia è ben legato attorno al collo, al di sotto della chiusura del mantello da viaggio che la riscalda contro il freddo di quell'inverno ormai alle porte mentre uno zaino colmo di abiti, cambi e utilità per il viaggio le pesa sulle spalle. È stanca, sì, ma le sue leve inferiori continuano ad avanzare e muoversi per cercare la loro strada verso la casa dell'albino. Durante il loro scambio di missive si è fatta spiegare dove si trovi la magione Oboro ov'egli ora vive e cercando di ricordare le indicazioni lette, si aggira per le strade e le vie del Villaggio alla ricerca della sua porta. Arriva infine dinnanzi all'ingresso di quella che dovrebbe essere la Magione dove vive lo spadaccino e, ferma sulla soglia, andrebbe a sollevar lo sguardo sulla costruzione. È arrivata, alla fine. Lì, oltre quelle mura, dovrebbe trovare lui. Non sa se sia in casa, se sia fuori o in missione, ma tutto quello che può fare è provare. Provare e sperare di vederlo comparire dall'altro lato di quella porta frapposta fra loro. Le dita si sollevano, la destrorsa fuoriesce dalla copertura del mantello scuro e si avvicina alla struttura dell'entrata. Nocche in fuori, dita ripiegate verso il palmo ed un paio di colpetti a reclamar la sua presenza. Toc Toc. [chakra: on] [Zaino con abiti, cambi e qualche libro] [Porta kunai e shuriken coscia destra: x7 kunai – x3 con carta bomba; x10 shuriken; x3 carta bomba] [Tasca porta oggetti fianco sinistro: x5 tonico per chakra; x5 tonico coagulante; x3 fumogeni; x5 bombe luce; bendaggi e fasciature; x5 fuda vuoti; x1 rotolo piccolo; x1 boccetta d'inchiostro] [vambracci e schinieri: resistenza 50]

12:04 Raido:
  [Magione] Ultimamente dorme più del solito, la pace regna a Kusa e non c'è più bisogno di un pattugliamento continuo e costante delle strade, anche la storia della Juzuochi è andata a risolversi e ora è tutto più tranquillo, più pacato. Si gode i momenti di solitudine nella propria abitazione, momenti tranquilli in cui sta solo con se stesso, come la odierna mattina. Addosso porta semplicemente un paio di pantaloni di color nero lucido di nylon, il petto è completamente scoperto mettendo in mostra il fisico così come lo sono i piedi, ai polsi e alla vita, però, vi sono i fuda con sigillate le armi all'interno, non si sa mai, il pericolo è sempre dietro l'angolo. Il parquet della casa è pulito, lucido come sempre permettendo al Jonin di muoversi scalzo e senza impedimento alcuno. Scende le scale che lo portano dalla camera al salotto con passo tranquillo e pacato. I capelli ricadono lungo la schiena ondeggiando a ogni passo mentre si dirige nel salottino fatto di divani, un camino, poltrone, mensole e tutto ciò che si può desiderare da un'abitazione del genere. Poggiate alle pareti vi sono la katana e la samehada mentre i vari portaoggetti e porta kunai e shuriken sono poggiati sulle mensole sopra il camino. Si dirige verso la cucina, bianca e spaziosa con una particolare macchinetta nera contenente una bevanda marrone e scura dal gusto forte; apre un'anta andando a prendere una tazza per poi versare al suo interno la bevanda scura aggiungendosi un paio di cucchiaini di zucchero per rendere il tutto più dolce. Avvicina la tazza alla bocca iniziando a bere, gusta quel momento, il risveglio e la tranquillità della mattina fino a quando non sente il rumore della porta. Sente bussare alla porta...Meiko? No, lo esclude, è solita entrare senza permesso e con una certa arroganza ma allora chi è? Al momento non ne ha idea ma bisogna scoprirlo. Con la tazza in mano percorre la cucina, il salotto e tutto il corridoio che porta fino all'entrate/uscita della magione. Porta la destra, con la tazza, alla bocca continuando a sorseggiare mentre la sinistra si allunga e, con la mano, afferra la maniglia andando ad abbassarla per poi aprire l'anta della porta. Resta fermo, in piedi osservando la figura che gli si palesa davanti, Kaori. La guarda, non sa cosa dire, non riesce a parlare ma sente il cuore battere forte, all'impazzata; è felice di vederla, è felice di averla qui con se così presto<Kaori>abbassa la tazza, vorrebbe saltarle addosso, abbracciarla, baciarla ma è consapevole del freddo. Si fa da parte, si mette di lato lasciandola entrare, lasciando che attraversi la soglia della porta entrando nella magione. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura pesante (+15 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

12:18 Kaori:
 Per fortuna non piove, oggi. C'è una brezza rada, pungente ed un sole timido che fa capolino oltre qualche nube bianca, ma le temperature sono sempre più basse. Il viaggio è stato lungo, stancante, teso. Sebbene fosse assieme a Mekura ha sempre avuto timore che qualcuno potesse averle seguite, che di notte durante i loro attimi di pausa qualcosa di brutto sarebbe potuto accadere. Rimaneva sveglia a controllare le zone circostanti col Byakugan fino a quando Morfeo non giungeva spavaldo a strapparla dalle rudi braccia della veglia. Per fortuna è andato tutto per il meglio e nessuno ha osato seguirle o attaccarle, ma la stanchezza s'è fatta sentire. È agitata, ora, dinnanzi la soglia della di lui abitazione. È la prima volta che si avvicina a questo edificio e lo sente ancora estraneo. Le manca la casa nel bosco, quel luogo che ha visto e vissuto i loro primi momenti insieme, i loro primi baci, le loro prime notti. Nel suo cuore è ancora quella la *loro* casa. Lo sarebbe stata sempre. Il cuore batte rapido nel suo petto, il respiro è gelido mentre rimane racchiusa da quel mantello nero, e si sente irrigidire sempre più man mano che ode quei passi soffocati e sordi avvicinarsi alla porta. Uno, due, tre secondi ed ecco il legno venir scostato lasciando liberamente visibile la figura del jonin. Le di lei labbra vanno immediatamente a distendersi in un sorriso sincero, felice, mentre il capo verrebbe alzato per impedire al cappuccio di nascondergli il di lei sguardo. Le iridi perlacee si puntano in quelle dorate di lui mentre una nuova folata va a sferzarle il viso. <Sono a casa> saluta lei alle sue parole, osservandolo con dolcezza, con gentilezza, scorgendo quei lineamenti che tanto le erano mancati. È bello come sempre, sembra stare in buona salute: non potrebbe immaginare che solo fino alla sera prima fosse stato ricoverato in ospedale a seguito di un pericoloso avvelenamento. Al suo scostarsi lei andrebbe a varcar la soglia lasciandosela alle spalle per poi ammorbidire le spalle abbassandole appena, un moto dei muscoli atto a far scivolare le spalline dello zaino oltre le braccia, giù, fino a terra, cadendo al suolo alle sue spalle. <Raido...