Non si sfugge al destino

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con Kimi, Raido

Attendere fato

Cosa sono i ricordi se non i frammenti di eventi passati che tornano alla ribalta infondendo sensazioni nuove, vecchie, ti mettono a disagio, ti fanno soffrire ed è proprio la sofferenza il centro, il fulcro di tale argomento. Ognuno di noi soffre per qualcosa in particolare, chi per amore, chi una ferita inflitta e chi per i propri figli come farebbe una madre. La giornata è nuvolosa. Le nuvole sovrastano sul mondo occupando ogni angolo del cielo e impedendo al sole di portare la sua luce sulla terra ma ciò accade nel paese del suono ed è qui che entrano in gioco i ricordi. In questo momento stai sognando, sogni un futuro bellissimo, tu e Katsumi in una casa nel centro di Oto, vostra figlia nel seggiolone, un sorriso in viso mentre un primo dentino si mostra sulla parte superiore della bocca, in pieno centro. Tutto è perfetto, non esiste dolore, non esiste la voglia di uccidere, non sai neanche cosa sia la consapevolezza della morte. E' il mondo ideale per vivere e mettere su famiglia. Purtroppo si tratta solo di un sogno e ben presto i tuoi occhi si aprono, vedi sfocato, non capisci bene dove ti trovi, sai solo di essere legata e incatenata su un tavolino. I polsi e le caviglie sono avvolte in delle manette di cuoio spesso con rifiniture in metallo e attaccate con delle catene al tavolino. Addosso hai una vestaglia ospedaliera, niente di più niente di meno...nemmeno l'intimo ti hanno lasciato ma il punto è questo, dove ti trovi? Come ci sia finita? L'unica cosa che ricordi sono i prati fiori, avevi finito di parlare con Raido e poi un sonno pesante ti ha avvolto, qualcuno ti ha toccata il viso ma il resto è buio, non ricordi più niente. Ora sei da sola mente la vista, piano piano, torna lucida. [Ambient]

15:54 Kimi:
 Intorno è tutto perfetto, un sorriso nasce sul volto mentre sposti lo sguardo dal seggiolone con tua figlia a Katsumi, osserva la scena senza dire nulla lasciando che siano solo quegli occhi azzurri, ora così profondi, a comunicare i tuoi sentimenti. Le pupille sono dilatate un nero mare che spezza il candore di quel ghiaccio dell’iride, lei è lì buona, non sta facendo troppo casino, stanno per mangiare o hanno appena finito? Non lo sa ma non le importa, si sta godendo semplicemente il momento, con la consapevolezza d’essere solo un sogno, non c’è memoria che la porti fino a quel momento, eppure non è così male, si abbandonerebbe volentieri ad una simile visione, vedere le uniche due cose davvero importanti nella sua vita sorridere e al sicuro basterebbero per trattenerla in un sonno eterno. Non ha nulla da dire, le labbra restano tese mentre gli occhi avidamente catturano ogni istante e ogni dettaglio, la luce che si riflette sui capelli neri della bambina e sui suoi occhi castani, è così che la immagina, un misto perfetto tra i genitori, la pelle chiara. Un paio di passi quelli che vorrebbe fare solo per portarsi vicino al seggiolone e tendere la mano destra sul suo volto, piegare il busto quel tanto che basta per permetterle di lasciare che le labbra incontrino la fresca fronte della giovane vita, in quello che vorrebbe essere un dolce bacio, il protettivo e amorevole tocco di una madre. Lo sguardo che quindi tornerebbe verso Katsumi, la bramosia con cui desidera anche un suo bacio, una famiglia felice e già solo per questo perfetta. Socchiude le palpebre per potersi avvicinare a lui però quando li riapre il mondo intorno a lei è cambiato. Il battito cardiaco aumenta appena si sente immobilizzata, polsi e gambe, sdraiata su un tavolino. Non perde tempo per cercare di capire dove si trova, inizia solo a sentire il freddo dell’aria sulla pelle nuda, che passa attraverso le sue gambe, no non è nemmeno davvero vestita qualcosa non va. Non c’è la solita forza nel suo corpo motivo per cui eccola prendere un respiro profondo per cercare di concentrarsi, dietro alla sua mente andrebbe ad accumulare quel misto di sentimenti, la cieca paura, la sua solita follia, l’istinto di protezione che ormai naturalmente prova verso la creatura nel suo addome, cercherebbe in questo modo di andare a radunarli in una sfera che dovrebbe rappresentare le sue energie psichiche, similmente all’altezza dell’addome invece proverebbe a radunare le forze fisiche, si aiuterebbe con le sensazioni di quel tavolino sulla sua pelle, i muscoli pronti a tendersi, se fosse riuscita ora andrebbe a controllare la velocità di rotazione delle sfere mentre andrebbe a spostarle all’altezza della bocca dello stomaco, se fosse riuscita quindi andrebbe a spostare il chakra verso i suoi polsi e le sue caviglie. Un respiro profondo mentre tenterebbe, attingendo alle sue conoscenze accademiche, di far fuoriuscire una buona quantità di chakra dai suoi punti di fuga, andrebbe quindi a ricoprire con una patina la pelle, una patina che dovrebbe renderla più scivolosa, una patina che tenterebbe di permearsi anche contro le catene che la immobilizzano, a questo punto quindi tenterebbe di flettere le gambe e le braccia così da andare semplicemente a sfilarsi dalle catene, sgusciare via [se chakra on: scioglimento dei nodi]

Il chakra cerca di attivarsi nel suo corpo, cerca di venire fuori ma le rifiniture in metallo delle manette di cuoio sono fatte con metallo anti-chakra, le stesse che si usano in prigione. Svolge il richiamo ma sono le manette ad essere circondate da un'energia blu per poi svanire; tutto inutile, sei debole in questo momento, debole e incinta. La vista torna in modo completo, vedi tutto con la dovuta perfezione. Sei in una stanza con pareti grigie, la muffa negli angoli di essa la sovrasta, un muschio verde avanza anche per il soffitto; alla tua sinistra vi è solo un muro spoglio mentre alla tua destra vi è un bancone da lavoro pieno di oggetti appuntiti e non. Vi sono bisturi, vari attrezzi medici, un trapano, una sega e altri piccoli marchingegni dal discutibile uso. Davanti a te, ma sempre sulla destra, vi è una porta marrone con una vetrinetta in alto, il pomello è di metallo. La luce al neon sovrasta la stanza, è forte, molto forte, tanto da farti bruciare gli occhi per qualche secondo. La porta si apre e due uomini entrano in essa; uno ha indosso un camice da medico con tanto cuffietta in testa, bavaglio per coprire naso e bocca e guanti sulle mani mentre l'altro è vestito in modo elegante, giacca e cravatta, quest'ultima è rossa. L'uomo elegante si avvicina a te e negli occhi ha qualcosa che già conosci, qualcosa che hai già veduto, lo sharingan ma non quello di Katsumi, non quello a tre tomoe bensi un tipo diverso, il nero è tutto unito creando qualcosa di più potente<Kimi Doku>la sinistra si alza andando ad accarezzarle capo, le smuove i capelli mentre quello sharingan va a fissare i di lei occhi e improvvisamente il medico presente comincia a prenderla a calci in pancia, diretto verso il bambino, le gambe vengono scuoiate, le dita dei piedi rotte. Nel mondo reale dura un singolo attimo ma nella tua testa, la durata equivale a quella di un anno, un anno passato sotto queste torture. Una ciocca dei tuoi capelli diventa improvvisamente bianca, la tortura comincia. [Ambient]