> un sussurro soffocato, leggero, mentre ancora pare incredula di averlo lì, di fronte a sé. Un passo, un altro e poi ecco che andrebbe a precipitarsi contro il suo petto, le sue braccia ad allargar il mantello per uscire fuori da esso e tentare di portarsi attorno al suo corpo, sulla sua schiena, in un abbraccio urgente, stretto. Dolce. <Raido... mi sei mancato> andrebbe lei a mormorare ancora sentendosi il cuore esplodere di gioia; un misto di varie sensazioni a vorticarle dentro con violenza la travolgono e scuotono. È felice, preoccupata, stanza, triste. È lì con lui, sì, ma per bisogno di protezione non per mero piacere. Ha lasciato il suo clan a cavarsela da sé perchè lei doveva esser messa al sicuro. Si sente inutile e pesante di un fardello insostenibile sulle piccole spalle, eppure al tempo stesso è grata agli Dei d'esser potuta tornare da lui nonostante tutto. Meschina. Andrebbe a stringere la presa attorno a lui -se fosse riuscita a cingerlo- ricercando quel contatto tanto a lungo anelato, prima di alzare il capo dal suo petto per ricercare i suoi occhi, le sue iridi simili ad oro fuso. <Come stai?> [chakra: on] [Zaino con abiti, cambi e qualche libro] [Porta kunai e shuriken coscia destra: x7 kunai – x3 con carta bomba; x10 shuriken; x3 carta bomba] [Tasca porta oggetti fianco sinistro: x5 tonico per chakra; x5 tonico coagulante; x3 fumogeni; x5 bombe luce; bendaggi e fasciature; x5 fuda vuoti; x1 rotolo piccolo; x1 boccetta d'inchiostro] [vambracci e schinieri: resistenza 50]

12:40 Raido:
  [Magione] Sapeva del suo imminente arrivo ma previsto per la sera e non la mattina...non è nemmeno pettinato, non ha niente di decente addosso. La lascia entrare, lascia che si liberi di ogni fardello che le crea fastidio mentre la mente cerca, ancora, di elaborare la situazione, la visione che ha davanti. Il cuore batte sempre più forte a ogni minuto che passa. Da tranquilla mattinata si ritrova ad avere un insieme, un tripudio di emozioni impreviste e gradite. Non la vede da un bel po', sono passate settimane da quando ha messo piede nel territorio del fuoco per assicurarsi che stesse bene e in salute dopo ciò che le è successo con la porta dell'anima. Una brutta vicenda di cui anche il Jonin è protagonista, una vicenda con risvolti parecchio differenti e molto, molto più segreti, risvolti che non devono venire a galla per evitare lo scoppio di un casino ben più grande di lui. Le iridi dorate vanno a fissare la ragazza, la squadrano in ogni sua parte ammirandone la bellezza e, soprattutto, gli occhi. Quegli occhi che lo hanno attirato fin dal loro primo incontro, bellissimi e suoi, sono suoi e può ammirarlo in ogni momento e occasione<Si>risponde sorridendo a quell'affermazione, è a casa, entrambi sono a casa propria. Si guarda intorno cercando una mensolina, un qualcosa e lo trova alla propria destra, un piccolo tavolino su cui è poggiato un vaso con dentro delle calle, un vaso antico proveniente da oriente, da un popolo che vive a est della loro terra; su quel tavolini va a poggiare la tazza di caffè e si, è fissato con i prodotti occidentali, sono quasi una droga di cui non può fare a meno. Ogni anno compie un lungo viaggio in occidente per rifornirsi di tutto quanto, abbastanza da poter andare avanti per un altro anno, piccole passioni che coltiva. Si volta nuovamente a scrutarla, le braccia vengono allargate lasciandola avvicinare, lasciando che il di lei corpo si vada a incontrare con il proprio per poi tingerla in un abbraccio. La stringe contro di se, la stringe a se, contro il proprio corpo sentendone il calore pervaderlo completamente, un calore che gli è mancato e che, ora, ha ritrovato<Anche tu>poggia il capo su quello di lei, gli occhi vengono chiusi mentre entrambi si godono quel momento, una riunione, un ritrovo mancato per troppo tempo ma ora è tutto diverso, ora sono insieme. La mano destra si porta in alto, le carezza di capelli, il capo, la tocca, vuole sentirla mentre, nuovamente, i loro occhi vanno ad incontrarsi, a ricercarsi<Sto bene>non può dirle di aver passato 3 giorni in ospedale per avvelenamento, non può farla preoccupare ora che è appena arrivata<Tu invece? Il tuo messaggio mi è arrivato all'improvviso, è successo qualcosa?>domanda preoccupato, curioso allo stesso tempo. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura pesante (+15 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

13:55 Kaori:
 Il cappuccio scivola lentamente verso il basso, man mano che lei si poggia contro il suo petto, che si scosta per guardarlo. Sente la stoffa scivolare via, adagiarsi sulle spalle, liberando il suo viso e la sua chioma della sua copertura. I capelli sono appena spettinati sul suo capo, ciocche sottili che le contornano il volto, infilati sotto il mantello mentre il suo viso è ora finalmente completamente visibile. Appena diverso, giusto un po', da com'era qualche mese prima. Lentamente, poco a poco, il suo corpo sta mutando di pari passo col suo animo; ogni esperienza che la aiuta a crescere e maturare comporta un cambiamento visibile nel suo aspetto. Il volto par più fine, ora, più sottile, con le gote morbide appena meno gonfie, meno infantili. Gli occhi grandi di sempre paiono appena più affinati, più definiti, mentre il suo corpo sembra appena più esile ma non magro, no: par più compatta, più soda, una muscolatura appena più allenata a trasparire dalla pelle candida che per ora non è ancora visibile a causa del mantello che la ricopre. La bambina che era fino a poco tempo prima sta andando crescendo, maturando, fino a divenire un fiore in sboccio. La fanciullina lascia spazio alla donna, nel corpo e nella mente. Si gode quegli attimi di silenzio, di unione, sentendo il calore del suo viso poggiato contro il proprio, delle sue braccia che la stringono a sé. La sua pelle è calda, il suo odore è esattamente quello che ricordava e la fa sentire finalmente a casa. Rialza il viso osservandolo udendo quelle sue parole, ritrovandosi a sorridere appena, dolcemente, felice di sapere che l'altro stia bene. La successiva domanda, però, la porta ad espirare piano un sospiro stanco,riabbassando le spalle e richiudendo le palpebre con fare teso allentando ora la presa attorno al suo corpo, distaccandosi appena da lui. <Non è successo nulla, in realtà. Non in senso concreto, comunque. Ma diciamo che