16:23 Kimi:
 Niente, il chakra non si attiva e la rabbia sale insieme alla pausa, deve liberarsi, deve trovare la forza di andarsene, eppure senza le sue farfalle si sente improvvisamente persa, avrebbero dovuto difenderla, le evocava apposta, da qualche parte ha sbagliato ma dove? Non ha più tempo per farsi queste domande però, due uomini entrano all’interno della stanza, prova a scuotere gambe e braccia per liberarsi, un ultimo vano tentativo, non c’è forza, non ne ha tutte le energie sono consumante dalla sua bambina. Ed eccoli quegli occhi, li riconduce a quel clan, li osserva . Una mano sui suoi capelli <non mi toccare> fa appena in tempo a ringhiare, un ringhio sommesso e freddo, dannatamente serio, i suoi occhi emanano rabbia, lo sguardo di qualcuno che non ha alcuna intenzione di starsene buono. E poi eccolo quel colpo, la sua pancia sua figlia. Non è dolore la prima sensazione che la assale ma più che altro terrore, gli occhi si spalancano, incapace di sottrarsi ai due, spaventata all’idea di perdere lei, Yume. Ma non ha nemmeno tempo per perdersi troppo in quell’incubo, in quel pensiero. La carne viva si mostra sulle sue gambe, la pelle che viene tolta, un dolore lancinante è la prima sensazione che viene mandata ai suoi neuroni, ma come sempre il passaggio in lei si interrompe, più è alto il dolore più è alto il piacere specie in quei momenti in cui la sua sanità mentale vacilla più del solito. Il volto si storpia, il tempo passa così lentamente, senza quasi ogni cellula che viene strappata dal suo naturale posto, mentre tutto sembra infinito. Nella sua mente pensieri confusi ma un unico obiettivo: difendere Yume. Proprio per questo non si arrende ma decide di combattere, non si piega pronta a spezzarsi per la vita di quel sogno, le labbra si allargando andando a disegnare un sorriso, un terribile sorriso, distorto e che non ha nulla di naturale o rassicurante i denti bianchissimi si mostrano mentre va a mordersi il labbro inferiore, pupille che per il piacere si dilatano ancora una volta. Le dita dei suoi piedi vengono rotte, le pare di percepire ogni istante in cui si effettua una pressione per arrivare a spezzarle, sente quasi ogni scheggia sperarsi dall’osso e ride. Una risata profonda interrotta da gemiti profondi e di puro piacere, più male le verrà fatto più a lei piacerà, quante volte a casa si è difesa dai soprusi e dagli abusi della madre solo così? Quanto spesso la sua carnefice ha smesso di infierire notando quanto quel trattamento le piacesse? Troppe, ne ha perso il conto e ora è ricominciato tutto, non teme il dolore e se per difendere sua figlia deve tornare a sopportare tutto quello, deve mostrare il suo lato più nascosto e privato lo farà. Una risata si espande dalla sua bocca. Una ciocca dei suoi capelli intanto perde di colore, per lei passa un anno, un lunghissimo anno, dove sono coloro che le hanno giurato di proteggerla? Perché è ancora sola? Nessuno verrà a salvarla e sua figlia? Che sia già morta per quei calci? Troppe domande che si mischiano in una mente confusa dal piacere e dalla pausa, una mente che percepisce un mondo distorto <ti farò di peggio> sospira, anzi è più giusto dire che geme <a te non piacerà> il volto è rosso, le gote si sono colorate abbandonando il solito candore, continua a sorridere, fissando quegli occhi, senza scostare lo sguardo, senza nascondersi, solo le palpebre sono lievemente socchiuse a causa di quel dolore interpretato dalla sua mente come dolore