ci sono stati nuovi risvolti piuttosto> va dicendo andando a portare ambo le mani alla gola, lì ove sosta l'allacciatura del mantello che ora andrebbe a sciogliere per liberarsi dalla sua presa avvolgente. Lo scosta da sé andando a ripiegarlo e poggiarlo sopra lo zaino precedentemente lasciato cadere in terra chinandosi poi per andare a sfilare li schinieri che ha alle gambe, ferma ancora dinnanzi l'ingressino della porta. Si piega sulle ginocchia andando ad abbassare la cerniera degli stivali rinforzati per poi rialzarsi e sfilarli uno alla volta lasciandoli accanto all'entrata rimanendo dunque con le sole calze semitrasparenti nere a coprirle cosce e gambe. Andrebbe dunque a muovere qualche passo verso il divano dinnanzi al camino, stanca dopo quel lungo viaggio, con la chioma appena scomposta a seguire ogni moto del suo corpo. <Il capoclan era a conoscenza, in parte, di quanto stava accadendo. Si tratta di un vecchio progetto che credeva di aver fermato anni fa, alla sua nomina di guida degli Hyuga. Ma in segreto qualcuno ha continuato a lavorarci a quanto pare> spiega senza entrare troppo nello specifico, ancora, circa quello che sta accadendo all'interno della sua casata. <E sembra che siano interessati a prendermi, per cui non appena ha saputo da noi cosa stava accadendo ha ritenuto opportuno che venissi tenuta sotto controllo mentre si occupava della faccenda.> va finendo di riassumere il motivo della sua venuta voltandosi ora verso di lui, giunta -se egli avesse permesso- dinnanzi al divano, sorridendogli mestamente. <Ed eccomi qua> mormora lasciandosi ricadere sui morbidi cuscini dell'arredamento, lo sguardo a seguire ogni moto del di lui corpo. <Non ho potuto pensare ad una protezione migliore di questa> Dopotutto, gliel'aveva promesso, no? Se ci fosse stato bisogno del suo aiuto non avrebbe esitato a chiedere, a ricercarlo. Aveva solo bisogno di capire cosa stava accadendo, di capire di chi potersi fidare prima di agire in maniera diretta. [chakra: on] [Zaino con abiti, cambi e qualche libro] [Porta kunai e shuriken coscia destra: x7 kunai – x3 con carta bomba; x10 shuriken; x3 carta bomba] [Tasca porta oggetti fianco sinistro: x5 tonico per chakra; x5 tonico coagulante; x3 fumogeni; x5 bombe luce; bendaggi e fasciature; x5 fuda vuoti; x1 rotolo piccolo; x1 boccetta d'inchiostro] [vambracci e schinieri: resistenza 50]

14:26 Raido:
  [Magione] Si discosta leggermente dalla Hyuga permettendole di liberarsi di tutti gli accessori, mantella, schinieri e vambracci, tutto ciò che le impedisce il movimento. Entrambi felici di vedersi, felici di essere nuovamente insieme ma ben presto la verità viene fuori e quella non è una visita di piacere. Fa qualche passo indietro prestando ascolto alle di lei parole e ogni cosa detta è una pugnalata al cuore, un qualcosa che non vorrebbe sentire e la storia degli Hyuga, quella degli occhi, diviene ancora più complicata ed è qui per essere protetta dall'Oboro. Resta fermo sul posto a guardarla cercando, ancora, di capire cosa stia succedendo, di capire le varie parole dette dalla giovane, di mettere insieme i pezzi. Di sicuro il capo clan non è uno sprovveduto ma qualcuno che sa il fatto suo e non può che essergli grato per aver preso una decisione del genere eppure il pericolo c'è e non crede che il soggiorno a Kusa possa cambiare realmente qualcosa, rendere la ragazza più sicura. La segue con gli occhi, la guarda mentre si siede sul divano ma ancora non si muore, resta fermo sul punto di prima a pensare per poi, alla fine, farsi avanti raccogliendo la sua roba. Pezzo dopo pezzo li porta vicino ad un appendi abiti, appende la mantella, lo zaino mentre sotto posiziona sandali e protezioni<Vado in cucina, torno subito>ed ecco dirigersi verso la cucina. Fuori fa freddo e dopo un'esperienza del genere, la ragazza, ha bisogno di riposo, ha bisogno di rimettersi in forza. Comincia ad armeggiare prendendo una teiera, la riempie di acqua per poi metterla sui fornelli a fuoco acceso; resta ad aspettare per qualche motivo lasciando che arrivi alla temperatura di ebollizione. A questo punto, dalla mensola in alto a destra, tira fuori un paio di bustine di tè occidentale che va ad immergere nella teiera per qualche secondi fin quando l'acqua non diventi completamente scura. Versa tutto quanto in una tazza posta su un piatto, due zollette di zucchero all'interno e un paio di biscotti messi sul suddetto piattino con un cucchiaino all'interno della tazza per girare. Prende il tutto cominciando a camminare dirigendosi nel salotto con passo tranquillo e calmo fino a fermarsi davanti a Kaori<Ecco, bevi, ti riscalderà>le porge la tazza con il tè all'interno andando, infine, a sedersi al suo fianco sul divano. La guarda, non le stacca gli occhi di dosso ma osserva ogni di lei movimenti senza perdersene nemmeno uno<Brutta situazione>commenta a bassa voce pensando alle di lei parole, a ogni cosa dettagli<Ma finché ci sarò io nessuno ti toccherà, non all'interno del villaggio almeno>la sua fama lo precede e nessuno all'interno di Kusagakure oserebbe farle del male sapendo che è sotto la sua protezione<Ma...per fare una cosa del genere vuol dire che ha scoperto chi c'è dietro tutto questo, no?>per arrivare a prendere certe misure di sicurezza vuol dire che sotto c'è molto di più in ballo. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura pesante (+15 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

14:46 Kaori:
 Le dispiace vedere l'altro andare a raccogliere la sua roba: ci avrebbe pensato lei una volta che avessero parlato e fosse stata sicura di potergli richiedere un posticino in quella casa. Non fa in tempo a dirglielo, però, che ormai è stato già tutto sistemato ed un sorriso colpevole e dispiaciuto le si delinea sulle labbra seguendo i suoi movimenti. Ascolta le sue parole ritrovandosi dunque ad inarcare appena le labbra, annuendo di poco col capo. <Uhm? Va bene> dice lei vedendolo svanire oltre la soglia della cucina prima di inspirare a fondo e riempirsi i polmoni di quella nuova aria. Richiude le palpebre abbandonando il capo all'indietro mentre va accettando l'idea d'essere lì, di essere arrivata da lui. Quante notti ha passato pregando gli Dei di poterlo rivedere al più presto? Quante volte, rigirandosi fra le proprie lenzuola, si è ritrovata a sentirle vuote, fredde, senza il suo corpo a darle conforto? Tante. Troppe. Ma ora è lì e avrebbe potuto bearsi del calore dei suoi abbracci ogni volta che avrebbe