Lo Tsukuyomi è il genjutsu supremo degli Uchiha, la tecnica illusoria più elevata ma Kimi gode, geme di un piacere immenso in quella tortura lunga un anno. Gli occhi dell'Uchiha si posano su di lei, l'ascolta ma non risponde cominciando a camminare al fianco del tavolo; la mano destra passa per il corpo di Kimi carezzandola. Il petto, i seni, la stessa pancia, tocca ogni cosa fino a giungere nella parte inferiore della vita ed è li che la mano sparisce per qualche attimo. Tu sai dove si trova, sai dov'è la mano che risale in questo preciso istante<Bagnata>si guarda le dita, le tocca notando questo piccolo particolare della donna<Il dolore non ti tocca..>un sorriso si palesa sull'uomo e una strana eccitazione maniacale lo pervade<...meraviglioso>torna su con la mano nuovamente a toccare il suo corpo. Si mette dietro la di lei testa, i palmi delle mani a poggiarsi sulle tempie. Gli occhi vengono chiusi, il capo portato in alto, respira, assorbe l'aria all'interno della stanza<Il mio bambino>commenta ancora l'uomo, un sussurro ma ben udibile da Kimi, un qualcosa che gli arriva forte e chiaro e nuovamente il suo cervello viene invaso. La quantità di chakra inviata è immensa, così elevata da sconvolgerla letteralmente e cosa vedi? La pace, la pace di un momento famigliare, lo scorrere di tutta una vita. Tu, Katsumi, Yume, tutti e tre giocate, vi divertite, siete felici ma il sangue comincia a grondare, la morte arriva quando meno se lo aspetta. Il sole sparisce, la felicità muore. Le nuvole occupano il cielo, il corpo di Katsumi a terra privo di vita mentre una Yume adulta sovrasta il suo cadavere ma c'è qualcosa di strano in lei e in Katsumi. Il corpo di quest'ultimo è privo di occhi mentre Yume ha in se i suoi occhi e quelli di Katsumi fusi per creare qualcosa di superiore; il sangue cola dall'occhio destra, un sorriso sadico si forma nel di lei viso mentre l'ombra di Yume assume la forma di quella di Sasuke Uchiha...il traditore è tornato "Ciao mamma" una risata rompe il silenzio, distrugge l'aria. Nuovamente la scena cambia. Siamo nella magione della Kokukage, Yume occupa quel ruolo mentre al suo fianco vi è un bastone con in cime incastonata la testa di Yukio "Vieni madre, vieni" le parole sono viscide come quelle di una serpe. [Ambient]