voluto. Riapre gli occhi andando a sistemarsi i capelli con le dita. Li sente quasi ribelli sotto il suo tocco e cerca di pettinarli come può col solo aiuto delle falangi sottili. Abbassa qualche ciuffetto, sistema la frangia leggermente scomposta e si carezza la lunga chioma fino a farla apparire meno disordinata. Sa che un aspetto simile è normale dopo un lungo viaggio, ma non vuole che lui la veda scomposta. Dopo pochi minuti lo vede tornare in sala reggendo fra le mani una tazza di thè e dei biscotti che le porge con premura. Il sorriso le affiora grato alle labbra mentre la destrorsa va afferrando la tazza e la mancina il piattino che, successivamente, va poggiando sul proprio grembo. <Grazie> la sua voce è gentile e dolce come sempre, la ceramica è calda e le trasmette un bel tepore alle mani infreddolite. Avvolge la tazza fra i palmi lasciandosi scaldare per poi bere un piccolo sorso poco dopo. Ascolta le sue parole volgendo il capo verso di lui, al suo fianco, e si ritrova ad umettarsi lentamente le labbra quand'egli le rivolge quella domanda. <Non proprio. Sembra che abbia dei sospetti ma di questo non ha voluto parlarcene. Credo lo ritenesse troppo rischioso per noi> spiega la konohana inspirando piano, fermandosi per un solo istante. <Hiashi avrebbe potuto agire d'impulso se avesse saputo qualcosa. È troppo coinvolto in questa storia dopo tutto quello che ha passato a causa sua e non sarebbe stato lucido.> aggiunge lei ripensando al modo in cui Juusan l'aveva ripreso nel tentativo di arginare la sua voglia di vendetta. <Però... credo che anche venire qui non mi renda più al sicuro che a casa. Certo, qui ci sei tu e ora c'è Yukio-sama al potere, per cui qualunque criminale ci penserebbe due volte prima di agire, ma... non so. Non sono convinta che cambiare Villaggio sia sufficiente come protezione. C'è in ballo qualcosa di troppo grande per farsi fermare da questo> sospira lei reclinando la testa all'indietro, contro lo schienale del divano, le iridi perlacee rivolte al soffitto. Rimane in silenzio per alcuni istanti prima di smuovere nuovamente le labbra rosate. <Ti racconterò tutto più tardi. Ora che so meglio cosa stia accadendo credo che sarebbe meglio se tu sappia cosa sta succedendo.> aggiunge poi voltando il capo verso di lui, l'espressione seria mentre l'osserva, il capo a venir rialzato nuovamente, dritto sulle spalle, col collo ben rilassato e disteso prima di portare nuovamente la tazzina alle labbra per bere un nuovo sorso di thè caldo, un morso dato successivamente ad uno dei biscotti posti sul piattino che ha in grembo. <Ma dimmi di te... cos'hai fatto in queste settimane?> gli domanda allora rivolgendogli un sorriso caloroso, sincero, profondamente interessata alla di lui vita, a che tutto sia andato per il meglio durante la sua assenza.  [chakra: on] [Zaino con abiti, cambi e qualche libro] [Porta kunai e shuriken coscia destra: x7 kunai – x3 con carta bomba; x10 shuriken; x3 carta bomba] [Tasca porta oggetti fianco sinistro: x5 tonico per chakra; x5 tonico coagulante; x3 fumogeni; x5 bombe luce; bendaggi e fasciature; x5 fuda vuoti; x1 rotolo piccolo; x1 boccetta d'inchiostro] [vambracci e schinieri: resistenza 50]

15:13 Raido:
  [Magione] Nonostante sia felice di averla qui con se non può negare che abbia ragione, venire a Kusa non la rende veramente protetta, non è al sicuro in modo completo perchè chiunque vi sia dietro a tutto questo può sicuramente trovare il modo di attaccare, di tendere lei una trappola; forse hanno meno possibilità di riuscita ma è questo il problema, ci sono comunque delle possibilità. China il capo verso il basso, pensa alla situazione in cui versa la ragazza, una situazione per niente semplice e molto complicata da sopportare e mandare avanti. Alza il braccio destro andando ad appoggiarlo sullo schienale del divano, il pugno chiuso va a porsi sulla fronte. Deve proteggerla, deve farla stare al sicuro da ogni pericolo ma non è semplice, non è affatto semplice e vorrebbe dire mobilitare un intero villaggio, aumentare le misure di sicurezza per impedire a qualcuno di entrare al villaggio e avvicinarsi ai cittadini<Si, se è qualcosa di così grosso nemmeno io penso che basti venire a Kusa>commenta tenendo il capo chinato sul divano. Cosa può fare di più? Come può assicurare la sua vita anche quando non c'è? Ben presto deve andare nuovamente in missione e restare con lei oppure portarla con se è infattibile al momento<Resterò sempre al tuo fianco, ogni volta che uscirai di casa ti seguirò e non andrai in giro senza di me>non sono consigli, sono ordini e decisioni che prende in autonomia. Alza il viso, serio, niente dolcezza, nessun sorriso, questa volta è il Jonin che parla facendo valere la sua autorità<E quando non ci sarò io sarai seguito da un trio dei miei uomini, ognuno di essi ha un'abilità diversa così da poter fronteggiare ogni tipo di minaccia>comincia ad attuare i suoi piani di protezione. Se non è sicura ne a Konoha ne a Kusa, deve prendere ogni provvedimento possibile per farla stare tranquilla, volente o nolente<Si, un taijutser, un houjutser e un genjutser>ecco gli uomini con le abilità prescelte che andranno a fondersi a quelle ninjutser di Kaori stessa. La mente viaggia, pensa ed elabora tutto quanto, crea piani<Farò aumentare la sicurezza nel villaggio. Domani andrò a parlare con Yukio; all'entrata del villaggio verranno effettuati controlli sulle identità di chiunque. Ammanettati con manette anti-chakra per battere eventuali jutsu di trasformazione>tutto, tutto il possibile per rendere Kusa un luogo sicuro, un luogo dove poter soggiornare in pace senza correre rischio alcuno. Non le sta chiedendo il permesse, ha già deciso tutto quanto, ha già deciso il modo di agire. Sa che la sta privando di una certa libertà ma correre rischi inutili non serve a niente, devono essere pronti a ogni evenienza possibile. Gli occhi ricercano quelli di lei, occhi perlacei che aumentano l'attrazione nei suoi confronti, un'amore immensa verso di lei che mai è venuto meno nonostante gli ultimi avvenimenti che hanno messo a dura prova il suo essere<Ho aiutato il villaggio con la ricostruzione, ho svolto qualche missione e ho affrontato un trio di orsi>omette volontariamente la parte del veleno, già affrontare orsi è di per se un'esperienza strana da fare ma anche molto avvincente. Il sorriso torna sulle labbra del giovane<Ma..non ti sei dimenticata qualcosa?>si, non si sono ancora salutati, non come si deve, un piccola pretesa che vuole soddisfare<Vieni qui>schiaffeggia delicatamente la propria gamba senza far scomparire quel sorriso. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura pesante (+15 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