16:57 Kimi:
 Quel piacere termina permettendole di respirare, affannosamente, per riprendersi, come è sempre stato davanti alla sua reazione smettono di farle del male, di provare a ferirla come una qualsiasi altra persona <non> ringhia ancora una volta in sua direzione mentre la mano scorre sul suo corpo <toccarmi> suona proprio come la minaccia di un animale morente che rinnova la sua ferocia solo per distruggere il suo nemico prima di abbandonare la vita. Quella mano lì, le labbra si piegano in disgusto e rabbia, cerca di guardarlo per quanto le è possibile continuando a minacciarlo silenziosamente, lei autoeletta regina dell’Ade non sembra intenzionata a starsene buona e in silenzio, non si è sottomessa, sta lottando ancora una volta per la vita di sua figlia <NO> urla appena ode quel mormorio, la voce trema appena, della paura si insinua in quell’urlo che viene fatto con tutta la sua forza, un urlo che viene soffocato velocemente dalla visione che ora le si palesa davanti. Dov’è? Cos’è successo a quella stanza? Non ha più alcuna importanza, la vita sembra essere tornata a scorrere, un sogno perfetto. Sua figlia, le sorride amorevole, forte, la ama con tutta sé stessa, corre con loro mentre giocano, libera e agile. All’improvviso la visione di quella stana sembra scomparsa, davanti solo sua figlia e il sangue. Si blocca, arresta il passo osservando il destino consumarsi. Gli occhi si chiudono mentre soffoca un profondo urlo alla visione di Katsumi riverso a terra, ucciso proprio da sua figlia. La fissa silente mentre le lacrime riempiono i suoi grossi occhi azzurri. Si morde il labbro inferiore, le porte degli inferi si sono infine aperte, l’ha sempre pensato, lo sospettava ed è per questo che non può davvero arrabbiarsi, il corpo che diventa come pietra, incapace di muoversi mentre nei suoi occhi c’è solo quella scena. Ucciderla, dovrebbe ucciderla e vendicare l’amore della sua vita o lasciarla vivere e continuare a sostenerla come madre? Non ne ha idea, si sente dividere in due, la prima vorrebbe vedere Yume morta la seconda invece vorrebbe solo correre ad abbracciarla. Se ne sta lì immobile, pietrificata con il cuore che torna a disfarsi, le ferite che si riaprono nella sua anima, i pezzi di lei che cadono a terra frantumandosi, riconosce poi l’ombra di Sasuke Uchiha mentre il tempo passa intorno a lei senza riuscire a toccarla, senza scuoterla ulteriormente, ormai priva di qualsiasi cosa l’ancorasse davvero a quel mondo, incapace persino di attaccare chi le ha tolto Katsumi. Resta lì ferma, il respiro spezzato, corpo e lei silenziosa. Le parla e lei non reagisce, incapace anche solo di pensare, ormai completamente distrutta, prima di una vera motivazione per vivere, di una vera motivazione per non lasciarsi solo trasportare da quel corpo mortale e abbandonare la vita per tornare a casa, tra le farfalle. Ma ecco che tutto cambia ancora, una donna adulta davanti a lei che siede al posto della Kokukage, lei entra in quella stanza, la osserva attraverso gli occhi di vetro, privi di sentimento alcuno, sul bastone la testa di Yukio, un altro morto. Un altro importante tassello che se ne va, ma cosa le cambia ora? La sua vita senza l’Uchiha non ha alcun senso, ha già perso ogni motivazione per andare avanti. Muove un passo verso la figlia <non sono tua madre> si limita a puntualizzare <se lo fossi stata gli inferi non ti avrebbero mai raggiunto> senso di colpa nelle sue parole, alla fine è solo colpa sua, è lei ad aver partorito quella donna, è lei che ha scelto comunque di portare avanti la gravidanza, lo sapeva, sperava non accadesse ma ha sempre saputo che un giorno quella bambina sarebbe diventata la nuova Morte <vuole anche la mia vita Kokukage?> mette distanza con quelle parole fredde, distaccate e lontane, si mostra stanca, della vita, del dolore di tutto in generale

E' brutto vedere la propria progenie rivoltarsi contro, vedere che la bambina che hai cercato a lungo di proteggere si rivela essere il peggiore incubo che i tuoi occhi abbiano mai visto. Una donna così simile a Sasuke Uchiha, pazza come Madara Uchiha e in possesso del Mangekyo sharingan eterno, l'ultima vera abilità di quel clan maledetto. Hai partorito un mostro, hai partorito il diavolo in persona facendolo manifestare su questa terra. E' colpa tua se Katsumi è morto, è colpa tua se Yukio è morto. Chi ti sta vicino muore, chi sta vicino soffre e lo sai, lo sai benissimo eppure ti ostenti a vivere al fianco di Katsumi, a uccidere per lui quando sa benissimo che l'unico modo per salvarlo è stargli lontano. Non ci pensi? Se gli fossi stata lontano a quest'ora sarebbe vivo, persino Yukio sarebbe vivo. Non è colpa di Yume, lei è nata in una famiglia maledetta, è colpa tua Kimi, solo e soltanto...tua. Yume ride, ride di gusto mentre il sangue sgorga dai di lei occhi, fuoriesce copioso inondandole il viso, lo sporca, viene addirittura bevuto me niente ferma quella risata "Mammina, tu non sei mai stata la regina dell'ade, non sei mai stata la morte" alle spalle appare Masumi, la regina delle farfalle dell'ade. Si presenta domata, sconfitta e conquistata da Yume, un qualcosa che Kimi non è ancora riuscita a fare e compiere "Io lo sono e lo sono sempre stata, anche nel tuo grembo. Tu sei niente" la dura verità, ogni convinzione distrutta, ogni piccolo obiettivo ridotto a un niente. Non essere regina, non essere morte, non essere niente di niente se non Kimi Doku, colei che ha portato alla morte Katsumi e Yukio. Il sorriso non sparsi dal volto di Yume, anzi, viene ampliato al solo suono di quella domanda. Le pupille diventano piccole, appena percettibili "No...voglio nascere" ed ecco che dal ventre ti comincia a uscire il sangue, la pancia è stata squartata. Sei in un bagno di sangue ma nella realtà, cosa sta succedendo? Il medico ti sta tagliando la pancia con il bisturi partendo dalla sua sinistra verso destra in orizzontale; il dolore è atroce e questo ti porta a sollevare la schiena, a piegarla come se fossi impossessata dal demonio. Un dolore fin troppo immenso ma non è tanto quello fisico perchè sai che stanno per arrivare a tua figlia, stanno per toccarla, è questo che fa male, vero Kimi? E' questo che ti distrugge. L'impotenza, il non essere in grado di proteggere qualcuno che ami e poi un rumore, una frattura e i reni si rompono, si distruggono sotto quella pressione della schiena mentre la pancia viene completamente squartata ma Yume è ancora dentro, è ancora con te. [Ambient]

17:59 Kimi:
 Regge lo sguardo di quella donna fredda, senza mai dare cenno di provare sentimenti, il senso di colpa lo sente, eccome se lo sente. Non batte ciglio nemmeno davanti alla regina delle farfalle, le osserva semplicemente senza aprire bocca, in silenzio, le ha donato la vita e successivamente le ha fatto il dono di lasciargliela ma ora non ha più nulla da darle, quella figlia le ha tolto tutto, non c’è qualcosa per cui valga davvero la pena lottare e spiegarsi, resta solo silente senza opporsi. Rassegnata e ormai sconfitta dai sensi di colpa per le morti indirettamente collegate a lei, al suo errore, alla sua decisione. Ma è solo alla fine di quel discorso che comprende, quella non è la realtà ancora una volta qualcuno ha soggiogato la sua mente e l’ha resa schiava di una visione. Sbatte le palpebre andando ad aprire la bocca, lo sguardo si abbassa su quella pancia sanguinante, sua figlia. Sbatte le palpebre un paio di volte <n…no> balbetta mormorante prima di trovarsi nuovamente in quella stanza, non era mai uscita da lì, non si trattava solo di un brutto sogno <NO!> urla più forte ora, c’è terrore nella sua voce mentre il dolore raggiunge un tale livello da mischiarsi al piacere senza però confondersi, i suoi senti, li sente cedere sotto al peso di quella tortura e di quello che pare essere il suo omicidio, è così che finirà tutto? Morirà perdendo anche sua figlia? La paura le riempie la mente, il terrore è dominante in lei, oltre alla rabbia, oltre alla sicurezza di potercela fare, tutto crolla mentre anche lei pian piano sembra crollare, boccheggia aprendo la bocca mentre il sangue si riversa all’terno e all’interno del suo corpo a causa dei reni ormai collassati <Yume!> urla a fatica, la voce si spezza si rompe eppure non ci sono lacrime nei suoi occhi, le mancherebbe la forza per farcela, sa solo che tutto sta per finire così. Senza Katsumi, senza Yukio, nessuno è lì per salvarla e lei da sola non ne è in grado. Ha affermato così tanto spesso di non aver più bisogno di una scorta, d’essere tenuta d’occhio e difesa e questo è tutto ciò che succede? No è ancora troppo debole e lo resterà per sempre, che senso ha dominare gli inferi quando non si riesce ad opporsi alla realtà, al mondo dei vivi, nessuno. Distrutta mentalmente e fisicamente cerca solo di osservare il suo carnefice, di memorizzarne il volto, prima o poi tutti passano, prima o poi la sua anima sarà in mano sua e in qualche modo lei riuscirà a ricordarsene, saprà identificarlo e torturarlo, quando si sarà ricongiunta alle farfalle. La sua anima è stata promessa ma ora l’unico pensiero è per sua figlia, quel feto ancora legato dal cordone ombelicale della sua pancia. Un urlo straziante sale dalla sua gola, dolore, paura, disperazione, tristezza, rabbia; tutto insieme, tutto si riversa fuori dalla sua bocca mentre sangue e veleno similmente escono dal suo corpo, il suo cuore continua a pulsare e il sangue a fluire e defluire all’esterno del suo corpo, si sente debole ma urla, con tutto ciò che le è rimasto, con tutta la forza e l’aria, incapace di fare altro, prova a scuotere le braccia, prova a radunare le forze. Lei morirà ma almeno la figlia deve salvarla. Prova a scuotersi, liberarsi da quelle catene e mentre lo fa il suo unico pensiero è quello di ribellarsi, davanti alla disperazione cerca la forza di farcela, di salvare almeno la piccola. Per questo motivo andrebbe semplicemente a sputare in faccia al carnefice, quell’uomo sarà anche più forte, lei sarà senza chakra ma il suo dna è abbastanza, il veleno che naturalmente scorre nei suoi fluidi corporei dovrebbe bastare ad avvelenarlo a lasciargli una traccia. Tenterebbe quindi di sputargli in faccia con la forza che rimane mentre le mani provano a liberarsi dalle catene