15:44 Kaori:
 Sentire le sue parole porta Kaori a schiudere le labbra rendendosi solo ora conto che, forse, venire fin lì non solo non ha messo totalmente al sicuro lei e Mekura ma in più potrebbe aver messo in pericolo la stessa Kusa che adesso sta finalmente rinascendo dalle sue ceneri. Vorrebbe dirgli che non è necessario un piano simile, che non serve metterle alle costole giorno e notte i suoi uomini durante la sua assenza ma sa che non è vero. Sa che il bisogno c'è e che il pericolo che corre è reale e vicino, nulla che possa rischiare di affrontare pur di non dover sopportare il fastidio di sentirsi sotto controllo. Schiude le labbra senza però riuscire a dire alcun ché. Non sta parlando in qualità di suo ragazzo, di persona che tiene a lei ed alla sua incolumità, ma sta parlando in veste di Jonin di Kusagakure. Si ritrova lei a boccheggiare appena, silenziosamente, fino a quando con un leggero sospiro si ritrova a finire di mangiare quel biscotto. <Sono certa che sarà d'accordo o che, quanto meno, stia già pensando a delle misure di sicurezza a sua volta.> gli rivela lei con fare abbastanza tranquillo dopo aver finito di mandar giù il boccone. <A lui è affidata la protezione di un'altra persona, una mia compagna di clan. E' la persona di cui ti avevamo parlato io ed Hiashi, la terza di cui potevamo fidarci e con la quale saremmo dovuti andare da Juusan-sama.> spiega prendendo una piccola pausa. <Si chiama Mekura Hyuga, siamo arrivate insieme qui.> E figuriamoci se Yukio non avrebbe fatto il possibile per tenere al sicuro lei ed i suoi due piccoli figliastri. Beve un altro sorso di te ritrovandosi a dimezzare il contenuto della tazza prima di poggiare chicchera e piattino sul tavolino basso frapposto fra il divano ed il camino. Si umetta le labbra e ascolta il resoconto della di lui vita negli ultimi periodi ritrovandosi a porsi improvvisamente una domanda di cui non conosce davvero la risposta. <Hai solo lavorato?> domanda lei con un tono appena preoccupato, guardandolo in viso con fare gentile, premuroso, le iridi chiare a cercare quelle ocra di lui. <Hai qualche amico, qui?> gli domanderebbe impensierita, la mancina che andrebbe a scostarsi dal di lei grembo per andare a cercare la di lui mano, un tentativo piuttosto tenero e goffo di intrecciare le proprie dita alle sue. <Non sopporterei l'idea di averti lasciato qui tutto solo> chinerebbe di poco il viso portando le iridi color perla sulle loro mani intrecciate -se fosse riuscita in quel contatto-. Lei non ha molti legami nella sua vita e quello con l'Oboro è sicuramente il più prezioso ed importante di tutti, ma sa che a casa non è sola. C'è Hiashi, il giovane Akahiro, persino Sakura si è aggiunta ora nella cerchia di persone alle quali vorrebbe garantire protezione e sicurezza. Ma lui...? Lui ha qualcosa del genere qui a Kusa? Qualcuno la cui compagnia gli renda meno pesante le sue giornate? Il solo pensiero di una simile mancanza nella sua vita la ferisce, le pesa terribilmente, portandola a sentirsi quasi colpevole di quella loro distanza. Dopotutto è stata lei a decidere di voler tornare a Konoha, di non rimanere a vivere lì, con lui. I suoi pensieri s'incupiscono, si fanno piuttosto tristi prima che la di lui voce vada a risvegliarla da quelle elucubrazioni facendola tornare al presente. Rialza il capo per osservarlo, sorpresa, ritrovando quel meraviglioso sorriso a stagliarsi sulle di lui labbra. Sorride a sua volta, raddolcita, avvertendo quel lieve rossore andare ad impadronirsi del suo viso. Vede quel cenno di lui sulle proprie gambe e si ritrova più sicura, più tranquilla ora che finalmente può avvertirlo accanto a sé. E in un istante riscopre quel desiderio atavico e profondo di non lasciarlo più sfuggire dal proprio fianco, quel bisogno irrazionale e violento di averlo tutto per sé, di poterlo stringere così forte da provar quasi dolore alle membra. Andrebbe dunque, lei, a sporgersi verso di lui col corpo poggiando il ginocchio sinistro contro i cuscini del divano, l'altra gamba tesa verso l'esterno a venir sollevata durante la rotazione del busto che precede quel movimento. Si ritrova a salire sulle sue gambe, a sedere su di esse, con le proprie ginocchia puntellate contro il sofà sotto di loro e le cosce strette attorno ai suoi fianchi, alla sua vita. La mancina rimarrebbe -se fosse stato possibile- intrecciata alla sua destrorsa mentre la man destra di lei verrebbe portata a poggiarsi al suo viso a sfiorarne la consistenza, la pelle, il calore. Le era mancato... le era mancato più di quanto avesse pensato e di questo riesce a rendersene conto solo ora che lo ha nuovamente qui, di fronte a sé, fra le sue mani. L'osserva negli occhi in silenzio per qualche attimo perdendosi nelle sue iridi color dell'oro senza provare più alcuna timidezza, alcun imbarazzo. Il rossore sulle gote svanisce lentamente lasciando tornare la sua pelle a quel candore delicato, a quella sfumatura simile al più puro avorio. È suo. È sua e non c'è motivo alcuno di vergognarsi di ciò. Solo a quel punto, dopo alcuni istanti di silenzio, andrebbe a carezzare il suo viso col pollice destro, le labbra a schiudersi appena liberando un sussurro gentile, basso, intimo, rivolto al suo solo udito. <Voglio baciarti> mormorerebbe con spontanea sincerità continuando a specchiarsi nei suoi occhi sottili. E solo a quel punto, se l'altro non avesse rifiutato o respinto in alcun modo quelle parole- sarebbe andata avvicinando il proprio viso al suo nel tentativo di poggiar le proprie labbra sulle sue, di poterle riassaporare dopo troppo tempo, dopo quel periodo di mancanza che ora par consumarla rapidamente nel profondo. Si era quasi abituata alla sua assenza nelle sue monotone giornate a Konoha, ma ora che è di nuovo con lui sente il dolore della loro separazione bruciarle come fuoco nelle vene. Tenterebbe lei di baciarlo, di farlo con dolcezza, con tenerezza, con un tocco gentile e leggero che voglia quasi abituarla lentamente a quel momento. No, non è un sogno Kaori, è lì. È con te. E quel bacio è reale come lo è lei, come lo è il dolore che ha accompagnato le sue notti solitarie. Par quasi timorosa di spezzare l'incantesimo se solo avesse osato toccarlo davvero, con più forza, con più decisione. Par quasi timorosa di svegliarsi dal più bel sogno che abbia fatto negli ultimi mesi. [chakra: on] [Zaino con abiti, cambi e qualche libro] [Porta kunai e shuriken coscia destra: x7 kunai – x3 con carta bomba; x10 shuriken; x3 carta bomba] [Tasca porta oggetti fianco sinistro: x5 tonico per chakra; x5 tonico coagulante; x3 fumogeni; x5 bombe luce; bendaggi e fasciature; x5 fuda vuoti; x1 rotolo piccolo; x1 boccetta d'inchiostro] [vambracci e schinieri: resistenza 50]