La pancia viene squartata, il feto è ben visibile a occhio nudo mentre Kimi si crogiola in quel dolore che le piace tanto, le piace talmente tanto da sputare in faccia al suo carnefice. Lo sputo arriva sporcandogli il viso mentre il braccio destro dell'Uchiha si alza, la mano aperta a fermare il medico<Aspetta>aspetta a tirare fuori il feto, aspetta prima di fare qualsiasi altra cosa<Ti piace sputare eh?>l'occhio sinistro viene chiuso, il destro lasciato aperto mentre una fiamma nera si dirige verso il viso di Kimi, le labbra in particolare andando a bruciarle. La carne viene bruciata, consumata da quelle fiamme che bruciano in eterno e alla fine cosa rimane? Le gengive sono scoperte completamente, i denti sono visibili a chiunque, un mostro vero e proprio (tipo Darkman). La fiamma nera scompare<Procedi>e il medico tira finalmente fuori il bambino che piange, sbraita come farebbe un neonato. Il corde ombelicale tagliato mentre ora Kimi gronda di sangue, svenuta per il troppo dolore, per la troppa pressione ma non è ancora finita, non è tutto finito<Dammelo, lo porto ai piani di sopra, dobbiamo scoprire se possiede il nostro DNA>il dna di un Uchiha, un Uchiha puro a tutti gli effetti<Operala, mettigli dei reni nuovi..il modello Goryo è pronto, usa quelli ma non fare altro. Tienila in vita, potrebbe essere la chiave per la nostra riproduzione>i piani per Kimi sono molti a quanto pare. I suoi capelli sono diventati completamente bianchi, non vi è più alcuna traccia di nero; gli occhi sono rossi e ora chi ti salverà? Cosa farai? Sei in fin di vita, come ti muoverai Kimi Doku? Non ti eccita tutto questo? [END][Danni e robe varie saranno messe in scheda]

Kimi viene rapita dagli Uchiha e torturata per poi venir privata del fato che verrà sottoposto a degli esperimenti per capire se ha ereditato il DNA Uchiha o meno. Nel frattempo Kimi ha un paio di reni nuovi e molte, molte ferite.

Note: Bravissima Kimi, mi sei piaciuta molto ma purtroppo non posso dare esperienza.