16:21 Raido:
  [Magione] Finalmente scopre anche il nome dell'altra Hyuga fidata di cui gli han parlato tempo addietro, Mekura Hyuga..un nome che ha già sentito da qualche parte a Konoha come membro dell'Akatsuki. Ricorda vagamente di aver sentito parlare qualcuno ma non ha idea del di lei volto, non sa come è fatta ma sicuramente presenta gli stessi occhi di Kaori, le stesse iridi perlacee che contraddistinguono la ragazza e il suo clan da tutti quanti<E' stata affidata a Yukio? Anche lei in quanto a protezione non scherza>dirigersi direttamente dal Kage di un paese per essere protetta non è cosa da poco, un Kage che è tessai allo stesso tempo ovvero una sottospecie di semidio anche se non crede molto a queste cose. Sa quanto il Kokketsu sia potente, lo sa benissimo ma non lo paragonerebbe mai a un dio, non oserebbe mai fare una cosa del genere. Sospira, le notizie di questa mattina sono troppe e nessuna di esse può essere considerata bella, nessuna può essere considerata accettabile, non da lui almeno. La mente ora viaggia alla ricerca di un modo per tenerla al sicuro, per proteggerla ad ogni costo senza farle correre rischi inutili; pensa ai tre uomini da incaricare della di lei protezione, 3 special jonin appartenenti alla sua cerchio, 3 uomini che non oserebbero mai andargli contro in nessun caso<In prevalenza si>si, in questi ultimi mesi ha partecipata attivamente alla vita di Kusa, ha svolto il suo ruolo di Jonin andando e partecipando a svariate missioni, dalle più semplici D alle più complesse senza mai risparmiarsi<A parte il Kage, nessuno>non ha amici a Kusa; si, conosce molti degli shinobi presenti all'interno del villaggio ma non ha mai cercato di instaurare un rapporto con essi, non ci ha mai nemmeno provato perchè nessuno è come lui e, di conseguenza, risultano tutti abbastanza fastidiosi<Io sto bene, davvero>. Non ha bisogno di preoccuparsi, sta bene e sa come tenersi impegnato durante il giorno, sa come passare il tempo in modo da non restare mai solo. E' un sensei, sta dietro agli allievi dell'accademia, insegna loro le basi per diventare un ninja; è un maestro degli Oboro e come tale sta dietro ai vari membri del clan aiutandoli a potenziare la loro abilità. E' un Jonin, un caposquadra, un ninja di alto rango che deve badare a un team per portarli al compito della missione, quindi organizzare piani, strategie in modo da evitare fallimenti e punizioni possibili anche se, da quanto ha visto, Yukio non è molto favorevole a questo metodo. Ha fallito, in minima parte, una missione e nonostante sia andato a consegnarsi per un provvedimento non ha ricevuto niente, anzi, ha preso una settimana di permesso per andare a Konoha da Kaori. Gli vien da ridere al solo pensiero, un qualcosa che a Kiri non si è mai visto, qualcosa che non ha mai ricevuto. Come ninja della nebbia ha sempre visto shinobi venire puniti per i loro fallimenti, puniti per ciò che non sono riusciti a fare, per la loro inadempienza al dovere, un fallimento sotto ogni aspetto. Non lo nega, ritiene fin troppo giusto questo metodo e se mai un giorno dovesse venire Kage, a Kiri o a Kusa, porterebbe questo metodo con se e lo applicherebbe senza restrizione alcuna, non si ammettono fallimenti e non li tollera, ne da parte propria ne da parte degli altri. Sorride rivolgendosi alla ragazza, un piccolo sorriso mentre il capo viene sostenuto dal pugno che lo sorregge senza lasciarlo cadere e aspetta, aspetta il suo fare, il suo dire. Sente la propria mano venire presa, afferrata da quella delicata di lei e, a sua volta, va a stringerla dolcemente mentre la osserva spostarsi, posare la tazza e sedersi sopra la propria vita. In quel momento percepisce il calore di ogni parte di lei, percepisce il battere del suo cuore capendo quanto realmente gli sia mancata, quanto la sua mancanza è quai insopportabile nonostante lo abbia negato per giorni. Vuole vivere con lei, stare con lei ogni minuto che passa, ogni secondo della propria vita senza mai distaccarsi. Si perde nei suoi occhi mentre quelle parole arrivano come un balsamo e quelle labbra lo toccano come la più bella e morbida delle carezze, si sente rinato. Un bacio a lungo voluto e desiderato e ora pervenuto dopo tanto tempo<Mi sei mancata>un tono diverso, più dolce mentre si distacca per qualche attimo per poi riavvicinarsi nuovamente. Le braccia vanno a portarsi sulla di lei schiena, le mani a toccarla, carezzare ogni parte di quel corpo; passano sopra la maglia, carezzano la schiena andando a sollevare lentamente la maglietta per toccare il di lei corpo, sentire la sua pelle, sentire quel corpo con le proprie mani. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura pesante (+15 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

16:53 Kaori:
 Una risatina leggera va a liberarsi dalle di lei labbra al sentire il commento dell'albino. Effettivamente non esiste una protezione migliore per l'indice destro dell'Akatsuki, specialmente considerando che non tutti sono ovviamente a conoscenza del legame che li ha uniti in passato e che, ancora oggi, ha lasciato tracce di sé fra loro. Un legame che è solo cambiato nel tempo senza mai perdersi davvero. <Beh si conoscono da molto tempo. Sono sicura che Yukio-sama non avrebbe esitato a prenderla sotto la sua protezione anche senza che gli venisse richiesto> sorride lei teneramente, sinceramente, andando poi a lasciar scorrere la conversazione. Ascolta le sue parole, i suoi piani e le risposte che offre alle sue domande. Una vita fatta di obblighi e doveri e di ben pochi reali legami. La cosa la porta ad avvertire una stretta al cuore. Sa che per lui non è un problema vivere una esistenza simile, ma per lei lo è. Saperlo solo senza di lei al suo fianco la ferisce. Vorrebbe vederlo ridere più spesso e, al tempo stesso, non sopporterebbe l'idea di saperlo capace di sorridere a quel modo con qualcun altro. Non vuole che nessun altro possa scorgere in lui quel che lei ha visto, che nessuno possa bearsi di quei meravigliosi sorrisi, di quelle carezze gentili. Gelosa, fin nel midollo. Di chi, poi, non si sa. Ma non può fare a meno di provare quella strisciante sensazione di possesso quando pensa a lui, quando pensa a quanto sia celebre lì. Sarebbe facile pensare che più di una pretendente possa aggirarsi per le strade di Kusa e, nonostante la consapevolezza che lui non le avrebbe mai fatto del male, non riesce a fare a meno di non sopportare l'idea di qualcuna che lo guarda coi suoi stessi occhi, nutrendo i suoi stessi desideri. Respira piano, scosta via dalla mente questi pensieri inopportuni sentendosi al tempo stesso egoista e meschina: la sua gelosia non può certo venir rivelata. Non vuole farlo sentire limitato in alcun modo, non vuole che tema che lei non si fidi di lui. <E' che non riesco a evitare di pensare a come debba sentirti solo, a volte> mormora lei, sincera, espirando piano. <Durante il giorno è facile non pensare, impegnarsi nel lavoro, negli allenamenti. Ma è la sera il momento più difficile...> ruota il capo verso di lui carezzando la sua mano intrecciata alla propria. <...quando il corpo riposa e i pensieri urlano. È il momento in cui ti ho pensato di più. In cui mi sei mancato di più> rivela timidamente, sbattendo piano le ciglia scure ripensando a quelle notti trascorse nel suo letto troppo grande, troppo vuoto. Il braccio ad allungarsi attorno a sé a cercare un calore che non c'era. Il momento peggiore di tutta la giornata in cui la solitudine si faceva prepotente. E non c'era amicizia al mondo che avrebbe potuto alleviare un simile dolore. Ed è allora che il bisogno di lui diviene esigenza ed il suo corpo par quasi agire da solo. Si siede su di lui, portandosi sul suo corpo osservandolo in viso, stringendo la sua mano, carezzando il suo volto gentile. Il cuore batte impazzito nel petto e le sembra quasi possa scoppiare da un istante all'altro. Le è mancato, le è mancato così tanto... e ora non può più aspettare, non può più frenarsi. E perciò glielo dice. Gli rivela quanto desideri poter sentire ancora una volta il sapore delle sue labbra, quanto voglia poterlo baciare una volta ancora. Avanza decisa ma dolce verso di lui donandogli quel piccolo, dolcissimo bacio che sa di biscotto. Ne sfiora le labbra, le ricorda la consistenza, la morbidezza e lentamente si rilassa, si sente tornare finalmente a casa. Par quasi di essere nuovamente lì, nella casa nel bosco, su quel divano che ha visto arrivare il loro primo bacio, i loro primi 'ti amo'. Ma, dopotutto, casa non è altro che star con lui. Sente le sue labbra dividersi dalle proprie per un istante, quelle parole sussurrate dolci contro di esse causandole un rabbrividire leggero lungo la schiena. <Ti ho pensato così tanto...> rivela lei guardandolo in viso, negli occhi, sentendo la chioma corvina scivolare ai lati del volto. Le loro labbra si riuniscono una seconda volta e questo bacio si fa pian piano più deciso, più vero, mentre le di lui mani vanno a scivolare sulla sua schiena. Lo sente vagare per il suo corpo con le dita, con i palmi, quasi come se volesse riscoprire le sue forme con le proprie mani, riprendere familiarità con quel corpo che ora è di nuovo suo. Schiude appena le labbra sulle sue quando sente le sue mani scivolare sotto la sua camicetta, sulla sua schiena nuda. Un nuovo brivido -più caldo- a percorrerla pungente da capo a piedi prima di deglutire appena, una mano a poggiarsi sul di lui petto scoperto. <...Forse dovrei farmi un bagno> mormora lei mordendosi il labbro inferiore, timidamente, alzando lo sguardo su quello di lui, quasi a mo' di scusa per quell'interruzione improvvisa. I Kami solo sanno quanto abbia desiderato poter sentire le sue mani su di sé dopo tutto quel tempo, ma non vuole che la sfiori quando non è al suo massimo, quando non è perfetta, il viaggio è stato lungo dopotutto. <Vieni con me?> domanda allora chinando appena il capo su di lui, sul suo collo, sfiorandone appena la pelle con la punta del naso, la carne con le labbra morbide in una scia di piccoli baci che si ferma in prossimità del sigillo, di quelle tre piccole tomoe nere incise dolorosamente sulla sua cute. [chakra: on] [Zaino con abiti, cambi e qualche libro] [Porta kunai e shuriken coscia destra: x7 kunai – x3 con carta bomba; x10 shuriken; x3 carta bomba] [Tasca porta oggetti fianco sinistro: x5 tonico per chakra; x5 tonico coagulante; x3 fumogeni; x5 bombe luce; bendaggi e fasciature; x5 fuda vuoti; x1 rotolo piccolo; x1 boccetta d'inchiostro] [vambracci e schinieri: resistenza 50]

17:40 Raido:
 Lo pensa anche lui anche perchè pure Yukio fa parte dell'Akatsuki, sono due compagni ed è il minimo avere collaborazione, è pur sempre un legame di amicizia che li unisce. Non si sorprende più di tanto ma la curiosità di capire come Yukio può gestire tutto questo è tanta, come può badare a lei con tutti gli impegni e gli obblighi che il suo ruolo richiede<Io farei lo stesso con te>lo ha già fatto quando si è offerto di proteggerla, di andare lui stesso a cacciare coloro che stanno cercando di attentare alla vita degli Hyuga<E comunque vorrei conoscerla questa Mekura>vuole conoscere tutti coloro che girano intorno a lei, conoscere le persone di cui lei sembra fidarsi; vuole indagare su ognuno di loro, essere sicuro che siano davvero persone di cui fidarsi, persone che possono tenerla al sicuro senza mai tradirla. Al momento non si fida di lei, non si fida minimamente finchè non la conosce direttamente. Un brutto lavoro il suo ma deve farlo se vuole proteggere Kaori e tenerla lontana da ogni tipo di pericolo. Ode le parole della ragazza, parole malinconiche, tristi ma è vero, è durante la notte che i pensieri si fanno più forti e decisi, pensieri che aumentano e avanzano secondo dopo secondo senza sosta alcuna, pensieri che si insinuano nella mente rendendo l'esistenza stessa insopportabile per chiunque. Apre la bocca per parlare ma escono solamente rantoli, vorrebbe dire qualcosa ma senza successo, senza riuscirci in modo completo, dirle tutto quanto ma ora è solo felice di vederla, felice di essere li con lei, di nuovo in sua compagnia, insieme alla Hyuga che ama<Di notte sognavo di stringerti a me, di abbracciarti>un sogno che tra un po' si può realizzare, finalmente stanotte possono passarla insieme come non fanno da molto, molto tempo. L'ha sognata parecchie volte nelle ultime settimane, specialmente nei momenti di pericolo la mente lo ha sempre riportato a lei, lo ha sempre indirizzato verso di lei come segno, come punto di riferimento, come medicina per le malattie e i malanni. La tiene sopra di se, la tiene stretta mentre le mani passano sulla di lei schiena, la carezzano dolcemente. Le dita toccano ogni sua parte infilandosi da sotto la maglietta, in questo momento la desidera, la vuole con se perchè per troppo tempo è rimasto lontano, per troppo tempo la distanza si è fatta sentire e niente è in grado di curarla. Vorrebbe abbandonarsi a ogni cosa, abbandonare ogni pensiero, ogni paura per pensare solo a loro ma capisce. La stanchezza è tanta, il viaggio lungo. Staccano le labbra facendo incontrare nuovamente gli occhi mentre annuisce con il viso, ne ha bisogno, deve rilassarsi e togliere tutta la tensione e lo stress degli ultimi giorni, uno stress accumulatosi giorno dopo giorno e poi quella richiesta. Resta silente per qualche secondo mentre piccole baci gli pervadono il collo, un brivido gli attraverso la schiena per poi alzarsi di scatto, il bacino viene mosso prendendo Kaori in braccio<Si>risponde guardandola negli occhi mentre la tiene stretta a se, la destra sotto la schiena e la sinistra sotto le gambe<E poi andiamo a cena fuori>il programma della serata, una piccola cenetta privata, solo loro due in uno dei ristoranti migliori del villaggio<E quando torniamo..beh...pensiamo un po' a noi>ovviamente ciò che intende è sottinteso ma va bene così, questa sera è loro e niente e nessuno può rovinarla. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura pesante (+15 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama][END]

18:05 Kaori:
 <Lo so> sorride la chuunin guardando con candore il viso del jonin, la consapevolezza di essere protetta da lui in qualsiasi istante, in qualunque momento della sua vita. <Lo fai già> la sua voce è intrisa di sincera tenerezza, di una gratitudine profonda e spontanea. È felice di sapere quanto egli sia onestamente preoccupato per lei in ogni istante, di quanto sarebbe disposto a fare pur di saperla al riparo ed al sicuro e se ne sente rassicurata, coccolata. Protetta. Non v'è nulla che lo renda meno adatto di Yukio a proteggerla, entrambi farebbero di tutto per difendere le persone a loro cara e di questo lei ne è più che certa. Alle sue parole, poi, si ritrova a sorridere appena con un fare leggermente più mesto, più teso. <Sì. Anche lei vuole conoscerti> mormora annuendo appena alle sue parole con un mezzo sospiro. Durante il loro viaggio assieme hanno parlato molto di lui e per tutto il tempo non ha smesso di pensare a quelle parole che l'altra aveva pronunciato appena fuori dalle porte di Konoha. “quand'ero più giovane svenivo letteralmente per i bei ragazzi... beh lo faccio ancora”. E difatti è stata con Yukio prima e con Azrael poi sebbene ora sembra che i due non stiano più assieme... e se questo potesse comportare un problema per lei? Se al vedere Raido avesse dovuto 'svenire' anche per lui? Mekura, dopotutto, è una bella ragazza e checché lei possa dire altrimenti è ancora piuttosto giovane e, sicuramente, è ben più esperta e matura di lei sotto molti aspetti. Sì, ha un po' paura a presentarli, a farli conoscere, ma sa che è inevitabile, che servirà ad entrambi per fidarsi delle mani nelle quali lei si trova in questo momento. È assurdo ed ironico quanto quell'incontro che lei tanto teme sia desiderato dai due al solo scopo di saperla al sicuro. Par quasi irriconoscente nel temere le reazioni di Mekura, eppure non può far altro che pensarci. <Basta che non la trovi più carina di me...> mormora allora, timidamente, con l'espressione improvvisamente quasi infantile e impacciata di poco tempo prima, quel lato ancora insicuro e spaventato che non l'ha abbandonata nonostante quella crescita graduale degli ultimi tempi. Ingenua, tenera, spontanea. Non può far a meno di esprimere la sua gelosia in quei piccoli modi, con quel fare goffo ed impacciato che la fa quasi assomigliare ad una bimba. Ma basta poco per rincuorarla, dopotutto. Basta il semplice sentire quelle sue parole, quella sua voce dolce che le carezza l'udito per sentire il cuore riempirsi di nuova sicurezza, nuovo amore. <Non dovremo più sognare, ora> mormora lei con la voce colma d'affetto, di dolcezza, ritrovandosi a sentirsi avvolta da quelle parole. Anche lui, allora, pensava le stesse cose che pensava lei...? Anche lui avrebbe voluto poter dormire al suo fianco, stringendola a sé? Quella verità la scalda, la stringe, portandola a sentirsi più decisa, più sicura. Può aver paura di perderlo, di saperlo oggetto del desiderio di chiunque altro, ma in qualche modo e per qualche motivo è il suo il fianco al quale egli ha scelto di stare. È lei la ragazza che ha voluto stringere a sé, proteggere. Amare. E lei ne è felice. Incredibilmente, profondamente felice. E questa felicità traspare ad ogni bacio, ad ogni gesto della chuunin che, seduta su di lei, si abbandona alle sue carezze a quelle dita che la sfiorano, esplorano, cercano, prima di fermarsi al solo suo desiderio. Non vuole che succeda così, non quando non è al suo massimo. Si sente disordinata, sporca e impresentabile, non vuole che lui la ricordi così. E per quanto sappia che lui l'ha vista in condizioni ben peggiori, non vuole usarla come scusante per non presentarsi a lui al meglio delle sue capacità. Vuole che la trovi bella, vuole che possa sentire un buon profumo attorno alla sua pelle ai suoi capelli. Vuole che li senta morbidi sotto le dita, che la sua pelle sia bianca e fresca. E lui acconsente a questo suo bisogno, a questa sua necessità di sentirsi migliore, accompagnandola con la solita virilità, tenendola stretta fra le braccia, trasportandola fino al bagno di quella nuova casa. Il sorriso le illumina il volto quand'egli le espone il programma della serata e persino gli occhi paiono brillare di viva gioia. <Credo che questo sia il nostro primo appuntamento> si ritrova a dire lei con una risata leggera, cristallina, pensando a come, effettivamente, fino a quel momento non avessero ancora avuto modo di uscire come una vera coppia. Mangiare fuori, passeggiare, camminare tranquilli al solo scopo di stare insieme. Nessuna ronda questa notte, nessun dovere, nessuno scontro. Solo loro. Solo per oggi. [END]

Kaori arriva finalmente a Kusa e si dirige a casa di Raido seguendo le indicazioni che si son scambiati per missiva.

Qui i due si rivedono e si aggiornano sugli eventi degli ultimi tempi lasciando modo alla chuunin di spiegargli il motivo del suo arrivo.